Grice e
Vanini: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dei peripatetici
del lizio – filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P.
Grice, The Swimming-Pool Library (Taurisano). Filosofo italiano. Essential Italian philosopher. “If you speak Italian,
you should never confuse Vanini with Vannini” -- Grice. Fra
i primi esponenti di rilievo del libertinismo erudito. Nasce al casale di
Terra d'Otranto, nella famiglia che il padre, uomo d'affari originario di
Tresana in Toscana, costitusce sposando una Lopez de Noguera, appartenente a
una famiglia appaltatrice delle regie dogane della Terra di Bari, della Terra
d'Otranto, della Capitanata e della Basilicata. Anche un successivo documento scoperto
nell'srchivio segreto vaticano, lo qualifica pugliese, confermando il luogo di
nascita ch'egli si attribuisce nelle sue opere. Nel censimento ufficiale
della popolazione del casale di Taurisano figurano solo i nomi di Giovan
Battista Vanini, del figlio legittimo Alessandro, e del figlio naturale Giovan
Francesco. Nessun cenno della moglie e dell'altro figlio legittimo Giulio
Cesare. Si ha motivo di ritenere che il padre sia ri-entrato a Napoli. Sistemata
ogni pendenza economica, entra nell'ordine carmelitano assume il nome di
Gabriele e si trasfere a Padova per intraprendere gli studi. Giunge nelle terre
della repubblica di Venezia quando le polemiche provocate due anni prima
dall'interdetto di Paolo V sono ancora vivacissime. Durante il soggiorno
padovano entra in contatto con il gruppo capeggiato da SARPI che, con
l'appoggio dell'ambasciata inglese a Venezia, alimenta la polemica anti-papale. Consegue
a Napoli il titolo di dottore in utroque iure, superando l'esame che gli
consente di esercitare la professione di dottore nella legge civile e canonica.
Come verrà descritto in documenti posteriori, assimila una grande cultura. Parla
assai bene il latino e con una grande facilità, è alto di taglia e un po'
magro, ha i capelli castani, il naso aquilino, gl’occhi vivi e fisionomia gradevole
ed ingegnosa. Divenuto maggiorenne, si fa riconoscere da un tribunale della
capitale erede di Giovan Battista. Con una serie di rogiti e procure notarili
redatte a Napoli, inizia a sistemare ogni pendenza economica conseguente alla
morte del padre. Vende una casa di sua proprietà sita in Ugento, a pochi
chilometri dal suo paese d'origine. Dà mandato a uno zio di assolvere incarichi
dello stesso tipo, incarica l'amico Scarciglia di recuperagli una somma e gli
vende alcuni beni rimasti a Taurisano e tenuti in custodia dai due
fratelli. Partecipa alle prediche quaresimali, attirandosi i sospetti
delle autorità religiose. In conseguenza dei suoi atteggiamenti anti-papali,
e allontanato dal convento di Padova e rinviato, in attesa di ulteriori
sanzioni disciplinari, al provinciale di Terra di Lavoro con sentenza del
generale dell'Ordine carmelitano, SILVIO, ma fugge in Inghilterra, insieme con
il confratello genovese GENOCCHI. Nel viaggio, toccano Bologna, Milano, i grigioni
svizzeri e discendono il corso del Reno sino alla costa del mare del nord,
attraversando la Germania, i paesi bassi, il canale della Manica e giungendo
infine a Londra e a Lambeth -- sede arcivescovile del Primato d'Inghilterra.
Qui i due frati rimarranno per quasi II anni, nascondendo la loro reale
identità perfino ai loro ospiti inglesi, poiché è provato che lo stesso
arcivescovo di Canterbury, ABBOT, li conosceva sotto un nome diverso da quello
reale. Nella chiesa londinese detta dei MERCIAI o degl’italiani, alla
presenza di un folto auditorio e di Bacone, V. e il suo compagno fanno una
pubblica sconfessione della loro fede cattolica, abbracciando la religione
anglicana. In realtà i due frati non hanno tagliato i ponti con i loro ambienti
di provenienza: infatti nel GENOCCHI viene raggiunto da una lettera molto
amichevole di un amico e confratello genovese, SPINOLA. A loro volta, le
autorità cattoliche vengono subito informate di questo caso. -- è il nunzio a
Parigi ad avvertire la segreteria di stato vaticana che due frati veneziani non
meglio identificati sono fuggiti in Inghilterra e si sono fatti ugonotti, che
un vescovo italiano sta per seguirli e che lo stesso SARPI, morto il doge e
privato della sua protezione, per non cadere in mano dei suoi nemici, è sul
punto di fuggire in Palatinato tra i protestanti. Analoga notizia, arricchita
di altri particolari, viene inoltrata dal nunzio in Fiandra al cardinale BORGHESE
a Roma, che risponde mostrandosi già al corrente dei fatti e dell'esatta
identità dei due frati. Sa che la fuga di V., di GENNOCHI, di SARPI, e di un
non ancora identificato vescovo italiano potrebbe portare alla ricostituzione
in terra protestante del gruppo di opposizione al papato già operante nella repubblica
veneta al tempo dell'interdetto. Il nunzio UBALDINI da Parigi continua a
inviare a Roma dettagli sulla condotta dei due frati rifugiati in Inghilterra,
sulle loro predicazioni, su come sono stati accolti a corte e dalle autorità
religiose, su come si continui a parlare dell'arrivo del vescovo italiano. La segreteria
di stato vaticana esorta il nunzio in Francia ad attivare i suoi confidenti in
Inghilterra al fine di scoprire l'identità del vescovo intenzionato a
rifugiarvisi. Il cardinale UBALDINI da Parigi assicura alla segreteria di stato
tutto il suo impegno in merito all'argomento dei due frati. Nello stesso
dispaccio afferma che non mancherà di informare di ogni dettaglio anche il
cardinale ARROGONI, che gli ha scritto in merito per conto del papa e della congregazione
del sant’uffizio. Evidentemente a quella data la condotta veneziana e la
successiva fuga dei due frati era già diventata argomento di discussione dell'inquisizione
romana. Un'altra lettera del cardinale BORGHESE invita il nunzio in
Francia ad essere vigile sulla faccenda della fuga del vescovo in Inghilterra
e, nel caso egli passi per il suolo francese, a far di tutto per «farlo
ritenere», come suggerisce il Papa e «come sarebbe molto a proposito». In
dicembre il Nunzio UBALDINI invia da Parigi al cardinale BORGHESE notizie
dettagliate e di tenore molto diverso rispetto alle precedenti sui due frati,
attestando la buona reputazione di cui essi godono in Inghilterra e la fiducia
che possano presto essere recuperati alla chiesa di Roma. Questa lettera viene
poi trasmessa al tribunale dell'inquisizione romana che nei primi giorni del
gennaio successivo inizia di fatto a istruire il processo contro V.. Nei
mesi successivi si hanno varie notizie di un gran traffico di suppliche e
lettere dei due frati a Roma, specialmente tramite l'ambasciatore spagnolo a
Londra, per ottenere il perdono del papa e il ri-entro nel cattolicesimo. Le
autorità religiose inglesi ne vengono segretamente informate e dispongono
un'attenta sorveglianza nei confronti dei due frati. Tra la fine dele
l'inizio del V. si reca in visita a Cambridge e poi ad OXFORD (cf. H. P.
