Atto primo
La scena presenta la famosa rocca di
Benledi, che, coverta alla vetta da folta boscaglia, e quindi allargandosi al
basso, forma una spaziosa valle, nel centro della quale è il Lago Kattrine,
originato dalle acque cadenti, cui sovrasta ardito ponte di tronchi di alberi.
Sorge l’aurora.
Sorge l’aurora.
Pastori e pastorelle, che rendonsi
a’ campestri lavori. Sull’alto cacciatori, che inoltransi nel bosco
Pastorelle e Pastori
Del dì la messaggiera/già il crin di rose infiora./Dal sen di lei che adora,/già fugge rapido -/l’astro maggior./Ed al suo lucido - brillante aspetto/ripiglia ogni essere - vita e vigor.
Del dì la messaggiera/già il crin di rose infiora./Dal sen di lei che adora,/già fugge rapido -/l’astro maggior./Ed al suo lucido - brillante aspetto/ripiglia ogni essere - vita e vigor.
Cacciatori: Figli di Morve! - Su su! alle selve!/Le caledonie - temute
belve/a noi preparano - novello allor.(Perdonsi di vista.)
Pastorelle e Pastori: A’ nostri riedasi - lavori usati./Come verdeggiano
- ridenti i prati.../Al par che ombreggiano - le querce annose./Come spontanee
- sorgon le rose.../Così a’ sudori - del buon cultor,/grate rispondano - le
piante, i fior./(S’incamminano per varie strade.)
Cacciatori (di lontano): Su su! alle selve! - Le irsute belve/a
noi preparano - novello allor.
Elena: Oh mattutini albori!/vi ha preceduti Amor./Da’ brevi miei
sopori/a ridestarmi ognor/tu vieni, o dolce imagine/del caro mio tesor!/Fugge,
ma riede il giorno;/si cela il rio talor,/ma rigorgoglia intorno/di più
abbondante umor;/tu a me non torni, o amabile/oggetto del mio ardor! (Si ode
il vicino suono di un corno, che viene ripetuto di lontanto.) Qual suon!
Sull’alta Rocca/già le fiere a domar van di Fingallo/i ben degni nepoti. Oh! se
fra quelli/si aggirasse Malcolm! vana speranza!/Rapido qual baleno/ei sarebbe
volato a questo seno.(giunta alla riva, scende dal battello, che attacca ad
un tronco)
Uberto: Eccola! alfin la rendi/all’avido mio sguardo, o ciel
pietoso!/No, non mentì la fama,/anzi è minor di sua beltade il grido.)
Elena: Di questo lago al solitario lido
chi ti guida? chi sei?
chi ti guida? chi sei?
Uberto: Da’ miei compagni,/una cerva inseguendo,/mi allontanai. Fra
queste/alpestri, incerte balze il piè inoltrai,/e, già la via smarrita,/a
domandarti aita io mi volgea/a te, non donna, ma silvestre dea.(Fingasi.)
Elena: Amico asilo/ti sia la mia capanna: all’altra sponda/meco,
se il vuoi, signor, recar ti dei.
Uberto: Ah sì, del mio destin l’arbitra sei.
Elena: Scendi nel piccol legno,/al fianco mio ti assidi.
Uberto: Oh del tuo cor ben degno/eccesso di bontà!
Elena: Sei nella Scozia, e ancora/non sai che qui si onora/pura
ospitalità?
Uberto: Deh! mi perdona... (oh Dio!/confuso appien son io!)
Elena: Ah sgombra omai l’affanno,/lieto respiri il cor.
Uberto: Un innocente inganno/deh tu proteggi, o Amor!) (Guadando
insieme il lago.)
Coro di cacciatori: Uberto! ah! dove ti ascondi? Uberto!/Donde tracciarlo?
come trovarlo?/La fosca selva... l’alpestre, il piano/si è già percorso, ma
tutto invano!/Fiero periglio dal nostro ciglio/lo invola al certo... /Uberto!
Uberto!/L’eco risponde! speme non v’ha!/Veloci scorransi altri sentieri.../Noi
là... sul monte.../Noi verso il fonte.../Chi a ravvisarlo primier sarà,/agli
altri segno dar ne potrà./Tu, che ne leggi nel cor fedel,/al nostro sguardo lo
addita, o ciel!(si disperdono per diverse strade)
Albergo de Douglas. Veggonsi sospese
alle pareti le sue armi e quelle degli antenati.
Albina: E in questo dì?
Serano: Tel dissi: atteso giunge Rodrigo.
Albina: Elena! oh quanto ti fia grave un tal dì.
Serano: Quei fidi amici,/cui spento ancor nel petto/non è l’avito
ardor, raccoglie intorno/il belligero eroe. Sacro in quell’alma/di patria amor
tutto l’investe, e ardito/l’impeto incauto ad arrestar lo spinge/di Giacomo,
che queste/contra ogni legge invade/pacifiche contrade. Ah! regga il cielo/così
nobil desio, sì puro zelo!
Albina: E di Elena la destra?
Serano: In dolce pegno/di tenace amistà Douglas destina/a sì prode
guerrier.
Albina: Tutte prevedo/le pene di quel cor.
Serano: Tu vieni intanto/a’ domestici uffici,/che maggiori in tal
giorno/fa un ospite sì degno: il sai, diviso/fia più lieve il lavoro.
Albina: Quanto m’affanna, o amica, il tuo martoro. (Entrano.)
Elena: Sei già nel tetto mio: dorata stanza,/dove il fasto
pompeggia,/ove il lustro grandeggia,/questa non è; ma, semplice ed umile,/qui
raccoglie secure/dall’invido livore/pace, amistade, amor filiale, onore.
Uberto: Felice albergo! oh quanta/beltà, virtù racchiudi!)
Elena: Il lasso fianco/posar ti piaccia.
Uberto(sorpreso)
Ah! qual ravviso intorno/ornamento guerrier! no... non m’inganno/di cavalier
Scozzese/che gli avi miei seguì, veggo l’arnese!/Ove son io? e in qual
periglio!)
Elena: E donde il tuo cupo silenzio? a che dubbioso/volgi intorno
lo sguardo?
Uberto: Amabil diva!/Se a te nol vieta alta cagion deh
lascia,/ch’io conosca a chi debba/tratto così gentil?
Elena: Vanto nel padre/il famoso Douglas.
Uberto (in uno slancio che poi reprime)Ah!
Elena: Lo conosci?
Uberto: Per fama... e chi nol sa?
Elena: civil discordia/lo rapì dalla corte!
Uberto: Oh quanto ancora/n’è Giacomo dolente!
Elena: E chi tel disse?
Uberto: Voce sparsa così... (mal cauto ardore!/non mi svelar: che
mai di me sarebbe/se giungesse Douglas?)
Elena: Ma pensieroso/chi ti rende così?
Uberto: Di tue pupille/il soave balen... di quegli accenti/il
dolce suon... ma... chi a noi vien?
Elena: Le care compagne mie son quelle,/cha all’apparir del
giorno/sollecite al mio sen fanno ritorno.
Scena
sesta: Entrano le compagne d’Elena,
che circondandola le dirigono il seguente coro. Infine Albina
Coro: D’Inibaca, - donzella, - che fe’/d’immenso amor -
struggere un dì/Tremmor, - terror del Norte:/Sei Elena - più bella: per te/di
pari ardor - avvampa così/ognor - Rodrigo il forte.
Uberto: Rodrigo! che mai sento.
Elena: Funesta rimembranza.
Uberto: Di gelosia tormento/Io già ti provo in me.
Elena: Affetti miei! speranza/più il ciel a voi non diè.
Coro: Indissolubili - dolci ritorte,/o coppia amabile! - in te
deh annodino/beltà e valor./E da l’eterea, - celeste corte/i genii pronubi, -
il lieto innalzino/canto di amor!
Uberto: Sei già sposa? ed è Rodrigo,/che dal ciel tal sorte
attende?
Elena: Le mie barbare vicende/che ti giova penetrar?
Uberto: Forse... ah di’... non è l’oggetto/che tu adori? un altro
amante/sospirar, languir ti fa?
Elena: Ah! mi tolse un solo istante/del mio cor la libertà.
