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L'orto botanico di Palermo a novembre.
Questa discussione si intitola L'orto botanico
di Palermo a novembre. nella sezione Appunti di viaggio:
Approfondimenti, appartenente alla categoria Appunti di Viaggio; Lidia qua
vi ha postato foto primaverili, io invece ho visitato l'orto botanico di Palermo
in novembre. Cartina e percorso ...
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L'orto botanico di Palermo a novembre.
Lidia qua vi ha postato foto primaverili, io invece ho visitato
l'orto botanico di Palermo in novembre.
Situato accanto ad un curato giardino pubblico, Villa Giulia, in prossimità del mare, l’Orto mi ha accolto come più ruffianamente non poteva: subito dietro ai cancelli infatti, esemplari isolati ben accestiti di Rosa chinensisfacevano sfoggio in mezzo al prato. Probabile, ma non certo, che di tratti della notissima ‘Old Blush China’, sinonimo ‘Parson’s Pink China’, varietà di Rosa cinese giunta in Europa alla fine del ‘700, eccezionalmente rifiorente, che di lì a poco avrebbe rivoluzionato completamente il modo di intendere questo fiore in commercio. Per me, ovviamente, le rose sono come il canto delle sirene… ma quanto ho ammirato all’interno è vario e interessante. Superati la biglietteria e lo shop, alcuni esemplari molto spettacolari di Ficus macrophylla. Nelle foreste pluviali del nativo Queensland e del Nuovo Galles del Sud, dove questo maestosissimo albero è autoctono e cresce in forma di rampicante parassita, le temperature rarissimamente scendono sotto i 10°C. Nel suo habitat naturale questa specie di Ficus può crescere fino a 60 m di altezza. Dai rami sviluppa radici aeree che quando toccano il terreno si trasformano in tronchi supplementari, caratteristica ben visibile anche negli esemplari presenti nell’Orto e fotografati. In alcuni testi è chiamato anche Ficus magnolioides a causa della grande somiglianza tra le sue foglie e quelle della Magnolia grandiflora. Ficus macrophylla subsp columnaris. Particolare delle radici aeree trasformate in tronchi secondari. Il percorso presenta poi arbusti autoctoni del Sud Est Asiatico e dell'Oceania, tra cui alcune specie di Pittosporo delle quali ignoravo completamente l'esistenza: FOTO 3: Pittosporum undulatum Simile per certi versi al Pittosporum tenuifolium Pittosporum phillyraeoides. Noto come Pittosporo piangente, ha sviluppo arboreo. Pittosporum bicolor. Caratteristiche le foglie, verde scuro sopra e grigie sotto. Proseguendo, si raggiungono la Statua del Paride (1838) e la serra Maria Carolina circa del 1860, attualmente la più antica dell'Orto, nella quale sono contenute piante in piena terra. Mi ha incuriosito molto la Alixya ruscifolia. Ho scoperto che è un arbusto originario dell’Oceania, diffuso sia nelle foreste subtropicali, sia nelle scogliere rocciose del Galles del Sud, esposta a forti venti e neve. Il fogliame stretto e spesso ricorda un po’ quello di Berberis e Pyracantha, mentre i fiori prodotti in primavera ed estate sono bianchi e molto fragranti. I frutti, di cui l’esemplare fotografato abbonda, sono rotondeggianti e delle dimensioni dei corbezzoli. Statua del Paride (1838) Alyxia ruscifoliaconabbondante fruttificazione autunnale. Proseguendo all'esterno, abbiamo lambito a sinistra la zona colorata in marrone chiaro nella cartina, che è l'area più antica dell'Orto, sistemata la prima volta tra il 1789 e il 1791, secondo il criterio classificatorio di Linneo. Numerosi gli alberi e gli arbusti interessanti: Originario dell’Africa (Madagascar, Sud Africa, etc), l’Hibiscus calyphillus si è naturalizzato nelle Hawaii ed è coltivato nelle zone più calde degli Stati Uniti (Texas, Florida). Alcune fonti citano che in alcune zone, come nel Delta dell’Okavango, il fiore viene raccolto e mangiato. Secondo alcune informazioni reperibili su internet, anche se non completamente rustico, avrebbe una certa resistenza ai rigori invernali e, se protetto con tessuto-non tessuto, potrebbe superare stagioni fredde non troppo rigide o prolungate. In fiore un po’ tutto l’anno, anche se la fioritura principale si registra tra gennaio ed aprile. Hibiscus calyphyllus. Sinonimi: Hibiscus calycinus, Hibiscus rockii, Lemonyellow Rosemallow. Nella medesima sezione crescono alcuni esemplari molto belli di Duranta plumieri, una verbenacea sempreverde per climi miti, originaria dell’area dell’India (secondo altre fonti del Sud America, ma secondo me questa è la provenienza della Duranta repens). Questo albero fiorisce in estate nei toni del lilla e produce in autunno grappoli di piccoli frutti gialli rotondeggianti. Nel clima italiano pare perdere comunque le foglie. La fioritura avrebbe un dolce profumo di vaniglia. Duranta plumieri Il genere Sterculia deriverebbe il suo nome da Sterculo, divinità minore romana, inventore della concimazione dei campi. Tale riferimento nasce dall’odore sgradevole dei suoi fiori. Le specie afferenti a questo genere sono originarie soprattutto dell’Asia e dell’Oceania. Curiosi i frutti. Sterculia nobilis Si raggiunge quindi l'Aquarium, veramente bello, come si era già potuto apprezzare dalle foto di Lidia. E' una grande vasca circolare, a comparti, risalente alla fondazione dell'Orto. Molto piacevole anche lo stagno delle acquatiche che, con l'Aquarium, costituiscono un po’ il cuore pulsante dell’intero orto, essendo localizzate proprio nel suo centro. Lì vicino, un ficus spettacolare. Acquarium in autunno. Vegetazione acquatica dello stagno