GRICE). A OXFORD, V. confida ad alcuni conoscenti la sua ormai imminente fuga
dall'Inghilterra, cosicché in gennaio i due frati vengono arrestati dalla
guardie dell'arcivescovo dopo una funzione religiosa nella chiesa degli
Italiani e rinchiusi in case di alcuni servi dell'arcivescovo. Scoppia un
grande scandalo e dell'episodio vengono informati il re e le massime autorità
dello stato, in quanto nelle operazioni di recupero appaiono chiaramente
coinvolti agenti di nazioni straniere accreditati nelle ambasciate a Londra.
Altissime personalità cattoliche da Roma seguono la vicenda e la favoriscono
con grande calore. GENOCCHI, eludendo la sorveglianza e con l'aiuto di
agenti stranieri, fugge dalla prigione e dall'Inghilterra. In conseguenza di
ciò, viene trasferito in luogo più sicuro e rinchiuso nella carzel publica,
ovvero nella gate-house adiacente all'abbazia di Westminster. Dilaga lo
scandalo. Volano le accuse di leggerezza nei confronti dei fautori della fuga
dei due frati dall'Italia, mentre cominciano a circolare apertamente i nomi del
cappellano dell'ambasciatore veneto a Londra, MORAVO, e dell'ambasciatore spagnolo
quali autori del clamoroso recupero. Dalla curia romana si continua a seguire
la vicenda e a favorirla in ogni modo. A Londra viene intanto istruito il
processo a V. Il frate rischia una severa punizione, non il rogo come i martiri
della fede -- come il carmelitano scrive con enfasi poi nelle sue opera --, ma
una lunga deportazione in desolate colonie lontane, come l'arcivescovo ABBOT
suggerisce al re. Anche V. riesce a evadere di prigione e a fuggire
dall'Inghilterra, sempre grazie all'aiuto degli agenti dell'ambasciatore
spagnolo a Londra, incoraggiato da alte personalità romane e del cappellano
dell'ambasciata della repubblica veneta, che si avvale anche dell'opera di
alcuni servi dell'ambasciatore stesso, ma all'insaputa di questi. II anni
dopo, durante il processo della repubblica veneta contro l'ambasciatore FOSCARINI
per spionaggio e per aver consentito ad ABBOT di sottoporre ad interrogatorio
il personale dell'ambasciata, vengono alla luce anche dettagli sulla complicità
della fuga di V. da Londra. V. e GENOCCHI arrivano a Bruxelles e si
presentano al nunzio di Fiandra, BENTIVOGLIO, che li attende da tempo. Vengono
iniziate le prime pratiche per la concessione del perdono per la fuga in
Inghilterra e per l'apostasia e viene loro accordato di tornare in Italia e di
vivervi in abito di prete secolare, senza più indossare l'abito religioso, ma
con il vincolo dell'obbedienza al loro superiore. Forti di tali concessioni,
alla fine di maggio i due frati vengono posti sulla via per Parigi, dove devono
presentarsi al nunzio di quella città, UBALDINI. All'incirca nello stesso
periodo giunge a Parigi anche l'ultimo frate recuperato dall'Inghilterra, MARCHETTI.
Altri due frati, invece, non ottengono il perdono dalle autorità
cattoliche. A Parigi, durante la permanenza presso la sede del nunzio UBALDINI,
V. si inserisce nella polemica relativa all'accettazione dei principi del concilio
di Trento in Francia, che tarda ad arrivare a causa del rifiuto di parte del
clero gallicano. Per orientare gl’animi nella direzione voluta dalla santa sede,
scrive i Commentari in difesa del concilio di Trento, di cui egli poi intende
avvalersi, come scrive UBALDINI ai suoi superiori in Roma, per dimostrare la
sincerità del suo ritorno nella fede cattolica. Riprende quindi la strada
per l'Italia, dirigendosi a Roma, dove deve affrontare le difficili fasi finali
del processo presso il tribunale dell'inquisizione. Dimora per qualche mese a Genova,
dove ritrova l'amico GENOCCHI e si guadagna da vivere insegnando filosofia ai
figli di DORIA. Nonostante le assicurazioni ricevute, il ritorno dei frati
non è del tutto tranquillo. GENOCCHI viene inaspettatamente arrestato dall'inquisitore
di Genova. A Ferrara accade lo stesso all'altro frate "recuperato", MARCHETTI.
