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Monday, June 3, 2024

GRICE E PORTA

  È famigeratissimo il Porta per la sua opera   della Fitonomia Umana, che prima compresa in quattro  libri, e poi arricchita di altri due, fu stampata in Na-  poli, in Francfort, in Anversa, e tradotta ancora dal-  l’originale latino in italiana favella: del che può vedersi  il Chioccarelli nella citata sua opera, che diligentemen-  te al suo solito ne tratta. Della medesima io ho vedute  queste due edizioni; De hvmava phynognomonia libri 4.    Digitized by Google     72   UrseUis 1650, c l'italiana stampala in Venezia nel 1652,  che comprende tutti i sei libri. I/autore crede, che sic-  come dalla diversa figura delle piante si potevano, se-  condo lui, arguire le varie proprietà delle medesime ;  cosi del pari dagli esterni lineamenti di tutte le parti  del corpo umano, finanche dalle unghie, c dalla maggio-  re, o dalla minor copia de’peli, si potessero rilevare le  naturali disposizioni de’temperamcnti degli uomini. Sic-  come poi avea bisogno di una norma per questa inve-  stigazione , perciò chiama in rassegna tutti quasi gli  animali, e confronta le configurazioni delle parti de'loro  corpi con le configurazioni di quelle dell’ uomo ; per  quindi poter conchiudere, che sicno ne’ diversi uomini  le conosciute proprietà naturali di quelle bestie , alle  quali si assomigliano nella forma della faccia, della fron-  te, del collo, delle spalle, del dorso, de’picdi, della boc-  ca, delie labbra ec. ec. ec.   A questo fine esamina l <4 medaglie, e le statue, che  erano nel musco di suo fratello Gio. Vincenzo; para-  gona le descrizioni, che gli antichi storici ci lasciarono  di que’ personaggi; corre al luogo, ove in que’tempi si  appiccavano alle forche i facinorosi, e conviene col Boia  di lasciargli esaminar le mani, i piedi, le spalle di que’  rei, credendo, che dalla figura di queste parti si po-  tesser conoscere i delitti, per i quali morirono; lo stes-  so fa nelle pubbliche carceri, e nella Chiesa di s. Rc-  stituta, avendone ottenuto permesso da coloro, che per  carità seppellivano i morti.   Io però non ho potuto mai persuadermi , che le  unghie rotonde sieno segno di lussuria, ed il petto sen-  za peli, argomento di sfacciataggine. E se nelle piante  non regge quest’analogia, molto meno può reggere, ed  applicarsi all’uomo, rispetto al quale noi siamo all'oscu-  ro come mai si formino le passioni; qual ne sia la sede;    Digitized by Google    o finalmente non sappiamo con chiarezza tutta l’econo-  mia dei cervello suo. Essendoci pertanto ignoti questi  punti fondamentali, io non veggo la ragione, per cui si  possa dire, che il naso a guisa di Rinoceronte in An-  giolo Poliziano, sia stato argomento dell’ alterigia sua,  simile a quella di quest’animale. Se Porta avesse cono-  sciuto il segreto di frenare il suo ingegno, portato sem-  pre al maraviglioso , ci avrebbe lasciata un’ opera in  questo genere , come la desiderava il Vcrulamio nel  primo capitolo del libro quarto della sua opera De aug-  menlfs scientiarum. Ma l’amor del sistema, e la fallace  guida dell’esterna analogia, lo cacciaron fuori del retto  e sicuro cammino. Qualunque però sia il merito di que-  sta sua letteraria fatica, sarà anche per lui una gloria  l’aver preceduto in questa scienza i moderni, senza pe-  rò aver imitata l’irreligion di taluno tra essi; giacché  Porta confessa esser questa scienza puramente di con-  gettura; esistere nell’uomo la vera libertà dell’arbitrio;  poter questa essere aiutata dalla divina grazia, ebo lo  rinfranca da quelle ruinc, che recò all'uomo il peccato  originale, ch’egli altresì confessa.   Appartengono poi alla stessa materia la sua Chì-  rofìsonomia , e la sua Fisonomia celeste; essendo la prima  una parte delia presente opera; e la seconda un’appli-  cazione de’medesfmi principii contro agli astrologi, di-  mostrando, che dalle proprietà de’diversi temperamenti,  rilevate dalfesterne figure delle parti del corpo umano,  si potevano derivare, ed arguire tutte quelle cose, che  gli astrologi stranamente spiegavano colle stelle.   