Grice e Valletta: la ragione
conversazionale e l’implicatura conversazionale dei liberali e dei libertinisti
-- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The
Swimming-Pool Library (Napoli). Filosofo italiano. Eessential Italian philosopher. Grice:
“He was a libertine from Naples. I like him. His oeuvre published in Firenze. Studia dapprima
letteratura presso i gesuiti per poi dedicarsi al diritto. Insieme a Andrea, e
fra i fondatori degl’investiganti, che da impulso al grande rinnovamento
culturale che prende grande avvio. Nelle accese polemiche
filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, insieme a CORNELIO, ANDREA,
CAPUA e agl’altri investiganti appoggia attivamente i progressisti. Istituì a sue spese la cattedra di lingua
greca a Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo maestro ed amico MESSERE
(vedi, illustre filosofo. Cura l'edizione napoletana delle opere e del Bacco in
Toscana dello scienziato toscano REDI. Grande appassionato e conoscitore di
libri, meritandosi l'appellativo di Helluo librorum et Secli Peireskius alter. Grazie
all'interessamento di VICO, il fondo librario confluì nella Biblioteca dei
Girolamini. Saggi: “Lettera in difesa della moderna filosofia e de' coltivatori
di essa”, “Historia filosofica”. Lombardi,
Storia della letteratura italiana, Tipografia camerale. Nicolini, V., in Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gl’Investiganti Andrea, Redi,
V.,, nipote di V. Breve scheda biografica, Redi. Scienziato e poeta alla corte
dei Medici. Lettera di V., napoletano
fn difetta della moderna Filofòfia , e de' coltivatori di eflà,
INDIRIZZATA ALLA SANTITÀ’ DI CLEMENTE XLAggiuntavi in fine
un'ojf umazioni fopra ' la medefima . IN ROVERETO
Nella Stamperia di Pierantonio Berno Libr. ALL’ XLWSTRISS. SIC. AB.
’f FRANCESCO PARTINI • • * è ;DE N
AJOF, • f + • - Nobile Provinciale del Tirolo, ec.ec, ,
l ♦ « » »# » , » • * * », » *
• » • Olto tempo è, Jlluflriffmo Signor Abate , che per
darvi qualche piccio- lo contraffegno della divo - Zioa mia verfo
di voi , io vado tra me ftejjo meditando , qual co/ a , non del tut-
to di] pregevole , e di . voi indegna , do - vejft offerirvi . Ed ora
ufcendo da’ miei * 5 tor- / ' « '
*- .4 . * * ' p t * •# /« •. è . * » .•
* •* . • * . - j» % ■ T“ » 'f '' i*' *'* * -ì r
.! *orri&; la prima volta una dotta * ed erudita Opera
del Sig. Giufeppe Val* tetra , la quale manofcritta lungamen- te
era andata per le mani de* virtuofi; quefta appunto ho . difegnato d'
indiriz- zare a voi , sì 5 per darvi un picciolo faggio del de
fiderio ardentìjfimo > eh' io bo d' incontrare con e fio voi ferviti ,
sì ancora per fare un pubblico attediato al mondo della /lima
grande , ch'io con- fervo della voftra ragguardevole Perfo- ra . E
nel vero fé , com * a tutt' altri è in ufo di fare , io voleffi
raccoglier qui le glorie de * trapaffati , teffendo un lunoo
catalogo di tanti e tanti glorio fi Antenati della vofira nobile Famiglia
, i quali e nell' armi , e nelle . lettere rif- plendendo , non
meno il vofiro Ceppo , che tutta cotejìa Patria ili ufi r areno ;
certo de non ■; uno > ma ben mille moti- osi io avrei per indurmi a
ciò fare . . Concioffiachè allora egli . mi fi farebbe .
tofto innanzi la fingolar perizia nell' ar- mi di PIETRO , illu (Ire, e
.antico ger- irne della vofira onorati fiima Prof apia , *
il Digitized by Google il quale da Galeazzo Vìfconte
Duca di Milano meritò d* ejsere fatto Condot tiere delle fue. armi
> Mi . fi prefent crebbe fitto gli occhi il valore di quell*
altro PIET RO d' età ma ? non di merito inferiore , a cui i
eccellenza nel mefiier te ftmil mente della guerra , acqutfiò l*
uffizio d) Capitano dell*. Imperador Maj • fimifiano J. i , e di
ALESSANDRO altresì , che in qualità pur di Capita • no fi morì in
Ungheria . Ma molti , e molti ì anche fiudiof amente, trapalan- do
y come potrebbe . poi .fuggirmi dalla vijìa la , decantata dottrina . ,
fingolar- mente nell* arte Medica > e la probità 9 e integrità
de' cofiumi di FRANCESCO PARTINI , il quale in quel feli- ce fecola del
cinquecento cotanto s* avan- zò > e ft difiinfe , che meritò le lodi ,
e gli applaufi d'uno de' maggiori letterati di quell'età , che fu
Andrea Mattioli > (i) • e d'ef- (i) Nell* Epiftola
dedicatoria de 1 Di/cor fi /opra Diofcoride al Principe Ferdinando d* A u
Aria . Ve- nezia 1668. E negli fte/fi Difcorfi /opra il libro 4- di
Diofcoride capitolo 80. e d' e ([ere fatto Prot omedico dì
due Ce- fali , cioè Ferdinando I . , e - Maffimilia- no li.'? Cèrto
che i pregi di co fiat , i quali di molto accrebbero lo fplendore
del- la vofira Stirpe -, io non potrei per mo- do alcuno non
Jommamente celebrare: e tanto meno que' di MELCHIORE fuo figlio i
il quale dalla matura pru- denza pur di Maffimiliano li. Impera -
dorè » di cui era ' Configliero , > fu' (celta a far efeguire
^Imperiai comandamento di por giù /’ armi, fattola'- judditì del
Finale in Italia '.(*) Ma io non ne verrei sì toflo a' capo , : quando
'a’ me- riti degli Avi'-vojìrì i.'com' -bó det- to piuttofiò chea
voi mede fimo va- le jft riguardare . " I pregj degli ante-
nati' apportano più (limolo >3 -che lode a' ■ (uccefiori \ , ed è
molto ' mifer, abile la condizione di colui -, ' il quale noti
po((a in altro . mod o diftinguerft , che col! aprire i (epolcri de’ fuoi
maggio- ri » . \ • r t • r i n* •* a
(2) Mambrino Rofeo Storie del Mondo libro II. a io4«
ri , e temendo nn lungo panegirico del- le loro gloriofe azioni , far fi
corona al capo di meriti non fuoi . ■ Per la qual cofa , ponendo da
/’ • un de' lati quelle lodi , le quali non fono sì pro- prie dì
voi , che comuni non fieno an- cora a tutta la Famìglia , ed alle
fole voftre t in cui gli altri non v* hanno parte alcuna
rifiringendomi ; dico > che quello , che principalmente rn ha
invogliato a procacciarmi luogo nel no- vero de' vofìri fervidori t e che
non pojfo fe non grandemente ammirare , fi è quella incredibile
gentilezza , ■ e foavità di coftumi.y e di maniere , per mezzo
della quale ben fate chia- ramente apparire da qual . forgente
traete t origine , e i natali . h non fo per cagion di quefla con
qual fronte poffano riguardare in voi cer- te anime t le quali non
riflettendo > che • /’ e (fere nate nobili è fiato un accidente
, cui altro loro non appor- ta , che impegno di ben imitare gli
antecejfori ; di tanta rufiicìtà , e fai - ...
V3&7' falvatkhe^za ripiene comparirono folamente nell *
afpre , ed altiere fembr ano .avere ripofia la loro gloria .
Poi fiete certamente di un amaro rim- provero a tutti cofioro % e C
umanità vofìra , quando attentamente vi riguar- da Q ero , non
potrebbe che riufcir loro di jomma vergogna , e confo fione . Ma
fic- come y nè alterigia , o di / prezzo altrùi la nobiltà della
Famìglia , per chiara , eh' ella fi fa , è fiata giammai baftan- te
ad infpirarvi , . Così nè al fafio y o al- la. libertà le •comodità » e
gli agj > che dalla fortuna avete : nè .alla vanaglo- ria * o
alla prefunzione le nobili quali- tà. dell’ animo voflro , hanno
giammai potuto aprirvi la firada , Tanti rari pregi- finalmente ,
tutti infieme uniti , non fono -fiati valevoli a feemar punto di
quella vofira naturale affabilità , e dolcezza di tratto , la quale
quanto in altri è più rara > altrettanto in voi ab-
bondantemente appari fee t e campeggia . Qttefta vi eccita la maraviglia
di tut- ti coloro , che di voi hanno alcuna co. no-
• >. . / * 't d - *
*• 'V. •4 ami. * - ' difienpì
guefia concilia ì* amore , e ^uCfi^nera^iòni de- vojìri Concito
adì* . niy^ 0?quefia finalmente induce , an- zi con una dolce
violenta quaft rapi* ffce , e sforzai cìafcbeduno a farvi un
volontario tributo de* fuoi affetti , e del fuo cuore . Ma che dirò di
quel - i* bontà j ingoiare , con cui prendete a protteggere qualche
perfona ingiù • fiamente oppreffa , e oltraggiata > fa- cendo
vedere , non altrimenti effervi fenfibili- i torti > che fi fanno
alla ragione , e alla gtufiìzia , che fe a voi me de fimo f off ero
fatti ? Voi con quel rincrefcimento fiete folito fentìre i colpi t
che la fortuna vibra con - tra /’ onefie infelici perfine > col
qua- le gli fentirefie , fi contra voi me- ' de (imo foffero
fcagltati ; e con queir occhio riguardate gl * infortuni » e mi-
ferie altrui , con cui riguarderefie quel- le de* vojìri più cari
congiunti . Di qui è y che e col configlio , e con /’ opera non mai
vi mofìrate fianco di fivvenire > e beneficare coloro >
i qua- Digitized by Google * quali per la loro
innocenza fi ren- dono meritevoli della vofira protezio- ne ; ; ed
avendo avvertito , che il ve- ro carattere degli animi nobili , an-
zi quello , che piu .all' Al tifiimo ld- dio viene ad accodarci , è * il
f al- levamento delle per fine \o dalla ma- lignità degli uomini,
>o dall' .avver- ata della fortuna inìquamente fir ac-' date ;
voi perciò, avete creduto im - prefa degna di voi lo fendere a que-
> fie benignamente il braccio , acciò la Patria vofira potefse
andare altiera ; e dar fi vanto -, d'. avere >■ d mercè di voi
maifempre aperto un a filo all ' innocenza , re .fempremai pronta
una fpada cantra la malvagità , e la co* lunnia . Con tal- mezzo
voi rifiorate - i danni , che la me de [una '.per /’ im. matura
morte dì MELCHIOR PAR- TINI vofiro . degnifsìmo , Fratello ha que
fi* anni addietro, fifferti # e quello ~ fplendore le ritornate ,%che
allora per efser ella refiata priva -d'-uno de'-fuoi ■ più cofpicui
, e qualificati Cittadini , ave- aveva pèrduto l ; A che
fero molto t molto contriluifcono ancora gli altri due vofìri
meritevoli (fimi Fratelli , di - co GIOVA M BA TJS T A 'PA RTI- NI
> Abate della Reai Badìa di San Pietro di Loreto nell ’ Abruz-
zo , e il Padre CARLO PARTINI , Definitor Perpetuo Carmelita- no t la
prudenza , e pietà di cui è così nota , e pale/e in quefìa Cit- tà.
.y che. inut il cofa farebbe il farne per me qui parole . Ma troppo
chiaro io m’aveggio d* avere già foverchiamen- te la modejìia
vofira offefa , non ri- flettendo f che una delle maggiori lo- di
> che vi fi debbono , è appunto il franco rifiuto , anzi difpregio ,
che voi fate delle medefime , Solo mi re- fia adunque di fupplicare
il generofo animo voflro a ricevere in buon grado ia piccolezza del
dono , che umilmen- te vi offro , non alla qualità di ejfo , ma al
de fiderio dei donatore riguardan- do \ e pregandovi in fine a non
difdir- mi la fofpirata grazia d’effere anch' io al-
A >** » * * allogato
tra i voflri ~ fso v • y i , , , •
Di V.S ♦ . / f . *
* i l Rovereto; V
*'> 1 ^ «a ^ V . o V ^ / «' • 1 . . .
. t i » ‘ t •• « • V «
• 1 J VmìUfs. Devotìfs. ObbUgatìfs. Servo Pierantonio
Berno. lo Digitized by Google LO
STAMPATORE A CHI LEGGE. NON poco tempo e (Tendo , che va
per le mani degli ftudiofi una Lee* tera manoferitta di V., Letterato
Napoletano in difefa della Filofofia moderna , e d’ alquan- ti Tuoi
concittadini profeflori della medefi» ma , .fino dal 1700. dirtela : ed
avendo rav. v ifato , com’ ella è molto avidamente ricer. cata , e
letta dagl’intendenti ; ho (limato di far colà grata al pubblico , ed
alle per* Ione letterate , dandola fuori per mezzo delle (lampe, sì
per renderla più comune, e sì ancora per levare la briga a chi
deli* dera averla, di farla tralcrivere.* (concia co*, là parendomi
, che un così utile lavoro ve* nirte tuttavia contaminato, e guado
dalla trafeuraggine, e fonnolenza de’copifti. Io a» vrei per verità
molto caro avuto di abbatter* mi (e non all’ Originai medelimo dell’
Auto- re , almeno a qualche copia elàtta , e fedele; il che per
diligenza ufata non m* è venuta pienamente fatto di conlèguire. Spero
però,' che mercè 1’ afliftenza da perlbne delle buo- ne lettere
amanti predatami > le quali lì fono validamente adoperate in
correggerla , rive- dendo poco men che tutti i palli nel proprio
fonte, e togliendovi que* moiri , e quali in- finiti errori incorfivi
nelle copie ; il cottele Lettore non avrà molto che deliberare . V*
ho in fine aggiunta un’Offervazione fopra la medefi ma, affai tortele
mente dal Sig. Gir ola- 7 ino Tartarotti Róveretano comunicatami ,
la quale fono più che certo , o Lettore , che non t’ increfcerà
d’aver Ietta. Vivi felice , e - favorirci col tuo aggradimento la buona
incli- nazione,- ch’io ho d* adoperarmi a tuo van- taggio . La
fegùente notizia , polla per più contezza dell* Autore dell’Opera , è
tratta dal Leffico degli Eruditi del Sig. Burcardo Men. thenio . •
’ '• '■ » • V. Giureconfulto Italiano , na. Io in Napoli a* 6
. d' Ottobre V anno 1 666. fece la pratica nella fua Patria , e ranno una
copio, ftffimd libreria , injìeme con un gabinetto prezio fo di
monete antiche , in frizioni ecì Corrifponde . va co ’ più infigni
Letterati d’ Europa . Traduf- fe alcuni libri dall ’ Inglefe in Italiano
. Scriffe un libro della necejjìtà della [olita pratica in ma-
teria di religione , come pure un ’ opera toccante V impresone di monete
move . Morì a' $. di Marzo Vanno 17.14. '
• BE AT 1S S IMO « P A D R E.
f * » **• ♦ » « 4 %# * • * t •
• • f f • f l,i * • » ; r r*
« * I. ’ s. »4 I
Ntichìflìmo coftumefu Beatissimo Pad re ,o dir il vogliamo
naturai genio, ovvero inclina- zione, o qual egli fi .fia
avvenimento degli uomini, i quali a’pofteri hanno avuto in penfiero
di lafciar qualche me- moria per mezzo delle lettere, di muo-
A * verfi Digltized by Google %
verfi a tal opra da picciola e lieve oc- cafione , ed. alle voi ce
incominciare da balle , e aHai deboli fondamenta , ed indi poi pian
piano p a dare più olcre fin- ché al defiato fine fi aggiunga ; e
quali Tempre digiuni , e non mai fazj di di- vorare fulle carte il
tempo , e l’ore. Quindi è , che veggiamo , che una fa- - tica, la
quale fui principio fu ftimara opra di pochi fogli , tratto tratto
li avanzi » e fi accresca in tanta gran- dezza , e mole , che a
gran pena fe ftelfa comprenda . Lo ftelfo eflere av- ' venuto a me
io già divido; ma non fo com’egli avvenuto fia . Perocché aven- do
già per foddisfare al gènio de* Depu- tati » incominciato a fcrivere una
lette- ra indirizzata alla Santità' Vostr a intorno al procedimento
del Santo Uf- fìzio nella noftra città di Napoli ; cer- to è, che
io non ebbi altra intenzione^ che di raccorre breve e femplicemente
le ragioni) ch’ella ne tiene. ..Indi po>i crefcendo da giorno in
giorno , o ciò folfe per l’ampiezza della materia > o per
la moltitudine delle ragioni , e va» rietà degli argumenti, e delle
autorità che fi recavano in prova; s’ è tant’ol- . tre la fcrittura
avanzata. , eh* è -per comporre un volume intero .. Così io mentre
penfava di avere già compita tutta la fatica , volli ancora
inveftiga- r e la cagione , el’ origine de* movimen- ti > e
tumulti della noftra città, acca» * » duti per tal
procedimento nel tribunale del Santo Uffizio ; quand’ecco che io
conobbi-, Ae vidi chiaramente, che la cagione-di tai tumulti altro non
fia fra- ta c che una tal gelofia, per così dire, di Scuole coll*
occafione d' una . cer* ta Filofpfia , nomata- comunemente Moderna
, avvegnaché dia fia anct» chiffima , e profetata dagli uomini mi-
gliori, e più fa vj della noli r a città. £ perchè la cofa o non è pur
ben intefa , ovvero fe intefa , per ambizione, por aftio, o per
altra cofa , è contrafiata a campo aperto , fono forzato , come av«
vifai nella fuddetta altra fcrittura > con quell* altra lettera ,
indirizzata pari- A 2 racn- f i
Digitized by Google mente alla Santità* Vostra ,
dimoi Ararne apertiflinumente la verità. ( per ordine ancora datomi
da’ medefimi De- putati ) acciocché niente li taccia per quello ,
che convenevolmente appar- tiene alla difefa così della vita » come
della fama de’ noftri cittadini ; e difen- dere un lungo ragionamento
> per far palefe una volta > e più chiara teliimo- nianzaal
mondo dell* empietà della Fi- iofolia Ariftotelica * « dell*
innocenza di quell* altra che chiaman Moderna; al di cui
manifeflamento ben poteano dare opera gli altri , e non ftarfene sì
lentamente a ripofo in una caufa pub- blica, e di tanta, importanza ,•
perla quale ne lìamo malignamente tacciati , echi per Eretico» e
chi per Ateo» fe- condo il livore» e l’ignoranza di quelli
banditori del Periparo; mentre vene fono pur molti intendentilììmi di
que- lla novella Filofofta , che meglio di me» e più profondamente
l’appararono» il che loro eforco a fare ugualmente , per non cadere
almeno nel bialìmo» che Ci- .cerone diede a coloro , che appretto
di fefolirengon na 'corti i tefori delle let- tere!,, fenza farne
partecipi gli altri ; così dicendo nell’orazione a favore di Archia
. Pudeat , ft qui ita fe litteris abdiderunt , ut nibil po fjìnt ex bis ,
ne - que ad communem adferre fruSìum , ncque in : adfpeSìum ,
lucemque proferì re . Ma non con animo , che pubbli- candoli quella
fcrittura » vi lìa taluno, che fcrivcndo full’ifteffa materia ,
del- le medelìme co fe li avvagha , facen- done un’ altro edificio
, in cui non vi ila di nuovo che una deferente figu- ra, e
dimenfione. . . Laonde tralafciando la parte difpu- tabile,
dalla quale fempremai la veri- tà fugge , e ne va lontana ,
opponen- doli ragioni a ragioni , . argomenti ad argomenri , e
fpette volte iofifmi co* fofifini pugnando » con aliai delibera- to
conliglio ho, fcelta la-parte idonea, in qua ponete, argumenta licei ,
non argument ari . , La quale ettendo màe- fira della vita , e de’
tempi , e de’co- A 3 ftu- « « _ _
fiumi allo ferì vere di Cicerone fteflò j potrà affai bene
acconciamente com- parire più fchietta, e più finceramen- te
difenderli avanti la Santità* Vo- stra la caufa oneftilfima, e il
diritto di quella Filofofia iniquilfimamente oltraggiata dalla
turba de’ Peripatetici . Così furon degni di grandiffima lo- da tanti
fcrittori , e Greci , e Latini ; i- quali all* i fioria fi appigliarono ,
po- nendo perpetuo filenzio alle difpute , tormento degl* ingegni
delle Scuole li- cenziofiflime delle feienze : così anco- ra fu
degnilfimamente commendato an- che dagli eretici fiefii il
dottilfimoCar- dinal Baronio , il quale dovendo fcri- vere delle
colè appartenenti alla noftra Chiefa cattolica » lafciando a’ chioftri
le controverfie , e le quefiioni , elefie con affai maturo , e più fano
avvedi- mento la parte ifiorica > per trarne le confeguenze- più
vere , e reali . Plus enim Annate s Baranti > quam Contro -
verfue Bellàrmini bar etici s necuerunt . • .£ qui io avrei già finito ,
nè bifb. gne- ; . 7 gnerebbe più dilungarmi : ma
perchè 1* origine di tutto ciò è. d’ uopo che Ha palefe ,
prima di paflare più oltre , e affine , ,-cbe niente fi taccia per
quello, che appartiene alla difeia , così della vita , come della
fama de’noftri citta- dini; egli è neceflario far noto ancora alla
Santità' Vostra, che 1 * origine di quelli nuovi rigori dell'
Inquifizio- ne ella è data , che vedendoli pur trop- po fuora
de’chioftri dilattate le lette-, re, e propagata nella noQra patria la
Filofofia , la quale o fia. propria fata- lità / portando fempremai feco
defla difagj , e fyenture , come dice Boe- zio , Atque boe ipfo
affine s fuiffe vtde- mur maleficio , quod tua imbuti dìfcU pìtnis
o Pbìlofopbia :o-fia per propria- gelosìa delle fcuole degli altri Filofo-,
fanti ; perchè Nibil volunt inter borni' nes credi jmlius , quam quod
ipfi te w, nent / ha cagionato a’ medefimi fai movimenti,. che fi
fon lafciati a dire, .che quella fpffe di pregiudizio aliano* Ara
fede , perchè da’ principi d’ A-ri-, A4. fio- .
/•» » Itotele lontana fia, come per la tanta
autorità data ad Arinotele , diede mo* tivo a taluno di dire fcherzando:
Se»* %a Ariftotele noi mancavamo di molti articoli dì fede : come
fe quelli fof- fero (tati cavati dalla dottrina d' Ari- notele , e
non dalla facra Scrittura , e da altro ; che tanto dir non fi po-
trebbe di S. Paolo , quanto alcuni han detto d’ un autore gentile ,
quando, come fcrifle un altro autore , e con fenno : Sanila fanliorum
non babet _ bete Pbilofopbia . Ma prima di venire allo
fcioglinaen- to di quelle vaniflìme oppofizioni , egli è di bifogno
ricordare alla Santità* Vostra , quanto fia (tata commenda, ta la
Filofofia non meno da' Gentili, che da* fanti Padri medefimi . Ecco
quel > che se diffe Tullio . Pbilofopbia am vita parentem , & hoc
parricidio fe ( quifquam ) inquinare audet y & tam impie
ingratus effe , ut e am accufct , quam vereri de ber et etiamfi minus per
- cipere potuijfet ? S. Giuftino così : Pbi- lo m
I ! 9 lofopbìa efl revfrà maximum lonutn
t & poffeffio i & apud Deum verter abili fi qua" ducit
ad eum > & fi flit fola > & fanti i , beatique Htì, qui
mentem et do- nane. E più oltre: Nemo fine Pbilofo- pbia reti am
rationem intelligit ; quare omnes homines pbilofopbari % &
barre pracipuam fanti ione m ducere (de. San Clemente 1*
Aleflandrino n* avvifa lo fteflò, e Sant* Agortino parimente co- sì
: Qui Pbilofopbiam fugiendam putat % nibil vult aliud , quarti noi non amara
fapientiam . E 1’ A portolo quando dif» fe , Videte ne quii vos decipìat
per Pbi- lofopbiam t egli intefe di quella Filofo- fia , la quale
con folli argomenti da Sofirti > e fecondo lemalfime del mon- do
6 produce ; il che chiarirtimo fi feor- ge dalle parole che feguono , a
ut ina • nem fallati am % fecundum traditionem bomìnum , fecundum
dementa mundi . 11 che vien dichiarato da Sant’Agoftk no medefimo,
detto luogo fpiegando: Et quia ipfum nomen Pbiiofopbia ft con-
fiderete rem magnam , totoque animo ap- Digitized by
Google *° appetendam ffgnifieat ( fiquìdem
Pbiìoì fophia e fi amof yfiudìumque f apienti* ), . cautifftme
Apcfialus h ne ab amore fapie a*, ti* deterrere videretur , fubjeeit
fecun - d*m dementa bujus mundi . . Egli è dunque affai ben
chiaro, che nè Satv Paolo , nè Sant* Agoftino , o niun altro fanto
Padre , Greco, o La- tino , abbia giammai pretefo , che quel» la
apparare non fi doveffe ; anzi che leggiamo tutto il contrario , come
s’è detto. Al che aggiugner u può - l’av- vertimento di S. Clemente
l’ Aleffan- drino fopral lodato; Pbilofopbiam ante Domini adventùm
, Crucis ad jufiitiam fui (fé neeeffariami nunc autem ad pei caltum
t & pietatem utilem effe (*j La m* * » i j C|tt3e l •
». ■ • » » ... " « » « ...(*) Quello non fi
vuol in terpefrar In modo, che S* Clemente Aimafle , che I Greci fi
giufti6catfe- ro per mezzo della Filofofia .» Egli credeva , che la
Filofofia remotamente gli difndnetfe alla cogni- zione di Crifio , dando
lor notizia del vero Dio, c fomminiftrando loro i mezzi per isfuggire gli
er- rori . Per altro fenza la Divina grazia , la fede, la carità
&c. non credette, che uom fi giuftificaf- • fe. Vedi Naral Alefiàndro
Dijfert. Vllh in Hijior . , E cc kf. f*c. IL Digltlzed by
Google qual co fa ugualmente avverti il Cardi* nal Palla
vicino : La Fibfofia nelle dot- trine Teologiche è utile come i
foldati frante ri negli eferciti; cioè in maniera che fervano >
ma non comandino . Im- perocché a tutti fi permette la liber- tà di
fìlofofare. Bona mene ( dice Se- neca ) omnibat patet , omnes admittit
, omnes ad hoc fumus nobile r , nec rejicit quemquam Pbilofopbia ,
nec digit > omni- bus lue et . Tanto maggiormente che la natuta
invidiofà per così dire a li- vellare i fuoi Segreti
avarifiimaraen- te permette , che ora una cola , ora un* altra fi
fveli , come s’ è finora fperimentato per tante ofiervazioni fatte
e che fi fanno in molte cele- bri Accademie dell* Europa , (copren-
doli fempremai novelli arcani » non che nuove, e plausibili opinioni
nel- le Filosofie . Jn Pbilofopbia ( lafciò fcritto Seneca fcefio )
re maxima , & involai iffima , cum etìam multum atìum fuerit ,
omnis tamen atas , quod agat , inveniet . Quindi Atenagora , che
det- tò k* tè un’ Apologia . a prò de’Criftiani
agl* Imperatori Antonino , e Commodo ambeduo filofofi , dille :
Nulìum in Pbilofopbia rcdundat Crimea .. £ più oltre così : Profeto
autem bac crimine vacat . Tutto ciò però intender fi dee per la
cognizione di quelle cole > che dipendono da caufe naturali, non
al* tri menti foprannaturali. Il che fu con- fiderà to dal medefimo
Seneca , ancorch* ei fofle gentile . Perfeveras ire ad bo~ nam
mentem , quam fiultum ejì opta - re, cum pojfis a te impetrare. Non
fune ad Ccelum eleva» da marnisi &c. £ pri- ma di lui avvisò
Simplicio , Eos folum de cauffis naturalihus pbilofopbari fiata «
ifie: nequaquam autem de Ut ^ qua fa « fra naturam exifiebant . r :
Ora fia lecito d* efaminare più efpref- famente, fela Filofofia, che
chiama» Moderna fia d* alcun pregiudicio alla noftra fede cattolica
. . Primieramente è neceflario, ch'io rinnovi alla mente
della Santità* Vo- stra quei tempi più frefchi , in cui
sì Digitized by Google sì felicemente apparò le
feienze tut- te , e con ciò : io rinnovèlli , e rallegri infìeme .
