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Friday, July 5, 2024

GRICE ITALICO A/Z C1

 

Grice e Cabeo: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dello spirito sulfureo -- filosofia mannetica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Ferrara). Filosofo italiano. Grice: “You’ve got to love Cabeo; unless, if you are sailor like me – he almost invented the North Pole – he philosophised on magnetism – a phenomenon which the Graeco-Romans found ‘magic’ (vide Carini, “L’etimologia del megnete”) – Grice: “The homerotic associations are soon discovered by the super-hero, “Magneto.”” -- Essential Italian philosopher. Con il suo nome è stato chiamato il cratere lunare C.. Novizio della Compagnia di Gesù, ha Biancani come insegnante di matematica nel collegio gesuitico di Parma dove compiuti i suoi studi fu docente di filosofia per molti anni e ricevette gli ordini sacerdotali. Abbandonato l'insegnamento fu predicatore in varie città italiane mantenendo sempre stretti rapporti di familiarità con Gonzaga e 'Este.   C. prese parte alla contesa tra Bologna e Ferrara sull'introduzione del Reno nel Po Grande, prendendo le parti dei ferraresi e opponendosi alle teorie di Castelli  Si stabilì a Genova dove conosce Baliani divenendone amico. Nel suo commento alle Meteore di Aristotele C. sostenne e testimoniò la priorità della scoperta della legge di caduta dei gravi dello scienziato genovese rispetto a quella di GALILEI (si veda).  C. collabora con vari filosofi del suo tempo su argomenti che mettevano in discussione le ricerche di Galilei: con lo stesso Baliani a Genova, con Renieri a Pisa, con Riccioli, suo amico e allievo anche lui del Biancani, con il quale conduce a Ferrara esperimenti sulla caduta dei gravi. Soggiorna a Roma nello stesso periodo in cui era presente nMarin Mersenne, il segretario dell' Europa dotta, che vi si trova in occasione dell'elezione di Carafa a generale dei gesuiti.  Torna a Genova per dedicarsi all'insegnamento nel collegio gesuitico. C. compone “Philosophia magnetica” (Ferrara) criticata gli studiosi galileiani. Sostene l'imprescindibile necessità che ogni asserzione scientifica fosse sostenuta dall'esperienza e, sulla base degli studi di Maricourt, Porta, Gilbert, e Garzoni, assere, dopo aver condotto accurati esperimenti, che la terra possede una qualità magnetica che assieme alla gravità faceva sì che la terra e stabile e immobile. Define il fenomeno della repulsione elettrica. “In quatuor libros Meteorologicorum Aristotelis commentaria,et quaestiones quatuor tomis compraehensa”, o “Philosophia experimentalis” si schiera a difesa della priorità di Baliani e, nel criticare in nome dell'osservazione e dell'esperimento la concezione metafisica aristotelica, introduce la presentazione di questioni scientifiche attuali. Il saggio e condotto in duri toni anti-galileiani con un'aspra contestazione del fenomeno della marea così com'e descritto da Galilei. Sostene invece che la marea e dovuta all'ebollizione operata dalla Luna di un spirito sulfureo e salnitrosio presente sul fondo del mare. Sostenne la validità scientifica dell'alchimia, una "philosophia chimica" degna di studio e osservazione.  Idraulici italiani, Fondazione, Dizionario Biografico degli Italiani. A. Ingegno, Berigardi Circulus Pisanus De veteri et peripatetica philosophia in Aristotelis libros de Coelo, Utini. Galilei, Opere, ediz. naz., Le opere dei discepoli di GALILEI (si veda), I, L'Accademia del Cimento, Firenze, Fulvio Testi, Lettere, Maria Luisa Doglio, Bari, Evangelista Torricelli, Faenza, Lorenzo Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, Ferrara, Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Firenze, Bertelli, Sopra Pietro Peregrino di Maricourt e la sua epistola "De Magnete", in Bull. di bibliogr. e di storia delle scienze mat. e fisiche pubbl. da Boncompagni, Riccardi, Biblioteca matematica italiana, Modena; Caverni, Storia del metodo sperimentale in Italia, Firenze, Silvio Magrini, Il "De Magnete" del Gilbert e i primordi della magnotologia in Italia in rapporto alla lotta intorno ai massimi sistemi, in Archivio di storia della scienza, Daujat, Origines et formation de la théorie des phénomènes électriques et magnétiques, Paris, Thorndike, A History of magic and experimental Science, New York, Koyré, Etudes d'histoire de la pensée scientifique, Paris, Serge Moscovici, L'expérience du mouvement. Baliani disciple et critique de Galilée, Paris, Costantini, Baliani e i gesuiti. Annotazioni in margine alla corrispondenza del Baliani con Gio. Luigi Confalonieri e Grassi, Firenze, Bellucci, La filosofia naturale di Berigardo, Rivista Critica di Storia della Filosofia, Charles Coulston Gillispie, Dictionary of Scientific Biography, New York, Scribners, John Lewis Heilbron, Electricity in the 17th and 18th Centuries. Los Angeles: University of California, Maffioli, Out of Galileo, The Science of Waters, Rotterdam: Erasmus Publishing, Peter Dear, Discipline and Experience: The Mathematical Way in the Scientific Revolution. Chicago. Borgato, Niccolò Cabeo tra teoria ed esperimenti: le leggi del moto, in Brizzi and Greci, Gesuiti e Università in Europa, Bologna: Clueb, Craig Martin, With Aristotelians Like These, Who Needs Anti-Aristotelians? Chymical Corpuscular Matter Theory in C’s "Meteorology", in Early Science and Medicine, Carlos Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus. C. su Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Niccolò Cabeo, su sapere, De Agostini.Ingegno, C., in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. C. (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. C., in Galileo Project, Rice University. Ferrara Genova. Italiano gesuita filosofo, teologo, ingegnere e matematico. I struito nel collegio dei Gesuiti a Parma. Passa i prossimi due anni a Padova e ha trascorso studia in Piacenza prima di completare tre anni di studio in filosofia a Parma. Ha trascorso altri quattro anni a studiare teologia a Parma e l'apprendistato di un altro anno di a Mantova. Ha poi insegnato teologia e la matematica a Parma, poi  è diventato un predicatore. Per un certo periodo ha ricevuto il patrocinio dei Duchi di Mantova e del Este a Ferrara. Durante questo periodo è stato coinvolto in idraulica progetti. Egli avrebbe poi tornare a insegnare la matematica ancora una volta in Genova, la città dove sarebbe morto. Egli è noto per i suoi contributi alla fisica esperimenti e osservazioni. Egli ha osservato gli esperimenti di Baliani per quanto riguarda la caduta di oggetti, e ha scritto su questi esperimenti osservando che due oggetti diversi cadono nello stesso lasso di tempo, indipendentemente dal mezzo. Inoltre ha effettuato esperimenti con pendoli e osservato che una carica elettricamente corpo può ottenere oggetti non elettrificato. Egli ha anche notato che due oggetti carichi respinti a vicenda.  Le sue osservazioni sono state pubblicate nelle opere, Philosophia Magnetica e in IV libros Aristotelis meteorologicorum Commentaria. La prima di queste opere esaminato la causa della Terra magnetismo ed è stata dedicata ad uno studio del lavoro di Gilbert. Pensato alla Terra immobile, e quindi non ha accettato il suo movimento come la causa del campo magnetico. Describe attrazione elettrica in termini di effluvi elettrici, rilasciato sfregando alcuni materiali insieme. Questi effluvi spinto nell'aria circostante spostarlo. Quando l'aria riportato nella sua posizione originale, portava corpi leggeri con essa facendole muovere verso il materiale attraente. Entrambi Accademia del Cimento e Boyle eseguiti esperimenti con vuoti a tentativi di confermare o smentire le idee di Cabeo. La sua seconda pubblicazione Cabeo e un commento di Aristotele Meteorologia. In questo lavoro, ha esaminato attentamente una serie di idee proposte da Galilei, tra cui il movimento della terra e la legge di caduta dei gravi. Si è opposto alle teorie di GALILEI. Anche discusso la teoria del flusso d'acqua proposta da allievo di Galileo, Castelli. Lui e Castelli sono stati coinvolti per una disputa nel nord Italia circa il reinstradamento del fiume Reno. La gente di Ferrara erano su un lato della controversia e C. era il loro avvocato. Castelli e il favorite dell’altro lato della controversia e agiva come agente di Urbano VIII. Anche discusso alcune idee su alchimia in questo saggio. Il cratere Cabeus sulla Luna porta il suo nome. Il LCROSS progetto ha scoperto la prova di acqua nel cratere C.. Guarda anche Storia di Geo-magnetismo Elenco dei cattolici-scienziati chierici Riferimenti Heilbron, JL, energia elettrica nei secoli 17 e 18. Los Angeles: University of California Press, Maffioli, Cesare, Out of Galileo, The Science of Waters. Rotterdam: Erasmus Publishing, Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jesus. Bruxelles: Gillispie, Charles Coulston, Dizionario della biografia scientifica  New York: Scribners, Borgato, C. Tra Teoria ed Esperimenti: le leggi del moto, in Brizzi e Greci, Gesuiti e Università in Europa, Bologna: Clueb, Caro Peter. Disciplina e Esperienza: Il modo matematico nella rivoluzione scientifica. Chicago. The Roman NETTUNO, then, and the Greek  Poseidon, are two distinct deities ; and the first  remarkable point of difference between them, with the exception of their names, is, that while the former is a true sea-god, the latter, as Mi .  Gladstone well observes, has in him nothing of  an elemental deity.’ The name Neptune is  connected with many words that mean to bathe  or swim ’ ; and so Col. Kobertson says of the  Nith, a Gaelic river name in Ayr and Dumfries :  This river name comes from the designation of  the god of the waters called Neithe^ of which this  one is a slight contraction. It is most probable  the Cimbri, as well as the Gael, knew of the Cox, Manual of Mythology,  poseidOjst.  water-god “ Neitlie,” and also named a river after  him ; and Fergusson, in his work on River  Names refers to a representation found in  Tuscany of NETTUNO and that the name written  over the figure was Nethun and gives as to  this name the following extract. There can he  little doubt that “ndhw” means ‘water’ in the  Tuscan language.” The river Nethan in Strathclyde, Lanark, is undoubtedly from the same  source, namely, from Neithan, meaning Neithe’s  river.’ So, again, in the Hellenic mythology,  Nereus, eldest son of Pontos, the Deep, is the true  sea-god of Homer, who gave to the element of  water that name of nero, in the popular speech  of the Greeks, which it still retains. Thus  their names are illustrative of the characters of  Neptune and Nereus, as the true Latin and Greek  sea-gods. And in the Hellenic mythology, be-  sides Pontos and N&eus, there is also the deep-  flowing' 6keanos, sire of rivers, inland seas, and  fountains.® There was, therefore, no gap in the  Greek Pantheon which required to he filled by  another sea-god, and on all these veritable  marine deities Poseidon violently obtruded bim- GratJic Topography of Scotland, Gladstone, Juv. Mun. poseidCj^ the builder.  self, a circumstance which makes his position  with respect to them somewhat anomalous.  PoseidOn, lord of the horse, seems also to be  connected, if not identical, with the Latin deity  Consus, who, by the later Eomans, was identified  with Neptiinus, although originally quite distinct  from the sea-god. Consus, an obscure divinity,  was regarded as the god of council secret  deliberations, and mysteries; and also as the  patron of horsemanship. In his festival the  Consualia, horses and mules were freed from  labour and crowned with flowers. Mr. Cox is  inclined to connect the name with the Hindu  Granesa, ^ the lord of life and of the reproductive  powers of nature;’ ^ but this is purely conjectural.  Consus also curiously corresponds with Khons or  Chons, who, in the Egyptian Pantlieon, appears  as the son of Amen-Ea, and the third person in  the triad of Thebes, and whose name signifies  Huntsman. Thus Khons, Consus, and Poseidon  are alike associated with the horse ; whilst the  attribute of mysterious wisdom which clmrac-  terizes Consus, distinguishes Poseidon in a similar  Mythology of the Aryan Nations,  note.  THE LATm GOD CONSUS. manner ; a fact not at once apparent in the  Hellenic Mythology, because this phase of  Poseidon’s character is much overshadowed by  the attributes of several of the Aryan divinities.  Thus wisdom generally is a special characteristic  of Zeus,^ of Apollon,^ or of Helios the Sun,^ who  sees and knows all things. But the wisdom of  these beings only represents the knowledge  derived from ocular observation, which is  perfectly distinct from the knowledge of mys-  terious religious secrets or other occult matters,  and therefore they do not, in reality, trench on  the character of Poseidon in this particular, but  only appear to do so. In a remarkable passage  in the Iliad, Poseidon claims to be wiser than  Apollon, who does not deny the assertion, and in  every way confesses his inferiority; while the  Subordinate (Hypodmos) of Poseidon, Proteus  the Aigyptian,is possessed of unerring know-  ledge and prophetic powers. We may fairly  assume that the master was as wise as the  servant ; indeed he is expressly represented as  gifted with prophetic powers, and it would seem  II. “ Horn. Hymn to Hermfis, Od. poseibOi^. not improbable tbat, although the Egyptians did  not admit Poseidon eo nomine among the number  of their divinitiesj* yet that, under the name of  Khons, he obtained a place in their Pantheon ;  as we shall find reason to believe that his worship  prevailed amongst all the branches of the Hamitic  Family, although he was known amongst them  by different names. Census, moreover, is re-  garded as a god of the lower world, or Chthonian  divinity — another circumstance which connects  him with Poseidon, whose character becomes  more and more Chthonian the farther his cultus  is traced into the East, where also his phase as  lord of knowledge and wisdom appears more  manifestly. The name Census well preserves  both this idea and his connection with the horse ;  and it may be remarked, that the titles of the  more mysterious divinities are generally found  to he manifold in meaning. Census in Italy,  like Poseidon in Grreece, is finally regarded as a  marine deity, because his worship has been brought  into the country from beyond the sea. Herod, ii, 43. Nicolaus Cabeus. Niccolò Cabeo. Keywords: filosofia mannetica, la terra e immobile per la sua qualita magnetica, la marea e prodotto della ebullizione di uno spirito sulfureo e salnitroso nel fondo del mare. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Cabeo," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Grice e Cacciari: l’implicatura conversazionale dell’umanesimo italiano – umanesimo all’italiana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia). Filosofo italiano. Grice: “If I were today to chose a philosophical piece by Cacciari that would be his ‘angelo’ – quite a concept! If Whitehead is right, as I claim he is, when he says all philosophy is footnotes to Cratylo, Plato does deal with ‘aggelos’ as ‘metaxu’ which he then develops in Symposium – Cacciari, like Reale, are fascinated by this!” – Grice: “Solomon, who read it, illustrated Alcebiades as Eros between Dionisos and Apollo!” Essential Italian philosopher. Filosofo, politico, accademico e opinionista italiano, ex sindaco di Venezia.  Di ascendenze emiliane per via paterna (il nonno Gino Ca., di Medicina, si era trasferito a Venezia per dirigere i cantieri navali della città), è figlio di Pietro, pediatra, e di una casalinga proveniente da una famiglia di artisti.  Dopo aver frequentato il Ginnasio Liceo Marco Polo di Venezia, si è laureato in Filosofia a Padova, con una tesi sulla Critica del Giudizio di Kant, con relatore Formaggio. Ancora studente, e collaboratore dei Diano, Bettini e Mazzariol. Professore associato di Estetica presso l'Istituto di Architettura di Venezia, dove diventa Professore. Fonda la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele a Cesano Maderno, di cui è preside. È tra i fondatori di alcune riviste di filosofia politica, che hanno segnato il dibattito dagli anni sessanta agli anni ottanta, tra cui Angelus Novus, Contropiano, il Centauro, Laboratorio politico.  Al centro della sua riflessione filosofica si colloca la crisi della razionalità moderna, che si è rivelata incapace di cogliere il senso ultimo del reale, abbandonando la ricerca dei fondamenti del conoscere. La sua visione muove dal concetto di "pensiero negativo", ravvisato nelle filosofie di Friedrich Nietzsche, di Martin Heidegger e di Ludwig Wittgenstein, per risalire ai suoi presupposti in alcuni aspetti della tradizione religiosa e del pensiero filosofico occidentali.  Ha pubblicato numerose opere e saggi, tra i quali meritano una particolare attenzione: Krisis; Pensiero negativo e razionalizzazione; Dallo Steinhof;  Icone della legge; L'angelo necessario; Dell'inizio; Della cosa ultima. Vincitore del Premio Cimitile. Hamletica, Adelphi, Milano,  è il suo lavoro. I volumi Icone della legge e L'angelo necessario presentano, inoltre, alcune pagine dedicate alla filosofia dell'icona e agli esiti del pensiero del mistico russo Florenskij.  Tra i numerosi riconoscimenti sono da ricordare la laurea honoris causa in Architettura conferita dall'Università degli Studi di Genova, la laurea honoris causa in Scienze politiche conferita dall'Bucarest e la laurea honoris causa in filologia, letteratura e tradizione classica conferita dall'Bologna. Presidente della fondazione Pellicani  e insegna Pensare filosofico e metafisica presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, di cui è stato anche prorettore vicario.  Suo fratello Paolo è stato deputato di Rifondazione Comunista. In Potere Operaio e nel PCI Da giovane fu un politico militante e occupò con gli operai della Montedison la stazione di Mestre. Collaborò negli anni sessanta alla rivista mensile Classe operaia e, dopo contrasti interni tra Mario Tronti, Alberto Asor Rosa e Toni Negri (il quale fu un incontro essenziale per la sua formazione), diresse insieme ad Asor Rosa la rivista, definita di "materiali marxisti", Contropiano con la quale si tentò la riunificazione del gruppo. Ma il tentativo fallì e il gruppo veneto trasformò la rivista nel giornale Potere Operaio "Giornale politico dagli operai di Porto Marghera" a cui Cacciari, deluso, non aderì. In seguito entrò nel Partito Comunista Italiano, ricoprendo cariche apparentemente lontane dai suoi interessi filosofici: responsabile della Commissione Industria del PCI Veneto negli anni settanta, fu poi eletto alla Camera dei deputati, e fu membro della Commissione Industria della Camera.  Sindaco di Venezia. Sindaco di Venezia schierato tra i principali sostenitori de I Democratici di Romano Prodi tanto che si parlò di lui come un probabile leader dell'Ulivo. Fin dall'inizio della sua attività politica vide nel federalismo una tradizione da recuperare per i progressisti italiani laddove buona parte dei dirigenti della sinistra vedevano in questa attenzione agli ideali federalisti un freno al consenso elettorale del centro-sud. In preparazione delle elezioni regionali, era convinto che per vincere in una regione tradizionalmente moderata, la sinistra avrebbe dovuto agganciare una parte dell'elettorato in fuga dalla ex DC e per questo scopo tentò di "aprire" ad un'alleanza con la Lega Nord (poi disapprovata dal centro-sinistra italiano), e mosse in questa direzione politica alcuni significativi passi, ma non riuscì a convincere fino in fondo l'elettorato autonomista.  È sua la volontà di realizzare il progetto per edificare il ponte di Calatrava, il quale ha portato continue polemiche con la Corte dei conti nel corso degli anni.  Europarlamentare e consigliere regionale veneto Alle europee si candida con la lista de I Democratici risultando eletto in due circoscrizioni: lui ha optato per quella nord-occidentale.  La sua sconfitta alle Regionali quando fu candidato per la presidenza della regione Veneto, fece tramontare l'ipotesi che potesse diventare il futuro leader dell'Ulivo. Cacciari ottenne in quella tornata il 38,2% dei voti, uscendo sconfitto dal rappresentante della Casa delle Libertà Galan, che ricevette il 54,9% dei consensi. In quella tornata elettorale Cacciari ottenne un seggio da consigliere regionale: per questo si dimise, per incompatibilità, da europarlamentare.  Sindaco di Venezia. Annuncia l'intenzione di ricandidarsi per la seconda volta a sindaco di Venezia. I partiti di sinistra dell'Ulivo, avevano però, già raggiunto l'accordo per la candidatura unitaria del magistrato Felice Casson, ma Cacciari dichiarò di non voler rinunciare alla propria candidatura, anche a costo di spaccare l'unità della coalizione, come effettivamente avvenne, con Cacciari sostenuto da UDEUR Popolari e La Margherita e Casson appoggiato da tutti gli altri partiti del centrosinistra.  Al primo turno delle votazioni Casson ebbe il 37,7% dei voti, mentre C. si fermò al 23,2%; sfruttando le divisioni presenti in maniera ancora più acuta nel centrodestra a Venezia, furono proprio i due rappresentanti del centro-sinistra ad andare al ballottaggio. A sorpresa C., seppur sostenuto da liste più deboli, riuscì a far leva sull'elettorato moderato e vinse la sfida con 1 341 voti di vantaggio sul suo competitore (50,5% contro 49,5%).  L'inattesa vittoria del politico-filosofo causò malumori all'interno della coalizione (Casson commentò il risultato esclamando: "Ha vinto C.? Allora ha vinto la destra!") e una particolare situazione nel consiglio comunale veneziano: la Margherita, con il 13,4% di voti, ebbe diritto a ben 26 seggi, (mentre i DS, che ottennero il 21,2%, si dovettero accontentare di 6 seggi) e l'UDEUR, nonostante un modesto 1,4%, si accaparrò 2 seggi (a differenza di Rifondazione Comunista che con il 6,8% si aggiudicò un solo seggio). Nel complesso, quindi, la coalizione C., con il 14,8% dei suffragi, ebbe diritto a 28 seggi, mentre il raggruppamento di Casson, con il 41%, risultò possessore di 9 seggi. Ciò consentì a C., iscritto alla Margherita, di cui era esponente di punta in Veneto, di poter governare la città con una solida maggioranza consiliare.  In occasione delle successive elezioni regionali , delle elezioni politiche, e delle amministrative C. mise in evidenza quella che egli chiamava la questione settentrionale.  Anche deluso dall'evoluzione del Partito Democratico, annunciò l'abbandono della politica attiva dopo la conclusione del mandato di sindaco, avvenuta nell'aprile.  Abbastanza accesa la politica condotta dalla sua giunta contro gli ambulanti abusivi e molto contestate furono anche le ordinanze che, ai fini del decoro urbano, imponevano il divieto di vendere dei cibi da asporto presso la piazza San Marco, di girare a torso nudo, di sdraiarsi in terra ecc. Inoltre, con la creazione del festival di Roma da parte dell'allora sindaco Veltroni, espresse disappunto nel caso in cui quello di Venezia ne fosse stato oscurato. Non pochi gli attriti con la Lega Nord in vista della sua intenzione di realizzare un campo Sinti, nella zona di Mestre. Celebre poi la campagna che favoriva l'uso dell'acqua pubblica in contrapposizione all'acquisto di quella in bottiglia. A lui si deve il restauro di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana.  A Mogliano Veneto, presenta il manifesto politico Verso Nord, un'Italia più vicina, diretto a chi non si riconosceva né nel PD, né nel PdL e voleva una politica per il Nord diversa da quella attuata dalla Lega. Il manifesto si è poi trasfuso in un partito politico chiamato appunto Verso Nord, nato ufficialmente. Nelle sue saggi (Krisis, Pensiero negativo e razionalizzazione) C. sviluppa la sua riflessione che, prendendo spunto da Nietzsche, Wittgenstein e Heidegger, conferma «... la fine della razionalità classica e dialettica e l'emergere pieno, costruttivo, rifondativo e non distruttivo del "pensiero negativo. Dall'analisi della cultura viennese e mitteleuropea, che si forma sullo sfondo dei grandi mutamenti del sistema capitalistico, C. identifica una società reazionaria incapace di aprirsi alla modernità e improntata al nihilismo, punto d'arrivo del fallimento del pensiero dialettico della scuola hegeliano-marxista. In quest'ambito si origina il pensiero negativo (Negatives Denken) che ad iniziare da Schopenhauer sembra collegarsi all'irrazionalismo ma che in realtà è la conseguenza ultima della tradizione metafisica occidentale che pretendeva di superare ogni contraddizione e la negatività dell'esistenza stessa tramite quella libera volontà, coerentemente negata da Nietzsche e ancora presente invece nell'ascesi schopenhaueriana, come strumento per la liberazione dal dolore di vivere.  La crisi della metafisica occidentale è anche dimostrata dalla fiducia nella tecnica, presuntuosa esaltazione di quella ragione che invece rivela il sostanziale fallimento dei valori ultimi che dovrebbero guidare il progresso umano: «...la tecnica realizza la direzione implicita della metafisica modernama nel realizzarla ne critica e liquida anche l'idea centrale [il fondamento originario]» che era la certezza dei valori. Da qui un'epoca caratterizzata dal nulla dei valori e dalla fine della filosofia ormai rivolta «tutta al passato, a prima della ratio. Con l'avvento del pensiero negativo finalmente ci si libera «da un ideale totalitario del sapere, per cui non si dipende più da un ordine naturale, fisso ed immutabile, di cui la ragione scopre le leggi, ma si interviene creativamente, dando ordine alle cose, in una molteplicità di saperi. Nelle sue ultime opere C. intreccia la riflessione filosofica con quella teologica quasi risalendo ad una tradizione interpretativa platonica. Se ormai la filosofia si è specializzata e frantumata in una serie di campi specifici che cosa vorrà dire "pensare" al suo stesso inizio? C. cerca la risposta in quella tradizione filosofico-teologica che pone il principio, l'"inizio" nella nozione di "Deus-Esse". Fin dal libro primo della sua opera filosofica, Dell’Inizio, C. si colloca su un terreno complementare e diametralmente opposto a quello di Severino: se il primo evidenzia la contingenza dell'originato, il secondo enfatizza l'unicità eterna dell'origine. Mentre per C. l’originario è inizio a-logico, che conserva sempre inalterata la possibilità di non essere inizio di qualcosa che altro-da-sé, di negarsi come inizio e che quindi non esista originato alcuno, secondo Severino, invece, l’originario è la struttura logico-necessaria di significati il cui contenuto è tutto ciò che è, tale per cui non è mai potuto esistere, non è mai esistito e non potrà mai esistere alcun ente non originato da quell'unica totalità iniziale. Secondo Severino, la veracità di Dio e del Destino prevale sulla Sua onnipotenza, nel senso che è inevitabile e scontata in partenza la vittoria sul nemico, mentre è impossibile che Egli fugga davanti ad esso, finendo con il cadere nel nulla, il proprio contrario. Citazioni «Caro C., non possiamo proseguire la nostra via che attraverso lo straniero che ospitiamoe che chiamiamo 'nostro' Io. Questo è il vero volto dell'altro, del prossimo ineludibile, appiccicato a noi come un incubo! Hospes / hostis, necessariamente. 'Assicurarcelo' è impossibile.»  (C., Della cosa ultima, Adelphi, Mi) «Pietà afferra il poeta — pericolosissima pietà, sul limite estremo della misericordia inordinata.»  (Massimo Cacciari, "Della cosa ultima", Adelphi, Mi) Opere Introduzione di C. a Simmel, Saggi di estetica, Padova, Qualificazione e composizione di classe, in Contropiano, Ciclo chimico e lotte operaie, con S. Potenza, in Contropiano; Dopo l'autunno caldo: ristrutturazione e analisi di classe, Marsilio, Padova; Pensiero negativo e razionalizzazione. Problemi e funzione della critica del sistema dialettico; Metropolis, Roma, Officina; Piano economico e composizione di classe, Feltrinelli; Lavoro, valorizzazione, cervello sociale, in Aut Aut, Milano; Note intorno a «sull'uso capitalistico delle macchine» di Raniero Panzieri, in Aut Aut, Milano; Oikos. Da Loos a Wittgenstein, con Francesco Amendolagine, Roma; Krisis, Saggio sulla crisi del pensiero negativo da Nietzsche a Wittgenstein, Feltrinelli; Pensiero negativo e razionalizzazione, Marsilio, Venezia;  Il dispositivo Foucault, Venezia, Cluva; Dialettica e critica del politico. Saggio su Hegel, Feltrinelli; Rathenau e il suo a mbiente, De Donato; Crucialità del tempo: saggi sulla concezione nietzscheana del tempo, et al, Liguori; Dallo Steinhof, Adelphi; Adolf Loos e il suo angelo, Electa’ Feuerbach contro Agostino d'Ippona, Adelphi; Il potere: saggi di filosofia sociale e politica, con G. Penzo, Roma, Città Nuova; Icone della legge, Adelphi, Milano; Zeit ohne Kronos, Ritter Verlag, Klagenfurt; L'Angelo necessario, Adelphi, Milano; Drama y duelo, Tecnos, Madrid; Le forme del fare, con Massimo Donà e Romano Gasparotti, Liguori; Dell'Inizio, Adelphi; Dran, Méridiens de la décision dans la pensée contemporaine, Ediotions de L'Eclat; Architecture and Nihilism, Yale; Desde Nietzsche: Tiempo, Arte, Politica, Biblios, Buenos Aires; Geofilosofia dell'Europa, Adelphi, Milano; Großstadt, Baukunst, Nihilismus, Ritter, Klagenfurt; Migranten, Merve, Berlino; Introduzione a F. Bacone, Nuova Atlantide, Silvio Berlusconi Editore, Milano; L'Arcipelago, Adelphi, Milano; Vedova. Arbitrii luce, Catalogo della mostra, Skira; Arte, tragedia, tecnica, con Massimo Donà, Raffaello Cortina; El Dios que baila, Paidos, Buenos Aires; Duemilauno. Politica e futuro, Feltrinelli, Milano; Wohnen. Denken. Essays über Baukunst im Zeitalter der völligen Mobilmachung, Ritter Verlag, Klagenfurt und Wien; Della cosa ultima, Adelphi, Milano; La città, Pazzini; Il dolore dell'altro. Una lettura dell'Ecuba di Euripide e del libro di Giobbe, Saletta dell'Uva; Soledad acogedora. De Leopardi a Celan, Abada Editores, Madrid; Paraíso y naufragio. Musil y El hombre sin atributos, Abada Editores, Madrid, Magis Amicus Leopardi, Saletta dell'Uva; Maschere della tolleranza, Rizzoli, Milano; Introduzione a Max Weber, La politica come professione, La scienza come professione, Mondadori, Milano; Europa o Filosofia, Machado, Madrid; Tre icone, Adelphi, Milano; Anni decisivi, Saletta dell'Uva, Caserta; C. Mario Tronti, Teologia e politica al crocevia della storia, Milano, AlboVersorio; The Unpolitical. Essays on the Radical Critique of the Political Thought, Yale University Press; Hamletica, Milano, Adelphi; La città, Pazzini; Il dolore dell'altro. Una lettura dell'Ecuba di Euripide e del libro di Giobbe, Caserta, Saletta dell'Uva; Cacciari-Piero Coda, I comandamenti. Io sono il Signore Dio tuo, Bologna, Il Mulino;  Bianchi-C., I comandamenti. Ama il prossimo tuo, Bologna, Il Mulino; Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto, Milano, Adelphi; Il potere che frena, Milano, Adelphi; Labirinto filosofico, Milano, Adelphi; Filologia e filosofia, Bologna, Bononia; Re Lear. Padri, figli, eredi, Caserta, Saletta dell'Uva; Cacciari-Paolo Prodi, Occidente senza utopie, Bologna, Il Mulino; Cacciari-Bruno Forte, Dio nei doppi pensieri. Attualità di Italo Mancini, Brescia, Morcelliana,. Generare Dio, Bologna, Il Mulino, La mente inquieta. Saggio sull'Umanesimo, Torino, Einaudi; Ha preparato anche i testi per l'opera Prometeo. Tragedia dell'ascolto di Nono; Elogio del diritto (insieme a Natalino Irti, con un saggio di Werner Wilhelm Jaeger, Milanp) Onorificenze Grand'Ufficiale dell'Ordine pro Merito Melitensi (SMOM) nastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine pro Merito Melitensi (SMOM) — Venezia, Laurea Honoris Causa in Architettura, conferita dall'Università degli Studi di Genova; nastrino per uniforme ordinariaLaurea Honoris Causa in Architettura, conferita dall'Università degli Studi di Genova; Laurea Honoris Causa in Scienze politiche, conferita dall'Università degli Studi di Bucarest, nastrino per uniforme ordinariaLaurea Honoris Causa in Scienze politiche, conferita dall'Università degli Studi di Bucarest; Laurea Honoris Causa in Filologia, Letteratura e Tradizione Classica, conferita dall'Alma Mater StudiorumBologna nel nastrino per uniforme ordinariaLaurea Honoris Causa in Filologia, Letteratura e Tradizione Classica, conferita dall'Alma Mater StudiorumBologna nel  Premi e riconoscimenti; Medaglia d'oro del Círculo de Bellas Artes di Madrid; Uomo per la pace International Chair Jacques Derrida (Torino) Note  Enciclopedia Treccani alla voce coripsondente  Barbara Romano, i panni sporchi si lavano in casa MA IL CAV., sul piano del gusto, è UNA catastrofe CONTRO VERONICA: "Se io ho qualcosa da dire a mio marito gli scrivo privatamente""Evelina MANNA è un'amica""vengo SEMPRE paparazzato dA qualche testa di cazzo", in Dagospia, Libero, Langone, Cari italiani vi invidio, Roma, Fazi; Arti, Biografia di C., cinquantamila; Città di VeneziaSindaco, su comune.venezia; C., Università Vita-Salute San Raffaele; vedi l'intervista "La predestinazione del male"  F. Dal Bo, L'utopia dell'angelo. Note a L'angelo necessario di C., in Bertagni, Architetture utopiche, «arcipelago», sito istituzionale della Fondazione Pellicani, su fondazionegiannipellicani, Corriere, Lettera firmata da C., su corriere. Negrello, A pugno chiuso. Il Partito comunista padovano dal biennio rosso alla stagione dei movimenti, Milano, FrancoAngeli, Adnkronos, su www1.adnkronos.com. Progetto Italia Federale, su progettoitaliafederale. C. "Addio alla politica. Sconfitti i miei progetti", in Corriere della Sera, codacons, pressreader.com Repubblica, lagazzettadelmezzogiorno su nuova Venezia.gelocal,  Copia archiviata, su corriere, Il manifesto politico in. di Verso Nord  Cacciari lancia Verso nord Ma non siamo il terzo polo, in la Repubblica, 24 luglio 13. 5 dicembre.  F. Restaino, Il dibattito filosofico in Italia in Abbagnano, Storia della filosofia,  IV, t. II, Torino; Restaino, Op.cit. ibidem In Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, Maurizio Villani, Atlante della filosofia, Hoepli; Catapano, Coincidentia Oppositorum: Appunti sul pensiero di Massimo Cacciari a cura del Dipartimento di Filosofia, Padova  Cfr. Massimo Cacciari in EMSF, su emsf.rai.; Grossi, La differenza tra il discorso filosofico di Severino e quello di C., in Lo SguardoRivista di Filosofia, Ospitato su archive.is.  Dal sito web del Sovrano Militare Ordine di Malta; in.  architettura. unige/ inf/ documenti/  "facoltà di architettura di genova Laurea Honoris Causa a C. aggiornato ; "La Facoltà di Architettura di Genova, ha conferito la laurea Honoris Causa a C.. La motivazione della Facoltà sottolinea il contributo dato da C. alla cultura architettonica internazionale nel corso di oltre un trentennio."  F. Dal Bo, L'utopia dell'angelo. Note a L'angelo necessario di C., in Bertagni, Architetture utopiche, «arcipelago», Tussi, La confusione dialogica Intervista con C. Recensione di Geofilosofia dell'Europa, su Italia Libri Recensione di Hamletica, Andrea Fiamma Recensione di Il potere che frena, Andrea Fiamma Traduzione francese in versione integrale e gratuita di un libro inedito in italiano: Drân. Méridiens de la décision dans la pensée contemporaine (Drân. Meridiani della decisione nel pensiero contemporaneo)  Bertoletti, C. Filosofia come a-teismo, Edizioni ETS, Pisa, Borso, C., Mille lire stampa alternativa, Milano; Cantarano, Immagini del nulla. La filosofia italiana contemporanea, Mondadori, Milano, Catapano, Coincidentia oppositorum. Appunti sul pensiero di Massimo Cacciari, «Etica & Politica», Catapano, "Coincidentia oppositorum". Appunti sul pensiero di Massimo Cacciari, in Libertà, giustizia e bene in una società plurale, C. Vigna, Vita e Pensiero, Milano, León, “Ontología de crisis: Aion y dialéctica negativa en la crítica marxista italiana; Congreso de la Sociedad Académica de Filosofía: Experiencia de la crisis, crisis de la experiencia. Universidad Carlos III de Madrid; N. Magliulo, C. e Severino. Quaestiones disputatae, Mimesis, Milano-Udine,. N. Magliulo, La luce oscura. Invito al pensiero di Massimo Cacciari, Saletta Dell’Uva, Caserta; Magliulo, Un pensiero tragico. L’itinerario filosofico di Massimo Cacciari, Città Del Sole, Napoli, L. Mauceri, La hybris originaria. Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno; C. su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di C. (altre versione) su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di C.  C., su europarl.europa.eu, Parlamento europeo. C., su storia. camera, Camera dei deputati.  C., su Openpolis, Associazione Openpolis.  Registrazioni di C. su Radio Radicale, Radio Radicale.  