Luigi Speranza
Grice distingue nel suo articolo, "La logica e la conversazione", fra formalisti e
informalisti
Sia i formalisti che gli informalisti ritengono che ci sia
un divario fra gli espedienti formali e il linguaggio
naturale
Gli espedienti formali
Occorre introdurre alcune nozioni di logica per
intendere ciò che Grice dice sugli espedienti formali.
In logica vengono introdotti i connettivi, sono elementi
del linguaggio formale che connettono proposizioni.
I connettivi sono:
¬
non
∧
e
∨
o
→
se
Grice parla anche di altri espedienti formali che
tralasciamo
Qual è il significato di questi connettivi?
Il significato viene fornito per i formalisti dalle tavole
di verità.
Ad esempio:
“Paolo non è antipatico”
Verrà tradotto:
¬P
P = Paolo è antipatico
E il significato del connettivo verrà dato dalla seguente
tavola di verità:
P ¬P
V
F
F
V
Consideriamo ora la congiunzione
Si consideri ad esempio l’enunciato:
Maria è rimasta incinta e si è sposata
P = Maria è rimasta incinta
Q = Maria si è sposata
P∧Q
Ora qual è il significato di questo connettivo?
Per un formalista il significato è dato dalla tavola di
verità:
P Q P∧Q
V
V
F
F
V
F
V
F
V
F
F
F
3
Ma….
Consideriamo ancora:
“Maria è rimasta incinta e si è sposata”
L’enunciato è vero quando entrambi i congiunti sono
veri
Ma quando noi ascoltiamo questo enunciato tendiamo
a inferire che Maria è rimasta incinte prima di sposarsi,
questa inferenza non è però basata sulle tavole di verità
Il dibattito fra formalisti e informalisti
Il formalista insisterebbe che ciò che conta di più nel
linguaggio sono le inferenze logicamente valide che ci
permettono di evitare i rischi della “metafisica”
(scienza senza senso)
Quindi l’unica analisi valida e le uniche inferenze
valide sono quelle dettate dall’analisi logica
(scientificamente accettabili)
Tutto ciò che prescinde dall’analisi logica non è
filosoficamente interessante
L’informalista invece insiste che la lingua non si
adegua ai bisogni della scienza
La lingua è quella che noi utilizziamo tutti i giorni e le
inferenze che noi traiamo sono altrettanto valide.
C’è una logica che presiede anche la lingua naturale e
la lingua naturale non può essere ridotta alla lingua
formale dei formalisti
E Grice?
Grice è un informalista, un teorico del linguaggio comune
Ma crede che nel dibattito in corso ci sia un errore:
l’assunzione che l’analisi formale sia in contrasto con il
linguaggio naturale
Per Grice: le due analisi possono coesistere
perfettamente
Come possono coesistere?
Occorre distinguere due livelli di significato:
1. Ciò che è detto
2. Ciò che è implicato
“Ciò che è detto” corrisponde al significato verocondizionale
di ciò che è comunicato (a ciò che è oggetto
di studio da parte di sintassi e semantica e, nel caso di
enunciati con connettivi, è fornito dalle tavole di verità)
Ciò che è implicato va al di là di ciò che è detto.
Nel caso di
“Maria è rimasta incinta e si è sposata”
Ciò che è implicato è che Maria è rimasta incinta prima
di sposarsi.
Ma l’implicatura non cancella il significato verocondizionale
(l’enunciato è vero se e solo se sono veri
entrambi i congiunti)
La differenza
Il significato vero-condizionale (o vero-funzionale),
“ciò che è detto” non è cancellabile
“Maria è rimasta incinta e si è sposata, ma non si è sposata”
Ciò che è implicato è invece cancellabile, come in:
“Maria è rimasta incinta e si è sposata, ma non so in quale ordine”
Si tratta ora di analizzare come noi arriviamo a
comprendere ciò che è implicato
Grice distingue fra:
Implicatura convenzionale
Implicatura non-convenzionale o conversazionale
L’implicatura convenzionale
L’implicatura convenzionale dipende dal significato
che convenzionalmente viene attribuito alle parole
“John è inglese, quindi è coraggioso”
P = John è inglese
Q = John è coraggioso
P∧Q
Ciò che è detto corrisponde al significato verofunzionale
E l’implicatura convenzionale? L’implicatura dipende
dal significato convenzionale della parola “quindi”
“John è inglese, però è coraggioso”
In questo caso, ciò che è detto è lo stesso che nel caso
precedente, ma ciò che è convenzionalmente implicato
cambia.
“Maria è sposata, ma non ha figli”
“Perfino Pierino ha fatto l’esame di filosofia del
linguaggio e lo ha superato”
“Pierino non ha ancora superato l’esame”
“Sebbene Pierino abbia lavorato, non ha ricevuto lo
stipendio”
Ma….