1* idee della prima fua età ; perchè non v'è co fa (come ditte il
Cardinal Bentivoglio ) che maggior- mente I’ animo ricrei , che la
memo- ria degli anni fcolarefchi , perchè ciò egli non è altro ,
che un tornare a vi- vere quella vita innocente , e piò lieta dell’
uomo. Si ricorderà dunque Vostra Santità» , che malamente quefta
Filofofìa fia nomata moder- na , perocch* ella è più antica , anzi
la primiera d’ Bardefane, ed altri difenfori della Religione, furono
tutti Platonici • Ed a chi non è palefe l’A- leffandrina fcuola in
Oriente , ripiena di tanti fanti Padri, e tutti Platonici? Origene,
Clemente, Cirillo, Eraclio, Dionifio , Atanafio , ed altri , io modo
che Aleflandria , non meno per lofplen» dorè della difciplina
Ecclefiaftica , che della domina, fu dimata un’altra Ro- i ma, e la
feconda fedia Patriarcale do» po quella di S. Pietro .
Sant’Agoftino nel libro delle Confefttoni di fe fteffo , e \ d*
altri rettifica eflere flati Platonici , quando e’ narra la vilìta
, che fece a Si m> pliciano > maeftro dì Sant’ Ambrogio,
raccontandogli i libri eh' egli aveva letto de’ Platonici , da' Vittorino
Ora- tore Romano tradotti in Latino , che morì poco dopo d’elferfi
fatto Criftia- no . Sopra la qual cofa fè palefe anco- ra il
piacere, che ricevette Simplicia- no in fentire , che non era caduto
nel- la lezione d'altri libri di Filofofia , pie- ni di menzogne, e
d* inganni; ma lo- lamente in quei de' Platonici , che in*
fegnavàno la conofcenza di 'Dìo, e del Verbo Divino , le di cui parole
fono qu ette: Gratulatiti eft ntìbi , quod non in aliorum
Pbilofopborum f cripta incidi f- fem , piena faltaciarum , &
deceptionum , fecundum dementa bujus mundi : in illh autem omnibus
in ftn aari Deum ' % & ejus Verbum . Indi Agostino ileflo poi gli
1 chiamò i Filofofi di Dìo amatori ; ed Eufebio nel libro XI. della
Demolirà- zione Evangelica , narra , commendan- do tanto le contemplazioui
di Plato- ne, averle tratte da’facri libri degli E-' B x brei
, IO *, * brei, cioè dell’Ente primiero
ndelPI- dee , deli*, immortalità dell’ Anima , della produzione
dell’ Univerfo ,;del bruciamento del Mondo , del R i forgi - mento
de’ morti , della Terra cele (le* e del Giudicio'. ultimo : il cbe vieti
ri- portato ancora da Teofilo Galeo in di- fefa della Filofofia
Platonica; ed Eu- febio. (lefib la difugualianza tra la Fi- lofofia
Platonica ,.e T Ariftotelica in quella maniera divisò : Mofes ,
Hebra't- que Pro.pheta beate Divendi finem tn P r ih mòdo • che
fecondo la jua dottrina il Mondo * non è già - una monarchia , ma
poliarchia y o piuttòflo anarchia p. ciò che -San 'Gregorio Na%i.
anzeno ha' affai ben ■ condannato . * II, Platone chiama 'Dio
nofìro fovra - no Padre:' Arinotele non conofce ver fin Dio' per
padre . 1 * «4 u«>v > -.-v. -> III. Platone nel primo-
libro della fua Repubblica affìcura , - che Dio fia > una
fo fianca (empiici fftma : • Arinotele ah duo- decimo della fua 'Me taf
(tea , lo pone nelC ordine degli animali > e dell' effe n^e
compone. B 3 IV- il . ; IV. Platone nel [e fio della
fua Re- pubblica , che Dio fta nofro fommo be- ne : Arinotele al
duodecimo, della fua Metafiftca , che' Dio fta un bene , che
conviene folamente al primo Cielo > del quale egli è Motore. >
, . V. Platone nel quinto della ' fua Repub- blica y che Dìo
fta la fovraha Sapienza: . Arinotele y che. fta un' intelligenza ,
che conofcendo le cofe un he rf ali » non, f appi a le. particolari
. • •**..« VI. Platone nel Timeo y che Dio fta
onnipotente,: Ari fot eie nell Opere fue , che, non abbia ' altra
potenza. > che di far muovere il Cielo. , . VII. Platone
nel.Filebo , , nel Soffia* e nel Parmenide % thè . Dio abbia crea-
to le foftanze incorporee: Ari fatele che tati . ? X;
Piatone , che il Mondo offendo' un corpo , abbia . una potenza finita:
Ari-, (tot eie , che il Cielo , e il Mondo abbia- no una potenza
infinita dì muover fi . XI. Platone y che il Cielo , e il
Mon- do^ come corporei ftano corruttìbili • A* tintotele
incorruttibili « - = XII. Platone , che- Dìo [taf opra ogn\ e
fiere , J opra ogni foftaitzai Arifioteic-y. cbe’fìa falò foftanza
. ^ X /. . Platone che hi fogna pregare D.io .a
fiacche ci ' faccia buoni.: Anfiote - le , , che Dio. -non .poffa-
fentire, le no fi re preghiere , non conofcendo le cofe parti» eoi
ari . XXllvPlaton* i/ebe p uomo di buo- na vita. i:. fta
gradevole' a Dio: Art fia- te le , che non .io gradifc4-\ t % 'non
cono» fcendolò\ «'■Vi (. ^ viv ■.XXIII, Platone , che dopo
morte , 7* ani- «* *5
anime de * malfattori fatto gafligate : ' A- ri flot eie-, ube /’
anime e fendo corrotte Col corpo i non -patif canti- più altro . f
■ XX^fV.- Piatone y^ thè, i' morti rifer- gerantio' 1 Arijìotele , che
dalla privanti* otte all'abito non vi fia "rif òr pimento .
XXK Piatone , che V anirne derub- ili faratino collocate in luogo y
dove fa- ranno molto' felici i' Arinotele non cono- fce alcun-
luogo di quefia fori a . • '■ ' Quindi il Sidonio-difle,
Explicatut Plato, ìmpiicat ut Ari fot elei, 'e il Pei trarca del
difcorfo dell* ignoranza di fe ftefloy e d’altri, attéfta , che
Pia* toner» Divinum, Ari fot e lem Damo» iuta Grati nuncupabant ; e
però nel Trioni» fo della Fama, così di lui. degnamene te
canto: A • \ \ • t I n it .
V'olfimi dà man manca , e vidi . Plato, ....... Cfo n quella
fcbiera andò più prefr , . fo al fegno, . s «* 4 / ?«*/ aggiunge ,
a chi dal cielo ...... ^ dat o • .. '*■ ... E fi-
*, £ finalmente tutti concordano, che la Filofofia di Platone fia
fiata la più favorevole > ed acconcia , e quella d* «Ariftotele
la più contraria , e pregiu- diciale alla dottrina della nofira
Chie- fa cattolica, E Sant* Agoftino attefla. Platonica f amili*
Pbilofopbos facillìme omnium , paucifque mutatiti r fieri poffe
Cbrifiianos , Anzi un Autore, che fé* ce una Diftertazione del modo
di ftu- « \ 1 diare la Teologia , impreca
coll’altre di Ugone Grozio De Jìudiis inflit uendis , vituperando
aifatto la Filofofia Ari» fio te lica , e ragionando egli degli
anti- chi Filofofi Crifiiani , così dice \ \Qm quis effet Arifiot
elicti s , eo minus • Còri- flianum fuiffe E, de’ Padri foggiunge :
Olir» multi viri pii , (S doElì % Origene: t Clemens Alexandrinut ,
Jufiinus , Augu - jlinu ! , & alit y ex Plafoni s fcbola ad £c-
clefiam Cbriftianamtranfierunt : f ed nul- li y aut certe pattei ex
fcbola Ariftotelis , qui metaphyftcis ejus fpeculationibtn , &
arguti is inferii erant . E il medefimo Autore dice f che Pietro £amo
era -fi d’opi* Digitized by Google d’ opinione
, che fi dovefle bandire da T tutte le Scuole , ed Accademie la
Me-t tafifica d’ Ariftoteleu Petrus Ramasi I (
fono parole dello fleflò Autore ) stiri do fi us , & perfpicacis in
Philofopbia ju- dici't ( luet Ariftotelici contra fentiant )
Tbeologiam illam , quam ? Arinotele s in Metapbyjica docet » impietatem
omnium impie tatum maxime execrabìlem , & de-> tefiabilem
effe confirmat , adeoque ex A- cadem'ùs exterminanàam , ut a multi s
fa- flit atum efi . Avendo egli ancora propo- fto> fecondò l'ufo
dell’ Uni ver (Ita di Pa* rigi , primach’ ei fofle creato Maeftro ,
e primachè caduto fofle nell’erefla, pub* bliche Conclufioni,per le quali
foftenne, Qutecumque ab Ari jlot eie dì fi a funt^falfa 4 &
commentiti a effer , e perciò ifuoi fcrit- ti in Francia in grandiflimo
pregio fono tenuti . £ di Guftavolte di Svezia rap* porta il
medeflmo Autore > che Omnes Metapbyficas a regno fuo expulit t &
exfu- Idrejuffit . Come primamente Antonino Caracalla, conofcendo
ancor egli quefra verità , vietò affatto l’ Accademie de’ ‘
Pe- / Peripatetici , 'facendo bruciare ancora
tutti i Iibrrd’ Arinotele . E Pietro Poi- ret nel libro de Deo , le diede
più. che bando dalle fcuole con quella ’ defini- zione: Pbilofopbia
e fi contemplatiti , vel cotnpages nugarum Scbolafìicarum ) Ari -
fiotelicarutii t vel fimiVtum , ad oblivi] ce n- dum Dettm , mentemque
tumidi s tenebri! t & inquieta - pet ulani ta implendam ; In
modo che da’ mèdefimi Eretici fi con- feda edere la Filosofia
Ariftotelica dan- nofilfima al Criftianefitrio. : £ chi
potrà giammai dubitare , che la Fftofofia Ariftotelica- fia Hata
l’uni- ca e fola cagione, anzi l’origine ftefta di tutte 1* creile,
eflendo ciò mani fe- llo per l’autorità di tutti gl’lftorici, e di
tutti i fanti Padri , ' che in quei tempi fiorirono, i quali erano
preden- ti alle difpute , e ne’ Concili ftefti per confutarle ?
Aezio Vefcovo d* Antio- chia ne’ primi tempi appunto della no- ftra
Chiefa , non fu egli Eretico, e poi foprannomato Ateo: Astìus Atbe-
usì non peraltro, fe non perchè trop- *9 po
addetto alle Categorie d* Arinote- le egli era , come nota Svida; ed
Epi- fanio , e Gregorio Nifi'eno lo ftefio afr fermano.. De Chrijìo
magis Academico t quant Eccleftaftico more f ape differebat . E
fattoli pertai fofifmi Eretico , e poi Ateo, coro’ è detto,; fu. privato
della Chiefa, e la fua fetta, ,ch’è la ftefla, che l’Eunomiana ,
detta da Eunomio fuo, difcepolo , e compagno nell’erefia; fu fino
alla morte perieguitata dagl* Imperadori Onorio „ è Arcadio ; e Te-
miftio Ariftotelico , come nota Svida ftefio , chefcriffe fopra il
trattato del- la Fifica ». dell*. Animai» e d’altri libri d’
Arinotele , fu Eretico, come Gio- vanni Filopono. ; N ice foro così
d’eflb loro dicendo : Johannes ifte Philopone - us Alexandrìnus , .
ita ut diximus T rithei- tarum i hdereticorum pr afe Bus fuit ,
prò- inde atque olim Tbemiftius Pbilofopbut jub .Valènte Agnoetarum
feft & , qua conventi» lucis ad Be- Hai? £ S. Gregorio Nazianzeno
ugual- mente ne fa molta doglianza, dicendo : In Ecclefiam
irrepftffe captiones fopbiflicas , ac pravum art if cium Arinotele# artìs
, & bujus generis alia , veìut ALgyptiacas quafdam piagar . E
altrove così . Abjice Ariflotelis minutiloquium , Jagacitatem ,
& art ifi cium: abjice mortale s illos fuper Anima fermones,&
human a illa dogmata. Ed in altro luogo deteftando in tutto e per
tutto Ariftotele il chiama Struggit »• re della provi de n^a Divina .
Ireneo in in quefto modo ne parla: Minutiloquium, &
fubtilitatem circa quajìiones , cum ftt Ariflotelicum , fidei inferre
conantur : Lattanzio così ; Arijlotelem de Deo ìpfum fecum
dtfftdere , & repugnantia di- cere t & Jentire immo Deum nec
colu- ti, % nec curavit « San Girolamo ad Eu- ftochio feri vendo :
Attende & tu fa - tuorum fapientum princeps Ariftoteles . In
altro luogo . Omnium b*reticorum do- ppiata fedem fthi & requiem
inter Art - fiotelif , 0 Cbryfippi [pineta reponunt , & Ut fub
diem cunfia concludam fer mo- ne , de illis fontibus univerfa dogmata ar
- gumentationum fuarum rivulis . trabunt . E femprcmai.con aperto
vocabolo Gi- rolamo fteflb verfutiet chiama gli ar- gomenti di lui.
Origene ne* libri ch’ha fatto contro Celfo , grida in più luo- ghi
contro d’ A ri Itotele come nocivo al Criftianefimo > e la maggior
parte degli altri fanti Padri fono del mede- limo fentimento, come
Sàn Giuftino nel Dialogo per la verità della religio- ne Criftiana-
con Trifone Giudeo : S. Clemente PAleflandrino nelfuo avver-
timento , . che fa a’ Gentili ; Eufebio in più luoghi delle fue Opere:
Sant’Ata- nalio contra Macedonia no : San Gre- Digitized by
Google gorio Ni fieno eontra Cunomio : San Gregorio
Nazianzeno più voice nelle fue Orazioni ; Sant* Epifanio ne* libri
contro l’ercfie : Sant’Ambrogio di nuo- vo ne* libri degli Uffizi : S
Gio. Grifo- ftomo fall* Epistola a* Romani ; e fo- pra tutto, quel»
che ne feri fie Tertul» liano in più d’un luogo nel libro delle
Prefcrìzioni , e dichiarando egli quel di San Paolo , Ne quii tot
decipiat per Pbilofopbiam , intende egli quella d’A« riftorele vana
, e fallace per fentenza di tutti. Quindi Cirillo l’ A leflandrU no
gridava.* Heeretici- nìbil aìiud , quarti Arifiotelem ruSlant . E Sant’
Ambrogio con ugual fentimento, e colle lagrime agli occhi dicea ,
Reliquerunt Apofiolunt » fequuntur Arifiotelem . E fra Moderni
Melchior Cano così ; Habent Arifiote- lem prò Cbrtfto , Averroem prò
Retro , & Alexandrum prò Paulo . E tant' ab tri, i quali
l'hanno riprovato, e con* futato , foto per timore, che non s’irn-
primefle al Criftiano un carattere deb fa fua dialettica » per efler
tutta con» *• C tra- traria alla femplicità della fede
> la qua» le altro non richiede , che una umile fommiffione» e
totale credenza, fenza veruno ragionamento , e difcorfo uma- no . E
finalmente lafciar non fi dee ciò , che ne fcrifle S. Vincenzo
Ferre-- rio » che fremeva contro un tanto abu- fo nelle Scuole .
Quel Predicatore io dico tanto zelante , che introduce la vigilanza
dell’ Inquifizione .per man- tenere la purità della fede, non
appel- la egli queft-a dottrina d’ Arinotele, e quella d‘ Averroe
fuo feguace, Pbia ìas ir che nell’ anno MCCIV. fotto Filip-
po ;1* Augufto , per pubblico confi- gli©,' come dannevoli alla noftra
fe- de i libri della Metafilica , che al- lora folamente veduti
s’erano, e tut- ti gli altri ancorché, non veduti , e foflcro per
^comparire , fu ordinato > che fi ì mandafiero alle fiamme . Ec-
co le : parole . , dell’ Iflorico riporta- .te dal medefimo Padre Petavio
> in diebus .uillis .legebantur, Parifiis. li- belli quidam ab
Arinotele > ut dice ? » C i ban- bamur, compo fiti t luì
aocebdnt Meta - pbyftcatn , éf 4 Graco in Latinum translati;
qui quoniam non folum pre- dilla bareft fententiis (ubtitibus occafto
* **0» prabebant , ò»/»o 6 * 4/»/ sondane investii pr abere poter
ant , jufi funt 0- mnes comburi t & fub paena excommuni-
eationis cautum eft in eodem Concilio , ne quìi de cetero eoi fcribere ,
legere fra fumerete vel quocumque modo b abe- re. Esfei anni dopo
che fu condanna- ta ia Metafilica dei medeiimo , il Car- dinal di
S. Stefano mandato in Fran- cia da Innocenzio III. in qualità di
Le- gato , proibì a* Profeffori dell* Oniver- fità di Parigi d’
infegnare più la Fifica del medefimo Arifrotele , il che fu con-
fermato poi per una Bolla di Gregorio IX. come ancor prima per lo
Concilio •Tu rose fe fotto Aleflandro IIL fu pa- rimente vietato
leggerli più la Fifica a’Religiofi ; quindi dall* Università del-
la Facultà Teologica di Parigi , c da Francefco primo fu fcabilito >
Che s* r Digitized 37
infognale la f 'anta Scrittura , i fanti Canoni > i fanti Padri
, la Teologia an- tica con tutta la purità e femplicità pofjtbile ,
e che fe ne sbandi (fero tutte le vane fattigliele , come riferifce
coll* autorità di molti , M. Baillet . Alma* rico ( narra il
medefimo Ifrorico , ri* portato dal P. Petavio (tetto ) non fu egli
eretico , come feguace de* princi* pj d* Arifrotele? Simone de Turne
ce* iebre Profettòre di Teologia della me- defima Univerfità di Parigi,
e David Dedinant, poco tempo dopo , non fu- rono acculati per
eretici , come trop- po attaccati, a* fentimcnti d* Arinote- le ?
Gli Abailardi t i Lombardi , i Poi- * tierfi, i Porretatii» come
Iettatori del medefimo , non furon eglino eretici ? Quefte fono le
parole del prologo del libro contro le fentenze de* medefimi
condannate « Quii quii hoc legerit , non dubitabit quatuor labyrintbos
Francia , id efl Abaelardum , & Lombardata , Pe- trum
PìEìavìnum , & Cilbertum Porre* tanum uno fpiritu Arijìotelico
affiatos , C j dum 3 * . dum ineffabtìia
Trmitatis , & Incarna- tionìs fcholaflica levitate t raffi
arcnt , multai barefet olim vomuiffe , & adbuc errore s
pullulare. I Luteri, i Calvini , iMelantoni , i Buceri, i Zuinglj , e
' gli altri loro feguaci , ancorché apparen- temente fi
dimoftraflfero nemici. d’Ari- ftotele, gettarono, e coltivarono i
loro velenofi Temi , non con altri ^principi fe non 'con quelli
d’Ariftotele ftefio . I Pomponazj , i Porzj , ed altri traligna-
rono da’ veri fentimenti deirimmorta- lità dell’anima, non con altro
errore , fe non con quello d* Ariftotele medefi- mo . I Serveti , i
Socini , i Poftelli , non con altra direzione che di lui ftefio
divulgarono que’ loro pefiimi ritrovati ; e fceleratifiìme innovazioni
alla noftra Religione . 11 Macchiavellifmo, ch’è lo ftefio che
l’Ateifmo Exiit ( dice il Campanella , col fentimento ancora di
Melchior Cano , dottifiimo Spagnuolo, ed uno de’ più facondi Scola dici
del Tuo tempo, ed il maggior ornamento della famiglia Domenicana ,
degnifiimo Vef- , co- Digltized by Google
J9 covo nell* Ifole Canariè, e fu eziandio uno de'Padri , che
intervennero ahCon- cilio di Trento) exiìt t torno a dire,, ex
Pcripateticifmo - Il quale aggiunge anco- ra : Ex Arinotele nata
funt in Italia pe* fiifera illa dogmata de mori alitate animi ,
& divina circa res bumanat improvi dea- tia. £ Seneca ancorché Stoico
, perchè la Filofofia Stoica alla Criftiana li ag- guaglia,' come
dice Girolamo il Santo nelle Aie Epiftole » non fu valevole ar
cancellare dal cuore di Nerone Aio di- fcepolo que*
peftilènriflìmi. fentimenti, che imprefli. gli *avea. Alèflandro
d\E- gea Aio primiero maeftra f efilofófo Pe- ripatetico. Come
Peripatetico fu ancor ' Sergio , il maeftrcnperfidilfimodi Mau-
mety il che* vien -riferitò da Pico della Mirandola ; avendo ancoi egli (
Arido* tele io dico) d’ una maniera- infegnato la fua Fitofofìa ad
Alèflandro , e d’ um al- tra in Atene, quafi che varia , ediver- fà
la.lnat ural Filofofìa infegnar fi dovef» fe ad un Principe ciré al
popolo ; del che molto-de me. querelò «Alèflandro • cor» 4 ®
. . „ Arinotele fteflb , il quale fu atnbiziofó nel
dominio delle lettere , come fa di più mondi . £ il Carpentario ,
an- corché eretico, nel principio del libro della fua
JFilofofìa libera , non dice li- • \ bera mente così
tjQuis enim ita ferver fi genti e fi , qui mecum nitro non fatea*
tur., Pbilofophorum Principi ( d* Arino- tele ei parla )) ut bomini multa
falja » & erronea ; : ut etbnico, & pagano mul* ta impia , &
profana ; ut primo in* fìauratori multa . manca , & $mperfe *
fi a excictife». £ il Padre Petavio ftef- fo , torno a dire , il genio
veramente della Teologia * e delle feienze , il qua- le degnamente
appellare fi dee il fior degl’ ingegni , e ’1 primiero letterato
tra i Padri Gefui ti , allegando l’auto* rità. d’Anaftafio Sinai ra, non
dice egli così ?, Anaftaftus Sinaita . in eo libro quem Via: Ducem
nominavif, tefiit e fi , ha* reticos omnet , qui vel contra
Incarna* tionit dogma nefarium movere belìum , ex ilio Ari fìat
elico fonte fuxiffe . Indi egli è , che 1\ Autore fiefib della
Filo- Digitized by Google 4 * . fofia
volgare re fatata ; così contro i fetrarj del medefimo grida : Et adbuà
Arifiotelem leghi s t interpretamini , de- fenditi ! , &
exornatis. Quindi egli è , che da’fan ti filmi Pa- dri
medefnni , e da molti favillimi , e dotti (fimi Autori è (lato ancora
nota- to di gravifiimi errori . S Giuftino fcrif- fe tutto un
Trattato contro i dogmi a e le fentcnze d* Arifiotele , nel princi-
pio del quale così ragiona : It nibil dà rebus , quas definiendas ftbi
commenta - tionibus fui f ftatuit . San Cirillo nel li- bro contro
a Giuliano fra i Filofofi » eh’ hanno errato , principalmente ri-
pone Arinotele . E' perciò molto deri- fo da Bafilio , e particolarmente
per quello , eh’ egliafierì intorno alla Ma- teria prima , e che la
materia abbia una limpatia naturale d* unirli i e per- fezionarti
colla forma - Eufebio nel li- ti ro della Preparazione dell’ Evangelio*
e in quello contro i Filofofi detefia non (blamente la vita» i cofiumi,
la Filo- fofia morale > e naturale ; ma la fua Me-
4 ** Metafifica, come una pelle delle Re-
pubbliche. Lattanzio Firmiano il dan- na come Sofilla ., ed a fe fteflo
contra- rio . Ambrolio ugualmente come va- rio, e incollante.- Come
menzognero, efavolofoil riprendono Ago (lino, Teo- , doreto, S.
