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Monday, July 9, 2012

Le ville d'Italia -- dall'A alla Z: Villa Meleto, Piemonte

Speranza



Villa Il Meleto, così chiamata perché il viale d’ingresso e il terreno confinante erano coltivati a frutteto, fu il soggiorno del poeta Guido Gozzano.

Indice

Costruzione risalente alla seconda metà dell'Ottocento, era proprietà del Senatore Massimo Mautino. La villa fu donata dal Senatore alla figlia Deodata in occasione delle sue nozze con l'ingegnere Fausto Gozzano e fu utilizzata come residenza estiva della famiglia, dopo il trasferimento della residenza a Torino.[1] [2] Nel 1904 Guido Gozzano e la madre iniziarono il restauro dell’edificio giungendo al risultato ancora visibile oggi: una villa con balcone al primo piano e la facciata affrescata da glicini, secondo il gusto liberty che andava diffondendosi; attorno un giardino romantico e poco distante il frutteto e uno stagno con l’isoletta dello chalet (oggi demolito).[3]
L’edificio fu venduto nel 1912 come nuda proprietà ad un contadino, il sig. Brunasso, e rimase dunque alla famiglia Gozzano la possibilità di continuare ad abitarla.
Nel 1945 la villa fu acquistata dalla signora Edvige Gatti Facchini che cercò di ritrovare gli arredi mancanti. Nel 1972 la villa passò al dottor Francesco Conrieri che la restaurò facendo minuziose ricerche in modo riportarla ad uno stato molto simile a quello descritto da Gozzano nelle sue poesie.[4]

Rapporto di Guido Gozzano con Il Meleto [modifica]

Gozzano, durante le sue lunghe permanenze al Meleto che alternava ai soggiorni a Torino, diede vita ad una grande produzione poetica dai toni dannunziani prima, con l'ironia borghese e realistica e con i toni della scapigliatura poi. L'eleganza e l'estetismo non caratterizzarono solo la sua opera letteraria: la sua coerenza all'ideale di vita che lo spingeva a fondere vita e poesia, lasciò che il suo personaggio apparisse dandy e raffinato. Il famoso salotto di Nonna Speranza, arredato in stile liberty, è immortalato nelle parole del poeta:


« Loreto impagliato e il busto d’Alfieri, di Napoleone
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!)
il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti col mònito salve, ricordo, le noci di cocco,
Venezia ritratta a musaici, gli acquarelli un po’ scialbi,
le stampe, i cofani, gli albi dipinti d’anemoni arcaici,
le tele di Massimo d’Azeglio, le miniature,
i dagherottipi: figure sognanti in perplessità,
il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone
e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
il cùcu dell’ore che canta, le sedie parate a damasco
chermisi… rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!
... »
.[5]


Oggi [modifica]

Oggi è possibile visitare il frutteto con il giardino e, dentro l'edificio, il salotto di Nonna Speranza, la sala da pranzo, lo studio con la biblioteca e la camera da letto di Guido Gozzano.
Lilita Conrieri, l’attuale curatrice della villa, da alcuni anni organizza – a ricordo del grande poeta canavesano - eventi culturali legati a diverse forme di espressione artistica.[6]

Galleria [modifica]



Note [modifica]

  1. ^ Waler Vaccari, La vita e i pallidi amori di Guido Gozzano, Milano, Omnia editrice, 1958
  2. ^ Lilita Conrieri: Guido Gozzano. Il dolce paese che non dico, Daniela Piazza Editore, Torino, 1996
  3. ^ Lilita Conrieri, Guido Gozzano. Un poeta in viaggio da Torino al Meleto di Agliè, Torino, Daniela Piazza Editore, 2007
  4. ^ http://www.volipindarici.it/appunti/aglie/agl_13.htm
  5. ^ L'amica di Nonna Speranza, vv. 1-15
  6. ^ http://www.soveraedizioni.it/Uploads/Sovera/docs/16856_14732_Premio-meletto.pdf

Bibliografia [modifica]

  • Waler Vaccari, La vita e i pallidi amori di Guido Gozzano, Milano, Omnia Editrice, 1958
  • Marziano Guglielminetti, Introduzione a Gozzano, Laterza Editore, Roma-Bari, 1993
  • Lilita Conrieri, Il dolce paese che non dico, Torino, Daniela Piazza Editore, 1996
  • Lilita Conrieri, Guido Gozzano. Un poeta in viaggio da Torino al Meleto di Agliè, Torino, Daniela Piazza Editore, 2007

Collegamenti esterni [modifica]



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