V. teme che gli accada la stessa sorte, fugge nuovamente in Francia e si dirige
a Lione. Gl’esiti finali delle esperienze capitate al frate genovese e a quello
ferrareseche vennero rilasciati dopo un breve periodo di detenzione e
restituiti alla normale vita religiosasembrano indicare che forse V. esagera il
pericolo insito in queste operazioni di polizia dell'inquisizione. A
Lione, pubblica l' “Amphitheatrum”, che egli intende esibire in sua difesa alle
autorità romane, come si legge in un dispaccio di UBALDINI alle autorità
romane. Esso è dedicato a CASTRO, ambasciatore spagnolo presso la santa sede,
già collegato con la famiglia V., da cui il frate fuggiasco s'aspetta un aiuto
nell'operazione della concessione del perdono da parte delle autorità
romane. Poco tempo dopo, grazie anche agli appoggi acquisiti presso certi
ambienti cattolici con la pubblicazione della sua opera, V. ritorna a Parigi e
si ripresenta al nunzio UBALDINI, chiedendogli di intervenire in suo favore
presso le autorità di Roma. Il prelato scrive al cardinale BORGHESE, chiedendo
chiare indicazioni sulla sorte dell'ex-carmelitano. Non si conosce la risposta
del segretario di stato. V., comunque, non ritorna più in Italia e riesce
invece a trovare la strada e i mezzi per entrare in ambienti molto prestigiosi
della nobiltà francese. V. completa un'altro suo saggio, il “De Admirandis
Naturae Reginae Deaeque Mortalium Arcanis” ed l'affida a due filosofi della
Sorbona perché ne autorizzino la pubblicazione, secondo le norme del tempo
vigenti in Francia. Il saggio è pubblicato in settembre a Parigi. Esso è
dedicato a BASSOMPIERRE, uomo potente alla corte di Maria de' MEDICI, ma è
stampata da Perier, tipografo notoriamente PROTESTANTE. Il saggio vede la luce
in un ambiente ricco di pubblicazioni che vengono guardate con sospetto e che
provocano pesanti condanne. L'opera del V. ottiene un immediato successo presso
certi ambienti della nobiltà, popolati di spiriti che guardano con interesse
alle innovazioni culturali e scientifiche che vengono dall'Italia. In questo
senso il “De Admirandis” costituisce una summa, esposta in modo vivace e
brillante, del nuovo sapere. Dà una risposta alle esigenze del momento di
questo settore della nobiltà. Diviene una specie di manifesto culturale di
questi esprits forts e rappresenta per V. una possibilità di stabile permanenza
negli ambienti vicini alla corte di Parigi. Tuttavia, pochi giorni dopo la
pubblicazione del saggio, i due teologi della Sorbona che espressano la loro
approvazione alla pubblicazione si presentano ai membri della facoltà di teologia
in seduta ufficiale e li informano di aver letto, a loro tempo, certi dialoghi
scritti da V. Di non avervi trovato allora niente che contrastasse con il cattolicismo;
di averli restituiti muniti della loro approvazione alla stampa e con la
condizione che il manoscritto da essi controfirmato fosse depositato presso di
essi a pubblicazione avvenuta, a testimonianza della fedeltà del testo
pubblicato a quello da loro approvato; che ciò non era avvenuto e che circola
invece un testo dell'opera diverso da quello approvato e contenente alcuni
errori contro la comune fede di tutti, per cui i due dottori avanzano la
supplica che il saggio non circoli più con la loro approvazione e che tale
richiesta venga trascritta nel libro delle conclusioni della facoltà stessa. La
Sorbona accoglie tale richiesta che costituì di fatto un DIVIETO di
circolazione del testo. La Sorbona, però, sembra non occuparsi più del
saggio di V., non prenderne più in esame l'opera, non elencarne o denunciarne,
come da prassi, gl’errori da emendare, né mai condanna il suo contenuto o il
suo autore. Comunque, una condanna espressa dal vicario episcopale di Tolosa, RUDÈLE,
a sottoscritta anche dall'inquisitore BILLY. Inoltre anche la congregazione
dell'indice pronuncia una condanna con la quale il “De admirandis” e condannato
con la formula del “donec corrigatur” -- in base alla quale il SOTOMAIOR colloca
V. nella prima classe degli autori proibiti nel suo indice. La collectio judiciorum
de novis erroribus qui ab initio duodecimi seculi post Incarnationem Verbi, in
Ecclesia proscripti sunt et notati, di ARGENTRÉ, dottore della Sorbona e
vescovo, edita a Parigi, esamina le censure e le conclusioni espresse dalla facoltà
che aveva condannato l'Amphitheatrum Aeternae Sapientiae di KHUNRATH e la “De
Republica Ecclesiastica” di DOMINIS) non menziona invece provvedimenti contro V..
Tutto questo porterebbe a ritenere che non vi siano stati atti ufficiali
specifici di persecuzione contro V. da parte delle autorità parigine, né
religiose né civili, né in questo periodo né negli anni seguenti. Ma solo
proteste e minacce nei suoi confronti da parte di alcuni settori. Una condanna
del saggio di V. non avrebbe trovato fondate giustificazioni, né sul piano
giuridico né su quello culturale, in quanto gran parte delle teorie esposte da
V. non costituivano una novità. Fuggito da pochi mesi dall'Inghilterra,
impossibilitato a ri-entrare in Italia, minacciato da alcuni settori cattolici
francesi, V. vede restringersi intorno gli spazi di movimento e ridursi le
possibilità di trovare stabile sistemazione nella società francese. Ha paura
che venga aperto un processo contro di lui anche a Parigi, per cui fugge dalla
capitale e si nasconde in Bretagna, in una delle cui abbazie, quella di Redon,
è abate commendatario il suo amico e protettore, SAINT-LUC. Ma intervengono
anche altri fattori di preoccupazione. Viene ucciso a Parigi CONCINI, favorito di
Maria de MEDICI, uomo potentissimo e molto odiato in Francia. L'episodio,
seguito poco dopo dall'allontanamento della regina dalla capitale con il suo
odiato seguito di italiani, crea notevole turbolenza politica e suscita un
vasto movimento di ostilità nei confronti degl’italiani residenti a
corte. Altre cronache del tempo segnalano la presenza di un misterioso
italiano, con un nome strano, in possesso di una grande cultura ma dall'incerto
passato, ancora più a sud, in alcune città della Guienna e poi della Linguadoca
ed infine a Tolosa. Nella particolare suddivisione politica della Francia, il duca
di MONTMORENCY, protettore degli esprits forts del tempo, sposato con la
duchessa italiana ORSINI, è governatore di questa regione e sembra poter
accordare protezione al fuggiasco, che continua comunque a tenersi
prudentemente nascosto. La presenza a Tolosa di questo misterioso personaggio,
di cui si ignora la provenienza e la formazione culturale, ma che fa mostra di
grande sapienza, di grande vivacità dialettica specialmente e di affermazioni
non sempre allineate con la morale del tempo, non passa inosservata ed attira i
sospetti delle autorità, che cominciano a sorvegliarlo. Dopo averlo ricercato
per un mese, le autorità tolosane lo fanno arrestare e chiudere in prigione. Lo
sottopongono ad interrogatorio, cercano di scoprire chi egli sia, quali siano
le sue idee in materia di di morale, perché fosse arrivato fin in quel lontano
angolo della Francia meridionale. Vengono convocati testimoni contro di lui, ma
non riescono ad accertare nulla, né a farlo tradire. Il misterioso
personaggio viene improvvisamente riconosciuto colpevole e condannato al rogo.