Bernardo, e il .Beato Sera- fino da Fermo . San Tommafo allegane do
Agoftino medefimo coll’autorità del Gcllio, prova, che fia un impoflore
> come rapporta il Campanella.. Scoio, e Francefco Mairone ,
come un igno- rante affatto della Metafifica, e che le cofe tra
effo loro repugnanti a-yefle ap- provato . Gio. Pico della 'Mirandola ,
e Francefco Patrizio il riprendono nel- la Geografia , e nell’ Agronomia,
nel- le Meteore , nejl’jftorie degl’ animali; e eh* egli abbia !
malamente creduto , che la terra fia più elevata verfo il
Settentrione, che altrove.* che’l Da- nubio prenda l’origine da’ Pirenei
. Pie- tro Gaflcndp lo biafima nell’errore in- torno alla Galaflìa
, all’ origine' delle Vene, c jje* nervi del cuore t c in mol- . . •> te s V
N te altre fimili cofe . Telefio,
Duran- do , Baccone , Baffone ,. l’ Harveo >• Cherneo , Galilei
, Maurneo , e Pie- tro Alliacenfe , e Niccola di Cufa Car-, dinali
, ed ultimamente il P. Valeria- no Magno , piiffimo , e dottiamo
au- tore Cappuccino , che fu Miffionario al Nord, il confutano» l’
acculano, e lo tacciano di molte altre limili fcioc- chezze . La
fomma , e la foffanza fia, dice il medefimo Gaffendo ,che non v’è
per fona, che fenza roffore diffen- der lo poffa , nè fenza tema , e nota
ef- preffa d’infamia, e di vituperio , che l'eguire lo voglia nell’
impoffibilità del- la creazione per lo ftabilimento del fuo
principio , che noii fi faccia niente dal niente: che il Mondo fia
eterno» e l’a- nima mortale : che la previdenza di Dio fia talmente
limitata nelle cofe ce- letti , che non fi eftenda più di queir lo,
ch’è fopra la Luna , negando an- corai’ idee, e confeguentemente il
Ver- bo di Dio , non che Dio fteffo auto- re di tutte le cofe :
l’efiftenza degli . An- ^ ^ ' - Angeli, de*
Diavoli! , l’Inferno , eia gloria beata,, e con ciò le pene adat-
tivi, e i premj a ’ buoni . Inferni , & Supere s , effe fabulas
Legislatori! e' dif- fe nel libro II. e XII. della fua Meta-
filica. £ tutto ciò o fia propria difav- vedutezza , o fi a perchè fi ano
fiate trafilate , e guade le fue opere , co- llie vogliono alcuni ,
perocché egli fa uno de’ maggiori Filofofi della Grecia» di cui
molto n* hanno celebrata la fa- ma , e la dottrina, come dice
Macro- bio : Nibil tantus vir ignorare potuit * Certo egli è
nondimeno , che leggia- mo predo Diogene Laerzio , antichif- fimo
autore , che Cleante Stoico fin da’fuoi tempi dir folea ,
Peripateticit idem uccidere , quod litteris , qua cum bene fonent ,
fé ipfas tamen non nudi*- unt * £ che il medefimo Arifiotele fof.
fe fiato chiamato in giudicio a pena capitale dagli Ateniefi, per non
poter (offrire anche nella loro politica , e falfa religione quei
bugiardi , e corrot- ti principi d’ Arifiotele, diruttori per
così Digitized by Google così dire dell* uomo ,
e di Dio freffo } la qual pena egli fchifò colla fuga . Per la qual
cofa in quella maniera fcla- mò il Campanella di fdpra lodato; Et
nos Cbrtfiiarìt retinebimus tanquam ma - gijlrum , ne àum tontra Patres
> & Con- cilia / aera jubentia , quod jubebant A *>
tbenienfes ; & quod jus : naturar damnat in illis, fciolonm
au£lori%abit in nobisì Abfit Cosi il fuo difeorfo conchiu* dendo. O
Ecelefia prudente r paftores , & o prudente s priucipes , vefirum eft
banc domenicani perni eiem agnofeert » & prodigate . : i .
£ quel , che maggiormente reca maraviglia egli è , che quei
medefimi, che 1* hanno comentato , difendono Platone , dove
Aratotele lo danna , e quei > che 1* hanno feguifato in molte
cofe , non folamente 1* hanno contrad* detto y ma 1* hanno quali infamato
. Alberto Magno l’arguifce , Quod ani- mai Coeli mot or e m facit .
San Tomma* fo lo beffa , Quod bine Mundi eterni- tatem adferuit
> illine animarum immor • 4 « . . t alitatevi fili
contradixerit . Scoto il fot- tiliffimo Io. fchernifce , Quod tam
in - conflanter de anima fenferit . E quel , che fommamente notar
fi dee egli è , che il mentovato Alberto Magno, tan- to feguace d’
A ri (lo te le, per lo dubbio, ch’egli aveva» fe bene, o male avef-
fe ragionato , in quello modo prote- •ftandofi ne’ Tuoi comentarj ,
conchiu- fe : In bis nibil.dixi fecundum opimo- nem me am propriam
; fed juxta pofitio - nes Peripateticorum ; & ideo illos l.au-
det , vel reprebendat , non me . Quindi S. Tommafo fteflò,
difcepo- lo d’Alberto Magno, fi avvalfe nella fua Teologia di
quella Filofofìa , e di .quella morale d’ Ariftotele , che più.
purgatamente fu difcefa in compendio ! da S- Gio. Damafceno , avendo da
ef- • & * % « , v - ^ * W fo prefo un modo, più
particolare, e (incero ; e il Campanella afferma , che S. Tommafo .
Nullo palio putandum efl Ariftotelizaffe ; fed tantum Arifìote- lem
expofuiffe , ut occurreret malis per I Arifìotelem illatis. E S. Tommafo
me- Digltized by Google 47 defìmé^iì
lamentò molto con altri Fi- lofofi più giudiciofi del fuo tempo
, che gli Arabi, e i Mori colà nell' Àfri- ca avevan contaminata
laFilofofia, e T Opere tutte d’ Ariftotele , per non faper eglino
molto bene di Greco; per la quai cofa Giovanni Lomejero nel fuo
libro della Biblioteca n* avvisò ; Qtiod fi Graca exemplaria corrupta fue
- runt , quid de bis putandum e fi , qua in Lattnum.converfa funt ?
Sed melius cum eo a Slum efi, qtsam cum aliis , . quo* rum opera
funditus perierunt , & ipfe c auffa cxtitit cur multa per irent ,
qui aliar um gloriam adfetraxit .. Indi Monfignor Ciampoli
chiamolla Filo- fofia Morefca t Monfignor Minturno Barbarica , e
tutti Pagana-. E ben- ché in «tempo poi dello /cadimento dell*
Imperio , e dell; Imperatore Pa- leologo > venuti alla noftra Italia
i Greci filosofanti , e, fcienziati, forte ri- fiorita; la nobiltà
dell’ idioma Greco 9 delle filofofie , e delhaltrd Scienze, ap-
prettano! già eStinte* e tamraerfc coll* ♦*
innondatone de* Barberi ; eglino parò fi manifeftarono gagliardi
difenfori del* la Filosofia Platonica » e particolar. mente il
Cardinal BeiTarione Arcivef* covo di Nicea , e il più dotto tra
elfi fai merito di cui tolfe il Papato laru* fiicità dell*
Arcivefcovo Perotti Tuo fa* migliare » e concia viftaj dicendo in
pri* mo luogo contro i Peripatetici , eh* e* glino .malamente .
Conantur Ariftote • lem ex gentili) & infitteli Apoflolum
f& sere . Quoniamfides nojlr * Religionis cum Feripatcticorum
dottrina no» convenite Ne formò molte E pi (loie ; il quale fu poi
feguitato da' maggiori ingegni Italiani» cioè da Marfilio Ficino ,
Gio. Pico della Mirandola , e da altri cat- tolici , e
particolarmente da Niccola di Cufa , e da Pietro Bembo ambe* due
Cardinali ; il quale contro d* Ari* itatele così fclamò: Fovemus
ferpentem inter vifeera noftra . Di maniera che vedeli per lo più
Tempre ofiervata là Platonica t la Democritica , e 1' Epi- curea
Filofofia « e (fendo che fono tut- to \
Digitlzed by Google z. . 49 te uniformi in concedendo
, che gli Ato- mi foflero i primi principi di tutte le co fé
corporee , e che il fovrano bene del piacere non confìtta ne’ diletti
in- degni , e brutali ; ma (blamente nell» animo , e nella
vitaonetta, e tranquil- la della virtù : non come altrimenti voleva
Arittotele , conti* è detto . .Fu notato bensì Epicuro per così dire
pla- giario > avendo pubblicati per fuoi i li- bri degli Atomi
di Democrito, «dan- nata in lui l' opinione della mortalità
dell’anima . Gii altri fuoi fentimenti, per la fua moderazione, e
moralità , fembrarono così giutti , e ragionevoli a Girolamo il
Santo , che propofe a* Crittiani di fuo tempo la lezione de* fuoi
libri ; e da molti fanti Padri eì fu commendato . E San Gregorio
Naziao- zeno, così ne ragiona: jQuis crederete Mode rat us , &
cafìus dum vixit fuìt fi- le , dogma moribui probans. E Sant’Am-.
brogio ancorché più fevero d'ognaltro fanto Padre, e nelle Filofofie più
ri- gido» pur egli ftimò effere più cpmpa* * . D ti*
59 tìbili gli orti d’ Epicuro , che d’ Ari- notele i
portici , come affatto danne- voli non che pericolofì ; perocché
ne* libri degli uffizj al Cri diano apparte- nenti » così n’ avvisò
; Epicuri Hortot tolcrabiliorcs effe Lyceo Arinoteli; . Il che rien
confettato ancora da Lattan- zio » e da Origene contra Cello . Ari*
Jlotelem effe deteriorerà Epicurei / . Que- lla Filofofia adunque d’
Epicuro , o fe altrimenti chiamar fi voglia Democri. tica » vien
molto largamente di vi fata, e comprovata dall* incomparabile Pier
Gattendi > Canonico , e poi Propoflo nella Chiefa di Digne fua patria
, Teo- logo , e profeffore delle Matematiche feienze in Parigi» il
quale fu di pura* e cadiflìma vita , e uno de* più illuftri
ornamenti della Francia» o quali l’ora- colo detto delle lettere del
fecol no- Uro» di cui giudamente dir li potreb- be , eh* egli
intorno alle cofe filofofi- che » e feienze Matematiche ne diede il
giudicio cóme Pittagora , e fpiegol- le come Platone . Indi il volere qui
ri- pe. 5 1 petere , anche in menoma parte
quel* 10 , eh* egli medefimo n’ ha fcritto , farebbe un
ridire miferamente ciò » eh’ egli felicemente ne diffe ; e tanto mag-
giormente , quantochè noi richiede la prefente fcrittura, per edere il
tutto notiflìmo alla Santità' Vostra. An- zi in qualunque altra
occalione che fofle , farebbe un cimentar la propria ftima , ed
acquetarli certamente la rota di temerario , e d’arrogante. Ma da
lecito farne qualche parola , e dir folo > che il Galìendi avendo
apprefo nelle, fcuole la Filofofia d’ Ariftotcle, e da eflo poi
tutti i varj fiftemi degli antichi Filofofanti , per quanto gli fu
permeilo dalla condizione umana » e dal fuo proprio intendimento » e
abi- lità ; volle dopo feguitare , e perfe- zionare quella d’
Epicuro , come piti acconcia , e proporzionata Filofofia d’
ognaltra , ammettendo gli Atomi principi di tutte le cole corporee
; come fende di fe Giacomo) Colonna 11 Vefcovo al
Petrarca: Da Se 5 * Se le
parti del corpo mio diflrutte , E ritornate in atomi > e faville
. Softenendo però , che Dio gli abbia creati , e che Dio
averte lor dato il movimento) e il dirtendimeato , e la
figura. E che il corpo umano, fia di minu- ti ffime
particelle coni porto, leggefine* libri del diritto Civile, e
propriamen- te nel Titolo de judiciis , nella Lege ' Proponebatur ,
così dicendo A 1 fono Var- rò, gran Filofofo, e gran Giurcconful-
to, e Confole di Roma, Quod fi quis pittar et , partibut commutati s ,
aliam rem feri: f ore, ut ex ejus ratione nos ipfi non idem eflemus
, qui abbine anno fuiffemur, fropterea quod , ut pbilofopbi dicerent ,
ex quibus particul'ti mìnimts confliteremus , bue quoti die ex
noflro corpore dee e dere nt, aliaque extrinfecus in earum locum
acce* derent. Ouapropter, cujus rei Jpecies e a-
dem confifieret , rem quoque eandem ef- fe exifìimari &c.
Quelta Filofofia è (lata feguitata / v in
io molte i e quali innumerabili carte- dre dell’ Europa, e
ballerebbe fol di- re, eh* ella non è altrimenti proibita da verun
Pontefice voftro predeceflb- ; re; anziché quali in tutti i luoghi
cat- tolici pubblicamente s* infegna , ù. ap- para , e li profèta .
Sia ancor lecito aggiungere a tante dottrine che li ad- ducono dal
mede fimo G a flcndi , e da altri, per corroboramento di tal Filo-:
fofia, un’ altra autorità di S. Grego.: rio Vefcovo di Nilfa, la primiera
«fé-: dia della Cappadocia, il quale viveva nel quarto fecolo,
fecondiamo di tan- ti e tanti fanti Padri , e Dottori della noftra
Chiefa , fratello di S. Balilio il grande , e di S» Pietro Vefcovo di Se
perocché egli diffe: Fuit fuhita , urgebat , nova rei fui fa - bat
aures . £ finalmente foggiunfe, Che Veritas placet , & vincit . Carte
- fius bene intelleflut, nibsl cont'met ma- li . Onde ravvedutili
gli altri , fi di- chiararono ugualmente Cartefiani . ^Soggiungendo
ancora altriTeologi , che fentimenti di Renato intorno all’efi»
ftenza di Dio fi conformavano con quei medefimi di Sant* Agostino ,
diftefi nel librò X. della Trinità > e -propria-
merv 5 * mente nel capitolo X. Ed un dotti
f- fiimo Padre , di cui ne lafcia il no- me lo fcrittore della vita
di Rena- to , vi aggiunfe molte altre limili dot- trine > eh’
egli aveva ritrovato in pro- va delle opinioni di Renato ; in mo-
do che ciò fu di gran gioja.a Rena- to fteflò, in fentire, che i fuoi
penile- ri erano uniformi con quei di Sant’A- goftino , e di
Sant'Anfelmo nel libro, detto Profologio , e d’altri fanti Padri. E
per li fentimenti dell' anima io vi aggiungo Glaudiano Mamerto ,
uno de’ più celebri fonti Padri, . che fiori nel quarto fecolo
ftefiò della noli ra Chiefa , che compofc un divinilfimo Trattato
dell’anima t in confutando quell’ enormilfimo errore di Faufto , Ve
f covo di Rems nella Francia, che tenea quella falfiffima opinione
>xhe nelle creature non vi fia niente d’ in- corporeo; ma
Solamente in Dio . Que- llo Trattato fu dedicato. a Sidonio
Apollinare, amiciflimo di Mamerto; .ed egli è molto elegantemente, e
con foni- 59 fommo giudicio , e finimmo •
ingegno dirtelo , in cui trattanfi le queftioni metafifi che con
ogni chiarezza , e fa- cilità poflibile in prova dell’immorta- lità
dell’ anima in modo che non vi è fiato chi migliore, di lui ciò
abbia comprovato . Fondando egli con ro« bufiifiitne ragioni, che
l’anima operi tutta intera ne’ Tuoi movimenti: che non fi mova nè
verfo l’alto, .-nè ver- fo il baffo , o altrove ; eh* ella non fia
nè lunga» nè, larga, nè più alta r eh’ ella non abbia parti interne ,
nè efierne ; e eh* ella penfi , ella fenta, ella immagini , e
penetri tutta in tutte le fofianze : eh* ella fia tutta
intendimento , tutta fentimento , tut- ta immaginazione , tutta di.
qualità» e non altrimenti di quantità; e final- mente , che fia
immagine di Dio » e confeguentemente incorporea , e im- mortale. Et
quia imago Dei efi , non e fi corpus . E che però cerchi Tempre Dio
, e defideri conofcerlo , non con al- tra immagine di Divinità, chedelia
/ua 6o propria ; e che fola mente il corpo fi
tnifuri per lo fuo di (tendi mento in lunghezza» larghezza, e profondità
, e con altri fomiglianti principi , de* quali fe la maggior parte
fi veggono nelle Meditazioni , e negli altri libri di Renato » dir
fi potrebbe , o che Renato gli abbia stolti da Mamerto , ò ch’egli
abbia avuto un ingegno geo» metrico » giudo » e uguale a quello di
Mamerto . Da tutto ciò adunque fi vede » che quelli principi di
Rena» to fiano gl’ ideili d* un Tanto Padre , che fu Mamerto » gran
Filofofo , e gr.and* Oratore , il quale fu giudicato uno
de’migliori, e favillimi Padri del- la Chiefa: che meritò la dima d’ ef-
fere tenuto dotto , quanto Girolamo; dedruttore degli errori , quanto
Lat- tanzio ; provatore della verità » quan- to Agodino; e che fia
levato in alto t quanto Uario ; che abbia ancora fa- vellato , come
Grifodomo ; riprefo , come Bafilio ; confortato» come Gre- gorio/ e
che fia dato fertile » come Orofio; robufto, come Ruffino; nar-
ratore, come Eufebio; dettatore, co* me Eucherio ; declamatore ,
come Paolino ; e foavitfimo , come Ambro- gio . Quella
adunque nuova Filofofia , o rinnovellata per dir meglio Filofofia
di Renato, è fiata feguitata, e dife- fa dalle migliori Uniycrfità, e
proviti- eie dell'Europa, ed infegnata pubbli- camente nelle
cattedre più rinomate del Mondo ; e i cattolici fieffi ne fo- no
difenfori , non che gli autori , e fer- rar] ancora , così attefiando il
dottif- fimo Sorel ne’ Tuoi libri della Scienza universale . La
dottrina di Momìt Defi cartes oggigiorno è feguitata in molte ,
Accademie , e conferenze . V* ha de* Prof e (fori di Filofofia , che /*
infegnano. Molti fe ri appagano piu , che del - la Filofofia antica
. La quale vien con- fermata con pubbliche (lampe da mol- ti
Religiofi , che n’han divifato tanti e tanti libri che nulla più,
approvati da’ loro Superiori , e fpeciali/fimamen- te
Digitized by Google te ne fono Seguaci nelle cofe più
prin- cipali i dottiifimi Padri Merfenni , e Detei , e Niceron
Minimi . IIP. Mai- gnani, e il P. Barde : T incomparabi- le P.
Nicolle , e il P. Malebranche , che nel fuo libro de inquirenda Verità
- te vi pofe tutti i principi , e tutti le parti della fua
Filofofia Opera , che fi potrebbe appellare ' 1’ ultimo sforzo
dell’ ingegno umano ; ed altri Padri dell* Oratorio di Parigi , i quali
furo- no ancora amiciffimi di Renato, e fo- pra ognaltro
affezionati (fimo , e mol- to famigliare di lui , e della fua
JFilo- _ rf * fofa feguace, A ntonio Arnaldo uno de» maggiori
Teologi della Sorbona , e che M per la fublimità del fuo ingegno ,
ed eccellenza della fua dottrina , fi può - £ /giustamente chiamare
l’Aquila degl* ingegni, lo Splendore dell’età noftra, e il più
gagliardo foftenitore della fe- ‘uWw^r^de Contro il Calvinifmo ; il quale
col __ . , , ~fuo libro della perpetuità della fede, in ~ *
cui con robufte ragioni , e con eloquen- za veramente Grifciana ha
fondata 1* eli* J e fi (lenza
reale di Cri (lo nella fantini** ma Eucaristia , e poi con altri
volu- mi , autorizzando colle fentenze de* fanti Padri e Greci, e
Latini di feco- lo in fecolo, e della Chiefa Orientale ancora , che
fervirono di ri fpofta al li- bro di Monsù Claudio , Minirtro di
Charenton , approvati da tutti gli Ar- ci vefcovi , Vefcovi * e Curati
della Francia > e da altri Teologi , e Dotto- ri della Sorbona ;
ha dato tal confu- sone a'Calvinirti , colla lezione di quel* lo ,
che molti d’elfi illuminati , fi fo- no uniti alla nortra Chiefa , come
il Vefcovo della Roccella , uno degli ap- provatoti fuddetti
l’attefta: e per tan- ti altri libri , che quali ogn’ anno di fua
vita ha dato alle (lampe , fe ne va carco di gloria , e d* anni con
quella folitudine , propria d* un let- terato in Olanda , dove gran
tem- po menò la fua vita ugualmente Renato , con rifiuto
magnanimo delle cofe del Mondo . Parimen- te furono di Renato
amorevoli il Car- I «4 ,
Cardinal de Bagne , e il Cardinal di Ecrè, e il Cardinal Berul , e
il Car- dinal Barberino* quando ei fu Lega» to alla Francia * il
quale tanto fu a- mantiflìmo delle cofe dell’anima > che non per
altro . pare * eh* egli avelie trasportato dall’ idioma Greco al
no* Uro Italiano la vita di Marco Aure* lio Antonino Imperadore ,
eh* ei def* crifle di fe fteflb a fa fteffo * fé non per dedicarlo
all’ anima fua , come Specchio veramente, e dottrina , quel libro*
delle cofe morali * che ponde- rar fi debbono dall* uomo ; perciocché
tutte le cofe di quaggiù, anche in ai- tiamo grado confiderate *
fvampano in nulla . Fu protetta » e difefa anco* ra quefta
Filofofia da tutti i Principi* e potentati ftelfi d* Europa } e
partico- larmente dal Re di Francia* che grati- ficò di due
penfioni Renato* e dalla Re- gina di Svezia * in cafa di cui egli
mo- ri * ed ella in grembo della Chiefa ; coftà venuta , e fatta
cattolica per o- pera fola d’un folo Renato * com’ el- la
65 la fteffa afferma in fua lettera , che fi
legge nella vira del medefimo; l’auto- re della quale narra ancora , che
la iua maniera di parlare della Religio- ne fece convertire alla
noftra. Chiefa il Marefciallo di Torrena , un Ateo , e due
Proiettanti; e dalla Principcfla Ehfabetta r fu nomato il refugio
de’ cattolici di Olanda , ed al medefimo furono celebrati i
funerali con aflìften- za di molti Prelati, e delì’Ambafcia. tore
di Francia -, e d* altri perfonaggi illuftri t ed Ecclefiattici , e fu
compian- to con funeftiffime Orazioni, e lugu- bri apparati dalle
migliori Accademie, a cui ugualmente furono rizzati più e. pitafj e
maufolei, ed impreffe medaglie in memoria della fua pietà , e dottrina
. - Ed ancorché i Padri Gefuiti , i quali poffono dar norma, ed
efemplo per la loro dottrina , e - fantità di coftumi , abbiano,
particolare infti- tuto , e regola di feguitare affolu- tamente .la
. Filofofia d’ Ariftotele ; il che vien riferito ancora da uno
E fcrit- 66 fcrittore , così dicendo : Apud
Jefuitas ie gibus fauci curii e fi , neminem in Pbilo - fopbia
prater Ariftotehm [equi , qua caufja e(ì, cur rnjtltt Ortbodoxi non
alia de c auffa Pbilofopbiam rimentur , quam qmd abfque ea non
poffe cum Jefuitis rette difputari ; nulladimeno vedefi , che molti
d’ elfi di celebre .fama , e d’ una vita efemplare , non fedamente
la FUofofia.Ariftotelica hanno trala. fciata, ma quella novella forma
difi- lofofare hanno abbracciata , come fo- no il P. Fabbri , • il
P. Cafati , ' il P. Grimaldi, il P Lana, il P. Pardies » e il P.
Bartoli . La qual cofa li olTer- va per lo modo di filofofare ,
fpiegan- do gli effetti della natura per mezzo delle particelle,
eh’ eglino -han tenu- to ne’ loro libri già pubblicati alle (lam-
pe , le quali non altrimenti permettonli fe non coll’ approvazioni
d’altri Padri, , a ciò deflinati dal medefitno lor P. Generale, o
Provinciale . Il P. Char- let , ugualmente Gefuita , che fu affi-
ttente Francefe del P. Generale della Compagnia, e milfionario
nell’Attjefi* ca, non fu egli amico , protettoref^é direttore di
Renato? 1} rJ*>j Giacomo* Dinet ^Provinciale nella Francia,:^*
conf flore di Lodovico XIII. e di Lo-: dovico XI V. non fu affezionato di
Re-- nato raedefimo ? Ilr:P.:Braudin firnil-j mente Gefuita, benché
una volta, gli? avelie contraddetto » e riprovate lo, Meditazioni ,
non fu egli medefimo £> che ravvedutoli, fi riconciliò con Re»
nato IfelTo per mezzo del medefimo P.; Dinet ? Il P. Atanafio Kircher
preoc-' cupato una volta dall’odio contro Re-» nato, non procacciò
poi la fua amici» zia, e corrifpondenza èri! P. Miland ugualmente
Gefuita, non fu feguace della Filofofia. di Renato, riducendo; in
compendio le di lui Meditazioni , ed in metodo Scolallico per infegnarle
a’ fuoi difcepoli ? Anzi quello medefimo Padre prima di partire per
1* America, volle oflequiofamente , e con particó* lar fentimento
dar. 1* ultimo addio: a Renato fuo amiciflìmc , quali che in
£ 2 tal 68 ' tal dipartenza non fendile altro
cor- doglio, che di lafciar Renato , non già i Tuoi compagni , i
parenti , e la patria fteffa. Il P. Stefano' Noe! non fu egli
parziali (fimo di Renato, e fat- to Rettore del Collegio di
Chiaramon-' te a Parigi , non dedicò i due fuoi li- bri di Filìca a
Renato , conformandoli co’ fentimenti del medefimo ? Pren- dendo
ancor egli la difefa contro Paf- cale per l’opinione toccante il
Vacuo. IlP.Vatier, parimente Gefuita , non fu egli fettario di
Renato , ed appro- vante delle maniere di fpiegare il fa- crofanto
mifterio della Santilfima Eu- cariftia, fecondo i fuoi principi, e
ra- gioni? Il P.Grandamy gli fu finalmen- te amiciflirao i II P.