Uberto: Quali accenti! e deggio in seno/dolce speme alimentarti?/Ah
sì! annunzi un tuo baleno/tanto mia felicità!)
Elena: Quai tormenti! e come in seno/posso, o speme,
alimentarti?/da me fugge qual baleno/ogni mia felicità.
Uberto: Ma son sorpreso - se qui più resto/Oh qual contrasto -
crudele è questo. Le compagne di Elena versano delle cervogia in una tazza a
guisa di piccola conca e la porgono ad Elena, dalla quale vien presentata ad
Uberto, che beve mentre esse cantano.)
Elena: L’ospital conca - da me ricevi/gli oppressi spirti -
rinfranca, e bevi.
Coro: Ti siano fausti - i genii lari/e a te sorridano - pace,
amistà.
Uberto: Il tuo bel core - deh a me conceda/che a’ miei compagni -
ben tosto io rieda.
Elena: L’amica Albina,- che all’uopo arriva/all’altra riva - ti
condurrà.
Uberto: Bella! al tuo lato - sempre sarei!
Elena (con contegno imponente): Hai tu obbliato - che
ospite sei?
Uberto: Lascia che imprima - su quella mano...
Elena: Costume in Morve - non v’ha si strano.
Uberto: Da lei dividermi - come potrò?)
Elena: Qual dolce immagine - in me destò!)
Uberto: Cielo! in qual estasi - rapir mi sento/d’inesprimibile -
dolce contento!/Di quai delizie -/m’inebbria amore!/Che cari palpiti - pruovar
mi fa!)
Elena: Cielo! in qual estasi - rapir mi sento,/se il mio
bell’idolo - talor rammento!/Di qual delizie/- m’inebbria amore!/Che cari
palpiti - pruovar mi fa!)
Uberto: Addio! (Deh placati - fato crudel!)
Elena: Addio! Propizio - ti assista il ciel!(Elena entra nelle
sue stanze. Uberto esce scotato da Albina e dalle donzelle.)
Scena
settima: Dalla parte opposta donde sono
partiti gl’indicati attori, si avanza concentrato ed a passo lento il giovane
Malcolm. Giunto in mezzo alla scena, si scuote dal suo letargo, guarda
mestamente intorno, indi dice
Malcolm: Mura felici, ove il mio ben si aggira!/Dopo più lune io vi
riveggo: ah! Voi/più al guardo mio non siete,/come lo foste un dì, ridenti e
liete!/Qui nacque, fra voi crebbe/l’innocente mio ardor: quanto soave/fra voi
scorrea mia vita/al fianco di colei,/che rispondea pietosa a’ voti miei!/Nemico
nembo or vi rattrista, e agghiaccia/il mio povero cor! mano crudele/a voi
toglie, a me invola... oh rio martoro!/la vostra abitatrice, il mio tesoro./Elena!
oh tu, ch’io chiamo!/Deh vola a me un istante!/Tornami a dire: «io t’amo!»/Serbami
la tua fé!/E allor, di te sicuro,/anima mia! lo giuro,/ti toglierò al più
forte,/o morirò per te./Grata a me fia la morte,/s’Elena mia non è./Oh quante
lacrime - finor versai/lungi languendo - da’ tuoi bei rai!/Ogn’altro oggetto -
è a me funesto;/tutto è imperfetto, - tutto detesto./Di luce il cielo - non più
non brilla,/più non favilla - astro per me./Cara! tu sola - mi dai la calma,/tu
rendi all’alma - grata mercé!
Serano: Signor, giungi opportuno: al vallo intorno/già di
guerrieri eletta schiera è giunta,/e di poco precede/il famoso Rodrigo. Oh come
esulta
Douglas di gioia! un avvenir felice
alla Scozia, alla figlia, a lui predice.
Douglas di gioia! un avvenir felice
alla Scozia, alla figlia, a lui predice.
Malcolm
(Qual fiero stato è il mio!
Straziata ho l’alma, e simular degg’io!)
(Qual fiero stato è il mio!
Straziata ho l’alma, e simular degg’io!)
Serano
Tu non rispondi? il ciglio
grave hai di pianto?
Tu non rispondi? il ciglio
grave hai di pianto?
Malcolm
Amico,
lasciami al mio destin!
Amico,
lasciami al mio destin!
Serano
(Ah! lo compiango!
Penetro la cagion del suo dolore!)
(parte)
(Ah! lo compiango!
Penetro la cagion del suo dolore!)
(parte)
Malcolm
Eccola! e con Douglas! forza o mio core!
(resta inosservato)
Eccola! e con Douglas! forza o mio core!
(resta inosservato)
Douglas
Figlia, è così: sereno è il cielo, arride
di ogni alma a’ voti, e già di lieti evviva
in queste un tempo erme contrade or senti
mille voci echeggiar. La Scozia oppressa
le ombre irate degli avi al solo eroe,
cui l’onor di eser sposa è a te serbato,
volgon fremente il ciglio, e ‘l patrio onore
affidano al suo brando. A te sol resta
coronar tanta impresa, e la tua mano
nel bel sentier di gloria,
l’alto campione affretti alla vittoria.
Figlia, è così: sereno è il cielo, arride
di ogni alma a’ voti, e già di lieti evviva
in queste un tempo erme contrade or senti
mille voci echeggiar. La Scozia oppressa
le ombre irate degli avi al solo eroe,
cui l’onor di eser sposa è a te serbato,
volgon fremente il ciglio, e ‘l patrio onore
affidano al suo brando. A te sol resta
coronar tanta impresa, e la tua mano
nel bel sentier di gloria,
l’alto campione affretti alla vittoria.
Malcolm
(E resisto? e non moro!)
(E resisto? e non moro!)
Elena
(smaniando da sé)
Oh padre! e quando
ferve bollor di guerra, allor che all’armi
corre ogni età, mentre lo scudo imbraccia
la debil fanciullezza,
la tremula canizie, e tutto al guardo
stragi presenta e bellici furori,
parli di nozze, e vai destando amori?
(smaniando da sé)
Oh padre! e quando
ferve bollor di guerra, allor che all’armi
corre ogni età, mentre lo scudo imbraccia
la debil fanciullezza,
la tremula canizie, e tutto al guardo
stragi presenta e bellici furori,
parli di nozze, e vai destando amori?
Malcolm
(Ah! mi è fedel!)
(Ah! mi è fedel!)
Douglas
Sul labbro tuo stranieri
son questi accenti, e fia l’estrema volta,
ch’io da te l’oda. Ad obbedirmi apprenda
chi audace mi disprezza:
onte a soffrir non è quest’alma avvezza.
Taci, lo voglio, e basti;
meglio il dover consiglia:
mostrami in te la figlia
degna del genitor.
Di un passaggero orgoglio
perdono in te l’eccesso:
ti dica questo amplesso,
che mi sei cara ancor.
(Si sentono da lungi squillar le trombe.)
Ma già le trombe squillano!
Giunge Rodrigo! oh sorte!
Io ti precedo: sieguimi,
ed offri al prode, al forte
in puro omaggio il cor.
Di quelle trombe al suono
ah! ridestar mi sento
nel cor, di forze spento,
l’usato mio valor.
(parte)
Sul labbro tuo stranieri
son questi accenti, e fia l’estrema volta,
ch’io da te l’oda. Ad obbedirmi apprenda
chi audace mi disprezza:
onte a soffrir non è quest’alma avvezza.
Taci, lo voglio, e basti;
meglio il dover consiglia:
mostrami in te la figlia
degna del genitor.
Di un passaggero orgoglio
perdono in te l’eccesso:
ti dica questo amplesso,
che mi sei cara ancor.
(Si sentono da lungi squillar le trombe.)
Ma già le trombe squillano!
Giunge Rodrigo! oh sorte!
Io ti precedo: sieguimi,
ed offri al prode, al forte
in puro omaggio il cor.
Di quelle trombe al suono
ah! ridestar mi sento
nel cor, di forze spento,
l’usato mio valor.
(parte)
Elena
E nel fatal conflitto
di amore e di dover, fra tante pene,
Elena, che farai?
E nel fatal conflitto
di amore e di dover, fra tante pene,
Elena, che farai?
Malcolm
Mio caro bene!
Mio caro bene!
Elena
Malcolm! stelle! tu qui?