52. Per quel che riguarda le sue cognizioni intor-  no alia memoria artificiale , egli le raccolse nella sua  opera, che porta questo titolo: Ars reminùcendi. Neapo-  li 1602. Raccomanda in essa principalmente l’ordine  nell’ apprender le cose , perchè è il mezzo più efficace     74   per ritenerne l’ idee ; il che gli dà ftiogo nei capitolo  quarto a lodare le matematiche: mathematicae percepito-  ne* , et praeiertim geometrica* j quia ordine , et diligenti dis-  posinone digesto* sunt, memoria facile continentur . . . .  Ubi non est ardo , ibi confusio. Suggerisce poi il noto  uso de’luoghi artificiali, in cui collocar l’idee; e quello  delle immagini , in cui associar le parole : nel che se  fosse stato più sobrio , si sarebbe incontrato perfetta-  mente con quanto poi scrisse Bacone intorno alla me-  moria artifiziale , alla fine del libro quinto della sua  opera De augmentis scientiarum. Ma arendo soverchia-  mente caricata di queste tali immagini, e luoghi la sua  esposizione per ventuno capitoli, ne’quali è divisa tutta  l’opera, par che in vece d’esserne favorita la memoria,  ne venga oppressa dalla moltiplicità di queste medesi-  me immagini, dall’uso de’ vari paradigmi di caratteri  arbitrari, e dall’ esame, e, per cosi dire , rassegna di  personaggi, di cose, di parole, con cui vuole egli, che  si trattenga ogni uomo nella regione della propria fan-  tasia.   CAPITOLO X.   SUE COGNIZIONI DELLA SCIENZA DELLE CIFRE.   53. Si potrebbe dire, che il Porta non avesse fatto  altro in tutto il corso della sua lunga vita, che imma-  ginar cifre: tanta n’è la moltiplice varietà da lui rac-  colta nell’ opera : De occulti s litterarum noti s , vulgo de  Ziferis. Neapoli 1 602. Gli accidenti della musica deter-  minati ad alfabeti; le fiaccole, i suoni, i numeri, le no-  te musicali adoperate per lettere ; gli alfabeti comuni  raddoppiati, o accorciati; le diverse figure, con cui dis-  porli; le varie specie di geroglifici: tutto vi è espo-  sto con una perpetua erudizione. Se l'opera fosse stata    Digitized by Google    75   un po’ più ristretta, ne riuscirebbe la lettura egualmen-  te piacevole, che quella di Bacone, che con sobrietà fi-  losofica ba saputo disporre le cose dette dal Porta, sul  principio del sesto libro de’ suoi Aumenti delle tcienze.  Alberto Fabricio ba verificata la lagnanza del Porta  circa il plagio fattogli da un francese , nell’ opuscolo ,  che appunto ha per titolo: Centuria plagiariorvm.   CAPITOLO XI.   ALTRE SUE OPERE.   54. Nel catalogo dell’ opere del nostro filosofo ne  ho accennato alcune, che non erano ancora state pub-  blicate da lui quando Io formò ; se poi 1’ avesse fatto  in seguito , io noi so , per quante diligenze vi abbia  adoperate, e perciò non ne parlo. Dorrei però dir qual-  che cosa di quell’ altro suo opuscolo citato più sopra  col titolo di Miracoli e maraviglioti effetti della Natura;  ma oltre al non averlo potuto aver tra le mani, me ne  dispensa dal farne parola il giudizio del medesimo Por-  ta, il quale, come ci attesta il P. Scotto nella prima  parte della sua Magia Universale al capitolo terzo , lo  condannò col non aver ricordato nella sua Magia le co-  se strane, che ivi avea scritte ; al che anche aggiunse  il non registrarlo nel citato catalogo. Delle sue com-  medie poi non debbo parlare, perchè sempre ho consi-  derato in lui per tutto questo mio opuscolo , il filoso-  fo, e non già il poeta. Ma se di passaggio se ne bra-  masse da taluno un giudizio, dirò pure, che elleno non  sono l'ultime per que' tempi; che gii applausi, con cui  furono ricevute, e rappresentate per l’Italia, conferma-  no un tal giudizio; e che finalmente, se la scena vi è  ingombrata di attori, se il prologo è spesso freddo, ed    Digitized by Google     76   il dialogo non sostenuto con dignità, bisogna ricordar-  si, che questi ed altri simili difetti si son sempre ri-  trovati in ogni arte , quando appena incominciava ad  uscir dalla sua culla.   