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Friday, July 8, 2011

Grisotto

Lugi Speranza

Erberto Paolo Grice (Birmingham, 13 marzo 1913 – Berkeley, 28 agosto 1988) è stato un filosofo inglese.

Grice ha dato con la sua opera un enorme contributo alla teoria del significato (o 'significare') e alla comunicazione.

Grice fissato regole o massime fondamentali alla conversazione fra individui che sottostanno al "principio di cooperazione":

Conforma il tuo contributo conversazionale
a quanto è richiesto,
nel momento in cui avviene,
dall'intento comune accettato
o dalla direzione dello
scambio verbale
in cui sei
impegnato

("Logica e conversazione", trad. it. p. 60).

Tali massime conversazionali sono riunite in quattro insiemi.

Ovviamente, queste massime possono essere violate o sfruttate secondo gli scopi comunicativi.

Tutti i comportamenti derivanti dall'osservanza delle massime o dalle loro violazioni o sfruttamenti danno luogo a della

implicatura conversazionale

-- da non confondersi con l'implicazione logica --

che consiste in informazione supplementare
derivante dal confronto di ciò che il conversazionalista
ha detto con la sua supposta aderenza al principio di
cooperazione e alle massime.

Esempio: se dico al mio co-conversazionalista

"Quella signora è una vecchia ciabatta"

e

il mio interlocutore mi risponde dicendo

"Che bella giornata oggi, non è vero?"

(l'esempio è ripreso liberamente da "Logica e conversazione"),

dal fatto che egli non sta rispettando la massima della categoria della Relazione (tratto di Kant) (la sua risposta infatti non è pertinente) e dall'assunto che comunque stia rispettando il principio di cooperazione (non ho motivo per ritenere che non lo stia facendo),

inferisco che la sua violazione della massima è deliberata, non accidentale, e quindi egli sta implicando conversazionalmente di non voler pronunciarsi sulla signora in questione.

Sta implicando la essistenza d'una gaffe.

La implicatura conversazionali e tali in quanto essenzialmente collegata a certe caratteristiche generali del discorso ("Logica e conversazione", trad. it. p. 59) e si distinguono infatti da altro tipo di implicatura, -- implicatura non-conversazionale -- principalmente la implicatura "convenzionale", che invece e legata al significato convenzionale delle parole usate nel discorso (ad esempio l'uso del

"ma"

ci suggerisce ("implica") che le informazioni che si trovano alla sua sinistra e alla sua destra sono in contrasto tra di loro).

"povera ma onesta".

Il concetto di implicatura conversazionale è fondamentale in pragmatica, per calcolare l'informazione proveniente dal rapporto tra il linguaggio e il contesto in cui viene usato.

Dalla pubblicazione, nel 1967/1975, di "Logica e Conversazione", ci sono stati molti filosofi che hanno raccolto l'insegnamento di Grice e l'hanno sviluppato in varie direzioni.

Infatti la teoria griceana della comunicazione ha come pregi la semplicità e l'aderenza al percepito, al quotidiano, per le qual si rende molto intuitiva e interessante da esplorare.

Possiamo ricordare il lavoro di David Holdcroft, il conseguente formalismo logico di Gerald Gazdar (Pragmatica: Implicatura, Presupposizione e forma logica, New York: Academic Press, 1979), l'approfondita analisi e sviluppo recenti di Stephen C. Levinson (Significati, Cambridge: MIT Press, 2000) o la critica di W. A. Davis (Implicatura: Intenzione, Convenzione, e principio nella teoria griceiana. Cambridge: Cambridge University Press, 1998).

Tipi ed esempi di implicatura

In generale, l'implicatura è un senso reso disponibile da un enunciato, è ciò che il parlante intende trasmettere unitamente a ciò che fa (pràgma designa l'azione), mostra di dire, o che, almeno, è disposto a lasciar credere all'interlocutore.

Fondamentale, per la riuscita della implicatura, l'assunzione di cooperatività dei parlanti.

La implicatura convenzionale, si è visto, nascono dal significato convenzionale degli elementi linguistici che le suscitano.

Nell'esempio sull'uso di

"ma"

dire

"Francesca è bella, ma è intelligente"

implica convenzionalmente che

sia come minimo inaspettato che una donna bella sia anche intelligente.

Grice usò therefore, quindi:

"Egli è italiano; quindi è bravo".

Il parlante implica

che l'essere inglese comporti la dote del bravura, pur non affermandolo.

Due le principali differenze che fanno distinguere un'implicatura convenzionale da una presupposizione (concetto introdotto da Frege nell' "Sul senzo e la designazione"
(1892) e sviscerato produttivamente fino agli anni '70).