Malcolm! stelle! tu qui?
Malcolm
Mi chiama in campo
quella ragione istessa,
che arma i prodi di Scozia.
Mi chiama in campo
quella ragione istessa,
che arma i prodi di Scozia.
Elena
E in quale istante
giungesti!
E in quale istante
giungesti!
Malcolm
E che? dell’amor tuo poss’io,
Elena, dubitar?
E che? dell’amor tuo poss’io,
Elena, dubitar?
Elena
Crudele! e puoi
oltraggiarmi così?
Crudele! e puoi
oltraggiarmi così?
Malcolm
Se fida è dunque
a me quell’alma, io sfiderò le stelle:
sì, de’ nostri tiranni
resisterò al poter.
Se fida è dunque
a me quell’alma, io sfiderò le stelle:
sì, de’ nostri tiranni
resisterò al poter.
Elena
Saprò morire
esempio di costanza.
Saprò morire
esempio di costanza.
Malcolm
A me la mano
di giuramento in pegno.
A me la mano
di giuramento in pegno.
Elena
Eccola.
Eccola.
Elena e Malcolm
O sposi, o al tenebroso regno.
Viver io non potrò,
mio ben, senza di te;
fra l’ombre scenderò
pria che mancar di fé.
(partono)
O sposi, o al tenebroso regno.
Viver io non potrò,
mio ben, senza di te;
fra l’ombre scenderò
pria che mancar di fé.
(partono)
Vasta
pianura, circondata da alti monti; si vede da lungi altra parte del lago.
Scena nona
Rodrigo si avanza in mezzo ai guerrieri del clan, che lietamente l’accolgono; indi Douglas
Rodrigo si avanza in mezzo ai guerrieri del clan, che lietamente l’accolgono; indi Douglas
Coro
Qual rapido torrente,
che vince ogni confin,
se torbido e fremente
piomba dal giogo alpin,
così, se arditi in campo
ne adduce il tuo valor,
non troverà più scampo
l’ingiusto, l’oppressor.
Vieni, combatti e vinci,
corri a’ novelli allori:
premio di dolci ardori
già ti prepara amor.
Qual rapido torrente,
che vince ogni confin,
se torbido e fremente
piomba dal giogo alpin,
così, se arditi in campo
ne adduce il tuo valor,
non troverà più scampo
l’ingiusto, l’oppressor.
Vieni, combatti e vinci,
corri a’ novelli allori:
premio di dolci ardori
già ti prepara amor.
Rodrigo
Eccomi a voi, miei prodi,
onor del patrio suolo;
se meco siete, io volo
già l’oste a debellar.
Allor che i petti invade
sacro di patria amore,
sa ognor di mille spade
un braccio trionfar.
Eccomi a voi, miei prodi,
onor del patrio suolo;
se meco siete, io volo
già l’oste a debellar.
Allor che i petti invade
sacro di patria amore,
sa ognor di mille spade
un braccio trionfar.
Coro
Sì, patrio onor c’invade
guidaci a trionfar!
Sì, patrio onor c’invade
guidaci a trionfar!
Rodrigo
Ma dov’è colei, che accende
dolce fiamma nel mio seno?
De’ suoi lumi un sol baleno
fa quest’anima bear!
Fausto amor se a me sorride,
io non so che più bramar!
Ed allor, qual nuovo Alcide,
saprò in campo fulminar.
Ma dov’è colei, che accende
dolce fiamma nel mio seno?
De’ suoi lumi un sol baleno
fa quest’anima bear!
Fausto amor se a me sorride,
io non so che più bramar!
Ed allor, qual nuovo Alcide,
saprò in campo fulminar.
Coro
A’ tuoi voti Amor sorride,
ah! ti affretta a giubilar!
A’ tuoi voti Amor sorride,
ah! ti affretta a giubilar!
Douglas
Alfin mi è dato, amico,
stringerti al sen: ah! di sì grato istante
bramosa l’alma mia, più dell’usato
le ali al tempo agitò.
Alfin mi è dato, amico,
stringerti al sen: ah! di sì grato istante
bramosa l’alma mia, più dell’usato
le ali al tempo agitò.
Rodrigo
Di egual desio
fu anelante il mio cor.
Di egual desio
fu anelante il mio cor.
Douglas
Venga, e ne offenda
or Giacomo, se il può. Rodrigo è in campo?
Seco è vittoria. Eventi i più felici
brillano già da così lieti auspici.
Venga, e ne offenda
or Giacomo, se il può. Rodrigo è in campo?
Seco è vittoria. Eventi i più felici
brillano già da così lieti auspici.
Rodrigo
Se il saggio tuo consiglio
il mio braccio avvalora,
non dubitar, salva è la patria allora.
Se il saggio tuo consiglio
il mio braccio avvalora,
non dubitar, salva è la patria allora.
Douglas
Il presagio felice
avveri il ciel!
Il presagio felice
avveri il ciel!
Rodrigo
Ma teco
a che non è la figlia?
Ma teco
a che non è la figlia?
Douglas
Io la precedo
di pochi passi.
Io la precedo
di pochi passi.
Rodrigo
Ignora forse il mio
impazïente ardor?
Ignora forse il mio
impazïente ardor?
Douglas
Eccola!
Eccola!
Rodrigo
Amici!
voi l’amata mia diva
accogliete con plausi e lieti evviva.
Amici!
voi l’amata mia diva
accogliete con plausi e lieti evviva.
Coro
Vieni, o stella - che lucida e bella
vai brillando - sul nostro orizzonte!
Tu serena - deh mostra la fronte
a chi altero - è di tanta beltà.
E come brina, - che mattutina,
la terra adusta - bagnando va.
così l’aspetto - de’ tuoi bei lumi
di gioia il petto - gl’inonda già.
Vieni, o stella - che lucida e bella
vai brillando - sul nostro orizzonte!
Tu serena - deh mostra la fronte
a chi altero - è di tanta beltà.
E come brina, - che mattutina,
la terra adusta - bagnando va.
così l’aspetto - de’ tuoi bei lumi
di gioia il petto - gl’inonda già.
Rodrigo
Quanto a quest’alma amante
fia dolce un tale istante
non può il mio labbro esprimerti,
né trova accenti amor.
Ma che? tu taci, e pavida
il ciglio abbassi ancor?
Quanto a quest’alma amante
fia dolce un tale istante
non può il mio labbro esprimerti,
né trova accenti amor.
Ma che? tu taci, e pavida
il ciglio abbassi ancor?
Douglas
Loquace è il suo silenzio;
il sai: loclinia vergine
gli affetti suoi più teneri
consacra al suo pudor.
Loquace è il suo silenzio;
il sai: loclinia vergine
gli affetti suoi più teneri
consacra al suo pudor.
Elena
(Come celar le smanie
che straziano il mio cor?
Non posso... oh Dio! resistere
a così rio dolor!)
(Come celar le smanie
che straziano il mio cor?
Non posso... oh Dio! resistere
a così rio dolor!)
Douglas
(Del tuo dover dimentica
ti rende altro amator?
Figlia sleal! paventami,
trema del mio furor.)
(Del tuo dover dimentica
ti rende altro amator?
Figlia sleal! paventami,
trema del mio furor.)
Rodrigo
(A che i repressi gemiti?
A che quel suo pallor?
Ondeggio incerto, e palpito
fra speme e fra timor!)
(A che i repressi gemiti?
A che quel suo pallor?
Ondeggio incerto, e palpito
fra speme e fra timor!)
Elena, Rodrigo e Douglas
(Di opposti affetti un vortice
già l’alma mia circonda...
Caligine profonda
già opprime i sensi miei
del più fatale orror!
Per sempre io ti perdei,
o calma del mio cor!)
(Malcolm alla testa de’ suoi seguaci si presenta a Rodrigo.)
(Di opposti affetti un vortice
già l’alma mia circonda...
Caligine profonda
già opprime i sensi miei
del più fatale orror!
Per sempre io ti perdei,
o calma del mio cor!)
(Malcolm alla testa de’ suoi seguaci si presenta a Rodrigo.)
Malcolm
La mia spada, e la più fida
schiera eletta a te presento:
al cimento, a fier periglio,
alla morte ancor me guida:
mostrerò che un degno figlio
può vantar la patria in me.