Le implicature non sono solo implicature
convenzionali.
Si considerino le differenze fra i seguenti esempi:
“Maria è rimasta incinta e si è sposata”
Paolo: “Andiamo al cinema?”
Francesca: “Sono stanca”
Come facciamo a comprendere l’implicatura se non è
legata al significato convenzionale delle parole?
La conversazione è un’impresa razionale di cooperazione
Quando conversiamo compiamo un comportamento
finalizzato insieme ad altre persone.
Noi compiamo molti comportamenti finalizzati insieme
ad altre persone:
Preparare una torta
Riparare un elettrodomestico
Suonare un pezzo musicale
Cantare una canzone
In tutti questi casi:
Noi ci coordiniamo per ottenere uno scopo che
condividiamo.
Allo stesso modo affinché avvenga la conversazione,
occorre che ci coordiniamo in modo che ciascuno
partecipi al raggiungimento dello scopo che ci siamo
prefissati.
• Allo stesso modo nel caso dello scambio linguistico …
Principio di cooperazione
“il tuo contributo alla conversazione sia tale quale è
richiesto, allo stadio in cui avviene, dallo scopo o
orientamento accettato dello scambio linguistico in cui
sei impegnato”
Per ogni stadio della conversazione ci sono interventi
adeguati e interventi inadeguati
Il principio di cooperazione è legato a quattro massime
conversazionali
Non sono regole che il parlante è tenuto a rispettare,
ma sono aspettative ragionevoli che un soggetto ha
sulle mosse del suo interlocutore
Sono divise in quattro categorie:
Quantità
Qualità
Relazione
Modo
Massime conversazionali
Quantità
• Due massime:
1. Dà un contributo tanto informativo quanto è richiesto
2. Non dare un contributo più informativo di quanto è richiesto
Qualità
• Supermassima:
• “Tenta di dare un contributo che sia vero”
• Due massime:
1. Non dire ciò che credi essere falso
2. Non dire ciò per cui non hai prove adeguate
Relazione
Massima:
• “Sii pertinente”
Modo
• Supermassima:
• “Sii perspicuo”
• Massime:
1. Evita l’oscurità
2. Evita l’ambiguità
3. Sii breve
4. Sii ordinato nell’esposizione
In tutti i comportamenti cooperativi noi ci comportiamo
rispettando le massime:
• Quantità
• Qualità (contributi autentici)
• Relazione (contributi adatti allo stadio in corso)
• Modo (chiaro e adeguato nei tempi)
Secondo Grice, attenersi al principio di cooperazione è
ciò che è razionale fare
Così come è razionale condividere uno scopo e
cooperare per esso nella maggior parte delle nostre
interazioni
Nella maggior parte delle nostre interazioni
cooperative:
1. Abbiamo uno scopo
2. Partecipiamo in modo da rendere le nostre azioni
reciprocamente dipendenti
3. Proseguiamo fino a quando lo scopo è raggiunto o fino
a quando c’è un accordo di smettere
Contro-esempi
Ci sono casi in cui noi non rispettiamo il principio di
cooperazione (quando litighiamo o quando scriviamo
una lettera)
Ma nella maggior parte dei casi ci atteniamo ad esso e
quando uno non si attiene al principio fa torto
innanzitutto a se stesso
In che modo il principio di cooperazione e le massime
conversazionali ci aiutano a comprendere le
implicature conversazionali?
Le massime conversazionali ci aiutano a compiere
alcune inferenze
qualità
Paolo: Quanti cappelli possiede Marco?
Francesca: Marco possiede tre cappelli.
• Implicatura: Francesca crede ciò e ha prove adeguate
quantità
Paolo: Raccontami di Marco.
Francesca: Marco ha tre figli.
• Implicatura: Marco non ha più di tre figli
relazione
Paolo: Mi si è rotto l’orologio
Francesca: C’è un negozietto qui sotto casa.
• Implicatura: nel negozietto riparano gli orologi
Paolo: Sono rimasto senza benzina.
Passante: C’è un distributore dietro l’angolo.
Implicatura: il distributore è di benzina (e non di
caramelle)
A: Smith non sembra avere una ragazza in questo
periodo.
B: E’ andato spesso a New York.
• Implicatura: è possibile o probabile che abbia una
ragazza a New York
1
modo
“Maria è rimasta incinta e si è sposata”
• Implicatura: è rimasta incinta prima di sposarsi
(massima: sii ordinato nell’esposizione)
Problema
Paolo: “E’ simpatica la sorella di Maria?”
Francesca: “Beh, ha un bel vestito”
Qui non c’è alcuna massima che può essere utilizzata
per comprendere l’implicatura.
• Come si fa a trarre l’implicatura?
• La prossima volta
Wednesday, July 27, 2011
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