Fanto è vero, ammette Darwin, che "forse in nessun caso saprei dire con precisione perché una specie abbia riportato la vittoria su un'altra nella viande battaglia per la vita" (p. 143). La distinzione epistemologica con le sienze fisico-matematiche tornerà in altri esempi cari a Darwin. Ciò che conta. per il momento, è notare la forte accentuazione ecologica della sua pauposta teorica, che da un lato smitizza l'immagine di un Darwin asserto-te della guerra generalizzata tra i viventi e dall'altro rivaluta l'ambivalen-ta tra competizione e dipendenza. tra lotta per le risorse e cooperazione, in una rete intricata di relazioni tra fattori biotici e abiotici. Dalla lotta per l'e-sistenza discende, in ultima istanza, "un corollario della massima impor tanza" che riguarda anche i singoli caratteri delle specie:
La struttura di ogni essere organico è correlata, nel modo più essenziale ma anche spesso difficile a scoprirsi, con quella di tutti gli altri esseri viventi con i quali viene a trovarsi in competizione o per il cibo o per la dimora, o con quella degli esseri da cui deve difendersi o di quelli che sono sua preda. (p. 144)*
È da questa trama di relazioni ecologiche che nasce la celebre immagine della "ripa lussureggiante" (tangled bank) della chiusa di OdS:
È interessante contemplare una ripa lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno, e con vermi che strisciano nel terreno umido, e pensare che tume queste forme costruite in modo cosi elaborato, cosi differenti l'una dall'altra, e dipendenti l'una dall'altra in maniera cosi complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. (p. 553)*
Il mondo di Darwin è un mondo di relazioni, concorrenziali o di interdi-pendenza, plasmate dal tempo. Nell'artiglio di una tigre, come nella zampa di un coleottero o in un seme alato, sono scritte storie sedimentatesi per migliaia di generazioni.
6. Un sottotitolo fuorviante
In tale contesto, non è ben chiaro perché Darwin abbia allora accettato il sottotitolo proposto in fase di revisione dall'editore Murray: "la conservazione delle razze favorite nella lotta per la sopravvivenza". Molti hanno cercato strumentalmente in questa espressione il "lato oscuro" dell'evoluzione dar-winiana, la possibile giustificazione storica e scientifica di atrocità su base razziale ed etnica. In realtà la teoria discussa da Darwin in OdS è ben lontana da un'idea di guerra tra "razze". La competizione è prevalentemente tra individui singoli. non tra gruppi. Ancor meno essenziale è che questi gruppi siano "razze" o non piuttosto tribù e famiglie. Circa le "razze umane" in par-ticolare. Darwin ha parecchi dubbi persino sulla loro oggettiva esistenza, dato che gli studiosi le hanno classificate nei modi più diversi. e considera il termine troppo vago. A p. 108, paragona la razza al "dialetto di una lingua".
Per il resto. le razze umane in OdS sono citate raramente e incidentalmente, come casi aggiuntivi. per esempio alla fine del capitolo dodicesimo a proposito di gruppi umani molto isolati in zone montuose (p. 458).
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