(Ah! di frneo e di consiglio
più capace il cor non è!)
La mia spada, e la più fida
schiera eletta a te presento:
al cimento, a fier periglio,
alla morte ancor me guida:
mostrerò che un degno figlio
può vantar la patria in me.
(Ah! di frneo e di consiglio
più capace il cor non è!)
Elena
(Ah! lo veggo, e di consiglio
più capace il cor non è!)
(Ah! lo veggo, e di consiglio
più capace il cor non è!)
Douglas
(Figlia iniqua, il tuo scompiglio
veggo or ben chi desta in te!)
(Figlia iniqua, il tuo scompiglio
veggo or ben chi desta in te!)
Rodrigo
Questo amplesso a te fia pegno
di amichevoli ritorte:
la mia gioia or colma è al segno
fra l’amico e la consorte!
Oh quai vincoli soavi
di amistade e pura fé!
Questo amplesso a te fia pegno
di amichevoli ritorte:
la mia gioia or colma è al segno
fra l’amico e la consorte!
Oh quai vincoli soavi
di amistade e pura fé!
Malcolm
La consorte! e chi?
La consorte! e chi?
Rodrigo
Nol sai?
Nol sai?
Douglas
Qual sopresa!
Qual sopresa!
Rodrigo
A’ dolci rai
ardo ognor d’Elena bella...
Malcolm
(in uno slancio inconsiderato)
Ah! non fia!
A’ dolci rai
ardo ognor d’Elena bella...
Malcolm
(in uno slancio inconsiderato)
Ah! non fia!
Douglas
Che?
Che?
Rodrigo
Qual favella?
Qual favella?
Elena
Ah! non fia che a te contrasti
sorte avversa il bel contento...
volea dir...
Ah! non fia che a te contrasti
sorte avversa il bel contento...
volea dir...
Malcolm
Ma...
Ma...
Elena
Tal momento
fa quell’anima gioir...
(rapidamente e di nascosto a Malcolm per frenarlo)
(Taci... oh Dio! per te pavento!
Ah! pietà del mio martir!)
Tal momento
fa quell’anima gioir...
(rapidamente e di nascosto a Malcolm per frenarlo)
(Taci... oh Dio! per te pavento!
Ah! pietà del mio martir!)
Rodrigo
(Crudele sospetto,
che m’agiti il petto,
ah taci! comprendo...
Già d’ira m’accendo!)
Le furie di averno
in seno mi stanno!
Sì barbaro affano
no, pari non ha!)
(Crudele sospetto,
che m’agiti il petto,
ah taci! comprendo...
Già d’ira m’accendo!)
Le furie di averno
in seno mi stanno!
Sì barbaro affano
no, pari non ha!)
Elena e Malcolm
(Ah celati, o affetto,
nel misero petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
E intanto quest’alma
oppressa, smarrita,
non trova più aita,
più pace non ha!)
(Ah celati, o affetto,
nel misero petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
E intanto quest’alma
oppressa, smarrita,
non trova più aita,
più pace non ha!)
Douglas
(Ah l’ira, il dispetto,
mi straziano il petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
Sì... sono implacabile...
Vendetta mi affretta...
Un padre più misero
la terra no ha!)
(Ah l’ira, il dispetto,
mi straziano il petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
Sì... sono implacabile...
Vendetta mi affretta...
Un padre più misero
la terra no ha!)
Albina e Coro
(Crudele sospetto
gli serpe nel petto!
Quai triste vicende!
Si adira! si accende!
Il ciel par che ingombri
un nembo assai fiero...
Sì cupo mistero
qual termine avrà?)
(Crudele sospetto
gli serpe nel petto!
Quai triste vicende!
Si adira! si accende!
Il ciel par che ingombri
un nembo assai fiero...
Sì cupo mistero
qual termine avrà?)
(Giunge Serano frettoloso. I bardi
lo seguono.)
Serano
Sul colle a Morve opposto
ostil drappello avanza...
Sul colle a Morve opposto
ostil drappello avanza...
Coro
Nemici!
Nemici!
Douglas
Oh qual baldanza!
Oh qual baldanza!
Coro
Nemici!
Nemici!
Rodrigo
Andiam... disperdansi...
Distruggansi gli audaci...
Andiam... disperdansi...
Distruggansi gli audaci...
Malcolm, Rodrigo e Douglas
(Privato affanno ah taci!
Trionfa o patrio amor!)
(Privato affanno ah taci!
Trionfa o patrio amor!)
Rodrigo(a’ bardi)
A voi, sacri cantori!
Le voci ormai sciogliete:
in sen bellici ardori
destate, su, muovete;
ed al tremendo segno,
che a battagliar ne invita,
mi giuri ogn’alma ardita
di vincere o morir.
A voi, sacri cantori!
Le voci ormai sciogliete:
in sen bellici ardori
destate, su, muovete;
ed al tremendo segno,
che a battagliar ne invita,
mi giuri ogn’alma ardita
di vincere o morir.
Malcolm, Douglas e Coro
Giura quest’alma ardita
di vincere o morir.
Giura quest’alma ardita
di vincere o morir.
(Un capitano reca e solleva in alto
un grande scudo, che fu del famoso Tremmor secondo la tradizione degli antici
Brettoni. Rodrigo con la sua lancia vi batte sopra tre volte. Rispondono
egualmente tutti i guerrieri, battendo le aste su’ loro scudi.)
I bardi
Già un raggio forier - d’immenso splendor,
addita il sentier - di gloria, di onor.
Oh figli di eroi! - Rodrigo è con voi.
Correte, struggete - quel pugno di schiavi...
Già l’ombre degli avi
vi pugnano allato...
Voi, fieri all’esempio -di tanto valor,
su, su! fate scempio - del vostro oppressor!
Già un raggio forier - d’immenso splendor,
addita il sentier - di gloria, di onor.
Oh figli di eroi! - Rodrigo è con voi.
Correte, struggete - quel pugno di schiavi...
Già l’ombre degli avi
vi pugnano allato...
Voi, fieri all’esempio -di tanto valor,
su, su! fate scempio - del vostro oppressor!
Albina
E vinto il nemico,
domato l’audace,
la gioia, la pace
in voi tornerà.
E vinto il nemico,
domato l’audace,
la gioia, la pace
in voi tornerà.
Le donzelle
E allora felici
col core sereno
le spose, gli amici
stringendovi al seno,
l’ulivo all’alloro
succeder saprà.
E allora felici
col core sereno
le spose, gli amici
stringendovi al seno,
l’ulivo all’alloro
succeder saprà.
Bardi
Oh figli di eroi!
Rodrigo è con voi...
Correte, struggete
il vostro oppressor.
Oh figli di eroi!
Rodrigo è con voi...
Correte, struggete
il vostro oppressor.
Rodrigo
All’armi, o campioni!
La gloria ne attende...
All’armi, o campioni!
La gloria ne attende...
(Qui una brillante meteora
sfolgoreggia nel cielo; fenomeno in quella regione non insolito. Sorpresa in
tutti.)
Tutti
Di luce si accende
insolita il ciel!
Di luce si accende
insolita il ciel!
Rodrigo e Douglas
D’illustre vittoria
annunzio fedel!
D’illustre vittoria
annunzio fedel!
Bardi
Correte... struggete
il vostro oppressor.
Correte... struggete
il vostro oppressor.
Malcolm, Rodrigo e Douglas
Su... amici! guerrieri!
Su... amici! guerrieri!
Coro di Guerrieri
Marciamo! struggiamo
il nostro oppressor!
Marciamo! struggiamo
il nostro oppressor!
Albina, Elena e donzelle
Su i nostri guerrieri
compagne! imploriamo
del cielo il favor.
Su i nostri guerrieri
compagne! imploriamo
del cielo il favor.
(Le donzelle con Albina si ritirano
seguendo Elena, mentre Rodrigo marciando alla testa di poderosa schiera,
Malcolm guidando i suoi seguaci, ed altri duci facendo lo stesso pel piano e
per le colline, sgombrano interamente la scena, e si cala il sipario.)
Atto secondo
Folta
boscaglia; grotta da un lato.