Ficus macrophylla subsp. Columnaris. L’esemplare simbolo dell’Orto è stato piantato nel 1845. Dopo avere attraversato una zona di palme la mia attenzione è caduta su una vasta collezione di piante di agrumi, tra le quali spicca la presenza del pomelo (Citrus maxima o Citrus grandis). Secondo quando riportato anche da Wikipedia, il pomelo (o pampaleone) sarebbe una delle tre specie originali degli agrumi (genere Citrus), come mandarino (Citrus reticulata) e cedro (Citrus medica). Da successive ibridazioni sarebbero stati ottenuti tutti gli altri, tra cui l’affine pompelmo (Citrus x paradisi, ibrido tra pomelo e arancio dolce). Produce un frutto eccezionalmente grande, perché può pesare anche 10 kg e possedere un diametro di 30 cm. Pomelo(Citrus maxima o Citrus grandis). La zona degli agrumi si connette con il giardino delle aromatiche, zona in realtà non all’altezza del resto dell’Orto e decisamente lasciata a se stessa. In mezzo a rosmarini e salvie molto comuni, spiccava la fioritura arancio della Coda di Leone, Leonotis leonurus, afferente alla grande famiglia delle lamiacee (per intenderci quella di rosmarini, salvie, mente, lavande, origano, santoreggia, teucrium, melissa, etc.). Pianta dalle notevoli proprietà medicamentose, nativa del Sud Africa e delle aree limitrofe, è diffusa a scopi ornamentali nelle zone calde e di clima mediterraneo. Le foglie sono usate per produrre una bevanda, essiccate avrebbero un potente effetto simile a quello della Cannabis. Leonotis leonurus Il giro si chiude su un meraviglioso viale di Ceiba speciosa, sinonimo Chorisia speciosa. Nei paesi del Sud America dai quali proviene, è detta comunemente Palo borracho (albero ubriaco) per la forma a botte del tronco; produce una fioritura molto spettacolare in autunno ed è stata introdotta in Europa proprio grazie all’Orto Botanico palermitano, nel quale arrivò la prima volta sul finire dell’Ottocento. Tra le sue caratteristiche più evidenti, la presenza di feroci spine acuminate nella zona inferiore del tronco. Viale di Ceiba speciosa Ceiba speciosa. Fioritura del novembre 2011. Ceiba speciosa. Particolare della fioritura Ceiba speciosa. Particolare del tronco. Ultima modifica di Cerchina; 07-01-12 alle 23:56 |
I seguenti 7 utenti hanno ringraziato davoust per questo post | ||
amantedeifiori (08-01-12), Butterfly (10-01-12), je suis... (10-01-12), lamartinz (09-01-12), pstrada (08-01-12), Rosmarie (08-01-12), Silvana (08-01-12)
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#2
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Sai Dav che non
sapevo che Chorisia speciosa fosse stato cambiato in Ceiba
speciosa? L'ho imparato ora, grazie
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Live as if you were to die tomorrow. Learn as if you were to live forever. (Mahatma Gandhi) Non ragioniam di lor, ma guarda e passa. (Divina Commedia, Inferno, Canto III, 51) ...La Stefy....quella delle passiflore!! Ultima modifica di Cerchina; 07-01-12 alle 23:58 |
#3
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Il viale di Chorisie
è, dal mio punto di vista, la zona più particolare dell'Orto botanico.
Quando ci sono andata per la prima volta, da piccola, mi è rimasto impresso come ricordo...sarà per la particolarità del tronco, o dal fatto che mi ero messa in testa che le spine servissero agli elefanti per grattarsi la schiena
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Sono anche su Pinterest! "Un bimbo muove tutto sottosopra e allo stesso tempo mette le cose al posto giusto." |
#4
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mamma che
spettacolo, quei tronchi.....quelle piante! ....mi incutono un po' di terrore,
sapete..... mi han
messo i brividi. così maestosi, strani, particolari..... o
mamma!
però, come siete bravi! non posso far altro che pendere dalle vostre labbra...... grazie per condividere le vostre esperienze. per una scimunita come me, ha molto valore, poter vedere certe cose che mai e poi mai mi sognerò di vedere dal vivo. anche se avessi tanta volontà, come si suol dire.... non riuscirei mai. primo perchè qui in zona non esiste nulla di questo. secondo perchè non andrò mai in nessun posto, purtroppo. grazie grazie grazie! nadia
Citazione:
Ultima modifica di nadia64; 08-01-12 alle 18:17 Motivo: Devi attendere un minuto per poter effettuare la modifica. |
#5
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Davoust, grazie per
queste fotografie stupende. Ci sono stata pure io a novembre per l'ennesima
volta. Ogni volta scopro qualche cosa di nuovo, un angolo che mi era sfuggito,
un fiore aperto che non lo era la volta precedente ...
Hai mai visto l'Orto Botanico di Catania? Più piccolo ma interessante anche lui con la parte di vegetazione tipica dell'Etna. Hanno da qualche anno una bellissima collezione di Plumerie. Ho visto a Palermo una pianta acquatica che mi ha entusiasmata ma che non aveva cartellino, la conosci? Ha fusti lunghissimi, parecchi metri. Cercavo il suo nome, speravo di trovarne per la mia vasca in giardino. |
#6
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Vedo che ti hanno
pure impressionato i pomeli. Sono enormi... mi permetto di aggiungere questa
foto che fa capire bene la dimensione, ce n'erano di più grandi
ancora.
e una grassina che mi è piacciuta molto, ne avevano tanti vasi: Delosperma echinatum |
Oggi
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botanico, lorto, novembre, palermo |
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