Il testo di Levi, "Storia della Filosofia Romana", uscito per la prima volta nel 1948 a compimento di una vita di studioso trascorsa tra l’insegnamento presso Università di Pavia e le biblioteche di Roma, è ancora l’unico studio completo sulla storia della filosofia romana.
Uno studio puntuale ed attento, svolto con un approccio alla filosofia rigoroso e filologico, da parte di un filosofo [This latter bit is specially interesting when M. P. O. Morford, in his "The Roman Philosophers", expresses that he is NOT writing as a philosopher -- Speranza].
Attraverso lo studio della storia della filosofia, Levi giunge alla filosofia
ROMANA antica, soffermandosi nell’ultima parte della sua vita su Platone ("romano") (note sono gli
apprezzamenti di G. Reale sui suoi studi) e sulla filosofia romana, compilando
questo libro che costituisce il PRIMO ed unico tentativo di svolgere una storia
della filosofia romana INTERA, con una dichiarazione d’intenti, contenuta nella
introduzione a mano dello stesso autore, che tende
‘a correggere l’opinione, per
molto imperante, che la cultura romana in generale sia,
se non la semplice
copia, almeno la derivazione, priva di caratteri propri,
di quella
greca.’
Secondo Levi, gli influssi ellenistici hanno agito su un sostrato
pre-esistente già così fortemente formato da trattenere solo quegli aspetti che
tendevano a sottolineare i contenuti già presenti, coniugando particolare
aspetti della RIFLESSIONE [or analysis -- Speranza] filosofica e piegandoli al senso del vivere e
dell’agire tipicamente ROMANO, rivelando, dunque, una ORIGINALITÀ che
costituisce un contributo inscindibile nella storia del pensiero occidentale e
in special modo ITALIANO.
"Per questa ragione lo spirito romano, essenzialmente religioso,
nel senso positivo della parola, e PRATICO [or "pragmatic", as I prefer -- Speranza], e perciò poco inclinato alla
speculazione pura, quando cominciò a conoscere la filosofia greca, si interessò
delle ricerche che essa aveva compiuto nella cerchia dell’etica, della politica,
dello studio della vita sociale e delle dottrine religiose."
Le motivazioni che hanno portato l’autore ad offrirci questo
studio filosofico rendono questo testo importante per il lettore sia per la
possibilità di costruirsi un approfondito
e completo PANORAMA dello svolgersi della filosofia romana, sia per la
possibilità di attingere a questo per i contenuti volti oggi, come allora, a
guidare l’uomo sulla strada DELLA RETTA AZIONE E DEL RETTO PENSARE così da
garantire a se stesso e alla società il massimo bene, questioni in cui la
civiltà romana ha dato il massimo esempio.
‘Lo studio particolare di tutti i cultori della filosofia romana
permetterà di determinare l’azione da essa esercitata nella cultura e nella vita del mondo
occidentale’.
Adolfo Levi nacque a
Modena il 20 Agosto 1878.
Fin da giovanissimo, dimostra una intelligenza
vivissima ed una particolare predilezione per le ricerche erudite.
Laureto in Filosofia,
inizia la sua carriera come docente al Liceo, per poi passare, nel 1922, ad
insegnare all’Università di Pavia "Storia della Filosofia," cattedra che ricoprì
fino al 1938, quando venne allontanato per effetto delle leggi razziali.
Nel
corso di questi anni, si distinse anche come uno dei membri più attivi
dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.
Dopo l’abbandono dell’insegnamento, si dedicò completamente alla
ricerca, attività che predilesse fino alla sua morte, avvenuta nel 1948,
rifiutando anche la cattedra di Storia della Filosofia offertagli
dall’Università di Roma e da quella di Napoli.
E’ noto nel panorama filosofico italiano principalmente per essere
stato l’autore di un saggio intitolato Sceptica, pubblicato a Torino nel 1921,
ma numerosi sono i saggi pubblicati su vari riviste che spaziano sull’intero
panorama di storia della filosofia, così come altrettanto numerosi furono gli
importanti contatti che tenne con i filosofi a lui contemporanei, quali Bergson,
Taylor, Banfi, Momigliano, Prezzolini, etc...
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