Scena
prima
Uberto da pastore, indi Elena e Serano dalla grotta
Uberto da pastore, indi Elena e Serano dalla grotta
Uberto
Oh fiamma soave,
che l’alma mi accendi!
pietosa ti rendi
a un fido amator.
Per te forsennato
affronto il periglio:
non curo il mio stato,
non ho più consiglio;
vederti un momento,
bearmi in quel ciglio
è il dolce contento,
che anela il mio cor!
Sì, per te mio tesoro, in rozze spoglie,
che al guardo altrui celar mi sanno, e in questa
inospita foresta
mi guida un cieco amor. Da che ti vidi
perdei la pace, e porti in salvo io bramo
dagli eventi di guerra, or che di sangue...
di patrio sangue... ahi lasso!
rosseggerà la Scozia. Ah! fu mendace
forse colui, che, da me compro, il tuo
solingo asilo a me svelò? qual fato
crudele a me ti asconde?
Solo a’ gemiti miei l’eco risponde.
(si aggira per la scena)
Oh fiamma soave,
che l’alma mi accendi!
pietosa ti rendi
a un fido amator.
Per te forsennato
affronto il periglio:
non curo il mio stato,
non ho più consiglio;
vederti un momento,
bearmi in quel ciglio
è il dolce contento,
che anela il mio cor!
Sì, per te mio tesoro, in rozze spoglie,
che al guardo altrui celar mi sanno, e in questa
inospita foresta
mi guida un cieco amor. Da che ti vidi
perdei la pace, e porti in salvo io bramo
dagli eventi di guerra, or che di sangue...
di patrio sangue... ahi lasso!
rosseggerà la Scozia. Ah! fu mendace
forse colui, che, da me compro, il tuo
solingo asilo a me svelò? qual fato
crudele a me ti asconde?
Solo a’ gemiti miei l’eco risponde.
(si aggira per la scena)
Elena
(a Serano)
Va’, non temer: è meco Albina. Ah vola
dal padre in traccia. Egli tornar promise
pria della pugna, e il termine già scorre,
che al ritorno prefisse. Oh quanti in seno
nuovi palpiti desta
tanta tardanza, al mio timor funesta!
(a Serano)
Va’, non temer: è meco Albina. Ah vola
dal padre in traccia. Egli tornar promise
pria della pugna, e il termine già scorre,
che al ritorno prefisse. Oh quanti in seno
nuovi palpiti desta
tanta tardanza, al mio timor funesta!
Serano
Calma l’affanno: ad appagarti or vado;
abbi cura di te.
(parte)
Calma l’affanno: ad appagarti or vado;
abbi cura di te.
(parte)
Elena
Da quanti affanni
è straziato il mio cor!
Da quanti affanni
è straziato il mio cor!
Uberto
(ravvisandole)
Nume possente!
Tu arridi a’ voti miei!
(ravvisandole)
Nume possente!
Tu arridi a’ voti miei!
Elena
Un uom! Si fugga...
Un uom! Si fugga...
Uberto
Ah ferma!
Ah ferma!
Elena
E tu chi sei?
E tu chi sei?
Uberto
Non mi ravvisi?
Non mi ravvisi?
Elena
E chi?
E chi?
Uberto
Cure ospitali
mi prodigò la tua bell’alma.
Cure ospitali
mi prodigò la tua bell’alma.
Elena
Ah! è vero!
Or ti conosco. Ebben? da me che chiedi?
Chi spinge i passi tuoi? qual nutri ardire?
Ah! è vero!
Or ti conosco. Ebben? da me che chiedi?
Chi spinge i passi tuoi? qual nutri ardire?
Uberto
Dirti ch’iol t’amo, e di tua man morire.
Dirti ch’iol t’amo, e di tua man morire.
Elena
Intempestivo ardor!
Intempestivo ardor!
Uberto
De’ tuoi bei lumi
chi resite al poter?
E chi vederti
può senza amarti? ah! se il tuo cor risponde
all’aspetto gentile;
se qualche lusinghier, soave accento,
che ti sfuggì dal labbro allor che teco
io fui, non m’ingannò, non puoi, non dei
esser crudele a chi t’adora.
De’ tuoi bei lumi
chi resite al poter?
E chi vederti
può senza amarti? ah! se il tuo cor risponde
all’aspetto gentile;
se qualche lusinghier, soave accento,
che ti sfuggì dal labbro allor che teco
io fui, non m’ingannò, non puoi, non dei
esser crudele a chi t’adora.
Elena
Oh quanto
mi fai pietà!
Oh quanto
mi fai pietà!
Uberto
Pietà tu senti? ah dunque
spera mercede il mio cocente ardore?
Pietà tu senti? ah dunque
spera mercede il mio cocente ardore?
Elena
Ah! nol poss’io! non è più meco il core!
Ah! nol poss’io! non è più meco il core!
Uberto
Come?
Come?
Elena
Giova a te dirlo, onde fia spenta
la tua fiamma nascente. Amor mi strugge
pel mio Malcolm. Inviolabil fede,
o morte io gli giurai del padre ad onta,
che all’odiato Rodrigo
la mia destra promise. Ah! tu ben vedi,
che spergiura io sarei,
mostro d’infedeltade
detestevole, orrendo,
se i tuoi voti accoglissi.
Giova a te dirlo, onde fia spenta
la tua fiamma nascente. Amor mi strugge
pel mio Malcolm. Inviolabil fede,
o morte io gli giurai del padre ad onta,
che all’odiato Rodrigo
la mia destra promise. Ah! tu ben vedi,
che spergiura io sarei,
mostro d’infedeltade
detestevole, orrendo,
se i tuoi voti accoglissi.
Uberto
Oh me dolente!
Oh sventurato amore!
Oh me dolente!
Oh sventurato amore!
Elena
Mi fai pietà... ma non ho meco il core!
Alla ragion deh rieda
l’alma agitata, oppressa,
ed all’amor succeda
la tenera amistà.
Mi fai pietà... ma non ho meco il core!
Alla ragion deh rieda
l’alma agitata, oppressa,
ed all’amor succeda
la tenera amistà.
Uberto
Arcani sì funesti
perché tacermi, ingrata!
Allor che mi rendesti
preda di tua beltà?
Arcani sì funesti
perché tacermi, ingrata!
Allor che mi rendesti
preda di tua beltà?
Elena
Che amavi io non sapea...
Che amavi io non sapea...
Uberto
Non tel diss’io?
Non tel diss’io?
Elena
Credea,
che gentilezza...
Credea,
che gentilezza...
Uberto
Amore...
Sì... in me possente amore
fiamma destò vorace...
E la sua cruda face
struggermi appien saprà!
Amore...
Sì... in me possente amore
fiamma destò vorace...
E la sua cruda face
struggermi appien saprà!
Elena
(Nume! se a’ miei sospiri
pace donar non sai,
almen de’ suoi martiri
calma la crudeltà!)
(Nume! se a’ miei sospiri
pace donar non sai,
almen de’ suoi martiri
calma la crudeltà!)
Uberto
(Io del suo cor tiranno?
Farla infelice io stesso?
Ah no... di amore a danno
virtù trionferà.)
Vincesti... addio!.. rispetto
gli affetti tuoi...
(Io del suo cor tiranno?
Farla infelice io stesso?
Ah no... di amore a danno
virtù trionferà.)
Vincesti... addio!.. rispetto
gli affetti tuoi...
Elena
Ten vai?
Ten vai?
Uberto
A che mirar quei rai
severi ognor per me?
Elena
Se de’ tuoi giusti lai
la rea cagion son io,
squarciami un cor che mai
darti saprà mercé!)
A che mirar quei rai
severi ognor per me?
Elena
Se de’ tuoi giusti lai
la rea cagion son io,
squarciami un cor che mai
darti saprà mercé!)
Uberto
No, cara: anzi desio
pegno di mia costanza
lasciarti in rimembranza,
che sacro io sono a te.
No, cara: anzi desio
pegno di mia costanza
lasciarti in rimembranza,
che sacro io sono a te.
Elena
E qual?
E qual?
Uberto
Da rio periglio
salvai di Scozia il Re.
Il suo gemmato anello
egli mi diè: tel dono.
(le mette al dito il suo anello)
Se mai destin rubello
te, il genitor, l’amante
sa minacciar, dinante
ti rendi al Re: la gemma
appena mostrerai,
grazia per tutti avrai;
e ad appagarti intento
sempre il suo cor sarà.