C.: la necessità della libertà, su RAI Filosofia, su filosofia. rai. Predecessore Sindaco di Venezia Successore Venezia- Stemma.svg Ugo Bergamo Paolo CostaI Paolo Costa, Orsoni II Vincitori del Premio Pavese Filosofia Politica  Politica Filosofo Filosofi italiani Politici italiani Politici italiani Accademici italiani Accademici italiani Professore Venezia Sindaci di Venezia Consiglieri regionali del Veneto Deputati della VII legislatura della Repubblica Italiana Deputati dell'VIII legislatura della Repubblica Italiana Direttori di periodici italiani Europarlamentari dell'Italia della V legislatura Federalisti Fondatori di riviste italiane Militanti di Potere Operaio Opinionisti italianiPolitici de I Democratici Politici della MargheritaPolitici del Partito Comunista Italiano Politici del Partito Democratico (Italia)Professori dell'Università IUAV di Venezia Studenti dell'Università degli Studi di Padova. Mercurio messegero di Giove e l’umo – angelus – mercurial – Giambologna – Villa Medici -- Umanesimo Periodo storico le cui origini sono rintracciate dopo la metà del 14° sec., e culminato nel 15°: tale periodo si caratterizza per un più ricco e più consapevole fiorire degli studi sulle lingue e letterature classiche, considerate come strumento di elevazione spirituale per l’uomo, e perciò chiamati, secondo un’espressione ciceroniana, studia humanitatis. Si parla di u. filologico per distinguere l’attività degli umanisti intesa al recupero, allo studio, alla pubblicazione dei testi classici, dall’attività di quegli stessi umanisti intesa più generalmente alla creazione filosofica, all’elaborazione di una nuova civiltà. Si parla poi di u. volgare in relazione allo sbocco storico dell’U., quando gli ideali letterari di scrittura armoniosa e ornata sono trasferiti in Italia alle opere letterarie in volgare. Con riferimento, esplicito e implicito, all’U. quale periodo storico, il termine è usato infine per caratterizzare ogni orientamento che riprenda il senso e i valori affermatisi nella cultura umanistica: dall’amore per gli studi classici e per le humanae litterae alla concezione dell’uomo e della sua dignità quale autore della propria storia, punto di riferimento costante e centrale della riflessione filosofica. Intorno alla metà del 14° sec., e per impulso soprattutto di Petrarca, gli studi classici assunsero un carattere nuovo, il cui aspetto più appariscente fu la ricerca, nelle biblioteche chiesastiche e poi monastiche, dei codici antichi. Si manifestò, in pratica, l’esigenza di non contentarsi di quella parte della letteraturalatina che era giunta sino allora per tradizionescolastica e culturale ininterrotta, ma di recuperare anche la parte di essa che era stata dimenticata. Si cercò, inoltre, di restituire le testimonianze della grecità che, salvo nell’Italia meridionale, erano state sino allora dovunque trascurate. Si accompagnò a questa ricerca lo sforzo di sostituire alla lingua latina, più o meno profondamente corrotta durante il Medioevo, la lingua dei classici, cioè di recuperare la latinità (in particolare quella virgiliana e ciceroniana) anche come strumento linguistico: il latino così diventò, proprio quando i vari volgari avevano prodotto capolavori, la lingua letteraria per eccellenza. Nel costituire la sua ricca biblioteca, soprattutto durante la permanenza ad Avignone, punto d’incontro di varie correnti culturali, Petrarca esercitò un’azione decisiva nella storia testuale dei classici, sia scoprendo nuovi testi, sia riunendo in un unico corpo i documenti della tradizione manoscritta (come, per es., per Livio). A Petrarca si deve la scoperta di due orazioni ciceroniane, nonché il recupero delle epistole “Ad Atticum” e di un testo mutilo delle “Institutiones Quintilianee”. A Boccaccio le riconquiste, integrali o parziali, o la rivalorizzazione criticadi testi di Varrone, Marziale, Apuleio, Seneca, Ovidio, e soprattutto di Tacito. Segue per opera di Salutati, la riscoperta delle epistole ciceroniane “Ad familiars”. Bracciolini scopre, tra le molte altre, opere come le “Selve” di Stazio, le “Puniche” di Silio Italico, il “De rerum natura” di Lucrezio, altre orazioni ciceroniane ecc. Si può dire che tutto o quasi il patrimonio attuale di autori latini è stato scoperto o rimesso in circolazione tarda. Dopo, solo sporadicamente sono stati recuperati nuovi testi, sino alla fase di scoperte umanistiche greche determinata dalla papirologia.  Anche l’U. greco, almeno come desiderio di avvicinarsi alla grecità, se non come effettivo possesso della lingua, comincia da Petrarca e da Boccaccio, il quale ultimo ospitò a Firenze il calabrese Pilato e lo fa nominare lettore di greco allo Studio: da lui i due amici hanno facilmente la traduzione latina dei poemi omerici, dalla quale gli studi greci in Occidente hanno il loro effettivo inizio. Poco dopo Crisolora comincia a Firenze il suo insegnamento più tecnicamente umanistico, finché, come conseguenza anche dell’afflusso di eruditi (Pletone, il Bessarione) in occasione del Concilio di Ferrara-Firenze e per effetto della caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi (Argiropulo, Calcondila,  Lascaris), l’U. greco raggiunse la sua piena fioritura.  Intanto, gli umanisti affinavano il loro latino, creando ex novo una grammatica e una stilisticadella lingua (Elegantiae latinae linguae di L. Valla), e sviluppavano la grande filologiaumanistica della quale era già stato iniziatore Petrarca. I testi da sempre conosciuti e quelli ora ritrovati erano corretti, interpretati, commentati dal punto di vista linguistico, storico, archeologico; s’instaurava così, al posto della semplice ricezione medievale, una lettura critica ad alto livello, nella quale consiste la più importante novità dell’Umanesimo.  In Italia, la ricerca erudita sull’antichità continuò nel primo Cinquecento, ma con minore libertà e inventività critica, mentre si sviluppavano le raccolte archeologico-antiquarie; la grande filologia riprese nel secondo Cinquecento (Vettori, Manuzio, Orsini, Panvinio, Sigonio). Alla fine del secolo, il primato filologico passa a Francesi, Olandesi (Lipsio), Tedeschi, Inglesi; ma ormai si trattava di attività filologica nel senso moderno, che escludeva cioè quei fini di costruzione integrale dell’uomo, che furono propri dell’Umanesimo.  Nel campo del diritto, l’intensificazione degli studi filologici contribuì a una completa riscoperta delle fonti di diritto romano, che portò in primis alla messa in discussione del Digesto risultante dalla Vulgata. I maggiori esponenti di questa corrente furono il francese Budé, il tedesco Zasius e l’italiano ALCIATO. Soprattutto la scuola francese è permeata dall’U., con lo sviluppo della scuola culta e l’affermarsi del mos gallicus iura docendi (culti, scuola dei).  L’U. VOLGARE Essendo l’educazione dell’uomo la meta finale dell’U., era naturale che presto o tardi, svanita l’antistorica speranza di una resurrezione pura e semplice della lingua latina, ci si accorgesse che essa non poteva essere raggiunta se non attraverso l’adozione della lingua da tutti parlata; era naturale dunque che l’U. latino volgesse verso l’U. volgare. Ciò avvenne in Italia nella seconda metà del Quattrocento. Ma occorreva che l’uso del volgare fosse sottratto all’arbitrio di ogni scrivente e sottoposto a regole fisse. Questa gara, a cui già Dante accenna ma non senza contraddizioni, diventa aperta e consapevole in Petrarca e in Boccaccio, i quali intesero realizzare in volgare opere in tutto degne dell’antico; giunse poi a piena maturazione nel secondo Quattrocento, accompagnando o causando il risorgere della poesia (Poliziano, Boiardo, Sannazzaro); ricevette infine nel primo Cinquecento da P. Bembo la sua sistemazione nella teoria e nel concreto campo grammaticale e stilistico.  SCRITTURA UMANISTICA Scrittura usata nei manoscritti, dopo la riforma scrittoria promossa dagli umanisti italiani. L’ammirazione per la scrittura chiara e sobria degli antichi manoscritti (per lo più dei sec. 9°-12°, in minuscola carolina) indusse a riportare in uso la littera antiqua, ritenuta la scrittura antica dei Romani, a riprodurre cioè l’alfabeto rotondo e aggraziato della carolina. Già con Petrarca ebbe inizio il movimento di reazione contro la scrittura gotica dominante; con Boccaccio la riforma si affermò più chiaramente e con N. Niccoli e P. Bracciolini la scrittura umanistica raggiunse il suo pieno sviluppo. Essa sorse a Firenze, diffondendosi poi negli altri centri di cultura italiani. Di solito i manoscritti umanistici si riconoscono per l’uso frequente della s di tipo maiuscolo, la gsempre chiusa, la t con l’asta oltrepassante la sbarra, la i con il puntino e altri caratteri, oltre che per la fattura accurata del codice, la bianchezza della pergamena e le miniature. Accanto all’umanistica libraria o rotonda si ebbe una forma corsiva (usata prevalentemente nei documenti) che rappresenta la trasformazione della gotica corsiva sotto l’influenza della rotonda. Grice: “Personally, I have been criticised for choosing ‘personally,’ rather than ‘humanely’!” Massimo Cacciari. Keywords: umanesimo italiano, ‘l’angelo necessario’ – l’angelo e il paisano -- the angel and the paysan – ‘Who art thou?’ ‘I am the necessary angel of the earth’, illuministi italiani – implicatura laberintica, Alighieri, umanesimo, implicatura dell’angelo e il contadino. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Cacciari," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Grice e Cacciatore: l’implicatura conversazionale di napoleone in nudita eroica -- gl’eroi di Vico – filosofia italica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Salerno). Filosofo italiano. Grice: “Cacciatore is a good one; my favourite are three: his ‘dallo storicismo allo storicismo,’ and his ‘metafisica dell’espressione’ – I never knew it had one! – and ‘la lancia di Odino,’ a Wagnerian study of Dilthey, his specialty! Speranza, on the other hand, and naturally, prefers Cacciatore’s ‘dialogo con Vico’.” Grice: “Cacciatore co-philosophised, like I with Strawson, and called the thing, genially, ‘a four-hand piece’! Giuseppe Cacciatore (Salerno), filosofo. Laureatosi in Filosofia presso l'Università degli studi di Roma"La Sapienza" collabora con Tessitore nell'Salerno, dove ha anche avviato la sua carriera accademica. Ordinario di Storia della Filosofia presso la Facoltà di Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, di cui è stato anche Presidente del Corso di Laurea. Nel 1995, inoltre, diventa direttore del Centro di Studi Vichiani del CNR di Napoli. Direttore del dipartimento di filosofia " Aliotta" dell'Università federiciana. Ha tenuto numerose conferenze presso le Barcellona, Berlino, (Freie Universität Berlin e Humboldt Universität), Bochum, Brema, Brno, Bruxelles, Düsseldorf, Essen, Graz, Halle, Lipsia, Maracaibo, Monaco di iera, Parigi, Potsdam, Valencia, Varsavia, Città del Messico (UNAM e UIC). È vicepresidente del CdA e membro del comitato scientifico dell'Istituto di Studi Latinoamericani (ISLA) di Pagani, del quale è diventato direttore. Nominato socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei. Dal  è presidente della Società Salernitana di Storia Patria Nel  è stato insignito del premio nazionale “Frascati Filosofia”. È stato Presidente della Società Italiana degli storici della filosofia dal  al. È dal  coordinatore del dottorato di ricerca in Scienze filosofiche dell'Napoli “Federico II”. A partire dal  è stato nominato rappresentante dell'Napoli “Federico II” nel comitato tecnico-scientifico del Consorzio universitario Civiltà del Mediterraneo.   Altre saggi: “Splicare, comprendere” (Istituto di Filosofia, Salerno); “Splicare/comprendere” (Napoli, Guida);  “Ragione e speranza” (Bari, Dedalo); “La sinistra socialista nel dopoguerra, pref. di Martino, Bari, Dedalo); “Vita e forme della scienza storica. Saggi sulla storiografia – splicare, comprendere” (Napoli, Morano); “Storicismo problematico e metodo critico, Napoli, Guida); “La lancia di Odino: splicare/comprendere” (Milano, Guerini e associate); “La Quercia di Goethe. Note di viaggio dalla Germania, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino); “Goethe in Italia” –“La quercia di Goethe”, L'etica dello storicismo, Lecce, Milella); “Vico: metafisica, poesia e storia -- Akademie Verlag, Berlino);  “Bruno” (Edizioni Marte, Salerno); “Cassirer interprete di Kant e altri saggi, Siciliano Editore, Messina); “Il pratico e il civile civile in Croce” Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ); Labriola in un altro secolo. Saggi, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ); “Saperi umani e consulenza filosofica, Meltemi Editore, Roma); “Vico: L'infinito nella storia” (Edizioni scientifiche italiane, Napoli); “Interculturalità, Tra etica e politica (in coll. con G. D'ANNA), Carocci, Roma,. Interculturalità. Religione e teologia politica (in coll. con DIANA), Guida, Napoli,  A quattro mani. Saggi di filosofia e storia della filosofia (in coll. con CANTILLO), Martirano Marte, Salerno); Problemi di filosofia della storia nell'età di Kant e di Hegel. Filologia, critica, storia civile” (Aracne, Roma); “Mente, Corpo, Filosofia pratica, Interculturalità, Mimesis, Milano-Udine); “Dimensioni filosofiche e storiche dell'interculturalità, Mimesis, Milano); “Dallo storicismo allo storicismo, Introduzione di F. Tessitore, Ciriello, Anna, Giugliano, ETS, Pisa); In dialogo con Vico. Ricerche, note, discussioni, Sanna, Diana e Mascolo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma. Francesco D’Amato editore è un marchio editoriale della società Infolio srls con sede in Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno) alla via Alfonso Albanese. Scorrere i titoli di una bibliografia significa ripercorrere quella che Eco ha efficacemente definito come la memoria vegetale, ovvero il lento e graduale dispiegarsi delle idee e delle riflessioni consegnate per sempre alla scrittura e che hanno scandito le diverse tappe del cammino intellettuale del suo autore. Quando ci poniamo di fronte ad uno scritto, in effetti, cerchiamo di scorgere la persona che si cela dietro di esso, il suo modo individuale di vedere le cose. «Non cerchiamo solo di decifrare, ma cerchiamo anche di interpretare un pensiero, un’intenzione». La lettura diviene in tal senso un dialogo silente con l’autore che ci consente di riannodare i fili che intessono la trama della sua personale visione del mondo. Accade così che nello sfogliare la corposa Bibliografia degli scritti di C. emergano, pagina dopo pagina, i tratti salienti che ne delineano il profilo di uomo e, soprattutto, di intellettuale, e che ci si renda conto di come una bibliografia non sia altro che la narrazione fedele di una biografia, ovvero di una vita consacrata alla scrittura. Prefazione Armando Mascolo I libri si fanno solo per legarsi agli uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall’inesorabile avversario di ogni vita: la caducità e l’oblio. Stefan Zweig, Mendel dei libri 1 Cfr. Eco, La memoria vegetale e altri scritti di bibliofilia, Milano, Bompiani, È un’impresa quanto mai ardua poter restituire la complessità e la ricchezza che caratterizzano l’intero corpus dell’opera di C., vale a dire di uno studioso che nell’arco di più di cinquant’anni di attività (il suo primo articolo risale infatti al) ha saputo spaziare tra gli autori e le correnti filosofiche più diverse, tenendo sempre fermo, quale asse teoretico portante delle sue ricerche, lo studio storiografico e storico-filosofico dello storicismo. Tale linea d’indagine si è andata via via articolando, nel corso del tempo, attraverso differenti plessi tematici, autori e aree geografiche. In ambito tedesco, ad esempio, Cacciatore ha saputo confrontarsi, tra gli altri, con il pensiero di Kant, Marx, Dilthey, Bloch, Humboldt, Droysen, Troeltsch, Rickert e Cassirer, mentre nel panorama della storia del pensiero filosofico italiano ha offerto importanti studi su VICO, LABRIOLA, GRAMSCI, GENTILE, CROCE, CAPOGRASSI, e PIOVANI, per citarne solo alcuni. I suoi principali interessi di ricerca abbracciano una considerevole messe di questioni legate ai temi della storia, dell’immaginazione, del rapporto tra poesia e filosofia, dell’azione individuale e della sua dimensione etico-politica. In questa vasta ed eterogenea costellazione di studi e di interessi, un posto di tutto rispetto occupa ormai da tempo la filosofia di lingua spagnola quale ulteriore fonte che ha alimentato il peculiare storicismo “critico-problematico” espresso da Cacciatore3. Questi ha il merito di aver dato un decisivo impulso allo studio, all’approfondimento e alla diffusione della filosofia spagnola e ispanoamericana. Il suo primo lavoro su una delle figure simbolo del pensiero ispanico, Gasset, risale infatti all’anno in cui si celebrò il centenario della nascita del filosofo madrileno. Da allora, C. ha fornito alla comunità scientifica importanti contributi su alcune delle mas3 Per una puntuale ricognizione dell’itinerario filosofico di C., si veda il recente contributo di L. Anzalone, Lo storicismo etico-politico e la comunità democratico-interculturale di Giuseppe Cacciatore, in «Logos. Rivista di Filosofia», sime espressioni del pensiero iberico e iberoamericano quali Briceño, Bello, Zambrano, Gaos, Zubiri, Nicol, Zea, Paz. Da alcuni anni, infine, C. dedica buona parte del suo impegno scientifico allo studio dei problemi filosofici inerenti all’interculturalità e alle categorie filosofiche in essi implicati come quelle di identità, riconoscimento, universalismo, cittadinanza, laicità, democrazia, diritti umani, intersoggettività e senso comune. Dagli scritti di C. emergono con forza alcune idee portanti che da sempre hanno sorretto e indirizzato la sua attività di studioso. Voglio soffermarmi su due di esse in particolare, in quanto espressione, a mio avviso, di un’opzione teorica e metodologica ben precisa. La prima riguarda il modo di concepire la storia della filosofia, intesa quale diramazione di una più vasta e articolata storia della cultura, prospettiva che lascia trasparire una profonda sintonia di C. con il pensiero orteghiano. Nel denso saggio introduttivo all’edizione argentina della Storia della filosofia di Bréhier, Gasset delinea i tratti più significativi di quella che definisce una «nuova filologia», il cui principio fondamentale si radica su una concezione vitalista e funzionalista dell’idea secondo la quale quest’ultima risulta essere sempre una reazione di un uomo ad una determinata situazione della sua vita», vale a dire, «un’azione che l’uomo realizza in vista di una determinata circostanza e con una precisa finalità.  Secondo il filosofo spagnolo,  Cfr.Bréhier, Historia de la filosofía, ed. a cargo de Náñez, prólogo de Gasset, Buenos Aires, Sudamericana, L’originaria edizione francese della monumentale opera di Bréhier era stata pubblicata – in due tomi divisi in sette volumi – per conto d’Alcan di Parigi. Gasset, Prólogo a “Historia de la filosofía”, de Émile Bréhier (Ideas para una historia de la filosofía), in Id., Obras completas, Madrid, Taurus; trad. it. La “Storia della filosofia” di Bréhier (Idee per una storia della filosofia), in J. Ortega y Gasset, Idee per una storia della filosofia, a cura di Savignano, Firenze, Sansoni, dunque, non esistono “idee eterne”, in quanto «ogni idea è ascritta irrimediabilmente alla situazione o circostanza di fronte alla quale rappresenta un compito attivo ed esercita una funzione» In questa prospettiva, la filosofia è da intendersi, pertanto, come «un sistema di azioni viventi»7 – un sistema di “idee” appunto – di cui non è possibile fare storia prescindendo dal luogo e dal tempo particolari che lo hanno generato. Un’effettiva storia della filosofia – conclude Ortega – non può, di conseguenza, ridursi a mera e astratta esposizione cronologica delle “dottrine filosofiche”, ma dovrebbe esser capace di «eliminare la presunta esistenza disumanizzata attraverso cui ci presenta le dottrine e tornare ad immergerle nel dinamismo della vita umana, mostrandocene in essa il funzionamento teleologico. Da questo punto di vista, il personale “saggismo filosofico” di cui C. ha dato prova durante l’intero dispiegarsi della sua parabola intellettuale sembra informarsi perfettamente al principio ispiratore della «nuova filologia» enunciato da Ortega, principio che presiede alla sua peculiare concezione della filosofia intesa come un’attività assolutamente universale, ma al contempo segnata da forti particolarismi nazionali e culturali, da quelli che Badiou ha definito come «momenti della filosofia»9, nello spazio e nel tempo. La filosofia, insomma, non è altro che «un’ambizione universale della ragione che si manifesta in momenti del tutto singolari» Il secondo aspetto che emerge dalla maggioranza degli scritti di C. consiste nella rilevanza che questi ha trad. it. Badiou, Panorama de la filosofía francesa contemporánea, in M. Abensour (a cura di), Voces de la filosofía francesa contemporánea, Buenos Aires, Colihue, Si veda ora la mia traduzione italiana, preceduta da un’introduzione intitolata Badiou e l’avventura filosofica francese, apparsa in «Archivio di storia della cultura», da sempre assegnato alla dimensione etico-pratica della filosofia, vale a dire alla sua intrinseca vocazione civile. Come ha osservato Marco, «la ricerca complessiva di C. presuppone una concezione e una pratica della filosofia a partire da un suo orizzonte storico. Ciò implica mettere in rapporto reciproco la filosofia e la vita concreta degli uomini, intesa come “vita civile”»11. In una recente intervista rilasciata ad un noto quotidiano nazionale, C. chiarisce la sua peculiare visione della filosofia e del ruolo che ad essa attribuisce nella società di oggi in questi termini: «La filosofia alla quale da sempre mi sono ispirato – dichiara C. – ha un profilo fondamentalmente storico (lo storicismo critico-problematico) ed etico-politico.Sono convinto che il destino stesso della filosofia, quella filosofia che aiuta l’uomo da sempre a meravigliarsi e interrogarsi senza affidarsi a disegni metafisici e a fondazionalismi ontologici, è nella sua declinazione etica». Una filosofia, insomma, «che si presenta non come fede o dogma (razionalistico o materialistico che sia, poco importa) ma come “credenza”, come complesso articolato e plurale di forme di pensiero e di modi di vivere il mondo». E conclude: «La scelta di vita che impone la filosofia è molto semplice e non comporta sacrifici o difficoltà, ma solo l’educazione quotidiana alla critica, al giudizio mai assoluto e sempre rivedibile sulle cose e sugli uomini, sulla storia passata, presente e futura, sulla vita e sulle scelte della comunità e della società». Sulla scorta di queste considerazioni, non sorpende constatare come gli autori con i quali C. ha saputo misurarsi nel corso della sua attività di studioso siano tutti indistintamente animati da una stessa passione filosofica e civile, rivelando così la precisa «intenzionalità etica» che  Cfr. Marco, Introduzione, in C., Sulla filosofia spagnola, Bologna, Il Mulino, Cfr. Meraviglia, arma del pensiero, intervista a cura di Palazzi, in «Il Roma», attraversa la sua intera produzione scritta. La bibliografia di Cacciatore, in definitiva, è la chiara testimonianza, come ha ben messo in luce Fulvio Tessitore, di una costante «operosità scientifica», nonché di un solido «impegno civile» capace di coniugare fruttuosamente scienza e vita13, nel pieno convincimento di voler consacrare la propria professione intellettuale all’esercizio «etico» del pensiero, facendo dell’«educazione quotidiana alla critica» il proprio inconfondibile stile di vita. La presente Bibliografia vuole essere un omaggio a C. e al suo magistero in occasione del suo settantacinquesimo compleanno. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento al Prof. Fabrizio Lomonaco per i preziosi consigli che mi ha fornito nella fase di allestimento del volume. Un ringraziamento particolare, infine, va a Grigoletto per il suo fondamentale aiuto nel lavoro di sistemazione e di uniformazione del materiale bibliografico qui raccolto. Portici, Cfr. F. Tessitore, Presentazione, in C., Sulla filosofia spagnola, C. si laurea a Roma con una Tesi sul pensiero di Dilthey sotto la direzione dei Giannantoni e Calabrò. Viene nominato, nello stesso anno, addetto alle esercitazioni presso la cattedra di Storia delle dottrine politiche della Facoltà di Magistero dell’Università di Salerno, tenuta allora da Fulvio Tessitore. Ottiene una borsa di studio presso l’Istituto italiano per gli studi storici Croce di Napoli. Segue, nel frattempo, il magistero di Pietro Piovani, frequentando e collaborando ai seminari di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli Federico II. Nominato, a seguito di concorso, assistente ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di Salerno. Professore incaricato, prima di Filosofia della politica e, poi, di Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Salerno. Insegnato Storia della filosofia, in qualità di docente incaricato stabilizzato, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della medesima università. Vince il concorso a cattedra e a decorrere è chiamato a ricoprire, come professore straordinario, l’insegnamento di Storia della filosofia presso la Facoltà di Profilo Accademico 14 Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, conseguendo successivamente la nomina a professore ordinario. Ha al suo attivo numerosi volumi e pubblicazioni che si possono raggruppare intorno ad alcune specifiche aree tematiche: a) ricerche sullo storicismo tedesco contemporaneo e sulla filosofia tedesca otto-novecentesca, con libri e saggi su Dilthey, Humboldt, Droysen, Troeltsch, Cassirer, Rickert, Groethuysen; b) ricerche sulla FILOSOFIA ITALIANA con saggi su VICO, CUOCO, FERRARI, COLECCHI, MEIS, IMBRIANI, CROCE, sul neoidealismo, sull’esistenzialismo italiano, su CAPOGRASSI e PIOVANI; ricerche sul marxismo contemporaneo, con volumi e saggi su Bloch, Lukacs, Labriola, Gramsci, sulla sinistra socialista e meridionalista del secondo dopoguerra; d) ricerche di teoria e storia della storiografia, con saggi sulla storiografia tedesca dell’Ottocento, su Droysen, Lamprecht, sulla Neue Sozialgeschichte, su Villari e la storiografia positivistica, sulla storiografia italiana del dopoguerra;  ricerche sui nessi, storici e sistematici, tra alcuni motivi dell’etica e della filosofia pratica contemporanee e la tradizione dello storicismo, con saggi su Vico, Croce, e sulla generale relazione tra Historismus e filosofa della storia; fricerche e studi sulla filosofia e sulla cultura spagnola e latinoamericana contemporanea con saggi su Ortega, Nicol, Gaos, Zambrano, Zea, Zubiri, sulla filosofia dei diritti umani, sugli sviluppi della democrazia nel continente latinoamericano; ricerche e studi sulla filosofia dell’interculturalità nei suoi aspetti etici, ermeneutici, politico-filosofici ed epistemologici. Ha edito e tradotto testi di Dilthey, di Riedel, di Otto e si è distinto per aver organizzato diversi convegni internazionali su alcune figure fondamentali della storia del pensiero filosofico quali Dilthey, Marx, Vico, Abbagnano, Cassirer, Spengler, Gasset, Labriola e Croce. Ccollabora con numerose riviste scientifiche tra cui «Il Pensiero politico», «Critica marxista», «Criterio», «Rinascita», «Giornale critico della Filosofia italiana», «Studi storici», «Paradigmi», «Prospettive Settanta», «Iride», «L’Acropoli», «Rivista di Storia della filosofia», nonché, in qualità di giornalista pubblicista, con diverse testate giornalistiche tra cui «Il Mattino», «Il Giornale di Napoli», «La Città», «Corriere del Mezzogiorno», «Roma». È membro del Comitato direttivo del «Bollettino del Centro di studi vichiani» e fa parte del comitato scientifico di svariate riviste specializzate come «Discorsi», «Prospettive Settanta», «Studi critici», «Archivio di storia della cultura», «Geschichte und Gegenwart», «Diritto e Cultura», «Revista de Hispanismo filosófico». Ha diretto con Fulvio Tessitore la collana “Cultura e Storia” dell’editore Morano di Napoli. Dirige, sempre con Tessitore, la nuova serie della collana “Studi Vichiani” presso l’editore Guida di Napoli, la collana “La cultura storica” dell’editore Liguori di Napoli e la collana “Istorica” dell’editore Rubbettino di Soveria Mannelli. Presso il medesimo editore dirige, in collaborazione con Edoardo Massimilla, la collana “Riscontri”. Con Giuseppe Cantillo e con il compianto collega Antonello Giugliano ha diretto la collana “Parole chiave della filosofia” dell’editore Guida di Napoli. Dirige, con Armando Mascolo, la collana di testi della cultura spagnola e ispanoamericana “Parva Hispanica” dell’editore Rubbettino. È condirettore, con Antonio Scocozza, di «Cultura Latinoamericana», rivista della Maestría in Scienza politica dell’Università Cattolica della Colombia e dell’Università di Salerno. Ha fondato e dirige, con Armando Savignano, Luis de Llera e Antonio Scocozza, la rivista di studi di filosofia iberica e iberoamericana «Rocinante». Ha inoltre fondato, con Fabrizio Lomonaco e Antonello Giugliano, «Logos. Rivista di Filosofia», di cui è attualmente codirettore. Socio nazionale dell’Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società nazionale di Scienze Lettere e Arti in Napoli. È altresì socio ordinario residente dell’Accademia Pontaniana di Napoli. È stato membro del Consiglio di amministrazione della “Fondazione Pietro Piovani per gli studi vichiani” e del Consiglio di amministrazione della “Fondazione Filiberto e Bianca Menna”. Presidente del corso di Laurea in Filosofia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II di Napoli. Nel 1994 ha assunto la direzione del “Centro di studi vichiani” del CNR di Napoli. È stato Visiting Professor presso numerose Università straniere tra cui l’Universidad Central de Venezuela, l’Università di Monaco di Baviera e l’Università di Halle-Wittenberg. Oltre a partecipare a numerosi convegni, ha tenuto corsi, conferenze e seminari presso l’Università di Barcellona, Berlino (FU e “Humboldt”), Düsseldorf, Halle, L’Avana, Maracaibo, UNERMB (Cabimas, Venezuela), Carabobo (Valencia, Venezuela), München, Münster, Neuquén (Argentina), Potsdam, Valencia, Universidad Nacional Autónoma de México, Universidad Católica de Bogotá. È stato delegato del Rettore dell’Università Federico II di Napoli per i rapporti internazionali. Fa parte della Commissione scientifica del “Centro Interuniversitario di Ricerca bioetica”.  Direttore del Dipartimento di Filosofia “A. Aliotta” dell’Università Federico II di Napoli. Dal Presidente della giuria del Premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” e è stato insignito del Premio internazionale “Dorso”. È stato membro della Giunta esecutiva del Comitato nazionale per le celebrazioni di Bruno nel centenario della morte. Ricercatore associato presso l’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico (ISPF) del CNR di Napoli. È stato membro del collegio del Dottorato di ricerca in “Culture dei paesi di lingue iberiche e iberoamericane” dell’Università “L’Orienta- 17 le” di Napoli, nonché coordinatore del Dottorato di ricerca in “Geopolitica e culture del Mediterraneo” presso l’Istituto italiano di Scienze umane (SUM) e del Dottorato di ricerca in “Cultura, Storia e Architettura del Mediterraneo” della Scuola di alta formazione dell’Università Federico II di Napoli. Profesor Titular presso la Universidad Católica de Bogotá (Colombia). Socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Nello stesso anno è diventato Direttore dell’Istituto di Studi Latinoamericani. È stato coordinatore di due progetti di ricerca di interesse nazionale. Gli è stato assegnato il Premio Perrotta per il Giornalismo a Salerno e il Premio Internazionale di Filosofia Karl Otto Apel a Cosenza, e è stato insignito del Premio nazionale “Frascati Filosofia”. Nello stesso anno è stato nominato Presidente della “Società Salernitana di Storia Patria”, incarico che ha ricoperto anche per la “Società Italiana degli Storici della Filosofia”. Coordina il Dottorato di ricerca in “Scienze filosofiche” dell’Università di Napoli Federico II e, nell’anno successivo, è stato nominato rappresentante della medesima università nel Comitato tecnico-scientifico del Consorzio universitario “Civiltà del Mediterraneo”. Gli è stata conferita la laurea magistrale honoris causa in Scienze Pedagogiche presso l’Università di Salerno. È stato membro del Consiglio di Indirizzo della “Fondazione Ravello” e altresì componente del Consiglio di Indirizzo della “Fondazione Pietro Piovani per gli studi vichiani”.  Professore Emerito di Storia della Filosofia presso l’Università di Napoli Federico II e Presidente della Classe di Scienze Morali dell’Accademia Pontaniana di Napoli. Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei. Il momento della “prassi” nello storicismo di Dilthey, in «Rivista di studi salernitani», Il tricentenario vichiano, in «Atti della Accademia Pontaniana» di Napoli, dell’estratto. Hegel in Italia e in italiano, in F. Tessitore (a cura di), Incidenza di Hegel: studi raccolti in occasione del secondo centenario della nascita del filosofo, Napoli, Morano, Bibliografia degli scritti  Recensione di D. Ulle, N. Motroshilova, È rivoluzionaria la dottrina di Marcuse?, in «Rivista di studi salernitani», Recensione di K. Korsch, Karl Marx, in «Il Pensiero politico», Recensione di L. Althusser, Lenin e la filosofia, in «Il Pensiero politico», IScuola storica e diritto naturale in Dilthey, in «Il Pensiero», Un discorso raro di Angelo Camillo De Meis, in «Il Pensiero politico», Wilhelm Dilthey e il metodo delle scienze storico-sociali, Salerno, Istituto di Filosofia e Storia della filosofia dell’Università di Salerno, Recensione di H. Portelli, Gramsci et le bloc historique, in «Paese Sera Libri»,  Ancora sul giovane De Meis, in «Il Pensiero politico», Recensione di M. Weber, Scritti Politici, in «Il Pensiero politico», Cultura filosofica e pensiero Politico dal previchismo al 1860 (Lezione introduttiva al Seminario su “Il Mezzogiorno dalle riforme all’Unità”), Facoltà di Giurisprudenza, Universita di Salerno, Storia, filosofia e politica nell’attività Pubblicistica di Dilthey, in «Filosofia», Recensione di H. Medick, Naturzustand und Naturgeschichte der Bürgerlichen Gesellschaft, in «Il Pensiero politico», Salerno: un confronto da continuare, in «La Voce della Campania», Politicità dello storicismo, in «Il Pensiero politico», Scheda su I. Cervelli, Droysen dopo il 1848 e il cesarismo, in «Il Pensiero politico»,  Dilthey, Lo studio delle scienze umane sociali e politiche, trad. it. e cura di G. Cacciatore, Napoli, Morano, Introduzione a W. Dilthey, Lo studio delle scienze umane sociali e politiche, Napoli, Morano, Scienza e filosofia in Dilthey, Napoli, Guida, Scheda su G. Armani, Gli scritti su Carlo Cattaneo, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,  Scheda su G. Mastroianni, Studi sovietici di filosofia italiana, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su M. Prisco, Gli ermellini neri, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,  Scheda su F. Tessitore, Storicismo e Pensiero politico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scientificità del marxismo e pensiero utopico, in «Atti della Accademia di Scienze morali e politiche» di Napoli, Discutendo di Croce e il partito politico, in «Il Pensiero politico», Una lettera per guadagnare il paradiso (a proposito della lettera di Berlinguer a Mons. Bettazzi), in «Lineazeta», Scheda su N. Badaloni, Il marxismo di Gramsci, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su J. Freund, Les théories des sciences humaines, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Etica, storia e futuro in Ernst Troeltsch, in «Storia e politica», Su una lettura storica della questione sindacale, in «Il Pensiero politico», Cacciatore e la sinistra socialista. Politica unitaria e meridionalismo, in Aa.Vv., Mezzogiorno e fascismo, Napoli, ESI, Recensione di G. Acocella, Questione meridionale e sindacalismo cattolico, in «Il Tetto», Ragione e speranza nel marxismo. L’eredità di Ernst Bloch, Bari, Dedalo, La sinistra socialista nel dopoguerra. Meridionalismo e politica unitaria in Luigi Cacciatore, prefazione di F. De Martino, Bari, Dedalo,  Economia e base materiale nell’utopia concreta di Ernst Bloch, in R. Crippa (a cura di), La dimensione dell’economico, Padova, Liviana, Vico e Dilthey. La storia dell’esperienza umana come relazione fondante di conoscere e fare, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Recensione di E. De Mas, Faucci, F. Nicolini, A. Verri, Vico e l’instaurazione delle scienze, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su H. Albert, Storia e legge: per la critica dello storicismo metodologico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su M. Alicata, Lettere e Taccuini di Regina Coeli, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su Bobbio, Voce Democrazia / Dittatura (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su Bohler, Philosophische Hermeneutik und hermeneutische Methode, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su G. P. Caprettini, Voce Allegoria (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su E. Leach, Voce Anthropos (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Die Geschichtsphilosophie Giambattista Vicos, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su K. Pomian, Voce Ciclo (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su C. Prandi, Voce Credenze (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su M. Riedel, Verstehen oder Erklären? Zur Theorie und Geschichte der hermeneutischen Wissenschaften, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su A. Salsano, Voce Enciclopedia (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Nota del curatore, in Federazione salernitana del PCI, Per i Settantacinque anni di Francesco Cacciatore, prefazione di A. Alinovi, Salerno, Boccia, Bloch: l’utopia della realizzazione dell’“humanum”, in «Critica marxista», Recensione di G. Vico, Liber metaphysicus Risposte, ed. tedesca, S. Otto, H. Viechtbauer (hrsg.), Transzendentale Einsicht und Theorie der Geschichte. Überlegungen zu G. Vicos “Liber metaphysicus”, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su M. Jay, L’immaginazione dialettica. Storia della Scuola di Francoforte e dell’Istituto per le ricerche sociali, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Die transzendentalphilosophische Relevanz des Axioms “verum et factum convertuntur”. Überlegungen zu G. Vicos “Liber metaphysicus”, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Faktizität und Transzendentalität der Geschichte. Die Aktualität der Geschichtsphilosophie G. Vicos im Blick auf Kant und Hegel, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Geistesgeschichte zwischen Philosophie und Feuilleton, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,  Sentimento metafisico e infelicità della ragione (a proposito di Metafisica di A. Masullo), in «Critica marxista», Materiali su “Vico in Germania” (in collab. con G. Cantillo), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su G. Conte (a cura di), Metafora, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su M. Ciliberto, Come lavorava Gramsci, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su A. Di Nola, Voce Origini (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su Eco, Voce Metafora (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Natoli, Soggetto e Fondamento. Studi su Aristotele e Cartesio, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Materialen zur Theorie der Geistesgeschichte, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Difettività e fondamento: un convegno in memoria di Pietro Piovani, in «Discorsi», Los Orígenes del fascismo en Italia. Revolución y reacción, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Publicaciones de la Escuela de Historia, Recensione di S. Merli, Il “Partito nuovo” di Lelio Basso, in «Il Pensiero politico»,  Riedel, L’Universalità della scienza europea e il primato della filosofia, trad. it. e cura di G. Cacciatore, Napoli, ESI, Introduzione a M. Riedel, L’Universalità della scienza europea e il primato della filosofia, Napoli, ESI, Vico e Kant nella filosofia di Ottavio Colecchi, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Dilthey e il Rinascimento, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli», L’“utopia liberale” di B. Croce, in A. Bruno (a cura di), Benedetto Croce. Trent‘anni dopo, Roma-Bari, Laterza, L’“utopia liberale” di B. Croce: un contributo alla discussione su etica e politica nella crisi del mondo contemporaneo [ed. ampliata del numero precedente], in «Discorsi», IDilthey e la storiografia tedesca dell’Ottocento, in «Studi Storici», Le Speranze tradite di Karola ed Ernst (a proposito di K. Bloch, Memorie dalla mia vita), in «Rinascita», XL, Scheda su B. De Giovanni, La “Teologia civile” di Vico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», La norma come “misura”: gnoseologia, etica e storia nella filosofia di Pietro Piovani, in A. Masullo (a cura di), Difettività e fondamento, Napoli, Guida, 1Marxismo e utopia neqli anni venti: Bloch e Lukács, in Aa.Vv., L’Utopia, Messina, ed. G.B.M., La “speranza” della storia. Note in margine a un libro sullo storicismo Politico in “Paradigmi”, Ortega y Gasset e Dilthey, in L. Infantino, L. Pellicani (a cura di), Attualità di Ortega y Gasset, Firenze, Le Monnier, Riflessioni “inattuali” su Francesco De Sanctis, in «Rassegna storica salernitana», Note sulla recezione di G. Bruno nella filosofia italiana della seconda metà dell’Ottocento, in «Atti dell’Accademia di Scienze morali e politiche» di Napoli, Nichilismo attivo, storicità, futuro nella filosofia di Pietro Piovani, in «Giornale critico della filosofia italiana», “Neue Sozialgeschichte” e teoria della storia, in «Studi storici», La recezione italiana della Existenzphilosophie nel dopoquerra: problemi interpretativi e significati etico-politici, in «Atti dell’Accademia di Scienze morali e politiche» di Napoli, Recensione di L. Rossi, Terra e genti del Cilento borbonico, in «Rassegna storica salernitana», Recensione di G. Acocella, L. Mascilli Migliorini, C. Franco, A. Aurigemma, De Sanctis e l’Irpinia, introduzione di F. Tessitore, Di Mauro, 1983, in «Rassegna storica salernitana», Un protagonista dell’opposizione socialista. Per l’unità delle forze democratiche, in «Dossier Sud», Vita e forme della storia. Saggi sulla storiografia di Dilthey, Napoli, Morano, 1985. 