Francò , il P# Fournier furono tanto amici di lui , che gli
dedicarono i loro libri-. Il P. Fonfeca, benché Portoghefe , e il
P. Ciermans Fiamingo , ma ugualmente Gefuiti, fecero un elogio alla
Metafi- lica del medefimo . In fomma tutti i ' Padri-Gefuiti de’
Collegi della Fran- i eia Digltized by Google
69 eia furonoapprovatori , e fettatori della filofòfia di
Renato, co’ quali egli ebbe una continua corrifpondenza , e vicen-
devoi commercio di lettere ; e della Tua vita ne' due libri ultimamente
pubbli- cati. Ed ancorché pochi anni fono ilP. Rapini , Umilmente
Gefuita fi fia al- quanto allontanato da’fentimenti di Re- nato ,
dicendo egli molte cofe contra lui, ie quali quanto fian meritevoli di
rifpo- ila lo dican gli altri , noi comportando la prefente Scrittura
; nulladimeno il xnedefimoP Rapini, parlando egli pri- 3
fiieramente del Cavalier Digby,eflerfi egli tròppo attratto nel fuo
Trattato dell* immortalità dell'anima , così di .Renato favella :
Le Meditazioni Meta « .fifiche del Defcartes hanno avuto della re.
f> ut azione j perch'egli s'interna più che al - .trinci midollo di
quefte materie. Soggiun- gendo a quefte parole l’autor della vita
di Renato . Senza eccettuarne t Gefuiti Suarez , e Fonfeca , de* quali
prima egli aveva parlato, e che p affano per i migliori, e più
profondi Met affici delle Scuole . • E 3 Ag-
Aggiungendoli ancora , che-veden* do le Univerlìtà Protettami di
Bafilea e d* Olanda effer pur troppo pregi udi- ziale la Filofofia
di Renato al Calvi* nifmo, Il concitarono tanto contro Re* .
nato , che non contenti di fori vere con- tro la fua dottrinargli
ordirono anco- ra contro la per fona molte calunnie, in modo che
GisbertoVoezio Miniftro d* Utrecht , per avergli oppofto con
malignità il Ir r»
V * { t >
t ì | * *
t .ì r • — 74 tìamo le vivande
fenza penfarci , dice il dottiffimo Boezio, noi refpiriamo dormendo
fenza ciò considerare, e tan- to meno faper fi, pofTono 1* altre
cofe naturali , e celefti . Jacent ( ne laSciò fcritto Cicerone )
ita omnia crajjts oc» calta , & circumfufa tenebris , ut nul-
la acies bumani ingenti tanta fit , qua penetrare . in coelum , &
terram intrare pofjit i Corpora noftra non novimus , qui fit fitus
partium , quam vim unaquaque pars , babeat ignoramus . L’Angelo
del- le Scuole manifestandone la ragione nella fua Somma, così
favella : Quia ratio bumana in rebus bumani s ejl multum defciens , cujus
fignum ejl , quia Pbilo/o- pbi de rebus bumanis naturali invejìi-
gatione perfcrutantes in multis errave • runt , & / ibi ipftt
contraria \fenferunt .. Il che Similmente avea detto Crifo. Homo ;
Hi ipji , qui ad omnem pom- pam de Pbilofopbia gloriantur, multos ,
& plurimos de eifdem cauffts fcribentes libros , non modo fimpliciter
difcepta- rmt t fed ttiam ftbi contraria pleraque ' di »
X 1S dixerunt . Quindi Sant’ Agoflino
fteflb, delle cole Metafifiche ragionando, con* figliò : Noli
qu^rere quid fit Veritas % fiatim entra fé' oppone nt calìgine! imagi
• num corporalium , & " nubila ■ pban t af- ta at a ,
& pertutbabunt ferenitatem t qua primo iftu diluxit tìbi , ut dìce-
rem Veritas . • Non perchè quella non vi lìa ; ma perchè di quella capaci
non fu- mo , dille il medelimo ! Cicerone . Ve- ri effe al'tquìd
non negamut , pertipi pof- fe negamus : E altrove : Non enim fu-
mar ii , quibus nihil verum effe videtur ; fed qui omnibus veris fai fa
quidam a- djunSla effe dicamus tanta fimilitudi - ne y ut nulla
inftt certa judicandi , & difcernendi nota . £ quella è la
cagio- ne , per ria- quale tanto fi lamentava A gofiinò medelimo
dell* ignoranza u- •mana. QUomodo hoc fcio, quando quid fit tempus
nefcioì-An forte ne feto que- madmodum- die am quod fcio ? Hei mi-
bi , qui nefcio faltem '-quod nefeiam ! Come Plinio parimente
compaifionan* do tutto l’uomo , ftimollo in ciò piò mi*
L 9
f » ' 1 $ i
an incredibili celeritate vol- vatur : quanta fit terra crajjitudo
, aut qtitbus fundamentis librata > & ( ufpen - fit . £'
volere ciò difputare, e con- ghietturare Lattanzio il medefimo di-
ce , non e (Ter altro , che difeorrere , e giudicare di cofe fatte in
remotifiime parti non mai da noi vedute , o fapu- te . Quindi il
medefimo Lattanzio- , così ragionando , il fuo difcorfo con- chiude
: Si nobis in ea re feientiam vendicemus , qua non potejl feirì ,
non- ne infanire videamur , qui id affirmare audeamus , *» quo
revinci po/Jimus ? Quanto, magis , qui natura Ha , qua jet* ri ab
bomine non poQunt , /city />«- , furìofi , dementefque funt ju
di- cati di ? £ A rnobio così ; X?*»*/ incerta r fuf- penfa ;
magìfque omnia verifimilia , quam vera , Minuzio Felice dille , Indi
il Poeta .j In- 8 $ Incerta bac ft
tu poflules ' Battone certa facere nihilo plus ■ 1 agas
> Quam ft des operata , ut cum ra- • tione infantai
. £d in confermamento di ciò , fs noi riguardar vogliamo a
quel, che n’han giudicato i medelimi , e i primi fetta- tori delle
Filofofie, ritroveremo , eh’ eglino fteffi han detto > aver
fondato il filofofare fu i principi dell’ ignoran- za medefima,
comen’avvifà Arnobio fteflo . Ipft denique principe t & feti a-
rum patres , nonne ipfa e a , qua dicunt , fuit eredita fufpicionibus
dicunt* Zeno- ne, e tutti gli Stoici negarono 1’ opi- nazioni
ftefle .• Opinar i entra , te feire , quod nefeias , non ejl fapientis ,
fed te- mer a rii potius , ac fluiti . Socrate , Quod neque feiri
quicquam poteft, nec opinati oportet . Adunque Tota Pbilo- fophia
fublata efl , difle Lattanzio. Ariftotele fteffo ne’ libri della
Metafi- sica così ; De bis- enìm omnibus non mo- ** ’ Fi do
\ 84 do invenire veritatem difficile ejl ,
verune ncque bene ratione dubitare facile ejl . Gli Accademici
contro a’ Filici, Nul- la m effe fcientiam , ed ogni cola proba-
bile . Democrito , che la verità delle fcienze ftia nell’- abiflò
nafcolta . Arce- fila ( narra Epifanio ) nomato il mae- ftro
dell’ignoranza da Lattanzio ftef- fo , niente doverli affermare di certo
, negando all’ uomo la fcienza , riponen- dola lolo in Dio , e Dio
ftelfo Non nifi ignorando fcire pojftmus Là onde Cice- rone così
tutto il fuo detto fiabililce : Arcefilas ftbì otnne certamen inftituit
, non pertinacia , aut fludìo vincendi , ut mihì quidem videtur ,
fed earum tettine ohfcuritate , qtu ad confejjionem ignora- tionif
adduxerant Socra tem , & velutì a- mantes Socratem, Democrìtum ,
Anaxa- goram , Empedoclem , orane s pane vele- rei ; qui nìbil
cognofci , nihil per dpi , ni- hil fciri pofje dixerunt : angttjlos
fenfus , imbecillos animoiy brevia curricula vita t & y ut Democritus
, in profundo verita- tem effe demerfam; opinicnibus , & injìi
- tu- S J Digitized by Google
8 5 tutìs ornata teneri : . nìhil ■ ventati reità* qui
: deinceps omnia tenebri! circttmf ti- fa effe dixerunt . £ della varietà
di tan- te opinioni , dell* incertezza delle fa- enze y e della
moltitudine di tanti Fi- losofi giudiciofiffi ma pirico così ne
ragiona : Ita etiam in' hunc mundum , velati in quamdamma - i gnam
domum , accefjìt multitudo Pbi - lofophorum t ad quarendam veritatem
, quam qui acceperit e fi veriftmile e am non credere , quod reEìe
conjecerit . li quidem certe non dicit ejse \aliquid , quod
judicetur verità! , propterea quod 4 in eorum ,r qua funt natura , nìhil
pef- ftt comprebendi . Il che vien confermato ancora da Galeno,
così dicendo: Scien- tiam neque apud Pbilofophoi , prafertim dum
rerum naturam perfcrutantur , in- ventai . Ammonio tanto fettario d’
A- riftotele fteffo n’allega la ragione: Quia diverfitate
opinionum, diverfo modo rei ef- fe verni velf alfa! : quoniam autem
opinio- ne ihominum varine funt ,& incerta , ideo fcientiat
quoque e] se variai , & incerta!, ac F l prò -
86 proinde nuìlam effe rerum eertam f, eie ». tiam , &
veritatem. Avendo ciafcuno il fuo fenfo , e la fua fantafia a
parte, perchè , come fi dice , quanti uomini, tanti pareri:
m Mille homìnum fpecies , & rerum difcolor ufus
. Per la qual cofa è egli moltd virifimi- le, che ognuno
dipenda dalle fue fan- tafìe, ed opinioni , Cum fit ftngulis o-
pinio affluxus diffe Empirico fletto; di qui viene , che Eraclito
nominava O- pìnìonem facrum morbum . Quella è quella , dalla quale
fìam tocchi , e non dalle co fe medefìme, la quale di. - pende dalle
prevenzioni , ed anticipa- zioni della mente , Sua cuique cum (tt
animi cogitatio , colorque prior . Come ancora per la flima fuperiore al
meri- to , eh’ ognuno fa di fe flefTo * cagio- natagli dall’ amor
proprio, eh’ è il più cieco, ed il più violento d’ognalero,, a
niuno ceder volendo : Pbilautia enim ejl omnium amorum violentiffìmus ,
cete- .. * ToJ- i *7 rofque fuperat ; vien fempremai
a darli cieco , ed imperfetto il giudicio . A - mor , ftcut odium ,
ventati! judicium nefcit , ditte Bernardo il Santo. E 1* uomo non
ha altro di proprio, che il mentire, e *1 peccare . Nemo enìmba v
het de fuo y nifi mendacium , & pecca - tum . Per la qual cola ,
torno a dire con Lattanzio fteffo: dov’eglièla Fi- lofofia? O
coll'autore de’ cinque Dia- loghi , della Filofofia fletta parlando
: Non e fi enìm de terminisi fed de tota profefftone coment io . Cioè,
che non vi fia affatto certa , e determinata Filo- fotta, anche
Propter natuv alerti borni - num ad difjentiendum facilitatem . Re-
nato medefimo per primo principio nelle fue Meditazioni non pone
egli 1’ averli Tempre a dubitare nelle co- fe filofofiche? In modo
eh’ e’ con mo* deftiflima protefiazione la Tua Filo- fotta dirtele
, confettando egli . dì fe fletto nella IV. Meditazione così . Cum
enìm jam feiam naturam me am effe vai - di tnfirmam , & limitatam .
Ed etten* F 4 do- 88 dogli (lato una volta
afpra, ed acerba- mente jfcritto contro da un Padre Ge- fuita , di
cui virtuofameate non volle palefare il nome alle (lampe , fé ne
la- mentò benignamente in una lettera , che fcriffe al P. Dinet Tuo
amico , ri- chiedendogli , ch’ei tro valle il modo, acciò gli fi
notificaflero gli errori , per emendargli , così dicendo-; Nibil
enim inibì cptatius efl , cjuam vel opinionum mearum certitudinem
experiri , fi forte a magni! viris ex aminata nulla ex parte falfa
rsperiantur , vel faltem errorum admoneri , ut ìpfos emendem . Come
di (e (teffo Agoftioo il Santo : Si ahquid vel incautius , vel
tndoSìius a me pofitum , ab aliis merito reprebenderetur , necm't-
randum e fi , nec dolendum ; fed pottus ì- gnofcendum , atque gratulandum
, non quia errai um eft ; fed quia improbatum. E pure quello Padre
non aveva lette, nè vedute l’opere di Renato ; così egli fcrivendo
nella medefi ma lettera: Etfi enim mibi valde indignum videretur ,
hominem Rtligìofum , cum quo nulla n *9
mibt unquam inìmìcitia , nee quidem notitia intercejjerat , tam .
publice t tam aperte , tam infolenter de me ma • le dixìfje ,
nibilque aìiud balere excu « f atlanti , . quota quod diceret , fe
Dif* fertationem meam de Metbodo non le* gip-- \ •
£ tutto quello perchè ben Sapeva non eflervi certo filtema di
Filofofia, che l’uomo Scuramente Seguitar do* vede ; elfendo ella
in tante fette di- vifa j che Varrone fin da* Suoi tem- pi ducento
ottantotto ne conta , e Temiftio trecento: onde Sant’Ambro- gio
gridò: lnter bas diffenfiones , qu& veri potejl effe affina t io ? £
Lattanzio ugualmente così : In qua ponimus ve* ritatem ? In omnibus
certe non potejl Or che direbbero Ambrogio, e Lat- tanzio Hello fe
foffero a* tempi no- ftri , ; vedendoli in maggior numero
Sopraggiunte , ecrelciute ? E quella fra Religiofi (ledi , dalla Chiefa
non con- traddetta , quella io dico sì fiera , e da non mai
rappattumarli , e quietarli tra Tom- 9 . „ .
. Tommifti» e Scotifti , Nominali , Re- alifti, ed altri, e
tutti Ariftotelici , a fembianza degli Arabi , de* Greci , e Latini
, i quali eran difcordi in fegui- re , ed interpetrare 1’ opinioni del
me> delimo Arinotele, come rapporta Pi- to della Mirandola . Per
la qual .cola Teodoreto fin da* Tuoi tempi fciamò : In litibus omne
fiuditim , ornai s nibiì denique de quo univerfi una men- te
, ac voce confentiant . £ San Bafilio di quei , che furon tenuti i primi
Savj della Grecia, dice non efiervi nè an- che una fola ragione
ferma, e collan- te . Nee fola quidem ratio , apud Gr ita ut eos
refel- lere nibil fit negotii , cum illi propria dogmatibus
evertendo fujficiant. E Teo- > doreto (ledo in quella maniera
favel» la : Et Ht fiorici, & Pbilofopbi , & Po~ età tum de
anima , tum de corpore , tum de bominis genitura , & confiit ut
io- ne inter fe litem exercent , dum olii qttidem bac » alti vero
illa pr a ferunt , alti rurfus & bis & - illis contrariam o-
pinionem adducunt , neque enim verità- tìs dicentes fiudio , &
defiderio teneban- tur ; fed inani gloriola » & ambitioni
fervientes, ex quo fané faBum efi, ut in errores multo: inciderint . Per
la qual cofa in quella maniera n’avvisò Minu- zzo Felice : Itaque
indignandum omni- bus y indolofcendumque efi , audere quof- dam
certum aliquid de fumma rerum , ac majeftate decernere » de qua ab
o- mnibus faculis feftarum plurimarum uf- que adbuc ipfa
Pbilofopbia deliberat * Ed i t Ed allora
» che le Filofofie de’Greci in* cominciarono a comparire al cielo Romano,
i Romani ftelfi non s’appiglia* rono a veruna d’cfle, foggi ungendo
Ci- cerone , perchè non eran sì balli gl’ in- gegni Romani , che
avelfero a foggia* cere alle altrui difcipline ; perocché Ro- ma t
che aveva trionfato nell* armi , non comportava farli fervile alle
lette* re : anzi i Romani ftelfi non fi manife* fìarono giammai
fettatori d* alcuna Fi- losofia, ed i Nobili li guardavano, co* me
da una pelle , di non efl'er tenuti tali ; perchè certi , che avevano
prò* felfato la fetta Stoica , come Bruto , e Caffio ; Aruleno , e
Sorano ; Sene* ca, e Trafea , ed altri erano tutti mal capitati ,
come macchinatori di congiu- re > quantunque Seneca flelTo
avelie altrimente prote flato in una delle fue .Epi Itole , dicendo
: Non me cu'tquam mancipavi , nttllius nomen fero , multum magnorum
ingenio virorum tribuo , ali - quid et fi meo vindico . Onde lubito
che alcuno attendeva alla Filofofia, ca- , 93
deva nell* ifteflo fofpetto , come di (Te Tacito di Agricola
fuo focero . E a 'tem- pi notòri dal Re di Francia con un fuo
arrefio delli d’Ottobre 1668. fu proibito a tutti i fuoi fudditi di
chia- marli l’un l’ altro fettario > e fpecial* mente
Gianfenitòa. I fanti Padri me- defimi avvertirono non dover elfere
fettario 1 * uomo , e fra gli altri Cle- mente 1’ Aleffandrino > così
dicendo : Praterea non particularìs fefia efi eli- genda , [ed
quidquìd omnes reile dixe - runt Stoici , Platonici , Epicurei > Ariflo-
telici . Hoc totum [eie Slum dico Pbilofo- pbiam. E Sant’Agoftino nel
libro deh le Confezioni, diffe, Non iftam , a ut illam feti am ,
[ed ipfam , quacumque ef- jet , fapientiam diligebam > q vare barn
, & ampie Sì ebar , Quindi San Tommalo ne’ fuoi Opufcoli
infegnò con Agotòino medefimo , Non effe adfentiendum alieni
Pbilofopbo in fcbola Cbriftiana , [ed ex omnibus decerpendum^quodreiìe
dixerint. E fra moderni filofofanti Pietro Petito afferma nelle
Differtazioni , che fece in- Digitized by Google
f »♦ incorno alla Filofofia ftelfa di Cartellò
, doverli notare d’arroganza colui, che* preflumcr voglia d’
alfentire più ad u- na fetta, che ad un’altra , la ragione egli
rendendo : Ne uni precipue inba- rentes , in alias fotte me Hot e s ,
iniqui, & contumeliofi viderentur . Ed ancora quell’ altra»
perchè non puote perfo- na veruna, benché a tutt’ uomo vi s*
applicale , apparare , e farli capace di tutte; conciolfiecofachè non
potreb- be darne retto giudicio , lodando più una , che un’ altra
Filofofia . Omnium ( die’ egli ) fetta rum fieri perfette pe- ritum
, humanum piane captum exce- dit . E a fen lenza d’ Euripide .*
Unus non omnia vìdet . E Galeno così : Dif- ficile effe , ut qui
homo fit , non in multis peccet , quadam videlìcet peni- tus ignorando
, quadam vero male in- dicando , & quadam tandem negligen- tius
fcriptis tradendo . E quando vo- glia alcuno vantarli di fapere ,
appet- to di quel , che non fa , egli è nul- la , dille Temiltio .
Ea , qua novimuty por- I i
Digitized by Google 9 $ por t ione minima contìnentur
, fi .colla* ta, & comparata bis fuerint , qua igne* ramus. E
Paganino Gaudenzio Teolo- go , e Protonotario A poftolico nel Li-
bro degli errori delle Sette , parlando egli delle Scuole di Zenone) di
Plato- ne , di Democrito , e d’ Arinotele , così n* avvisò : Illusi
quoque colligendum, in iis , in quibus nobis Cbnfiianis diffi- derà
licet > non effe exploratam verità * tem. Magna nobis fas e fi uti
liberiate extra illa , qua arcem Re ligio ni s non refpidunt , ut
defendamus , quod nobis probabilius videretur. , Ora egli è
vero , com’ è verini- mo, che quei medefimi tanto fegua- ci d’
Arinotele fono gli autori , oppu- re gli approvatoti neflì dell*
opinione probabile nelle cofe Morali , ammet- tendola per lo parere
di due , ed an- che alle volte d’un folo Teologo, dot- to , e
dabbene ; perchè nella Èilofofia non ammettono ugualmente la proba-
bilità per tanti, e tanti gravifiimi au- - tori, e Teologi , e fanti
Padri medeli- mi. 9 t mi , dove
ancora vi è la libertà di file* fofare , fecondo Ariftotele fteffo ?
Per- chè concedere la probabilità nelle co- fe Morali, e poi nelle
Fifiche negarla? Perchè amettere la probabilità in quel- le co fe,
che riguardano i precetti del Decalogo, e di Cri Ilo, e poi
contrad- dirla nelle Filofofie , così incerte , e dubbiofe? Perchè
approvar , per co- sì dire, la libertà di teologare, e poi
oppugnare la libertà nel filofofare ? In- trodurre il probabile nelle cofe
fpiri- tuali, l’improbabile nelle feienze uma- ne : magnifiche
opinioni nel mefiiere dell’ anima, Gretti cancelli nell* ope-
razioni dell’intelletto, argomenti nel- la Morale, freno agl’ingegni :
fetenza nelle confcienze, confidenza nelle fet- enze : ed in un
motto , Accademici nella ^Teologia, Dogmatici nelle Filo- fofie :
Filofofi nella Teologia , e nella Filosofia Teologi? Di qui
neceffariamente nefegueper forza de’ loro argomenti medefimi , o
che neghino affatto la probabilità nel- le 97 '
le co fé Morali , o feguitandola , la con- fe(fino .lunga
certamente s’ in- gannerebbe , perocché eflendo.fi dopo tante fette
fcòvérro, -nuove' delle, nuo- vi pianeti , ed altri fenomeni,: e
tane* altre cofe, e quali :un nuovo Mondo * par eh’ egli era d’uopo
di nuova Filo- fofia per inveli igarle , non badando 1* antiche,
per le quali torno 3 dire con Seneca dedo , Multum adhuc re fìat 0-
- perii, multumque refìabit ; nec ulti noi to pofl mille facula
pracludetur oc c a fio aliquid adbuc adjiciendi . E altrove c
Veniet tempus i quo po/leri nojìri tam a+ perta noi nefcìffe mirentur .
Plotino predo Teodoreto così : Multa , qua nobis 'ohm latebant ,
ipfa die i invenie tJ Ed il Poeta: • v . * •
Multa dies 9 tabilii avi f 4 k • • t *
Rettulit in melius • 4 * # « * • 0 t • • » • * '
,» * » t E noi fopravanzando in due mila anni d’ efperienza ,
fiam piuttofto fuperio- ri . . Indi Cicerone tteflò fin da* Tuoi
tempi vantava d* efferfi la fua etàl.u- gualmente fatta fuperiore nell’
arti, e nelle» feienze , perchè più finamente refe migliori , e
perfette , come ugual- mente de’fuoi tempi affermò Tacito .• Nec
omnia apud priores meliora , fed nojira quoque atas multa laudit > .
& art tu m imìtanda pofleris . £ che i Mo- derni abbiano
trapaflato , e fopraftat- to gli Antichi > egli è chiaro per
tanti G 3 fpe- variufque lai or ma-
I 102 . fperimenti , e. nuovi inftrumenti per
elfi fatti nelle celebri Accademie di Firenze, della Fraocia , della
Germa- nia, dell’Inghilterra , di Lipfia , ed al- trove ; come
ancora per molti libri ciò fi comprova ,• e particolarmente per
quelli delPerhault nel paragone tragli Antichi, e i Moderni; e del.P.