Ormai isolato, braccato, impossibilitato a chiamare a sua difesa un passato
travagliatissimo e ricco di nodi mai sciolti, abbandonato dai pochi amici
rimastigli fedeli perché impotenti ad organizzare una chiara strategia in sua
difesa, muore di morte atroce. Il Parlamento di Tolosa lo riconosce colpevole
del reato di ateismo e di bestemmie contro il nome di Dio, condannandolo, sulla
base della normativa del tempo prevista per i bestemmiatori, alla stessa pena
cui erano andati incontro, in luoghi diversi ma in circostanze analoghe, certi FREMOND
e FONTANIER. Gli viene tagliata la lingua, poi è strangolato e infine
arso. Subito dopo l'esecuzione furono pubblicati due anonimi che fanno
esplicitamente il nome del V. e quindi nel misterioso italiano giustiziato
viene riconosciuto V., l'autore del “De Admirandis” che suscita i sospetti di
alcuni settori cattolici parigini. Comparvero le Histoires memorables di ROSSET,
che, con la quinta Histoire, divulga con poche modifiche il secondo dei due
citati canards. RUDELE, teologo e vicario generale dell'arcivescovado di
Tolosa, avverte pubblicamente di aver esaminato le due saggi di V. insieme con BILLY
e di averle trovate contrarie al culto e all'accettazione del vero Dio e
assertrici dell'ateismo, emettendo ufficiale ordinanza di condanna e
proibendone la stampa e la vendita nella diocesi di Tolosa, territorio posto
sotto la sua giurisdizione. In precedenza, La Sorbona non ha comunicato di aver
adottato analogo provvedimento. Saggi: “Amphitheatrum Æternæ Providentiæ
divino-magicum, christiano-physicum, necnon astrologo-catholicum adversus
veteres philosophos, atheos, epicureos, peripateticos et stoicos” (Lione). Il
saggio si compone di esercitazioni, che mirano a dimostrare l'esistenza di Dio,
a definirne l'essenza, a descriverne la provvidenza, a vagliare o confutare le
opinioni di Pitagora, Protagora, CICERONE (vedi), BOEZIO (vedi), AQUINO (vedi),
l’orto, Aristotele, Averroè, CARDANO, i peripatetici dei LIZIO, il PORTICO,
ecc., su questo argomento. “De Admirandis Naturæ Reginæ Deæque Mortalium
Arcanis libri quattuor” (Parigi, Périer). Il saggio si divide in IV
libri: un Liber I de Cœlo et Aëre; un Liber II de Aqua et Terra; un Liber
III de Animalia Generatione et Affectibus Quibusdam; un Liber IV de Religione Ethnicorum;
in forma di dialogo -- che avvengono tra lui, nelle vesti di divulgatore del
sapere, e un immaginario Alessandro, che si presta ad un gioco sottile e
divertente nel corso del quale, con un atteggiamento compiacente e un po'
complice, tra espressioni di meraviglia e ammirazione per la vastità del sapere
di cui l'amico fa mostra, sollecita il suo interlocutore ad elencare e spiegare
gli arcani della natura regina e dea che esistono intorno e all'interno
dell'uomo. Così, in un misto di rilettura in nuova chiave critica del
pensiero degli filosofi antichi e di divulgazione di nuove teorie scientifiche
e religiose, il protagonista del lavoro discetta sulla materia, figura, colore,
forma, motore ed eternità del cielo; sul moto, centro e poli dei cieli; sul
sole, sulla luna, sugli astri; sul fuoco; sulla cometa e sull'arcobaleno; sulla
folgore, la neve e la pioggia; sul moto e la quiete dei proiettili nell'aria;
sull'impulsione delle bombarde e delle balestre; sull'aria soffiata e
ventilata; sull'aria corrotta; sull'elemento dell'acqua; sulla nascita dei
fiumi; sull'incremento del Nilo; sull'eternità e la salsedine del mare; sul
fragore e sul moto delle acque; sul moto dei proiettili; sulla generazione
delle isole e dei monti, nonché della causa dei terremoti; sulla genesi, radice
e colore delle gemme, nonché delle macchie delle pietre; sulla vita, l'alimento
e la morte delle pietre; sulla forza del magnete di attrarre il ferro e sulla
sua direzione verso i poli terrestri; sulle piante; sulla spiegazione da dare
ad alcuni fenomeni della vita di tutti i giorni – SUL SEME GENITALE -- sulla
generazione, la natura, la respirazione e la nutrizione dei pesci; sulla
generazione degli uccelli; sulla generazione delle api; sulla prima generazione
dell'uomo; sulle macchie contratte dai bambini nell'utero; sulla generazione
del MASCHIO e della femmina; sui parti di mostri; sulla faccia dei bambini
coperta da una larva; sulla crescita dell'uomo; sulla lunghezza della vita
umana; sulla vista; sull'udito; sull'odorato; sul gusto; sul tatto e solletico;
sugli affetti dell'uomo; su Dio; sulle apparizioni nell'aria; sugli oracoli;
sulle sibille; sugli indemoniati; sulle sacre immagini dei pagani; sugli
àuguri; sulla guarigione delle malattie capitata miracolosamente ad alcuni al
tempo della religione pagana; sulla resurrezione dei morti; sulla stregoneria;
sui sogni. Empio osarono dirti e d'anatemi oppressero il tuo cuore e ti
legarono e alle fiamme ti diedero. O uomo sacro! perché non discendesti in
fiamme dal cielo, il capo a colpire ai blasfemi e la tempesta tu non invocasti
che spazzasse le ceneri dei barbari dalla patria lontano e dalla terra! Ma pur
colei che tu già vivo amasti, sacra Natura te morente accolse, del loro agire
dimentica i nemici con te raccolse nell'antica pace. Hölderlin. L'interpretazione
naturalistica dei fenomeni soprannaturali che POMPONAZZI (vedi) chiamato da V.