91 – G. Cacciatore, G. Cantillo (a cura di), Wilhelm Dilthey. Critica della metafisica e ragione storica, Bologna, Il Mulino, Per una storia del pensiero democratico, in «Nuova Antologia», Politica, diritto e Stato in Dilthey, in F. Bianco (a cura di), Dilthey e il pensiero del Novecento, Milano, Franco Angeli, Dilthey e la storiografia tedesca dell’Ottocento, in G. Cacciatore, G. Cantillo (a cura di), Wilhelm Dilthey. Critica della metafisica e ragione storica, Bologna, Il Mulino, Recensione di G. Vico, Neue Wissenschaft, hrsg. von F. Fellmann, Frankfurt am Main, Klostermann, in «Bollettino del Centro di Studi vichiani», XIV-XV, 1985, pp. 349-355. 96 – Recensione di R.W. Schmidt, Die Geschichtsphilosophie G.B. Vicos, Würzburg, Königshausen und Neumann, 1982, in «Bollettino del Centro di Studi vichiani», Scheda su F. Tessitore, La storiografia come scienza, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Introduzione (in collab. con G. Cantillo) a Wilhelm Dilthey. Critica della metafisica e ragione storica, Bologna, Il Mulino, Introduzione (in collab. con G. Amarante) a F. Cacciatore, Per l’unità dei lavoratori. Raccolta di scritti e discorsi, Salerno, Boccia, Cacciatore, F. Lomonaco (a cura di), Karl Marx 1883-1983, Napoli, Guida, Il Marx di Gramsci. Per una rilettura del nesso etica-teoria-politica nel marxismo, in G. Cacciatore, F. Lomonaco (a cura di), Karl Marx, Napoli, Guida, Vichismo e illuminismo tra Cuoco e Ferrari, in P. Di Giovanni (a cura di), La tradizione illuministica in Italia, Palermo, Palumbo, Crisi e attualità del marxismo nel pensiero di Labriola, in «Bollettino della Società filosofica italiana», Scheda su G. Cotroneo, Vico in Sicilia: Benedetto Castiglia e le “Scienze dell’umanità”, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Rekonstruktion der Geschichte. Zur Kritik der historischen Vernunft, Erster Teil, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Presentazione (in collab. con G. Cantillo) di W. Dilthey, Storia della giovinezza di Hegel e Frammenti Postumi, Napoli, Guida, Nota introduttiva (in collab. con F. Lomonaco) a G. Cacciatore e F. Lomonaco (a cura di), Karl Marx 1883- 1983, Napoli, Guida, 1986, pp. Centro storico: ritrovarsi per riparlarne, in «La Gazzetta di Salerno», Lezioni e battaglie di Pasquale Villari, in Aa.Vv., Napoli tra idealismo e positivismo, suppl. a «Itinerario», Un convegno su Labriola in Germania, in «Studi storici», La recezione italiana della Existenzphilosophie, in K.-E. Lösse (hrsg.), Wissenschaftstradition und Nachkriegsgeschichte in Italien und Deutschland, Düsseldorf, Schwann, Crisi della storiografia storicistica e “bisogno” di Kulturgeschichte: il caso Lamprecht, in Aa.Vv., Le storie e la storia della cultura, Napoli, Morano, Crisi dello storicismo e bisogno di Kulturgeschichte: il caso Lamprecht, in «Archivio di storia della cultura», Vittorio Imbriani filosofo (in collab. con A. Giugliano), in «Atti dell’Accademia di Scienze morali e politiche», Il problema della storia alle origini del neoidealismo italiano, in P. Di Giovanni (a cura di), Il neoidealismo italiano, Roma-Bari, Laterza, Labriola et le débat sur la crise du marxisme, in G. Labica, J. Texier (a cura di), Labriola d’un siècle à l’autre, Paris, Meridiens Klincksieck, Un maestro e la sua città, in C. Coppola (a cura di), Esegesi e grammatica. Raccolta di scritti e testimonianze, Salerno, Laveglia, L’autocritica della storia, in «Rinascita»,  Recensione a N. Badaloni, Introduzione a Vico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Presentazione di C. Manzi, Giacomo Leopardi e i canti napoletani, Salerno; Con Vico, oltre Vico, in «Il Mattino», Per l’impoliticità della cultura, in «Il Domani», La rivoluzione dell’individuo etico, in «Il Mattino», Cacciatore (a cura di), Figure dell’Utopia. Saggi su Ernst Bloch, Avellino, F. Redi, I modelli teorici della storiografia italiana dal 1945 al 1980, in «Archivio di storia della cultura», Vico e il vichismo negli “Scandagli critici” di Pietro Piovani, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scienze dello spirito e mondo storico nel confronto Dilthey-Rickert, in M. Signore (a cura di), Rickert tra storicismo e ontologia, Milano, Franco Angeli, Marxismo etica utopia negli anni Venti: Bloch e Lukacs, in G. Cacciatore (a cura di), Figure dell’Utopia. Saggi su Ernst Bloch, Avellino, F. Redi, Recensione dell’“Annuario” Liceo “Tasso” di Salerno, in «Rassegna storica salernitana», Presentazione di A. Matano, Il pensiero Politico di A. Labriola, Marsala, La Medusa, Premessa a G. Cacciatore (a cura di), Figure dell’Utopia. Saggi su Ernst Bloch, Avellino, F. Redi, Il futuro del Passato. In ricordo di A. Omodeo, in «Il Mattino», L’idealismo realistico di Lotze (a proposito di H. Lotze, Microcosmo, Torino, POMBA), in «Il Mattino», Labriola, l’imperialismo e la storia italiana, in F. Lomonaco (a cura di), Cultura, società, potere. Studi in onore di Giuseppe Giarrizzo, Napoli, Morano, Labriola e l’imperialismo, in E. Serra, C. SetonWatson (a cura di), Italia e Inghilterra nell’età dell’imperialismo, Milano, Franco Angeli,  Imbriani filosofo, in R. Franzese, E. Giammattei (a cura di), Studi su Vittorio Imbriani, Napoli, Guida, Nuove ricerche sul “Liber Metaphysicus” di Giambattista Vico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Dahrendorf, storia e lotta di classi, in «Rinascita»,  Dahrendorf e la “rivoluzione incompiuta del mondo moderno”, in «Prospettive Settanta», Salerno: la vita culturale di una città attraverso la storia del suo liceo, in P. Macry, P. Villani (a cura di), La Campania (“Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità a oggi”), Torino, Einaudi, Il dibattito sul metodo della ricerca storica, in G. Di Costanzo (a cura di), La cultura storica italiana tra Otto e Novecento, Quaderni dell’«Archivio di storia della cultura», vol. l, Napoli, Morano, Utopia della pace e senso della storia, in «Enne», Nove tesi provvisorie per la discussione sulla formapartito, in «Enne», Recensione di Sachkommentar zu G. Vicos “liber metaphysicus”, hrsg. von S. Otto, in «Archiv für Geschichte der Philosophie», La storia del Pensiero: istruzioni per l’uso (a proposito del vol. III, 1990, dell’«Archivio di storia della cultura»), in «Il Mattino», Menna, in «Gazzetta di Salerno», Oltre Hegel, in «Il Mattino», Un progetto incompiuto, in «Il Giornale di Napoli», La civiltà del potere, in «Il Mattino», Storicità e Historismus, in F. Tessitore (a cura di), L’opera di Pietro Piovani, Napoli, Morano, Il concetto di “empiria” nell’Historismus: Droysen e Dilthey, in V.E. Russo (a cura di), La questione dell’esperienza, Firenze, Ponte alle Grazie, Il fondamento dell’intersoggettività tra Dilthey e Husserl, in A. Masullo, C. Senofonte (a cura di), Razionalità fenomenologica e destino della filosofia, Genova, Marietti, La sinistra socialista. Meridionalismo e politica unitaria nel PSI attraverso l’opera e l’azione di Luigi Cacciatore, in G. Muzzi (a cura di), La Sinistra meridionale nel secondo dopoguerra, Giornate di studio in onore di Francesco De Martino, Firenze, “Istituto Socialista di Studi Storici”, Socialismo, meridionalismo e unità della sinistra nell’azione di Luigi Cacciatore, in «Rassegna storica salernitana», Il concetto di “Empiria” tra Droysen e Dilthey, in «Atti della Accademia Pontaniana»,  Il concetto politico-filosofico di interesse in Marx, in Aa.Vv., Ethos e Cultura, Studi in onore di Ezio Riondato, Padova, Antenore, Crisi delle ideologie e nuove forme politiche nel mondo contemporaneo: principio di democrazia e socialismo possibile, in «Prospettive Settanta», Laicismo, modernità e “Centesimus Annus”, in «Prospettive Settanta»,  Il concetto di vita in Croce, in «Criterio»,Per aprire il discorso. Note sulla recente traduzione tedesca della “Scienza nuova”, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Il rifiuto “politico” di questa guerra, in «Enne», Le opzioni dell’area riformista salernitana, in «La Piazza», Recensione di B. De Giovanni, Dopo il Comunismo, Napoli, in «Enne», IRecensione di A. Musi (a cura di), Dimenticare Croce? Studi e orientamenti di Storia del Mezzogiorno, Napoli, «Rassegna storica salernitana”, Recensione di A. Menna, Il banco e la cattedra, Salerno, De Luca, in «Rassegna Storica salernitana»,  Recensione di J.M. Sevilla Fernández, G. Vico: metafísica de la mente y historicismo antropológico, Sevilla, Servicio de Publicaciones de la Universidad, «Bollettino del Centro di studi vichiani», Lo Statuto del Comune di Salerno, in «Zona Orientale», In conflitto con la storia (a proposito dei Quaderni per una morale di Sartre), in «Il Giornale di Napoli», Quale stile di vita?, in «Il Giornale di Napoli»,  Oltre la fine del leninismo, in «Il Giornale di Napoli», La filosofia dell’individualità (a proposito di W.V. Humboldt), in «Il Giornale di Napoli», Alle origini della vita, tra miti e simboli, in «Il Giornale di Napoli», Il tempo della vitalità, in «Il Giornale di Napoli», Quei valori da non smarrire. A proposito del bene comune in ogni momento della storia, in «Il Giornale di Napoli», La legge del Principe (recensione di F. Lomonaco, Lex regia, Napoli, Guida), in «Il Mattino», I “principi” della Kulturgeschichte, in «Archivio di storia della cultura»,  Tra Fenomenologia ed Esistenzialismo. Considerazioni su Banfi e Paci (in collab. con G. Cantillo), in Aa.Vv., I progressi della filosofia nell’Italia del Novecento, Napoli, Morano, Karl Lamprecht und die “Kulturgeschichte”. Nachdenken über die überlieferten Paradigmen der Theorie der Geschichte, in Aa.Vv., Universalgeschichte - gestern und heute, “Comparativ” (Leipziger Beiträge zur Universalgeschichte und vergleichenden Gesellschaftsforschung), Karl Lamprecht und die “Kulturgeschichte”, in «Geschichte und Gegenwart», “Historismus” e mondo moderno: Dilthey e Troeltsch, in «Giornale critico della Filosofia italiana», Tocqueville nell’interpretazione dello storicismo tedesco, in V. Dini, D. Taranto (a cura di), Individualismo, assolutismo, democrazia (atti del convegno in memoria di Anna Maria Battista), Napoli, ESI, Croce e il suo tempo nel carteggio con Prezzolini, in «Nord e Sud», Alcuni spunti su Gramsci teorico della politica, in «Studi Critici», [apparso, con il titolo Annotazioni su Gramsci teorico etico-politico, anche in «Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico», Socialismo e democrazia, Atti del convegno di studi nel centenario della nascita di Gramsci, Storia e teoria dello storicismo, in «Prospettive Settanta», Introduzione a E. Todaro, Sottovoce, Salerno, Boccia, Una nuova razionalità, in «Il Giornale di Napoli», Carteggi d’autore, in «Il Giornale di Napoli», Un esempio di coraggio (a proposito di Nicola Fiore), in «Il Giornale di Napoli», A confronto con i valori del passato, in «Il Giornale di Napoli», Quale ideale di emancipazione, in «Il Giornale di Napoli»,  In viaggio da settant’anni (Festa di compleanno per Mario Carotenuto), in «Il Giornale di Napoli», Le strade per l’unità della sinistra, in «Il Giornale di Napoli», Il paesaggio come risorsa, in «Il Giornale di Napoli»,  Il comportamento dei singoli (lettera aperta a Norberto Bobbio), in «Il Giornale di Napoli», Quella parabola della neutralità (a proposito del libro di G. Nuzzo, A Napoli nel tardo Settecento), in «Il Giornale di Napoli», Se si superano i separatismi, in «Il Giornale di Napoli», Sul mare del tempo, in «Il Giornale di Napoli», Questione morale, in «La Repubblica» (ed. di Napoli), La cultura e l’economia meridionale nella integrazione europea, in «Nadir», La libera filosofia di Abbagnano, in «La Repubblica» (ed. di Napoli), Storicismo problematico e metodo critico, Napoli, Guida, La cultura e l’economia meridionale nell’integrazione europea, in «Diritto allo studio», Profilo di Michelangelo Schipa, in Aa.Vv., Cultura e Università in Campania, Salerno, «Quaderni» della Società Dante Alighieri di Salerno, Studi vichiani in Germania 1980-1990 (in collab. con G. Cantillo), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», La cultura e l’economia meridionale nella integrazione europea, in «Nadir», Historismus e mondo moderno: Dilthey e Troeltsch, in T. Albertini, Lang Verlag (hrsg.), Verum et Factum. 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Alle origini dell’etica moderna: l’analisi di Dilthey, in «Paradigmi», «Bollettino del Centro di studi vichiani», Ortega e Vico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Observaciones al margen a la investigación viquiana en la España contemporánea, in «Cuadernos sobre Vico», L’etica fra storicismo e fenomenologia, in G. Cantillo, R. Viti Cavaliere (a cura di), La tradizione critica della filosofia. Studi in memoria di Raffaello Franchini, Napoli, Loffredo, Il problema della religione in Dilthey, in G. Gembillo (a cura di), Storicismo come tradizione. Studi in onore di Girolamo Cotroneo, Messina, Perna, Profilo di Michelangelo Schipa, in P. Macry, A. Massafra (a cura di), Fra storia e storiografia. Scritti in onore di Pasquale Villani, Bologna, Il Mulino, Recensione di S. Otto, Giambattista Vico. 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Schegge di storicismo nell’indagine di Tessitore, in “Il Mattino”, All’“Internazionale” il magico mondo dell’Islam, in «Il Mezzogiorno», Povero Socialismo, in «Cronache del Mezzogiorno», Cassirer interprete di Kant, in «Atti dell’Accademia di scienze morali e politiche» di Napoli, Labriola: da un secolo all’altro, in L. Punzo (a cura di), Antonio Labriola filosofo e politico, Milano, Guerini, Meridione/ Modernità/ Tradizione, in A. Iovino (a cura di), Meridiani. Segmenti eterogenei di arte nuova. Rassegna internazionale di arte contemporanea, Salerno, Kreis, Die Tradition des kritisch-problematischen Historismus im Rahmen der italienischen philosophischen Kultur der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts, in O.G. Oexle, J. Rüsen (hrsg.), Historismus in den Kulturwissenschaften, Köln-Weimar-Wien, Böhlau, Labriola: da un secolo all’altro, in «Archivio di storia della cultura», Ciafone: dirigente e militante della sinistra socialista, in Aa.Vv., Gildo Ciafone. Scritti e testimonianze, Salerno, Arti Grafiche Boccia, Temporalità e storicità nello Historismus di Wilhelm Dilthey, in P. Venditti (a cura di) Filosofia e storia. Studi in onore di P. Salvucci, Urbino, Quattroventi, Kant, Dilthey e il problema della religione, in N. Pirillo (a cura di), Kant e la filosofia della religione, Brescia, Morcelliana, Presentazione di A. Montano, Storia e convenzione. Vico contra Hobbes, Napoli, La città del sole, Introduzione [in collab. con G. Cantillo] a E. Troeltsch, Spengler e la cultura di Weimar, numero monografico di «Diritto e Cultura», Quando Croce incontrò Hegel. Alle origini della dialettica, in «Il Giornale di Napoli», Le ceneri di Gramsci, in «Il Giornale di Napoli», Solo l’etica potrà salvarci, in «Il Mattino», Il Punto. Speciale elezioni, in «La Città», Quotidiano di Napoli, L’errore delle candidature, in «La Città», Quotidiano di Salerno,  «Lo Sciacallo». Al telefono con uno sconosciuto, in «La Città», 24 maggio 1996. 286 – Renzo De Felice. La fatica dietro ogni pagina, in «La Città», Nicolini o della poliedricità, in «La Città», Amendola contro la babele dei liberalismi, in «La Città», Vico e i codici della ragione, in «La Città», A rischio l’equilibrio tra i poteri, in «La Città», La sinistra illiberale vinta dalla Coca Cola, in «La Città», Il mercato e la “ragionevolezza” della fame, in «La Città», La democrazia dei decimali, in «La Città», La solida incertezza della ragione contro le “prigioni” della memoria, in «La Città», Le gabbie etiche dello sviluppo, in «La Città»,  Smitizziamo la memoria storica, in «La Città», Come è miope il tatticismo dell’Ulivo, in «La Città», Un caso di colpa oggettiva, in «La Città», Bassolino e un’esperienza da esportare, in «La Città», La speranza “sopportabile”, in «La Città», Chi paga il conto dello sviluppo, in «La Città», Enrico e la buona ideologia, in «La Città», Il pianto e le scelte di sviluppo, in «La Città»,Cacciatore, G. Cantillo, G. Lissa (a cura di), Lo storicismo e la sua storia. Temi, problemi, prospettive, Milano, Guerini e Associati, Cacciatore, A. Stile (a cura di), L’edizione critica di Vico: bilanci e prospettive, Napoli, Guida, Cacciatore, M. Martirano, E. Massimilla (a cura di), Filosofia e storia della cultura. Studi in onore di Fulvio Tessitore, 3 voll., Napoli, Morano, Die “politische” Dimension des problematischenkritischen Historismus in Italien, in G. Scholtz (hrsg.), Historismus am Ende des 20. Jahrhunderts. Eine internationale Diskussion, Berlin, Akademie Verlag, Storia e tempo storico in Marx, in G. Cacciatore, G. Cantillo, G. Lissa (a cura di), Lo storicismo e la sua storia. Temi, problemi, prospettive, Milano, Guerini e Associati, Lo storicismo critico-problematico e la tradizione della “filosofia civile” italiana, in G. Cacciatore, G. Cantillo, G. Lissa, Lo storicismo e la sua storia. 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Studi in onore di Fulvio Tessitore, Napoli, Morano, Tanti auguri a Bossi da Jerome Cristian, in «La Città», Luzi: poeta, storico e filosofo, in «La Città», Scuola senza falsi egualitarismi, in «La Città», Filosofi tra la vita e la morte, in «La Città», Perdono, condanna e vacui moralisti, in «La Città», La calma inquieta del sapere. La vita e la storia: Giuseppe Cantillo interprete di Hegel, in «La Città», Confronto tra pochi intimi. Cultura assente, in «La Città», Il doppiofondo del secolo breve, in «La Città», Politici smemorati dal “core ‘ngrato”, in «La Città», Dall’intellettuale organico al “filosofo democratico”, in «La Città»,  Wojtyla imbavaglia la cultura, in «La Città», L’embrione e l’etica condivisibile, in «La Città», Salerno e l’etica contemporanea, in «Cronache del Mezzogiorno», La traccia storica della città borghese, in «La Città», Chiedi al “chierico” lealtà civile, in «La Città», Nel nome del Papa-re, in «La Città», Va’ dove ti porta il senso comune, in «La Città», Incenso di regime sul dialogo ecumenico, in «La Città», De Luca liberale? Macché..., in «La Città», Quell’Europa senza volto che batte moneta, in «La Città», Quelle domande cruciali sui principi dell’agire, in «La Città», La prospettiva dell’utopia. Gramsci tra etica e politica, in «La Città», Il conte Yorck nella Salerno senza memoria, in «La Città», Senza retorica né rimozioni. Una mostra sull’antifascismo nel segno di Giovanni Amendola, in «La Città», Ma l’abito “dalemiano” non si addice a Gramsci, in «La Città», Mediterraneo, rotta della tolleranza, in «La Città», Un fiume carsico bagna la politica, in «La Città», Liberalizzare contro il marcio (a proposito di aborti clandestini), in «La Città», Se la ricchezza non fa la felicità, in «La Città», Ricordando Giacumbi, in «La Città», De Luca ha fatto bene ad aprire il palazzo, in «La Città», L’eroe il prete e poi?, in «La Città», Vico? Meglio una suite di lusso, in «La Città», Le contraddizioni di un “liberatore”, in «La Città», Non c’è più rispetto per il popolo tifoso, in «La Città», Stupidità formato europeo, in «La Città», I camerati e il boia Hess, in «La Città», Solo silenzi e improvvisazione, in «La Città»,  Wojtyla un grande pontefice, in «La Città»,  Napoli, l’hegelismo e la filosofia civile, in «Corriere del Mezzogiorno», Intellettuali, liberatevi della società spettacolo, in «Corriere del Mezzogiorno», Berlino la “rossa”, in «La Città», La Berlino delle piazze, in «La Città», Filosofi a confronto nel nome di Valitutti, in «La Città», La “Cosa 2” non sia il comitato di De Luca, in «La Città», Berlino, oltre il muro, in «La Città», 5 oBerlino, storia senza “lezioni”, in «La Città», La civiltà delle “illusioni”, in «La Città», Staatsbibliothek, miracolo tedesco, in «La Città», Immagini della Germania. Arte da un paese diviso, in «La Città», Bohème e dittatura DDR. Ribelli nel segno dell’arte, in «La Città», I politici? Ultimi in classifica, in «La Città», La filosofia del lavoro e le riflessioni di Vico, in «Corriere del Mezzogiorno», Amarcord Brandeburgo. Pennellate sulla memoria, in «La Città», Fantasmi comunisti nella “metafisica” Halle, in «La Città», Con la collaborazione di tutti si può stroncare il fenomeno, in «La Città», Bravo, ma dopo di lui?, in «Corriere del Mezzogiorno», Che saggio quel clown! Fo, profeta fuori patria, in «La Città»,  Mezzogiorno e politica. La lezione di Machiavelli, in «Corriere del Mezzogiorno», Lipsia, gli ultimi venti e la rivoluzione, in «La Città», Salerno raccontata via etere, in «La Città», Così lontani così vicini. Miopi verso l’Europa, in «La Città», Il nipote di Heidegger, in «La Città», Le ragioni del compromesso, in «La Città», Dresda, l’arte è servita, in «La Città», Siamo più poveri. Gravi le colpe, in «La Città», Lettere di viaggiatori tedeschi da Salerno e dintorni, in «La Provincia di Salerno», La quercia di Goethe. Note di viaggio dalla Germania, introduzione di P. Chiarini, Soveria Mannelli, Rubbettino, Voce Storicismo, in N. Abbagnano, Dizionario di Filosofia, terza edizione, Torino, Pomba, Voce Storiografia, in N. Abbagnano, Dizionario di Filosofia, terza edizione, Torino, Pomba, Die Tradition des problematisch-kritischen Historismus im Rahmen der italienischen philosophischen Kultur der zweiten Hälfte des 20 Jahrhunderts, in «Geschichte und Gegenwart», Bio-Bibliographie von Tessitore, in F. Tessitore, Wilhelm von Humboldt und der Historismus, Nürnberg, Seubert Verlag, Dilthey e Cassirer interpreti del Rinascimento, in «Rinascimento», Gli studi su Vico fuori d’Italia nelle ricerche del “Centro di Studi vichiani”, in F. Fanizza, M. Signore (a cura di), Filosofia in dialogo. Scritti in onore di Antimo Negri, Roma, Pellicani Editore, Bloch su Feuerbach, in W. 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Storicità e vita nel pensiero di Bernhard Groethuysen, in «Rivista di storia della filosofia», Filosofia della pratica e filosofia pratica in Croce, in P. Bonetti (a cura di), Per conoscere Croce, Napoli, ESI, Nuovi itinerari per la storia della cultura, presentazione di A. Giugliano, La storia della cultura fra Gothein e Lamprecht, Soveria Mannelli, Rubbettino, Un “intermezzo” vichiano sul concetto di cittadinanza, introduzione a G. Cordini, Studi giuridici in tema di cittadinanza, Napoli, Metis, Vita, coscienza storica e visioni del mondo, prefazione a W. Dilthey, La dottrina delle visioni del mondo, Napoli, Guida, Senza tetto al di là del muro, in «La Città», L’onda d’urto del revisionismo lato “inedito” della Resistenza, in «La Città», Gli occhi dei bambini e la topografia del terrore, in «La Città», Scongiuro granata in salsa partenopea, in «La Città», La scuola napoletana rilegge Hegel, in «Corriere del Mezzogiorno», Una birra al tavolo della filosofia, in «La Città», L’altra faccia di Spencer Tracy, in «Corriere del Mezzogiorno», La quercia di Goethe sulle ceneri di Buchenwald, in «La Città», Così il modello americano ha stregato Amburgo e Brema, in «La Città», Noi cittadini in ospedale, in «Corriere del Mezzogiorno», Millennium. Chimere e paure, in «La Città», Vico e la cultura francese. Modernità di un rapporto, in «Corriere del Mezzogiorno», Vico, la storia nel castello, in «La Città»,  Editoria, la fabbrica dei casi, in «La Città», La filosofia e i “nipotini” di Kant, in «La Città», La Berlino di Brecht e di Mann, in «La Città», I grovigli positivistici. Errico De Marinis tra politica e sociologia, in «La Città», Bene il decisionismo. Ma la progettualità?, in «La Città», Berlino espressionista, in «La Città», Le tentazioni del leaderismo, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Il decalogo neo-liberale di De Luca, in «Corriere del Mezzogiorno», Intellettuali dove siete finiti?, in «La Città»,Gli artigli dell’editoria minore, in «La Città», È morto Menna, il patriarca della “grande Salerno”, in «Corriere del Mezzogiorno”, Il sol levante riscoperto. Altri studi di storia orientale, in «La Città», Razzismo off limits, in «La Città», L’aberrazione della sproporzione tra il reato e la condanna, in «La Città», Tributo “di piazza” per Valitutti, in «La Città», L’urlo impegnato della politica, in «La Città», Bruno dalle censure al futuro, in «La Città», Giordano Bruno sopravvalutato?, in «Corriere del Mezzogiorno», La risorsa che ignoravamo, in «Corriere del Mezzogiorno», La forza? A Partenope. La Napoli degli intellettuali liberi, in «La Città»,  Il Novecento a Napoli. Modernità e arcaismo, in «Il Corriere del Mezzogiorno», Nella città senza memoria, in «La Città», Cassandra abitava a Sarno, in «La Città», La linea di ‘frontiera’ della scienza politica, in «La Città», Centocinquanta saggi per festeggiare Tessitore, in «Corriere del Mezzogiorno», Le ali blu e gli squarci rossi della storia, in «La Città», Sarno protesta. La politica frana, in «Corriere del Mezzogiorno», Il contenitore amorfo dell’estate, in «Corriere del Mezzogiorno», La politica dei re nudi, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Ma il Novecento non è solo scontro tra totalitarismi, in «Il Mattino», Il viaggio di Bodei nell’identità nazionale, in «La Città», Autodafé oltre il luogo comune, in «La Città», Il barone assediato. Meridione e latifondo nell’era dei Borbone, in «La Città», Un’etica per la bioetica, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Il PCI secondo Galasso. Viaggio fino alla Quercia, in «Corriere del Mezzogiorno», Quel “Manifesto” vecchio di 150 anni è ancora vivo nel dibattito attuale, in «Corriere del Mezzogiorno», 1799: ecco il boom degli ideali, in «La Città», L’Occidente che non ama il dissenso, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Condannati dai numeri al ruolo di fanalino di coda, in «La Città»,   Metafisica. Appunti dalle lezioni, Napoli, E.DI.SU., Giordano Bruno, Napoli, Metis, Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, H. Poser, M. 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Testimonianze e saggi vichiani in ricordo di Giorgio Tagliacozzo, Ripatransone, Edizioni Sestante,Etica filosofica ed etica politica in Giovanni Amendola, in M.R. De Divitiis (a cura di), Giovanni Amendola. Una vita per la democrazia, Napoli, Arte Tipografica, Osservazioni in margine alla ricerca vichiana nella Spagna contemporanea, in A. Quarta, P. Pellegrino (a cura di), Humanitas. Studi in memoria di Antonio Verri, 2 voll., Galatina, Congedo, Storia, memoria e vita nella Napoli di Fulvio Tessitore, in «Ora Locale», Nuove soggettività per il Mezzogiorno europeo, in «Ora Locale»,  Il Novecento non è solo scontro tra totalitarismi, in E. Nolte, Le ragioni della storia, a cura di C. Marco, Cosenza, Marco Editore,  Intellettuale a tutto campo, in E. Todaro (a cura di), Una vita per l’arte. Gli ottant’anni di Carmine Manzi, Salerno, Boccia Edizioni, Note sull’attualità del pensiero etico di Giuseppe 67 Capograssi, in «Bollettino Filosofico», (Filosofia e storia delle idee. 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Un insulto senza limiti, in «Corriere del Mezzogiorno», Un impegno collettivo, in «La Città», “Napoli capitale” secondo Galasso, una lezione sulla contemporaneità della storia, in «Corriere del Mezzogiorno», La rivoluzione attiva del Sud, in «La Città»,Quegli oscuri conflitti della fede, in «La Città», “La mia Napoli”, autobiografia intellettuale tra ricordi e pensieri, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Salernitani per la Liberazione, in «La Città», Troppe analisi “nordiste”, in «Corriere del Mezzogiorno», Colpevole tolleranza, in «Corriere del Mezzogiorno», L’impolitico della democrazia, in «La Città», La plebe inesistente di Salerno, in «Corriere del Mezzogiorno», Salerno saluta Kristeller, in «La Città»,  Incontri ravvicinati con cultura, letteratura e politica del Sud America, in «Corriere del Mezzogiorno», Cari esangui cultori nichilisti, lo storicismo napoletano è vivo e invidiato, in «Corriere del Mezzogiorno», Quel popolo in bilico tra ragione e sentimento, in «La Città», Lo storicismo messo alla gogna, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Dopo l’urbanistica un sintomo di svolta, in «La Città»,  Non siamo un’isola felice, in «La Città», Tattiche e passioni del burocrate illuminato, in «La Città», Salerno e il destino dei numeri, in «Corriere del Mezzogiorno», Una terza via tra ottimismo e pessimismo, in «La Città», L’etica dello storicismo, Lecce, Milella edizione, Cacciatore, I. 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Fondamenti teorici e ricostruzione storica in Dilthey, Soveria Mannelli, Rubbettino, De Luca, ammuffita è la politica, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Referendum sul lavoro. È vero, il Far West già c’è, ma non si batte con un sì, in «Corriere del Mezzogiorno», Referendum e Mezzogiorno. Pagano i sindacati, in «Salerno 2000», Una grande testa poggiata su un gracile corpo, in «Salerno 2000», Bassolino e De Luca senza ricambio di classe dirigente, in «Salerno 2000», Maffettone, la filosofia del nuovo millennio punta sul “valore della vita”, in «Corriere del Mezzogiorno», Ma Vyšinskij era un inquisitore senza controlli, in «Il Mattino», ed. di Salerno, La sinistra e l’unità smarrita, in «Corriere del Mezzogiorno», Le ragioni del cuore e quelle dei diessini (in collab. con A. Piscopo), in «La Città», Il patrimonio del cinema muto, in «La Città», Fatima, “bagliore” che brucia secoli di laicismo, in «Corriere del Mezzogiorno», In ricordo di Achille Mango, in «Cronache del Mezzogiorno», Sfida di un giornale, in «La Città», Moscati intellettuale vero, in «La Città», Gerratana, un rosso sotto il sole di Vietri, in «La Città», Galasso. Storicismo e dintorni, in «Corriere del Mezzogiorno», Insigne riformista al servizio del paese, in «La Città», Cosa resta della festa, in «La Città», I salernitani alla riscossa, in «Corriere del Mezzogiorno», Gabelli e l’identità italiana: biografia di un originale positivista, in «Corriere del Mezzogiorno», Racinaro “rilegge” il diritto penale: una denuncia della crisi della giustizia, in «Corriere del Mezzogiorno», Quando si spia dalla serratura, in «La Città», I ceti nobiliari dell’antica Salerno in un volume, in «La Città», Franchini, un crociano che trovò la sua autonomia, in «Corriere del Mezzogiorno», Cacciatore, P. 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Jervolino (a cura di), Ermeneutica, Fenomenologia, Storia, Napoli, Liguori, Preferii Calogero a Carbonara, in «Corriere del Mezzogiorno»,Tutto previsto, molti hanno taciuto, in «Corriere del Mezzogiorno»,Ruggero Moscati e la tradizione liberale italiana, in «L’Agenda di Salerno e provincia», La fine del comunismo nella “filosofia” di Occhetto, in «Corriere del Mezzogiorno», E ora basta esagerazioni, in «La Città», Vecchi principi del foro e nuovi rampolli a confronto, in «La Città», Tra Cassandre e novelli manager della cultura, in «Corriere del Mezzogiorno», Sinergie positive per sfruttare le risorse, in «La Città», Caro Masullo, torna in campo, in «Corriere del Mezzogiorno», Gerratana, lo storico del marxismo che ancora adesso può far riflettere la sinistra, in «Corriere del Mezzogiorno», Salzano, non citarmi. Esigo più rispetto per la mia coerenza, in «Corriere del Mezzogiorno», Omaggio a Valentino Gerratana, in «L’agenda di Salerno e provincia», La sinistra e De Luca, in «La Città», Uno storico con le stellette racconta il dramma dell’emigrazione, in «Corriere del Mezzogiorno», La “Isla” felice della cultura ispanica, in «La Città», Quel busto trafugato e l’indifferenza della città per la sua memoria, in «Corriere del Mezzogiorno», DS oltre il risentimento, in «Corriere del Mezzogiorno», Caro Musi…, in «Corriere del Mezzogiorno», Ho aderito a quell’appello e non intendo pentirmi, in «Corriere del Mezzogiorno», I granata e il grande sogno del filosofo, in «Guida al campionato di calcio 2001-2002», supplemento a «La Città», L’Agenda festeggia 50 numeri, in «La Città», Globalizzazione, un processo ambiguo da “addomesticare”, in «Corriere del Mezzogiorno», DS a congresso, troppe pratiche da basso impero, in «Corriere del Mezzogiorno», Si scrive divisione, si legge estinzione, in «Il Mattino», Sylos Labini dà giudizi filosofici discutibili, in «Corriere del Mezzogiorno», Metaphysik, Poesie und Geschichte. 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Magnano San Lio, Soneria Mannelli, Rubbettino, Io, filosofo, tra giudici giacobini e teste tagliate per sbaglio, in «Corriere del Mezzogiorno», Vico, un punto di riferimento anche per la cultura ispanica, in «Corriere del Mezzogiorno», Una vigile e calma memoria, in «Corriere del Mezzogiorno», Ma l’argentino doveva entrare in campo prima (sul derby Napoli-Salernitana), in «La Città», Con il patto scompare la sinistra, in «Corriere del Mezzogiorno», L’effetto Moretti e un partito che continua a farsi del male, in «Corriere del Mezzogiorno», Storia e politica nel volume di Amarante, in «La Città», L’etica secondo Croce: una riflessione ancora aperta nel suo sistema filosofico, in «Corriere del Mezzogiorno», L’uscita dalla minorità, in «Corriere del Mezzogiorno», Quella storia della costiera raccontata attraverso i suoi limoni, in «Corriere del Mezzogiorno», Le opere magiche di Giordano Bruno, riscoperta di un “eroico furore”, in «Corriere del Mezzogiorno», La transumanza e le ritualità della pastorizia, in «La Città», Attualità di Vico, profeta del mito e della fantasia accanto alla ragione, in «Il Mattino», Centrosinistra senza progetto, in «Corriere del Mezzogiorno», Fondazione Menna, un “Quaderno” su Bloch e la musica, in «Corriere del Mezzogiorno», Il coraggio di ricostruire la Quercia, in «La Repubblica», ed. di Napoli, Ds e spoil system clientelare, in «Corriere del Mezzogiorno», La protesta è generosa, ma non basta, in «Corriere del Mezzogiorno», L’intellettuale che sapeva indignarsi, in «Il Mattino», Addio a De Martino, in «Il Salernitano», Croce, la libertà che si rinnova, in «La Repubblica», ed. 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Il cammino di Lorenz passa anche da Napoli, in «Corriere del Mezzogiorno», Il giorno della memoria senza riti, in «Il Mattino», ed. di Salerno, 27 gennaio 2004. 