Il fatto che la presupposizione è un implicito dato per scontato e fa parte di un contesto di conoscenze comuni - o presunte tali - a parlante e ascoltatore, tale da non metterla in discussione ("shielded from the challenge", nelle parole di Talmy Givón, in Mind, Code and Context: Essays in Pragmatics, Hillsdale-London: Lawrence Erlbaum, 1989) e il fatto che il valore di verità di una implicatura non ha effetti sulla possibilità di assegnare un valore di verità all'enunciato che la fa scaturire, al contrario di una presupposizione che, se falsa, rende impossibile dare all'enunciato che la attiva un valore di verità.

Esemplificando:

"Egli è italiano, quindi è bravo"

porta e autorizza - attraverso l'implicatura suscitata da quindi a pensare che

tutti gli italiani siano bravi,

ma qualora non tutti lo fossero rimarrebbe vero che la persona cui si allude con l'enunciato è italiana e brava.

Quanto meno, sarebbe possibile dire se sia vero o falso che egli sia sia italiano che bravo.

"Lo zio di Giulia è simpatico"

presuppone che Giulia (una Giulia pertinente alla conversazione) abbia uno zio, del quale si può dire se sia vero o falso che sia simpatico.

Ma se la Giulia cui si fa riferimento non avesse alcun zio, non sarebbe possibile assegnare all'enunciato alcun valore di verità.

La implicatura conversazionale e specifica della conversazione in corso e non hanno valore convenzionale.

Si possono distinguere in base alla massima che sfruttano per venire inferite.

Nella conversazione tra chi ha la macchina in panne e chi si ferma per dare aiuto, se il secondo dice

"C'è un distributore di benzina dietro l'angolo."

non si interpreterà la frase come una violazione della massima di relazione, bensì attivare un percorso argomentativo che conduca a capire che secondo il parlante il problema sta nell'aver esaurito il carburante, che è necessario rimetterne un po' nella macchina, che il carburante è acquistabile presso i distributori di benzina e che poco distante ce ne è uno che il parlante ritiene aperto.

Opere

"Identita personale" (1941), in Mente, n. 50, pp. 330-50;
ristampato in John Perry (a cura di), Personal Identity, Berkeley: University of California Press, 1975, pp. 73-95.

"In difesa d'un dogma" (1957), in
Revista Filosofica, n. 65, pp. 141-58 (con P. F. Strawson),
poi in Studi sulla via delle parole.

"Significare" (1957), in
La Revista Filosofica, n. 66, pp. 377-88, poi in
Studi sulla via delle parole.

"La teoria causale della percezione" (1961), in
Minute della Societa Aristotelica, n. 35 (supplemento), pp. 121-52, poi in
Studi sulla via delle parole.

Significato, significato della orazione, significato della parola.
(1968), in
Fundazione del Linguaggio, n. 4, pp. 225-42, poi in
Studi sulla via delle parole

"Nomine vacui" (1969), in Donald Davidson e Jaakko Hintikka (a cura di),
Parole e objezione. Dordrecht: Reidel, pp. 118-45.

"Significato e intenzione" (1969), in
La Revista Filosofica, n. 78, pp. 147-77, poi in
Studi sulla via delle parole.

"Intenzione e uncertezza" (1971), in
Minute della Accademia Britannica.
pp. 263-79.

"Metodo nella filosofia psicologica: da la banalita a la bizarrita. (1975), in
Minute de la Associazione Filosofica Americana, n. 48, pp. 23-53.

"Logice e Conversazione" (1975), in Peter Cole e J. Morgan (a cura di),
Sintassi e semantica, vol. 3: Atti di parole, New York: Academic Press, 1975, pp. 41-58; trad. it. di

Giorgio Moro in

"Logica e Conversazione",
Bologna: Il Mulino,
1993, pp.
55-77.

"Note addizionale sulla logica e la conversazione" (1978), in Peter Cole (a cura di), Syntax and Semantics, vol. 9: Pragmatics, New York, Academic Press, 1978, pp. 113-28, poi in Studies in the Way of Words.

"Presupposizione e l'implicatura conversazionale" (1981), in Peter Cole (a cura di), Radical Pragmatics, New York: Academic Press, pp. 183-98.

"Il signficare revisitato" (1982), in N. V. Smith (a cura di), Mutual Knowledge, New York: Academic Press, pp. 223-43, poi in Studies in the Way of Words.

Studies in the Way of Words, Cambridge-London: Harvard University Press, 1989

La concepzione del valore.
(le sue "John Locke Lectures" del 1979), introduzione di Judith Baker, Oxford: Clarendon Press, 1991

La logica e la conversazione:
saggi su intenzione, significato e comunicazione,
a cura di Giorgio Moro, Bologna: Il Mulino, 1993 ISBN 8815037896

Giovanna Cosenza,
Intenzioni, significato, comunicazione: la filosofia del linguaggio di Paul Grice, Bologna: CLUEB, 1997 ISBN 888091510X; Milano: Bompiani, 20022 ISBN 9788845253324

Aspetti de la ragione,
a cura di Richard Warner, Oxford: Clarendon e Oxford University Press, 2001

(EN) Siobhan Chapman, Paul Grice:
Filosofo
Houndmills: Palgrave Macmillan, 2005

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