magister meus, divinus praeceptor meus, nostri speculi philosophorum princeps
da nel “De incantationibus” “aureum opusculum”, è ripresa nel De admirandis
naturae, dove, con una prosa semplice ed elegante,fa riferimento anche a
CARDANO, a BORDONI e ad altri cinquecentisti. Dio agisce sugli esseri sub-lunari
(cioè sugli esseri umani) servendosi dei cieli come strumento. Di qui l'origine
naturale e la spiegazione razionale dei pretesi fenomeni sopra-naturali, dal
momento che anche l'astrologia è considerata una scienza. L’esere supremo,
quando incombono pericoli, dà avvertimenti agli uomini e specialmente ai
sovrani, agli esempi dei quali il mondo si conforma. Ma i reali fondamenti dei
presunti fenomeni sovrannaturali sono soprattutto la fantasia umana, capace a
volte di modificare l'apparenza della realtà esterna, i fondatori delle
religioni rivelate, Mosè, Gesù, Maometto e gli ecclesiastici impostori che
impongono false credenze per ottenere ricchezze e potere, e i regnanti,
interessati al mantenimento di credenze religiose per meglio dominare la plebe,
come insegna già MACHIAVELLI, il principe degli atei per il quale tutte le cose
religiose sono false e sono finte dai principi per istruire l'ingenua plebe
affinché, dove non può giungere la ragione, almeno conduca la religione. Seguendo
ancora POMPONAZZI e PORZIO nella loro interpretazione dei testi aristotelici,
mutuata dai commenti di Alessandro di Afrodisia, nega l'immortalità dell'anima.
Anche il cosmo aristotelico-scolastico subisce il suo attacco distruttivo. Analogamente
a BRUNO, nega la differenza peripatetica tra un mondo sub-lunare e un mondo
celeste, affermando che entrambi sono composti della stessa materia
corruttibile. Scardina nell'ambito fisico e biologico il finalismo e la
dottrina ile-morfica aristotelica, e, ricollegandosi a l’orto di LUCREZIO,
elabora una nuova descrizione dell'universo d'impianto meccanicistico-materialistico.
Gl’organismi sono parago orology. E concepisce una prima forma di trasformismo
universale delle specie viventi. Concorda con gl’aristotelici del LIZIO sull'eternità
del mondo, considerando in particolare l'aspetto temporale. Ma, contro di essi,
afferma il moto di rotazione terrestre e appare respingere la tesi tolemaica in
favore di quella eliocentrica copernicana. Se il primo curator CORVAGLIA e
lo storico RUGGIERO, ingiustamente, considerarono la sua filosofia
semplicemente un centone privo di originalità e di serietà scientifica, Garasse,
ben più preoccupato delle conseguenze della diffusione della sua filosofia, li giudica
la filosofia più perniciosa che in fatto di ateismo fosse mai uscita negli
ultimi cento anni. E stato ampiamente ri-considerato e ri-valutato dalla
critica, mettendo in mostra l'originalità e le intuizioni metafisiche, fisiche,
biologiche, talvolta precorritrici nei tempi, dei suoi saggi. Visto che
nasconde la sua filosofia, secondo un tipico espediente della cultura del suo
tempo, per evitare seri conflitti con le autorità religiose e politiche
costituite, conflitti che, come paradossalmente e sfortunatamente avvenne,
nonostante le cautele, lo condussero infine alla morte), l'interpretazione del
suo pensiero si offre a diversi piani di lettura. Tuttavia, nella storia della
filosofia, resta di lui acquisita un'immagine di miscredente e persino di ateo
(il che non era). E questo perché avversario di ogni superstizione e di fede
costituita (meglio un proto-agnostico), tanto da essere considerato uno dei
padri del libertinismo, malgrado avesse scritto persino un'apologia del concilio
di Trento. Per una sintesi della sua filosofia si deve guardare da un lato al
retroterra culturale, che è quello abbastanza tipico del Rinascimento, con
prevalenza di elementi dell'aristotelismo ma con forti elementi di misticismo
platonico. Dall'altro lato egli trae dal Cusano dei tipici elementi
panteistici, simili a quelli che si ritrovano anche in Bruno, ma più
materialistici. La sua visione del mondo si basa sull'eternità della materia,
sulla omogeneità sostanziale cosmica, su un Dio dentro la natura come forza che
la forma, la ordina e la dirige. Tutte le forme del vivente hanno avuto origine
spontanea dalla terra stessa come loro creatrice. Considerato ateo, nel
titolo del suo saggio pubblicato a Lione nel Amphitheatrum aeternae
providentiae divino-magicum, christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum
adversus veteres philosophos, atheos, epicureos, Peripateticos et Stoicos
dimostra di non esserlo. Come precursore del libertinismo vi sono invece molti
elementi che lo avvicinano al pensiero dell'ignoto autore del trattato dei tre
impostori anch'egli panteista. Pensa infatti che i creatori delle tre religioni
monoteiste, Mosè, Gesù Cristo e Maometto, non siano altro che degl’impostori. In
“De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor” stampato
a Parigi nelvengono riprese le tesi dell' “Amphiteatrum” con precisazioni e
sviluppi che ne fanno il suo capolavoro e la sintesi della sua filosofia. Viene
negata la creazione dal nulla e l'immortalità dell'anima, Dio è nella natura
come sua forza propulsiva e vitale. Entrambi sono eterni. Gl’astri del cielo
sono una specie di intermediari tra dio e la natura che sta nel mondo sub-lunare
e di cui noi facciamo parte. La religione vera è perciò una religione della
natura che non nega Dio ma lo considera un suo spirito-forza. La sua filosofia
è abbastanza frammentaria e riflette anche la complessità della sua formazione.