764 – L’indipendenza e le mosche, in «Il Salernitano», Martino e le varianti della smemoratezza, in «Il Mattino», ed. di Salerno, De Luca, l’autocritica di un Ulivo in affanno, in «Corriere del Mezzogiorno», Sinistra riformista e socialista, è ora di ritrovare vera unità (in collab. con E. Ajello e A. Trione), in «Corriere del Mezzogiorno», Diritti umani, questione non solo filosofica ma politica, in «Corriere del Mezzogiorno», Quelle lettere a Croce e a Engels (a proposito del Carteggio Labriola), in «Corriere del Mezzogiorno», Amendola: in volume quattro anni di lettere, in «Corriere del Mezzogiorno», Se l’Ulivo scopre le sue lobby di potere, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Rinascita a S. Lucia, in «L’Articolo Domenica», Io, contribuente prigioniero di una voce, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Il programma della coalizione priorità assoluta, in «L’Articolo Domenica», Il buonsenso dei cittadini. Quando gli elettori sono più convinti degli eletti, in «L’Articolo Domenica», Vico e il corpo: se la genetica attinge alla filosofia, in «Corriere del Mezzogiorno», Programmi condivisi, «L’Articolo Domenica», Cassirer interprete di Kant e altri saggi, Messina, Siciliano Editore, Filosofia pratica e filosofia civile nel pensiero di Benedetto Croce, presentazione di F. Tessitore, Soveria Mannelli, Rubbettino, Cacciatore, G. Cotroneo, R. Viti Cavaliere, Croce filosofo, 2 voll., Soveria Mannelli, Rubbettino, G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, E. Nuzzo, M. Sanna, A. Scognamiglio (a cura di), Il corpo e le sue facoltà. Giambattista Vico, «Laboratorio dell’ISPF», Leben und Struktur. Dilthey und die Zweideutigkeit von Sprache der Geschichte, in J. Trabant (hrsg.), Sprache der Geschichte, Schriften des Historischen Kollegs Kolloquien 62, München, Oldenbourg, Identità, pluralismo, universalismo dei diritti, in A. De Simone (a cura di), Identità, spazio e vita quotidiana, Urbino, Edizioni QuattroVenti, Capograssi e l’idealismo, in P. Di Giovanni (a cura di), Idealismo e anti-idealismo nella filosofia italiana del Novecento, Milano, Franco Angeli, La cultura storica a Napoli nella seconda metà dell’Ottocento, in G. Vitolo (a cura di), Storia, filologia, erudizione nella Napoli dell’Ottocento, Napoli, Guida, Croce: l’idea di Europa tra crisi e trasformazione, in G. Cacciatore, G. Cotroneo, R. Viti Cavaliere (a cura di), Croce filosofo, 2 voll., Soveria Mannelli, Rubbettino, Il concetto di imputazione in alcuni momenti della filosofia giuridica italiana, in C. Giarratana, I. Randazzo (a cura di), Seminari di Filosofia Corrado Dollo, I, Soveria Mannelli, Rubbettino, Il Marx “democratico”, in M. Musto (a cura di), Sulle tracce di un fantasma. L’opera di Karl Marx tra filologia e filosofia, Roma, Manifestolibri, Le facoltà della mente “rintuzzata dentro il corpo”, in G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, E. Nuzzo, M. Sanna, A. Scognamiglio (a cura di), Il corpo e le sue facoltà. Giambattista Vico, «Laboratorio dell’ISPF», Modernità e filosofia. Per una discussione del rapporto fede ragione, in E. Granito (a cura di), La fede nella ragione e le ragioni della fede, Napoli, La Città del Sole, [cfr. in questo stesso volume gli interventi nella tavola rotonda, Una filosofia per l’America latina: Leopoldo Zea, in P. Colonnello (a cura di), Filosofia e politica in America latina, Roma, Armando Editore, Vico e Kant sulla storia, in «Studi Italo-Tedeschi / Deutsch-Italienische Studie», Collana di Monografie dell’Accademia di Studi italo-tedeschi, Merano, María Zambrano: la storia come “delirio” e “destino”, in L. Silvestri (a cura di), Il pensiero di María Zambrano, Udine, Forum, Identità e filosofia dell’interculturalità, in «Iride»,Riflessioni sui diritti umani nel pensiero di Giuseppe Capograssi, in «Civiltà del Mediterraneo», Interprétations historicistes de la “Scienza Nuova”, in «Noesis», Significato e prospettive della “cittadinanza attiva”, in «Ora Locale», Intervento del moderatore in L. Rossi (a cura di), Elea. Il divenire di una cultura, l’essere di un pensiero, Atti del Convegno, Ascea, Agropoli, Tipografia Iannuzzi, Ricordo di Nicola Badaloni, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Sull’edizione critica della Scienza Nuova 1730, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Interpretazioni storicistiche della Scienza Nuova, in F. Rizzo (a cura di), Filosofia e storiografia. Studi in onore di Girolamo Cotroneo, Soveria Mannelli, Rubbettino, Leer a Vico hoy, in «Cuadernos sobre Vico», La ingeniosa ratio de Vico entre sabiduria y prudencia, in «Cuadernos sobre Vico», Croce: l’idea di Europa tra crisi e trasformazione, in «Rassegna di Studi crociani», María Zambrano: ragione poetica e storia, in «Rocinante. Rivista di filosofia iberica e iberoamericana», Un libro sulle parole chiave di Gramsci, in «Archivio di storia della cultura», Recensione di E. Nuzzo, Tra ordine della storia e storicità. Saggi sui saperi della storia in Vico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Recensione di F. Crispini, Idee e forme di pensiero. Brevi saggi di storiografia filosofica, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda di F. Marone, Narrare la differenza, Milano, Unicopli, 2003, in «L’Articolo», Introduzione e Presentazione (in collab. con L. Rossi) di Ricordo di Francesco Cacciatore, Salerno, Plectica, Prefazione (in collab. con G. Cotroneo e R. Viti Cavaliere) a G. Cacciatore, G. Cotroneo, R. Viti Cavaliere (a cura di), Croce filosofo, 2 voll., Soveria Mannelli, Rubbettino, Prefazione a E. Todaro, Vorrei, Salerno, Arti Grafiche Boccia,  Prefazione a G. Magnano San Lio, Forme del sapere e struttura della vita. Per una storia del concetto di Wel- 95 tanschauung. Tra Kant e Dilthey, Soveria Mannelli, Rubbettino, Presentazione di F. Lomonaco, Tracce di Vico nella polemica sulle origini delle pandette e delle XII Tavole nel Settecento italiano, Napoli, Liguori, Quando un filosofo-tifoso non la prende con filosofia, in «Corriere del Mezzogiorno», Andiamo oltre i tatticismi e le convenienze di parte, in «L’Articolo della Domenica», Brutta Salernitana. Un grazie a Rubino, in «Corriere del Mezzogiorno», Com’è destabilizzante il mercato di gennaio, in «Corriere del Mezzogiorno», Anche il computer contro la Salernitana, in «Corriere del Mezzogiorno», Alle regionali una lista unica delle sinistre, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Ma non è solo sfortuna, sbaglia anche il tecnico, in «Corriere del Mezzogiorno», Quelle quattro “polpette” da stropicciarsi gli occhi, in «Corriere del Mezzogiorno», Se manca del tutto il blocco sociale di riferimento, in «L’Articolo della Domenica», Tra dottor Jekill e Mister Hyde, in «Corriere del Mezzogiorno», Difese le ragioni dei deboli, in «Agire», La forza dell’umiltà, ma secondi a nessuno, in «Corriere del Mezzogiorno», Gregucci fa le raccomandazioni agli altri e dimentica se stesso, in «Corriere del Mezzogiorno», Storia di umano dolore, in «Agire», Si conferma la storia di Davide. E Golia-Torino è stato fermato, in «Corriere del Mezzogiorno», Confesso: al fischio finale sono saltato in piedi come un ossesso, in «Corriere del Mezzogiorno», Più cittadinanza attiva nella Regione del futuro, in «L’Articolo della Domenica», Attenzione, bisognerà lottare fino alla fine, in «Corriere del Mezzogiorno», Dal Sud una leadership al servizio del paese, in «L’Articolo», Attore del Novecento, in «Agire», La Salernitana in stato di grazia. Ma ora non parliamo del futuro, in «Corriere del Mezzogiorno», Dopo il passo falso col Modena ora si spera nell’effetto trasferta, in «Corriere del Mezzogiorno», Sale all’Arechi contro il malocchio, in «Corriere del Mezzogiorno», Ora sono seriamente preoccupato dall’involuzione della Salernitana, in «Corriere del Mezzogiorno», Un grande impegno in difesa della Costituzione, in «Il Quartiere», L’auriga Gregucci tenga in equilibrio il “carro alato” della Salernitana, in «Corriere del Mezzogiorno», Occorre un ultimo sforzo per uscire dal labirinto, in «Corriere del Mezzogiorno», Che fatica essere più di Trenta, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Sono preoccupato, in panchina c’è troppa confusione mentale, in «Corriere del Mezzogiorno», Adesso le armi migliori sono il cuore e il carattere, in «Corriere del Mezzogiorno», Democrazia progressiva. La lezione di Amendola, in «L’Articolo della Domenica», Non c’è tempo per diatribe e recriminazioni. Bisogna solo vincere per rimanere in B, in «Corriere del Mezzogiorno», È tempo di pensare al nuovo progetto, in «Corriere del Mezzogiorno», La solita telenovela, in «Corriere del Mezzogiorno», Isla: Italia e Venezuela incontro tra due culture, in «Corriere del Mezzogiorno», Con i DS divisi l’unità è impossibile, in «Corriere del Mezzogiorno», Levi della Vida, l’islamista del ’900 che sfidò Gentile, in «Corriere del Mezzogiorno», Non si può costruire fuori l’unità che manca nei DS, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Le colpe di Aliberti e del Napoli, in «Corriere del Mezzogiorno», Pronti per il campionato, evitiamo dannose illusioni, in «Corriere del Mezzogiorno», Ora dobbiamo limitare i danni, in «Corriere del Mezzogiorno», Depressione addio, finalmente l’orgoglio, in «Corriere del Mezzogiorno», Carissima Salernitana, resto ancora ottimista, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Un master per consulenti di filosofia, in «Il Mattino», ed. di Napoli, Salernitana grigia con sprazzi di colore, in «Corriere del Mezzogiorno», Occorre una frustata psicologica, in «Corriere del Mezzogiorno», Vent’anni dopo, siamo tornati alle beghe paesane, in «Corriere del Mezzogiorno», Cinque squilli di tromba: ora Salerno è più serena, in «Corriere del Mezzogiorno», Vico studiava l’Oriente. Oggi cinesi e giapponesi 98 rileggono il filosofo, in «Corriere del Mezzogiorno», Salernitana mi avevi illuso. Ora si giochi come si fa in serie C, in «Corriere del Mezzogiorno», Squallore e desolazione: domenica da dimenticare, in «Corriere del Mezzogiorno», Orgogliosi del “nostro” Zoro e della Salernitana di Cuoghi, in «Corriere del Mezzogiorno», Parola di filosofo. L’imponderabile fa bello il calcio, in «Corriere del Mezzogiorno», Per la Salernitana di Cuoghi una vittoria utile per il rilancio, in «Corriere del Mezzogiorno», Se la bravata di Ambrosio non sarà punita allo stadio non andrò più, in «Corriere del Mezzogiorno», Un’altra gara grigia e mediocre in attesa di un regalo a gennaio, in «Corriere del Mezzogiorno», Una questione di sistema, in «Corriere del Mezzogiorno», Ha ragione Cuoghi: gioco brutto ma la classifica adesso ci sorride, in «Corriere del Mezzogiorno», Il rischio è che la politica sia nuovamente sconfitta, in «Corriere del Mezzogiorno», Antonio Labriola in un altro secolo. Saggi, Soveria Mannelli, Rubbettino, L’interculturalità e le nuove dimensioni del sapere filosofico e delle sue pratiche, in V. Gessa Kurotschka (a cura di), I saperi dell’umano, il sapere umano, la consulenza filosofica, in www.unica.it L’etica e la sacralità del corpo umano, in F. Salvatore (a cura di), Le cellule staminali miniere di salute, «Come alla corte di Federico II», Relazione tenuta al convegno su Le forme del dissenso tra riformismo e globalizzazione, in Aa.Vv., Le forme del dissenso tra riformismo e globalizzazione, Napoli, Istituto italiano per gli studi filosofici, Si sta imponendo un laboratorio politico al negativo, in «Mezzogiorno Europa», Il concetto di progresso e la critica della filosofia della storia in Benedetto Croce, in M. Agrimi, R. Ciafardone, B. Razzotti (a cura di), Croce all’aprirsi del XXI secolo, Lanciano, Rocco Barabba, Per Leopoldo Zea, in «Cultura Latinoamericana»,  Capire il racconto degli altri, in «Reset», Vita e struttura: Dilthey e l’“ambiguità” della lingua della storia, in M. Failla (a cura di), «Bene navigavi». Studi in onore di Franco Bianco, Macerata, Quodlibet, Croce e l’autobiografia, in A. Marini (a cura di), Temi crociani della “nuova Italia”, numero monografico di «Magazzino di filosofia», Cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Salerno a Fulvio Tessitore, Laudatio, Comune di Salerno, 18 gennaio 2005, Napoli, Arte Tipografica, Croce nell’interpretazione di Alberto Caracciolo, in «Archivio di storia della cultura», L’unità di storia filologica e logica speculativa. Gentile e la storia della filosofia, in G. Gentile, Il concetto della storia della filosofia, a cura di P. Di Giovanni, Firenze, Le Lettere, Riflessioni sui diritti umani nel pensiero di Giuseppe Capograssi, in «Civiltà del Mediterraneo», [numero monografico a cura di S. Langella, che raccoglie gli Atti del Convegno su “Genesi, sviluppi e prospettive dei diritti umani in Europa e nel Mediterraneo”, Genova; La sinistra tra omologazione culturale e frammentazione partitica, in M. Cimino, M. Alcaro (a cura di), Politica e cultura in Calabria. Ora Locale, Cosenza, Klipper, Ancora sulla storia in Sartre, in «Bollettino Studi sartriani», La Escolástica española y la génesis de la filosofía latinoamericana. Alonso Briceño: metafísica e individualidad, in «Límite. Revista de filosofía y Psicología», Universidad de Tarapacá, Arica (Chile); María Zambrano. Ragione poetica e storia, in «Il Pensiero», Di alcuni pensieri filosofici sul Chisciotte, in «Rocinante. Rivista di filosofia iberica e iberoamericana», Voce Sviluppo (in collab. con G. D’Anna), in Enciclopedia filosofica Bompiani, vol. XI, Milano, Bompiani, Editoriale in «Logos. Rivista annuale del Dipartimento di Filosofia “A. Aliotta”», Nota introduttiva (in collab. con P. Di Giovanni) a P. Di Giovanni (a cura di), La cultura filosofica italiana attraverso le riviste, Milano, Franco Angeli, Introduzione a Poesia e filosofia, raccolta di testi del Seminario tenutosi a Cagliari, «Bollettino del Centro di studi vichiani», Tifo venezuelano per la Salernitana, in «Corriere del Mezzogiorno», I granata ancora a bagnomaria. Ma il gioco incoraggia a sperare, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Ma senza vittorie non si cantano messe, in «Corriere del Mezzogiorno», Una vittoria macchiata, in «Corriere del Mezzogiorno», Una giornata negativa proprio contro la migliore, in «Corriere del Mezzogiorno», Gli arbitri difendano il “povero” Di Vicino. Ma prima che finisca in ospedale come Totti, in «Corriere del Mezzogiorno», Altro che Pinturicchio. L’artista ora è Di Vicino, in «Corriere del Mezzogiorno», Diversità è ricchezza, in «Agire», Playoff, io lascio aperto uno spiraglio alla speranza, in «Corriere del Mezzogiorno», La sacralità del corpo umano e l’etica della ricerca, in «Corriere del Mezzogiorno», Ora è inutile recriminare. Bisogna stringere i denti, in «Corriere del Mezzogiorno», Cresce il rammarico per i punti perduti, in «Corriere del Mezzogiorno», Quel nervosismo è di buon auspicio, in «Corriere del Mezzogiorno», “De Profundis” da veri caimani, in «Corriere del Mezzogiorno», Finale emozionante. Tifosi in prima linea, in «Corriere del Mezzogiorno», Amendola, democrazia come dono, in «Corriere del Mezzogiorno», Manteniamo i nervi saldi e l’impresa si concretizzerà, in «Corriere del Mezzogiorno», Non cediamo all’isterismo. Bisogna lottare e sperare, in «Corriere del Mezzogiorno», Il Teramo è l’unica squadra che possiamo acciuffare, in «Corriere del Mezzogiorno», Non è stata solo sfortuna, il tecnico ha qualche colpa, in «Corriere del Mezzogiorno», In attesa della giustizia sportiva non posso che promuovere tutti, in «Corriere del Mezzogiorno», Da filosofo granata a Tifoso Accademico: Rettore non smettere, in «Corriere del Mezzogiorno», Sono più che convinto, il Genoa sarà eliminato, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Cari D’Alema e Fassino, sul caso Salerno schieratevi, in «Corriere del Mezzogiorno», Il sogno non è finito e la rinascita è sicura, in «Corriere del Mezzogiorno», Un’altra politica: qualcuno ci aveva creduto, in «Corriere del Mezzogiorno», Salernitana d’alta quota, in «Corriere del Mezzogiorno», Rimettiamo i piedi a terra. E regoliamo bene la difesa, in «Corriere del Mezzogiorno», Giuseppe Cantillo: indagine sull’uomo tra storia e natura, in «Corriere del Mezzogiorno», Rispetto le scelte di Novelli. Ma non rimproveri Mattioli, in «Corriere del Mezzogiorno», Né cappa né spada, solo politica, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Una vittoria ottenuta senza spettacolo, in «Corriere del Mezzogiorno», Quei minuti di pura follia con tanti, troppi colpevoli, in «Corriere del Mezzogiorno», Così non va: per aspirare ai playoff il club dovrà intervenire sul mercato, in «Corriere del Mezzogiorno», Una squadra troppo mediocre contro un combattivo Lanciano, in «Corriere del Mezzogiorno», Come nacque e come morì il gruppo dei Trenta, in «Il Mattino», ed. di Salerno, 1 dicembre 2006. 933 – Olio nelle giunture e pedalare. E che non si parli di sfortuna, in «Corriere del Mezzogiorno», Ma senza (il criticato) Mancini sarebbero tornati a mani vuote, in «Corriere del Mezzogiorno», La crisi non si cura con l’aspirina, in «Corriere del Mezzogiorno», Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Storicismo e storicismi, Milano, Paravia Bruno Mondadori, Cacciatore, V. Gessa Kurotschka (a cura di), Saperi umani e consulenza filosofica, Roma, Meltemi, Cacciatore, D. Conte, F. Lomonaco, E. Massimilla (a cura di), Filosofia, storia, letteratura. Scritti in onore di Fulvio Tessitore, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Finito e infinito nella filosofia vichiana della storia, in D. Venturelli, R. Celada Ballanti, G. Cunico (a cura di), 104 Etica, religione e storia. Studi in memoria di Giovanni Moretto, Genova, Il Melangolo, Immaginazione, identità e interculturalità, in «Postfilosofie», La filosofia dello storicismo come narrazione della storia pensata e della storia vissuta, in G. Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Storicismo e storicismi, Milano, Paravia Bruno Mondadori, 2Dall’ermeneutica allo storicismo, e ritorno, in F. Coniglione, R. Longo (a cura di), La filosofia generosa. Studi in onore di Anna Escher Di Stefano, Catania, Bonanno Editore, Genesi crisi e trasformazioni della filosofia civile italiana, in F. Coniglione, R. Longo (a cura di), La filosofia generosa. Studi in onore di Anna Escher Di Stefano, Catania, Bonanno Editore, La Escolástica española y la génesis de la filosofía latinoamericana. Alonso Briceño: metafísica e individualidad, in M. Kaufmann, R. Schnepf (hrsg.), Politische Metaphysik. Die Entstehung moderner Rechtskonzeptionen in der Spanischen Scholastik, Bern, Peter Lang, Riflessioni sui diritti umani nel pensiero di Giuseppe Capograssi, in A. De Simone (a cura di), Diritto, giustizia e logiche del dominio, Perugia, Morlacchi, El historicismo como ciencia ética y como hermenéutica de la individualidad, in M.E. Borsani, C.E. Gende, Filosofía-Crítica-Cultura, Neuquén, EDUCO, Vico: i saperi poetici, in A. Battistini, P. Guaragnella (a cura di), Giambattista Vico e l’enciclopedia dei saperi, Lecce, Pensa, L’ingeniosa ratio di Vico tra sapienza e prudenza, in C. Cantillo (a cura di), Forme e figure del pensiero, Napoli, La Città del Sole,  Mediterraneo e filosofia dell’interculturalità, in F.M. Cacciatore, A. Niger (a cura di), Il Mediterraneo. Incontro 105 di culture, Roma, Aracne, I saperi umani e la consulenza filosofica (in collab. con V. Gessa Kurotschka), in G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka (a cura di), Saperi umani e consulenza filosofica, Roma, Meltemi, L’interculturalità e le nuove dimensioni del sapere filosofico e delle sue pratiche, in G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka (a cura di), Saper umani e consulenza filosofica, Roma, Meltemi, Para Leopoldo Zea, in «Cuadernos Americanos», Formas y figuras del ingenio en Cervantes y Vico, in «Quaderns de Filosofia i Ciència», Praxis e storia in Sartre, in G. Stoica, R.V. Pantelimon, E. Tusa (coord.), Gramsci si Sartre mari gânditori ai secolului XX, Bucuresti, Editura ISPRI, Per una redifinizione del concetto di identità, in M. Mafrici, M. R. Pellizzari (a cura di), Tra res e imago. In memoria di Augusto Placanica, Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, Recensione di A. Tortora, Presenze valdesi nel Mezzogiorno d’Italia (secoli XV-XVII), Salerno, Laveglia, 2004, in «Bollettino della Società di Studi Valdesi», Storicismo in nuove dimensioni (in collab. con A. Giugliano), in G. Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Storicismo e storicismi, Milano, Paravia Bruno Mondadori, Presentazione (con D. Conte, F. Lomonaco, E. Massimilla) di G. Cacciatore, D. Conte, F. Lomonaco, E. 106 Massimilla (a cura di), Filosofia, storia, letteratura. Scritti in onore di Fulvio Tessitore, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Anarchia illuminata. Una nuova sintesi tra universalismo e contestualismo nell’età contemporanea, prefazione a M. Kaufmann, Anarchia illuminata. Una introduzione alla filosofia politica, Napoli, Liguori, Verità e storicità nella metafisica dell’espressione di Nicol, prefazione a E. Nicol, Metafisica dell’espressione, traduzione, introduzione e cura di M.L. Mollo, Napoli, La Città del Sole,  La Pedagogia come etica civile, premessa a S. Valitutti, La rivoluzione giovanile, Roma, Armando, Presentación di J.M. Sevilla, El Espejo de la época. Capítulos sobre G. Vico en la cultura hispánica, Napoli, La città del Sole, Prefazione (in collab. con V. Gessa Kurotschka) a G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka (a cura di), Saper umani e consulenza filosofica, Roma, Meltemi, Presentazione di G. Magnano San Lio, Forme del sapere e struttura della vita. Per una storia del concetto di Weltanschauung. Dopo Dilthey, Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, Fulvio Tessitore. Lo storicismo come filosofia dell’evento. Dialogo filosofico a cura di G. Cacciatore, in «Iride», Vacca, il riformismo italiano in odore di controriformismo, in «Corriere del Mezzogiorno», Una svolta necessaria, in «Corriere del Mezzogiorno», Nuove professioni. Il filosofo diventa consulente etico, in «Corriere del Mezzogiorno», Zero centrocampisti. È l’ultimo schema, in «Corriere del Mezzogiorno», Tutte soluzioni tampone, ma per tre anni nessuno ha pensato ai lavori, in «Corriere del Mezzogiorno», La presunzione a volte gioca brutti scherzi, in «Corriere del Mezzogiorno», Dovremo sorbirci un altro anno di C, in «Corriere del Mezzogiorno», Squadra senza muscoli e senza dignità, in «Corriere del Mezzogiorno», 3 aprile 2007. 974 – È bene riflettere solo sul futuro, in «Corriere del Mezzogiorno», Relativismo e relatività nel dibattito filosofico contemporaneo, in «Corriere del Mezzogiorno»,  [anche in Come alla corte di Federico II, 8, Università di Napoli Federico II, Diversità e tolleranza, una lunga storia europea, in «Corriere del Mezzogiorno», Due volumi in onore dei settant’anni di Fulvio Tessitore, in «Corriere del Mezzogiorno», Venezuela: a proposito di un articolo di Pierluigi Battista, in «Liberazione», Carlo Pisacane, il volto democratico e socialista del Risorgimento, in «Liberazione», Vi spiego perché di calcio non scrivo più, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Chavez e la visione apocalittica della stampa italiana, in «Liberazione», De Luca va oltre i poli, ma per rafforzare se stesso, in «Corriere del Mezzogiorno», Valitutti, l’etica che diventa azione politica, in «Il Mattino» (cronaca di Napoli), [anche su «Il Mattino», cronaca di Salerno, Apriamo un dibattito serio ed informato sulla riforma della Costituzione di Chavez, in «Liberazione», Valitutti e la scuola nel libro di Ietto, in «Corriere del Mezzogiorno» (ed. di Salerno), La lezione democratica e il caudillo inesistente, in «Liberazione», Cacciatore, P. Colonnello, S. Santasilia (a cura di), Ermeneutica tra Europa e America Latina, Roma, Armando Editore, 2008. 988 – G. Cacciatore, M. Martirano (a cura di), Momenti della filosofia civile italiana, Napoli, La Città del Sole, Cacciatore, I. Gallo, A. Placanica (a cura di), Storia di Salerno, 3 voll., Avellino, Sellino, Cacciatore, L. Rossi (a cura di), Salerno in età contemporanea, vol. III di Storia di Salerno, a cura di G. Cacciatore, I. Gallo, A. Placanica, Avellino, Sellino Editore, Ermeneutica e interculturalità, in G. Cacciatore, P. Colonnello, S. Santasilia (a cura di), Ermeneutica tra Europa e America Latina, Roma, Armando, Ermeneutica e interculturalità, in G. Coccolini (a cura di), Interculturalità come sfida. Filosofi e teologi a confronto, Bologna, Dehoniana Libri/Pardes Edizioni, Geschichte zwischen Leben und Struktur. Die Zweideutigkeit der Sprache der Geschichte bei Dilthey, in G.  Kühne-Bertram, F. Rodi (hrsg.), Dilthey und die hermeneutische Wende in der Philosophie. Wirkungsgeschichtliche Aspekte seines Werkes, Göttingen, Vandenhoeck und Ruprecht, Una filosofía para América Latina, in S. Sevilla (ed.), Visiones sobre un transterrado. Afán de saber acerca de José Gaos, Madrid-Frankfurt a. M., IberoamericanaVervuert, Età della storia ed età dell’uomo in Vico: fanciullezza, decadenza e rinascita delle nazioni, in S. Ciurlia, E. De Bellis, G. Iaccarino, A. Novembre, A. Paladini (a cura di), Filosofia e storiografia. Studi in onore di Giovanni Papuli, vol. II, L’età moderna, Lecce, Congedo Editoriale, in «Logos», Universalismo senza arroganza, in «Reset», Praxis si istorie la Sartre, in A. Neacsu (coord.), Sartre în gândirea contemporanea, Craiova, Editura Universitaria, Note su Cenni e voci. Saggi di sematologia vichiana di J. Trabant, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», L’immutato amore per gli apostoli del socialismo, in C. Raia (a cura di), Per Gaetano Arfé. Testimonianze, Napoli, Libreria Dante & Descartes, Cultura e strutture del sapere tra Ottocento e Novecento (in collab. con L. Rossi) in G. Cacciatore, L. Rossi (a cura di), Storia di Salerno, vol. III, Salerno in età contemporanea, Avellino, Sellino Editore, Forme e figure dell’ingegno in Cervantes e Vico, in «Rocinante. Rivista di filosofia iberica e iberoamericana», Percorsi della filosofia italiana nell’opera di Santucci, in W. Tega, L. Turco (a cura di), Un illuminismo scettico. La ricerca filosofica di Antonio Santucci, Bologna, Il Mulino, Giambattista Vico e Vincenzo Cuoco nella tradizione della filosofia civile italiana (in collab. con M. Martirano), in G. Minichiello, C. 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Nocera (a cura di) 1810-1910-2010: America Latina tra indipendenza, emancipazione e rivoluzione, «Rivista Italiana di Studi Napoleonici», Napoli, ESI, Per un’idea interculturale di cittadinanza, in P. Colonnello, Stefano Santasilia (a cura di), Intercultura Democrazia Società. Per una società educante, Milano-Udine, Mimesis, Un profilo di Leopoldo Zea, in «Pagine inattuali. Rivista di filosofia e letteratura», Le filosofie del Risorgimento, in M. Martirano (a cura di), Le filosofie del Risorgimento, Milano-Udine, Mimesis, Per una critica della ragione poetica: l’“altra” razionalità di Vico, in M. Vanzulli (a cura di), Razionalità e modernità in Vico, Milano-Udine, Mimesis, Giambattista Vico, in U. Eco (a cura di), L’età moderna e contemporanea, vol. 9, Il Settecento. L’età dell’Illuminismo. Filosofia, Musica, Roma, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, Dilthey, in U. Eco (a cura di), L’età moderna e contemporanea, vol. 11, L’Ottocento. L’età del Romanticismo. Filosofia, scienze e tecniche, Roma, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, Per un’idea interculturale di cittadinanza, in G. Cacciatore, G. D’Anna, R. Diana, F. Santoianni (a cura di), Per una relazionalità interculturale. Prospettive interdisciplinari, Milano-Udine, Mimesis, Dilthey tra universalismo e relativismo, in «Giornale critico della Filosofia italiana», Il caleidoscopio della mente. Attività simbolica e mondo storico in Vico e Cassirer, in F. Lomonaco (a cura di), Simbolo e cultura. Ottant’anni dopo la Filosofia delle forme simboliche, Milano, Franco Angeli, La Religione dello storicismo. Per avviare il dibattito, in «Archivio di storia della cultura», XXV, La “zattera della cultura”. Filosofia e crisi in Ortega y Gasset, in G. Cacciatore, A. Mascolo (a cura di), La vocazione dell’arciere. Prospettive critiche sul pensiero di José Ortega y Gasset, Bergamo, Moretti&Vitali,  Das Wesen der Philosophie. La determinazione del sapere filosofico tra strutture della storia e connessioni vitali, in D. Bosco, F.P. Ciglia, L. Gentile, L. Risio (a cura di), Testis fidelis. Studi di filosofia e scienze umane in onore di Umberto Galeazzi, Napoli, Orthotes, Presentazione dei volumi Interculturalità. Tra etica e politica (a cura di G. Cacciatore e G. D’Anna) e Interculturalità. Religione e teologia politica (a cura di G. Cacciatore e R. Diana), in «Rendiconti Lincei. Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche», anno CDVIII, serie IX, vol. XXII, 2011, fasc. 3-4, Roma, Scienze e Lettere, Alcuni momenti e figure delle accademie napoletane nel processo di unificazione politica e culturale dell’Italia, in Aa.Vv., Le accademie nazionali e la storia d’Italia, Atti dei Convegni Lincei n. 268, Roma, Scienze e Lettere,  Presentazione di M. Martirano, Filosofia Storia Rivoluzione. Saggio su Giuseppe Ferrari, Napoli, Liguori, Introduzione di P.G. Turco, Le strade dell’amore nel mondo. Pensieri e ricordi d’Africa, Salerno, Edizioni Marte, Prefazione a G. D’Angelo, La forma dell’acqua. I. La lenta transizione dal fascismo a Salerno capitale, Salerno, Edizioni del Paguro, Presentazione di A. Di Miele, Antonio Banfi Enzo Paci: Crisi, Eros, Prassi, Milano-Udine, Mimesis, Introduzione di C. Scudieri, Il balilla va alla guerra, i libri della leda, Ortega o la coscienza del naufragio, introduzione (in collab. con A. Mascolo) a G. Cacciatore, A. Mascolo (a cura di), La vocazione dell’arciere. Prospettive critiche sul pensiero di José Ortega y Gasset, Bergamo, Moretti&Vitali, Lettera di saluto del presidente eletto, in «Rassegna storica salernitana»,  Vincenzo Giordano, sindaco socialista della grande Salerno, in «L’Agenda di Salerno e provincia», È sul lavoro la vera sfida, in «Roma», Il “porcellum” e la Consulta, in «Roma», Profitto ingordo e insaziabile, in «Roma», Politica e cultura per salvare l’euro, in «Roma», Stragi naziste, vittime beffate, in «Roma», Licenziamenti e giusti motivi, in «Roma», Il salvataggio della Grecia, in «Roma», Ma in futuro torni la politica, in «Roma»,  La cultura sola contro la crisi, in «Roma», Questi partiti da rinnovare, in «Roma», L’art.18 e i rischi per la democrazia, in «Roma», Ecco i numeri che preoccupano, in «Roma», I pericoli dell’antipolitica, in «Roma», Ora si pensi alla crescita, in «Roma», Lo spettro del terrorismo, in «Roma», Il Premio Valitutti, in «La Città», Calcio, vietiamo le scommesse, in «Roma», Rai, meritato schiaffo ai partiti, in «Roma», La corruzione politica dilaga, democrazia verso il naufragio, in «I Confronti», iconfronti.it]. Medicina, patrimonio da tutelare, in «La Città», Perché il colle è sotto attacco, in «Il Roma», Agostino dico: politica imprescindibile per regolare i conflitti, in «I Confronti», iconfronti.it]. 1338 – I due Mario e gli italiani, in «Il Roma», Basta Moody’s, facciamo da soli, in «Il Roma», Quella lotta agli sprechi di Berlinguer, in «La Città»,  La riconquista della politica, in «Il Roma», I programmi e le primarie, in «Il Roma», Crisi, egemonia della “finanza ombra” e nuove sfide della politica, in «I Confronti», .iconfronti.it].  Se prevalgono le urla, in «l’Unità», Germania e Europa si intenderanno, in «Il Roma», Tra Nord e Sud rapporto virtuoso, in «Il Roma», La deriva islamica, in «Il Roma», Sud, dati Svimez e ricette note, in «Il Roma», Montismo meglio del berlusconismo, in «Il Roma», Recuperare l’etica in politica, in «Il Roma», Le strade del mondo. L’Africa di Giorgio Turco luogo dell’anima, in «La Città», Primarie PD tra programmi e giacobinismi, in «La Città», Berlusconismo, quale futuro, in «Il Roma», Il giusto peso della politica, in «Il Roma», L’idea di De Martino. Unificazione socialista dell’intera sinistra, in «La Città»,  Democrazia da risanare, in «Il Roma», I buoni motivi per votare Bersani, in «La Città», Limiti e ombre delle primarie, in «Il Roma»,Dove ci porta Berlusconi, in «il Roma», Centrodestra senza agenda, in «Il Roma», Sulla filosofia spagnola. Saggi e ricerche, presentazione di F. Tessitore, introduzione di G.A. Di Marco, Bologna, Il Mulino, Problemi di filosofia della storia nell’età di Kant e di Hegel. Filologia, critica, storia civile, presentazione di F. Lomonaco, Roma, Aracne, Cacciatore, G. D’Anna, R. Diana (a cura di), Mente, corpo, filosofia pratica, interculturalità. Scritti in memoria di Vanna Gessa Kurotschka, Milano-Udine, Mimesis,  Un’etica per la contemporaneità. Sull’itinerario filosofico di Vanna Gessa Kurotschka, in G. Cacciatore, G. D’Anna, R. Diana (a cura di), Mente, corpo, filosofia pratica, interculturalità. Scritti in memoria di Vanna Gessa Kurotschka, Milano-Udine, Mimesis, Das Wesen der Philosophie. Die Bestimmung des philosophischen Wissens zwischen Geschichtsstrukturen und Lebenszusammenhängen, in G. D’Anna, H. Johach, E.S. Nelson (hrsg.), Anthropologie und Geschichte. Studien zu Wilhelm Dilthey aus Anlass seines 100. Todestages, Würzburg, Königshausen & Neumann, Mai più pigrizia da pensiero unico, in «Il Paradosso», El pensamiento de Gaos entre historia de las ideas y filosofía de la filosofía, in S. Sevilla, E. Vázquez (eds.), Filosofía y vida. Debate sobre José Gaos, Madrid, Biblioteca Nueva/Grupo Editorial siglo XXI,  Vico und der Historismus, in P. König (hrsg.), Vico in Europa zwischen 1800 und 1950, Heidelberg, Universitätsverlag Winter, Il ruolo delle Humanities nella costruzione di una società interculturale, in «Philosophia», Interculturalità e riconfigurazione concettuale dell’ermeneutica, in «Bollettino Filosofico», Interkulturelle Philosophie zwischen Universalismus und Partikularismus, in E. Schafroth, M. Nicklaus, C. Schwarzer, D. Conte (hrsg.), Italien, Deutschland, Europa: kulturelle Identitäten und Interdipendenzen, Oberhausen, Athena Verlag, Oltre l’idealismo. Lo storicismo in forma negativa, in «Giornale critico della filosofia italiana» [anche in «Bollettino Filosofico», Die Rolle der Humanenities im Aufbau einer interkulturellen Gesellschaft, in G. Morrone (hrsg.), Universalität versus Relativität in einer interkulturellen Perspektive, Nordhausen, Traugott Bautz, Transmediterraneo. Un approccio filosofico, in A. Scarabelli, R. Catania Marrone, D. Balzano (a cura di), Sconfinamenti. 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Todaro, Vorrei ancora, Salerno, Arti Grafiche Boccia,  Se ritornano destra e sinistra, in «Il Roma», Se si ripete ancora il copione del 2006, in «Il Roma», Se la filosofia aiuta la politica, in «Il Roma», L’idea della storia congeniale al centrosinistra, in «l’Unità», La libertà e le occasioni. Ecco il pensiero di Masullo, in «La Città», L’olocausto e l’indifferenza, in «Il Roma», Fuga dallo studio, segno del declino, in «Il Roma»,  “La scienza nuova”, un volume per capire. Vitiello e il pre-testo per dialogare con le filosofie, in «Corriere del Mezzogiorno», La Chiesa a un bivio, in «Il Roma», Attenti al rischio ingovernabilità, in «Il Roma»,  I rischi del dopo Chavez. Venezuela al bivio, in «l’Unità», I meriti di Chavez, in «Il Roma», Il Papa e la cura per il prossimo, in «Il Roma», Verso un governo del Presidente, in «Il Roma», Quando la speranza si prosciuga, in «Il Roma», Usciamo dall’impasse e diamo un governo all’Italia, in «l’Unità», Democrazia del web e i rischi di internet, in «Il Roma», La nuova dottrina di Papa Francesco, in «Il Roma», 19 maggio 2013. 1399 – Presidenzialismo scelta oligarchica, in «Il Roma», Astensionismo e antipolitica, in «Il Roma», Fenomenologia del berlusconismo, in «Il Roma», Enciclica, più marcata la mano di Ratzinger, in «Il Roma», Terra di veleni, è un genocidio, in «Il Roma», Ma il vero allarme è per i nuovi poveri, in «Il Roma», Il PD, il congresso e i falsi rinnovatori, in «Il Roma», Basta cannoneggiare il PD. È il sistema che è in crisi, in «La Città», Ma il berlusconismo non è mai tramontato, in «Il Roma», I casi di Silvio e il ruolo dei giudici, in «La Città», Spunti di riflessione dagli affreschi ritrovati, in «La Città», Berlusconi e le richieste impossibili, in «La Città»,  La sorte di Berlusconi e la destra che verrà, in «Roma», L’olocausto e il gesto della Merkel, in «La Città», I limiti dell’intervento militare in Siria, in «Roma», Lo spettro di una guerra totale, in «La Città»,  Il paradosso dell’America, in «Roma», Il peso politico di Allende 40 anni dopo, in «La Città», Il linguaggio nuovo del Papa, in «Roma», Memorie sulfuree di un testimone, in «Roma»,  Il PDL e il bluff delle dimissioni, in «Roma», Tessitore alla ricerca dello storicismo di Croce, in «Corriere del Mezzogiorno», 9 ottobre 2013. 1421 – Grillo, populismo e diritti umani, in «Roma», Quello che (mi) spaventa dell’astro splendente Renzi, in «La Città», Il negazionismo, idiozia o reato?, in «Roma», Se il PDL piange, il PD non ride, in «Roma», Il ruolo della sinistra nel mondo che cambia, in «La Città», Congressi e tessere, l’anima perduta del partito democratico, in «Roma», Revisionismo e l’egemonia culturale, in «La Città», La lezione storica di Mannucci, in «La Città», Ma il “miracolo” di Nelson Mandela non è ancora stato completato, in «Roma», Rabbia e antipolitica, un mix esplosivo, in «Roma», Passate le primarie, il PD ritrovi i contenuti, in «Roma», Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Dimensioni filosofiche e storiche dell’interculturalità, Milano-Udine, Mimesis, Storicismo critico-problematico e interculturalità, in «Research Trends in Humanities. Education & Philosophy», Banfi dall’umanesimo critico all’umanesimo storicistico integrale, in «Critica Marxista»,  Machiavelli e l’Italia moderna nelle analisi di Francesco De Sanctis, in G. Lencan Stoica, S. Dragulin (coord.), New Studies on Machiavelli and Machiavellism. Approaches and Historiography, Universitatea Din Bucarest, Ars Docendi, Contributo su la Scienza Nuova. Le tre edizioni del 1725, 1730 e 1744, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Presentación del libro de J.M. Sevilla, Prolegómenos para una crítica de la razón problemática. Motivos en 144 Vico y Ortega, in «Cuadernos sobre Vico», Geschichte/Geschichtsphilosophie, in H.D. Brandt (hrsg.), Disziplinen der Philosophie. Ein Kompendium, Hamburg, Meiner Verlag, Teorie e metodi dell’interculturalità nella prospettiva di un nuovo umanesimo, in G. Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Dimensioni filosofiche e storiche dell’interculturalità, Milano-Udine, Mimesis, Contro le “Borie ritornanti”: per un sano uso della critica, in «Trans/Form/Ação. Revista de Filosofia», Universidad Estadual Paulista, Paolo Rossi storico del presente, in D. Balzano, D. Bigalli (a cura di), La ragione curiosa. Atti del convegno in memoria di Paolo Rossi, Roma, Aracne, 2014, pp. 239-262. 1442 – Nuovi percorsi dello storicismo critico: la filosofia interculturale, in M. Castagna, R. Pititto, S. Venezia (a cura di), I dialoghi dell’interpretazione. Studi in onore di Domenico Jervolino, Pomigliano D’Arco (Na), Diogene Edizioni, Nuovo umanesimo e filosofia interculturale, in «Humanitas», Bloch e il futuro della dignità umana, in R. Viti Cavaliere, R. Peluso (a cura di), La coscienza del futuro, Napoli, La Scuola di Pitagora Editrice, Tra ragione storica e ragione narrativa. Sulla critica della ragione problematica di José Manuel Sevilla, in «Rocinante. Rivista di filosofia iberica e iberoamericana», Storia e rivoluzione. Per Giuseppe Prestipino, in T. Serra (a cura di), Giuseppe Prestipino. Un Maestro, Roma, Edizioni Nuova Cultura, Recensione di F. Gallo, Dalla patria allo Stato. 145 Bertrando Spaventa, una biografia intellettuale, Roma-Bari, Laterza, 2013, in «Logos», Recensione di A. Agosti, Il partito provvisorio. Storia del Psiup nel lungo Sessantotto italiano, Roma-Bari, Laterza, 2013, in «Historia Magistra», Passione politica e passioni morali per salvare la dignità dell’intellettuale (a proposito del carteggio Levi Della Vida-Salvatorelli), in «Historia Magistra», Introduzione a Evolving Philosophy, in «Research Trends in Humanities. Education & Philosophy», Introduzione (in collab. con A. Giugliano) a G. Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Dimensioni filosofiche e storiche dell’interculturalità, Milano-Udine, Mimesis, Presentazione (in collab. con C. Cantillo) del fascicolo di «Rocinante. Rivista di filosofia iberica e iberoamericana», Il futuro di Renzi e la legge elettorale, in «Roma», Attenti al razzismo strisciante della Lega, in «Roma», Legge elettorale, quante perplessità, in «Roma», Lo sfascismo intollerabile del M5S, in «Roma», L’Europa sappia ripartire dai suoi valori fondamentali, in «Roma», Renzi, la fretta e il filo del rasoio, in «Roma», Quell’indifferenza nei confronti del Sud, in «Roma», Psiup, il partito provvisorio, in «l’Unità», Nazionalismi e populismi, in «Roma», Aprile ’44: la svolta di Salerno. I partiti antifascisti al governo, in « La Città», Europa delle élites o Europa dei cittadini?, in «Roma», Renzi, oppositori deboli e divisi, in «Roma», Le ragioni del successo di Papa Francesco, in «Roma», Embrioni scambiati e questioni morali, in “«Roma», 25 Aprile: non stanca retorica ma omaggio ai combattenti, in «La Città», I quattro Papi e la forza della Chiesa, in «Roma», Ma l’Europa non merita la morte, in «Roma», Uno scatto d’orgoglio partendo dall’Unità d’Italia, in «l’Unità», Occorre cambiare politica e uomini, in «Roma», Disoccupazione giovanile, i dati sono catastrofici, in «Roma», Un uomo diventato eroe negli anni bui della dittatura, in «La Città», Vero leader. Basta revival nostalgici (a proposito di Berlinguer), in «La Città», Corruzione politica e sete di potere, in «Roma», La doppia sfida di Renzi a Bruxelles, in «Roma»,  Immigrati, 4 capitoli per un’agenda Ue, in «Roma», Autodifesa e rappresaglia, in «Roma», Il patto del Nazareno? È solo fantapolitica, in «Roma», Gli opposti estremismi dell’ostruzionismo, in «Roma», Riforme istituzionali teatrino della politica, in «Roma», Gemelli “contesi”, dibattito aperto, in «Roma», Togliatti, il leader politico che realizzò un capolavoro, in «La Città», Contro i terroristi un corpo dell’ONU, in «Roma», Amarante negli scritti d’agosto, in «Il Mattino», La violazione della dignità umana, in «Roma», La questione italiana nell’ottica del Mezzogiorno. A proposito del libro di Barbagallo, in «La Città», Sindacati e politica, basta con gli slogan, in «Roma», Contro l’Isis scenda in campo l’ONU, in «Roma», Solo oggi il virus Ebola è un problema globale, in «Roma», L’ergastolo cancellato da Papa Francesco, in «Roma», Non resta che dire: povera Italia!, in «Roma», Enrico Berlinguer e la questione morale, in «La Città», Venticinque anni dopo, la Germania e l’Europa, in «Roma», L’intangibilità del diritto d’asilo, in «Roma», Se l’Università fa più (e meglio) del Comune, in «Roma»,  Berlinguer e Togliatti. Un errore storico cercare le analogie, in «La Città», I partiti macchine di potere e clientele, in «Roma», Napolitano e i rischi dell’antipolitica, in «Roma», Quel duetto comico tra anima e corpo, in «Roma», Il Papa e le quindici piaghe della Chiesa, in «Roma», Dallo storicismo allo storicismo, introduzione di F. Tessitore, a cura di G. Ciriello, G. D’Anna, A. Giugliano, Pisa, ETS,  In dialogo con Vico. Ricerche, note, discussioni, introduzione di M. Sanna, a cura di M. Sanna, R. Diana, A. Mascolo, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Vita, opuscolo dal Lessico Crociano, a cura di R. Peluso, Napoli, La Scuola di Pitagora, Cacciatore, S. Cicenia (a cura di), Antonio Genovesi a trecento anni dalla nascita, Battipaglia (SA), Laveglia&Carlone, Del “pensare in proprio” nell’epoca delle filosofie mediatiche, in «Research Trends in Humanities. Education & Philosophy», Il potere che frena. Una riflessione sulla teologia politica di Massimo Cacciari, in «Jura Gentium», La critica in soccorso dell’umano. Filologia e Umanesimo, in F. Mora (a cura di), Metamorfosi dell’umano, Milano-Udine, Mimesis, Intervento su Labirinto filosofico di Massimo Cacciari, in «Logos», Religione e violenza. Qualche riflessione a partire da Charlie Hebdo, in «Historia Magistra. Rivista di storia critica», Contro le borie “ritornanti”. Per un sano uso della critica, in R. Diana (a cura di) Le “borie” vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi tra moderno e contemporaneo, Napoli, ISPF Lab - Consiglio Nazionale delle Ricerche, Ancora sul Vico di Pietro Siciliani, in F. Luceri (a cura di), Pietro Siciliani e Cesira Pozzolini, Filosofia e Letteratura, introduzione di F. Tessitore, Lecce, Edizioni Grifo, Filosofare dopo Ortega: su alcuni modelli di storia della filosofia e storia delle idee nella Spagna della seconda metà del Novecento, in «Philosophia», Filosofi e intellettuali spagnoli nell’opera di Sciascia, in «Todomodo. Rivista Internazionale di Studi Sciasciani», L’idea genovesiana di libertà, in G. Cacciatore, S. Cicenia (a cura di), Antonio Genovesi a trecento anni dalla nascita, Battipaglia (SA), Laveglia&Carlone, Il Croce di Girolamo Cotroneo, in G. Gembillo 150 (a cura di), Lo storicismo di Girolamo Cotroneo, Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, Il mio Gramsci, in «Gramsciana», Presentazione di C. Scudieri, Ascesa e fine della classe operaia angrese, Angri (SA), Centro Iniziative Culturali, Introduzione (in collab. con S. Cicenia) a G. Cacciatore, S. Cicenia (a cura di), Antonio Genovesi a trecento anni dalla nascita, Battipaglia (SA), Laveglia&Carlone, Biondi, esempio di storiografia etico-politica, in «Il Quotidiano del Sud», Ma le colpe sono anche dell’Occidente, in «Roma», Grazie Napolitano, presidente dei cittadini, in «Roma», Il PD di Renzi non è di sinistra, in «Roma», Il messaggio di Pierro nelle poesie, in «Il Mattino», Dalla balena bianca al Partito della Nazione, in «Roma», Il gravissimo errore delle sedute notturne, in «Roma», Lo scontro armato tra culture e religioni, in «Roma», L’idea pericolosa del Partito della Nazione, in «Roma», Quello spirito che serve alla Campania e al Sud, in «Roma», La misericordia e il messaggio evangelico, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Aiutare Tunisia e Libia contro la minaccia Isis, in «Roma», La strage di immigrati e l’inerzia della politica, in «Roma», Il 25 aprile e la resistenza dei profughi, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Italicum, un colpo letale per la nostra democrazia, in «Roma», Il protagonismo tedesco e la sua colpa storica, in «Roma», Amarante. Il dovere storico della memoria e il futuro da salvare, in «La Città», La globalizzazione della cieca violenza, in «Roma», La Resistenza di Salerno e il dovere della memoria, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), L’Occidente miope e l’avanzata dell’Is, in «Roma», Partito della Nazione: il progetto è fallito, in «Roma», Relazione virtuosa tra scienza e vangelo, in «Roma», La conversione ecologica di Papa Francesco, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Che fine ha fatto la sinistra moderata?, in «Roma», Reddito di cittadinanza nelle riforme di Renzi, in «Roma»,  Il pianeta “gemello” e il futuro della terra, in «Roma», Serve un piano Marshall per il Mezzogiorno, in «Roma», Barbarie post-atomica e dominio della ragione, in «Roma», Isis, serve un’alleanza come contro il nazismo, in «Roma», Come si uccidono le università del Sud, in «Roma», La “nuova” S. Teresa e la politica del territorio, in «La Città», Germania più europea grazie ai profughi, in «Roma», Tragedia immigrati e diritto d’asilo, in «Roma», Quando il rapporto dolore-paziente diventa consapevole, in «La Città», L’apocalisse delle migrazioni, in «Roma», La forza del papa che parla ai Sud del mondo, in «Il Mattino», La lobby delle armi e le stragi in Usa, in «Roma», Il Sud dimenticato da questo governo, in «Roma», Non illudiamoci sul Sud. Il governo lo ha abbandonato, in «Roma», La risposta forte del papa ai corvi e ai faraoni, in «Roma», Bisogna evitare reazioni emotive, in «Roma», Il reciproco rispetto di tutte le religioni, in «Roma», La misericordia non è un atto autoreferenziale, in «Roma», L’università verso un’irreversibile agonia, in «Roma, Lo spettacolo gender e il paradigma dell’identità sessuale, in «Il Mattino», Cacciatore, C. Cantillo (a cura di), Omaggio a Ortega. 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Ancora sul rapporto tra psicoanalisi e storia, in «Bollettino Filosofico», Filosofia pratica e filosofia civile, in A. Musci, R. Russo (a cura di), Filosofia civile e crisi della ragione. Croce filosofo europeo, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Etica, progresso, marxismo, in «Materialismo storico», Il concetto di cittadinanza in Vico come manifestazione del nesso tra universalità della legge e storicità empirica della civitas, in «Laboratorio dell’ISPF», Diversioni e riflessioni in un recente libro sul Chisciotte, in «Rocinante. Rivista di filosofia iberica, iberoamericana e interculturale», Recensione di A. Labriola, Tra Hegel e Spinoza. Scritti 1863-1869, a cura di A. Savorelli e A. Zanardo, Napoli, Biblipolis, 2015, in «Historia Magistra», Ortega y Gasset, Meditazioni del Chisciotte e altri saggi, a cura di G. Cacciatore e M.L. Mollo, Napoli, Guida, Introduzione (in collab. con C. Cantillo) a G. Cacciatore, C. Cantillo (a cura di), Omaggio a Ortega. A cento anni dalle Meditazioni del Chisciotte, Napoli, Guida Editori, Premessa a J. Ortega y Gasset, Meditazioni del Chisciotte e altri saggi, a cura di G. Cacciatore e M.L. Mollo, Napoli, Guida, Introduzione a D. Di Iasio, Dark Age. Per una rinascita dell’umano, Manfredonia, Pacilli, Introduzione a M Scalercio, Umanesimo e storia da Said a Vico. Una prospettiva vichiana sugli studi postcolionali, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Introduzione a L. Anzalone, Eroi nel paese della mafia. Storie italiane: Impastato, Ambrosoli, Falcone e Borsellino, Don Puglisi, S. Cesario di Lecce, Pensa Editore, Vecchi e nuovi conflitti: scenari inquietanti, in «Roma», 4 gennaio 2016. 1590 – Zanone, studioso e politico legatissimo a Salerno (in collab. con R. Cangiano), in «La Città», Immigrazione, politici sull’onda dell’emozione, in «Roma», Esprit de finesse et de géométrie. Il connubio felice di Cicenia, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), L’America di Obama profondamente divisa, in «Roma», Le unioni civili e i dubbi del Papa, in «Roma», La sconfitta del socialismo democratico e riformista, in «Roma», L’adozione del figliastro, quanta confusione, in «Roma», Umberto Eco, l’Europa e l’uscita degli inglesi, in «Roma», Volpe e la città ricostruita dalle macerie, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Facciamo attenzione alla polveriera Libia, in «Roma», La crisi della sinistra con la nascita del PD, in «Roma», La nazione napoletana tra mito e realtà, in «Corriere del Mezzogiorno», Francesco De Martino, un uomo che ci manca, in «Roma», La misericordia del Papa e i fallimenti dei politici, in «Roma», Questa spaccatura non serve a nessuno, in «Roma», La realtà di una metropoli tra immagini e parole, in «La Città», Papa Bergoglio e il sogno di un’Europa nuova, in «Roma», Il populismo dell’antipolitica, in «Roma», I politici studino il rapporto Istat per capire cosa fare, in «Roma», Un appuntamento importante campo di prova per Renzi, in “Roma», L’obiettivo deve essere la serie A, in «La Città», Un libro che diffonde l’odio contro l’uomo, in «Roma», Anche con la Brexit l’Europa non muore, in «Roma», Si è concesso troppo ai conservatori inglesi, in «Roma», Gli errori che uccidono le nostre democrazie, in «Roma», È una g uerra figlia della globalizzazione, in «Roma», La religione strumento di pace per Francesco, in «Roma», Sicurezza e democrazia per battere la paura, in «Roma», Burkini vietati, non è vera laicità, in «Roma», Subito un piano nazionale di sicurezza degli edifici, in «Roma», Lo storicismo secondo Tessitore, in «Corriere del Mezzogiorno», Il mondo di “Bella ciao”, la canzone della libertà, il «Il Mattino» (ed. di Salerno), Ma Ciampi non fu solo un grande europeista, in «Roma», Quell’inchino davanti al PCI, in «La Città», Obama e l’agenda delle sfide globali, in «Roma», Amendola contro i populismi, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Il pericolo del populsimo demagogico-qualunquista. A proposito della crisi del socialismo europeo, in «Roma», Dialoghi sull’anima. Insondabile mistero, il «Il Mattino» (ed. di Salerno), Scuola dimenticata, tornano le proteste, in «Roma», Penalizzati le donne e i lavoratori meridionali, in «Roma», Crisi e mutamento nel senso dell’umano, in «Roma», Quegli eroi di una scelta contrastata, in «Il Quotidiano del Sud», Presidenziali in Usa, scontro tra due mondi, in «Roma», Apocalittici o rassegnati, ma c’è una terza via, in «Roma», Fine del l’esperimento del socialismo cubano?, in «Roma», Personalizzazione politica nelle logiche di partito, in «Roma», Le voci del secolo breve, in «Corriere del Mezzogiorno”, Responsabilità degli storici nella vita civile, in «La Città», La politica torni giudice di se stessa, in «Roma», Il corpo a corpo di Galasso con la storia, in «Corriere del Mezzogiorno»,  Laurea Honoris Causa in Scienze Pedagogiche. Lectio Magistralis. Il futuro della filosofia sta nel suo passato, presentazione di A.Tommasetti, Laudatio: Sullo storicismo di G. Cacciatore di F. Tessitore, Salerno, Università degli Studi di Salerno, L’esperienza filosofica di Fulvio Tessitore in forma di dialogo. Intervista di Giuseppe Cacciatore, a cura di S. Tarantino, in appendice la bibliografia degli scritti a cura di F. Lomonaco, presentazione di M. De Dominicis, Napoli, Editoriale Scientifica, Giuseppe Giarrizzo, Napoli, Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti, “Profili e Ricordi” Ricostruzione, interpretazione, storicità. Ancora sul rapporto tra psicoanalisi e storia, in «Research Trend in Humanties», IV, Croce e Dilthey. Le due vie dello storicismo europeo, in C. Tuozzolo (a cura di), Benedetto Croce. Riflessioni a 150 anni dalla nascita, Canterano (RM), Aracne [anche in S. Di Bella, F. Rizzo Celona (a cura di), Croce e la modernità tedesca, Roma, Aracne, In memoria di Italo Gallo, in «Rassegna Storica Salernitana», Il sapere filosofico e la sua storia tra universalismo e relativismo, in «Storiografia. Rivista annuale di storia», Roma, Fabrizio Serra Editore, Dilthey e Humboldt. La fondazione filosofica dell’individualità e la nascita della coscienza storica, in A. Carrano, E. Massimilla, F. Tessitore (a cura di), Wilhelm von Humboldt, duecentocinquant’anni dopo. Incontri e confronti, Quaderni dell’«Archivio di storia della cultura», n.s., vol. 7, Napoli, Liguori, Tra etica dei principi ed etica pratica. I Frammenti di etica di Benedetto Croce, in «Il Pensiero italiano», Divagazioni filosofiche (e non) sulla felicità, in V. Caputo (a cura di), L’Io felice tra filosofia e letteratura, Milano, Franco Angeli, Tacito e il tacitismo in Spagna, in «Rocinante. Ri- 160 vista di filosofia iberica, iberoamericana e interculturale», Meticciato, ibridazione, etica interculturale, in G. Magnano San Lio, L. Ingaliso (a cura di), Alterità e cosmopolitismo nel pensiero moderno e contemporaneo, Soveria Mannelli, Rubbettino,  [anche in M. Longo, G. Miceli (a cura di), La filosofia e la sua storia. Studi in onore di G. Piaia, Padova, Cleup, Gramsci oggi. Tra marxismo critico ed etica della realizzazione dell’umano, in «Infiniti Mondi», Note introduttive, in «Rassegna storica salernitana», Prefazione a G. Magnano San Lio, Per una filosofia dello storicismo. Studi su Dilthey, Soveria Mannelli, Rubbettino, Non basta l’accoglienza senza vera integrazione, in «Roma», Il futuro dell’America nell’addio di Obama, in «Roma», Come cambiano gli Usa nell’era del populismo, in «Roma», Olocausto, una eredità da trasmettere ai giovani, in «Roma»,  Post, il prefisso che avvelena la democrazia, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Le ambizioni di Renzi e il bene del paese, in «Roma», Tradizione socialista: è in crisi profonda, in «Roma», Diritto all’obiezione e all’autodeterminazione, in «Roma», La sinistra ora recuperi i valori espressi dal voto del 4 dicembre, in «La Città», Edizione nazionale di Labriola, spunta il testo su Spinoza, in «Corriere del Mezzogiorno», I nuovi schiavi del nostro secolo, in «Roma», Magistrati e politica, un rapporto irrisolto, in «Roma», Cambio d’epoca. 1917 l’anno della rivoluzione, in «La Città», Rappresentante e rappresentato, in «Roma», Ecco la nuova casa a sinistra del PD, in «Roma», Si va verso la terza catastrofe mondiale, «Roma»,  Francia, una risposta per il futuro europeo, in «Roma»,  Legittima difesa, tante incongruenze, in «Roma», Di che cosa sarà fatto il futuro? Emmanuel guardi alle ingiustizie, un «La Città», Tragedia e sofferenze di un popolo, in «La Città», De Sanctis, zoom su un maestro, in «Roma», I sette “grandi” e l’inutile incontro di Taormina, in «Roma», Ma la vera sinistra rischia di scomparire, in «Roma», La reintroduzione del sistema voucher, in «Roma»,  PD, è un dualismo di difficile soluzione, in «Roma», Le tante responsabilità dell’emergenza incendi, in «Roma», Migranti, sta fallendo lo spirito comunitario, in «Roma», Rapporto da chiarire tra obbligo e libertà, in «Roma», Migranti, l’Europa tradisce se stessa, in «Roma», Multinazionali estere libere di avvelenare, in «Roma», S. Matteo? Basta amenità, è culto storico, in «La Città», Raggi come Pilato. Serve buon senso, in «Roma», Il mondo dei robot, è l’era post-umana?, in «Roma», Gli abusi di potere di qualche magistrato, in «Roma», I mitici anni 60 dei primi “nettuniani”, in «La Città», Spagna e Catalogna sull’orlo del baratro, in «Roma», L’Università italiana non va criminalizzata, in «Roma», Così il “giornalista” Gramsci rilegge gli eventi della rivoluzione d’ottobre, in «La Città», Cosa si nasconde dietro la crisi catalana, in «Roma», Democrazia italiana: è sempre più stanca, in «Roma», I quattro populismi sula scena politica, in «Roma», Spagna, è a rischio il futuro democratico, in «Roma», Che fine ha fatto la sinistra italiana?, in «Roma», Ma dov’è finita la dignità umana?, in «Roma», Emergenza migranti, la sciagurata decisione di affidarsi alla Libia, «La Città» [anche in «Roma» col titolo Le ventisei migranti sepolte a Salerno]. 1700 – Quando ci dimentichiamo delle nostre origini, in «Roma», Passioni e debolezze di Gramsci nell’originale biografia di D’Orsi, in «La Città», Se patria e matria diventano contaminazione virtuosa, in «La Città», 4 dicembre 2017 [anche in «Roma» col titolo Il duro confronto tra Patria e Matria] Rinnovare la cultura politica per debellare i neo fascismi, in «La Città», La svolta umanistica del biotestamento, in «La Città», 18 dicembre 2017 [anche in «Roma» col titolo Biotestamento e dignità, una rivoluzione culturale] La Catalogna vittoriosa non rilanci lo scontro, in «La Città» [anche in «Roma», col titolo La questione catalana e i rischi per l’Europa]. 1706 – Umanesimo. La linea analitica di Cacciari. Interrogativi sulla crisi tra filologia e filosofia, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Acerca de la génesis de los conceptos viquianos de ingenio y fantasía, in «Cuadernos sobre Vico», In difesa della Carta Costituzionale, oggi come ieri, in «Infiniti Mondi», Divagazioni sulla felicità, in P. Rumore (a cura di), Momenti di felicità. Per Massimo Mori, Bologna, Il Mulino, Humboldt und Dilthey. Die philosophische Begründung der Individualität und das Entstehen des geschichtlichen Bewusstseins, in J. Trabant (hrsg.), Wilhelm von Humboldt: Sprache, Dichtung, Geschichte, Paderborn, Wilhelm Fink Verlag, Etica e storia in Ernst Troeltsch, in G. Cantillo, D. Conte, A. Donise, E. Massimilla (a cura di), Ernst Troeltsch. Religione, etica, filosofia della storia, Quaderni dell’«Archivio di storia della cultura», n.s., vol. 8, Napoli, Liguori, Humanismus e Umanesimo, in «Archivio di storia della cultura», Sulla genesi dei concetti vichiani di ingegno e fantasia, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Pena di morte e letteratura. Una prospettiva storico-filosofica, in «Logos», A. Labriola, I problemi della filosofia della storia, Recensioni, a cura di G. Cacciatore e M. Martirano, Napoli, Bibliopolis,  Premessa a G. Cirillo (a cura di) L’italia a cento anni dalla grande guerra. Miti, interpretazioni, politiche industrali, Fisciano (SA), Gutenberg Edizioni, Prefazione a S. Tarantino, Chiaroscuri della ragio- 165 ne. Kant e le filosofe del Novecento. Napoli, Guida Editori, Introduzione a L. Cicalese, A Nocera Superiore dal 1943 al 1946, Nocera Superiore, PrintArt, La “vecchia” Costituzione che rianima la democrazia stanca, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), La Costituzione merita una riflessione storica, in «Roma», “Rubentus”, sperando nel gesto dell’ombrello, in «Roma», La Segre e gli orrori di ieri, oggi e domani, in «Roma», Si alla clonazione ma solo a fin di bene, in «Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo La clonazione tra ragionevoli e catastrofisti, Attenti al pericolo dei nuovi nazifascisti, in «Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo L’Olocausto e la legge polacca. L’aggettivo che nasconde i carnefici della porta accanto,  La storia e le rivoluzioni culturali e sociali, in «Roma»,  [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Il Sessantotto delle libertà sospeso tra il silenzio e l’idillio della retorica, Sacralità della vita e libertà di suicidio, in «Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo La dignità della vita e i sentieri interrotti della ragion politica,  Intanto cresce l’odio verso gli immigrati, in «Roma», 26 febbraio 2018 [anche in «Il Mattino», ed. di 166 Salerno, col titolo Fascismo e antifascismo: le parole “vecchie” che nominano il nuovo, Restare ottimisti nonostante tutto, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Stare al mondo con ottimismo nel grigio weekend, Quella scintilla viva nell’idea di socialismo, in «Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, La coperta del socialismo che contamina lo scandalo della modernità, I populismi, malattia senile della democrazia, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Il “possibile” dei partiti senza demonizzare i congiuntivi sbagliati, La preoccupazione per i due populismi, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo L’aventinismo nullista travolto dall’onda populista, Giornalismo d’inchiesta tra politica e informazione, in «Il Mattino», ed. di Salerno, La razza non esiste, lo dice la scienza, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, Informazione digitale: uso improprio e illegale, in «Roma»,  [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, Perché i diritti sono radice immutabile della sinistra, in «Il Mattino», ed. di Salerno [anche in «Roma», Le istituzioni possono fermare un altro declino. A proposito della chiusura della Libreria Internazionale, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Internazionale, patrimonio culturale della città, in «YouCamp», Recuperare Marx senza totalitarismi, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo A che condizione non possiamo non dirci marxisti, La strada stretta tra populisti e sovranisti, in «Il Mattino», ed. di Salerno [anche in «Roma» col titolo L’ultima spiaggia: potere a Mattarella, Fionda e cecchini. Il nuovo apartheid dei palestinesi, in «Il Mattino», ed. di Salerno [anche in «Roma» col titolo Non resta che diventare cittadini israeliani, Uno scontro istituzionale che non ha precedenti, in «Roma», Apprendisti stregoni contro la costituzione, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), La mutazione genetica del populismo tradizionale, in «Roma», La piazza multiclassista e la sinistra incerta, in «Il Mattino» (ed. di Salerno),  Governo muto su diritti e lavoro, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo La testa dura dei fatti e le visioni innegabili, La sinistra sconfitta ma non ancora sepolta, in «Roma», 18 giugno 2018 [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Un nuovo socialismo per la nuova sinistra, Ambiente e cervello: un dialogo continuo, in “«Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Tra anoressia dei valori e bulimia dei consumi, Se la nostra Europa rinnega la vocazione umanitaria, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), La perdita d’influenza della classe operaia, in «Roma»,  Guardiamo la storia come “Magistra Vitae”, in «Roma», Immigrati, il razzista della porta accanto, in «Roma», L’indifferenza convive con l’odio, dal giudice xenofobo a Federica, in «La Città», Il mondo cattolico argine al razzismo, in «Roma», Sud nel baratro. Governo assente, in «Roma», Renato Cangiano, l’anima del premio Salvatore Valitutti, in «La Città», Basta proclami, ora servono i fatti, in «Roma», La democrazia “sostituita” dai social, in «Roma», Dalla Chiesa l’appello in difesa dell’ambiente, in «Roma»,  L’ignoranza “democratica” che genera i populismi, in «Il Mattino», [anche in «Roma» col titolo La storia è il sapere più vicino alla politica, Amendola, le lettere della libertà, in «La Città», Bergoglio e la dura critica al populismo dilagante, in «Roma», Verso la “dittatura della maggioranza” [titolo originale del giornale: Verso una dittatura delle fake-news], in «Roma», Perché i populisti odiano la storia, in «Roma», Scivoliamo verso il baratro con gli apprendisti stregoni, in «Roma», Il nemico non è alle porte, ma il pre-fascismo sì, in «Roma», Salerno e la sua storia, in «Cronache della sera», Ecco come nascono i governi autoritari, in «Roma», Dalle veline fasciste ai messaggi grillini, in «Roma», Dalle donne parta una rivolta civile, in «Roma», I preoccupanti dati del rapporto Censis, in «Roma», Diritti umani ancora calpestati nel mondo, in «Roma», Dilthey zwischen Universalismus und Relativismus, in «Aoristo. Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics», Etica e storia in Troeltsch, in «Aoristo. Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics», “Mis” Vico, in «Cuadernos sobre Vico», La lingua della Scienza Nuova di Vico. In dialogo con una inedita interpretazione della lingua vichiana, in F. Cacciapuoti (a cura di), Il corpo dell’idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi, Roma, Donzelli, Un appuntamento mancato? Il carteggio AndersLukács in A. Meccariello, A. Infranca (a cura di), Vie traverse. Lukács e Anders a confronto, Trieste, Asterios, Bloch e l’alleanza tra diritto naturale e diritti umani, in «Infiniti Mondi»,  L’Europa nelle riflessioni di Benedetto Croce e Thomas Mann, in Aa.Vv., Adotta un filosofo, pogetto di formazione rivolto alle scuole superiori, Fondazione Campania dei Festival, Il marxismo di Antonio Banfi, in «Critica Marxista», Bloch e l’utopia della Menschenwürde, in «B@belonline»,  Storia filosofica o storia storica della filosofia?, in «Iride», Weimar 100 anni dopo. Lezioni da meditare, in «Historia Magistra», Recensione di F. Esposito, R. Guerriero, Il capitano. La storia di Donato Vestuti, in «Rassegna Storica Salernitana», Rivolta anti-Salvini, disobbedire è giusto, in «Roma», Sconfessare le promesse dei nostri governanti, in «Roma», Così vogliono demolire la democrazia parlamentare, in «Roma», Lelio Basso e quell’incontro mancato tra Marx e Kant, in «Salerno Sera»,  Il giorno della memoria e la nuova barbarie, in «Roma», Italiani abbindolati grazie alla paura, in «Roma» [anche in «Salerno Sera», 4 febbraio 2019, col titolo Prigionieri dell’istrionismo salviniano]. 1790 – La pietà verso i morti e i diritti dei migranti, in «Roma», [anche in «Salerno Sera» col titolo Il volto salato dei naufraghi]  L’eutanasia del Sud, morte lenta indotta, in «Roma» [anche in «Salerno Sera», col titolo Giù le mani dalla Costituzione].L’attacco alla storia: rischia di scomparire, in «Roma»  [anche in «Salerno Sera», col titolo Giù le mani dalla storia] La “Città” e quei pirati sulla nave di Teseo, in «Salerno Sera», [anche in «Roma» col titolo La truffa delle tre tavolette de “La Città” di Salerno, Diseguaglianze e violenze, una svolta per le donne, in «Roma», [anche in «Salerno Sera» col titolo Non una di meno, Nuova Zelanda, l’orrore si rinnova, in «Salerno Sera» [anche in «Roma», col titolo Abbassiamo a 14 anni il diritto al voto, Ius soli, è solo un dovere, in «Salerno Sera» [anche in «Roma», col titolo Populismo e sovranismo, una miscela pericolosa, No al suprematismo neofascista, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo Il populismo italiano e la tragedia umanitartia, La letteratura e il senso del viaggio, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo “Giornalisti all’inferno”, romanzo sorprendente, Difendiamo la storia o si vendicherà, in “«Roma» [anche in «Salerno Sera», col titolo La storia un bene comune, se ignorata si vendica] La necessità storica dell’Europa, in «Salerno Sera» [anche in «Roma», col titolo Un’Europa unita contro il nazionalismo] Per Roberto Visconti, in «Le Cronache», Decreto sicurezza? È incostituzionale, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo La Costituzione non resti sulla carta, La dittatura della Rete, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo La dittatura informatica dei social network, Il Presidente Mattarella è l’ombrello protettivo, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Meno male che Mattarella c’è, L’ambiente, occasione persa per la sinistra, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo La sinistra si allei con i movimenti ecologisti,  L’eredità perduta della classe operaia, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo La sinistra riscopra la “fatica del lavoro”, La vergognosa politica antimeridionalista, in «Roma», Attenti al populismo penale, in «Salerno Sera»  [anche in «Roma» col titolo Populismo penale e sequestro di persone, I testi Invalsi e la crisi del linguaggio pubblico, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo La scuola scivola sui testi Invalsi, È un pianeta dominato dall’egoismo del potere, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Fermiamo la catastrofe ecologica, Il Sud è all’ultima spiaggia, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo Sud, serve un piano di emergenza, Tutti uniti contro il pericolo sovranista, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo Il sussulto di orgoglio del premier Conte, Amazzonia-Italia, così va in fumo il futuro, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo Il balletto PD-5Stelle mentre il mondo brucia, Il “nuovo umanesimo” e l’insidia dei fondamentalismi, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo L’umanesimo di Conte e i rifugiati in alto mare, Non basta aver messo Salvini fuori gioco, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» Il governo giallorosso tiri fuori il coraggio, Diritti umani universali e libera circolazione, in «Roma», 16 settembre 2019 [anche in «Salerno Sera» col titolo Ma i diritti dell’uomo sono ancora universali?, L’urlo di Greta e il silenzio assordante delle istituzioni, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo E il decreto sull’ambiente ancora una volta rinviato, Se l’essere umano batte l’algoritmo, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Se l’algoritmo diventa rischio per la democrazia, Il dramma dei curdi, un popolo senza, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo La tragedia dei curdi e l’ipocrisia dell’Europa, Finalmente un disegno per la difesa della storia, in «Roma», 28 ottobre 2019 [anche in «Salerno Sera» col titolo Il ritorno della storia contro la civiltà delle fake news, Ricordando la caduta del muro di Berlino, in «Roma» [anche in «Salerno Sera», col titolo 30 anni fa la caduta del muro, ma l’Europa dov’è?, Ora la classe operaia si scuota dal letargo, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo La lenta “dismissione” della lotta operaia, Quello delle sardine è un mare promettente, in «Salerno Sera», 2 dicembre 2019 [anche in «Roma» col titolo Le sardine e la polemica contro i populismi, Dai movimenti di piazza un’inversione di tendenza, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Se le classi più deboli invocano l’uomo forte,  La brexit e i doveri della sinistra europea, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo La classe operaia cambiata, lo sfruttamento invece no, Altri tagli alla ricerca, ci vuole uno sciopero,in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Tagli alla ricerca, l’Italia sempre più povera, Sulla Pandemia. Appunti di un filosofo in quarantena, Sant’Egidio del Monte Albino, Francesco D’Amato, Cacciatore, M. Kaufmann, F. Lomonaco (hrsg.), Zwischen Sprache und Geschichte. Vicos Methode beim Umgang mit Recht und Naturrecht, Berlin, Peter Lang, Cacciatore, M. Sanna, A. Mascolo (a cura di), Le trame dell’ingegno. Vico nell’orizzonte della cultura iberica e iberoamericana, «Rocinante. Rivista di filosofia iberica, iberoamericana e interculturale», ISPF-CNR, Napoli, Diogene, Giuseppe Capograssi e Pietro Piovani. Riflessioni sull’opera di due maestri, Lettera ad un amico a guisa di introduzione di F. Tessitore, Napoli, Liguori Editore, Der Zusammenhang zwischen der Universalität des Gesetzes und der empirischen Geschichtlichkeit der Civitas in Vicos Begriff der Bürgerschaft, in G. Cacciatore, M. Kaufmann, F. Lomonaco (hrsg.), Zwischen Sprache und Geschichte. Vicos Methode beim Umgang mit Recht und Naturrecht, Berlin, Peter Lang, Una “svolta” negli studi su Vico in Spagna. Note in margine all’opera di José M. Sevilla Fernández, in G. Cacciatore, M. Sanna, A. Mascolo (a cura di), Le trame dell’ingegno. Vico nell’orizzonte della cultura iberica e iberoamericana, «Rocinante. Rivista di filosofia iberica, iberoamericana e interculturale», ISPF-CNR, Napoli, Diogene, Pisacane. Risorgimento e questione sociale, in L. Melillo (a cura di), La lezione di Carlo Pisacane, «Il Pozzo», Mito e storia in Vico, in P. De Lucia, S. Langella, M. Longo, F.L. Marcolungo, L. Mauro, S. Zanardi (a cura di), Storiografia filosofica e storiografia religiosa. Due punti di vista a confronto. Scritti in onore di Luciano Malusa, Milano, Franco Angeli, Una nuova edizione de La Giovinezza di De Sanctis, in M. Trotta (a cura di), Francesco De Sanctis tra storia e memoria. Sulla Giovinezza, edizione critica di Giovanni Brancaccio, Milano, Biblion Edizioni, “Meine” Vico, in A. Krause, D. Simmermacher (hrsg.), Denken und Handeln. Festschrift für Matthias Kaufmann zum 65. Geburtstag, Berlin, Duncker & Humblot, L’identità ritrovata, in L. Libero (a cura di), Cosa ci resta? Ambiente, Risorse, Cultura, prefazione di T. Montanari, Salerno, Oèdipus edizioni, Banfi e il marxismo tra razionalismo critico e materialismo storico, in C. Tuozzolo (a cura di), Marx in Italia. Ricerche nel bicentenario della morte di Karl Marx, Roma, Aracne, Masullo. Tra fenomenologia della soggettività e geneaologia dell’umano, in «Infiniti Mondi», Per la critica della “storia debole”, in G. Cirillo, M.A. Noto (a cura di), Stagioni e ragioni della storia. Le 176 “vie” della ricerca di Aurelio Musi, Soveria Mannelli, Rubbettino, Il centenario della Società Salernitana di Storia Patria, in «Rassegna Storica Salernitana», Per Aldo Masullo, maestro di vita e di pensiero, in «Rassegna Storica Salernitana», Fausto Andria. Una vita esemplare, in «Rassegna Storica Salernitana», Croce und Dilthey: die zwei Wege des europäischen Historismus, in R. Faraone, M. Kaufmann (hrsg.), Benedetto Croce, Deutschland und die Moderne, Berlin, Peter Lang, Per Antonello Giugliano, in «Archivio di Storia della Cultura», Per la critica della “storia debole”, in G. Cirillo, M.A. Noto (a cura di), Ragioni e stagioni della storia. Le “vie” della ricerca di Aurelio Musi, Soveria Mannelli, Rubbettino, La ricerca della giustizia tra diritto religione e società, in C. De Angelis, A. Scalone (a cura di), Πολιτεία. Liber amicorum Agostino Carrino, Milano-Udine, Mimesis, Dilthey. La ragione tra storia e vita, in M. Cambi, R. Carbone, A. Carrano, E. Massimilla (a cura di), Ragione, razionalità e razionalizzazione in età moderna e contemporanea, Napoli, Federico II, Ricordo di Antonello Giugliano (in collab. con F. Lomonaco), in «Logos», Recensione di U. Baldi, A un semplice cenno del capo. La lotta alla Gambardella nel 1974, un episodio di “Resistenza Operaia”, Nocera Superiore (SA), Polis SA 177 Edizioni, 2020, in «Rassegna Storica Salernitana», Presentazione di A. Franco, F. De Martino, A. Odierna (a cura di), “Studi storici sarnesi”. L’affermazione dei “civili”: il caso degli Hodierna, Torre del Greco, ESA Edizioni scientifiche ed artistiche, Introduzione a La filosofia del Tressette, Sant’Egidio del Monte Albino, Francesco D’Amato editore, Introduzione (in collab. con M. Martirano) a G. Cantillo, La filosofia del soggetto. Saggi su etica, comunità e storicità, Sant’Egidio del Monte Albino, Francesco D’Amato, Prefazione a A. Mondillo, L. Barricelli, G. Ianniello, M. Dalmotto (a cura di), Fratelli di libertà, fumetto sulla rivolta cilentana del 1828, Castelnuovo Cilento, B.M.P. 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È un colpo mortale, in «Roma», L’Europa sta a guardare la dittatura di Erdogan, in «Roma», 27 luglio, 2020. 1882 – Libertà non significa fare ammalare gli altri, in «Roma», Abbiamo il diritto di difendere la vita, in «Roma», Amarante e la necessità della storia, in «La Città», I pericoli del Sì al Referendum, in «Roma», Confindustria e Sindacati un conflitto che preoccupa, in «Roma», Il Sud, nuovo motore per la ripresa del Paese, in «Roma», L’indignazione di Saviano sull’attuale politica del PD, in «Roma», Costruire un’unione europea della salute, in «Roma», Migranti, è inaccettabile la solidarietà solo per i rimpatri, in «Roma», 28 settembre 2020. 