Rapi- ni nella comparazione de’ medefimi % , * * i « V * * '
* . | * * dottilfimi in vero , ed eloquenti Ili mi fcrittori
. Quelle fono le parole del me* defimo P’ Malebranche : Si quis
Ari- jìoteiem , & Platonem taf allibite s fui ([e crederet ,
tum ih folis dumtaxat intei « ligendis merito • forte incumberet ,
[ed quii id credat , cui faltem mens jana fuerit ? quin ratio noe
monet ìpfos no- vi s Pbilofopbis inferiore s effe , quippe bis
mille annorum , quo tempori s fpatio silos Pbilofophos fuperamus ,
experien- ti a nos efficere debuit pe/tticres . E più nobilmente da
Renato {ledo in quella maniera : Non eft quod anti- quis multum.
tribuamus propter antiqui- tatem , (ed nos potius jis antìquiores .... di-
Digitized by Google 10 $ dìcendi ; jam en'rn
fenior e fi mundus t quatti tutte » major emque babemus rerum
experientiam . Il che fu detto fi foll- mente prima dal P. Antonio
Pofle- vini dottillimo , ed eruditismo Ge« fuita - \Quamobrem fi
diutius vtxijjet Anftotekt , vel fi jam revwifceret pofl tot
fxcttla » quibtts ali £ res innumera t ac propemodum alter orbis emerfit
, mul- ta effet correSìurus , quia contraria not experimur . Ed
anche fulle feene dal latiniStno Comico . • r- I
Res y tetas , ufus » aliqtiid adpor- ' ; tet novi y
Aliquid admoneat , ut qu quos varia de parte Ventai éff anditi- non
cernant , propte>ea quod uni fefe Arinoteli non dediderunt fnodo
y fed adeo devoverunt , ut fi fue - rit opus , prò dogmatibus ejus
tuendit in fierrum , fiammamque ruaUt;' in cu - jus Pbilofopbia fi
quafdam opinione s pra- va! conce perù ut $ ut iffum , fi furgeret
e a defiomacbaturum putem &c. -E vicn confermato ancora dal medesimo
So- rel , così dicendo .* Noi ci' prete jìia- mo di voler men male
ad Arinote- le , che agli 'Arifiot elici . ; JZjfi fono guelfi ,
che ofiinatamente #* oppongono a cofe > ch’egli , fe vive (fé
riceverebbe con piacere , per far profitto de' nuovi lumi ,
che ai .Mondo comparir vedreb- be. Lamentandoli ancora il medefimo
P. Malebranche , che li ut piar imam, qui adverfus quafdam Pbilofopbia
veri - ’tates : ree e ns ‘ compertas pertinacia s ob- firepunt ,
quibufdam innovatìonibus in Tbeologia detefiandis, pertinacia! a db
at- tere 1 & indulgere videntur-. Quando i fe-
Digltized by Google iò 5 i feguaci fteflì d”
Ariftotel® , Ammo- nio dico» e Simplicio» : antichilfimi au- tori,
avvertirono non dover effere gl» Interpetri ^cogì attaccati
a’fentimenti delmedefimò» cornei ex tripode pro- nunziati, e tanto
meno , come fetta- rj fcguirgti . Ammonio così: Horum . vero
explanatcr debet ; neque per bene - volentiam afiruere conari ea , qua
per - per am funt ditta , ac velati a tripode ea recipere t fed
fuum ìpftus adferre dicium . Simplicio in quell’ altra ma- niera :
Dignum autem Ariftotelicorum fcriptorum expofetorem oportet , non
ef- fe vacuum undequaque magnitudine il- lius mentis . Oportet
quoque judicium babere fwcerum^ jut neque ea , que re- tte ditta
funt , malo more fufcipiendo , invalida ofiendat , neque ft quid
ani- madverftone indigeat , omni contentane inculpabilia moneret ,
velati in Pbilofo- pbi fettam fe fe infcripfe/tt • Anzi infra
i Giureconfulti ancora , i quali a guifa di Filofofanti fi divife-
ro ugualmente in fette , chiamandole Tul- v
ioS Tullio Famtlias diffentìentet ; legge fi,
ch’eglino non erano cosi pertinaci in feguire le loro fette , che
liberamen- te non dicefiero i loro proprj lenti- menti , ed alle
volte a quei della con- traria fcuola non aderifiero , come fi vede
praticato tra Capitone , e La- beone > i quali furono i primi
fetta- tori affatto contrari fotto Auguflo ,* e fotto Vefpafiano ,
ancorché vi folle quella de' Proculejani , e Pegafiani , e l’altra
de’Sabiniani, e Caffiani, af- fai più contrarie fra efiò loro ,
perchè quei 1’ Aritmetica proporzione, e quc- fti la Geometrica
feguitavano, gli uni Stoici , e gli altri Accademici elfendo; nulladimeno
fu riguardevole la loro modeflia in non aderire tanto fervil-
jnente alle loro famiglie , che volle la loro modejflia avellerò
apportato freno alla libertà delle loro opinioni. Matiifejia futi ,
& confpicua vtterum Jurifconfultorum mode fi a y quod non ita
nec certa alicujus feSìa opinionibus, nec futi quoque peculiaribus
fententiis inh il quale ragionando di Cello; contrario alla
fetta di Jabo* leno , fotto Adriano > e Antonino Pio f così
loggiunge : Et fané videtur bh Celfus non adeo partium fiudiis
addiSlut fuiffe ; • quintino Uberrima voluntate in utraque verfatut
barefi , & qua ( ibi ad palatum fuere , nullo babito feSìa fua
refpetlu [elegiffe . E in ritornando al medefimo Arinotele , leggeli
nell’ O- pere di effo lui, ch’egli non prelume- va tanto di fe ,
che altri onninamen- tefeguitar lo doveffe. Nec alìud ( dif- fe un
autore ) noi docet Arìftoteles * quam quod etiam docuerat Plato :
ni» mirum fe ipfum refutare. Dicendo dife quello medelimo autore.
Omne equidem genus Pbilofopbia peragravi , nulli acqui e f- co,
& quamvis ex pr : mis fludkrum rudimen- ti! , Peripatetici , Stoici ,
aut Ac aderitici audivimus, pofiremotamen fapientijjimum
quem- IO? f uemque Scepticam faSlum ,
tanquam ffanum aliquem in fetenti* campii in - gredientem video . E
chi fece la nota al libro del fuddetto autore, foggiun- fe : Plato
docuit Veritatem omnibus re* bus effe anteponendam . Male ergo fibi
confulunt , qui veterum , a ut Arijlote - ìis placitis ita ob finate
inbarent , ut tnalint cum illis . Uro Lionardo da Capua ne’ Tuoi
Pare * '■ r», e nelle Mofetc , e di Francesco Re- di . Il
nobilissimo ritrovamento dell* argento vivo ne* cannelli per la
prova del vuoto del Torricelli , efaminata alla lunga dal P.
Bartoli Gefuita : de* Vortici del gran Renato ; e di tanti , e
tant* altri ritrovati del Verulamio , del Sorelli , del Keplero , del
Gil- berto, dello Steiliola, del Campanel- la , del Digby , del
GaSTendi , del Boy- le , ed’ altri. Neil’ Algebra il Cardi- nal Slulio
, che non ha rinvenuto col fuo libro Mefolabium , e il Cardinal
Ricci in quello De maximis , & mini- mii ? Nell’ Agronomia che non
hanno fcoverto i moderni ? dimostrando i Cieli edere fluidi, e non
più orbi So- lidi, come vollero gli antichi : i pia- neti Stimati
prima fare i loro giri in- ili >» torno
alla terra , muoverli intorno al Sole; Venere mutar le lue fall , o
figure a gutfa di Luna : Mercurio , e Marte ancora far lo' Hello :
Giove • « t edere circondato da quattro delle ,
chiamate Medicee, e Saturno da cin- que altre , come ditte il Cattini .*
ef- fer la Lunà un corpo di fùperficie di- fuguale , e montuofa :
ritrovarli nel-- la faccia del Sole molte macchie di' difuguale
grandezza , e di varia dura* zione, agli antichi affatto ignote;
eia qualità, e difpolizione delle Comete» e d’altri corpi celelti
non intefe da A- riftotele , ed ; inveftigàte da Ticone ; e
dal" Galilei : la Zòna torrida ere- duta inabitabile, etter
abitabile, Antì- pode! , qui imaginarìì dicelantur , nunc rt- vera
effe t & alia f excent a , ditte il noftro Luca Tozzi nella fua
Lezione: e final- mente l’agghiacciamento de* liquori non etter
condenfazione.ma rarefazione con- tra Ariftotele:ne’gravi cadenti accelerar-
fi il moto fecondo i numeri fpari , ed ef- fer il tempo radice quadrata
dello fpazio de- r I «
ì * Jt # Ir I
t IM ' '#1 « J ij
V I 1:i r 11.
' avverandófi quello, che dagli antichi (ledi fu pre- detto
, e fi confeda da Cicerone anc'o^ ra : O pintori um commenta delet dies
't natura judicia confrmat . E però egli è vero , che quella
Filofofia d’ Ari- notele dagli Àriftotelici (ledi non è altrimenti
commendata , così dicendo 1 il ; medefimo P. • Podevini i' Deiride
monjìrandum ( id quod etiam tritura ejì apud omnet Ariflotelicos )
nidiata- e!}e in Arifìotelis libris fcientificam de- fnonftrationem
qua ' perfedìiffma fit y & omnibus numeris abfoluta' it agite
nàti effe ipfius doSlrinam inconcuffam . La quale ha avuto- tanta
varietà , ed incodanza di fortuna , óra 5 abbrac- ciandofi , ora
rifiutandoli > che nul- la più , dome fi può- leggere Irt quel
libro di Giovanni Launoi ^ quin- di in fimil calo ebbe a dire un
au- tore Francefe : In effetto fi vede 1 '; che la fortuna
ugualmente efercita il fuo capricciofo impero . fopra 1‘ opinio- ni
, che jopr a /’ altre coje umane ; . H ma ma. non già
fopra ìe mentì purìffime , e tétte de’ Tanti Padri, da* quali lem*
pre è (lata bìafi mata, come nociva al* la noftra religione , e proibita
da’ Sommi Pontefici , e da* Concili ltefli, com* è detto, e da
quello Lateran eTe nella Seflìone ottava affatto vietato da
infegnarfi piu nelle Scuole, come rap- porta il Campanella , e Neri nel
libro, detto Setta Pbilo - fopbica , dicendo quefti ; Pracepit Con-
ciliarti Scbolajiìcìs in Pbilojopbia drijlo- telila non immorari ,
quoniam babet ra- dica infetta!. ' J ' ' * * i .
, Ma Te, come poco dianzi io dilli , fra tanti Filofofì , i
prìncipi di Rena* to fono piìi conformi alla nollra reli- gione,
chi non dirà, che colf ui, più che Ariftoteie .feguìr li debba ?
Perocché chiunque hlofofar voleffe fra noi Cri- lliani co* medelimi
principi di Renato, li uniformerebbe Co’ fentimenti d’A- goftino
il. Santo , da cui o avvertito Renato , o Renato col proprio
fpirito Criftiano, e filofofico meditandogli ,
Digltized US gli ha pubblicati , e dirteli. Parole
del Santo , nella Città di Dio , fecondo i documenti -del quale
compofe il fuo Cftema Renato : Quìcumque igitur Pbi- lofophi de
-Dea fummo > & vero ifìa jen- jerunt y quod & rerum creatarum
fit ejfefior y & lumen cognofcendarum , & borni m agendarum
» quod ab ilio nobis ftt & princtpium'- natura meritar
doZìrin# * & felicita s vitee , five Pla- tonici accomoda tius
numupentur ? fi ve quodlibet aliud fu a feti a. nomea impo * nani ;
five itant ammodo J onici generiti- qui in eit precipui -fuerunt , ifìa
jenfe - rinty ficut idem Plato , & qui eum be- ne intellexerunt
: five etiam Italici prò- pter Pytbagoram , &• Pytbagoreos , &
fi qui -forte alii: ejufdem Pententi# in ìd idem fuerunt : -.five
-. aliar um quoque gen- tium , qui f apiente t y vel Pbilojopbi ba
li , Hi f pani. , alìique reperiuntur , qui boQ viderint. , ac docuerint
; eos amnes. ceterii' anteponimi •;» eofque nobis . prò -tV* H 2
fin - x 1 6 pìnquiores fatemsir . Chi filofofa f
vo- lt fle co’principj diRenatofi unifor- merebbe con S. Gregorio
Nifleno, di- cendo egli nella narrazione della vira di Moisè : Si
immortalerà effe animarti Pbilofopbus perbibet tic, & Deum effe
non negat , - creatoremque omnium , d quo curiti a depende nt , &
vere adfeve - rat , ac rationibus quantum fieri potè fi ,
demonftrat ; propìtius nobis Dei angelus fiet. Quella adunque è la
Filofofia ve- ramente Criftiana , e non altrimente Pagana , come
quella d’ .Arinotele Quella è la '. Filofofia veramente cat- '
tolica , fecondo gli avvertimenti de’ fanti Padri-.»..... .
Quella è quella Filofofia di Rena- to, il quale fdegnando di vedere
piò- involte , e deturpate le fcuole Criftia- ne nelle Filofofiede’
gentili, meditò, e diltefe una Filofofia affatto lontana dal
Paganefimo , conformandola, alla, noffra fanta religione, alla quale
pa- reagli , che folo mancafle ,* per laper • egli molto bene , che
Definitisi! erat - - i Pia - » r
«7 Plato J & Arinotele } , po/l mortem Cbri - fii , &
eo rum I afte atta in Ecclefta pro> nibilo' babetur , come il
dottiflìmo Re- my l’Arcirefcovo di Lione , re l’ avea infegnato
colla fentenza fuddetta; de- liri dimando le Filosofie d’ ambedue
il piiflimo. Prudenzio , in quella ma-: niera dicendo . ,t
Confale barbati delir amenta Pia - >tonis .« Confale »
& birce fot Cynicos > quos • fomniat , Ó* quos Texit Arijloteles torta vertigine , -nv-
nervotv • Quella .è quella Filofofìa di Re- nato il quale
confederando , che tutta la Filofofìa Agoflino il Santo
diftinfe in due foli principi , che fo- no 1* immortalità
dell’anima , accioc- ché noi ftelfi riconofciamo ; e 1’ efi- lienza
diDio» acciocché riconofciamo la noftra origine . Pbilojopbi#
duplex guaflio e fi , una de Anima > altera de Deo . Prima
ejficit y ut'nofmet ipfot nove rimas : altera originerà noflram ;
H 3 fon- ri8 fondò i principi dei fuo
fi'lofo/are fu quefte eterne,. ed infallibili verità., v ;
.Quella è; quella Filofofia di Rena*, to, la quale non folo , come
didi, fu > lodata da tanti e tanti Relig'tofi , ed uomini di
fantiffima vira,. -ma fpecial- mente dal P. Merfcnni ,
intendentifli- xno delle Matematiche, e 'Teologiche fcienze , così
dicendo in un' Epiflola : Son refiato forprefo , che .un -uomo , il
quale non ha fluitato in Teologia , ab - ha rifpofio sì fondatamente /
opra punti import antijfimi della noftra religione . lo l'ho
trovato così uniforme- collo, fpirito , e dottrina dì Sant' Ago fino.,
che. offerì vo quaft le cofe.. medeftme negli .ferii ti dell'uno ,
e dell altro . E più oltre così : Lo . fpirito di Monsu Defcartes
infptra Soavemente l' amor di Dio , di modo che non pojfo perfuadermi ,
che la Filofofia di lui non fta , per Aornare in bene , e in
ornamento dell a.. ver a re - ligione . Ed in un’ altra Lettera. ,
che fi legge registrata nel primo Tomo della Geometria . del
medefimo P. Mer- Merferini, cosi feri ve à Retiatd
fteffiò:' Quibus omnibus , cum a udì am Pbyfii cam illam 'ab
eruditi: viri: adeo exo- ptatam , prope dieta edìturum , qud longe
perfeSfius cum dofir# fdei myftfr riis conveniat > omnium
catbolicoriim nomine iibì maxima: ,qua: poffum , gratids b’abtó
> qui non folum Pbilofp- pbicis » fed' edam Tbeologicìf verltatV
bus tam feliciter patrocinarli V ’ ' , . Quella è quella Fflofófia
di Ruba- to , alla quale diedeiJtìtolo Moiìsù Parlier Antiqua'
fide:, Tbeologia no? va perchè Vincenzo Lirinefe dicea, Ecclefiam
non dovere nova , fed nove \ Sòltenendó egli , che i principi di
Re- nato fono più acconci > ed oppdrtuni di quelli , onde fi
fervono' volgarmén- te gli altri , in ifpiegando ì mifteij della
nolfra religióne - , ‘ e :che non "vi fia cofa nella fua
Filófofià > che non s’accord» co* principi della hofira Chie- fa
cattolica , così il detto Parlier at- teftando ; Ma egli ba fatto altresì
ve- dere t non avervi altra Filo fifa ,~che d H 4 me-
1 t V ! , .1 b*
‘H*’ •h »• .t no
meglio della fu a j* accordi co’.prinìcpj della fede della Cbiefa .
: .. ... Quella è quella Filofofia di Rena* to , della quale
il profondo , ed acu- tilfimo ingegno 4* Monfignor Caramu* .cle ne
diede il giudizio . , e prefagio infieme , dicendo., che 1' opinioni
di Renato faranno un giorno comuni . ed univerfalmente ricevuta ,
toltene però alcune pochiflìme cofe, copie ri* ferifle llaut I pj;e
G della vita del medefi- mo . • Monfignor \ Caramuele ba predetto ,
che l opinioni del • DejcarW,. diverrei * ** » « Li V. • • » »* A'i
. * * botto un.', giorno affatto comuni t e fareb» fono
univer/aìmente ricevute . , rr»r alcune poche . E con ciò
verifican- doli 1* altro prefagio d’Alefiandro Taf- fone, intorno
ad Arinotele Iteflò , di- cendo cosi; i L‘ opinioni d* ziri fot ile ,
le quali innanzi (e vittorie di Siila non erano introdotte , nè
conofciute in Italia , potrebbe venir tempo , che non oftante /’ ofiin
anione degl ’ idolatri di quel Filofofo , fi vedranno f cartate , *
. / r Quella è quella Filofofia di Renatola * V '
Cattolica religioni* profefftone perfeverans y me prafente , &
exbortante , mortem cum vita commu- tanti , Cbrifti Salvator»
redemtionem petit ur us . In ipforum fidem coram Dee tejìimonium
perbibens , prafentem Aflum fubftgnavi in Conventu SanEìi Augufli -
ni de Urbe r Rom* t die nona Ma ìì 1667. Que- o pur
per geiofia di gloria» da cui vien tócca, e facilmente turbata la
Repubblica de’ Letterati . E fe in alcune cofc la Tan- ta .Sede-ha
voluto , che refii donec cpYrigatur , potrebbe alla fine la San-
tità' Vostra purgandola , fedare tan- te liti, e difpute , ancorché il
contra-, rio malamente pretenda, e con danna- bile temerità la
famiglia d’ alcuni Re. ligiofi , Solo per mantenere odi nata- mente
le loro opinioni nelle loro Filo- fofie , come vien riferito dal P.
Gre- gorio di Valenza , dal Vefcovo Fra Melchior Cano , e da altri
. . Ma refiino pur nelle , fcuole que- lli , e sì fatti
argomenti , e ragioni intorno alla varietà delle Filofofie, e
Vostra Santità* a cui s’appartie- ne di fiabilirne la verità./
perocché non **$ non ceffan mai tali
contefe ; concor. dandoci piuttofto , come Seneca ditte» la
divertirà degli orologi ne’ momenti» che de’filofofànti le fcuole,e
partico- larmente tanto più fiere , quantochè fono d’ ingegno ;
ond’ ebbe a dire uni certo autore: Citiut in gratiam , pojt mutuai
cladei ingerita redeunt 'regei- »' quam partium fìudio infiammati
pkilo- fopbi . Vnaqueque enim feda ( Lat-' tanzio ditte-) omnei
aitai- evertit , ut fe j fitaque confrmet , nec ulti - alteri
fapere conce dit , ne fe dèfipere fatea - tur . Ita ut ( foggiunfe
Eufebio non lingua , & calamo foltim , verum etiam manibui
pralium -geratur . E sì fiottili ? e facili in rifutando beifando
1* una 1’ altra , com’; egli’ è più agevole il riprendere , .che 1*
insegnare ■; il convincere la bugia , che ritrovare la verità E. in
ve-- ro che ha che fare la Filofofia u— mana colla - ' celefte ,
eh’ è • la reli- gione , così appellandola Crifnftomo in più luoghi
? Religio Cbrijìiana ve- Digitized by Google
I.i6 9 0 • vera » & caelejlìs Pbilofopbia eft . Che
hi che fare la Filofofia umana > o fia l’an- tica , o fia la
moderna colla fede , quan- do non v,’è altra Filofofia più vera,
che la dottrina della Chiefa ?• Hanc ipfam folata comperi efse ver
am , atque utilem Pbilofopbiam .» di/Te Giudino . C fe al- cuna
cofa di vero avellerò detto i Fi- Iqfofi , come ingiudi pofleflòri di
quel- la-rgli riprende Agodino . Si qua Pbi- lofopbi vera dix/rqnt
, ab eis effe tan- quam injufiis poffefforibus vindicanda . E però
1* Apodolo delle genti , fopra ognaltra cofa efprelfamente comandò:
Captare intelleRum in obfequium jidei noe debere qua rat ione demon
- firari nequeunt . Conciolfiecofachè la nodra fede derivi da
principi altiflìmi, e fopraqnaturali . Che ha che fare la ragione
umana colla Teologia ftelfa ? Qjtemadmodum enim ( dice il Ver u la-
mio ) Tbeologiam in Pbilofopbia qua* rere per inde e fi , ac fi viver
quarat inter mortuos , ita contra Pbilofopbiam in Tbeologia quarert
aliud non e fi V quarti mortuos quarere inter v'tvos . Ol- treché
la Filofofia egli è ancella , e ferva della Teologia medefìma la
quale , come regina , delle fcienze , tragge dietro di fe incatenate
tutte 1* altre facoltà > e difcipline umane ; la. qual cofa in
piìi luoghi vien detta da S. Gio Grifo domo. Ex Pbilofopbia res
divinar intelligere velie , e fi candent. ferrant i , non forcipe yf ed
digito contee Slare . Lo fteffo in quelF altro modo .* Nibil
commune babet bumana ratio collata in divinis ; ideoque *
blafpbemia I \ 1 '
4 *# . | f ■' condan- nata per
comune parere de’ mede li mi Arillotelici , • a tellimonianza del,
!*. PolTevini di fopra lodato ; ardirono di dire quella eflere la
vera -, quella elTere la più certa, quando mon effer- vi niente di
vero , e di certo nelle Fi* lofofie , Porfirio dilTe : Nulium effe
in Pbilofopbia locum non dubitabìlem . Lo Hello altrove : De rebus
Pbilofopbia multa diSla effe a Gradi , veruni ex conjeSìura .
Quindi è, che.Adexerci- t attorie m ingenti Pbilofopbias > effe
inven- tar ,-Seneca manifellò . £d altrove co- sì : Pbilofopbias ft
elegantias , & argu- tias dixero , reSìe cenfeam appella fj e .
Anzi dalle ciance , e favole de’ Poeti } efler quelle originate arrelìa
PlutarcOi Omnes videlicet P biìofopborum feSlas ab fìomero
originerà fumfiffe . lpfeque Art - fioteles fatetur Pbilefopbos natura
Pbi - lotnytbos , hoc efi fabularum fludtojos ■ ' '/•
.--J Digltized by Google li*
effe. De’ quali per li loro fogni , e fe- gni dati alle delle ,
diffe Manilio Fit totum fabula Coslum — • '• . Vuole
però Macrobio-» che Nec omni- bus f abititi Pb lo jopbia repugnai , nec
o- mnibus acquìi'fcit . E San r ’ Epifanio fpezialmenre chiamò' la
Filofofia d’A- ri Itocele quoddam fabulamentum . Leg- gendoli
preìfo Varrone' ancora : Porre- mo nemo agrotus quidquam (orrtniat
tam ìnfandum , quod non alìquis dìcat Pbi - Jofopbus . E predo
Cicerone lo (ledo: Nefcto quomedo nibil tam abfurdi dici potelì ,
quod non dicatur ab aliquo Pbi - lofopbo . E parlando della
barbarica Filofofìa Clemente 1’ Aledandrino cosi ne lafciò fcrirto:
Quod hi novi Pbilo • fopbi apud Gr fecondo il Paflavanti ,
diconfot- tigliezze , e noviradi , e varie Filofo- fie con parole
miftiche , e figurate , che nulla conchiudono , come di Por. firio
l’Ariftotelico , tanto nemico de* Crittiani , e della Criftiana
dottrina cantò il Petrarca: Pot firio y .cbe d'acuti,
fillogifmi Empiè la dialettica faretra , Facendo contea s / vero
arme i fo- fifmi . Dicendo fimilmente il Petito , eh’
e- glino (ledi non intendono quello, che dicono, e tantomeno gli
uditori. Non ìntellìgunt neque , qua loquuntur , ne- que de quibus
affirmant . Il ,he fece dire al Verularmo : Habet hoc ìnge -
nìum bumanum , ut cum ad folida non fuffeccrìt , in futihbus
atteratur . Po- co o nulla badando, quando fentono altrimeore
parlare nella Teologia dell' Evangelio , de’ Padri , de’ Concilj
Aedi, come n’avvifa il P. Malebran- che . Nejcio tamen qua mentis
per- turbatione nonnulli eferantur , fi ali- ter quam Arijìoteles ,
pbilofopbari a si- de as , dum parum curant , an in re- bus T
beolcgicis ab Evangelio Patribus t & Concilìis non difeedas . Il che
fu detto primamente da Monlignor Ciam- poli , chiamandogli in primo
luogo ambizioni di parere più Peripateti- ci , che Cattolici , poi
fclamò; Che perversione di gìudicio è quefia , volere
f ...Il f f !