Da rio periglio
salvai di Scozia il Re.
Il suo gemmato anello
egli mi diè: tel dono.
(le mette al dito il suo anello)
Se mai destin rubello
te, il genitor, l’amante
sa minacciar, dinante
ti rendi al Re: la gemma
appena mostrerai,
grazia per tutti avrai;
e ad appagarti intento
sempre il suo cor sarà.
Elena
E il mio rigor contento
renderti... oh Dio! non sa?
E il mio rigor contento
renderti... oh Dio! non sa?
Uberto
Ah! basta al mio tormento
destar la tua pietà.
Ah! basta al mio tormento
destar la tua pietà.
Scena
seconda
Rodrigo in osservazione e detti
Rodrigo in osservazione e detti
Rodrigo
(Misere mie pupille!
Che più a mirar mi resta?
Oh gelosia funesta!
Oh ria fatalità!)
(scovrendosi e dirigendosi ad Uberto)
Parla... chi sei?
(Misere mie pupille!
Che più a mirar mi resta?
Oh gelosia funesta!
Oh ria fatalità!)
(scovrendosi e dirigendosi ad Uberto)
Parla... chi sei?
Elena
(Rodrigo!)
(Rodrigo!)
Uberto
(Egli! o furor!)
(Egli! o furor!)
Elena
(Destino crudel!)
(Destino crudel!)
Rodrigo
Non sembri Alpino!
Sei tu del clan?
Non sembri Alpino!
Sei tu del clan?
Uberto
Ne aborro
l’infausto nome.
Ne aborro
l’infausto nome.
Rodrigo
Amico forse del re?
Amico forse del re?
Uberto
Lo sono...
Lo sono...
Rodrigo
Che ascolto?
Che ascolto?
Elena
Incauto!
Incauto!
Uberto
E tale,
che te non teme, e quanti
perversi ha il Re nemici.
E tale,
che te non teme, e quanti
perversi ha il Re nemici.
Rodrigo
Perversi?
Perversi?
Elena
Oh ciel! che dici!
Frenati!.. ah qual martire!
Oh ciel! che dici!
Frenati!.. ah qual martire!
Uberto
Tu mi vedrai morire...
Non so che sia viltà.
Tu mi vedrai morire...
Non so che sia viltà.
Elena
(Mi sento... oh Dio! morire!
Mancando il cor mi va!)
(Mi sento... oh Dio! morire!
Mancando il cor mi va!)
Rodrigo
(Qual temerario ardire!
Frenarmi e chi potrà?)
Né ancor ti arrendi, audace?
(Qual temerario ardire!
Frenarmi e chi potrà?)
Né ancor ti arrendi, audace?
Uberto
Ov’è il tuo stuol seguace,
che i suoi doveri obblia?
Alla presenza mia
impallidir saprà.
Ov’è il tuo stuol seguace,
che i suoi doveri obblia?
Alla presenza mia
impallidir saprà.
Rodrigo
Da’ vostri aguati uscite,
figli di guerra!
Da’ vostri aguati uscite,
figli di guerra!
(Al suo grido vedesi tutta la scena
ingombra in un istante di guerrieri del clan, che erano nascosti ne’ folti
cespugli del bosco.)
Guerrieri
A’ tuoi cenni siam pronti.
A’ tuoi cenni siam pronti.
Rodrigo
Ostenta
orgoglio, or più, se il puoi...
Ostenta
orgoglio, or più, se il puoi...
Elena
Che miro! oh Dio!
Che miro! oh Dio!
Rodrigo
Paventa
di quegli acciari al lampo...
Per te non vi è più scampo...
(a’ guerrieri, che nello slanciarsi si fermano alle grida di Elena)
Ferite un traditor.
Paventa
di quegli acciari al lampo...
Per te non vi è più scampo...
(a’ guerrieri, che nello slanciarsi si fermano alle grida di Elena)
Ferite un traditor.
Elena
Fermate!
Fermate!
Uberto
E tu guerriero?
E tu guerriero?
Elena
Cedete a’ pianti miei...
Cedete a’ pianti miei...
Uberto
No... di vil gregge sei
malvagio conduttor!
No... di vil gregge sei
malvagio conduttor!
Rodrigo
Cessate! io basto... io solo
domar vo’ tant’orgoglio...
Cessate! io basto... io solo
domar vo’ tant’orgoglio...
Uberto
Un ferro... un’arme io voglio...
Un ferro... un’arme io voglio...
(Rodrigo gli dà la spada di un
guerriero.)
Elena
Scenda in voi pace...
Scenda in voi pace...
Uberto e Rodrigo
All’armi!
No... più non so frenarmi!
Mi guida il mio furor!
All’armi!
No... più non so frenarmi!
Mi guida il mio furor!
Elena
Io son la misera,
che morte attendo...
Su... su... scagliatevi...
non mi difendo...
Se i giorni miei
troncar vi piace,
di orror la face
si spegnerà.
Io son la misera,
che morte attendo...
Su... su... scagliatevi...
non mi difendo...
Se i giorni miei
troncar vi piace,
di orror la face
si spegnerà.
Uberto e Rodrigo
Vendetta! accendimi
di rabbia il seno!
Nel petto ah versami
il tuo veleno!
Vieni al cimento...
Io non ti temo...
L’istante estremo
ti giungerà.
Vendetta! accendimi
di rabbia il seno!
Nel petto ah versami
il tuo veleno!
Vieni al cimento...
Io non ti temo...
L’istante estremo
ti giungerà.
Coro
Ah! tanto ardire
ne’ nostri petti
oh come l’ire
destando va!
(Rodrigo ed Uberto partono per un lato. Elena li segue co’ guerrieri.)
Ah! tanto ardire
ne’ nostri petti
oh come l’ire
destando va!
(Rodrigo ed Uberto partono per un lato. Elena li segue co’ guerrieri.)
Grotta.
Scena
terza
Albina, indi Malcolm, poi Serano, infine coro di Alpini
Albina, indi Malcolm, poi Serano, infine coro di Alpini
Albina
Quante sciagure in un sol giorno aduna
l’avverso ciel per tormentare un core!
Elena sventurata!
Per quanti cari oggetti
palpitar ti vegg’io? né splende in cielo
raggio di luce a dissipar quel velo,
che covre il tuo destin...
Quante sciagure in un sol giorno aduna
l’avverso ciel per tormentare un core!
Elena sventurata!
Per quanti cari oggetti
palpitar ti vegg’io? né splende in cielo
raggio di luce a dissipar quel velo,
che covre il tuo destin...
Malcolm
Elena... ah dimmi
dov’è?
Elena... ah dimmi
dov’è?
Albina
Di questo speco
all’ingresso non era?
Di questo speco
all’ingresso non era?
Malcolm
Ah! no...
Ah! no...
Albina
Del padre
serve al cenno così? qui preservarla
credea dall’ira ostil.
Del padre
serve al cenno così? qui preservarla
credea dall’ira ostil.
Malcolm
Ah! ferve intanto
terribil pugna... han le reali schiere
penetrato nel clan: Rodrigo istesso
con ignoto campione
è a singolar certame. Un cor pietoso
mi fe’ sperar che qui trovata avrei
Elena mia. Salvarla, o in sua difesa
perir volea.
Ah! ferve intanto
terribil pugna... han le reali schiere
penetrato nel clan: Rodrigo istesso
con ignoto campione
è a singolar certame. Un cor pietoso
mi fe’ sperar che qui trovata avrei
Elena mia. Salvarla, o in sua difesa
perir volea.
Albina
Mosse le piante al fianco
del fedele Serano, e poi...
Mosse le piante al fianco
del fedele Serano, e poi...
(a Serano che giunge)
Ma... vieni.
Dimmi, e teco non riede
la figlia di Douglas?
Dimmi, e teco non riede
la figlia di Douglas?
Serano
Del padre in traccia
un suo cenno mi trasse: il vidi... oh Dio!
Smarrito in volto... «Ah vanne...
vanne», disse «alla figlia, e la difendi.
Dille che al Re m’invio: se la mia morte
può placar l’ira sua, se in questa guisa
pace alla patria mia donar mi è dato,
dille che il mio morir troppo è a me grato!»