180 1891 – Misure immediate contro gli irresponsabili, in «Roma», Bergoglio alla fraternità aggiunge l’amicizia sociale, in «Roma», I giovani e il concetto di responsabilità, in «Roma», Salute ed economia in conflitto, in «Roma», Il concetto di libertà non significa arbitrio, in «Roma», Joe Biden, uniti contro pandemia e razzismo, in «Roma», La sconcertante discrasia tra potere centrale e locale, in «Roma», Il difficile compito del Presidente Biden, in «Roma». PER L’INAUGURAZIONE DELLA STATUA COLOSSALE   DI NAPOLEONE I, OPERA DI CANOVA IN MILANO. CARCANO MILANO  COI TIPI DI LUIGI DI GIACOMO PIROLA. ] tira costume di andar cercando nelle vicissitudini di antichi  imperi, in lontane epoche della storia, i solenni ammonimenti  della verità e i riscontri de’ fatti sociali che manifestano F invincibile potere della volontà umana, o lasciano indovinare il  misterioso cammino delle nazioni. Que’grandi esempj furono raccolti e magnificati in mille volumi, ascoltati nelle scuole, con quell’entusiasmo eh 1 è il convincimento de 1 cuori giovani e forti. Noi pure li udimmo raccontare, noi pure abbiamo palpitato a queste ricordanze di  gloria, di senno antico, a quelle gigantesche contese dell’oppressione colla libertà, di cui non credevamo potersi più  rinnovare l’esempio. Ma qual vi fu mai, ne’ libri della storia,  più grande, più maraviglioso spettacolo di quello a cui le  nostre generazioni furono presenti, nella parte di secolo che  hanno percorsa? Una rivoluzione, lenta opera di secoli, e che attraverso a  tanti inciampi, in mezzo alle rovine da essa lasciate , non è  stanca della sua via, aveva diffuso F ardente suo soffio sul  mondo: in Francia, alla guerra civile, che si era spenta nel  sangue, succedeva la guerra contro tutta Europa: era la lotta  suprema della società nuova contro l’antica. A que 1 giorni , uscito da un 1 isola oscura un oscuro predestinato mette il piede in terra di Francia , in quella terra  che ben presto deve parer troppa angusta al cammino delle  sue schiere, al desiderio della sua grand’anima. Egli viene; in poco tempo signoreggia l’Europa, ricompone questo mare agitato da tante tempeste, questi elementi della vita sociale confusi tra loro in una guerra feroce; e getta sovra un nuovo  sentiero le nazioni, di cui vuol essere F arbitro e la guida. Passano pochi anni, i più gloriosi del secolo; ed ecco, in  mezzo a immortali vittorie e a sventure immortali, quell’uomo  tocca il termine del suo cammino; e dispare nel carcere e  nell’esilio, lasciando la terra d’Europa feconda dei germi dell’avvenire. Così un gran fiume, così quel Nilo dalle ignote  sorgenti, che un giorno gli aveva obbedito, finisce nel mare,  dopo aver deposti tesori di fecondità nelle campagne attraversate dalle vaste sue acque. Dall’esilio, invece, e dal carcere, colF eterna giovinezza del  genio, con gli stessi suoi concepimenti, con la sua anima  stessa — dopo il giro di pochi lustri, in cui l’Europa tentò  invano di ricomporsi ne’ vecchi ordini e in nuove libertà —  ecco che, per mirabile mutamento di fortuna, vediamo comparire l’erede de’pensieri e de’propositi di quell’uomo. Fu come una di quelle comete che s’accostano alla terra,  poi ne vanno perdute nelle regioni dell’atmosfera: dopo lunga  stagione esse ritornano; la moltitudine vede in loro delle nuove  viaggiatrici del cielo, ma il sapiente le riconosce e sa che sono  le stesse, già da lui salutate e che ricompajono sull’orizzonte,  belle d’eterno splendore.  Ed ora, perchè siamo qui a contemplare un miracolo dell’arte nostra che ricorda quel Grande? I posteri hanno  data l’ardua sentenza? Questa gloria fu vera?  Sì — la gloria fu vera ! Napoleone è stato iniziatore d’ un  grande principio — il diritto della nazione; quel diritto per cui  abbiamo, oggi, un re ch’è nostro, e nostri sono questi soldati che  custodiscono le mura e i sacri campi della patria. E questi altri valorosi, che insieme coi nostri hanno combattuto le fraterne battaglie dell’indipendenza e sparso il sangue per l’Italia,  sono testimonj che noi pure siamo degni di avere una patria,  che per essa abbiamo saputo morire e vincere. Lasciate che ora io rammenti per che vie da lui procedesse questo gran fatto dell’italica nazione risorgente. L'uragano rivoluzionario, al finir dell’altro secolo, disperdendo i principi italiani, aveva costretto ad allontanarsi dalle Alpi quello che n’era stato il più antico e vigile custode :  e così, in quel momento, l’arbitro delle nostre sorti, solo all’opera della rigenerazione di questo paese, non fece che gettare i fondamenti di un regno italiano. E fu in quegli anni  che , resi a noi stessi , parve che risorgessimo a vita tutta  nuova: benché il fanatismo e 1’astio di quelli che sconfessano il bene, perchè da loro non è proceduto , siansi sforzati di mostrare che quell’epoca corresse per una brutta via  di servitù, di licenza e di tirannide. Non ci era dato il più  sacro dei diritti, la libertà civile e politica, e da lontano centro doveva giungere fino a noi il cenno imperiale: ma nostri  erano i giudici, i savj del corpo legislatore, i consultori dello stato; e avevamo fiorenti scuole cittadine e militari, e stupende alpine vie, e ponti e canali, e quanto più muniva la difesa e la sicurezza interna dello stato; raccolte in un solo  codice le leggi, fondato un sistema ipotecario, e misure e monete eguali; diffusa e fatta — come dev’essere — un beneficio  popolare, l’istruzione; e gl’ingegni sovrani nella scienza e nell'arte cercati, venerati; e sacri i nomi di Oriani, di Volta,  dì Spallanzani, di Scarpa; e, più che tutto, avevamo una milizia nostra , che in breve doveva levare a tanta altezza il  nome e il valore de’ nostri soldati; di quei soldati che più di  una volta seguirono i passi dell'Eroe ne’ campi della Germania, contro a stirpi da loro detestate: poiché a Lui medesimo,  sospinto dall’ardente genio del mezzodì contro la lunga oppressione delle razze settentrionali, pareva ribollissero in fondo  al cuore le antipatie del SUO SANGUE LATINO. Ma, per la seconda volta, contro al nuovo Impero d’ Occidente, rifluiva la vasta marea del mondo barbarico: il rancore de’ vinti seppe affrettare il giorno di una terribile riscossa. E, sciolto tutto quel fascio di forze eh’ egli solo aveva saputo stringere in sua mano, sembrò dissiparsi, come un ampio miraggio, quel mondo creato da lui. Compiuta questa gran vendetta dei re, quasi ogni gente di  Europa poteva almeno riposarsi nella propria nazionalità: a  noi italiani non rimase che la oppressione, e con essa la memoria di quel regno d’Italia, risorto dopo mille anni per così  breve tempo; la memoria di quella parola nuova e feconda,  di quegli anni gloriosi e non perituri. E ben lo sapevano  gli antichi dominatori, qui ritornali a ribadire la nostra catena:  essi, con la paura nell’ animo, proibivano perfino le imagini  dell’ Uomo Fatale: ma come, in ogni casolare di Francia, il  soldato, tornato lavoratore, venerava quella' sembianza; qui da  noi, gli ultimi véliti , compagni di tante sue battaglie, andavano narrando quei fatti con mesto orgoglio. Poi a poco a  poco codesti testimonj d’ una grandezza caduta si diradarono;  quelle imprese divennero come una leggenda, una storia tanto  grande da non parer più vera a genti che cominciavano ad  infiacchirsi nella pace. E così , la virtù di un’ idea , come  un’ eco che si perde, andava a morire. Morire?., la vita, l’anima d’ un popolo non ponno morire:  esse languono spossate , ma poi si risvegliano e risorgono. Questa necessità di una patria trapassava da un avanzo  d’eroi dispersi a una generazione di giovani, i quali crescevano amando e aspirando a una libertà da loro non provala. E fu tra que’ giovani , soldati e màrtiri del pensiero  nazionale, che ricomparve ben presto queir istesso nome che  i monarchi avevano creduto di poter cancellare, col paragrafo  d'un trattato, dalla mente d’Europa. D’ allora in poi, uno spirito ravvivalore si diffuse per tutta  la penisola. Come il navigante che, in oceani lontani, ha fede  di giungere a una terra conosciuta, ma non sa il giorno nè  l’ora; un solo principe italiano vegliava al piede dell’ Alpi ,  attento a quello spirilo , e ascoltandone la gran voce , non  per soffocarla ma per intenderla.   E il giorno e F ora, eli’ egli aspettava, vennero finalmente. Se non che, nelle battaglie dei popoli , coloro che fanno il  primo impeto contro la possa nemica si consacrano da sè  stessi alla morte. Così egli cadde: così, dopo dieci anni, lun-  ghi al servaggio, brevi alla speranza, uscì dall’ animo del  tìglio suo il grido della nuova guerra; mentre, salito al sommo del potere, 1’ erede del primo Napoleone gli stendeva la  mano ajutatrice.   Qui , dalle mura di Milano , il giorno della liberazione ,  quest’ uomo che sente di comprendere i suoi tempi , annun-  zia un diritto nuovo all’Europa attonita, prima ch’ella osi di  interrompere col bisbiglio d’una gelosa diplomazia il corso  di quelle vittorie , che in noi destarono un entusiasmo non  ancora spento. È un monarca che confessa il diritto dei popoli, apertamente, altamente, con parole che non si dovranno  più cancellare. E quand’ egli le scrisse, là sul campo sanguinoso di Magenta , sapeva bene che queste parole risponde-  vano all’idea divinatrice e profonda del suo grande antecessore; a quell’affetto che, in Sant’Elena, gli faceva rimpian-  gere di non aver pensato di più all’ Italia, di non averla resa  libera e forte e signora di sè medesima. E nella solennità di  questo giorno , al cospetto di questa statua del Vincitore  d’Europa che trionfa ancora, dopo essere stata nove lustri  inonoratamente sepolta ne’recinti sotterranei di codesto mu-  seo dell’ arti nostre — sacrilegio consumato dalla stoltezza e  dalla paura — in oggi, dico, parmi che quel memorabile suo  desiderio per l’Italia riceva alfine adempimento. A buon dritto, in mezzo alle sue vittorie, il Conquistatore,  che tanto in sè ritraeva dell’antico, trovò un artefice degno  de’ migliori tempi di Grecia che lo seppe effigiare. Al severo  volgere del capo, si scorge l’imperioso profilo dell’eroe, improntato di quella fermezza pensosa, di quella volontà possente che gli fecero eseguire tanti grandi cose. Nella perfetta  proporzione delle membra, ne’ loro robusti contorni, lo scultore, io credo, volle rendere quell’ ideale che rappresenta,  nell’armonia della forma, l’unità delle forze umane. Sul globo. che tiene in una mano, sta la Vittoria alata, divenuta ora  simbolo verace d’ un altro potere; di quell’influenza morale  cercata con orgoglio, che può regnare ancora sul mondo, e  regnarvi col nome di un Bonaparte. Nella sua vita e nei  trionfi, egli ottenne l’omaggio di re paurosi, le adulazioni  degli scienziati, il plauso delle moltitudini; ebbe onori quasi  divini , che talvolta lo inebbriarono : ma, forse , i due omaggi  più puri gli vennero da quest’ITALIA; dalla voce del poeta che  pianse sul suo sepolcro, e dall' opera sublime dello scultore  che, effigiandolo, ardiva di consigliarlo, e in segreto sperava  eli’ egli desse la libertà alla sua patria. Questo capolavoro giacque a lungo celato, quasiché il suo  aspetto fosse bastante a risvegliare una nazione. Poi, per simulata noncuranza d’ una gloria impossibile a rinascere , ne  era concessa la pubblica mostra per decreto di regnante straniero, qui dove prima s’era tentato di tòr via ogni orma  del Grande, mutando fino il nome dell’Arco trionfale a lui  dedicato e le imagini vittoriose che dovevano coronarlo.   Ma il vanto d’ inaugurare questo così nobile monumento  doveva essere serbato al solo re italiano che diede sé stesso  per la comune patria, e eh’ è degno di continuar le tradizioni  di quel nome e di quegli avvenimenti. Esso ci mostrò come  si combatte e si vince, ci pose in mano le armi, e i nostri  fratelli fece suoi compagni di guerra, e farà de’ figli nostri tanti  cittadini e soldati. E quando inostri figli qui ritorneranno, questa statua e la ricordanza del giorno in cui prima comparve,  e del re che la volle innalzata, richiameranno la vita civile  iniziata per noi dal primo Napoleone, l’alleanza e il generoso soccorso che l’altro Napoleone recò all’Italia; sicché ne venne dato di stringere quella spada che deve compiere la  nostra redenzione dallo straniero. Nè alcuno oserà più di toccare il monumento; vi stanno  a custodia, per serbarlo inviolabile, l’Arte, la Patria, e la Riconoscenza degl’italiani. A nome di Bonaparte primo Console, fu il Canova  invitato da Roma a Parigi, e con molto onore e affetto ricevuto nel castello  di Saint-Cloud dal grande eroe che vi teneva stanza. Fu allora che lo scultore italiano ebbe da Bonaparte medesimo l’incarico di fargli la sua statua;  e la modellò in cinque giorni, con dimensione alquanto gigantesca. Mentre  lo scultore era occupato al lavoro, l’eroe ora leggeva, or gli ragionava di cose  politiche: e l’ardente amore di patria e la schietta franchezza delle parole  dell’artista andarono cosi a verso del primo Console, che parve grandemente  compiacersi di trattarlo con una famigliarità non usata con nessun altro, e  di cui tutti si mostrarono gelosi. Di codesti particolari lasciò ricordo lo  stesso Canova in alcuni suoi manoscritti: e i colloquii di lui con Bonaparte,  durante l’Impero, quando ritornò a Parigi ove l’Imperatore desiderava ch’egli stabilisse la sua fìssa dimora, non sono di scarsa  importanza; giacche, in quell’ abbandono d’amichevoli discorsi, Napoleone —  come altri ebbe a notare — rivelò sè medesimo, più che no T facciano tanti  suoi atti politici fin qui pubblicati. E fu in que’giorni che, da Napoleone  richiesto del perchè non avesse fatta la sua statua colossale vestita, lo scultore  rispose « Nemmeno Dio avrebbe potuto far cosa bella , se avesse voluto ritraevi, Sire, cosi vestito coi calzoni e gli stivali alla francese. Noi, come in  tutte l’altre belle arti, abbiamo il nostro linguaggio sublime, e il linguaggio  dello statuario è IL NUDO. (Vedi Missirini, vita di Canova: Cicognara, storia  della scultura; e Artaud, Histoire d’Italie). Nel catalogo cronologico delle opere di Canova, pubblicato da Cicognara è ricordata questa statua colossale di Napoleone,  alta sedici palmi romani , in marmo di prima specie. Il colosso venne  spedito a Parigi; e di là poi passò in Inghilterra, per dono fattone dal re Luigi XVIII al duca di Wellington, a quel che si crede: di  poi ne fece acquisto lo stesso governo britannico, come osserva Cicognara. Per disposizione del principe Eugenio, viceré d’Italia, il ministro Alquier, ambasciadore di Francia a Roma, COMMISE A CANOVA UNA COPIA ESATTA IN BRONZO della stessa statua colossale; pattuendo il prezzo di cinquemila  luigi. Fu lo stesso viceré che ordinò che la statua, fusa  per opera di Francesco e Luigi Righetti, fosse innalzata in Milano, in conveniente luogo: per il che, il ministro dell’ interno, Vaccari, fece invito al senatore Castiglioni, presidente dell’Accademia di belle arti, di proporre il luogo e  un disegno del piedestallo. Quando arriva a Milano l’ opera di Canova, ne fu  ingiunto il pagamento sul tesoro del regno; e, quale essa stava incassata,  venne messa a giacere in un angolo del portico del palazzo delle scienze: i  membri dell’accademia, interrogati poi sul luogo più adatto ad innalzarvi la  statua, suggerirono o la piazza del duomo, o quella detta in allora del Tagliamelo - piazza Fontana - ovvero il nicchione dell’ antica piazza de’Tribunali,  dove altre volte era la statua di Filippo II. In codesta divergenza di proposte, il vice-ré dispose che fosse provvisoriamente collocata nel secondo cortile  del palazzo del Senato. Ma, ritardato l’adempimento di quest’ordine, il cavaliere Zanoja, allora presidente dell’Accademia, ottenne che  fosse interinalmente deposta nella sala delle antichità: e sono a notarsi il motivo e il tempo del trasporto cosi ordinato; che gli scolari, cioè, non avessero  a recarle guasto, e che il trasporto si facesse in ore di scuole non frequentate. Caduto Napoleone I, l’ammirabile opera dello scultore italiano disparve ne’sotterranei dell’Accademia milanese; e vi stette finché l’Imperatore d’Austria, durante il suo soggiorno  in Milano, ordina che per quella statua venisse sùbito eretto un conveniente piedestallo, a spese dello stato, e che sovr’ esso la si collocasse poi ne’ pubblici giardini di questa capitale. Fu uno degli ultimi decreti dati dal regnante austriaco in que’ giorni a  Milano; e nuovo tema di compro encomio a’ giornali ufficiali. Ma il monumento, il quale — per le cose che ci parve non inopportuno di ricordare — deve  risguardarsi come una nobilissima proprietà dello stato, non doveva sorgere qui  se non quando potesse essere restituito il nome di patria e di regno libero a  questa nostra eletta parte d’Italia. Giuseppe Cacciatore. Keywords: gl’eroi di Vico – filosofia italica -- Vico, Croce, Labriola, Bruno, dallo storicismo allo storicismo, linceo, centro di studii vichiani, nudita eroica --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Cacciatore” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Caffarelli: l’implicatura conversazionale estetica – synaesthesia  -- consentimento  – filosofia italiana – Luigi Speranza (Faenza). Filosofo italiano.  Grice: “You’ve gotta love Caffarelli; he philosophised on all that I’m interested in, notably “il bello,” whih he relates to art, communication, love – and the rest of it!” Figlio di Colombo ed Edvige Regoli, e una figura singolare nel panorama culturale faentino della prima metà del Novecento. Frequenta la Scuola di musica di Faenza ed il Liceo musicale di Bologna, dove consegue il diploma di composizione. Direttore della Scuola di musica e autore dei poemi scenici "Galeotus" e "Kisa Gotami".  Gli anni tra la fine del secolo e lo scoppio del primo conflitto mondiale sono un periodo di intensa e tormentata ricerca interiore, caratterizzata dall'allontanamento dalle credenze religiose tradizionali. Gli esiti mistico-esoterici della sua ricerca accentuarono progressivamente il suo isolamento e la sua solitudine. In ambito locale ebbe stretti rapporti con i cattolici "autonomisti" della Lega democratica nazionale murriana e postmurriana, collaborando a diverse iniziative pubblicistiche quali l'Azione di Donati e Cacciaguerra, la «Rivista bibliografica», «La Rivolta ideale».  Partecipa al concorso della Casa Sonzogno di Milano per opere liriche da far rappresentare Teatro alla Scala con un lavoro dal titolo Galeotus, " poema scenico in 4 azioni per la musica", grazie al quale acquisì una discreta fama presso il panorama musicale italiano  Si avvicina agli ideali antroposofici di Steiner, diventando uno dei primi e principali esponenti di questa corrente in Italia. La sua piena adesione alla dottrina steineriana trova espressione ne "L'arte nel mondo spirituale”, vero e proprio manifesto di un'estetica antroposofica. Di analoga ispirazione furono il poema musicale "Adonie"  e il dramma "Ikhunaton". Molto attento alle rinnovazioni culturali della sua epoca, collabora con Pratella, e partecipa alle attività del Cenacolo Baccarini dove conobbe Campana. Organista presso la cattedrale di Faenza. Oltre alla sua attività musicale si segnalano anche traduzioni dal tedesco e saggi filosofici. Volle donare il suo archivio e la sua biblioteca alla Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza che li conserva tuttora. Il Comune di Faenza acquisì il fondo. La loro acquisizione completa avvenne anche grazie alla volontà di Silvestrini, dell'associazione faentina Amici dell'arte. Testimonianze coeve parlano di "una decina fra bauli e casse pieni di manoscritti che si trovano in un disordine impressionante". A tale donazione si aggiunse anche il pianoforte utilizzato da Caffarelli, tuttora conservato presso la biblioteca.  Partendo dalla antroposofia musicale sviluppa un sistema armonico comprendente la tavolozza dei dodici suoni della scala cromatica e che egli chiama sistema dodecamorfo, secondo il quale la musica deve divenire immagine e manifestazione traendo le sue fonti in una sfera spirituale. Così egli afferma nel saggio L'arte nel mondo spirituale. La musica non e una esteriore costruzione di un tema piacevole ma intreccio di suoni-forze, rapporti di suoni-forme, ricami di suoni-movimenti-archetipi. Tende a crear forme espansive, delle quali il nucleo germinale è suono archetipo. Così prosegue nel suo Saggio sull'Armonia sintetica. In questo senso è possibile considerare il ciclo epta-fonico accordale come il generatore del susseguente ciclo ultra-epta-fonico, precisamente come la gamma epta-fonica diatonica genera il ciclo cromatico, e perché l'analogia sia piena, come la gamma dia-tonica di sette suoni ne genera altri cinque cromatici, così il ciclo epta-fonico accordale genera altri cinque accordi ultra-eptafonici e cromatici, che sono la sua completa espansione materiale. L'accostamento che noi facciamo di queste profonde parole al mondo armonico non è arbitrario e fantastico, ma implicito nella natura stessa delle cose. E di nuova purissima luce illumina il mondo armonico, e svela così nuovi rapporti e nuove possibilità, che il mondo dei suoni ci appare essere un sistema, come un universo di suoni, che nella generazione e nella vita ri-specchia fedelmente le leggi cosmiche e le manifesta come vita sonora. Musica Messa in Mib per cori virili a tre voci ed organo, Galeotus. Silfo: commento musicale per orchestra al poemetto in prosa di Arturo Onofri. Le anime orfane: canto per violoncello e pianoforte. Triodia seconda. L' arte nel mondo spirituale: tre saggi come introduzione a una conoscenza spirituale-cosmica dell'arte (Montanari, Faenza). Saggio sull'Armonia Sintetica. Doppia generazione delle armonie. L'armonia come co-espressione  Disegno storico sulla evoluzione della Sonata, Il segreto di Boito. Gli orizzonti esoterici dell'arte. Beethoven e la Gioia (in "I nostri quaderni.  Esoterismo e fascismo. Il movimento antroposofico italiano durante il regime fascista, in Esoterismo e Fascismo. Un enigma esistenziale. Accepting an invitation to say something upon this subject,  I am assured I may speak freely, without any fear of being mis-  understood by my American readers. This assurance is based  upon the fact that in the United States there is no Established  Ohurch. Unfortunately the basis of the assurance is too narrow  for all its issues. Not only are there in England " political dis-  senters," there are also "religious nonconformists." The latter  are not necessarily the former, nor are the former necessarily the  latter, though it is only fair to state that there are many who  might be called politico-religious dissenters. In order to make  this distribution of classes clear to American readers, it should  be stated that the religious non-conformists in particular do not  necessarily make a vital question of Ohurch establishment. They  object to the doctrines, creed, ceremonies, and sacerdotal profes-  sions of the Episcopal Ohurch. Were that church disestablished  to-morrow, religious non-conformity would still entertain its  objections to Anglicanism as defined and insisted upon in the  Book of Oommon Prayer. Religious non-conformists look upon  that book as a compromise between popery and Protestantism ;  they have carefully considered all the comments which have been  made upon doubtful words, and they have given due value to the  pleadings of men who, being nominally stanch Protestants, have  yet given their " unfeigned assent and consent" to the doctrines in  the Book of Common Prayer ; yet, having done so they feel that the  plain and natural interpretation of the words of the latter lead to  the conclusion that the Prayer Book is distinctly more papal than  Protestant. There are many religious non-conformists in England  who look upon the hierarchy as entirely inconsistent with the  simplicity of the conception of the Christian Ohurch which is  given in the New Testament. They are unable to accept all the  pompous and regal titles which are claimed by the clergy of various degrees; they are overwhelmed by such distinctions as, "Most  Eeverend," "Eight Reverend Father," "Very Eeverend," "Eight  Eeverend Lord Bishop " of London or Winchester ; feeling that  such designations are inconsistent, as I have said, with the sim-  plicity of apostolic spirit and custom. Then again, religious non-  conformists are strongly antagonistic to the sacerdotal claims  which are not illogically set up by many of the English clergy.  Not a few clergymen in England insist that they alone have  received valid and authoritative ordination, and under this im-  pression they reject the claims of the entire non-conformist  ministry to be regarded as in any sense divinely sanctioned.  The clergy now more particularly in view are not unwilling to be  friendly with dissenting ministers in a non-professional capacity ;  on the contrary, the personal and social manners of such clergy-  men are often distinguished by the highest consideration and  courtesy ; but let a dissenting minister suggest that even one of  the least sacerdotal clergymen should occupy a non-conformist  pulpit, and conduct a non-conformist service of the simplest and  least pretending kind, and the clergyman will fly off as if he  had been stung by fire. The clergyman has what he calls a  " professional conscience " or an " ecclesiastical conscience ;" in  the keeping of this self-created conscience in his relation toward  dissenters he is most fastidious, whilst many dissenters wonder  how he can accommodate that same discriminating conscience to  not a few of the things plainly insisted upon in the Book of Common Prayer. Eeligious non-conformists, not a few, are unable to  accept the Thirty-nine Articles of the Church of England as they  should be grammatically construed. Others of them think they  find in the Book of Common Prayer the doctrine of regeneration  by baptism. Others, again, are quite unable to accept the Burial  Service, because it seems to make no discrimination between those  who died in known sin and those who died as professed believers  in the Lord Jesus Christ; the Prayer Book looks upon them all as  men whose resurrection to Eternal Life is assured and undisputed.  Whether religious non-conformists are right in all their interpre-  tations and inferences is not the immediate question before me ;  it is enough to state as a matter of fact that such interpretations  and inferences do keep out of the Church of England many who  have not finally made up their minds upon the political question  of Church Establishment. On the other hand there are great numbers in England who are,  in the clearest sense of the term, " political dissenters." The term  has often been used as a stigma, and it has been accepted as such  by those to whom it has been applied. The stigma, however, has  not been regarded as an argument, nor has it, in the slightest  degree, mitigated the hostility which is entertained by those  who believe that the State ought not to be called upon to main-  tain any form of religion. Amongst the political dissenters are  found not a few really earnest Christian men whose political oppo-  sition is stimulated by their simple and ardent piety. Speaking  of the religio-political dissenter, I may say that he starts his argu-  ment from a distinct conception (right or wrong) which he has  formed of the nature and scope of the Christian Church. He says  in effect : The Ohurchof Christ is a spiritual institution : the object  of that Church is the conversion and salvation of man. Its conse-  quent purpose' or duty is the spiritual education and edification of  souls : it proceeds upon a recognition of the supremacy and sover-  eignty of the individual conscience : under these circumstances  it is not only absurd, but profane for the State — necessarily a com-  plex body — ^representing all varieties of religious opinion and cer-  tainly representing many who are unbelievers in Christian doctrine  — to attempt, in any form, or in any degree, to rule a distinctively  spiritual institution. Eeligious dissenters have been shocked by the  idea that Papists, Jews, Infidels, and Agnostics, should have any  official part or lot in deciding affairs which belong to the Protestant  branch of the Church of Christ. They are fully aware of all the  interpretations and glosses which have been put upon this action,  yet, in this case, as in the other, after giving full considera-  tion to them, they cannot but feel that the Christian Church is  tainted by the touch — however guarded and even generous — of an  unchristian hand. The time was when payment was demanded  from dissenters, as from others, in support of the Established Church  of England. That time has gone by, but no credit is due to the  Church itself for its expiration. For many years a desperate  battle was fought about this question of church rates, and the  battle ended in what may be regarded, without offense, as a vic-  tory on the non-conformist side. I allude to this fact, because it  is often said that surely the Church, which has given up its  claim to this species of taxation, has a right to believe and to  teach and to propagate whatever it may believe to be true. In this contention there is an obvious sophism ; any voluntary body  of Christians may logically elect to stand upon this ground and its  claim cannot be j ustly or successfully disputed. But an Established  church is not a voluntary body ; it distinctly and perhaps proudly  claims to be a national corporation ; it uses the national name ;  its designation is nationally inclusive ; every man, therefore, in  the nation has a right to protest against what he may believe to  be a misuse of his name. In theory the Church of England  claims every Englishman as a member. As a matter of fact,  probably one-half of the English population should be reckoned as  wholly outside the establishment ; — some because of distinct con-  scientious conviction ; some because of simple religious hostility,  and others on the ground of religious indifference; yet, still as a  matter of mere statistics, there remains the fact that fully one-half  of the inhabitants of England are not included in what is called  the National Church. Is not this, then, plainly a contradic-  tion in terms ? Ought a church to claim to be the whole,  when it is obviously only a part ? Would the Church be content  with non-conformists who describe England as a non-conformist  nation ? Yet, in view of facts of the most obvious and sugges-  tive kind the Church goes on calmly claiming to be the Church  of the Nation, the Church of the whole people, and in so  arrogantly ignoring facts it can hardly be wondered at that non-  conformists should answer the arrogant claim with resentment  not always, perhaps, well controlled or happily expressed.   The social influence of the Established Church in England is  often very insidious and very baleful. Dissenters, though osten-  sibly recognized, often have to explain and almost to apologize for  their existence. The ignorance of the common run of Church  people respecting non-conformists and non-conformity is simply  astounding. That there are Church of England dignitaries and  others who are perfectly conversant with the whole history of non-  conformity is, of course, indisputable ; but, speaking of the aver-  age Churchman, I should say that his knowledge of English dis-  sent is of the barest possible kind. A very zealous member of the  Established Church once took up a Congregational Hymn-book in  my study, and having perused it a few minutes exclaimed with  unfeigned astonishment: " Why, I see here several of our hymns !"  The hymns in question were the compositions of James Montgomery, Charles Wesley, Isaac "Watts, and Phillip Doddridge, yet the  hymns of these historical non-conformists were quietly assumed to  be " Our hymns" in the sense of the Established Church ! This  incident, trivial enough in itself, is quoted as indicative of an  amount of ignorance which would be simply incredible to an  enlightened American reader. Even where dissenters are tolerated  they are seldom really understood by English Churchmen. It is  next to impossible to get out of the mind of the English Church-  man the impression that the dissenter is secretly bant upon  robbing the Established Church. The Churchman feels convinced  that if the dissenter could only possess himself of the endowments  of the Church he would be quite satisfied. The Churchman may  be argued down upon every point and may be put to the very  humiliation of silence by logic and by fact, yet, there will linger  in his mind the more or less unconscious persuasion that every dis-  senter is a heretic and a felon. I have hardly ever known an in-  stance in which the average English Churchman has grasped the  moral position of the English dissenter. A vicar of good stand-  ing in London lately published a pamphlet on the question of dis-  establishment, in the course of which he pensively inquires, " If  the Church were destroyed, who would baptize your children, who  would marry you, who would oflSciateat the interment of your de-  ceased ?" The absurdity of these inquiries would be simply farcical  if they did not indicate something deeper and deadlier than them-  selves.   No dissenter wishes to destroy the Church. No non-conform-  ist is seeking to limit the spiritual influence of the Anglican  Church, or any of its institutions. It would appear as if the men  in question were under the impression that if they were disen-  dowed they would, of necessity, be silenced. They give the im-  pression to those who are outside that they only preach the Gos-  pel and administer the sacraments because they enjoy the protec-  tion and the emoluments of the State. If a Church were dises-  tablished, what is to hinder those men preaching as zealously as  ever ? And if the Church were disendowed what is there to pre-  vent those men marrying and burying people, as occasion might  arise ? Here again creeps in the influence of the sacerdotal argu-  ment, which leads the untrained mind to accept the sophism that  nothing is religiously valid that is not sanctioned by a certain  official process. Suggestions of this kind cannot but have a very unhappy effect upon the general thinking of the Anglican com-  munity. The impression cannot always be put into words, but it  affects the thought and habit and action of the religious public to  an unlimited and often undefinable extent. Dissenters are every-  where regarded as the enemies of the Church, than which there  can be no greater misjudgment and no greater calumny. Dissent-  ers are among the first to recognize, in the most cordial and em-  phatic manner, the noble service rendered by the clergy and laity  of the Church of England. Their liberality, their zeal, their sym-  pathy with the people, their fearlessness in visiting the abodes of  poverty and the abodes of disease, are all recognized with deep  emotion and unfeigned gratitude by the dissenters of England.  Those dissenters are filled with the conviction that if the Church  of England were disestablished and disendowed, and thus put upon  an apostolic basis, not one of these characteristic features need be  in the slightest degree depleted of energy and beneficence. If any  American readers are under the impression that English dissent-  ers have in view the destruction of the English Church, I should  be thankful if my word could be accepted that the dissenters of  England only wish to liberate the Church from State bonds and  not in any degree to interfere with its spiritual enthusiasm and  activity.   I have spoken of the social influence of the establishment  being insidious and baleful. In illustration of this opinion I  may say that I had not been many days in this country until I  cut out of an American paper the following announcement :   " Here is an advertisement from an English paper:   " 'To Let. — St. Katharine's, Verulam Road. One of the prettiest residences  in Hitchen. Nine rooms, cellars, large garden. £50. Dissenters not eligible.' "   Let any unprejudiced man read this advertisement and say  whether there is not in it a spirit calculated to sow dissension in  the national mind. Three thousand miles away from the action  of such a spirit, American readers may be able to contemplate  the scene with equanimity, and, perhaps, with some measure of  amusement. But let Americans be given to understand that the  great steamships sailing from the port of New York are open to  all the community, except those who belong to a certain religious  persuasion — say Episcopalians, Congregationalists, Presbyterians  — let the Episcopalians of this country feel that anybody may avail themselves of those ships but Episcopalians, then they will  be able to express proper feeling in proper terms. Nor may this  advertisement be regarded as in any degree exceptional or singular.  The spirit of this advertisement penetrates English society through  and through. I have known farms engaged, and the leases drawn  up, and all the documents ready for signature, when a question  has been asked regarding the religious position of the incoming  tenant, and on its being discovered that he was a dissenter all the  negotiations have been pronounced null and void. There are  many villages and hamlets in England where a Wesleyan Metho-  dist may not hold a prayer meeting, even in his own house, and  this is made absolute, not by some general verbal agreement, but  by definite legal covenant. Can it be wondered at, then, that it  should be felt by dissenters that the social influence of the estab-  lishment is often insidious and baleful ? People who suffer from  the puncture of these thorns are more likely to know how sharp  they are than those who look upon the suffering from a comfort-  able distance. There are mercantile situations in England which  are not open to dissenters. There are high educational positions,  as head masters and governors, that are not open to non-conformists.  In this way the spirit of religious persecution is still rampant.  Lord Selborne, in his recent defense of the Church of England,  has pointed out the direction in which his own thoughts are run-  ning. Whilst a tolerant and eminently amiable man, yet his lord-  ship has put it on record that, in his opinion, Mr. Gladstone is  endangering the continued existence of the Church of England by  inviting into his Cabinet men who have made Disestablishment an  item in the new Liberal programme. Is not this religious perse-  cution ? Is not this the very spirit of the Inquisition ? Is it not  herein suggested that Mr. Gladstone should first ask every man  eligible for a cabinet position whether he is a Churchman or a  dissenter ?   The advertisement in the above instance pronounces a dis-  senter ineligible for the tenancy of a beautiful villa ; other ad-  vertisements pronounce dissenters ineligible for certain educa-  tional official positions ; Lord Selborne, an ex-Lord Chancellor  of Great Britain, pronounces dissenters who have the courage of  their convictions ineligible for cabinet service ! If this is not re-  ligious persecution the term needs to be redefined. In the face  of facts of this kind it is somewhat galling to be exhorted to "let bygones be bygones." The dissenter is perfectly willing to adopt  this maxim and to follow this policy, but he rightly insists that  the bygones should be gone in reality and not in pretense. The  tree is not gone so long as the root remains.   