i fk • « ,j t|
Sì * Ir 134 introdurre una
religione più fedele ad Arijlotele , che a Dio ? E quel eh’ è di
maraviglia, proccurano coltoro ('dice l’autore de’ cinque Dialoghi ) Di
jof- fogare tutte l' altre fette nella maniera dagli Ottomani ujata
, i quali non la- j ciano vivere alcuno de’ fuoi fratelli , per
ijlabilire sì magi fralmente i loro do- gmi in tutte le fctiole Crìfiane
. Come riferifee d’ Arinotele fteflo il Verula- mio. Arifìoteles
more Otbomanorum re- gnare jebaud tutopoffe putaret , nifi fra -
tres fuos omnes trucidaret . Credendo ancora di ritrovar in quello loro
mae* Aro la falute , e di Ilare con elfo lui sì llrettamente
attaccati , come ad un fallo, ad uno fccglio , qualìchè foffe- ro
buttati da una tempella per fuggi, re il naufragio . E così appiccati ,
ed ubbidienti , dice un altro autore alla Filofofia del medefimo ,
che fembra lor commettere un delitto di fellonia il partirli un
menomo punto da lui , in modo che non dicefi Peripatetico chiunque
in tutto non s’ abbandona a’ fen. Digitized by
Google H5 feriti menti del medefimo. Eaàem men-
te ( dice il medefimo P. Malebranche in un altro luogo ) Pbilofopbia ifta
di- scenda eji , qua leguntur bì fiori* ; fi enìm eo licentia
deveniat ut ratióne & mente tua Utaris > ..nonefi quoà fpe-
res te evafurum effe in magnum Philo- fopbum : oportet enim difcipulum
ere. dere > £ il giudiciofiflìmo Sorel di fo- pra lodato , in
quell’ altra maniera .* Jntantb quefii ciechi volontari ar di) co-
no di pubblicare , che non bi fogna Sof- frire alcuna innovazione nè'
riformazione nelle .fetenze ; benché quefio fi a il. filo piezzo
per. renderle perfette . • Ma. a chi creder affi; piuttofio , a degli f
chiavi , e mercenari* che non. fanno jemplicemente, che. difiribuire
per gli feriti i t e per le loro lezioni la dottrina , ch'eglino hanno
tro- fvata negli ,.fcr itti degli altri} E pi fi oltre il medefimo
Sorel così : Ci fino delle perfine così f empiici , che credono,
che non fi debba ; rivocar pili in dubbio quello , eh' è in Arjfiotele ,
che quello » eh' è nell' Evangelio . , ■ . .. I 4 ' Non
■ i ¥ ' »
I l‘ " .vjfl :
l*V « / !> 4
1 Non mancandovi ancora degli altri, ì quali per difendere
cotefta lor Filo-, fofia fi danno alle maldicenze , ed alle fatire
, poco avvertendo non ef- fervi fatira maggiore > che quella
della ragione llefla , la quale rende bugiardo , ed ignorante colui ,
che vien convinto da fbrtifiimi argomenti , facendo ingiuria ancora
a tanti uomi- ni dabbene , e a tanti Religiofi, co- me fono i Padri
de’ Minimi , e i Padri dell’ Oratorio , ed i migliori Gefuiti , eh*
han feguitato la Filo- fofia moderna , e foraftieri , e Ita- liani
, e in Bologna particolarmente , dov* è Campata la Filofofia moder-
na , fotto nome Burgundi a , infegna- ta pubblicamente a tempo ,
che Vostra Santità’ era ivi Legaro . E perciò coftui in quella
maniera vien riprefo da Sant* Agoftino : Illius [cri- pta fumma
funt , & au fioritale dignif- ftma , qui nuìlum verbum , quod
revo- care deber et omifit . Hoc quifquis non efi adjequutus
fecundas babeat partes *37 modeftU , quia primas non
potuti ba- lere Capti nti & catbedrar primas ambiente s ; in
quello modo con in- crepazione favella : A deo nimirum
altercando • non modo verità f arnitti- tur , jed caritas
exjìinguitur , & dif- pntandi modum majorum exemplo tan- tum
agreffos , nulla modeftia repagu- la cohibent ; ; Onde Luca
Holftenio eruditilfimo Bibliotecario , -dolendoli della difunione
della Chiefa Orien- tale , ed Occidentale ebbe a- di- re :
LuEluofum fcbtfma Orienti! , & Occidenti s Ecclefias divìdens
induxit dijput aridi pruritus , omnia in quafito- nem , &
controverfiam > • poftb abita cantate , adducens ; nulla venta »
' tis cura , fed uno vincendi ftudio ; .e a confuet udine , vel
opinione aliis legern fr^jcribens » & quod • mife- ra
, Digitized by Google * 3 $ ra j ó*
afflìtta fortuna duri (firn atto ha- hjet , é? iniquijfmum efi, qttod ir,
fugati- ti um ludibriis impune pateat -, Dicendo un altro autore :
Jd nec Pbìkfophum , multo minus Cbrijlianum decuiffe videtur. Nè
qui termina la loro baldanza, ar- rogandoli , ]a medelìma poteftà
della SENTITA'- Vostra in condannare quel- lo., che non mai ha
condannato nè Vostra Santità’ , nè altro Pontefi- ce , dico, 1’,
opinare nelle Filofofie, for- zando gl’ ingegni umani a feguir folo
ifentimenti d’un gentile. Peripatetico, e con noyp giogo privarli di
quella li- bertà, ch’.abbiamo per diritto di na- tura , e per legge
d’ Iddio , che ci ha Jafciato il liberamente penfarc e medi- tare
:> il che è quali l’ unica, e fola ra. gione , colla quale provali ,
che l’uo- mo lia ragionevole, e l’anima immor- tale . Quindi è ,
che prefe giufta oc- cafione Tommafo Moro ( alle di cui lodi ogni
penna è ..vile per elTer egli chiari (fimo non meno nelle lettere ,
che nella pietà Criftiana, per la quale *39 facrifìcò
fa vita , c i beni , e la fami- glia della ) di formare
appodatamen- te una DilTertazione intorno a que* Teologi di fuo
tempo » dandole que- llo titolo : Differtatio Epiftolica de a- lìquot
fui tempori s Tbeologaftrorum ine • pt'jis ; non per altro , fe non perchè
quedi co* principi d’ Aridotele difen- dere voleano , o piuttodo
offen- dere la Teologia , • in quella ma- niera fgridandogli :
Quamobrem piane non video qu qui in fuo fterquilinio fuperbit >
ac. extra illa fepta fi panilo producatur longius » illico ignota
rerum omnium facies , tene- bras > ac vertiginem offundit . E più
ol- tre il fuo dilcorfo feguendo : Et mi- rum in modum verfa rerum
vice contin- gity ut qui prius omnes fapie ntia numeros in
argumentoja loquacitate pofuerat > jam I fenex infantijfimus omnibus rifui foret
~ nifi fluititi^ fu* fuperciliofum fuentium t fapientia loco
pratexeret ; imo potute hoc ipfo ridìculus , quod qui fuerat
Stentore 'damo fior , taciturnior pj[ce reddatur , & inter loquentes
fedeat , v" * ' % Per fon* muta > truncoque
ftmìlli- tnus Herma. • . * ' E Umilmente
Gio. Gerfone il gran Cancelliere della Chiefa , e dell’U* niverfità
di Parigi , non potè atte- nerli di non- querelarli ancor egli de*
Teologi di fuo tempo , in que- lla maniera dicendo : Cur appellati-
tur Tbeologi nofìri tempori s fopbifl* , ut verbofi , imo &
pbantafiici , nifi quia r elidi is utilibus , intelligibilibus prò
auditorum qualìtate > transferunt fe ad nudam Logicam , vel Metaphy
• ficam , etz/nw Mathematica™ > ubi t & , quando non oportet
, i». ten fionc formarum , nunc de div'tfione continui , nunc
detegendo fopbifmata The- ologicis termini s adumbrata , pri-
ori- Digltized oritates quafdam.in Divini! , menfuraf
% ' durationes , injìantias » ftgna natura , éf ftmilia in medium
adducentes , vera r & foli da effent , ficut non funt ,
ad fubverfiotiem tamen magie . audientium • , vel irriftonem , quam
re Sì am fidei adipe ationem proficiunt . •• Come eziandio de’
filofofanti diiuO tempo il giudiciofiflimo Niccola Le- oni co ,
{limato il più dotto delia fua età , nel Dialogo , a cui diede il
titolo di Peripatetico , così lafciò fcritto : An non ego decem integro s
annos , borum auditori a , ne die am ìufira , ad fidu a contrivi
opera ? om - nefque illorum ineptiat , . &
futile s co- ptionum tricas , ficcis , ut ajunt , an* ribus ebibi ?
anxie femper quteritans fi quid inde excerpere poffem , ne va- cui
s , quod dicunt , manibus & ofei- tans domum rtdirem . Verum
, Dii immortale s , quam rerum inanità - tem ■ apud silos ,
quantam ? ■ u ? r
I y i r4.it:
mìb't magis fapere vifus fum , f »» quod cum Ulti de fi pere
aliquando de (li- ti ; » così egli' ragiona ? Quofdàm
pbilofopbantium avibus fimiles vide ri, qui levitate quadam , &
ambi- tione ingenti e lati , alta petunt , & Phiftca fcrutantur
tantum : aliot cani- bit t , qui laniare , & vellicare avidi *
foli Logica adbarefcunt ut pelli , & in ea rixantur , & mentem ad
ulteriora non mittunt . Indi leggiamo predo La* erzio , che
da Euclide fofle fiata no- mata la Logica Rabiem difputandi : e
leggiamo ancora che Arifione antichif- firno Filofofò quelli tali Cum iis
compa - rabat , quicancros comedunt . Nam prò- pter exiguum
alimentum circa crujìas , & teftat diu occupantur .
Quindi Mario Nizolio, che fece un Trattato de' veri principi , e
del vero modo di filofofare, fi lamentò non po- co di Leonico
parimente , e di Pico , com’ eglino s’aveflero folamente
rifen- tiro degl’ Intepetri e non d' Arino- tele , origine, e
caufadi tutti. i mali* così dicendo: Hac quoque Jo Pieus Mi-
randola co» tra barbato* Ariflotelis Inter- prete* conqueritur , &
vere Me quidem t Jed quemadmodum Leonicus , non cami- no jujìe ,
quia pratermittit eum , qui tan- forum illis errorym. c auffa fuerat ,
boa eji Arijìo telem . Sed o Bice non re Sì e faci* , cum de foli s
Ini erpretibus Arifto- teli $ quereris , ipfum autem Ariflotelem ,
qui omnium malorum cauffq , & origo f it- iti. » omittis ; dìcen* te
perdidiffe meliores anno* , tantafque vigilia* apud Interpre- te*
Arinoteli * , & nollens illud dicere quod erat verius , eadem ■ illa
omnia te multo ante perdidiffe apud Ariftot.elem ; Per la qual cofa
pareagli , che miglio- re d’ ognaltro avefle fatto il Valla , che
lafciando gl’ Interpetri fi prele la briga in dar la colpa ad Ariftotele,
co- me vero autore, e primo fonte di tan- ti errori , e fallita ,
riprendendolo a- pertilfimamente dov* egli andò errato. Maravigliandoli
grandemente il mede- fimo Nizolio ancora della barbarie del
, . lor favellare , Qui 5 e fi enim in fcbolit ijiorum
pbilofopbaflrorum tam parum ver* fatti s , qui non centies audierit ,
potentia - Ut atei, quidditates . entitates , ecceitates ,
univerfalitates , formalitates , materiali - tates , & alia Jexcenta
hujufmodi verbo - rum monfira , qua qui pattilo frequentiut
ufurpant , ufquc adeo l^duntur , & per • vert untar , ut neceffe ftt
eos , non folum valde falli, & errare in pbilojophando , fed
etiam in loquendo , & fcrìbendo ve - hementer fadari , &
confpurcari . Co- me ugualmente molto fé ne querelò Apulejo per
alcune novità di parole a fuo tempo introdotte , le quali difle egli
non fervire che all’ofcurità delle cole. Datar venia novitati ve ri or um
, rerum obfcuritatibus fervientibm . E fi- nalmente cosi il
medefimo Nizolio tutto il fuo difcorfo conchiufe: Qui- bus ita
monftratìs , ut tandem aliquan- do & Caput hoc pofìremum , &
totum bttnc Librum abfolvamus , ita concludi - K mus
, X4$ tnuf , ut reììnquamus duo memoria man»
danda , & adfidtte diligenter cogitanda omnibus , r^iìte pbilofopbari
cupiunt , quorum unum e fi , Ubicumque, & quot» Cumque
Dialettici, Metaphyfìcique funt , ibidem , & totidem effe capitales .
veri i latti bofìes : alterum vero » Quandiu in fcboiii
pbilofopborum regnabit, Ari fio - rrtex 7/te Dialetticus , Ó*
Metapbyftcus, fonditi in eis & falfitatem & barbari - fi» „
fi non lingua & orit , at perocché la Pitagorica >
nomavafi Italiana } ila Platonica per efler egualmente Pitta*
gorica non potea (limarli , anzi piut- tolto dottrina , e Capienza >
tche •Filo* fofia, come dipendente da quella de* gli Ebrei. La
Stoica poi , Epicurea , o (ìa Democritica riguarda più la Mo* tale
, e il regolamento de’coltumi .che altro. E quella d* Arinotele io 'fon
per dire edere la medeiima con quella d* A ree fila, (limata la più
enorme ; per- chè quelli malamente (i ferviva della Platonica ,
infegnatagli da Crantore Platonico t imbrattandola co* (odimi di
Diodorot (ottilifiuno dialettico , e col mutabile» e fuggitivo di
Pirrone* acutiflìmo fillogilta. Indi egli è » che dicealì di lui »
come narra Plato > 'ex pojìerioribus Pyrrbo * ex mediti Diodo •
rui ; E (eguitando Eufebio (ledo » cosi parla di lui : H/c autem
fubtìlìtch tibus-. Diodori , qui actttui dìalefttcus erat , . &
Pirrbonis ratiocinationibus Pia* tonte am eloquentiam feedavit ■ , &
modo K a toc y / I
I > «I * qua ! pria ! aflruxerat
, confutare . Erat igitur Hydra capita fap proprio enfe amputanti
nec aliquìd habem utile » , nifi quod libenter > & audiretur
, & videretur . E dell’ of- curità , e ftrepiro di parole , di
cui fon pieni i libri d’ Arinotele con ter- mini vaghi , e generali
, in modo che appena rinvenire fi poflan due , an- corché fuoi
feguaci , e Tettar j , che convenir fappiano in un medefimo
fen- Digltized by Google fentimento ;
ecco il P. Malebranche come ne fa chiari/lima testimonianza: Quamvii
cairn Pbilofopbiipftus do Sì ria am fc docere adfeverent & autument ,
vìx tamen duo reperientur , qui circa ejat fententiam inter fe
conjentiant ; quanti, am revera /iriflotelis libri adeo objcurl
funt , totque fcatent termini t vagit & generalibui , ut eorum
opinione s , qunC ipft maxime adverfantut non fine verift-
milìtudine pojfìnt ipft trtbuì . In non- nulla illìus operibus quidlibet
ipft adfcri- bere lìcet , quia in ijs ntbil pene dicìt t quamvts
multa magno (Irepitu deblate- ret : quemadmodum pueri campwnas fo-
ndu fuo quidlibet dicere fingunt , quia campana ingentem edunt fonum ,
nec quicquam dicunt . ' \ Quindi non fenza roSTóre de’
me- desimi Ariftotelici Gio. Sculero nell* Orazione per cosi dire
inaugurale , eh’ ei fece intorno al riftauramer- to della Filofofia
con quel princi-’ pio-: . ‘ i diffe : Quid magli
noxiura Cbrijlìanre }uventuti Cógitarì fot e fi , a tenerti
audire ? Quid periculoftus quarti tene* riniti eofum animiti > qui ad
majo » ra defìinantut , & qu bui > juo tempo • re > fine
ReìpubVtca » fitte Eoclefue ad L tninìfiratio committenda , talia , in fi
ahi» lire , aperte Tbeologis Cbriftian qui ex prafcripto propri t
inftitu- tì \ five ex adfeSlu erga praceptores. certi! opinionibui
adharent , omnia fe- cundum illos dtjudicanl , quacumque auEìor
ìtale y & demonflratione po fi b abi- ta , ad eafdem trahentes
quidqutd au- diunt i qmdquid ìegunt . Il che fo al- mamente difpiacque
ancora a Rodol- fo Agricola , uno de’ primi - letterati del fecolo
pattato, (*) che di tanti FU lofofi 'dell’ antica età era folamente
- • * ■ * ■ * * 4 ri- • * • » • m 1 , -»«.
% • * • * »• » •> * , (*} Cioè del fecolo fedicefimo, mentre il
Signor Valletta { criflfe la fua Lettera nel 1700. in pun- tò : ma
veramente Agricola non toccò plinto il decin*ofefto fecolo , pbiché
nacque Tan- no *44 x.e mori l’anno 1485, come notò il Trite- mio •
* v Ci u *
ir tì ì 1 • f
y v» A' r
(■ ’i I \ t
I 'I Jil f
:n ; -ib, pra coftui muore T ultimo Audio
de*, vecchi . ... Ecco le Aie parole ? Quid de Ari ftotele die am ?
hic gnìm prope* modum [ohi omnium prife a alati! Pbi- ìojopborum
permanfit in manibui : hunc [ohm , -, qui \ Pbilojopbite , defìinantur
, attìngunt : hunc .primum pueri difeunt buie ultimum jenum jl
uditi m immori - tur : hunc artet omnei , omnia fiu* diorum genera
terunt , trahunt,, dif* cerptmt . Ma non già dopo che il Cartello
aprì, il vero fentiero al mi- gliore , e più certo modo di filofo*
fare;, che ad un Criftiano convenga*. Come ugualmente tutto ciò fu
con» fiderato dal dottilfimo Vanhelmon- zio , dicendo ; Jndignor
& merito » quod ScboU •• Pbilofopbia ethnica ado » lefcentet
male ìmbuant . Lamentan- doli egli fra 1* altre cofe , non ben convenire
la definizione pi che Ari* Itotele diede all* uomo chiamando- lo
Animai ' Rat tonale ; , ■ • non avendo egli conofciuto la Tua creazione
> nè T effetto d’ ella ; e perciò 1 , dice il fud« detto
autore malamente fervirfène le * • fcuole Criftiane
Vituperai am ìtaqttc definitìonem exìfiimo t qua homo Ani *
mal rat tonale , vel e a effenti ee defcrì- ptione depìngitur . Siquidem
ex ulti • mato fine dejìinationum . proprietatibus in creando -
dejiniendut erat , fi .finii fit cauffarum prima ex Arinotele .
Qua- propter nec hominii de fini fio e fonte Pagani f mi mendicanda
erat ì qui ere* ationem , ejufque fines piane ignora* vit , Così
egli defìniendolo ; Homo ergo eft creatura vivent in corpore • per.
a rum am immortalem oh honorem Dei * fecundum lumen » &: ad tmaginem
Ver- bi . Quando Arinotele -diede una definizione all* uomo che
nulla va-» le » - non 'Vedendoli in quella nè crea* tura di Dio ,
nè immortalità dell* anima , da ‘ effo lui affatto negata *
Digitized by Google *54 come Cerna verun dubbio l’
affettano Ciucino nella Parerteli , Teodoreto nel Libro della
natura dell* uomo , Gregorio Nifleno nel Libro dell* Ani- ma
Origene in più luoghi delle Tue Opere, Gregorio Nazianzeno nella
dif- puta contro Eunomio , il Cardinal Gaetano nel Trattato deli’
Anima , Plutarco y Galeno , ed infiniti altri fcrittori profani .
Per lo che non fen* za ragione chia mai Io Tertu]]iano«?//é- to f
dicendo nel Libro delle Ptefcrizio- ni Miferum Arijlotelem ; foggiung; ndo,
J Qui illis Diale Che am inHituit , artifi - eem (Intendi , &
defiruendi verfipellem t in fententiìs co a Cium , in conjeCìurit
nec t allietate Panos - , oec ar* tibusGracos, nec denique hoc ipfo bu
- jus' sentii , & terra domenica > . nativo • que - fenftt
Jtalos iffoi > & Latìnot $ fed pktate , ac religione , atque
naiionel ’• que [uperavìmus . •• ’• • :i E finalmente
eonofeendofi ancora dagli Ebrei , la Filofofia d’ Arinotele
ef- li •* * è 1 >
: » f r f
Ì-1 h È i l -
i Ir À , • I
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• i li I t5* eflere in pregiu diciò della
religione , fa. pubblicato decreto nel Sinedrio de- gli Afrnonei (
come fi legge nell* irto- ria de’ loro tempi ) così dicendo .• Ma-
le diti us qui docet filium fuum Pbtlofo- pbiam G rac am . : Il che vien
riferito ancora da Arrigo Enefiio nel fuo Li- bro Vir fapiens .
Quindi, non fia ma- raviglia , quando leggiamo preffoCle- mente 1’
Aleflandrino , Grata itaque • Pbilofopbia , ut alti volunt , a
Diabo- lo mota e fi i Anzi i Giudei dopo la venuta del noftro Salvatore,
ancorché * empj , pur dannarono la Filofofìa d’A- riftotele ;
perocché avendo pubblicato il Re Moisè un Libro» a cui diede il
titolo 1 Mereh Nevekim , fu acculato, dagli altri Dottori d’aver corrotta
la loro religione » per aver in effo pur troppo mefcolata la
Metafilica d’ Ari- flotele , come narra il P. Si mone nel
fupplemcnto al Libro delle cerimonie/ e de’coftumi de’ Giudei di Leone
Mo- dena .. Ed io in finendo dirò di lui con il gran Pico della
Mirandola ; Mali prtnctpiì finis masut . Da
turco ciò , che fi è fin qui rap* portato , potrà la Santità 1 V
ostra pienamente avvifare quànto fian da ri- prenderti co fi oro ,
ì quali ardi (cono di biafimare quefta Filofofia , che mala- mente
chiaman moderna , e nuova , e dannarla come fcandalofa , e mala - r
quando finora nè la Santità’ Vostra* nè gli altri fantiflìmi Pontefici
antecefi» fori * hannola giammai penfiata con- dannare . Anzi il
contrario leggiamo riabilito dalla Santità d’Innocenzio XI» in una
Bolla ; ciò egli è * . che niuna. cola tra filofofanti , ed altri , che
fico- lafiicamente fi contende, giammai fi' danni o in difiputando*
o fcrivendo , o in pubblicando , che pria dalla Santa Romana
Chiefia condannata non fia ; Ma quando anche ciò non fofie , qual
furore , o fpinto dii zelo ijpinge tant* oltre, cofioro ad incagionar
coma- rea * e mala una Filofofia * che ha per au- tori uomini
cattolici , • dabbene , e di integrifiìma vita ; avendo per lo con*
x$8 trario la lor Filofofia per autori fio. mini
gentili , e tra gentili i più per- vertì, e federati ? Qual ila (iato già
il lor Padre Arinotele, e di che coftumi l’iftorie de* Greci, e
de’. Latini ne fan piena , ed affai- ampia tedimonianza ; Quai
fentimenti , e quanto perniziofi sì alle Repubbliche , sì alla j
religione, che a* Tuoi tempi lì tenea tra Greci , egli lanciato
abbia a’ poderi la San- tità' Vostra, rivolgendo l’occhio a quello
, che per 1* autorità d’ infiniti fanti Padri , e di molti altri autori
pro- fani fi è riportato, porrà benignamen- te giudicarlo., Non
evvi Tanto Padre, che per otto e più - fecoli riprefo - , e
biafimato non l’abbia , nè mai leggia- mo , che alcuno l’abbia feguito, o
fia dato così dettamente legato alla di lui dottrina , come
tuttavia fon codo- ro. Dottrina veramente tre volte per-
niziofiflìma , madre, e fonte di tante e tante erefie + che per tanto
tempo didurbarono. ed affliflero la Chiefa , e di Crido la vede
lacerarono . E fe .. : rifor- 159 riforgefle il
gran Bafilio, quanti equa-' li de’ noftri tempi riprenderebbe più
fortemente, che non fece ad Eunomio^ ed agli Eunomiani- de* Tuoi tempi j
t - quali giuravano Tulle parole d* Arino- tele, come full*
Evangelo > e pofero in ifcompigtio la Chiefa d’ Oriente? Che
diremo degli Atanasj, e degli A leffa n* dri Vefcovi d\ Aleffandria ? .
Quanti Crilìiani taccierebbono d’ Arianifmo, yeggendogli così
attaccati ad Arinotele, onde Tempio Ario prefe Tarmi , e le faettc
contro del Verbo ? Non farei per mai finirla , fe voleffi addurre
par* titamente tutte Terefie , • che da’fegua* ci d’ Arinotele fono
fiate indotte nell» Romana Chiefa per tanti fecoli , e di giorno.
in giorno van riforgendo. Baffi fol dire , che da fei , o più. fecoli
tut- ti gli errori fian venuti da oriondi per così dire , e
figliuoli del grande Aride* tele ... i ' « • Ma fliafì pur
colla fua pace Arido* tele , con quella pace , che nel più cu- po
dell’ Inferno, ov’egli fea.giace, dar > fi può i6o
fi può- Siali ' flato Arinotele non tan- to federato ; anzi dirò
più , fiati (tato uomo dabbene, avvegnaché gentile ei lì (offe .
Sianli Santi tutti gli Arifto- telici, i quali hanno avuto , ed
hanno il nome di Criltiano . Siali la lor dot- trina ottima-, e di
niun pregiudicio j non però avrà che far nulla colla no- Itra
l’anta' religione nè di buono , nè di malo . Siali io dico , e ridico la
lor dottrina profittevole in ifpiegare gli ar- cani della natura ,
la natura delle pian- te » degli animali , e che lo io ; non dovran
perciò biafimare tutte 1’ altre Filofofie , eh’ eglino non profèlTano
, quando quelle niuna cola infegnano , che contraria lia a’ buoni
collumi , al- le leggi naturali, ed alle leggi di Cri- Ho , e della
Chiefa . Coloro, che rin- novate l’hanno tutti fon già morti cat-
tolici , ed in feno della Chiefa , lenza veruno fofpetto , quantunque
minimo d’ erefia . E* conceduto , che in qual- che Libro d’ alcun
Filofofo Criltiano vi folle qualche opinione » chiaramente
con- rii 'contraria alla verità della religione
, fenza dubbio 'veruno toccherebbe alla Chiefa di condannarla .
Potrebbe!! pe- rò ( parlo pieno di rifpetto, e di zelo, con quella
riverenza ed ubbidienza , che lì dee alla Santità* Vostra , ed alla
Santa Chiefa ) dìdimamente con- dannare quella opinione eretica ,
ovve- ro fcandalofa > come fece per molte dichiarazioni
AlelTandro VII. ed altri Pontefici ; e non ributtarli tutto il cor-
po d’un libro , il quale lì compone d* infinite, e varie opinioni , delle
quali la maggior parte niuno attaccamento ha , ovvero dipendenza
colla verità del- la fede. Così leggiamo Origene , e Tertulliano
lìcuramente , avvegnaché ambedue in molte co fe lian traviati ,
come poco ollervanti della nollra reli. gione . Così leggiamo ancora '
San Ci-' priano Martire , quantunque folle fia- to d'opinione , che
i battezzati dagli eretici lì doveflero ribattezzare ; laqua- le
poi fu dannata dalla Santa Chiefa' per mezzo d’ un Concilio > come
an« L co. 3 * 6 » cora tanti altri errori di
Lattanzio >d* Arnobio» e d’altri. Or fe ciò fia lecir- to nelle
cofe di tanta importanza » cioè nella Teologia , potrà ancora efler-Te-
/ cito nelle Filosofie , le quali van de- correndo femplicemente
degli arcani della natura. Il filosofare , Beatissimo Padre
, fu Tempre mai , conforme s* è dimo- ftrato , libero , e permefiò
a chi che fia , purché contrario egli non fia alla religione >
alle leggi umane > ed a’ buo- ni coftumi. Non han cofa gli
uomini» che fia più lontana > e men foggetta al- le poteftà
terrene, che il loro Spirito. Nè v’ è cofa più intollerabile , cl}e
quando fi veggono rapire la libertà de* loro penfieri ; perocché tanto è
toglie- re la libertà del filosofare ,■ quanto è togliere la
libertà dell’ opinare ftefTo, non effendo altro le Filofofie che
opi- nazioni * Quindi è, che coloro, i qua- li per dura legge delle
genti fono fchia- vi delle altrui volontà > pur fi riman- gono
liberi nelle loro opinioni , ed i lor pa- e
Digitized by Google padroni > i quali han poteftà della
lor vita, non poflòno difporre de’ loro li* beri fentimenti .
