Grice e Valent: la ragione
conversazionale e l’implicatura conversazionale della forma della lingua –
filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The
Swimming-Pool Library (Treviso). Filosofo italiano. “Some like Vitters, but Valent’s my
man.”Grice. Grice: “Valent wrote the only legible introduction to Vitters’s
thought!” Essential Italian
philosopher. Insegna a Catania e Venezia. Si occupa di
ontologia, logica dialettica, linguaggio, storia e interpretazione delle grandi
categorie della filosofia. Dai primi studi sull'empirismo-scetticismo, sulla
filosofia e sull'analisi del linguaggio (Wittgenstein), è giunto ad indagare
attorno alla teoria della negazione e del divenire in chiave dialettica. Sulla
base di tali premesse, che orientano verso una rilettura dei canoni e dei
presupposti del rapporto ragione-follia, si è impegnato a ri-disegnare, insieme
con un gruppo di psichiatri e psicologi del centro psico-sociale di Orzi nuovi
cresciuti nel solco dell'esperienza critica inaugurata da BASAGLIA, un modello
della psiche adeguato alla comprensione e alla cura della malattia mentale,
dando vita a quello che è stato definito l'approccio dialettico-relazionale. Collabora
con il gruppo teatrale Scena Sintetica nella messa in scena di testi
filosoficamente rilevanti (VELIA, VELINO, Eraclito, Melville, SEVERINO, GALIMBERTI).
Presso Moretti l'edizione delle sue opera. La sua filosofia muove da
un'originale riformulazione di alcune questioni legate alla filosofia di SEVERINO
(vedi), alla tradizione neo-idealistica italiana (GENTILE) ma anche neo-scolastica
(BONTADINI), e dipendenti dalla riconsiderazione speculativa del concetto del
negativo. Descrivendo la sua formazione si define resciuto a una scuola filosofica
di ispirazione ontologica, screziata da un netto disegno dialettico e pungolata
dallo scrupolo fenomenologico. Analizzando le implicazioni concettuali e
pratiche della negazione così com'è stata pensata in uno dei punti più alti e
rilevanti della tradizione dialettica, ovvero nella “Scienza della logica” di
Hegel, critica l'idea intellettualistica della negazione intesa come
esclusione, proponendo al contrario una negazione come inclusione e una
filosofia animata dal principio di ospitalità. Il "no" della
negazione, lungi dal dar vita a una realtà separata, è ciò che innerva il reale
nella sua essenza metamorfica e vitale, nella sua splendida apertura alla
novità, alla trasformazione e al cambiamento di cui il filosofo è appassionato
investigatore. A questo scopo e in evidente autonomia rispetto all'impianto
destinale della filosofia della necessità di SEVERINO, esplora la categoria
modale della possibilità, cercando di mettere in discussione sia l'opposizione
frontale tra realtà e irrealtà, sia la priorità assoluta della positività del
reale nonostante la negatività dell'irreale. L'esserci e non l'essere è, per V.,
che legge Hegel con Wittgenstein, la determinatezza semantica e sintattica, il
plesso grammaticale e vitale che ricongiunge l'esperienza intesa come luogo
dell'emergere della differenza e dell'incalzare degli eventi con la teoria
della razionalità quale analisi del permanere e della necessità. Ecco che di
contro all'ontologia fondamentale di Severino si fa largo l'idea di una micro-ontologia
intesa non come una “ontologia del piccolo”, bensì, piuttosto, nel senso che
non c'è nessun evento che non si disponga per virtù propria in una peculiarità
di significato, nel vigore elementare e insieme metamorfico di un qui. Ma micro-ontologia
anche come ontologia del remoto, dell'avverso-diverso, dell'improbabile,
dell'anonimo, del folle: di tutto ciò che insieme si ritiene minore nella
capacità di realtà. Con la proposta di una micro-ontologia intendeva
sottolineare l'autonomia e la resistenza del diamante della dialettica come
principio di determinazione semantica fondato sulla relazione-negazione
inclusiva e situato nella prospettiva strategica propria dell'esserci, rispetto
al rischio delle ricadute nella mistica dell'essere e di quella totalità
assoluta che, in quanto tale, appare separata e isolata, esercitando la sua
imposizione distruttiva al di fuori della logica della relazione e
dell'inclusione. Di contro all'autentico totalitarismo di questa idea di
totalità assoluta propone la ripresa del detto eracliteo del Panta δια pánton,
ossia di quel tutto attraverso il tutto che è la forma radicale della illacerabile
relazionalità della vita. Solo se ogni differenza tra gli umani è un modo
differente di essere il tutto allora le discriminazioni tra piccolo e grande,
forte e debole, femmina e maschio, nero e bianco, ricco e povero, sano e
malato, non avranno ragione d'essere (se non in quanto differenti
manifestazioni dell'identico, invece che differenze di principio e di valore. Saggi:
“Verità e prassi” (Vannini, Brescia); “La forma del linguaggio: studio sul Tractatus
logico-philosophicus” (Francisci, Abano Terme, Padova), Invito a Wittgenstein,
Mursia, Milano; “Asymmetron, Quaderni de "Il Palazzo della Grande
Utopia", Milano; Dire di no. Filosofia Linguaggio Follia, Teda,
Castrovillari (Cosenza); Dire di no. Scritti teorici, Opere (Moretti, Bergamo);
“Asymmetron: micro-ontologie della relazione. Scritti teorici in Opere di V., a
c. di Tagliapietra, Moretti e Vitali, Bergamo. Panta διαpánton. Scritti teorici
su follia e cura, in Opere di V., a c. di Tagliapietra, Moretti e Vitali,
Bergamo. La forma del linguaggio. Studio sul "Tractatus
logico-philosophicus. Scritti su Wittgenstein, Sophón. Aforismi per l'anima, a.
c. di Valent, con un saggio di Tagliapietra, Moretti e Vitali, Bergamo. Opere. La
filosofia, prima di ogni altra definizione dotta, è amore per la realtà. In
ricordo, in "XÁOS. Giornale di confine", Dire di no. Scritti teorici,
Panta διαpánton. Scritti teorici su follia e cura. Italo Valent. Valent.
Keywords: la forma del linguaggio. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valent”, The
Swimming-Pool Library.
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