E un filosofo, un naturalista, un religioso, ma anche un medico e un po' un
mago. Ciò che ne caratterizza è la veemenza anti-clericale. Tra le cose
originali della sua filosofia c'è una specie di anticipazione della teoria
dell’evoluzione, perché, dopo un primo tempo in cui sostiene che le specie
animali nascano per generazione spontanea dalla terra, in un secondo tempo -- lo
pensa anche CARDANO -- pare convinto che esse possano trasformarsi le une nelle
altre e che l'uomo derivia d’animali affini all'uomo come la bertuca, il
macacho e la scimmia in genere. Appaiono due saggi che consacrano il mito del V.
ateo: La doctrine curieuse des beaux esprits de ce temps, di GARASSE e le
Quaestiones celeberrimae in Genesim cum accurata explicatione, di MERSENNE. I
due saggi, però, anziché spegnere la voce del filosofo, la amplificano in un
ambiente che evidentemente e pronto a ricevere, discutere e riconoscerne la
validità delle affermazioni. Il nome di V. viene nuovamente proiettato
all'attenzione della filosofia in occasione del clamoroso processo che viene
celebrato contro VIAU. Il progetto di interrogatorio che il procuratore
generale del re, Molé, predispone con ben articolati capi d'accusa su cui
interrogare VIAU, contiene impressionanti analogie colla filosofia vaniniana,
cui vien fatto esplicito riferimento mentre MERSENNE torna a martellare su V.,
analizzandone alcune affermazioni nel suo “L'Impiétè des Déistes, Athées et
Libertins de ce temps, combatuë, et renversee de point en point par raisons
tirées de la Philosophie, et de la Theologie”, nel quale porta il suo giudizio
concernente CARDANO e BRUNO. Anche Leibniz, oppositore al pari di Mersenne del
libertinismo, si esprime duramente contro V., considerandolo un empio, un pazzo
e un ciarlatano. Je n'ai pas encore vu l'apologie de V., je ne pense pas
qu'elle mérite fort d'être lue. La philosophie de ce personnage e bien peu de
chose. Mais un imbécille comme lui, ou pour mieux dire, un fou ne méritoit pas
d'être brûlé. On étoit seulement en droit de l'enfermer, afin qu'il ne séduisît
personne -- Epist. ad Kortholtum in Opera omnia, Genève. Ancora la leggenda
nera creata intorno alla figura di V. sopravvive al passare del tempo, si
espande ed affascina molti studiosi, che si avvicinano alla sua filosofia e ne
tentano dei profili biografici. Così anche la cultura inglese mostra interesse
per il filosofo di Taurisano ed è soprattutto con BLOUNT che V.entra nella
filosofia inglese ed acquista una dimensione che non abbandona mai più, quando
diviene un elemento cardine del libertinismo e deismo. Un manoscritto inedito
della biblioteca municipale di Avignone custodisce delle Observations sur
Lucilio V. redatte da Velleron, ma fornisce solo delle incerte notizie sul
filosofo, in gran parte rettificate dagli ultimi studi. Viene effettuata una
copia manoscritta dell'Amphitheatrum, su commissione di Uriot, il quale la
trasferisce poi nella biblioteca ducale del duca di Württemberg. Attualmente
essa si trova nella Württembergische Landesbibliothek di Stoccarda. Un'altra
copia manoscritta del saggio si trova nella Staats und Universitätbibliothek di
Amburgo, a testimonianza del perdurante interesse per V. Viene data alle stampe
a Londra una biografia vaniniana con un estratto delle sue opere, dal titolo
“The life of ‘Lucilio’, alias V., burnt for atheism at Toulouse, with an abstract
of his writings. Il saggio, pur ricollegandosi alla consueta storiografia
vaniniana e quindi con i soliti errori d'origine, sottopone ad un dibattito
ponderato la figura ed il pensiero del filosofo italiano, a cui riconosce
qualche merito. Ma la strada per una collocazione europea di V. e del suo
pensiero è ormai aperta. Saggi: “Amphitheatrum aeternae providentiae
divino-magicum, christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum adversus
veteres philosophos, Atheos, Epicureos, Peripateticos et Stoicos, Auctore Iulio
Caesare Vanino, Philosopho, Theologo et Iuris utriusque Doctore, Lugduni, Apud
Viduam Antonii de Harsy, ad insigne Scuti Coloniensis” (Galatina). “Iulii
Caesaris Vanini, Neapoletani Theologi, Philosophi et Iuris utriusque Doctoris,
De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor, LPombaiae,
Apud Adrianum Perier, via Iacobaea” (Galatina). Le opere di V. e le loro fonti,
Milano (Galatina,); “Opere” (Porzio, Lecce); “Anfiteatro dell'eterna
Provvidenza” Galatina; “I meravigliosi segreti della natura, regina e dea dei
mortali” Galatina); “Opere (Galatina); “Confutazione delle religioni “Anna
Vasta, Catania, De Martinis & C.); “Opere” (Milano, Bompiani). Bucciantini,
Lutero in Campo dei Fiori, in Il Sole 24 ORE Terzapagina. Filosofia ed ecologia
per il "compleanno" di V., Una lettera dell'ambasciatore inglese a
Venezia, Carleton, fa risalire l'episodio a nove anni prima. Raimondi, “V. e il
libertinismo” Atti del Convegno di Studi, Taurisano (Galatina, Raimondi, “Dal tardo Rinascimento al
Libertinismo erudite” Atti del Convegno di Studi, Lecce-Taurisano Galatina, Spini,
“Vaniniana” in «Rinascimento», Paola, “Il primo seicento anglo-veneto”
Cutrofiano; Paola, “V. da Taurisano filosofo europeo, Fasano); Paola,
“Documenti per una lettura di V., in «Bruniana & Campanelliana», Raimondi,
Documenti vaniniani nell'archivio segreto vaticano, in «Bollettino di Storia
della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», Raimondi, Il soggiorno
vaniniano in Inghilterra alla luce di nuovi documenti spagnoli e londinesi, in
«Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», Raimondi,
“La Santa Inquisizione, Taurisano, Raimondi, “L'Europa del Seicento. con una
appendice documentaria, Pisa Roma. L'appendice contiene la più completa
documentazione sulla biografia vaniniana: documenti dalla nascita al rogo. Fasano,
Fazio, V. nella cultura filosofica (Galatina); Marcialis, “Natura e uomo in V.”
in «Giornale Critico della Filosofia Italiana»; Marcialis, V. nell'Europa del
Seicento, in "Rivista di Storia della Filosofia", Paganini, Le
Theophrastus redivivus et V., in «Kairos», Papuli, Le interpretazioni di V., Galatina, Perrino,
"V. nel Theophrastus redivivus", in «Bollettino di Storia della
Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», Raimondi, V. e il "De
tribus impostoribus", in «Ethos e Cultura», Padova, G. Spini, Ricerca dei
libertini. La teoria dell'impostura delle religioni nel Seicento italiano,
Roma, Firenze); Teofilato, V. nel III Centenario del suo martirio, Milano, Tip.