Solamente lo fpirita dell’ uomo a Dio è tenuto renderli av- vinto ,
elfendo egli folo la prima veri- tà per elfenza , la quale non può
giam- mai nè ingannarli , nè ingannare ; ed iòdi poi ancora la fua
Chiefa > la qua- le ci favella da fua parte , toccando a lei
d’interpetrare gli oracoli , ed arca- ni di Dio . Indi quella ubbidienza
del- la nollra ragione libera all* autorità Divina fu fempre
giudicata da tutti la prima , e più grata vittima , che noi
dobbiamo offerire a Dio. Il facrifizio certamente non è egli fanguinofo ,
è ben però il più pregiato , e caro ; pe- rocché conduce gli
fpiriti nollri , na- turalmente di ripofo impazienti a sì felice
fervi tù , principio » e mezzo d* ogni nollro bene, e falute • Perchè
li dee in ciò ufare grandilfima diligenza, nè legare sì
llrettamente quello nollro libero arbitrio in cofe , le quali poco
, o nulla montano ; perocché potreb- Lz beli
befi temere di qualche rivolgimento , o per così dire temerità dal
vederli sì ftretto , e incatenato . Oltreché po- trebbeli da ciò
dar luogo di penfar malamente , che la noftra fede dipcn- deffe da’
principi delle Filofofie, e che la noftra religione » ed Arinotele
fot fero sì Erettamente uniti , e me (cola- ti , che 1' una fenza
l’altro non polla da noi crederli. Sarebbe ben tre volte incollante
la noftra fede , fe ftabilita folle fopra così balle , e poco (labili
fondamenta , ed andalfe dietro a’fogni, ed alle frafche de’ Filofofanti .
La ve- rità vien ricercata si dalla Filofofia ,• ed è Hata
ricercata già per migliaia d* anni ; ma non giammai però è Hata
ella ritrovata ; perocché Iddio ha vo- luto lafciare il Mondo
all’efercizio in- nocente delle Filofolie , ed all’incerto
inveftigamento delle cole naturali , e però alle difpute . Mundum
tradidit difputation'tbus eorum. Conforme anco- ra va dimoftrando
San Gregorio Nazianzeno in un difeorfo, ch’egli detta delle
/ . *65 delle dìfpute. La Teologia fola ha
ri- trovata la verità, perch’ella fola s’ ag- gira intorno alla
vera luce , e prima 1 ferità , eh’ è Iddio , principio d’ ogni
j noftro fapere; onde gloriavafi 1* Apo- flolo di non fapere
altra cofe, cheCri- tto crocifitto. Quefla verità ritrovata nella
Teologia altri non poffede , che 1 la noftra fanta religione , la
quale quan- tunque contrattata , ed afflitta da tan- ti e tanti
tiranni , pur fempre mai • vìttoriofa per tanti » e tanti fecoli
ha trionferò , e trionferà per fempre più gloriofa . Veritatem (
ditte un autore ) Pbilofopbia quper ciò fare ha volu- to
fervirfi ; perocché verfando quefte intorno ad una caufa , la quale al
prefente fi può dir prelfochè comune, di comune , ed univerlal
difefa ancora elleno pedono molto acconcia- mente fervire . .
. Recando adunque le molte parole fue m una , quella nella foftanza
fembra edere fia- ta T idea di lui . Egli ha come in due parti
divifa tutta la Lettera , in una delle quali s* è ingegnato di biafimare,
e deprimere il pia che ha potuto Ariftotile; e nell’altra lodare, e
portare alle ftelle Renato Defeartes. Egli ha depredo Ariftotile ,
comparandolo prima- mente con Platone , e inoltrando , che il
principato tra i filolòfi è di quello fecondo; L 4 chc
*6$ che da tutti i fanti Padri molto è flato cele*
brato: che la fua filofofìa è la più favorevo- le, ed acconcia alla
Chiefà cattolica ; e che quella d’ Ariftotile è la più contraria, e
pre- giudiziale . S’ e poi ingegnato di inoltrare , che Ariftotile
è flato 1* origine di tutte l’ere- fie.* eh’ è flato biafimato da tutti i
fanti Pa- dri , e finalmente tutto quello ha raccolto , che può
fèrvire di biafimo , e di vitupero di quello filolofo • Di qui è pallato
a glorifica- re il Defcartes . Ha mcftrato da quanti e quali uomini
e fiata la lita filofofìa appro- vata , e ricevuta : com’ ella s’
uniforma a’fen- timenti de’ fanti Padri : come ferve molto per difi
reggere l’erefie , e così fatte altre cofe af- fai. Onde porta
l’incertezza di tutte le filo- fofie per cagione del corto intendimento
u* mano , e porta Umilmente la libertà di giu- dicare , eh’ hanno
gl’ intelletti nelle materie fìlofcfiche y ha concitilo, ellère molto da
ri- provare Tattaccarfi fidamente ad Ariftotile . C jntra il quale
molte colè di nuovo adducen* do, e moltiflime altresì a favore di
Renato, della filofofìa di cui teffe un lungo panegiri- co ;
finalmente conclude , effere forte da ri- prendere coloro , che ardifeono
biafimare la filofofìa moderna , la quale non fido al paro coll’
Ariftotelica può andare; ma in oltre ad erta dee ellère antiporta , come
quella , che dalla Platonica fi deriva , e per più altre lo*
4 i6$ di, ch’egli affai minutamente, e a lungo ya
numerando. Ora volendo (opra cosi fatta argomentazio- ne col
medefimo fine dell* autor fuo , cioè a prò della moderna filofòfia ,
alcuna colà of* fervare; dico in prima, non effere molto da
commendare Io ftabilire la difefa di effe mo- derna filofòfia fopra la
depreffione d’Arifto- tile, e fopra la deificazione, per dir così,
di Renato delle Carte . Quantunque volte un eccellente fcrittore ha
occupato un poftocon- fiderabile nella repubblica delle lettere,
non manca mai la fazione di quelli, che Pefàlta- no , e di coloro ,
che lo deprimono fuori del dovere . Vero è , che ci fono ancora
difcreti eftimatori delle cole, i quali il buono dal reo feparando
, quel prudente mezzo eleggono nel dar giudicio , che fecondo dirittura
di ra* gione fi vuol tenere. Molti efèmpj io potrei addurre per
confermazione di ciò: ma perchè fopra Ariflotile procede ilnoftro
ragionamen- to , volentieri io non mi partirò da eflo. Per efempio
adunque de’ glorificatori affettati di quello filofofo fia Averroe , il
quale in que- llo modo lafciò fcritto di lui : j4riflotelir do *
Urina efl Stimma Veritas, quoniam ejus intei* lelhts fuit finis bumani
intclleftus ; quare bene dicitur de ilio , quod ipfe fnit creatus , &
da* tus nobis Divina providentia , ut non ignori mus
Doffibilia feiri . E nella Prefazione alla .. Fifica;
Complevii ( Ix>gicam , Ethicam -, óc Metaphyficam ) quia nullus eorum
, qui fecu * ti funt eum ufque ad hoc tcmpus , quod efl mille &
. quingentorum annorum , quidquam ad* didit , nec invenies in ejus verbi
s errorem ali* cujus quantitatis , # ta/ew £// per quan- to egli
raedefimo ne dice , venti anni interi fpefi avendo iti Squadernare i
libri d* Ariflo- tile , anzi oracolo , che giudicio è da repu-
tarli . Così adunque egli fcrive nel Prolago al libro JY. del fuo Examen
vanitati* dottrir Tue gentium : Multa apud Ariflotelem erudì . f
> tio , multa eleganti a fcribendi , inulta etiam ,
fcrtajfe verità* : fed certe non parva vanita* * - JLo
fcrutinio fin qui da noi fatto di varj , c oppofti giudicj intorno al
medefimo fog- getto formati, può fervir di regola nel giudi- 1
care di. tutti gli eccellenti fcrittori. Noq bifir gna nè alla
bellezza della virtù, nè alia brut- tezza de’vizj lafciarfi cosi rollo
ingannare , nè ' 2 1 - I 7 i * ■ .
. fafcinare in modo la vi (la , che fi travegga e fi
finarrilca quel fenderò dì mezzo, per cui Tempre colla (corta della
ragione dobbiamo proccurare d* incamminarci . Ma egli fi ritro-
vano uomini d’ immaginazione tanto gagliar- da e forte , che poiché hanno
fidato la men- te nella qualità d’ un oggetto , non (anno tanto o
quanto fidarla per dominarne le al- tre - Conoro confederano ' le colè
(blamente per quel verfo, a cui dal moto de* (oro fpi- riti fono
portati , e di qui è, che o il bene folo , o il male precifamente
contemplano » Quello predominio dell’ immaginazione in nelfun’
altra opera per mio avvilo meglio fi fcorge , quanto in quella de veris
principiis , & vera ratione pbilofopbaudi di Mario Nizo- iio.
Quello fcrietore avendo al principio con- ceputo della (lima verfo
Cicerone, e vdeldifi credito per • Ari dotile ,‘a poco a poco s* è
lafeiato condurre a tale , che nuli*- altro che il lodevole in quello , e
in quello nuli* altro che il biafimevole egli vedeva . Gli è fi-
nalmente» paruto , eh’ ogni cofa , anche 1’ imperfezioni del primo roderò
divinità , e le cole anche buone del fecondo fodero vizj , e
magagne . Di qui è , che negli accennati li- bri , egli conculca ogni
opinione, e lèntenzia d’ Arillotile, e glorifica ogni detto di
Cice- rone ; per qualunque definizione anche de- bole , e
imperfetta del quale, egli s’ ingegna di *
di ritrovare principi , da cui fi deduce com* ella è giuftiflima ,
e vera. Quella lòrta di li- bri può efler utile per quelli , che all*
oppo- fla parte fono dalla palfione portati / perchè fcorgendo
nella lettura di elfi il rovescio, co- me fi dice , della medaglia , può
avvenire , che s* inducano a dubitare di quello, che fi- no allora
aveano tenuto per fermo . Per al- tro e T uno e 1* altro di quelli
eflremi me- rita grandilfimo biafimo , nè v’ ha colà ,che più i
retti giudici impedifca quanto quello fv la- mento della ragione, a cui
la fantafia ha tolto la briglia di mano,. Intanto la vanità, e
lafu- perbia dell’ uomo fi palce molto di così fat- to cibo ,
perchè o colla deificazione, o colla deprelfione altrui o coll’uno e
l’altro inlìeme, fi fpera di potere llabilire la propria fama «
Egli avviene nonpertanto , che la colà il più delle volte va tutt* all’
oppollo . Nulla è che minor imprelfione faccia nelle menti de- gli
uomini, e che più agevolmente dimenti- chino , quanto quelli sforzi
violenti : degl’ intelletti da troppo gagliarda immaginazione
trafportati : non altrimenti appunto , che 1* azioni llravaganti , e
inufitate de’ pazzi , ap- pena s’oflèrvano . E chi è egli , che
fìlolò- fando fi Ila giammai attenuto a’ principj di- Mario
Nizolio? lo non ritrovo appena regi- flrato il filo nome tra i nemici
d’Àrillotile . . Ma ritornando in via, dico, che l’autore
di Digitized by Google ! di quella
Lettera fembra effere (lato alquan* to tocco dal prurito y di cui abbiamo
fin qui favellato , mentre con tutto lo sforzo dello fpirito s y è
ingegnato di raccogliere il polfibL. le con tra Ariftotile, e dall* altro
canto por- tare fino alle ftelle il Delcartes ; ogni prova facendo
> e nulla intentato lalciando per ap- pannare, e far violenza agl*
intelletti de’luoi leggitori . Per contraflegno della fila palilo*
ne , anche dentro a* cancelli di puro racco* glitore degli altrui
giudicj, offervifi il modo , eh* egli tiene alla pagina 34. in iftorcere
vio- lentemente contra Ariftotile alcune parole del P. Petavio,
dette ad altro intendimento, anzi in propofito tutto conti ario. Quello
Pa- dre nel capitolo III. numero V. dei Prolago alla fua Opera de*
Dogmi Teologici , dopo avere addotto un lungo palio di S. Bafiiio ,
nel quale lèmbra , eh* e* rigetti in tutto la filolòfia Ariftotelica ,
foggiunge al fine cobi: Ceterum iifdem in verbi * videtur Bafìlius
in totum abdicale , ac rejecijje ab fidei , Theo* hgiécque
conjortio univerfam Ariflotelis philofo* phiam tanquam Cbriflo irrvifam ,
& inimicami atque ab bofle illius Diabolo proferì am . Quam
uonmllorum opinionem refellit Clemens Ale*an- drinus in primo Stromateon
> ut alibi memini - mus . Sed ab bujufmodi Jufpicione Bafilium
paullo pofl purgabimus . Ora il nollro autore prende da quello palio
quelle lòie parole ; Ari m Ari flotti is j>hilofophiam
tanquam Chriflo invi, fam , & inimicam i atque ab hofle illitis
Dia. bolo profeti am ; e le porta come un detto del P. Petavio
contra la fìlolòfia d’ Ariftotile. E chi non vede però che il prurito di
conculcare quello filofofo ha fuggerito all’autore della let- tera
una sì aperta , e abominevole ftorpiatura? E pure y fe per 1* altro
verfo vogliamo ri- guardare e Arillotile , e il Delcartes , non ci
mancherà motivo , nè fcrittori , i quali ci a- prirànno la ftrada a deificare
il primo , ed a deprimere , e conculcare ancora il fecondo , lènza
nè pure aver bifogno di ricorrere a tali artificj . Ogni volta che uno
fcrittore s’ha a. cquiftato un gran nome nella repubblica del- le
lettere , e mafTìme per lungo tratto di tem- po , ’è pazzia l’immaginarli
, che tutte le co- fe lue pollano eflère tee . Il buono làrà mi-
fto col men buono , come di tutte l’ umane cofe , che perfette giammai
non li videro j fiiole avvenire ; e però quelli , eh’ amano dì
cogliere negli eftremi , troveranno in amen. - due le parti da
làttollarli . Il punto Uà , che non lì lufinghino d’innalzare una
fabbrica , che non polla eflère da alcun altro colle ilei* fe forze
diftrutta , per non ritrovarli contra la loro efpettazione ingannati. Un
altro, che riguardi lo fteflò oggetto dal lato oppofto a quello ,
che 1’ hanno riguardato efli , ritro- verà tolto gli liromenti da
dilhuggere in quel* ! I 176
quella fletta fucina dov’eglinò gli avevano ri. trovati per
fabbricare - Di quella difputa d’ Ugone da Siena, al tempo del Concilio ,
che fi cominciò in Ferrara , riferita dall* autor della Letteta,
come cola inftituitaperefalta- re Platone, e deprimere Ariftotile, così
nel., la fua Cronaca lafciò fcritto Filippo da Ber- gamo : Cumque
Nicolaus Marchio , & multi in Synodo congregati pbilofophi
excellentes ad - venijfent , cuniios in medium philofophia jocos
adduxit ( Ugo ) de quibus inter fe Plato ± Arifloteles fuis in Operibus
contendere , ac magnopere dijfentire videntur , cdocens eamfe
partem defenfurum y quamGraci oppugnandam ducer ent , five Platone m y fi
ve alium je fequen - dum arbitrarentur . Lo fletto atteftano Enea
Silvio nel capitolo LI I. della Dedizione delF Europa , e Andrea. Tiraquello
nel capìtolo XXXI. del libro de Nobilitate . Ecco pertan- to , che
il fine d’ Ugone non fu V efaltazion di Platone , e Pabbaflàmento d*
Ariftotile , come vien fuppofta : ma fi profefsò di voler difputare
problematicamente , che vai a dire, difendere la parte impugnata , e per
confe- guenza difendere o l’uno, o l’altro di quelli due fUofofì .
Cosi il Concilio Lateranefe V. a torto vien portato alla facciuola 114.
come difàpprovatore , e condannatore della filofo- fia Peripatetica
nella Scffione Vili. Bafta fo- to leggere P accennato luogo per chiarirli
, che quello Concilio non condannò nè Anda- tile, nè Platone, nè
alcun altro filofofo in particolare : ma generalmente della
filofòfia ragionando , proibì primamente I* abufo a que’ tempi
introdotto di difendere nelle pub- bliche Tefi, che circa lo dello punto,
quel- lo era da dire fecondo la filofofia , e quefto fecondo la
verità : ovvero tal colà fecondo la filosofia e r a vera, che fecondo la
fede erafal- fa . In fecondo luogo ordinò a tutti i Lettori
pubblici delle Univerfità , chefpiegando i fìlofòfi, avvertilfero la
gioventù degli errori loro , alla fede noftra contrari ,
-confutando* gli, e riprovandogli . E finalmente (labili , che
niunCherico doveffe dopo io ftudio della Grammatica appigliarli a
quelloodeilaPoefia, o della Filolòfia, lènza ftudiareinfieme Teolo-
gia , e Canoni, acciocché, foggiugne, In bis Janlìif , & utilibus
profijfionibus Sacerdotes Domini inveniant , unde infili a s Pbilofopbia
, & Poe fi s r adice s purgare, & fanare valeant. E tanto è
lontano , che i Padri di quefto Concilio abbiano avuto in animo
d’oltraggia- re Ariftotile, eh’ anzi lette le poco fa accen- nate
cofe , e ricercato , fe alcuno avelTè pun- to che dire in contrario, fi
levò fufo Niccolò Lippomano Vefcovo di Bergamo, e sì difle^ Quod
non pìacebat fìbi , quod Tbeoìogi impo - nerent Pbilofopbis difputantibus
de veritate in - ielle fi us tanquam de materia po/ita de mente
M - Ari» Digitized by Google 178 ...
.Ariflotelis y quam [ibi imponti Averroes : lieti fecundum verità
rem tali* opimo e fi fai fa . Si- milmente di queir Aezio Vefcovo * che
dall* autor deir Epiftola è rapportato come uno * che per troppo
ftarfi attaccato alle Categorie cT Ariftotile , cadeffe in erefia * e
diventaflTe Ateifta , Socrate nel libro II. capitolo XXXV- della
Tua fteria Ecclefiafticacosl ragion a: Hoc aiitem facit Cat egorii s
Ariflotelis ( fic liber iU le e fi ir.fcriptus ) fidem habens * ex
quibus difputando * ac fe ipfum fallendo y non int clie- nti y
ncque a feientibus didicìty quis fìt Ari fio - telis feopus . Ille namque
propter fopbifias phi* lofoph'ue lum illudentes id genus exerctiii con
- fcripfit y & Di al etite en per fophifmata novis fopbiflis
dicavti. Itaque Academici * qui Pia- toni* y ac Plotini fcripta e L 9
immaginazioni belle piut- rollo ad udirli , che fiifliftenti e fode
, le quali fono fparfe per tutto il corpo del- la fua filolòfia y e
che tinta di fanatifmo T hanno fatta comparire . I Vortici , che da
fonti torbidi Italiani , come fono quel- li di Giordano Bruno Nolano , ha
prefi il . Defcartes per far girare la fila tripli- ce materia ;
fono colori , che poffono fer- vire a fare un ritratto di lui tutto
diver. fo da quello , che ha fatto V autor del- la Lettera * Il
Padre Malebranche mede, fimo 5 uno de* più acerrimi difenfòri , e
approvatori della dottrina di Renato , co- sì lafciò fcritto nel libro
ili. patte L capitolo» IV. della ricerca della Verità . Mortsù
Defcartes era anch'egli uomo y fog - getto all 9 errore , e all 9
illufione , come gli altri . Non v 9 ha alcuna delle fue Ope- re y
non eccettuando nè pure la fua Geome* * tri a y in cui non fi a . qualche
fegno della debolezza dello fpirito umano . Non bifo- gna adunque
fi are alla fua parola ; ma leggerlo cautamente , com 9 egli ftejfo ci
av~ vertijfe . Non fono anche mancati uomi- ni dotti , i quali
hanno fatto vedere , che Ja fua filofofia è di pregiudicio alla fede
, i8i cd è contrarla a molti dogmi cattolici - AI-
cuno ha pretefo , eh * ella rinnovi V ere- fie di Pelagio , e di Neftorio
: ed altri , eh* ella fia la firada allo Spinofifmo , e all*
Ateifmo * Io fò , eh 5 è flato rifpo- fto a quefli tali , e che vi fi
rifponde. rà : ^ma quello appunto è quello , che il di fopra da noi
detto conferma , e che moftra quanto agevol colà fia o, ecceder
nella lode , o ecceder nel biafimo , quan- do non s 9 ami di fidar V
occhio che o ne* fòli vizj , o nelle fole virtù . Non fem- bra
adunque , com > ho detto , degno di molta lode il difegno di ftabilire
la difefa della filofofia moderna fopra le lodi , el* efaltazione
di Renato Defcartes , e fopra i biafimi , e depreflione d * Ariftotile ,
fic- oome fopra un fondamento , che fi può di- ftruggere con quella
fteflà facilità , con cui s è innalzato : e per mezzo del quale ,
fermo e inconcuflò renando , fi verrebbe a flabilire quello , che V autor
filo medesi- mo in alcun luogo con molte parole s 9 e ingegnato di
diftruggere , cioè il farli fè- guace indivifibile d* alcun filofbfo
partico- lare . Ora diciamo alcuna cofa della principal
ra- gione, fopra cui Pautor della Lettera ha pian- tato la difefa
della filofofia modèrna ; la qua- le fi è , che derivando ella dal fonte
di Pia- rvi 3 «o* iS z tone, fìlofcfo fupcrioread
Ariftotile, appro- vato dagli antichi Padri, e riconofciuto come
molto vicino a’dogmi cattolici; ella non vuol eflere riprovata ,
maflimamente in confronto dell* Ariftotelica, la quale, fecondo lui, è J
}a* fa V unica , e fola cagione , anzi l y orìgine JìcJfa di tutte
V erefie. E quanto al primo , cioè quanto al prin- cipato
,tra Platone, ed Ariftotile ; molto dif- ficile, molto dibattuta, e da
niiino per anche decite quiftione ha prefo a diterminare il no- Aro
autore , augnandolo al primo • La dif- ficoltà di tal decisione procede ,
che molti ef- ffendo i pregj delfinio e dell* altro filofofo ,
amendue ancora hanno le loro imperfezioni. Secondcchè pertanto fi
vogliono riguardare sì nell* uno, che nell* altro più quelli, che ques-
te, fi ha campo ancora di antiporre , o pote porre V uno all*
altro. Ma per quello , che riguarda il fecondo y cioè quanto
al far ufo dell* uno, o delP altro nella Teologia , e nelle cole della
religione , non fono pure ben d* accordo tra loro gli uo- mini
dotti qual fia da preferirli . Se per Pla- tone fta P ufo , che moftrano
averne fatto i primi Padri della Chiete: nè anche Ariftotile va
privo in tutto di fimi! pregio , mentre al riferire d’Eufebio nel libro
VII. cap. XXXIL della Storia Ecclefiaftica , in Aleftàndria , an-
che al tempo , che i Dottori Apoftolici rif- pJea«
plendevano , l’Ariflotelica (cuoia fioriva. Gle- mente Aleffandrino
lib.V. Stromatam, riferita, che Ariltobolo con molti libri provò, la
(liofoba Peripatetica dalla legge di Mosè,e dagli altri Profeti
derivarli. E Gioleffo nel lib. I. contvaAp* pìonem , infieme col
mentovato Eufebio nel lib. IX. cap. V. de preparatane Evangelica ,
recano un luogo di Clearco,ditapoIod’ Annotile, da cui fi fcorge,
come quello filofofo, eliendo m A- fia, tenne lunghi, e fciendfici
ragionamenti con un dotto , e favio Ebreo , da cui apparo mol. te
belle, ed eccellenti cofe ne’ Divini libri con* tenute . Anzi fu opinione
d’alcuni , che lo «el- fo filofofo , avendo avuti per mezzo d
Alelìan. dro i libri di Salamone , molte cofe da quelli rac-
coglielTe,e trafportalfene’ fuoi .Ne mancarono fra moderni ( lafciando
per ora da parteltare i libri de vietate Arijlotelis , de f alate
Anflotchs , ed altri limili dati fuori ) chi comparazioni tra la
Scrittura facra , ed Ariftotile facendo , s in- segnarono a tutta lor
polla di moftrarc, eh e- alino pattano d’accordo , come Giorgio
Trape- zonzio, Giovanni Zeifoldo , AgofiinoSteuco, ed altri . Sopra
così fatta lite pertanto a muno , s’ io non vado errato , difpiacerà il
prudente giudiciodi Melchior Cano, (limato meritamen- te
dall’autor del la Lettera il maggior ornamen- to della famiglia
Domenicana. Divo Augufli , wofdice quell’ autore nel lib. X- cap. V . de
loets Tbeologicis ) Pialo fummus efl : Divo Tbom Enea Gazeo ,
di Teofìlo Patriarca d’ Antio- chia, di Lattanzio Firmiano, d’ Eufebio
Ce- fàrienfe, d’ Epifanio, di Gregorio Nazianze- [ no , di Girolamo
, di Crifoftomo , e di Teodo- reto, ne’quali, tutti concordemente
biafima- no , e {gridano Platone , e la fua fìlofòfia , co- me
quella, ch’era fiata l’origine , ed aveva dato palcolo, e fomento ad
infiniti errori , ed erefie. Ecco adunque , che Ariflotile non è
fiata la fola pietra dello fcandalo : ecco eh* egli non
i f 188 non è l’unica
cagione di tutte V erefie : ma Platone fenz’alcun dubbio, in quella parte
lo fupera, ed è flato guardato di malocchio da* Padri; e l’
accollarli , ch’egli fa in qualche modo più a noi , è ridondato in nollro
mag- gior pregiudicio . Di qui fu però , che negìi ultimi tempi ,
quando Giorgio Gemillo , il Cardinal BelTarione , il Cardinal Gufano ,
e Marlilio Ficino illullrarono , e fecero rifiori- re la Platonica
limola, quali tutti nonpertan- to {limarono miglior avvifo, o almeno
minor pericolo, attenerli tuttavia ad Ariflotile. Sen. tali lòpra
ciò 1’ avvedutiflìmo Giovan Fran- celco Pico Mirandolano , il quale nel
libro 1 V. capitolo IL del fuo Ex amen vanìtatis dotivi, ttee
gentium , in quello modo lafciò Icritto. Alti nihilominus , Platone
poflhabito , haferunt Arifloteli , exiflimantes illum noflr &
exatìe, fed in comuni defumta ) prxbere aditum faci - lius po/fit ,
quam Arifloteles , qui rationibus , non fide , foleat plurìmum & fere
femper inni - ti . Ma il talento di avvallare Ariflotile , e
cacciamelo del mondo , e della memoria de- gli uomini; non ha lalciato
Icorgere all’ au- tor della Lettera, non dico le lodi fue ; ma
nè Digltized by Google nè pure i biafimi,
«Squali i medefimi Padri ne’medefimi luoghi, in cui nello
ripigliano, » anche il fuo maedro fogliono non punto di-
verfamente trattare . Per cagion d y efempio nel capitolo XJ. del Libro
intitolato Regala Monacharum , a S. Girolamo già attribuito , fi
leggono quelle parole ; Attende , & tu fa- tuorum fapientum princeps
Arifloteles . Elleno però fono Hate tolto notate dal nodro auto, re
, e nella lettera aliai avidamente inferite : ma queir altre: Verum non
fine labore didicu ) fii tuam Japientiam fatuam Plato y folamente
due verfi lontane,* e quelle ancora aliai vicine; Non banv fatuitatem
doéìijjimam Athenis Plato didicit , non Arifloteles y non Anaxagoras >
non cete - rorum fiultorum mundi fapientum turba percepita non fono
Hate avvertite da lui , nè notate , non altrimenti, che feo non iforitte,
o rafe, e cancellate Hate li fodero. Ma che diremo, che dopo quel
detto da lui in difcredito d* A- f rillotilc recato , immediatamente al
medefimo . filofofo quedo elogio è teduto, o leurato fi mil- mente,
non fo come, c tolto agli occhi del nollro autore? Et fi fueris abfque
dubitano, ne prfdigium , grandeque miraculum in tota na+ tura y cui
pene videtur infufum , quicquid naturai iter efl capax humanum genus ,
43c. Le quali parole anzi della foiocca abbjezio- > ne , e viltà
del Chiofatore Arabo, che del- la gravità Geronimiana tenere mi
fcmbra- no r
190 no (*) Vero è però, che da tutti i Critici efl
fendo coiai opera da quelle di Girolamo fe pa- rata , e come lavoro di
più baili tempi , non fu* (*) Averroe nella Prefazione
alla Fifica 4 parlan- do d’ Afiftotile difTe : Talem ejfe virtutem in
indi- viduo uno tniraculofum & extra neum exifiit . A che pa-
re , che corrifpondano qtìeft e parole : Si fuerir ab - fque dubitation e
prodigi um 3 grand eque mìraculurn in tota natura . Averroe ancora fopra
il libro JL della generazione degli animali , così lafciò fcrirto :
Lau* demur Deum , qui feparavit lune virum ab a li ir in perfezione
5 appropriavitque ei vltimam dignità tem bumanam ò quam non omnis homo
pottft in quacum - que £tote attingere . Alle quali parole s }
accofta- no ùmilmente quell* altre : Cui pene videtur infu - fum ,
quicquid naturaliter efl capax bumanutn gsnut . Di qui fi può formar
conghiettura , che cotal Li- bro non fia flato feri ero prima del 1150 ,
in cui fio- rì Averroe . Oltre a moire voci de 9 tempi baffi , e
parecchj veftigj di fcolaftico , e Parigino idioma , che vi s* incontrano
y e che pofTono fervire per confermazione di quello 3 maggiormente
ancora tutto ciò fi ftabilifce dalle parole , che fi leggo* Do nel
capitolo X. Ut quafi quorundam pbilofo - pborum videretur in eis
verificavi opinio , qui unam ponunt in bominibur univerfir animar» folam
. La qual è opinione venuta fu ne* tempi baffi ,dai rappor- tato
Averroe mefTa fuori e difefa , impugni 3 da S. Tommafo,e finalmente
condannata nel V. Con- cilio Lateranefe alla Seffione Vili. Ma perchè
per . altra parte dell* accennata opera fi fa menzione del
pranfodo- po nona ne’ dì di digiuno ; il qua! ufo s* è nella Chiefa
confervato fin verfo il fine del XIV. fecole 5 perciò potrebbe
argomentarli 3 che il Libro non fof- f Digitized by
Google . *9i fna giudicata * (**) non era da farfi
arma fuor di ragione contra lo Stajprita del nome d’un tanto Padre
. Ben piu vantag- giofo e per V autore della Lettera , e per la verità
flato farebbe , eh’ egli nelle vere ope- re i veri '(entimemi di sì gran
Santo intorno a ciò rintracciato , e quafi fpigolato avefle ,
mentre in quella guifa il perfeguitato Arifto- tile dal glorificato
Platone non mai guari lon- tano ritrovato avrebbe - Come (opra il
capi- tolo X. v. XV. deir Ecclefiade . Lege Plato- ne m :
Arifloìdis revolve verfutias y & proba - bis verum effe quod dicitar
: labor flaltoram affliget eos . Sopra il Salmo CXL v. Vi. al-
tresì. Nane ipji hareticì licet per Arìftotelern y & Platonem
videantar fimplicitatern Ecdefi e fin dove fi debba fèguitargli •
Poflòno è vero accodarli f chi piu , e chi meno a* dogmi della noftra
re- ligione , fecondo i fonti da* quali attinie* ro le loro
cognizioni ; ' ma non è però giammai da fperare , che ferifcano il
fe. gno , perchè le tenebre , nelle quali vi- veano , loro non
permettevano d y arrivare tant* alto . Altro dunque non fi può in
/quella parte , che com piagnere la mifèria, e infelicità loro : per
altro il biafimo , e la lode non ha propriamente luogo fòpra elfi
,?fe non quando fi confiderano • da fe, come puri filofòfi , e
fèparatamente da* do- gmi de* Criftiani. T Ora palliamo a
dilcorrere brevemente dell* idea generale , che P amore della
prefènte Lettera ha avuto ; il quale ha divifato > che la difefà di
Renato Defcar- tes fia la difefa della filofofia moderna , e la
condannagione d* Ariftotiie fia la con. dannagione cella volgare.