Not a single concession has ever been made to English dis-  senters in a spontaneous and cordial manner on the part of the  English Church. Church rates have been abolished. University  Tests have been superseded, churchyards have been opened for  the general use of the parish, and many penalties and disabilities  have been swept away, but, in every instance, the action has been  begun, continued, and completed by dissenters themselves. Thus  the Church is being gradually disestablished in England ; piece  by piece the old fabric is being taken down. I cannot but regret  this piecemeal disestablishment. So long as persecution was  allowed to retain concrete forms and to operate in a way which  could be felt without metaphysical exposition, there was hope  that the people would rise in religious indignation and demand  the eradication and not the mere disbranching of the evil. Eng-  lish dissenters, however, have acted on the policy of a gradual  and almost imperceptible disestablishment, so that now the  Church is brought to about the last degree of attenuation, so  much so, indeed, that Churchmen are asking on every hand,  " What have dissenters to complain of ? what grievances have  they to state ? under what penalties do they suffer ?" All these  questions show that the interrogators have no idea of the funda-  mental and eternal principle upon which non-conformity takes its  stand, namely, the principle of liberty of conscience and freedom  of action in all matters relating to religious life and conviction.  Dissenters are opposed to the idea that the State should have any-  thing whatever to do with religion, in the way of directing, con-  trolling, or patronizing it. It is, therefore, not a question of in-  tolerance, persecution, or penalty, however feeble or small these  may be ; the question is infinitely greater, penetrating, as it  does, to the very heart of things and insisting that a right con-  ception of the Kingdom of Christ upon earth is inconsistent with  political Cffisarism and worldly criticism and patronage.   It may be asked whether the opposition to the Church of  England is organized, or whether it is left to the expression of general sentiment. In reply to this inquiry I have to say that  there is an institution known by the name of " Society for the  Liberation of Religion from State Patronage and Control" which  is supported by a large number of the most able and most gener-  ous British non-conformists. This Society has been in existence  about forty years, and has been characterized in all its action by  the highest intelligence, determination, and munificence. I am  afraid, without having official records at hand, to say how much  money has been contributed to the funds of this Society, but I am  certain that, taking the whole period of its existence, the sum has  been worthy of the great cause which the contributors have  espoused. Perhaps I may speak the more freely of this Society,  because I am neither a member of it nor a subscriber to its funds.  The name of the Society indicates clearly that the interest of its  members begins in religion, rather than in politics. When we  read of a society for the emancipation of slaves we justly infer  that originators and supporters of the society have studied the  question of slavery, and are deeply interested in the subject of  human liberty ; so, when we read of the liberation of religion, we  naturally conclude that those who are interested in that service  are those deeply convinced of the nature and obligation of relig-  ious doctrine and life. Such a society, therefore, I could heart-  ily join, were its action faithful to its name. I do not join the  existing society because it has not shrunk from inviting to its  platform men whom I know to be merely political in their sym-  pathies and purposes, and whom I also know to be hostile to  every form of religion, whether established or non-established. I  am prepared to accept the charge of being in some degree narrow-  minded in this matter, but my narrow-mindedness absolutely pre-  vents me from co-operating with men in the liberation of religion,  whose often avowed object I know to be the destruction of  religion. Certainly, as citizens, such men are at liberty to carry  out their convictions, but they ought to be members of a society  for the Liberation of the State from the control and patronage of  religion. Under some such designation as this their society  would be legitimate, and their relation to it would be logical,  natural, and necessary. I simply point out this distinction to  indicate why some Englishmen, who are zealous non-conformists,  and even political dissenters, are not connected with the Libera-  tion Society. The words "Liberation Society" are not the whole title of the Society ; if they were, they would be perfectly sufficient  to cover the whole ground ; but, from my point of view, the posi-  tion which is given to " religion" in the title of the Society should  prevent co-operation within the limits of that Society and under  its noble watchword with men who openly live by denouncing  religious doctrine and service of every kind.   Having thus delivered my mind on this matter, I am free to  say that the Liberation Society is from end to end of its history  inspired by an honest and lofty purpose. Its officers, its lectur-  ers, its agents are in the overwhelming majority of instances men  whom the Christian churches of England delight to honor; The  Liberation Society is now acknowledged to be a political factor in  contemporaneous English history. Statesmen quietly, and some-  times openly, inquire what the Liberation Society will do in such  and such cases. Even conservative statesmen cannot ignore the  growing power of English non-conformity in the cities, villages,  and hamlets of the country. Much of this is due to the action of  the Liberation Society, whose lecturers have gone everywhere ex-  pounding sound Christian doctrine with regard to Church Estab-  lishments, and circulating in great abundance literature adapted  to popular use.   So much for what may be called organized opposition to the  Established Church. But, beyond this, there is an opposition of  what I cannot but consider a more vital and more influential char-  acter. Every non-conformist chapel is, in reality, a non-conform-  ist argument. In nearly every village in England non-conformity  makes its institutional sign. Here is the Primitive Methodist  Chapel, yonder is the Congregational Chapel, further on is the  Wesleyan or Presbyterian Chapel, and the very appearance of  these buildings excites inquiry and stimulates discussion. For  my part, I am more hopeful of influences of this kind than of  influences that are critical, controversial, and openly hostile.  Growth is sometimes better than attack. Sometimes men do not  know exactly what course their action is taking, or to what issue  it is tending, so that many who imagine themselves to be simply  living a quiet Christian life, without taking any part or lot in  ecclesiastical politics, are all the time doing a constructive work,  the proper issue of which is the overthrow of Church Establish-  ments, and the inauguration of a healthy religions spontaneity and  independence. Many men, who would hardly allow themselves to be called dissenters, are thus, indirectly, upholding the cause of  dissent. So that, in this way and in that, some openly, some  controversially, some silently, some influentially, the great work  of propagating right ideas regarding the Christian Church is pro-  ceeding rapidly and surely in England.   All this I have written in no merely controversial spirit, but  simply with a desire to give a frank expression to my own  convictions and, I believe, to the convictions of many of  the English people. If I change the point of view and look  upon the Church of England with Christian eyes, I should  claim to be among the foremost to recognize, as I have already  said, the great work which the Church of England is doing.  I can never forget the obligations of Christian England to the  English Church. He would be, not only an unjust man, but  utterly blind, who denies that the erudition, the zeal, the personal  liberality, of the English Church are worthy of the devoutest com-  mendation. I may be permitted to add as an English Congrega-  tional minister that probably no minister in England preaches to  more English clergymen than I myself do, in connection with the  noonday service held every Thursday in the City Temple, London.  The personality of the reference will be forgiven for the sake of  the object which I have in view, which is to indicate that on every  hand I have received the broadest and kindest encouragement from  clergymen of the Established Church. In speech, in writing, in  published articles, they have done everything in their power to  encourage me in my service. Yet, this very kindness brings into  strongest contrast the point to which I have already referred,  namely, that not one of these clergymen would be allowed by his  bishop to preach in my pulpit. Clergymen have accepted invita-  tions to preach there. Our arrangements have actually proceeded  to the point of public advertisement. They have even gone to the  very morning of the day on which the service was to be rendered,  and at the eleventh hour the bishop has interposed and forbidden  the fulfillment of the engagement. On two occasions, the Bishop  of London has done this in my own case. Now, this is no ques-  tion of Establishment or Disestablishment. This is purely an  Episcopal and sacerdotal question, and the Episcopal injunction  would just be as prompt and resolute as it is to-day, were Dises-  tablishment to take place instantly.   Circumstances of this kind justify me In saying that the Established Church question may be viewed from either of two points,  either from the point of Episcopacy, amounting almost to Papacy,  and from the point of political dissent or Disestablishment. Al-  together the Church life of England is in a very disturbed and  undesirable state. Even courtesy itself is often streaked by sus-  picion. The most cordial social relations are often felt to be  reserved and restrained in a sense that can hardly be expressed in  words. That the Church of England will be disestablished within  a comparatively brief, period is my firm conviction. I hope noth-  ing will be done by violence, but that we shall accept the pro-  cesses of education which, though often slow, are sure. Every  Board School that is founded helps the education of society, and  my conviction is that we only need larger, freer education in or-  der to liberate men from the superstitions and fantasies which  have so much to do with the maintenance of mechanical religion.   Joseph Parker, D.D.,  Minister of the City Temple, LondonLamberto Pietro Gaetano Caffarelli. Lamberto Caffarelli. Keywords: l’armonia come co-espressione, armonia virile, coro virile. Boito, eptafornia, cromatismo, sistema dodecamorfo, saggi filosofici, teoria dell’armonia, armonia ultra-eptafonica, armonia cromatica, armonia dodecamorfica, coro virile, armonia virile, armonia come co-espressione virile. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Caffarelli” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Caffo: l’implicatura conversazionale dell’ego et dell’alter -- l’altruismo – filosofia italiaa – Luigi Speranza (Catania). Filosofo italiano. Grice: “I love Caffo; he has philosophised on most things *I* did! My favourite has to be his ‘bestiary’: “A is for ‘Animal’” – and that’s all the bestiary we need! He has also explored ‘altruism,’ and is in general concerned with a conceptual analysis of my basic key expressions: ‘communicazione’ (‘l’origine della communicazione umana’), ‘logica e linguaggio’ (one of the five questions of philosophy, for him), etc. – He has dialogued with syntacticians, as I did, when I met Chomsky!” --   Grice: “Caffo is a Griceian in the sense that he considers, like I do, there is a continuum between non-human animal and human animal – indeed, he is so into this, that he calls his ism ‘animalism,’ which I suppose is o-kay; perhaps we would differ on the implicatura of the term: which seems to be that ‘umano’ is JUST ‘animale’ --  Urmson and Hare loved to play witht his: “There is an animal in the backyard.” “I don’t see it.” “You won’t – it’s a bacteria.” “There is an animal in the backyard.” “I don’t see it.” “It’s Aunt Lucy.”” Si è laureato in filosofia alla Università degli Studi di Milano e ha conseguito il dottorato, sempre in Filosofia, presso l’Università degli Studi di Torino dove, sotto la guida di Maurizio Ferraris, ha poi anche lavorato al Laboratorio di Ontologia diretto da Tiziana Andina. È noto soprattutto per le sue teoria sugli Animal Studies, il postumano contemporaneo, e l’antispecismo (“debole” nella sua versione), per cui è stato anche criticato da alcuni media. Ne La vita di ogni giorno (edito da Einaudi nel ) si è invece occupato di filosofia in senso più ampio e divulgativo proponendo una "alternativa filosofia". In Fragile umanità. Il postumano contemporaneo (Einaudi, ), "si interroga su quale possa essere il nuovo paradigma di vita destinato a sostituire l'Homo Sapiens". Dal  insegna Ontologia presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino; insegna anche alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, alla Scuola Holden e al Made Program della Accademia di Belle Arti Rosario Gagliardi a Siracusa. È collaboratore de La Lettura, scrive saltuariamente anche sulle pagine culturali de La Sicilia, L'Espresso, il manifesto e il Corriere della Sera. Ha un blog su The Huffington Post. Dirige la rivista Animot: l’altra filosofia ed è opinionista di varie trasmissioni televisive, come Tagadà o Porta a Porta.  Per le sue posizioni antispeciste, interviene spesso su reti televisive e radiofoniche italiane e straniere, oltre che in festival culturali. La sua teoria dell'antispecismo debole è dibattuta nella stampa specializzata. Ha pubblicato le sue ricerche su riviste filosofiche quali The Monist, Journal of Animal Ethics, Domus, Rivista di Estetica. È stato definito da Maurizio Ferraris «il più promettente, versatile e originale tra i giovani filosofi italiani». A Milano ha co-fondato il caffè letterario Walden. Nel  è entrato a far parte, appoggiandone il progetto, nell'Advisory Panel italiano di Diem25. Nel febbraio, conduce assieme a Margherita D'Amico un programma radiofonico su Rai Radio 3, intitolato "L'umanità e altri animali". Ha partecipato come speaker alla edizione  del FestivalFilosofia di Modena con una lectio sull'antropocentrismo e le "persone non umane". È co-curatore del Public Program  della Triennale di Milano.  Altre opere: “Soltanto per loro, Roma, Aracne); “Azione e natura umana” Rimini, Fara); “La possibilità di cambiare, Milano-Udine, Mimesis); “Flatus Vocis, Novalogos, Aprilia); “Adesso l'animalità, Perugia, Graphe); “Il maiale non fa la rivoluzione, Casale Monferrato, Sonda); “Margini dell’umanità, illustrazioni di Tiziana Pers, Milano-Udine, Mimesis); “Il bosco interiore, Casale Monferrato, Sonda); “Del destino umano. Nietzsche e i quattro errori dell'umanità” Prato, Piano B); “La vita di ogni giorno, Torino, Einaudi); “Fragile Umanità. Il postumano contemporaneo, Torino, Einaudi); "28 anni. O della filosofia giovanile", in H. D. Thoreau, La Disobbedienza Civile, Einaudi, Torino); Vegan. Un manifesto filosofico, Torino, Einaudi); “Il cane e il filosofo. Lezioni di vita dal mondo animale, Milano, Mondadori); Dopo il COVID 19. Punti per una discussione, Milano, Nottetempo); Quattro Capanne. O della semplicità, Milano, Nottetempo); Un'arte per l'altro. L'animale nella filosofia e nell'arte, Firenze, goWare, Edizione cartacea: Graphe, Perugia); “Radicalmente liberi: A partire da Marco Pannella, Milano-Udine, Mimesis); “Così parlò il postumano, a cura di. E. Adorni, Aprilia, Novalogos);“A come Animale, Milano, Bompiani);“Manifesto per gli animali, Roma-Bari, Laterza);“Costruire Futuri. Migrazioni, città, immaginazioni, Milano, Bompiani);“A partire da Tiziano Terzani, con prefazione di Angela Terzani, Pordenone, Safarà);“Intromettersi, Elèuthera, Milano. Antispecismo. Specismo. quando esse stesse costituiscono oggetto di valutazione. Per l'analisi di queste circostanze sotto l'aspetto del valore morale, Meinong si serve di una simbolica assai semplice, distinguendo il bene e il male, secondo che siano propri del soggetto  o di altri soggetti, rispettivamente colle lettere g e u, r e u; e le appetizioni egoistiche, altruistiche e neutrali colle lettere e, a, n, s e sono del soggetto, colle lettere n, q e v se appartengono ad altri soggetti.  I valori egoistici risultano perciò espressi con le lettere  i neutrali colle lettere:  Ta  е  e  201  96,  Un  Pla ,  7  Ja,  rn  Uca   Uy : Non tutte le circostanze che accompagnano l'attuazione di uno scopo della volontà, hanno importanza pel valore morale. E intanto è certo,che esse in generale entrano a far  parte del fenomeno,non in quanto sono reali,ma in quanto il soggetto le ritiene tali. È sempre il lato subbiettivo che interessa  nel giudizio morale.  gli altruistici con le lettere:  Tv  e  Siccome Meinong non si propone di dare una teoria compiuta dei fatti concomitanti del valore, ma solo di analizzare taluni casi  speciali, così, per evitare complicazioni, quando adopera i simboli senza l'indice intende significare i valori egoistici.  Questi simboli possono esprimere beni, ma anche le volizioni ad essi riferentisi. Per indicare le volizioni Meinong adopera gli  stessi segni fra parentesi.  Infine per semplificare il calcolo egli suppone,di regola,che la circostanza concomitante sia sempre una sola,la quale insieme alla volizione formi ciò che egli chiama binomio della volizione. Se le circostanze sono più, allora si forma un polinomio La precedenza della lettera in un polimonio o binomio indica il valore principale desiderato o attuato. Tra lo scopo dellla volizione e l'oggetto della valutazione conco mitante possono correre le seguenti relazioni. Identità: ciò che il vero artista crea non soddisfa lui sol tanto, egli apparirà sempre in qualche modo come un beneficatore di tutta una sfera di uomini.  Coesistenza di più qualità di una stessa cosa o anche di più cose : per esempio, un tale vuol comprare un piano che ha un bel tono, ma il piano ha anche una cattiva meccanica; o un cane da guardia molto vigile, il quale però morde; o una macchina che lavora bene, ma che fa rumore e fumo, ecc.  Nesso causale, nelle sue due forme: a) lo scopo è causa di conseguenze valutabili; chi, per esempio, promuove il movimento e l'industria dei forestieri, mira ad arricchire il paese, ma anche lo demoralizza; b) lo scopo non si può raggiungere che come ef fetto di dati valori morali ; per esempio, un fabbricante per [In che modo ifatti concomitanti del valore sono  connessi collo scopo della volizione? Siccome ogni scopo di voli zione è anche un oggetto di valutazione,la domanda può formu larsi,in termini generali, così:come dei valori  possono entrare in connessione tra loro? Si noti però che la connessione deve sta  bilirsi prima del cominciamento della volizione  deve tenerne conto. ,giacchè questa  escluse.  Le coesistenze casuali restano naturalmente  Ora torniamo alla domanda principale: in che modo il valore morale di una valutazione dipende dai valori concomitanti,e,in caso di binomio, dal valore concomitante?  Noi abbiamo distinto quattro categorie di valori, g, T, u e u , le quali si applicano anche ai fatti concomitanti.  Però il casou si può omettere, perchè non accadràmai, chesi voglia un proprio non -valore per sè stesso. Rimangono così tre possibilità, le quali, liberamente combinate, dànno XII casi cheono la tavola dei valori. Per l'esame di questi casi bisogna pensare, che ad un oggetto di volizione si aggiungano gli altri come fatti concomitanti, e osservare le variazioni di valore che questo intervento produce. La volizione positivamente altruistica è data dalla formula (Y). Il momento più importante è qui l'associazione della circostanza concomitante u, il proprio danno. È evidente che l'aggiunta di questo secondo momento accresce il valore di (i) e di tanto, quanto più grande sarà il sacrificio proprio. Indicando il valore con W, si avrà dunque:  Se invece si aggiunge v, il danno altrui, sia di persone estranee al rapporto (quando per beneficare uno si danneggia altri), sia dello stesso beneficato (quando il beneficio produce pure un male al beneficato ), allora il valore della volizione con questa circostanza concomitante diventerà minore. E la formula sarà W (ru)< W (Y).  W (r)> WY.  guadagnare di più deve migliorare la condizione materiale dei suoi operai. Se la circostanza concomitante è pure in favore del beneficato, allora la formula sarà indubbiamente W (ru)> W (Y).  Invece l'aggiunta del vantaggio proprio al bene altrui nè dimi nuisce,nè aumenta il valore. Quindi si avrà La volizione egoistica è espressa dalla formula (9), la modificazione più grave qui si ha, quando al caso (g) si aggiunge la circostanza del male altrui v. Allora si avrà:  W (gu)< W (9).  Se la circostanza concomitante è invece r, il valore della voli zione egoistica si eleva. La formula diverrà quindi:  W (gr)> W (9).  Che poi alla volizione egoistica si aggiunga la circostanza secondaria di un altro proprio vantaggio o anche di un proprio danno, non modifica il valore di (g). Si avranno quindi le due eguaglianze W (99)= W (g)= 0  W (uu)< W (u).  Così pure si aumenta il non-valore, se oltre al danno principale si aggiungono altri danni. Epperò W (UU)< W (U).  Per quanto il caso sia inusitato, si può prevedere anche, che al male altrui si associ una qualche conseguenza buona, indiretta,  e  W (49) = Wr.  W(gu) = W(g)= 0.  3. La volizione altruistica negativa o anti-altruistica è espressa  con la formula (u).Se per attuare il danno altrui, si fa anche il  danno proprio u, questa circostanza aggrava il male e aumenta il non-valore.  Si avrà quindi: Il fatto concomitante della propria utilità non aggiunge, nè toglie al valore della volizione principale anti-altruistica. Si avrà quindi l'eguaglianza:  W (ug) = W (u).  La somma dei risultati ottenuti si può disporre nel seguente quadro:  W (rr) > W (v)? W (gr)> W (9)? W (ur)> W (u)? W(rg)=W(T) W(99)=W(9)=0 W(ug)=WU) W (ru) < W ( ) W (UU) < W U )  W(ru)>W()  W (uu)< W U )  Da questo quadro si rileva che le circostanze concomitanti con segno negativo non sono più feconde di effetti di quelle con segno positivo. Di queste ultime, g non modifica nulla, e r non dà risul tatisicuri, come indica il punto interrogativo. L'influenza dei fatti concomitanti si può dunque riassumere così, agisce aumentando debolmente il valore; g non modifica nulla; u diminuisce grandemente il valore; u opera secondo lo scopo della volizione ora au mentando, ora diminuendo e ora non modificando il valore.  Si è già detto che sarebbe unilaterale il voler giudicare del valore morale di una volizione dallo scopo; che però, in quanto lo scopo prende parte alla determinazione del valore, l'altruismo positivo è buono , l'egoismo è indifferente, l'altruismo negativo è cattivo. Ora è importante constatare, che il senso in cui i tremo  menti valutativi operano sui fatti concomitanti è completamente lo stesso. La validità della tavola dei valori, dianzi tracciata,  ma pure prevista. Allora il non-valore si ridurrà, nel modo indicato dalla ineguaglianza: W (ur)> W (u).  g W(gu) < W(9)  W (gu)= W (9) = 0. subisce variazioni, se cambia la qualità della volizione ?-- intendendo per qualità la differenza tra appetizione e repulsione, che però non deve equipararsi a una contrapposizione logica tra affermazione e negazione, i cui termini si escludano a vicenda, ma considerarsi  come una doppia possibilità psicologica, di cui l'una abbia altret tanta realtà indipendente, quanto l'altra.  si possono fare le seguenti sostituzioni, che aiutano a trovare il corrispondente valore nella tavola relativa alle volizioni (1):  (T)= (non—-1) = (U) (U) = (non--V)= (Y)  (ū) = (non- u )= (g).  Lo stato subbiettivo di rappresentazioni e di predisposizioni anteriore alla volizione è indicato da Meinong con la parola “progetto’. E siccome in questo stato abbiamo sup posta anche la cognizione delle circostanze concomitanti valutabili, così al polinomio o al binomio della volizione corrisponde un polinomio o un binomio del progetto. Per indicare questi stati Meinong adopera gli stessi simbolisenza la parentesi. Osservando le volizioni in rapporto agli stati pre-disposizionali, l'analisi delle valutazioni dei fatti concomitanti può rendersi più esatta.  Si ponga, per esempio, un binomio iniziale vu, che esprima il mio desiderio di far male, al momento opportuno, a una persona,  ma che non mi sia possibile evitare, ciò facendo, conseguenze dannose per me, u. Se il desiderio di non danneggiarmi prevale, al  lora non si avrà più il binomio (uu), ma l'altro (ūr), il quale dice che la volizione è risultata nel senso di NON VOLERE IL MALE PROPRIO, (U) (ū)  Un'analisi delle nolizioni mostra, che esse si comportano egual mente come la volizione, solo che si applicano di regola ai valori y, u ed u, ritenendosi assurdo il non volere il proprio van  taggio g. Indicando le nolizioni con (T)  g  pur ammettendo che questa volizione abbia per circostanza conco mitante y, cioè il bene altrui. In forma positiva la volizione fi nale sarà (gr).E così da una situazione iniziale negativa vu si riesce nella opposta gr. Meinong chiama coordinati fra loro due binomi di progetti,dai quali procedano due volizioni formalmente concordanti. Anche i binomi di queste volizioni saranno coordinati fra loro. Egli si ferma ad esaminare più a lungo la coppia dei binomi ru - gu, dei binomi, cioè, che hanno la maggiore importanza pra tica.Il primo esprime l'altrui bene col proprio danno, il secondo il bene proprio col danno altrui.  Nel primo rientrano, nel senso massimale,tutte le occasioni in  cui si può affermare la grandezza morale di un uomo ; nel senso  minimale i casi della più comune fedeltà al proprio dovere.La  sezione di linea dei valori morali che comprende il meritorio e il corretto è tutta espressa da questo binomio; laddove la sezione  che va dal punto d'indifferenza al tollerabile e al riprovevole cor risponde alla negazione di questo binomio.  Nel binomio gu sono espressi tutti i casi che vanno dal più sano egoismo alle negazioni più delittuose dell'altruismo. Reciproca mente, la rinuncia a siffatte volizioni va dal semplicemente dove roso all'eroico.  Le volizioni che procedono da questi due binomi comprendono adunque tutte le quattro classi di valori , caratterizzati in principio. I due binomi anzidetti suppongono un conflitto fra l'interesse proprio e l'altrui. È evidente che dalla grandezza di questi interessi, dalla portata di g e di Y, dipende il valore morale della valutazione (I momenti u eu s'intendono compresi nella ne gazione di g e y. Intanto è certo, che il valore egoistico in cui g è congiunto con u,W (gu), si trova sempre al disotto del zero della scala, ed ha segno negativo ; mentre il valore altruistico in cui  ècongiuntoconu,W (ru), si trova al disopradel zero ed ha segno  positivo. Ciò posto, la funzione valutativa tra i termini dei due binomi si può scoprire agevolmente con una semplice osservazione. Sacrificare un piccolo interesse proprio a un grande interesse altrui, ha un valore positivo minore,che il sacrificare a un piccolo inte  resse altrui un grande interesse proprio. D'altra parte chi non  pospone a un grande interesse altrui un piccolo interesse proprio produce un non-valore morale più basso,che non colui il quale per una utilità propria rilevante non tien conto di utilità altrui tras curabili.  Questo primo abbozzo di una legge del valore si può esprimere nelle due formule:  Y  nelle quali C e C'indicano le costanti proporzionali sconosciute, condizionate dalla qualità delle unità g e r. Nell'applicazione di queste formule all'esperienza si rendono necessarie talune modificazioni.  Seponiamoivalorireg egualiailimiti e0,alloraical coli diventano molto esatti:  - limW(gu)= - 00.  L'esperienza non è però sempre d'accordo con queste formule.  Ognuno ammetterà, chel'adoperarsi nell'interess ealtruisi accosti al punto morale d'indifferenza, quanto più grande è quest'inte resse; e che il trascurarlo divenga nella stessa misura riprovevole, supposto costante e limitato l'interesse proprio da sacrificare. È  W (ru)= C  e  -  W(gu) =-CY  1  per 9  9  12  perr = perr= 0  O  lim W (gu) lim W (gu) = 0  lim W (gu) = 0  per g = 0  (1) lbid.,  limW(ru)= 0, limW(ru) = 0, lim W (ru)= 0 , limW(Yu) = 0, pure evidente,che la trascuranza di un interesse altrui diviene  tanto più indifferente, quanto più irrilevante è questo interesse. Epperò non si ammetterà da tutti, che il valore dell'altruismo di  venga allora infinito (come nella 2a formula). Osservando però  bene, questi casi non rientrano nel campo della morale.Si con  trasterà pure che il valore del sacrificio di un bene proprio per l'altrui, cresca colla grandezza del bene sacrificato (formula terza),  ma l'esperienza prova che l’esitazione al sacrificio si fa maggiore quanto più grande è il bene cui si sta per rinunziare.Invece èda riconoscersi che non è esatta la quarta formula,perchè non sipuò  negare ogni valore al bene che si fa ad altri, solo perchè non si determina un conflitto con un bene proprio.  Le formule anzidette si debbono mitigare nella loro assolutezza,  perchè si accostino di più alla realtà.Per far ciò basta attenuare  il valore di g, il che si può ottenere aggiungendo a g ogni volta una costante c o c '.  с  ( lim W (ru) = C , lim W (gu) = - 'C ( 1). Si avranno così le formule:  Queste formule non modificano i limiti funzionali dianzi otte nuti, ponendo y = 0,T = 0 0 g = 00; cambia bensì la formula delquarto limite, perocchè se g= 0: Y. Sin qui abbiamo considerato l'una variabile indipen  dente dall'altra. Che avverrà però, se le variazioni si compiranno in entrambe le variabili congiuntamente, supponendo che reg rimangano uguali fra loro per grandezza di valore ?  Sostituendo a g il simbolo y, le formule diverranno:  Y  T  W(ru)=09+W(ru)=C  W(gu)=-6  T  W(gu)=  9td  rto  с  Ć  rto'  dal che risulta, che il non-valore deve crescere e diminuire nello stesso senso di reg, e il valore in senso contrario.  Consultando l'esperienza,si può riscontrare agevolmente che un  oggetto,per esempio un dono,abbia lo stesso valore per chi lo dà e  per chi lo riceve.Ora si domanda,regalare di più avrà un valore  più alto o più basso del regalare di meno ? Senza dubbio più alto.E  se si contrapponga vita a vita, chi sacrifichi la propria per con  servare quella di un altro, suscita di fatto grande ammirazione.  Questo èperò il contrario di ciòche quelle formule esprimono. Oc corre adunque correggere le formule e per far ciò Meinong intro  duce un esponente di g,più grande dell'unità, e lo indica colle lettere k e k'.  Le due formule diverranno così (rimettendo g al posto di r):  Sicchè si avranno i seguenti limiti:  A questo punto le nozioni dei limiti non hanno più bisogno,se  condo il Meinong, di alcun'altra correzione. Solo per semplicità di espressione ponendoC= 1ek= 2 la formula del binomio di verrà:  È questa la formula principale, cui Meinong si riferirà nelle discussioni seguenti. Le due volizioni staranno, secondo la formula principale or ora  W (ru)- C e Y  gl'+ c  perr= 9  g?+1  e  900 pery 9 = 0  W (gu) = - C'  Y  W (ru)=  ghto  Y  limW(ru) = 00 limW(gu) = 0 limW(ru) = 0 lim W(gu)=0.  Preliminarmente egli ne ricava alcune conseguenze. Ogni pro  getto offre a colui,che dovrà reagire con una volizione, la doppia possibilità di fare o di tralasciare.  W(gu)=  Y g?+ 1  ricavata,in un rapporto di reciprocità negativa,per ciò che ri guarda il loro valore morale.  In secondo luogo, siccome le volizioni di grande valore (positivo o negativo) o sono meritorie o riprovevoli, e quelle di piccolo valore o corrette o tollerabili, così potrà dirsi in generale che: quanto più distanti sono il numeratore e il denominatore di quella formula nella scala dei numeri, tanto più il valore della volizione sarà indicato dalle parti estreme superiore o inferiore della linea dei valori;quanto più vicini sono invece quei numeri,tanto più l'indice del valore cadrà verso il punto di mezzo di detta linea. La formula si applica inoltre anche ai casi di volizioni, i cui scopi non siano accompagnati da circostanze concomitanti. Basta ri durla così:  W () = =  W(g)=0(1). UU. Mentre laprima coppia esprime ilcaso di conflitto d'interessi, la caratteristica della seconda è la concordanza degl'interessi propri  con gli altrui (positivi e negativi). Se il progetto offre l'occasione di congiungere con la mia utilità  l'altrui, o se mi rappresenta un pericolo altrui nel quale scorgo un pericolo mio,la volizione corrispondente sarà espressa con (gr). V'è però anche la rappresentazione del desiderio di un male altrui, cui si associa anche la previsione di un danno proprio. La corri spondente volizione sarà espressa con (uu).  Il conflitto qui non esiste fra g er, ma fragev,cio è frage Meinong passaoraadesaminare,piùbrevemente, un'altra coppia di binomi :  (gr  ge-Y Questa riflessione ci fa subito applicare al caso attuale la formula  principale del primo binomio,così:  gø+1  g1 -Y  W(vu)= q*+  ( r)=  ) Siccome l'azione sarà tanto più riprovevole,quanto più grande sarà il proprio sacrificio in ragione del danno che si vuol produrre, si può togliere y dal denominatore ;la formula precedente si cambia quindi in quest'altra:  -(go+ 1)r.  Mantenendo anche in questo caso il principio della reciprocità negativa dei due binomi, l'altro binomio diverrà  epperò la seconda formula principale così ottenuta sarà:  (g. Le costanze rilevate in queste formule dimostrano sufficientemente, che il valore morale è in relazione tanto con lo scopo principale della volizione, quanto con i fatti valutabili con comitanti .  Questa relazione di dipendenza è però un dato ultimo e irriducibile? o non è essa stessa funzione di un dato ancora più pro fondo ? Noi potremo dire di avere scoperto questo dato, quando osserveremo quel momento particolare della volizione valutata, che,  cresciuto, accresce il valore, diminuito, lo diminuisce.  Ora in questa scoperta l'empiria aiuta più che ogni riflessione  teorica. Essa ci dice, che nelle valutazioni morali ciò cui si mira  è il carattere permanente del soggetto della volizione, la sua ca  pacità o disposizione intrinseca a sentire il bene e il male degli  altri. In altri termini non la volizione per sè stessa,  ma l'animo (die Gesimung) che in essa si rivela, è il vero oggetto della valu  tazione morale.Questo dato empirico,suggerito dalla comune espe rienza, dev'essere ora dalla teoria esattamente analizzato. (g°+1)  W (gr)=  W (gr)=  +1)  =  W (uu)  W (uu)= - (g°+ 1). E anzitutto va messo in relazione con le due formule principali ottenute nelle precedenti analisi.  In quanto alla prima, che si applica ai conflitti tra diversi og getti egoistici e altruistici di volizione,basta domandare,in chegrado e misura il bene altrui ci sta a cuore. Per ogni volizione si  può così stabilire il valore subbiettivo dell'oggetto corrispondente. Se vi ha conflitto, vincerà il valore subbiettivo più grande. La de  cisione fra interesse proprio e altrui (egoistico) seguirà quindi in ogni caso la parte che ha il più grande valore pel soggetto. Se questo opta per Y, ciò vuol dire che l'interesse altrui gl'importa più del proprio; e, viceversa, se optaperg,vuol direche, almeno in questo caso,gli preme più l'interesse proprio che l'altrui. Se ora poniamo che lo stesso valore y venga preferito in ogni caso da un soggetto a un più grande g, e da un altro a un più piccolo g, ciò si può spiegare solo ammettendo una diversità sub biettiva fra i due individui, una diversa disposizione costante dei loro sentimenti. Quanto più grande è il valore g costantemente sacrificato,tanto più ilrelativo soggetto è disposto aisentimenti simpatici. Se, invece, il valore y vien trascurato per un più pic colo g, si deve concludere che il soggetto della volizione è più in differente ai valori altruistici.  Da queste considerazioni possiamo concludere, che nelle risolu zioni altruistiche la benevolenza e nelle egoistiche l'indifferenza dipendono dalla grandezza dell'importanza soggettiva dire di g, come era affermato nella prima formula principale dei valori e dei non-valori morali. La benevolenza e l'indifferenza per l'altrui bene e male è adunque quel momento, parallelamente al quale variano le grandezze dei valori e dei non -valori morali:essi sono pertanto il vero oggetto della valutazione morale. L'esame della seconda formula dà pure analoghi ri  sultati. Chi opera in danno altrui non s'interessa evidentemente al bene degli altri,ma si comporta a riguardo di esso almeno con indifferenza. La volizione (U) segnala però più che l'indifferenza, il bene altrui sembra avere un valore negativo, e il male un valore positivo.V'è dunque qui un conflitto nel senso della prima formula, con risultato conforme al valore preponderante, ch'è in tal caso quello anti-altruistico.Quanto più grande è poi il sacrificio di bene  proprio fatto per realizzare v,tanto più valore ha v pel soggetto,e tanto più grande è pure la malevolenza che questo sente. Il valore g sembra in tal caso non il bene proprio sacrificato, ma ildannoaltrui raggiunto. La malevolenza è inoltre tanto più grande quanto più per arrecare un piccolo danno si sacrifica un grande valore proprio. Se invece vincono i valori egoisti ci si deve ammettere, che la malevolenza non era comparativamente tanto grande,massime se basta un piccolo g a scongiurare un rilevante u, val quanto dire a ri durlo indifferente Sebbene le analisi sin qui fatte siano assai incom plete, pure bastano, secondo Meinong, per farsi idee abbastanza  chiare su alcuni punti essenziali. E anzitutto se ne ricava,che è caratteristico di ogni valutazione  morale l'esser fondata sopra una specie di misurazione dei valori altruistici dagli egoistici. L'importanza dei fenomeni binomiali,dei  quali ci siamo sin qui occupati,consiste in ciò,che dall'esito della decisione si ricava quanto valga pel soggetto il bene o il male di un altro.  