Del padre in traccia
un suo cenno mi trasse: il vidi... oh Dio!
Smarrito in volto... «Ah vanne...
vanne», disse «alla figlia, e la difendi.
Dille che al Re m’invio: se la mia morte
può placar l’ira sua, se in questa guisa
pace alla patria mia donar mi è dato,
dille che il mio morir troppo è a me grato!»
Malcolm
Come!
Come!
Albina
E ad Elena tu?
E ad Elena tu?
Serano
Tutto narrai,
e già fuor di se stessa
corre alla reggia.
Tutto narrai,
e già fuor di se stessa
corre alla reggia.
Albina
Oh sciagurata! oh pena!
Oh sciagurata! oh pena!
Malcolm
Ah tu il sentier mi addita,
che segnò l’infelice...
Ah tu il sentier mi addita,
che segnò l’infelice...
Serano
Al par del lampo
dal guardo mio sparì.
Al par del lampo
dal guardo mio sparì.
Malcolm
Stelle spietate!
e a tante pene i giorni miei serbate?
Ah si pera: ormai la morte
fia sollievo a’ mali miei,
se s’invola a me colei
che mi resse in vita ognor.
Mio tesoro! io ti perdei!
Dolce speme del mio cor!
Stelle spietate!
e a tante pene i giorni miei serbate?
Ah si pera: ormai la morte
fia sollievo a’ mali miei,
se s’invola a me colei
che mi resse in vita ognor.
Mio tesoro! io ti perdei!
Dolce speme del mio cor!
Guerrieri
(di dentro)
Douglas! Douglas! ti salva!
(di dentro)
Douglas! Douglas! ti salva!
Albina e Serano
Quai voci!
Quai voci!
Malcolm
E chi si avanza?
E chi si avanza?
Guerrieri
Douglas dov’è?
Douglas dov’è?
Malcolm
Che avvenne?
Che avvenne?
Guerrieri
Ah! più non v’è speranza...
Cadde Rodrigo estinto...
Ah! più non v’è speranza...
Cadde Rodrigo estinto...
Albina e Serano
Avverso ciel!
Avverso ciel!
Guerrieri
Ha vinto
di Scozia il Re...
Ha vinto
di Scozia il Re...
Malcolm
Che sento!
Che sento!
Guerrieri
Ne insegue, e dà spavento
già l’oste vincitrice...
Malcolm
Che tento! oh me infelice!
Elena! amici! oh Dio!
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor!
Ah! chi provò del mio
più barbaro dolor?
Ne insegue, e dà spavento
già l’oste vincitrice...
Malcolm
Che tento! oh me infelice!
Elena! amici! oh Dio!
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor!
Ah! chi provò del mio
più barbaro dolor?
Albina, Serano e Guerrieri
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor.
(Malcolm parte co’ guerrieri.)
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor.
(Malcolm parte co’ guerrieri.)
Albina
E dove avrem noi scampo?
E dove avrem noi scampo?
Serano
Il mio destino
io qui tranquillo attendo.
Il mio destino
io qui tranquillo attendo.
Albina
Oh qual sorse per noi giorno tremendo!
Oh qual sorse per noi giorno tremendo!
Stanza nella reggia di Stirling.
Scena quarta
Giacomo, Douglas da guerriero, ma senza elmo e spada, guardie, infine Bertram
Giacomo
E tanto osasti?
E tanto osasti?
Douglas
Io mi presento, o Sire,
volontario al tuo piè. Grazia non chieggo
pe’ giorni miei. Di sanguinosa guerra
arde la face, e la mia morte
basta a spegnerla appieno. Ah! su la figlia,
e su quanti, pietosi al mio destino,
mi difesero in campo,
scenda la tua clemenza!
Io mi presento, o Sire,
volontario al tuo piè. Grazia non chieggo
pe’ giorni miei. Di sanguinosa guerra
arde la face, e la mia morte
basta a spegnerla appieno. Ah! su la figlia,
e su quanti, pietosi al mio destino,
mi difesero in campo,
scenda la tua clemenza!
Giacomo
E quale oggetto
sotto ignote divise
te condusse al torneo che celebrava
la mia vittoria? audace! a che ostentarmi
tanto valor, tutti atterrando i prodi,
che venner teco al paragon dell’armi,
e in aperta tenzon?
E quale oggetto
sotto ignote divise
te condusse al torneo che celebrava
la mia vittoria? audace! a che ostentarmi
tanto valor, tutti atterrando i prodi,
che venner teco al paragon dell’armi,
e in aperta tenzon?
Douglas
Sperai destarti
delle antiche mie gesta
rimembranza così: Giacomo solo,
del precettor che l’educò alla gloria,
riconoscer potea gli usati modi
nel battagliar.
Sperai destarti
delle antiche mie gesta
rimembranza così: Giacomo solo,
del precettor che l’educò alla gloria,
riconoscer potea gli usati modi
nel battagliar.
Giacomo
Ma a cancellar non basta
i miei falli un tal passo.
(alle guardie, che circondano Douglas)
Olà! serbate
al mio sdegno costui.
Ma a cancellar non basta
i miei falli un tal passo.
(alle guardie, che circondano Douglas)
Olà! serbate
al mio sdegno costui.
Douglas
Lo merto: attendo
in pace i cenni tuoi. Figlia infelice!
Sol mi è grave il morir, perché lasciarti
deggio misera e sola!
Lo merto: attendo
in pace i cenni tuoi. Figlia infelice!
Sol mi è grave il morir, perché lasciarti
deggio misera e sola!
Giacomo
E ancor non parti?
(Douglas è condotto via.)
Quanto all’alma tu costi,
simulato rigor! son ne’ miei lacci
i più forti nemici... ah! se Malcolm...
se quel rival...
E ancor non parti?
(Douglas è condotto via.)
Quanto all’alma tu costi,
simulato rigor! son ne’ miei lacci
i più forti nemici... ah! se Malcolm...
se quel rival...
Bertram
Signor, parlarti brama
donna, molle di pianto, e quella gemma,
che ornò tua destra, a me mostrando...
Signor, parlarti brama
donna, molle di pianto, e quella gemma,
che ornò tua destra, a me mostrando...
Giacomo
(E’ dessa!)
Venga, ed a lei si taccia
ch’io sono il Re. Ti attendo alle mie stanze:
Quanto voglio, saprai.
(E’ dessa!)
Venga, ed a lei si taccia
ch’io sono il Re. Ti attendo alle mie stanze:
Quanto voglio, saprai.
Bertram
Vado.
(parte)
Vado.
(parte)
Douglas
Quale distanza
v’ha dal mio core al tuo, donna! vedrai.
Quale distanza
v’ha dal mio core al tuo, donna! vedrai.
Scena
quinta
Bertram introduce Elena
Bertram introduce Elena
Bertram
Attendi: il Re fra poco
ti ascolterà.
(entra nelle regie stanze)
Attendi: il Re fra poco
ti ascolterà.
(entra nelle regie stanze)
Elena
Reggia, ove nacqui, oh quanto
fremo in vederti! alle sventure mie
tu fosti culla! assai di te più caro
mi era l’albergo umil, dove or nel padre,
or nell’oggetto amato
pascea lo sguardo, e lor posava allato.
Ma qui sola! ov’è il Re? chi al regio aspetto
mi guiderà? Se il generoso amico
non m’ingannò, del genitor la vita,
di Malcolm, di Rodrigo
spero salvar... che sento!
Qual doce suon! che amabile concento!
Reggia, ove nacqui, oh quanto
fremo in vederti! alle sventure mie
tu fosti culla! assai di te più caro
mi era l’albergo umil, dove or nel padre,
or nell’oggetto amato
pascea lo sguardo, e lor posava allato.
Ma qui sola! ov’è il Re? chi al regio aspetto
mi guiderà? Se il generoso amico
non m’ingannò, del genitor la vita,
di Malcolm, di Rodrigo
spero salvar... che sento!
Qual doce suon! che amabile concento!
Giacomo
(canta dalle sue stanze)
Aurora! ah sorgerai
avversa ognor per me?
D’Elena i vaghi rai
mostrarmi... oh Dio! perché?
