Quali siano stati
universalmente i principii di qualunque città, e quale è quello di Roma Di quanto
spezie sono le repubbliche, e di quale fu la Repubblica Romana. Quali accidenti facessino creare in Roma
i Tribuni della plebe; il che fece la
Repubblica più perfetta che la disunione della Plebe e del Senato romano fece libera
e potente quella Repubblica. Dove più securamente si ponga la guardia della libertà,
o nel Popolo o ne’Grandi; e quali hanno maggiore cagione di tumultuare, o chi vuole
acquistare o chi vuole mantenere. Se in Roma si poteva ordinare uno sstato che togliesse
via le inimicizie intra il popolo ed il senato Quanto siano necessarie in una Repubblica
le accuse per mantenere la libertà Quanto lo accuse sono utili alle repubbliche,
tanto sono perniziose le calunnie. Come egli è necessario esser solo a volere ordinare
una repubblica di nuovo, o al tutto fuori delli antichi suoi ordini riformarla
Quanto sono laudabili i fondatori d’una
repubblica o d’uno regno, tanto quelli d’una tirannide sono vituperabili
Della religione de’Romani. Di quanta importanza sia tenero conto della religione,
e come l’Italia per esserne mancata mediante la chiesa romana, è rovinata Come
i Romani si servirono della religione per ordinare la città, e per seguire le loro
imprese e fermare i tumulti. I Romani interpretano gli auspicii secondo la necessità,
o colla prudenza mostravano d’osservare la
religione, quando forzati non 1’osservano; e s’alcuno temerariamente la dispregia,
lo punivano 100 dio alle cose loro afflitte, ricorsono alla religione Un popolo USO a vivere sotto un principe, se per
qualche accidente diventa libero, con difficultà mantiene la libertà. Uno popolo
corrotto, venuto in libertà, si può con dit'ticnltà grandissima mantenere libero In che modo nelle città corrotte si potesse mantenere
uno stato libero, essendovi; o non essendovi, ordinarvelo Dopo uno eccellente principe
si può mantenere un principe debole; ma dopo un debole, non si può con un altro
debole mantenere alcun regno. Due continove successioni di principi virtuosi fanno
grandi effettive come le repubbliche bene ordinate hanno di necessità virtuose successioni: e però gli acquisti ed augumenti
loro sono grandi Quanto biasimo meriti quel principe e quella repubblica che
manca d’armi proprie Quello che sia da notare nel caso dei tre Orazi romani, e dei tre Curiazi albani che non si debbe
mettere a pericolo tutta la fortuna e non tutte le forze; e per questo, spesso il
guardare i passi è dannoso Le repubbliche bene ordinate costituiscono premii e
pene a’loro cittadini, nè compensano mai l’uno coll’altro Chi mole riformare uno
stato antico in una città libera, ritenga almeno l’ombra desmodi antichi Un
principe nnoro, in nna città o provincia presa da Ini, debbo faro ogni cosa
nnova Sanno rarissime volte gli nomini essere al tutto tristi o al tutto buoni. IniPer qual cagione
i Romani furono meno ingrati agli loro cittadini che gl’ateniesi Quale sia più ingrato,
o un popolo, o un principe Quali modi debbe usare un prìncipe o nna repubblica per
fuggirò questo vizio della ingratitudine; e qnali quel capitano o quel cittadino
per non essere oppresso da quella Che i capitani romani per errore commesso non
furono mai istraordinariamente puniti; nè furono inai ancora puniti quando, pella ignoranza loro o
tristi partiti presi da loro ne fussino seguiti danni alla repubblica, lfil Una
repubblica o nno principe non dobbe
differire a beneficare gli uomini nelle sue
necessitati. Quando uno inconveniente è cresciuto o in uno Stato o contra ad
uno Stato, è più salutifero partito temporeggiarlo che urtarlo. L'autorità dittatoria
fece tene, e non danno, alla repubblica romana:
o come lo autorità che i cittadini si toPgono, non quelle che sono loro dai
suffragi liberi date, sono alla vita civile perniciose La cagione perchè in Roma
la creazione del decemvirato fu nociva alla libertà di quella repubblica, non
ostante che fosse creato per suffragi pubblichi e liberi Non debbono i
cittadini che hanno avuti i maggiori onori, sdegnarsi de' minori Quali scandali
partorì in Roma la legge agraria: e come fare una legge in una repubblica che risguardi
assai indietro, e sia contra ad una consuetudine antica della città, è scandolosissimo Le
repubbliche deboli sono male risolute, e non si sanno deliberare; e se le pigliano
mai alcuno partito, nasce più da necessità che da elezione In diversi popoli si
veggonospesso i medesimi accidenti. La creazione del decemvirato in Roma, e
quello che in essa è da notare: dove si considera, intra molte altre cose, come
si può salvare persimile accidente, o oppressare una repubblica Saltare dalla urailità
alla superbia, dalla pietà alla crudeltà, senza debiti mezzi, è cosa imprudente
ed inutile. Quanto gli uomini facilmente si possono corrompere. Quelli che
combattono pella gloria propria sono buoni e fedeli soldati Una moltitudine senza capo è inutile: e non si
debbe minacciare prima, e poi chiedere l’autorità È cosa di malo esempio non osservare una legge fatta, e
massime dallo autore d'essa: e rinfrescare ogni dì nuove ingiurie in una città,
è a chi la governa dannosissimo Gli uomini salgono d’un'ambizione ad un'altra; e
prima si cercanon essere offeso, dipoi d’offendere altrui Gli uomini, ancora che
si ingannino ne’generali, nei particolari non s’ingannano Chi vuolo che uno magistrato
non sia dato ad un vile o ad un tristo,
lo facci domandare o ad un troppo vile e troppo tristo, o ad uno troppo nobile e
troppo buono Se quelle città che hanno avuto il principio libero, come Roma, hanno
difficoltà a trovare leggi che le mantenghino; quelle che lo hanno immediate
servo, ne hanno quasi una impossibilita. Non debbo uno consiglio o uno magistrato
potere fermare le azioni della città. Una
repubblica o uno principe debbo mostrare di fare per liberalità quello a
che la necessità lo constringe A reprimere la insolenza di uno che sorga in una
repubblica potente, non vi è piu securo e meno scandoloso modo, che preoccuparli
quelle vie pello quali o’vieno a quella potenza. Il popolo molte volto desidera
la rovina sua, ingannato d’una falsa spezie di bene: e come le grandi speranze e gagliardo promesse facilmente lo muovono.