Ed. La Stampa d'Avanguardia. Teofilato, V., in The Connecticut Magazine,
articles in English and Italian, New Britain, Conn, C. Teofilato, Vaniniana, in
La puglia letteraria, mensile di storia, Roma; V., Riflessioni sul problema V.,
in Bertelli, Il libertinismo in Europa, Milano-Napoli, Vasoli, V. e il suo
processo per ateismo, in Niewohner e Pluta, Atheismus im Mittelalter und in der
Renaissance, Wiesbaden); V. in Inghilterra. La seguente è una lista di alcuni
documenti in cui è possibile trovare riferimenti alla presenza del frate carmelitano
a Lambeth a Londra. Trascrizioni complete, riassunti e contesto di questi
documenti sono disponibili. "V. e il primo seicento anglo-veneto" e
in "V. da Taurisano filosofo europeo", Schena Editore, Brindisi.
Documenti: London Public Record Office State Papers Venice Notizie sulla
Mercers' Chapel a Londra, dove V. sconfesso la sua fede cattolica e tenne vari
sermoni. London Public Record Office State Papers Petizione di due Carmelitani,
V. e Genocchi, a Carleton, ambasciatore inglese a Venezia, per essere accettati
in Inghilterra. Venezia. London Public Record Office State Papers Lettera di
Carleton a Salisbury. Da Venezia, Carleton informa Salisbury che due frati gli
hanno chiesto permesso di rifugiarsi in Inghilterra per evitare persecuzioni
dai loro superiori. London Public
Record Office State Papers. V. a Carleton. Da Lambeth. V.
manda a Carleton informazioni riguardanti alla sua ricezione a Lambeth e la
buona stima di cui gode lì. London
Historical Manuscripts Commission De L'Isle and Dudley Manuscripts, Sir John
Throckmorton al visconte Lisle. Flushing. Corrispondenza
tra i due statisti riguardo ad una missione segreta di Florio, che forse
accompagnò V. e il suo compagno a Londra. London, Manuscripts of the Marquess of Downshire preserved at
Easthampstead Park Berk. Papers of Trumbull. Albery a Trumbull.
Londra. Albery, un mercante inglese e corrispondente di Trumbull, agente inglese
a Bruxelles, manda informazioni sull'arrivo di V. e le sue esperienze a
Venezia. London Historical
Manuscripts Commission Report on the Manuscripts of the Marquess of Downshire,
Trumbull Papers. Albery a William Trumbull. Londra. Una
copia della lettera da una fonte diversa. London Public Record Office State Papers
Da Spinola a Ginocchio. Genova London Public Record Office State Papers Wake a Carleton.
Londra London Public Record
OfficeState Papers Wake a Carleton. Londra London Manuscripts of the Marquess
of Downshire preserved at Easthamstead Park Berk. Papers of William Trumbull
the Elder Alfonse de S. Victors a William Trumbull Da Middolborg (Middelburg) London
Historical Manuscripts Commission Report on the Manuscripts of the Marquess of
Downshire, Trumbull Papers, Alfonse de St. Victor a William Trumbull.
Middelborg. London Public Record Office State Papers Domestic Series Jac.
Chamberlain a Carleton. Londra, London Public Record Office State Papers
Carleton a Lake. Da Venezia London Public Record OfficeState PapersDomestic
Series, Biondi a Carleton. Da Londra LondonPublic Record Office State Papers, Carleton
a Chamberlain. Da Venezia London Manuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthampstead Park Berks. Papers of William Trumbull the Elder. George
Abbot a William Trumbull. Da Lambeth. London Historical Manuscripts Commission Report
of the Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers, Abbot a Trumbull. Lambeth London Public Record OfficeState Papers Carleton
a Chamberlain. Venezia, London Public Record Office State Papers Carleton a
Giovan Francesco Biondi. Venezia, London Public Record Office State Papers
Domestic Series, Abbot a Carleton. Lambeth London Public Record Office State
Papers Sarpi a Carleton. Venezia London Record Office State Sarpi a Carleton.
Venezia, London Public Record OfficeState Papers Paolo Sarpi a Sir Dudley
Carleton. Venezia, giugno. London Historical Manuscripts Commission Report
Hastings, Notes of speeches and
proceedings in the House of Lords. London Historical Manuscripts Commission Hastings,
Notes of speeches and proceedings in the House of Lords London Public Record
Office State Papers Carleton a Sua Signoria l'Arcivescovo di Canterbur. Venezia
London Manuscripts of the Marquess of Downshire preserved at Easthampstead Park
Berks. Papers of William Trumbull the Elder Abbot a Trumbull. Lambeth London Historical
Manuscripts Commission Report of the Manuscripts of the Marquess of Downshire, IV, Trumbull Papers George Abbot, Arcivescovo
di Canterbury, a William Trumbull. Lambeth Archivio di
Stato di VeneziaInquisitori di Stato, Istruzioni degli Inquisitori di Stato
all'ambasciatore in Inghilterra. LondonCalendar
of State Papers on English Affairs in the Archives of Venice and other Libraries
of North Italy Inquisitori di Stato, busta Venetian Archives. Gli Inquisitori
di Stato a Gregorio Barbarigo, London Calendar
of State Papers on English Affairs in the Archives of Venice and other Libraries
of North Italy Inquisitori di Stato, Venetian Archives. Examinations
for Foscarini. Archivio di Stato di Venezia Inquisitori di Stato, Londra, Interrogatorio
di Lunardo Michelini sulle modalità della fuga di V. da Lambeth. Archivio di
Stato di Venezia Inquisitori di Stato, Interrogatorio di Alessandro di Giulio
Forti da Volterra sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio
General de Simancas fondo Inglaterra Legajo foglio privo di indicazioni.
