Speranza
21-26 maggio 1912:
Tournée Emma Vecla della Compagnia Italiana di operette
Direttore: Gino Vannutelli;
Nicola Ricci e Filippo Corbò dir. orch.
mag. 21
"Il conte di Lussenburgo",
operetta da Franz Lehar. (1)
Emma Vecla . . . . . . Giulietta
Conte di Lussenburgo . . . . Gino Vannutelli.
Francesco Pompei (Basilio)
Annetta Perretti (Angela)
Giovanni Rosa (Brissard); Amalia Rosa (cont.a Kokozoff); Ada Gianni (Rosa); Marietta Gargano (Claretta); Ugo Poli (dir. hotel, Boulanger); Alfredo Romanelli, O. Aliboni ed Ezio Gualtieri (i tre pittori); A. Artiglia (Saville); Armando Gianni (Lavigné); Carolina Meillard (groom)
mag. 22
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Danilo . . . . . . Gino Vannutelli.
Anna Glavari . . . . Emma Vecla.
Francesco Pompei (bar. Zeta); Clara De Claire (Valencienne); Attilio Volta (Camillo); Alfredo Romanelli (visc. Cascada); Olimpo Gargano (Raoul); Ugo Poli (Bogdanovitsch); Ada Gianni (Silviana); Armando Gianni (Kromow); Marietta Gargano (Olga); Ezio Gualtieri (Pritschitsch); Amalia Rosa (Praskowia); Francesco Gargano (Njegus); Carolina Meillard (Lolò); G. Pompei (Dodò); L. Sessy (Jou Jou); S. Ricci (Frou Frou); F. Binnet (Clò Clò); A. Morosini (Margot); F. Gualtieri (domestico)
mag. 23
Eva, operetta di Franz Lehar. (2)
Emma Vecla . . . . . Gypsy
Gino Vannutelli . . . . . Ottavio)
Giovanni Rosa (Dagoberto); Francesco Pompei (Bernardo); Clara De Claire (Eva); Alfredo Romanelli (Voisin); Attilio Volta (Prunelles); Armando Gianni (Giorgio); Olimpo Gargano (Teddy); Marietta Gargano (Elly); Ada Gianni (Schischi)
24 mag.
Sogno di un valzer, operetta di Oscar Straus. (1)
Emma Vecla - - - Franzi.
Gino Vannutelli - - - Niki
Francesco Pompei (Gioachino XIII); Clara De Claire (Elena); Francesco Gargano (Lotario); Attilio Volta (Monsci); A.Gianni (Federica); Ezio Gualtieri (Vendolino); Ugo Poli (Sigismondo); Amalia Rosa (Fifì); Marietta Gargano (Annetta); Armando Gianni (maggiordomo); A. Pompei (Lory); Carolina Meillard (Gretel); Corinna Romanelli (Mery); O. Aliboni (dir. hotel)
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"Emma Vecla", il cui nome era
Adrienne Telmat, era nata ad Orano e aveva studiato al Conservatorio di musica di Parigi: (la Gazzetta di Parma dice) canto, pianoforte, composizione e violino.
Con il vero nome
debuttò all'Opéra Comique in
"Mignon", ed ebbe una
serie di successi in
varie opere -- tra cui in "Thais", vero banco di prova di belle donne anche bravi soprani di coloratura -- in Italia, al Colon di Buenos Aires e al San Carlo di Lisbona.
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In Italia era stata scritturata da Suvini e Zerboni per cantare nell'operetta, e aveva unito il nome alla prima della "Vedova allegra".
Quando era giunta alla cinquecentesima
replica, lo stesso Lehar era venuto ad
applaudirla, mentre quelle che presentò a
Parma furono nella serie il numero 517 e 518:
è stato scritto che nella carriera ne interpretò 985.
Vero simbolo di vivace femminilità, influì anche sulla moda, e
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"vecleggiare"
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significò indossare vestiti e cappelli alla Vecla.
Quando si seppe che avrebbe presentato solo quattro lavori in sei giorni, quasi tutti i biglietti terminarono a seguito delle prenotazioni giunte da ogni dove.
"Il conte di Lussenburgo" fu la prima operetta presentata.
Il pubblico sospettoso e arcigno si fece conquistare dalla graziosissima attrice "interprete profondamente espressiva, tutta occhi, tutta nervi, tutta sorrisi" che dette un'impronta assolutamente personale al personaggio di Giulietta.
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"La vedova allegra" le riservò gli onori del trionfo.
E anche qui la recensione fu tutta per lei e, anche se gli altri interpreti furono bravissimi, a loro toccò appena un accenno.
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"Leggiadra di figura,
fisionomia mobilissima, piena
di seduzione nel gesto e nella voce,
disinvolta, briosa con quel
brio indiavolato, abile cantante,
attrice elegantissima",
alla replica del 26, serata in suo onore, venne coperta da una pioggia di fiori.
Una novità fu Eva, in cui il pubblico non si abbandonò all'entusiasmo: "applaudì con garbo, se non con convinzione". Se piccola e povera cosa come azione, musicalmente era un lavoro ricco di pregi non comuni, e probabilmente il secondo atto era quanto di meglio avesse fino allora scritto Lehar. Il famoso autore era venuto appositamente alla prima italiana a Torino e vi aveva diretto
Gino Vannutelli
"il Beniamino Gigli dell'operetta".
La Vecla dimostrò di saper suonare il violino e danzò con grazia e rara precisione, mentre tutto lo spettacolo fu lodevolissimo per affiatamento e zelo della compagnia.
Alla replica, il 25, la Vecla ebbe bisogno di riposare, e venne degnamente sostituita da Annetta Peretti, molto "gustata" e applaudita. L'ultima serata la Vecla promise al pubblico che sarebbe ritornata.
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