Quanta autorità abbia uno uomo grande a frenare una moltitudine Quanto facilmente
si conduchino le cose in quella città dove la moltitudine non è corrotta: e che
dove è eqnalità, non si può faro principato; e dove la non è, non si può far repubblica.
Innanzi che seguino i grandi accidenti in una città o in una provincia, vengono segui che gli pronosticano, o Domini che gli predicono.
La plebe insieme è gagliarda; diper se è debole La moltitudine è più savia e
più costante che un principe altri si può più fidare; o di quella fatta con una
repubblica, o di quella fatta con nno principe
Come il consolato o qualunque altro magistrato in Roma si da senza rispetto di età
Quale fu più cagione dello imperioche acquistorono i Romani,
o la virtù, o la fortuna Con quali popoli i Romani ebbero a combattere, e
come ostinatamente quelli difendevano la loro libertà. Roma divenne grande città rovinando le città circonvicine, e ricevendo
i forestieri facilmente a'suoi onori Le repubbliche hanno tenuti tre modi circa
lo ampliare lingue, insieme coll’accidente de1 diluvio delle pesti, spegno la memoria
dello cose. Come i Romani procedevano nel farela guerra Quanto terreno i Romani
davanoper colono La cagione perchè i popoli si partono da’luoghi patrii, ed inondano
il paose altrui Quali cagioni comunemente faccino. I danari non sono il nervo della
guerra, secondo elio è la comune oppinone Non è partito prudento fare amicizia
con un principe che abbia più oppinione che forze assaltato, inferire, o
aspettare la guerra Che si viene (li bassa a gran fortuna più colla fraude che colla
forza t Ingannansi molte volto gl’uomini, credendo colla nmilità vincere la superbia
Gli stati deboli sempre fieno ambigui nel
risolversi: e sempre le deliberazioni lente sono nocive Quanto i soldati
ne’nostri tempi si disformino dalli antichi ordini. Quanto si debbino stimare dagli
eserciti ne’presenti tempi l’artiglierie; e se quella oppinione che se ne ha in
universale, è vera Come pell’autorità de’Romani, e pello essempio dell’antica milizia,
si debbe stimare più le fanterieche i cavagli . Che gl’acquisti nelle repubbliche
non bene ordinate e che secondola romana virtù non procedono, sonoa rovina, non
a esaltazione di esse. Quale pericolo porti quel principeo quella repubblica che
si vale della milizia ausiliare a mercenaria Il primo pretore che i
Romani mandarono in alcun luogo, fu a Capova, dopo quattrocento anni che cominciarono
a far guerra Quanto siano false molte volte le oppinioni degl’uomini nel giudicarele
cose grandi Quanto i Romani nel giudicarei sudditi per alcuno accidente che necessitasse
tal giudizio, fuggivano lavia del mezzo Le fortezze generalmente sonomolto più dannose
che utili Che Io assaltare una città disunita, per occuparla mediante la sua disunione,
è partito contrario. Il vilipendio e l’improperio genera odio contra a coloro che
l’usano, senza alcuna loro utilità Ai principi e repubbliche prudenti debbe bastare
vincere; perchè il più delle volte, quando non basti, si perde Quanto sia pericoloso
ad una repubblica o ad uno principe non vendicare una ingiuria fatta contra al pubblico o contra al privato La fortuna accieca
gl’animi degl’uomini, quando la non vuole che quelli s’opponghino a’disegni suoi
Le repubbliche e gli principi veramente potenti non comperano l'amicizie con danari,
ma con la virtù econ la riputazione delle forzo. Quanto sia pericoloso credere agli
sbanditi In quanti modi i Romani occupano le terre Come i Romani davano agliloro capitani degl’eserciti le commissioni libere A volere che una setta o
una repubblica viva lungamente, è necessario ritirarla spesso verso il suo principio.
