Luigi Speranza
Erberto Paolo Grice, filosofo inglese della universita di Oxford,
e la teoria dell’implicatura
Grice
teoria del significato come intenzione del
parlante
– apre al “mentalismo” (in parte...)
si oppone all’idea di Austin dei 2 livelli di
valutazione dell’enunciato (o atto
linguistico) in cui il giudizio sulla felicità
sarebbe primario rispetto a quello sulla
correttezza o verità
compromesso fra logica e “pragmatica”
significato come intenzione del parlante
Grice definisce il
"significare"
come
(fondamentalmente) il voler dire di un
soggetto.
A partire dal voler dire di un soggetto,
acquistano significato i suoi enunciati, e
non solo gli enunciati effettivamente
proferiti ma anche i tipi di enunciati.
significato come intenzione del parlante
per “significare non-naturalmente qualcosa”
un parlante deve
avere l’intenzione di produrre un effetto sul
destinatario
intendere che la sua intenzione sia
riconosciuta
intendere che l’effetto sia ottenuto almeno
in parte grazie al riconoscimento
dell’intenzione di produrlo
significato come intenzione del parlante
All' interno del significato come
intenzione comunicativa del parlante,
Grice distingue fra:
il dire
l'
"implicare"
appropriatezza vs verità
Grice ritiene che le differenze di significato (ad
es. a carico di connettivi logici come
"e"
"o"
"se"
fra linguaggio ordinario e linguaggi
formali non devono essere trattate in termini di
semantica (non riguardano ciò che è detto)
Quello che gli enunciati del linguaggio ordinario
vogliono dire, che vada al di là di tali condizioni
di verità, non è detto ma è implicato e cioè
(approssimativamente) è qualcosa che il
parlante suggerisce al ricevente di inferire
Le differenze di significato tra linguaggio
ordinario e linguaggi formali si spiegano come
differenze di carattere pragmatico.
appropriatezza vs verità
ciò che è detto da un enunciato
=
le sue condizioni di verità
ciò che si implica pronunciando un
enunciato = i suoi impliciti o "implicature"
se un’implicatura è falsa l’enunciato è
inappropriato o fuorviante
tuttavia l’attribuzione di valore di verità
non è sospesa
ogni enunciato dichiarativo è vero/falso
(bivalenza della logica)
appropriatezza vs verità
divisione dei compiti fra semantica e
pragmatica
affrancamento della “pragmatica” (almeno
per il momento) dalle dispute filosofiche
sul ruolo della nozione di verità!
oggi nell’ambito di una tendenza filosoficolinguistica
detta “contestualismo” anche il
rapporto della verità con il contesto è stato
rimesso in questione
implicature
Le implicature a loro volta possono
essere
convenzionali
inferenze suggerite dal fatto che è stato
emesso un certo enunciato, in base a sue
caratteristiche linguistiche
conversazionali
inferenze suggerite dal fatto che è stato
emesso un certo enunciato, in base al suo
senso, insieme all’assunto che il parlante
rispetti la cooperazione conversazionale
implicature convenzionali
"Era povera ma onesta" (canzione della guerra).
– significato verocondizionale: lo stesso di
– Era povera e onesta
• suggerisce per mezzo del significato codificato del
connettivo
“ma”
che c’è un contrasto fra l’essere povera e l’essere onesta;
che quelle che sono povere, ci si può in genere aspettare
che non siano oneste
implicature convenzionali
• le implicature convenzionali sono
indeterminate: cioè l’implicatura può consistere in una
disgiunzione aperta...
cancellabili: se si vuole si può, senza contraddizione,
smentire di aver inteso affermare il contenuto
dell’implicatura (però non si può negare di averlo
implicato...)
non calcolabili: bisogna conoscere il significato
codificato della parola che attiva l’implicatura; non c’è
un argomento che ne spieghi la presenza
distaccabili: cioè basta cambiare con un sinonimo,
nell’enunciato, la parola che attiva l’implicatura, che
l’implicatura scompare
implicature conversazionali
le implicature conversazionali sono inferenze
suggerite dal fatto che il parlante dice una certa
cosa, insieme con l’assunto che il parlante sta
seguendo le Massime della Conversazione o
almeno il Principio di Cooperazione
ciò che il parlante implica conversazionalmente
può essere quindi ricostruito per mezzo di un
argomento da premesse quali:
A ha detto che p
A sta seguendo le Massime della Conversazione o almeno il Principio di Cooperazione
– più eventuali informazioni rese disponibili dal contesto
implicature conversazionali
il Principio di Cooperazione:
Il tuo contributo alla conversazione sia tale quale
è richiesto, allo stadio a cui avviene, dallo scopo
o orientamento accettato dello scambio
linguistico in cui sei impegnato (tr.it. 2003 p.
