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Tuesday, December 9, 2014

STAZIANA -- La Tebaide

Speranza

La Tebaide
 
Pubblicata nel 92, La Tebaide è in 12 libri.
 
La Tebaide narra la lotta fra i due fratelli Eteocle e Polinice per la successione in Tebe al trono di Edipo.
 
Anche se il tema è mitologico, dotato di un complesso apparato divino, la vera sostanza del contenuto riporta irresistibilmente verso la Farsaglia di Lucano.

In un insolito epilogo programmatico, Stazio dichiara poi di avere un modello altissimo, anche se preso coi dovuti rispetti: l'Eneide di Virgilio, di cui le due esadi riproducono fedelmente la metà odissiaca di preparazione e quella iliadica di guerra.
 
In verità, i modelli poetici sono legioni.
 
Stazio dimostra una buona conoscenza della tragedia greca (Eschilo) e forse anche di alcuni poemi ciclici (Antimaco di Colofone) o di loro riassunti.
 
Talora (oltre che l'Omero mediato da Virgilio) appaiono anche modelli più insoliti: Euripide, Apollonio Rodio, persino Callimaco (e gli alessandrini in genere).
 
Infine, lo stile narrativo e la metrica risentono della lezione tecnica di Ovidio, mentre la sua immagine del mondo dell'influsso di Seneca, da cui mutua anche, volendo, il gusto dell'orrido e la tendenza al patetico (caratteristiche comunque comuni alla letteratura del tempo).
 
Insomma, proprio qui - ovvero nel contrasto tra fedeltà alla tradizione virgiliana e le inquietudini modernizzanti - sta il vero centro dell'ispirazione epica di Stazio.
 
Tuttavia, nonostante tale costellazione di influssi, e nonostante l'abbondanza di episodi minuti e di "miniature" sentimentali o pittoresche, l'opera non manca affatto di unità.
 
Anzi, il difetto tipico sono piuttosto gli ossessivi "corsi e ricorsi" a motivi e atmosfere.
 
Tutta la storia risulta, ad esempio, dominata da una ferrea "necessità universale" (la cui funzione è enfatizzata in un apparato divino come detto tipicamente virgiliano), che appiattisce le cose, gli uomini e le stesse divinità (è qui che Stazio si avvicina invece più a Lucano).

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