Per limitarsi agl'Italiani, di mnemotecnica si occuparono Ludovico Dolce (Della memoria, 1562); il domenicano fiorentino Cosimo Rosselli (Thesaurus artificiosae memoriae, Venezia 1579), Giordano Bruno, che nella sua opera De umbris idearum (Parigi 1582), da lui dedicata a Enrico IlI di Francia e che gli procurò una cattedra, espone l'Ars magna di Raimondo Lullo e dà un fondamento metafisico-gnoseologico alla mnemotecnica che appoggia sempre al sistema topologico-simbolico; del resto, l'insegnamento di quest'arte, della cui efficacia egli portava a testimonio la propria memoria eccezionale, gli diede spesso i mezzi per vivere. Altri Italiani che scrissero di mnemotecnica sono Giovan Battista della Porta (Ars reminiscendi, Napoli 1602), lo storico Girolamo Marafioti, di Polistena (Ars memoriae, Venezia 1602), il medico palermitano Giovanni Brancaccio (Ars memoriae vindicata, Palermo 1702).
Monday, July 29, 2024
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