GENERALE CONCHIUSIONE  DI QUESTO RACCONTO.   55. Nella conclusione pertanto di questo opusco-  lo dovendo finalmente produrre il mio sentimento sul  merito del Porta, e suifutililà da lui recate alle scien-  ze, io non temo d’errare nel dire, ch’egli sarebbe stato  veramente sommo , se avesse meno cercato di esserlo.  È fuor di dubbio, che a se stesso dovette la vera co-  gnizione de’canoni, onde filosofare sulla natura, e quel  che più importa, l’applicazion dc’medesimi alle naturali  discipline. Era tra noi precedentemente apparito Ber-  nardino Tclesio, acerrimo declamatore contro al Peri-  palo ; ma essendo stato ancor egli involto nell’ errore  de'tcmpi, che per ben filosofare, bisognava trascegliersi  una guida tra gli antichi filosofi , non fece altro , che  sostituire agli arbitrari principii de’suoi avversari, quel-  li similmente arbitrari di Parmenide , senza che per  questa sostituzione ne conseguisse alcun vantaggio la  Naturai Filosofia, che cambiava padrone, e non già mu-  tava servitù. Non così però il Porta, che sagacissimo,  intraprendente, c saggiamente libero si volse alla stessa  natura, che è anteriore alle ipotesi dell’uomo. La let-  tura delle opere degli antichi gli fece evidentemente  conoscere, ch’eglino aveano errato il cammino; percioc-  ché dopo tanti secoli, e dopo tanti stenti di uomini per  altro sommi, non vi si era per niente avanzato lo spi-  rito umano. Quindi magnanimamente si risolvette; co-  me ci fa sapere nella prefazione alla sua Chirofiwno-    Digitized by Google    77   miaj di cambiar metodo; e siccome quelli aveano stra-  namente preteso di voler prescrivere coi loro intelletti  le leggi alla natura, cosi egli per contrario, conoscen-  done la sublimità, e la grandezza, le si diede a mini-  stro, cercando di carpire dalle particolari esperienze i  generali principii delle sue leggi. La felicità de’ primi  tentativi, la novità delle cose, che di giorno in giorno  scopriva, gl’inebriarono per modo lo spirito, che lo pre-  cipitarono in un altro eccesso, qual si fu quello, di vo-  lerne esplorare, e stringere in un corpo tutti i regni,  nc’quali è divisa la medesima natura. Questa intempe-  ranza di brame, o come la chiama Plinio nel primo ca-  pitolo della sua Storia, questo furore, fu cagione, che  egli alcune volte tentasse finanche quel che era impos-  sibile, o si lasciasse sedurre da certe osservazioni non  sicuramente stabilite. In questo però merita compati-  mento; perciocché oltre la felicità de’successi, e la sor-  presa delle tante maraviglie, che, alzato in parte il suo  velo, gli disvelava la natura; ognuno ben sa, eh’ eran  questi i primi movimenti dello spirito umano, che sot-  trattosi da’ceppi di Aristotile, di Parmenide, o di altro  antico filosofo , incominciava da se a contemplare : e  questi primi movimenti sogliono costantemente unire  alla loro robustezza una certa irregolarità di direzio-  ne. Appunto come avvenne nell’epoca del risorgimento  delle Belle Lettere in Italia, che disotterratisi i codici  degli antichi scrittori latini, i nostri italiani avidamen-  te li divorarono con una irregolare lettura , onde ne  avvenne, che si formarono uno stile misto delle grazio  di Tullio coi concetti di Seneca, e di Plinio. Fu però  utile alle scienze questa scossa elettrica del Porta, af-  finchè dal grido, che menavano tante metamorfosi por-  tentose, e tante esagerate maraviglie, si destassero gli    Dìgitized by Google     78   altri a percorrere ancor essi il cammino della natura;  e quindi dalle replicate, e meglio ponderate esperienze  loro, si dissipasse la nube di tanti incantesimi , e ve-  nisse finalmente l’umana ragione condotta alla sobrietà  delle sue ricerche, ed alla gloria de’suoi trionfi. 

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