C'è però nella parola altruismo un doppio significato, che dà luogo  ad equivoci, l'uno positivo e attuale, l'altro disposizionale. Nel  primo senso l'altruismo si distingue per la proprietà di non essere  suscettibile di aumento, mentre nell'altro è aumentabile indefinitamente. In modo analogo può distinguersi un egoismo attualmente dato  e non aumentabile, da un egoismo che può crescere senza limiti. Gli oggetti di valutazioni morali si possono, dopo l'anzidetto,  ridurre in quattro classi: l'altruismo positivo è un bene, il negativo  è un male, la mancanza dell'altruismo positivoèunmale, la mancanza del negativo è un bene.  Il carattere comune delle volizioni,che costituisce l'oggetto della valutazione morale si può esprimere colla parola “ partecipazione , o “ simpatia , (Anteil). Nelle valutazioni morali adunque si mira alla capacità, manifestantesi nella volizione,di partecipare all'utile e al danno degli altri. Questa disposizione simpatica non è ancora il carattere, ed è soggetta anche a variare. E anzi notevole, che per il giudizio morale di una volizione è indifferente, se la di  sposizione altruistica del soggetto sia stata passeggiera o sia permanente -- Perchè, però, la simpatia sia veramente morale,occorre che sia imparziale. Qui entra in azione il momento della giustizia. Quando tre persone in uno stato di uguali bisogni, ricevono l'uno r, l'altro 2 x, il terzo nulla, allora noi siamo meno inclini ad a m mirare l'atto altruistico corrispondente.  Una sola volizione non è per sè stessa nè giusta, nè ingiusta, ma diventa tale se confrontata con altrevolizioni.Di queste una serve di caso normale. Per giustizia si può quindi intendere essen zialmente la concordanza col valore normale. Il caso più puro di simpatia o di partecipazione è quello in cui si fa astrazione tanto dallo stato particolare dell'io,quanto dalla persona altrui individualmente presa. Questa simpatia assoluta, impersonale,universale,non legata a particolari circostanze di tempo e di luogo forse non esiste, ma in ogni caso serve come guida ideale per misurare i valori morali. Si può quindi definitivamente concludere che: oggetto delle valutazioni morali è la simpatia im personale, che si manifesta nelle volizioni, per il bene e il male del prossimo. Stabilita la simpatia come la proprietà degli atti morali, tutta una massa di azioni, nelle quali questo momento non è direttamente in quistione,non rientrerebbe nella detta categoria. Intanto nella terminologia corrente l'opposizione tra buono e cattivo comprende anche valutazioni, nelle quali il criterio della simpatianonentra. Si dice, per esempio, buona la subordinazione all'autorità, si approva in certi casi la menzogna convenzionale, si tollera la mancanza a promesse non solenni, ecc.  Tutte queste valutazioni sono dette da Meinong quasi-morali. I giudizi del valore sono qui praticamente incerti e mutevoli, Esaurita così l'indagine sull'oggetto della valutazione, Meinong passa a esaminare i problemi che si riferiscono al soggetto del valore morale.  L'ego e l'alter sono pure qui i due soggetti, che la esperienza contrappone: l'uno l'agente, l'altro il termine della volizione.  Cominciamo dall'ego. Abbiamo ragioni per ammettere che le valutazioni morali a noi note siano solo concepite nei riguardi del l'agente? No,perchè l'ego non può sostituirsiall'alternelvalutare ciò che gli giova di più.Questi lo saprebbe meglio. Si può ricorrere alle funzioni della coscienza, ma anche queste variano da persona a persona, e anche nella stessa persona. Il principio dell'interesse beninteso è quindi sottoposto a gravi variazioni individuali.  Neppure l'alter come tale ha diritto ad essere considerato come soggetto del valore, in tutte le sue determinazioni individuali e variabili Da questa analisi Meinong conclude che il vero soggetto del valore morale dev'essere un terzo disinteressato e neutrale. Come  tale il soggetto non è uno solo, ma sono indeterminatamente molti ;  in quanto anzi si vuol comprendere la totalità dei disinteressati in  unico concetto, si può parlare di un soggetto collettivo, il quale  sarà precisamente la collettività circostante – “dieumgebende Gesammtheit”. Il soggetto imparziale e disinteressato della valutazione morale è adunque la collettività.  Il valore morale è un valore umano e concreto.Le quistioni del valore sono quistioni di fatto. E un fatto è che l'uomo normal mente attribuisce valore alla simpatia e non -valore alla disposi  zione contraria ad essa.L'uomo,come tale,è,dunque,indefinitivo, il vero soggetto delle valutazioni morali laddove quelli sinora esaminati si distinguevano per una grande  squisitezzae sicurezza. Ma anche alle volizioni quasi-morali si può  applicare il metodo di misurazione, che si serve dell'ipotesi ausi  liare del conflitto, e segnatamente la comparazione con la forza di motivazione dei valori egoistici. Anche i valori morali si possono considerare come valori propri e come valori traslati. Non solo i valori propri sono fondati sulla estimazionecollettiva,ma i valori morali in generale costituiscono pure, in un certo senso, dei valori traslati per la collettività. La dimostrazione di questo fatto è di grandissimo interesse pratico, perocchè conferma,che il soggetto del valore morale è di fatto la collettività, e che i dissidenti sono individui insufficientemente o erroneamente orientate. Oggetto delle valutazioni sono le disposizioni dell'animo. Che le disposizioni interiori abbiano un  valore traslato nessunomette in dubbio, etantomeno, sidubiterà,  che questo valore varî secondo il termine correlativo delle dispo  sizioni, cioè secondo l'oggetto cui tendono.Il valore dei sentimenti  simpatici e antipatici segna quello delle volizioni, e questo segna il valore delle azioni. Cominciamo da queste.  Dato un individuo E , il quale sia sul punto di agire favorevol. mente o sfavorevolmente riguardo a un individuo A , si domanda , se un terzo individuo X , affatto estraneo al rapporto E A , epperò neutrale, possa provare interesse all'azione di E. La risposta non può essere che affermativa, e ciò per varie ragioni.Anzitutto pel sentimento generico di simpatia umana, che non può mancare qui di manifestarsi, tanto più che gl'interessi egoistici di X non sono in quistione;inoltre perchè l'attività buona consolida e aumenta in E una disposizione al bene, che potrà poi giovare ad altri in dividui B , C e persino anche eventualmente a X ; inoltre perchè l'azione buona è un esempio che provoca,per la legge dell'imitazione, disposizioni analoghe in altri a fare il simile, il che aumenta le probabilità generiche buone, favorevoli anche per X. Adunque ciò che accade tra E ed A non può lasciare indifferente X , il quale attribuirà valore positivo a un'azione altruistica, e valore nega tivo a un'azione egoistica di E. Dall'azione passiamo al sentimento,cioè all'animo,che essa rivela. Non c'è dubbio, che nella maggior parte dei casi il valore della  volizione è il presupposto del valore dell'azione. Un atto accidentale non esercita tanta influenza indiretta (anche in rapporto all'imita zione),quanto un atto volontario.Passando dalla volontà alle dispo sizioni dell'animo, che in quella si manifestano, è pure evidente che  la volontà buona è dipendente da disposizioni costanti del soggetto, le quali sono naturalmente quotate, come valore traslato, più al tamente di un atto momentaneo, sebbene voluto.  E poichè il contenuto della volontà buona è la simpatia per altrui beni o mali, così il vero valore traslato dell'atto di E riguardo ad A , risiede per X nella quantità di simpatia che l'atto manifesta.  Con una serie di considerazioni infine il Meinong riesce a sta bilire, che nel terzo individuo X , neutrale e disinteressato, può scorgersi il rappresentante della collettività, cioè il vero soggetto della valutazione morale. Compiuta questa indagine intorno all'oggetto e al  soggetto del valore, Meinong affronta il problema del dovere,della imputazione e della libertà.  Le indeterminatezze del concetto del dovere, si teoretiche che pratiche, possono eliminarsi, secondo il Meinong, considerandolo sotto l'aspetto del valore. Non solo,ma questa indagine cifarebbe conoscere una  sufficiente a spiegare definitivamente i fenomeni del dovere morale.  Nel dovere morale è caratteristico l'oggetto deldovere. Morale è quel dovere che ha per oggetto una volizione morale. Ciò cheha un valore morale positivo costituisce il campo del dovere m o rale positivo, mentre il non -valore dà luogo al dovere negativo.  Caratteristico è pure, che il dovere morale ha diversa intensità secondo la qualità morale del suo oggetto.  Il dovere più reciso ed energico si afferma nel campo del cor  retto, il più energico non-dovere nel campo del riprovevole; più debole è il non -dovere che si riferisce al tollerabile, e almeno altrettanto debole è forse il dovere del meritorio. L'intensità non  resta però costante nel seno di ciascuna di queste categorie; si  può invece ingenerale affermare, che pei valori positiv il'intensità del dovere decresce, a misura che aumenta la grandezza del valore  vera causa  morale, pei valori negativi la forza del non-dovere cresce colla grandezza del non-valore. Questa funzione tra intensità del dovere e valore ci dice,che i  dovere è un fenomeno del valore e consiste precisamente nel va lore della volizione morale, qualificata tale non in rapporto al sog getto agente, ma in rapporto alla collettività. Esso dipende cioè non dal valore delle disposizioni d'animo del soggetto (W), ma dalla valutazione collettiva (w), la quale determina e impone al sog getto agente un valore attuale. Notevole è che mentre il valore disposizionale sentito dall'agente può spingerlo al più grande sa crificio per un ideale,il valore attuale imposto dalla collettività si contenta di piccoli sacrifici, sicchè i doveri sociali si possono compiere con un piccolo sforzo. Chi adempie al suo dovere quoti diano, puro e semplice, attua per la società un valore importan tissimo, incomparabilmente più grande dello sforzo che gli costa. Il vero bisogno sociale di moralità si limita a che si faccia ciò ch'è corretto, e si tralasci ciò ch'è riprovevole ; il contrario rappre  senta un pericolo sociale. Donde deriva il carattere autoritativo del dovere? Premesso che  ogni dovere si riferisce al futuro, si può osservare che esso con siste in un particolare caso di decisione proposto personalmente all'individuo agente da una valutazione collettiva.  Si noti infine, che al campo del corretto corrisponde il dovere – “Pflicht” -- come determinazione più particolare del “Sollen” nel senso più rigoroso della parola, e che il termine correlativo del dovere  è il diritto. Mentre nel dovere l'interesse morale è rivolto al  futuro, l'imputazione riflette essenzialmente il passato, e partico larmente le azioni compiute.  I casi nei quali non ha luogo alcuna imputazione sono quelli in cui non c'è stata volizione,epperò le azioni in  cui il momento psichico manca o non è costituito da una volizione. Gli atti istintivi possono rientrare nella categoria dell'imputabile, se sta in potere della volontà l'evitarli;  casi in cuic'è statavolizione,ma è accaduto cosa diversa  dalla voluta, o almeno prevista; l'errore conta qui tanto quanto l'ignoranza o l'insufficienza intellettuale;  casi in cui c'è stata volizione e previsione del risultato, ma o la volizione non riguarda un fatto moralmente valutabile,o si è agito in uno stato di necessità (per costrizione esterna,fisica o psichica). Se la costrizione non era assolutamente irresistibile,invece di soppressione, c'è attenuazione della responsabilità. I casi nei quali l'imputazione si attenua si possono schema tizzare così. L'occasione, cioè il complesso delle circostanze che hanno influito sulla volizione.Quanto più grande è stata, per esempio,  la tentazione, tanto più piccola la colpa. Nel concetto d'influenza si comprende anche la suggestione, la quale in certi gradi può  persino sopprimere la responsabilità. I momenti intrasubbiettivi, che si possono suddividere in varie categorie: i rapporti personali fra il soggetto agente e l'altro soggetto, cui l'azione si è riferita;  l'opinione che si ha della imputabilità del soggetto; il passato psichico dell'agente;  Tutti questi momenti si applicano, oltre che alla imputabilità, alla calcolazione del merito di un'azione.  Il punto centrale, cui il problema dell'imputabilità o del merito di un'azione si riferisce, è la spontaneità morale dell'agente. In com pendio si può dire: chi pone il problema della imputabilità di un'azione, cerca di conoscere due cose: in quale misura l'azione  sia proceduta dalla disposizione d'animo (Gesinnung) del soggetto, e come questa disposizione sia in realtà.  le differenze subbiettive, dipendenti dal temperamento;  il tempo, in rapporto sia alla durata dell'azione,sia allo intervallo trascorso fra l'azione e l'imputazione (prescrizione).  Il processo della imputazione morale non è però soltanto intel  lettuale ; consiste anche in una reazione emozionale, con la quale lo spettatore imparziale X si investe quasi della condizione di A  danneggiato o favorito da E. La collettività, rappresentata da X,  reagisce quindi, dal lato emozionale, come A. Nell'imputazione intellettualmente concepita, oggetto della valutazione è la persona lità di E , in quanto il suo atto può considerarsi come una emana zione diretta (per la spontaneità morale) di questa personalità. Pervenuto a questi risultati nel caratterizzare l'im  putazione, Meinong osserva di non avere fatto uso del concetto  della libertà. E segno, egli dice, che questo momento non ha per  la teoria dell'imputazione quell'importanza, che gli si suole attri buire.  Nel concetto della libertà in senso non soltanto morale, ma ge nerale, c'è una negazione: ciò ch'è negato è qualche cosa di av verso e di spiacevole, vale a dire un non-valore. Dove manca qualche cosa di prezioso, c'è una lacuna, non c'è libertà.  La libertà che si riferisce alla vita morale è stata distinta: in libertà dell'agire e in libertà del volere.  Per libertà d'agire si è intesa la libertà fisica di fare o non fare. Si dànno le seguenti eventualità:  1. io tento un'azione, ma un ostacolo esterno la impedisce. Io non tento, perchè un ostacolo, come nel caso 1, lo impedirebbe. Io tento e riesco: e così affermo la mia libertà di agire; 4. io non tento, ma se tentassi non troverei alcun ostacolo,  allora la mia libertà di fare è ipotetica, e diviene una facoltà. Questa casistica si può applicare anche alla libertà del  volere, sostituendo al tentativo di fare il tentativo di volere.  Lo stato d'animo predisposizionale della volontà è allora il de siderio :  1. io desidero, ma non posso volere. Io non desidero, ma se desiderassi non potrei volere. Io desidero, e poichè non trovo alcun ostacolo, voglio anche : è questo il caso della libertà del volere o del decidersi;  4. io non desidero, ma se desiderassi non troverei difficoltà  anche a volere. Qui la volontà diviene ipotetica, e, se combinata con altri casi simili, diventa libertà di scelta.Abbiamo così iquattro casi possibili di libertà:libertà dell'agire, libertà del decidersi, libertà come facoltà, e libertà di scelta.  La libertà si può definire,in una parola, come desiderio di vo lere secondo la propria inclinazione. Libertà significa allora tanto quanto spontaneità e, così definita, si ricollega con tutti i momenti della valutazione morale di già determinati. L'etica è la scienza, così conclude il Meinong, che esamina il valore che l'uomo ha per l'uomo, e più particolarmente il valore che l'uomo ha nel suo modo di comportarsi con l'uomo. Notevole è in questa definizione il momento della universalità,che distinque il campo dei fatti morali. Il senso comune tende nelle valutazioni morali a rendersi indipendente dalle peculiarità indi viduali e dalle circostanze eccezionali: esso pretende di tenere una  uguale misura per tutti. Quella definizione dice pure che ciascun uomo può essere soggetto di valori morali,non meno che oggetto di valutazione; nessuno può dirsi neutrale nelle valutazioni morali. Non può pero mai accadere, che il soggetto e l'oggetto del valore  s'identifichino. Non che non si possano valutare le proprie volizioni, ma non sipuò identificare il vero soggetto del giudizio etico con sè stesso. Voler porre accanto a un'etica sociale un'etica indi viduale è perciò inammissibile. Anche quando l'interesse etico è ri volto al proprio io, la collettività è parte interessata in queste valutazioni, e non le si può perciò negare la funzione di vero sog getto del valore morale.  Si è attribuito all'etica un carattere normativo; ciò non deve indurre a credere, che questa scienza possa di propria assoluta autorità imporre precetti al volere e all'agire degli uomini. In quanto disciplina pratica,essa può dare " norme ,, non in nome  proprio, ma presupponendo posti i fini che si vogliono attuare. Solo che l'etica non trova,come lealtre scienzepratiche,ivalorigià definiti, ma li deve ricercare e fissare. Essa diviene quindi  normativa nel senso che, laddove la riflessione ingenua rimane inerte, l'etica scorge valori e non-valori,e dove la riflessionein. genua valuta in un dato modo, l'etica lavora a precisare,eacor reggere queste valutazioni. Con le sue deduzioni e dimostrazioni  essa può infatti chiarire errori ed anomalie del valore, che sfug. gono all'occhio non esercitato o indifferente.Ma pure non bisogna dimenticare che i problemi del valore sono problemi di fatto,che l'etica è una scienza empirica, e che l'empiria ha sempre l'ultima parola nelle statuizioni morali. costituisc  Leonardo Caffo. Keywords: l’altruismo, disobbedienza, “Homo sapiens sapiens”, homo, uomo, umano, humanus, Anthropos, aner, maschio, vir, virilita. Specismo, anti-specismo, sub-specismo, homo sapiens sapiens. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Caffo” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Cainia: la diaspora di Crotone -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto). Filosofo italiano. Gamblico di Calcide, a Pythagorean. Cainia.

 

Grice e Calais: la setta di Reggio  – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Reggio). Filosofo italiano. Giamblico di Calcide, a Pythagorean.

 

Grice e Calboli: l’implicatura conversazionale della langue e la parole – Grice e Gardiner -- de parabola – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo Italiano. Grice: “I like Calboli – he philosophised on much the same subjects I did – colour words (‘that tie seems/is light blue’) – the philosophy of perception, and parabola, i.e. expression. If I use ‘utterance’ broadly so does Calboli with his ‘parabola.’ One big difference is that he is a nobleman, who owned a castle that he ceded to Firenze – I did not!” Altre opere: “Exercitatio philosophica” (Romae, Giovanni Zempel). Étymol. et Hist.I. Faculté d'exprimer la pensée par le langage articulé -- «expression verbale de la pensée» (Roland, éd. J. Bédier: De sa parole ne fut mie hastifs, Sa custume est qu'il parolet a leisir); spéc. ling. distingué de langue (Sauss.). action de parler» metre a parole «faire parler» (Wace, Conception N.-D., éd. Ashford). C. Le langage oral considéré par rapport à l'élocution, au ton de la voix cde sa pleine parole «à haute voix» (Pèlerinage de Charlemagne, éd. G. Favati); parole basse (Benoît de Ste-Maure, Troie,  ds T.-L.);(Wace, Rou, éd. Holden: Sa voiz e sa parole mue). D. ca  «faculté d'exprimer sa pensée par le langage articulé» (Guillaume d'Angleterre, éd. M. Wilmotte, De joie li faut la parole). «art de parler, éloquence» employer sa parole à gagner argent (Nicot); (Boileau, Art poétique, chant IV ds OEuvre, éd. F. Escal); avoir le don de la parole (Ac.). F.  «droit de parler» (Bruyère, Caractères, De la Cour, OEuvre, éd. J. Benda: Ils ont la parole, président au cercle). II. Son articulé exprimant la pensée A. Suite de mots, message, discours, propos exprimant une pensée (Roland: De cez paroles que vous avez ci dit...;: Bon sunt li cunte e lur paroles haltes); (Wace, Rou: [Li evesque] Ne fist pas grant parole ne ne fist grant sermon). B. spéc. 1155 «discussion, dispute» (Wace, Brut, éd. I. Arnold); avoir des paroles ensemble (Perceforest)  «promesse» doner parole (Benoît de Ste-Maure); prisonniers pour la parole (E. Pasquier, lettre 21 août, ds Lettres hist., éd. D. Thickett); (croire) sur vostre parole (Guez de Balzac, lettre 11 déc. ds OEuvres); homme de parole (Id., lettre).  «expression verbale d'une pensée remarquable» (Thomas, Tristan, éd. Wind, fragm. Douce: Oïstes uncs la parole).  «belle, vague promesse» (Proverbe au vilain, T.-L.: De bele parole [var. promesse] se fait fous tout lié); paroles sourdes «paroles en l'air, mensonges» (Gace de La Buigne, Deduis.);«phrase creuse, vide» paroles pleines de vent (Georges Chastellain, Chron., éd. Kervyn de Lettenhove). «enseignement» (Aimon de Varennes, Florimont, ds T.-L.); spéc. 1ertiers xiiies. (Vie de St Jean l'Évangéliste, 567, ibid.: avint ke li ewangelistes en une chité vint, Où il dist la parole [Luc]) la parole de Dieu «l'Écriture sainte» (Pascal, Pensées, OEuvres, éd. J. Chevalier: Quand la parole de Dieu... est fausse littéralement, elle est vraie spirituellement); 2. fin xiies. la parole «le Verbe, la Parole faite chair» (Sermons de St Bernard, éd. W. Foerster,: cil [li troi roi el staule] reconurent la parole de deu lai ou il estoit enfes). Issu du lat. chrét. parabola (devenu *paraula par chute de la constrictive bilabiale issue de -b- devant voy. homorgane) «comparaison, similitude», terme de rhét. (Sénèque, Quintillien); puis, chez les aut. chrét.: 1. «parabole» (Tertullien, St Jérôme); 2. «discours grave, inspiré; parole», ce double sens étant dû à l'hébreu pārehāl (Job, 1: assumens parabolam suam«reprenant son discours»; Num.: assumptaque parabola sua, dixit; par la suite: Gloss. Remigianae: in rustica parabola «en lang. vulg.»), v. Ern.-Meillet, Blaise, Vaan., Löfstedt, Late Latin, pp.81 sqq. Le lat. est empr. au gr. παραβολη  «comparaison [par juxtaposition], illustration» empl. dans les Septante au sens de «parabole» (Marc). Parabola a supplanté verbum dans l'ensemble des lang. rom. (sauf le roum.) grâce à la fréq. de son empl. dans la lang. relig., verbum étant spéc. utilisé dans cette même lang. pour traduire le gr. λογος , v. verbe. Marchese. De Calboli. Paulucci. Paolucci. Francesco Giuseppe Paulucci di Calboli. Francesco Paulucci di Calboli. Keywords: de parabola, parabola, parola, parlare, hyperbola, cyclo, ellipsis. exercitatio philosophica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Calboli” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Calcidio – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza. (Roma). Filosofo italiano. Commenta il "Timeo" di Platone. Per impulso di un OSIO al quale con una lettera CALCIDIO dedica l’opera sua, è un platonico con forti tendenze eclettiche o dilettanti.Secondo la tradizione manoscritta, C. si dove identificare il dedicatorio del lavoro a quell’Osius o Hosius di Cordova che prende parte ai concili di Nicea e di Sardica.Nella stessa epoca e vissuto C., che viene detto diacono o arcidiacono della stessa diocesi. In ogni modo, nel Commento del Timeo, C. mostra di conoscere bene il Testameno ebreo, che ritiene ispirata da Dio, cita Origene e accenna a credenze dei galilei.Il Commento al Timeo di C. deriva in ultimo da quello di Posidonio, mediato però da uno del liceale Adrasto d’Afrodisia per la parte matematica, astronomica e musicale e da uno di seguace del Platonismo dal quale sembra provenire anche lo pseudo-plutarcheo "De fato."Non è escluso, anzi, che il secondo commento sia stato l’unica fonte di C.. C. sopra tutti i filosofi ammira Platone, di cui cita passi di diversi dialoghi.Inoltre, C. menziona molti altri autori (stoici, neo-pitagorici, Filone d'Alessandria, Numenio), che probabilmente conosce soltanto indirettamente. Queste citazioni svariate sono l’espressione estrema del suo eclettismo o dilettantesimo a base platonica. Con Platone, C. parla di tre principi delle cose, Dio, il modello (cioè la idea) e la materia.In ciò si accorda con Albino, col quale riduce la idea a un pensiero divino.Con lo Stoicismo, C. identifica il divino al principio attivo, la materia al principio passivo. Però, mentre fa della materia un principio originario e sostiene che il mondo non è stato creato nel tempo, C. si sforza di affermare che in questi argomenti l'origine di cui si parla non ha carattere cronologico, ma designa una dipendenza. C. si esprime quindi in modo improprio quando ammette l'eternità dell’origine delle cose e della materia. Dalla materia, in cui Dio impone le immagini dell'idea, e provenuto il corpo. Mentre in questa parte, in complesso, predomina il pensiero di Platone, nello studio delle potenze divine si presentano dottrine del Platonismo, che preparano quelle neo-platoniche, ma in alcuni punti essenziali ne differiscono fortemente. Al vertice sta il divino supremo o il sommo bene, che, con Platone, è posto sopra ogni sostanza e dichiarato superiore all’intelletto e ineffabile. Al disotto di esso sta un secondo divino, la provvidenza, identificata al vobis, che è la volontà e insieme l'eterno atto della mente divina. Le cose divine intelligibili e quelle prossime ad esse, sottostanno soltanto alla provvidenza, le naturali e corporee sono soggette al fato, o serie delle cause, che deriva dalla prima ed è una legge divina promulgata per reggere ogni cosa. Di questa legge è custode un terzo divinito, l'anima cosmica, che C. chiama la seconda mente o il secondo intelletto. Questa tri-partizione del divino riprende uno schema di Albino e si allontana dal neo-Platonismo perchè non denomina Uno il primo principio, gli attribuisce la volontà che Plotino gli nega e non parla della derivazione della materia nei termini caratteristici di quel sistema. La teoria della provvidenza e del fato (affine a quella dell’opera pseudo-plutarchea) sembra pure attinta a una fonte platonica. Le teorie sui demoni e sul destino delle anime dopo la morte concordano con quelle della scuola platonica e di Posidonio. In complesso C. giustappone teorie svariate senza ri-organizzarle.La filosofia di C., però, sebbene priva di ogni originalità, e l’unica via di accesso alla filosofia platonica di cui potè disporre la civilizazione occidentale e costituì per esso una delle fonti maggiori della storia del pensiero romano antico.   Calcidio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.  Manoscritto medievale del Timeo di Platone, tradotto da C. Filosofo romano. Della vita di C. sappiamo pochissimo. C. traduce il Timeo di Platone in LATINO, corredandola di un ampio Commento. La datazione della traduzione è dibattuta. Tra gli elementi più importanti utilizzati per collocare C. nel tempo e nello spazio c'è la lettera introduttiva all'opera, dedicata ad OSIO, al quale egli fa riferimento più volte nel suo Commento. Nella lettera C. racconta come OSIO gli abbia affidato un incarico tanto arduo come la traduzione e il commento del Timeo al LATINO, impresa, secondo C., mai tentata fino a quel momento (operis intemptati ad hoc tempus). Una subscriptio trovata in alcuni manoscritti fa luce sul problema della datazione dell'opera: "Osio Calcidius ". Dalla subscriptio si evince, quindi, che Ca. era l'arcidiacono di un vescovo Osio. Nel periodo tardo imperiale è noto un Osio, diocesi di Cordova, figura importante del cristianesimo occidentale. Nei Concili di Nicea e Sardica, Osio giocò un ruolo decisivo nella difesa dell'ortodossia contro l'arianesimo. Se si tratta di questo Osio, Calcidio avrebbe realizzato la sua traduzione del Timeo. Waszink, l'editore di C. si oppone a questa ipotesi, che è sempre stata quella tradizionalmente più accettata, e ritiene che C. debba essere collocato intorno alla fine del IV secolo o all'inizio del V. Secondo Waszink, l'ambiente in cui sarebbe stato redatto questo trattato neoplatonico e cristiano sarebbe quello della Milano della fine del IV secolo, quando la città italiana era un fiorente centro di platonismo sia pagano che cristiano, e l'Osio cui si fa riferimento nella lettera introduttiva potrebbe essere un alto funzionario imperiale attivo a MILANO. Tuttavia non esistono prove dell'esistenza dell'Osio ipotizzato da Waszink. La teoria di Waszink è stata respinta da Dillon, che ha ripreso la datazione tradizionale dell'opera, ed è oggi generalmente abbandonata dagli studiosi.  Il “Timeo” era già stato tradotto in latino da CICERONE. La traduzione di C. differisce notevolmente da quella di CICERONE, che forse C. non conosce. Il Commento – L’UNICO COMMENTARIO LATINO ad un'opera di Platone pervenutoci - riguarda solo il testo da 31c4 a 53c3. Per il suo commentario C. fa abbondante uso di fonti greche antiche. Si basa probabilmente sul Commento al Timeo di Adrasto e sulle opere di Albino, Numenio, Porfirio e Filone. Il suo Commento riporta gran parte del capitolo sull'Astronomia della Matematica utile per comprendere Platone di Teone di Smirne. C. vi espone le conoscenze astronomiche del primo secolo e, accanto ai modelli di Eudosso e Ipparco, descrive anche il modello attribuito a Eraclide Pontico, che sostiene che Venere e Mercurio ruotano intorno al Sole. C. concepisce la materia come sostanza pura e vuota, o anche come l'essenza priva di qualità (in greco: apoios ousìa) del PORTICO, che con l'Ápeiron di Anassimadro condivide l'essere infinita e illimitata, priva delle determinazioni qualitative e quantitative che invece caratterizzano gli enti che si muovono al suo interno. Tale materia primordiale è necessaria per spiegare il molteplice colto dai sensi, che è mobile e divisibile, ma essa in sé e per sé non può essere oggetto di percezione sensibile; al contrario, gli organi di senso possono percepire soltanto la materia unita a una qualche forma intellegibile, ed è poi compito dell'analisi delle mente astrarre la materia pura dalle forme che sono congiunte ad essa dal Demiurgo artefice del mondo.  La sintesi della mente umana giunge così a identificare i tre principi primi: Dio assimilato al Demiurgo platonico, l'idea (exemplum) e la materia (in latino: silva,che rende il greco antico ulē), da non confondersi con i quattro elementi, che sono qualitativamente determinati[6] e nemmeno con la loro unità primitiva, come Diogene Laerzio aveva inteso la materia prima.  Il Timeo nella traduzione di C. è l'*unica* opera di Platone nota agli studiosi dell'Occidente latino fino a quando Aristippo traduce in latino il “Menone” e il “Fedone”. Traduzione e Commento furono molto diffusi durante tutto il Medioevo, al punto che se ne sono conservate più di cento copie manoscritte. Furono realizzati vari commenti alla traduzione di C. tra i quali quello di Isdoso e quelli dei teologi della scuola di Chartres, come Bernardo di Chartres e Guglielmo di Conches. I maestri di Chartres danno al fatto della creazione un'interpretazione filosofica. Partendo dagli assunti di base del platonismo, cercano di dimostrare l'esistenza di una corrispondenza tra la visione del mondo espressa nel Timeo e quella descritta nel racconto biblico della creazione. Bernardo è considerato l'autore delle Glosae super Platonem, un anonimo commentario al Timeo nella versione di C. sotto forma di glosse.[10]  Il filosofo e poeta Bernardo Silvestre fu una delle personalità di questo periodo che furono maggiormente influenzate dalla filosofia platonica. La sua cosmologia e antropologia rivelano la profonda influenza del pensiero di Calcidio. Anche il poema De planctu Naturae di Alano di Lilla contiene idee tratte dal Timeo e dal commentario calcidiano.  L'opera di C. fu molto apprezzata anche nel periodo rinascimentale, iniziato in Italia alla fine del XIV secolo. L'interesse per C. è testimoniato dalle numerose copie manoscritte dell'opera risalenti a quest'epoca - almeno 40, 28 delle quali provengono dall'Italia. Una parte dei manoscritti contiene solo la traduzione del Timeo, una parte solo il commento, una parte traduzione e commento insieme. La maggior parte delle principali biblioteche pubbliche e principesche d'Italia e numerosi umanisti ne avevano una copia. PETRARCA (si veda)  annota la sua copia dell'opera, oggi conservata presso la Bibliothèque Nationale a Parigi. L'umanista FICINO (si veda), più tardi divenuto famoso come traduttore e interprete dei dialoghi platonici, fa una copia manoscritta del commento, corredandola di un gran numero di note sulla lingua, sui contenuti e sulle fonti. Più tardi, quando realizzò una nuova traduzione latina del Timeo, fece solo occasionalmente ricorso a Calcidio, perché il suo latino non soddisfaceva gli elevati standard degli umanisti. Anche l'amico di Ficino PICO (si veda) ha una copia dell'opera di C., annotata di suo pugno. L'editio princeps della traduzione e del commento del Timeo fu pubblicata a cura dell'umanista GIUSTINIANI, vescovo di Nebbio. Nella lettera di dedica, Giustiniani esprime il suo entusiasmo per la cultura e l'imparzialità di C.. Secondo Giustiniani, infatti, C. scrive in un modo così oggettivo che dalle sue parole non si poteva evincere nemmeno se fosse attamente romano pagano. Più tardi, alcuni studiosi considerarono C. ebreo, altri - come il filosofo Cudworth e il filologo Fabricius  - lo ritennero, al contrario, cristiano. Un'altra ipotesi fu avanzata dallo storico Mosheim che giunse alla conclusione che C. non è né un cristiano né un ebreo, né un platonico puro, MA UN ROMANO pagano che ha arricchito la sua filosofia platonica con altri concetti. Fabricius pubblicò una nuova edizione della traduzione e del commento del Timeo ad Amburgo. La filosofia antica, Adorno, Feltrinelli; Moreschini (ed.): C.: Commentario al “Timeo” di Platone, Milano; Bakhouche (ed.): Calcidius: Commentaire au Timée de Platon, Parigi; Dupuis : Préface à la traduction de Théon de Smyrne, Exposition des connaissances mathématiques utiles pour la lecture de Platon, Hachette, 1892. ^ Pierre Duhem, Le système du monde; Moro, Francesca Menegoni e Giovanni Catapano, Il concetto di materia nei commentari alla Genesi di Agostino; Università di Padova-FISSPA; Caiazzo, La materia nei commenti al Timeo, in Quaestio. Annuario di storia della metafisica; Grant, Science and Religion, Greenwood; Waszink, (ed), Timaeus, a Calcidio translatus commentarioque instructus; Warburg Institute & Brill, Londres-Leiden, 1962: Secondo Waszink, il periodo in cui l'opera fu maggiormente copiata fu tra il XII e il XV secolo. Secondo Raymond Klibansky: This dialogue [Timaeus], or rather its first part, was studied and quoted throughout the Middle Ages, and there was hardly a mediaeval library of any standing which had not a copy of Chalcidius’ version and sometimes also a copy of the fragment translated by Cicero. ^ Terence Irwin; Classical philosophy: collected papers, Taylor & Francis. Sulla questione della paternità si veda Béatrice Bakhouche (ed.): Calcidius: Commentaire au Timée de Platon, Vol. 1, Parigi; Dronke: The Spell of C., Firenze; L'adorabile vescovo di Ippona": atti del Convegno di Paola, Franca Ela Consolino, Rubbettino; Hankins: The Study of the Timaeus in Early Renaissance Italy. In Hankins: Humanism and Platonism in the Italian Renaissance, Bd. 2, Rom; Hankins: Plato in the Italian Renaissance, Leiden; Wrobel: Platonis Timaeus interprete Chalcidio, Frankfurt (Ristampa dell'edizione Leipzig); Bronislaus W. Switalski: Des Chalcidius Kommentar zu Plato’s Timaeus, Münster; Wrobel: Platonis Timaeus interprete Chalcidio, Frankfurt  (Leipzig); Bronislaus W. Switalski: Des C. Kommentar zu Plato’s Timaeus, Münster; Vgl. Jan Hendrik Waszink: Calcidius. In: Reallexikon für Antike und Christentum, Supplement-Lieferung, Stuttgart; Vedi Eginhard P. Meijering: Mosheim on the Difference between Christianity and Platonism. In: Vigiliae Christianae; Commentario al «Timeo» di Platone, a cura di Moreschini, con la collaborazione di Bertolini, Nicolini,  Ramelli, Bompiani, Il Pensiero Occidentale, Milano; Commentaire au Timée de Platon, Parigi, Traducción y Comentario del Timeo de Platón, Zaragoza; Magee (ed.), Calcidius. On Plato's' Timaeus, Cambridge (Mass.) - London, Harvard; Studi BOEFT, J. DEN, Calcidius on fate. His doctrine and sources, Leiden, 1970. BOEFT, J. DEN, Calcidius on demons (Commentarius), Leiden, CICERÓN, Sobre la adivinación, Sobre el destino, Timeo, introd., trad. y notas de Ángel Escobar, Biblioteca Clásica Gredos, nº 271, Madrid, GERSH, Stephen, Middle Platonism and Neoplatonism: The Latin Tradition, Publications in Medieval Studies, vol. 23. University of Notre Dame Press, 1986. MACÍAS VILLALOBOS, C., "La influencia de C. en la obra y el pensamiento de Ficino", Crítica Hispánica; WASZINK, J. H., Studien zum Timaioskommentar des Calcidius, I. Die erste Hälfte des Kommentars (mit Ausnahme der Kapitel über die Weltseele), Leiden, Brill, WINDEN, Calcidius on Matter. His doctrine and sources. A chapter in the history of Platonism, Leiden, Brill, Donato Tamilia, De C. aetate, in Studi italiani di filologia classica, Bronislaus Wladislaus Switalski, Des C.  Kommentar Zu Plato's Timaeus, Münster, Steinheimer, Untersuchungen über die Quellen des C., Aschaffenburg 1912. C., su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Calogero, C., in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, C., in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, C., su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. C., su ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su Wikidata (LA) Opere di Calcidio, su Musisque Deoque. Opere di C., su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute. Opere di C., su digilibLT, Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro. Opere di C., su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di C., su Open Library, Internet Archive. su  V · D · M Platonici Portale Biografie   Portale Filosofia Categorie: Filosofi romani Filosofi Romani Filosofi cristiani Neoplatonici Traduttori dal greco al latino Commentatori di Platone [altre] Calcidio or Chalcidius translated the Timeo, and produced a commentary on it that still survies. In his understanding of matter and form, he appears to have borrowed substantially from Aristotle. His commentary is also a valuable source of information on the Porch physics as he makes several references to what Zeno of Citium, Crisippo di Soli and Cleante thought about such issues as fate and substance. He may also have been familiar with the works of Giamblico and Porfirio. Calcidio. Keywords: Cicerone. Calcidio.

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