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Wednesday, July 27, 2011

L'arte della conversazione griceiana

Luigi Speranza

Vi è mai capitato di tenere a qualcuno ma non riuscire nella conversazione ad andare oltre il primo stadio del “Come stai?”.

Sono sicura che un po’ a tutti è capitato ed è normale.

Non sempre riusciamo ad essere al top della conversazione, questo perché di base implicano vari fattori come la timidezza ad esempio, o il tipo di educazione ricevuta, o tale mancanza comunicativa viene dipesa dalla crescente solitudine nonché nel numero sempre più elevato di famiglie “mute”.

E questo perché si preferisce accendere “la scatola magica” che può essere la TV o il computer e spegnere noi stessi.

Questi e altri fattori, impediscono l’arte della conversazione.

Cosa si può fare per sormontare il problema?

Il primo ostacolo:

il proprio modo di pensare

Innanzi tutto se vogliamo imparare l’arte della conversazione, dobbiamo cessare di essere “egocentrici”.

Ciò significa non preoccuparci troppo di quello che la gente possa pensare riguardo a ciò che diremo, o il temere di ‘apparire’ ridicoli.

Nota:

ho detto apparire, non che lo siamo.

E cessare anche il pensare che gli altri critichino tutto quello che diciamo.

Ciò significherà un lavoro interiore di accrescimento di fiducia prima in noi stessi, e poi nel riporre della fiducia negli altri, non attribuendo loro cattivi motivi, ma sforzarsi a comunicare di più.

Ma è anche vero che per partecipare a una conversazione è necessario avere qualcosa in mente da dire.

In modo da ‘coinvolgere l’altra persona in una argomentazione edificante e costruttiva’.

Quindi informiamoci!

Leggendo giornali ad esempio, e prendendo “note mentali” o “scritte” avendo così poi interessanti informazioni da comunicare.

Siamo dei buoni ascoltatori

Forse vi capita che delle amicizie vi telefonino per parlare un po’ con voi magari per sfogarsi, lamentarsi di ciò che accade loro, desiderando da voi un orecchio comprensivo.

Cosa fate a priori?

Forse come indole, siete una persona diretta, concisa e pronta a dare consigli e soluzioni sulle prime del loro sfogo.

Ciò può portare le vostre amicizie a troncare rapidamente la conversazione, e questo perché non hanno ricevuto quello di cui avevano realmente bisogno, e cioè:

‘essere semplicemente ascoltati’.

Imparare ad ascoltare:

Il buon ascoltatore è paziente e attento.

Quindi non pensate a quello che direte poi, interrompere, finire la frase per l’interlocutore o fargli della fretta.

Ma guardate l’interlocutore negli occhi per la maggior parte del tempo lasciandolo parlare, indicando con una parola o un gesto (forse con un cenno della testa) che vi interessate di quello che dice.

Cercate di mettervi nei suoi panni (qui entra in gioco l’empatia.. Dite per esempio: “So come devi esserti sentito/a”).

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Fate delle domande pertinenti e con tatto.
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Non esitate a chiedere chiarimenti.

Spesso alle persone piace dare spiegazioni.

E fin qui sembra che per imparare l’arte della conversazione basti un insieme di regole da saper magistralmente mettere in atto.

No.

E’ un arte che viene dal cuore

Sapete, l’avere la testa piena di una serie interminabile di aneddoti e raccontarli non ne fa di certo di noi dei buoni conversatori se il nostro cuore non è pieno di amorevole interesse per gli altri.

Perché il “segreto” per imparare l’arte della conversazione è quello d’essere ‘sensibili’ ai sentimenti e agli interessi altrui.

Questa sensibilità, si deve riflettere non solo nell’interesse che mostriamo per gli altri, ma anche in quello di cui parliamo.

Esempio: un parlare ‘ingiurioso’ e aspro non sarebbe un indice di sensibilità (amore).

E un parlare sconsiderato di una persona potrebbe danneggiare la sua reputazione; dunque è bene frenare l’impulso di dire qualcosa che potrebbe macchiare il buon nome altrui.

Possiamo anche chiederci:

“Quello che dico, edifica gli altri? O abbatte gli altri?”.

Forse, dopo un onesto esame di coscienza può darsi comprendiate la necessità di fare qualche cambiamento che non guasterebbe.

Come capire allora se si è dei buoni conversatori?

Ecco diverse domande a cui personalmente possiamo dare delle risposte:

In un gruppo di tre o più persone, parliamo per metà del tempo?

Ci accorgiamo quando un amico/a è di buon umore o quando è giù?

Parliamo quasi sempre di noi stessi?

Scambiamo la causticità (l’essere aspro e mordace) per arguzia ?

Vivacità di ingegno mista a finezza di spirito

Confondiamo la franchezza e la schiettezza con l’asprezza e la sgarbatezza?

Chiedete agli altri quali sono i loro interessi?

I vantaggi della conversazione

Infine, il fare delle buone conversazioni, ci avvicina di più a una persona man mano che si impara a conoscerla meglio, ciò è naturale.

Il risultato sarà, che ne avverrà un accrescimento di un divertimento reciproco del comunicare, un ristorarsi di parole dette al momento appropriato ad edificazione degli uni verso gli atri.

SUGGERIMENTI SU COME COMINCIARE UNA CONVERSAZIONE:

Presentatevi.

Dite qualcosa su un’esperienza che in quel momento state avendo in comune.

Fate complimenti sinceri.

Chiedete od offrite aiuto.



COME CONTINUARLA

Fate domande su fatti.

“La temperatura ha superato i 25 gradi oggi?”

o su punti di vista

“Pensi che il quartiere stia diventando più pericoloso?”

Incoraggiare l’interlocutore a parlare di sé.

“Dove sei cresciuto? Ti piace il tuo lavoro? Come si può imparare a fare quel tipo di lavoro?”

Raccontate un aneddoto personale o dite qualche interessante informazione.

Evitate le critiche ingiustificate ma esprimete sinceramente i vostri sentimenti e ciò che pensate di quello che la persona dice.

Sappiate quando è tempo di andarvene.

Suggerimenti presi da una pubblicazione autorevole

Basta fare un po’ di pratica e l’abitudine nel seguire questi utili suggerimenti.

Provare non costa nulla.

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