Bentivoglio a Sarmiento. Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa
l'abasciatore di Spagna che Vanini e il suo compare sono arrivati sani e salvi
dopo la loro fuga da Londra. Archivio General de Simancas Bentivoglio a Sarmiento.
Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che
Vanini e il suo compare sono partiti verso l'Italia, come era stato concordato
a Roma. Documenti inclusi nell'opera di Namer La seguente è la lista dei
documenti inglesi inclusi nel lavoro Documents sur la vie de V. de Taurisano di
Ėmile Namer, che può essere considerato come un utile punto di partenza per la
delineazione di una biografia di Vanini, e di cui la nuova documentazione deve
essere considerata un completamento. London Foreign State Papers. Venice. Carleton ad Abbot. LondonForeign
State Papers. Venice.Abbot a Carleton LondonState Papers Domestic. James
I. Carleton a Chamberlain. Venezia, London Foreign State Papers. Venice. Sir D. Carleton
all'Arcivescovo di Canterbury. London
State Papers Domestic. James I. Chamberlain a Carleton. Londra, London State
Papers Domestic. James I. 7 Chamberlain
a Carleton. London Foreign State Papers. Venice Abbot a Carleton. London State
Papers Domestic. James I. Carleton a
Chamberlain. London State Papers Domestic. James I. l'Arcivescovo
di York al conte di Suffolk. London State Papers Domestic. James I. V. a Dudley Carleton. Da Lambeth, iLondonState
Papers Domestic. James I. Giulio Cesare
Vanini a Sir Isaac Wake. Da Lambeth iLondon State Papers Domestic. James
I. John Chamberlain a Carleton. da
Londra. London State Papers Domestic. James I.
Abbot a Carleton. Lambeth London State Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London State Papers Domestic. James
I. Biondi a Carleton. Da Londra London Foreign
State Papers. Venice. Carleton a Abbot. London State Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London State
Papers Domestic. James I. Abbot al vescovo
di Bath Da Lambeth. London State
Papers Domestic. James I. Lake a Carleton.
Dalla corte a Royston, London State Papers Domestic. James I. John Chamberlain a Sir Dudley Carleton. Da
Londra London Foreign State Papers. Venice Carleton a Abbot London Foreign State
Papers. Venice. Carleton a Sir Thomas Lake. London State Papers Domestic. James
I. Abbot
a Carleton a Venezia. Lambeth, London State Papers Domestic. James
I. John Chamberlain a Dudley Carleton. Londra, LondonForeign State Papers. Venice. Carleton a Abbot. Archivio de Simancas,
Estado, Cardinale Millino a Alonso de
Velasco, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Millino a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles, Archivio de
Simancas, Estado, Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles,V. e
l'Inquisizione di Roma Elenco di alcuni documenti presenti nella corrispondenza
tra alcuni Nunzi apostolici in Europa e le autorità vaticane, dove è possibile
trovare informazioni relative alla fuga, permanenza e rientro segreto
dall'Inghilterra del frate carmelitano. Le trascrizioni complete, i sommari e
le contestualizzazioni di questi documenti sono disponibili per studiosi e
lettori in V. da Taurisano filosofo europeo, Schena Editore, Fasano (Brindisi),
Il pontefice Paolo V e l'Inquisizione in Roma furono informati continuamente
della vicenda di V. con dispacci dei Nunzi apostolici in Venezia, Francia e
Fiandra e con missive dell'ambasciatore di Spagna a Londra, a cominciare dalla
sua fuga da Venezia sino al suo desiderio di rientrare nel mondo
cattolico. RomaArchivio Segreto VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di
Francia, Ubaldini, Nunzio papale in Francia,
al Borghese, Segretario di Stato di Paolo V, de Parigi. RomaA. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Fiandra, il Nuntio
alla Segreteria, Bentivoglio, Nunzio papale in Fiandra, al Card. Borghese.
(Bruxelles) Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Francia,
lettere scritte al Nuntio in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma li Roma A. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini da Parigi a
Borghese Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse,
Francia, 293A, lettere scritte al Nuntio
in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato
Nunziatura di Francia, Ubaldini a Borghese
Rom aA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Franci Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere di Ubaldini, nella sua Nunziatura di Francia, Ubaldini a
Borghese Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini
a Mellini, membro del Sant'Uffizio, il Tribunale dell'Inquisizione di Roma. Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Francia da Borghese, Borghese a Ubaldini. Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia, Registro
di Lettere della Segreteria di Stato di Paolo V al Vescovo di Montepulciano
Nuntio in Francia Il Segretario Porfirio Feliciani vescovo di Foligno al Nuntio
in Francia. Roma, RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia,
Ubaldini al Mellini Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziatura di Francia,
Ubaldini a Mellini RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia
Registro Ubaldini a Borghese. Di Parigi RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura
di Francia Registro Ubaldini a Millini Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature
diverse, Francia, lettere scritte al
Nuntio in Francia dal Card. Borghese, Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Ubaldini a Borghese Di
Parigi. RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro
Ubaldini a Millini Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere del Card. Ubaldini, nella sua nunziatura di Francia, Card.
Ubaldini a Borghese Parigi, Bibliothèque nationale de FranceDepartement des
Manuscrits, Italien Registro di Lettere della Nunziatura di Francia di Ubaldini
dell'anno lettera, Ubaldini a Borghese Parigi) Roma A. S. VaticanoSegreteria di
Stato Nunziature diverse, Francia, Lettere
del Sir. Card.le Ubaldini nella sua Nunciatura di Francia Ubaldini a Borghese Treccani
Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana,
Amphitheatrum e De admiandis. Raimondi Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giulio Cesare Vanini.
Vanini. Keywords: Vanini, Oxford. Refs.: Luigi Speranza, “Vanini e Grice,”
Villa Grice, Luigi Speranza, “La statua all’aperto di Vanini,” Luigi Speranza,
“Il medaglione di Vanini a Roma.”
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