Come gli è cosa sapientissima simulare in tempo la pazzia. Come egli è
necessario, a voler mantenere una libertà acquistata di nuovo, ammazzare i
figliuoli di Bruto Pag Non vive sicuro un principe in un principato, mentre vivono coloro chene sono stati spogliati Quello che fa
perdere uno regno aduno re che sia ereditario di quello. Delle congiure Donde nasce
che le mutazioni dalla libertà alla servitù, e dalla servitù alla libertà, alcuna
n1 è senza sangue, alcuna n’è piena chi vuole alterare una repubblica, debbo considerare
il soggetto di quella Come conviene variare coi tempi, volendo sempre aver
buona fortuna. Che uu capitano non può fuggire la giornata, quando 1’avversario
la vuol fare in ogni modo Che chi ha a fare con assai, ancora che sia inferiore,
purché possas ostenere i primi impeti, vince. Come un capitano prudente debbo imporre
ogni necessità di combattere ai suoi soldati, e a quelli delli minicitorla gol.
Più confidare, o innuo buono capitano che abbia l’esercp° debole,
o in uno buono esercito che abbia
il capitano debole. Le invenzioni nuove che appariscono nel mezzo della zuffa, e
le voci nuove che s’odono, quali effetti faccino Come uno e non molti siano preposti ad uno esercito,
o come i più comandatori offendono Che la vera virtù si va ne' tempi difficili a trovare; e ne tempi
facili non gl’uomini virtuosi, ma quelliche per ricchezze o per parentado prevagliono, hanno più grazia Che non si offenda
uno, e poi quel medesimo si mandi in amministrazione e governo d’importanza.
Nessuna cosa è più degna d' un capitano che presentire i partiti del nimico. Se
a reggere una moltitudine è più necessario l’ossequio che la pena. Uno essempio
d'umanità appresso ai Falisci potette più d'ogni forza romana Donde nasce ch’Annibale
con diverso modo di procedere da Scipione, fa quelli medesimi effetti in Italia
che quello in Ispagna. Come la durezza di Manlio Torquato e l’umanità di
Valerio Corvino acquistò a ciascuno la medesima gloria. Per quale cagione
Cammillo fnsse cacciato di Roma. La prolungazione degl’imperi fa serva Roma.
Della povertà di Cincinnato, e di molti cittadini romani. Come per cagione di
femmine si rovina uno Stato. Come e'si ha
a nnire una città divisa; e come quella oppinione non è vera, che a
tenere le città bisogna tenerle disunite. Che si debbe por mente alle opere de’cittadini,
perchè molte volte sotto un’opera pia si nasconde un principio di tirannide.
Che gli peccati dei popoli nascono dai principi. Ad uno cittadino che voglia nella
sua repubblica far di sua autorità
alcuna opera buona, è necessario prima spegnere l’invidia: e come, venendo
il nimico, s’ha a ordinare la difesa d’una città Le repubbliche forti o gl’uomini eccellenti ritengono
in ogni fortuna il medesimo animo e la loro medesima dignità. Quali modi hanno tenuti
alcuni a turbare una paco. Egli è necessario, a voler vincere una giornata, fare
l’esercito conattente ed infra loro, e con il
capittano. Quale fama o voce o oppinione fa che il popolo comincia a
favorire un cittadino: e se ei distribuisce I magistrati con maggior prudenza che
un principe. Quali pericoli si portino nel farsi capo a consigliare una cosa; e
quanto ella ha più dello straordinario, maggiori pericoli vi si corrono. La
cagione perchè i Franciosi sono stati e
sono ancora giudicati nelle zuffe da principio
più che uomini, e di poi meno che femmine. Se le piccolo battaglie innanzi
alla giornata sono necessarie, e come si debbo fare a conoscere un nimico
nuovo, volendo fuggire quelle. Come debbe esser fatto un capitano nel quale 1’esercito
suo possa confidare Che un capitano debbe esser conoscitore dei siti Come usare la fraudo nel maneggiare la guerra
è cosa gloriosa. Che la patria si debbe difendere o con ignominia o con gloria;
ed in qualunque modo è ben difesa Che le promesse fatte per forza non si debbono
osservare Clie gli uomini che nascono in una provincia, osservano per tutti I
tempi quasi quella medesima natura E’si ottiene
coll'impeto e col1’audacia molte volte quello che con modi ordinari non s’otterrebbe
mai. Qual sia miglior partito nelle giornate, o sostenere l'impeto de'nimici, e
sostenuto urtargli; ovvero dapprima con furia assaltargli Donde nasce ch’una famiglia
in una città tiene un tempo i medesimi
costumi Che un buon cittadino per amore della patria debbe dimenticare
l’ingiurie private. Quando si vede fare
uno errore, grande ad un nimico, si debbe credere die vi sia sotto inganno.
Una repubblica, a volerla mantenere
libera, ha ciascuno di bisogno di nuovi provvedimenti; e per quali meriti Quinto
Fabio è chiamato Massimo.
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