229)
– una regola da seguire o un punto di
riferimento interpretativo?
implicature conversazionali
le Massime della Conversazione:
(i) Categoria della Quantita
(a)
Dà un contributo tanto informativo quanto è
richiesto.
(b)
Non dare un contributo più informativo di
quanto è richiesto.
(ii) Categoria della Qualita
(a) Non dire ciò che credi essere falso.
(b) Non dire ciò per cui non hai prove adeguate.
(iii) Categoria della Relazione.
Sii pertinente.
(iv) Categoria del Modo
Sii perspicuo (= comprensibile) (non oscuro,
non ambiguo, breve, ordinato...)
implicature conversazionali
Tre modi per ricostruire un’implicatura
conversazionale:
implicature standard (Levinson) o di prevenzione
(Sbisà)
– nessuna massima è veramente violata; la violazione
è prevenuta dall’implicatura
implicature da conflitto
viene violata una massima, ma solo perché la sua
osservanza violerebbe un’altra massima; la
violazione viene riparata, cioè ricondotta al quadro
della cooperatività conversazionale, dall’implicatura
implicature da sfruttamento (Grice, Levinson) o
di riparazione (Sbisà)
una massima è violata, ma apertamente e perciò
senza abbandonare il Principio di Cooperazione; la
violazione viene riparata dall’implicatura
implicature conversazionali
A seconda della loro dipendenza o meno dallo specifico
contesto della conversazione, le implicature
conversazionali si distinguono in:
implicature conversazionali generalizzate:
implicature che dipendono solo dal fatto che il parlante
ha detto una certa cosa e dagli assunti riguardanti la
cooperatività conversazionale; si presentano
regolarmente in molte diverse circostanze, tanto da
sembrare effetto di una convenzione
implicatura conversazionale particolarizzata.
implicature che richiedono, fra le loro premesse, assunti
relativi allo specifico contesto di proferimento; si
presentano per così dire una tantum, non sono
trasferibili da una circostanza all'altra
implicature conversazionali
Un caso di implicatura conversazionale che è solitamente
considerata generalizzata (non citato in Logica e
conversazione) è:
Alcuni invitati sono andati via
(+> Non tutti gli invitati sono andati via.
Si tratta di un'implicatura e non per es. di una
presupposizione perché se ciò che è implicato è falso (e
cioè se tutti gli invitati sono andati via), che alcuni
invitati sono andati via può rimanere vero (benché
fuorviante).
Di quest'implicatura si può anche dire che è del tipo
standard (o di prevenzione) e che dipende dall'assunto
del ricevente che il parlante stia osservando la massima
di quantità (cioè dia tutta l'informazione richiesta dagli
scopi della conversazione in corso).
implicature conversazionali
Le implicature conversazionali sono:
• Indeterminate: poiché possono esistere diversi modi per
preservare l'assunto che il principio di cooperazione
viene osservato, l'implicatura conversazionale può
consistere in una disgiunzione aperta
Cancellabili: cioè le implicature conversazionali, anche
quelle generalizzate, possono essere cancellate o
esplicitamente o contestualmente se il parlante dà segno
di essere uscito dalla situazione di cooperazione
Calcolabili: cioè l'implicatura conversazionale,
indipendentemente da come di fatto ci accade di capirla,
deve poter essere calcolabile (ricavabile mediante un
percorso inferenziale)
Indistaccabili: se il fatto che il parlante abbia detto una
certa cosa dà origine a un'implicatura conversazionale,
qualunque parafrasi con parole diverse susciterebbe la
stessa implicatura
Friday, July 8, 2011
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