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Tuesday, July 10, 2012

Mascolinità del nudo maschile nella storia della statuaria italiana

Speranza

Mascolinità 
Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi le voci identità di genere e ruolo di genere.
Il David di Michelangelo rappresenta in occidente uno dei modelli di bellezza maschile e virilità

Enormi dibattiti, nelle società occidentali, si sono concentrati sulla percezione delle differenze sociali, intellettuali, emotivi o tra uomini e donne. Queste differenze sono molto difficili da quantificare, per ragioni sia scientifiche che politiche, anche se normalmente gli individui, attribuiscono loro, una considerevole importanza.

La mascolinità trae le sue radici nella genetica (vedi anche sesso)[5], pertanto mentre essa si presenta con forme, usanze diverse in culture differenti, vi sono aspetti comuni nella sua definizione attraverso le stesse.[6] A volte gli studiosi di genere usano la frase "mascolinità egemone" per distinguere la forma più dominante di mascolinità, dalle altre varianti. Nella metà del XX secolo negli Stati Uniti, per esempio, John Wayne potrebbe incarnare una forma di "mascolinità egemone", mentre Albert Einstein potrebbe essere comunque considerato mascolino, ma non nella stessa forma egemone (tali considerazioni ovviamente, non rappresentano degli assiomi ma rientrano, per loro natura nella categoria degli stereotipi di genere).

L'antropologia ha dimostrato come in molte culture la mascolinità in se stessa, sia uno status sociale, così come la ricchezza, la razza e la classe sociale. Nella cultura occidentale, per esempio, tradizionalmente una maggiore mascolinità, nel confronto tra uomo e uomo, ed a parità di altre condizioni, favorisce di solito un maggiore status sociale. Molte parole, come virtù e virile (dal latino e ancor più dalla radice sanscrita vir che significa uomo) rispecchiano questa situazione. Da ciò ne è derivata, nel pensare comune, una implicita associazione con forza o valore fisico e morale. La mascolinità è associata più frequentemente alla condizione di uomo adulto che di ragazzo.
In alcune culture, non presentare caratteristiche tipiche e consone al proprio genere può diventare un problema sociale per l'individuo. Tra gli uomini, alcuni comportamenti differenti dallo standard, o atteggiamenti non virili, possono indurre ed essere considerati un segno di omosessualità, mentre tra le ragazze chi mostra un comportamento maschile è spesso apostrofata come un "maschiaccio". All'interno della sociologia tali etichettature, condizionamenti a volte fortemente discriminatorie sono definite, nei casi più gravi, con i termini xenofobia ed omofobia ed un compito delle scienze sociali è appunto quello di migliorare l'accettazione degli individui che hanno preferenze o stili di vita "non standard" o meglio, che non interpretano i comportamenti "della maggioranza degli individui", attraverso una migliore apertura culturale. Il comportamento corrispondente ad un atteggiamento culturale e sociale, basato solo o principalmente, sull'affermazione delle virtù e delle qualità legate alla mascolinità è definita macismo o maschilismo.

L'importanza relativa dei ruoli di socializzazione e della genetica, nello sviluppo della mascolinità, continua ad essere dibattuta. Il condizionamento sociale e l'educazione, soprattutto nell'età dello sviluppo, gioca ovviamente un ruolo, va sottolineato comunque, come rilevanza statistica, che alcuni aspetti della identità maschile, esistono in quasi tutte le culture umane.

Lo sviluppo storico del ruolo di genere è affrontato da settori quali la genetica del comportamento, la psicologia evolutiva, l'ecologia umana, e la sociobiologia. Tutte le culture umane sembrano incoraggiare lo sviluppo dei ruoli di genere, attraverso la letteratura, il costume ed anche il canto. Alcuni esempi di questo aspetto si trovano in grandi opere del passato quali l'epica di Omero, i racconti di Re Artù (Ciclo Bretone), le citazioni filosofiche di Confucio o gli studi biografici del profeta Maometto. Trattazioni più specializzate dell’aspetto della mascolinità possono essere trovate in opere come la Bhagavad Gita.

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