E poi rapirmi, o barbara!
quel don ch’ebb’io da te?
(canta dalle sue stanze)
Aurora! ah sorgerai
avversa ognor per me?
D’Elena i vaghi rai
mostrarmi... oh Dio! perché?
E poi rapirmi, o barbara!
quel don ch’ebb’io da te?
Elena
Stelle! sembra! egli stesso! ah qual sorpresa!
Né mi pose in obblio?
Di me si duole! e che sperar poss’io?
Stelle! sembra! egli stesso! ah qual sorpresa!
Né mi pose in obblio?
Di me si duole! e che sperar poss’io?
Scena
sesta
Comparisce Giacomo: Elena va frettolosa ad incontrarlo
Comparisce Giacomo: Elena va frettolosa ad incontrarlo
Elena
Eccolo! amica sorte
ti presenta a’ miei voti,
o generoso cor!
Eccolo! amica sorte
ti presenta a’ miei voti,
o generoso cor!
Giacomo
Da me che chiedi?
Da me che chiedi?
Elena
Il tuo don non rammenti? ah sì, tu stesso
mi guida al Re.
Il tuo don non rammenti? ah sì, tu stesso
mi guida al Re.
Giacomo
Tu lo vedrai.
Tu lo vedrai.
Elena
Perdona
alla impazienza mia: di un breve istante
non indugiar: sacro dover di figlia
al trono m’avvicina.
Perdona
alla impazienza mia: di un breve istante
non indugiar: sacro dover di figlia
al trono m’avvicina.
Giacomo
Ebben, tu il vuoi?
E chi sa opporsi a’ desideri tuoi?
(si appressa ad una gran porta in fondo, che aprendosi lascia vedere quanto di magnificenza possa comprendere la sala del trono)
Ebben, tu il vuoi?
E chi sa opporsi a’ desideri tuoi?
(si appressa ad una gran porta in fondo, che aprendosi lascia vedere quanto di magnificenza possa comprendere la sala del trono)
Scena
ultima
Bertram, Grandi e dame, che circondano il trono, indi gli attori che verranno enunciati
Bertram, Grandi e dame, che circondano il trono, indi gli attori che verranno enunciati
Coro
Imponga il Re: noi siamo
servi del suo voler;
il Grande in lui vantiamo,
il padre ed il guerrier.
Imponga il Re: noi siamo
servi del suo voler;
il Grande in lui vantiamo,
il padre ed il guerrier.
Elena
Ah! che vedo! qual fasto!
Ma fra tanti ov’è il Re? proni e devoti
miro tutti, ma invano
cerco chi sia fra questi il lor sovrano.
Ah! che vedo! qual fasto!
Ma fra tanti ov’è il Re? proni e devoti
miro tutti, ma invano
cerco chi sia fra questi il lor sovrano.
Giacomo
Eppure è qui.
Eppure è qui.
Elena
Ma qual?... Stelle! ogni sguardo
è a te rivolto? il capo tuo coverto,
la piuma che dagli altri ti distingue...
Saresti mai?.. gran Dio!
Deh avvera i dubbi miei...
Ma qual?... Stelle! ogni sguardo
è a te rivolto? il capo tuo coverto,
la piuma che dagli altri ti distingue...
Saresti mai?.. gran Dio!
Deh avvera i dubbi miei...
Giacomo
(indicando se stesso)
Il Re chiedesti? e al fianco suo tu sei.
(indicando se stesso)
Il Re chiedesti? e al fianco suo tu sei.
Elena
Tu stesso? ah! qual sorpresa! a’ piedi tuoi...
Tu stesso? ah! qual sorpresa! a’ piedi tuoi...
Giacomo
Sorgi, l’amico io son: di mie promesse
il fido esecutor; parla, che brami?
Sorgi, l’amico io son: di mie promesse
il fido esecutor; parla, che brami?
Elena
Ah! non lo ignori... il genitor...
Ah! non lo ignori... il genitor...
Giacomo
Ebbene...
Il padre è reo, ma alla sua figlia il dono...
(Ad un suo cenno vien fuora Douglas)
Vieni Douglas... l’abbraccia... io ti perdono.
Ebbene...
Il padre è reo, ma alla sua figlia il dono...
(Ad un suo cenno vien fuora Douglas)
Vieni Douglas... l’abbraccia... io ti perdono.
Douglas
Ah figlia!
Ah figlia!
Elena
Ah padre mio!
Ah padre mio!
Elena e Douglas
Signor... deh, lascia...
Signor... deh, lascia...
Giacomo
Obblio
tutto per te: tu, Lord Bothwel, riprendi
gli stati tuoi.
Obblio
tutto per te: tu, Lord Bothwel, riprendi
gli stati tuoi.
Douglas
Tutto il mio sangue in segno
di grato cor...
Tutto il mio sangue in segno
di grato cor...
Giacomo
Appien contenta, il veggo,
Elena ancor non è: favella.
Appien contenta, il veggo,
Elena ancor non è: favella.
Elena
Ah Sire!
I giorni di Rodrigo...
Ah Sire!
I giorni di Rodrigo...
Giacomo
Egli? infelice!
Ah! non è più!
Egli? infelice!
Ah! non è più!
Elena
Che ascolto! oh sventurato!
Che ascolto! oh sventurato!
Douglas
Oh amico sciagurato!
Oh amico sciagurato!
Giacomo
Alla clemenza
diedi abbastanza, e di giustizia or deggio
dar rigoroso esempio.
Venga Malcolm.
Alla clemenza
diedi abbastanza, e di giustizia or deggio
dar rigoroso esempio.
Venga Malcolm.
Elena
Ascolta...
Ascolta...
Giacomo
Alcun non osi
chieder grazia per lui.
Alcun non osi
chieder grazia per lui.
Elena
(Come salvarlo?)
(Come salvarlo?)
Malcolm
(viene tra le guardie)
(Elena! oh rio destin!)
(viene tra le guardie)
(Elena! oh rio destin!)
Giacomo
Giovane audace!
A me ti appressa: un mancator degg’io
punire in te...
Giovane audace!
A me ti appressa: un mancator degg’io
punire in te...
Malcolm
Ah Prence! il fallo mio...
Ah Prence! il fallo mio...
Giacomo
Pietà non merta, e dell’error ben degna
avrai tu pena.
(depone la sua ostentata fierezza, lo alza, lo abbraccia e gli appende al collo la sua gemmata collana)
Ah sorgi, e questo sia
pegno del mio favor. Porgi la destra...
(unisce le destre di Elena e Malcolm)
Siate felici, il Ciel vi arrida.
Pietà non merta, e dell’error ben degna
avrai tu pena.
(depone la sua ostentata fierezza, lo alza, lo abbraccia e gli appende al collo la sua gemmata collana)
Ah sorgi, e questo sia
pegno del mio favor. Porgi la destra...
(unisce le destre di Elena e Malcolm)
Siate felici, il Ciel vi arrida.
Elena, Malcolm e Douglas
Oh Stelle!
Oh Stelle!
Bertram e Coro
Oh Re clemente!
Oh Re clemente!
Giacomo
Altro a bramar ti resta?
Altro a bramar ti resta?
Elena
Io... Sire... qual piacer! qual gioia è questa!
Tanti affetti in un momento
mi si fanno al core intorno,
che l’immenso mio contento
io non posso a te spiegar.
Deh! il silenzio sia loquace...
Tutto dica un tronco accento...
Ah signor! la bella pace
tu sapesti a me donar.
Io... Sire... qual piacer! qual gioia è questa!
Tanti affetti in un momento
mi si fanno al core intorno,
che l’immenso mio contento
io non posso a te spiegar.
Deh! il silenzio sia loquace...
Tutto dica un tronco accento...
Ah signor! la bella pace
tu sapesti a me donar.
Tutti col Coro
Ah sì... torni in te la pace,
puoi contenta respirar.
Ah sì... torni in te la pace,
puoi contenta respirar.
Elena
Fra il padre e fra l’amante
oh qual beato istante!
Ah! chi sperar potea
tanta felicità!
Fra il padre e fra l’amante
oh qual beato istante!
Ah! chi sperar potea
tanta felicità!
Tutti
Cessi di stella rea
la f iera avversità.
Cessi di stella rea
la f iera avversità.
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