Incorno a ciò è da avvertire , che la mo- derna filcfòfia non è in
modoconftituita dal- la filofofia del Defcartes, che Cartellano, e
N Mo' Moderno fìa la medefitrià cofa. E 1 ben vero, che non fi
può eflère Cartellano lènza eflère ancora Moderno; ma non è vero, che
non fi pofla eflère Moderno fenza eflère Cartefia- no , Per la qual
cofa la filolòfia Cartefiana fi ha alla Moderna , come la fpezie al
gene- re. Ancora è da notare, che avvegnacchè la volgare fiJtfofia
abbia voluto unicamente ac. taccarfi ad Ariftotile , tuttavia eflèndofi
ella lèrvira per intenderlo dell* ioterpetrazioni de- gli Arabi , i
quali per l’ignoranza delle lirt^ gue, e per mancanza d’erudizione,
peflima- mente 1’ hanno iotefo: nè lette avendo gli Scolaflici
quefte interpetrazioni nell’idioma , .in cui da’ loro autori erano fiate
fcritte ; ma dall’Arabico trafportate in Latino , o come alcun dice
, in Ebreo dall’ Arabico , e po. fcia dall’Ebreo in Latino trafvafate ;
può et fere per ciò aflai facilmente avvenuto , che la mente d’
AriflotiJe per lo diritto intendi- mento prefo , fia del. tutto oppofta a
quella degli Scolaflici, e cosi la mente degli Scola. Ilici a
quella d’Ariflotele. Ora di qui ne fé- gue, che come vituperandoli, e
condannan- doli i modei ni , per avventura nè fi vitupe- rerebbe ,
.nè fi condannerebbe il Defcartes ; ' così per l’oppoflo lodandoli, e
difendendoli il Defcartes, può eflère , che nè fi lodino , nè fi
difendano i moderni . Similmente fi c- come vituperandoli , e
condannandoli gli Sco- la- Digitized by Google
lattici, è facil cotti, che nè fi vituperi, nè fi condanni Arittotile •
cosi potrebbe dare il calo, che vituperandoli, e condannandoli
Ariftotele , nè fi vituperaflèro , nè li con- dannaflèro gli Scolatici ,
eh’ è quanto dire la filolòfia volgare. E* ben vero però, che
quell’ ultima . eiTendo colà dilEcilittima , e preffochè imponibile ;
perchè non è da cre- dere, eh’ elfi Scolatoci perverlàmente inten-
dendo Arittotile 1’ abbiano migliorato : ma piuttotto piggiorato affai ;
cosi il vituperare, e il condannare Arittotile pare , che provi
molto quanto al vituperare , e condannare la filolòfia volgare . Ma per
1’ oppofta {ra- gione il lodare, e il difendere Renato Dett cartes
non pare, che provi tanto per quello^ che fpetta al lodare , e difendere
la filcfofia moderna;.. . Perbene adunque, e acconcia diente
difen- dere, e lodare quella filofofia, {ómbra di me* ftieri
cercare il fuo verocottitutivo, dalla bon- tà ^.o difetto del quale, la
lode , e il bia* fimo ad eflà Umilmente fe ne derivi. Ora quello ,
che fembra la filofofìa moderna conttituire , e alla volgare degli
Scolali ici immediatamente oppofta; renderla , fi è lo lcotimento
del giogo Peripatetico , e di qualunque altro particolar filolòfo ; e
la pura ricerca della verità. dove , e in qua- lunque luogo ella fi
fia . La ichiavitù nel. N * la 196 . . la
quale, feguendo gli Arabi, gente d f ani* ino baffo , e fervile , avevano
pollo il loro intelletto gli Scolaftici , per ellere dapper- tutto
fparfi , e difufi, s’era ancora dapper^ tutto difufa , e inoltrata , ed
avevano cbbli* gato tutto il mondo a non filofofare con al- tra
mente , che con quella ' d* Ariflotile • Avvegnaché fopra infinite
quiflioni di filo- lofi a 7 col là pere* la mente di quello filofo-
fo, non fi fappia per anche nulla y tuttavia eglino s* erano immaginati
di làper tutto ♦ Nequc erìnn- Philofophum ; ( cóme dice Gio- va n
Francefco Pico ) fed Pbìlofopbi* legem pkrique omnès arbitrobantur .
Quella però è la cagione, che fi fono veduti fopra tal qui.
ftionepiù libri, deflinati ad eliminar la men- te d’ Ariflotile,' che a
ricercare la lidia veri, tà della colà . Molti hanno incominciato a
riflettere , che quello era un travaglio molto penofò , e che il frutto
non -iftance era aliai tenue. Hanno offervato, che per quella via,
al più non fi’ poteva venire in cognizione che di quanto fapeva
Ariflotile , che vuol dire di pochiflìme cofe , rifpetto a quelle, che
s* avrebbono potute fcoprire . Dove 1* altre ar- ti al tempo de*
primi ritrovatori • fono Tem- pre comparlè rozze , 19
7 tempi d’ A ri Rotile >' di Piatone , di Demo- erito, e
d’ Ippocrate , molto fi làpeva per squelPctà, allo ’ncontrocol tratto del
tempo era venuto anzi perdendo che no, e le fet- enze s* erano
piuttolìo abballate , e o Taira te, ^he illuflrate, e innalzateli ,
com’era di ra- gione - Conchifero adunque , che quello modo di filofofare
degli Scolatici èra irragione- vole , e barbaro , e non tendeva ad altro
, che a coprire tutto il mondo d’ una miferabile i- gnoranza,
mentre , come avvertì anche Sene» .Qui aitimi fequtiur tiibil inventi ,
imo ne* que quarti.. Lorenzo Valla Romano fu il pri- , che a’
adpprò a trarre la filofofia del mi. fero fervaggio , in cui li giaceva ,
inoltrando èllere lecito fentire diverfo da Ariftotile co* duci tre
Libri Diale Elie arum difputatwmm , che fcriflfe a ^quello fine . Anche
.Giovati Francei- co Pico Mirandolano ne’ tre .ultimi Libri del fuo
E* amen vanitati s dottrina gentium , molte colè difputò contra lo lìdio
filofofo ; e mol- te altresì ; Lodovico iVives ne* fuoi Libri de
cauffts corrupanrm artium , per non dir nulla delTelefio, del Patrizio i
e d’altri fomiglian. ti ,ii quali pure tennero la ll'eflà via .
Die* tro le velìigie di coltoro Galileo Galilei in Italia, e
Prancefeo Barcone, in Inghilter- ra inftituirono Un modo di frlólòfare
libero, e del tutto oppolto, all’ antico. Scola Iti co, e gittarono
le prime fondamenta di quella ft- r«o n ? • io. t98 lotcfia che
fi chiama Moderna/ non perchè fidamente ora Ì fuoi principi fieno /tari
po. Iti in ufo; che Tempre, e in tutti i fiecoli gli uomini
ragionevoli altra via non hanno mai tenuto ne! tilofcfare; ma perché dopo
? in. fezione orribile , e univerfale degii Scolaftick iqtiali
amava n meglio di fcioccheggiare coti Ariftotile, che con altri
tàggiameme'iditcop* rere , come alcun diffe j q netti ottimi pria,
eipj fono fiati felicemente richiamati , e pa. fti in ufo da moderni .
Aperta cosi Ja fi rada da queftì due nobili, e valorófi ingegni . «
primo de* quali fu il primo ancora , che chia. mo in ajuto della
filofofia le Matematiche, e che con profpero avvenimento Je v’
intro- dufie; comparvero ben tofloCartefio, e Gali , do ?r, r
£ na . altri ec. celienti filofofì, i quali t a n te ^ e sì
diverte ecfe e in cielo *, e in terra difcóprirono , e cosi
fatto utile recarono a tutte I» altre arti , e fpecialmente alla Medicina
, che ben fece, ro conofcere cogli effetti, quanto infelice, e
miterevole fia la condizione di qpefti aridi , f d, g' 1 ™ d*
Ariftotifc ; e quanta fia la necetfita di battere altra via per ben
fìioi babugemus in Italia Galil quotiefeumque ipfi permittitur
libere quo* cumque vagari. Verumenimvcro nec argumen - ta in
oppofitum defunty pracipue quantum ad pbilofopbiam . ^Ecce quanam plus
minufve . /. Ouod nonHdeo rerum fcìentia aequiritur y fla- tim ac
auttpfis innotefeit opimo 5 quacumque aliter fentiendi , aut fcribendi pr
aclu fa facuh tate . Ih Qupd fape fapius temporis multum fruflra
tranfigitur , germanum vefligando prò* prii auttoris fenfum >
fpeciatim in aliquibus con- troverfiis y quas ipfe fubobfcure refolvit :
III Hinc ea penitus non declinari y qua timentur abfitrda , hoc efl
circa opinandi libcrtatem ; Magifler enim nonnibil acutuSy auttorem
quem- piam ad proprhtm fenfum jugiter potè fi expo - . i ntn
- Digltized by Google tot tendo trabere ,
ita ut in eunlfis fihi patroci. nari videatur. IV. Quod in pbilcfapbicis
libe . rum unieuique effe debeat fuopte nutu de re. .rum natura
fentire , & quod fcrutanda veri, tati plurimum obefl ita jur are in
verba dolio, rum, ut borum auHoritatì , baudquaquam li. eeat
refragari.V-, Quod iflopotifftmum loco Divi Atfguftinì norma m fequi
cportet , adferen. tis , quantavis auiloritate , ac
fanlìitate fulge. fit aliquis aulior, ipfi tamen indubitatum , fir.
tnumque affenfum co folum effe prabendum , ? to rationes ejus illum
a nobis extorqent . VI. andem Deum onice. effe ,
cujus auHoritati , nipote maino infallibili , fit tace fidendum. «
I 3 4 t 1 » i INE. 0 •*
• ) :t \ 2O3
; u • * * • M s i Delle cofe notabili ,
contenute nella preferite Lettera , . e -nell’; ; ; Offer vazione
.■ M * * • » si pone in Dio.
84. gran fbfifta. 147. 148 AriflptplicìJ Vedi Perl pitici . Tjf J
AriflotUe rfòvetchia autorità dataglida alcuni 8 . * 1 ?4- condanna
Platone, e n*è riprefo. 1 j.fiioi * : ièguaeV eretici . 30Ì 38. 15 9.
pròBaMJifti venerato còme idolo. 30. i59.bia/tmatoda > fanti Padri ..
da altri . 40. 41. 45. fuoi libri condannati . 35. 36. notato di gravi
errori da’ Padri , ed r , altri. 41. 4Z. 43.,'fu uno de 9 maggiori
filo- . lòfi delia Grècia 44. fu chiamato in giu- *5 ^icio . 44.
fuoi principi bugiardi . 44.; infa- mato da 1 fuoi feguaci lteffi .,
45-46. fe ve- nifle ora al mondo fi difdirebbe. 103. 104 c
noniftimò di dover eflère norma univerfà- le . 107. e 1 origine di tutti
gli errori de interpetri. i^.fwacrfcurità. 148. 149. è li ìóJò tra
tanti filofofi,(:he fia ftudiatq, fxid ila V n izio ne deIL*iTOii\c>
biajtj ma|? - 1* - immortaJi^delranima.24. 153. fua Logica T
fofìftica . 154. lodato affettatamente .169 flrabocchevolmente
biafimato> 170.. 172 giudici retti fopra il medefimo . 171. non
•%• • C Ano ( Melchior ) ; Tuo elogio •: 38. giu- ì dicio del
medefimo intorno a Piatone , . ; e jAnilotile. ; !.. 183
Capitone : fct raggiante i, ; Caramuele ( Gio. ) : ilio prelag io intorno
al- , la filofofìa Cartefiana. . {, 120 Cartefto ( Renato ):
lii che fondamenti pian- « tane il fuo fiftema - 53.. fiioi principi
giu* ili y e buoni. 55* 114. fuoi fèguaci. 56. 57 «‘ fo*! fuoi
protettori converte la Regina di Svezia . 64. e . altri . 65. lupi
fentimenti fi conformano v «> n que , de y Padri. n8. chiamato il refu gio de J cartoli- .
• 65* onori fattigli. 65. calunniato dalle univerfità Protettami .
70. fuoi nemici - fiioi difenlòri . 71. 72. pone per primo
principio il dubitare . 87-fua prote- it azione , $7. a ma d’effère
corretto. 88. per- chè fine meditate una nuova, fflofofìa. 116
lodato dal P. .Merlènni . 118.119. s’uniforma fo’ftntimenti di Platone.
121. fuoi coltami. iiz. giudicio fòpra il medefi. ino
del Malebranche . 180. fua filofofia -difefa dalle migliori univerfità
d’Europa. 61. ù »Ojr 61. fi dee
antiporte a quella d* Ariftolile. 114. è veramente Criltiana lodata. prefagio del Caramuele intorno
al* la medefima- 120. è tratta dalla Genefi perchè contraddetta da alcuni
ha dato motivo a molti di dar in pazzie . ed empietà. 179. fuoi difetti U
ha alla Moderna come la fpecie al genere Cartellano , e Moderno non è lo
fteflq. 19+ P. C a fati: abbraccia la fìlolòfia Moderna.
66 Caffi ni: fila oflervazione . ili Celfo: contrario a J a
bolero. 107 CeJ alpini ( Andrea ) .* fua. (coperta. Charlet : amico
del Cartello.. • . 66 Cbiefa: fua dottrina è la vera fìlolòfia .
è interpetre degli arcani Divini . 163. Ve- di Teologia . P.
Cbirchero ( Atanafio ): proccura 1’ amici- zia del Cartello Clemente (
AlefTandrino ): non iftimò, che i Greci fi giuftificafièro per mezzo
della fìlo- lòfia. Cicerone ( M. Tullio ) .* divinizzato dal Nizo-
Ito. 172 Cielo : (ita grandezza , materia , e moti igno-
ti. • . . .• '• '>'••• ' Cipriano ( Martire ): fao errore . 16 1
P.Ciermans : loda il Cartello. Concilio Latermefe V. : filo luogo alla
Seflìo- ne to8 Tie 8. fplegato
. D Daniel ( Niccola ) : impugna il Carte- bracciata fua
opinione intorno alla i . . • P- Detei: Cartellano . Defcartes
. Vedi Carte fio. Digiuno : fin quanto abbia durato nella
Chie- *'• là il pranlò dopo Nona. p. Di net ( Giacomo )ì amico del
Cartello . > Dio: è la prima verità. . 163 Difpute :
la verità fogge da eflè . 5. fono un tormento degl’ingegni . 6 .
hanno diftrut. * to la filolofìa . altro lor pelfi- mo effètto. 137. Vedi Filofofi i
Perìpate. E Berardo ( Gio. ) difende il Cartello. 71 Epicuro
: plagiario. 49- commendato da’ Padri . 49. 50. 53. fua filofofìa
abbracciata. 48. 51. 53. anche da’ Padri meri. •• tò della medesima
. 49. 53. illultrata dal tiri) Sette. E
Gal' . ; 209 v ; G^irenaiv T " - ; ' 5
° Erbe : non fi fa la loro virtù Ereboore : ( Adriano ) :
Cartellano. . 7 O Euclide: fuo detto ’ ; \ r \ * : f ’ Eunomiam: giurano
4 filile parole d’Ariftotile. - ^ 59 . , Etintìniicr:
compagno d’ Aezio nell’erefia . 29 ‘ ^ fi vanta di conofcer Dio r .
7 6 : è riprefo da ’ Bafilio. ' ’ " : i ! ' , 7*
Eurìpo : fuoi vortici non fi fa donde derivi- ■ ' • 81
no*. « , . • .op * u:- t \ r r *jLvì r r f
r *• » /i # ' »IA «4 • al * ,1 *l*v* • 1 I • # 5 "
Fabbri i abbraccia la fìlofofia Moderna. p. Farvagtie : difertfore
del Cartefio. • 5^ Fede : 'richiede fommiffiorie. 34. Vedi Chic.
• *'/», ‘ : v>- ! v . Ecmrib( S. Vincenzo ) : introduttore
dell In. '• cfuifizione. * * .. . .. . 34 Fìlopono X
Giovanni ) .* eretico . ^ ' ■ 2.9 Filo fof are : è permeilo à tutti
. -ir. liberta di •' éffo . l 72. 97- 99: 1?8. die fine deb-
: bà avere.' • ^ ^ — ^*54 Filofofi'r contrari a fe medefimi
.' 74. ton- ’ dano i principi del fi lofofare foli’ igno. •'
... .-L 'i. a_ . 1 14 fri- • I • « » » « t “ «
•. ?» tii.t 22.'fonó amanti delle favole . • i-! o
*J°» 1 ZIO 330. dicono le maggiori
pazzie. *3 1. fé. ne - può trar bene, e male per la religione , 19^
non poflòno eflère biafimati di queftó *191. • non bilbgna fperare
, che parlino da Cri- tìiani. 193. biasimo 1 e lode quando
abbia, luogo lopra euì. ' Filofopa: commendata’ da’ Gentili ) $
da^Pa- dii. 8. 9. io. 11. ip. non è fapienza..rV7^ : non è altro
che opi nazione non . ve n'ha al
mondo. divife in mille fette . 89. 90. 129. fua incertezza . 00. 91
130. non abborrifce Je novità * 98. fogget- ta a nuove (coperte. 100.
101. ancella del. . la Teologia. 127. 129. è (tata ritrovata
per efercitazion dell’ ingegno Jia avuto t. origine dajle fàvole
de’ Poeti . 130. . non è . contraria a tutte le. favole.
131.nan.haan. cor trovato la verità. .,-y '^64
Filofofia Antica : fua / debolezza . j Hj-è up • giuoco
fanciulldco Vedi Àrtjlotùc ~ y . 'Peripatetici t Scelffiiai •
Fihfofià, ' Moderna : malamente n; ’4 • v - . 198 ‘ "
j; - :l ;;;;i 51 Gtfitttr:' hanno partkolar irtftituto di
feguita* c re Ariftotile. 65. molti hanno abbracciato la fìlofofìa
Moderna*. Gianfenifla : titolo proibito in Francia. 93 G indie io : norma
.da tenerli nel. dar gfridició. .cr 171. noti bifògna dar negli cftremi Giureconsulti
: non fono così pertinaci , come v : i iPcripa tctìdl*;! f: >\ fi j .
vui !;; .1,06.107 Giuflino ( Martire ) : convertito per mezzo
-ideila fìlofofìa Platonica i \ :U iV *7 f. Grandamy : amico del Cartello
. 68 O 2 Gran* i 212 .
Grandini: non fi fa cóme s’ingenerino. 8r S, 'Gregorio ( Nifleno ) fuo
elogio. 53. Epi- _ laureo. . .. 53- 54 P. Grimaldi :
abbraccia la filofofia Moderna. • L ^ • ^ ' t
\ * ; , M • - » . • ■ \ • «•..*# t 4 ( / 1 »» M « ^ 1 f » V
• * ' i »»•' #..*•> « y i » ♦ •
f . r I * * % 4 \ * • I
Gnoranz* ì & uo panegirico. 1 -- : % V« % ’ Incendy: ne* monti , non
fi fa come fi i-ì facciano. . • *:,. ' \ r . . » .
^ . »... » ir f-.' % » “ 1 . «ili i • » r - • r »
M ' • « 1 » t : ♦: io5 i Lampi : non n fa come s’ ingenerino.
. ci. ; P. Lupi : fi fa Cartellano. 56. perchè.
57 , ? . S . • Stoici : negano 1 *
opinarionì . 83. lofpetti ap- po i Romani. - * '
T Affitti - f Alefiàndro ^ : fuO prefagio in- torno ad Ariftotilc
verificato a 120 ■Temiflio: eretico. ’ *9 Teologi:
loro> difetti- • • 1 ^ 9 - * 4 ° Teologia : le novità in eflà
fimo pericolofe . 98 ammeflè dagli Scolali ici. 164.133. è regina
delle fcienze. 127. non ha che fare colla fi- , lofofia.127. 128. ha
ritrovato la verità. 165 Icolallica non fi dee riprovareperchè fa
ufo . • d* Arittotile." . » 7 ? Terremoti : non fi là
come fi facciano . 81 Terra : ignoto fu qual baie fi libri , e
quanto Ila grande. "8* Tejt pubbliche : loro abufo al
tempo del V. Concilio Lateranelè . *77 Ticcùne: file
{coperte: • ” ^ S. Tommafo ( d’ Aquino ) : come , e a che
fine iludiafle Ariftotile . 46. fuo lamento . * . * » • • ,
, 47 - ' • - _ Digltized by Google
iZlO Tmricdli : .dio ritrovamento . . ' jio De Turne (
Simon ) : perchè acculato d* ere- fia. , ... 22 f
• f V ' “ f*** j »' i • ■* ^
* • • ♦ I V ' Alla ( Lorenzo .) r Tuo penfiero appro-
vato dalNizolio. 144. Fu il primo a li. re: nega Topinazioni. 83. fua
fetta fofpetta appo i Romani. Giuseppe Valletta.
Valletta Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valletta” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza.
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