Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice ed Aulo – Roma – filosofia
italiana – Luigi Speranza. Filosofo
italiano. Aulo Gellio. under Gellio? Pupil of Lucio Calveno Tauro and Peregrino
Proteo. Friend of Erode. Aulo. Refs.: Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H.
P. Grice, “Grice ed Aulo,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria,
Italia.
Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice ed Aurano: gl’ortelani di
Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo italiano. He follows the doctrine of
the Garden. Nome compiuto: Gaio Stallio Aurano. Aurano. Refs.: Luigi Speranza,
pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, “Grice ed Aurano,” The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria, Italia.
Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice ed Aurelj: ragione
conversazionale e implicatura in
Deutero-Esperanto – la scuola di Macerata – filosofia marchese – filosofia
italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The
Swimming-Pool Library. (Macerata). Abstract. Grice: “I liked Esperanto, but I felt like it was
missing something – or having a few redundancies in its grammar, rather. So I
created Deutero-Esperanto. I presented it at Oxford. My former pupil, Strawson,
found redundancies now to my deuteron-Esperanto, so trito-Esperanto followed.
The chain continued, to the point that I became a historical linguist, as they
call them – the phylum being: proto-Esperanto, deuteron-Esperanto,
trito-Esperanto, tetarto-Esperanto, pempto-Esperanto, hecto-Esperanto,
hebdomo-Esperanto, ogdo-Esperanto, enato-Esperanto, decato-Esperanto,
endecato-Esperanto, dodecato-Esperanto!” Filosofo italiano. Pausula, Macerata, Marche. Direttore dell'istituto
tecnico. Un grande appassionato di matematica e tecniche mnemoniche. Nel suo
“L'arte di ricordare,” Civitanova, Natalucci, dedicato al
fratello Filippo, professore di matematica a Rieti, dopo una veloce
disamina delle mnemotecniche inventate da studiosi precedenti, come Lullo,
Bruno, ecc., espone le sue personali riflessioni e invenzioni. A. presenta un
alfabeto in cui ciascuna lettera corrisponde a una delle cifre arabe da 0
a 9, secondo criteri come la vicinanza di forma tra la lettera e la cifra (es.
9 = 9, 1=t) e di pronuncia tra lettera e lettera (se 1= t allora 1 è anche
uguale ad, consonante che ha lo stesso modo e luogo di articolazione
della t). Il saggio comunque non può configurarsi come una ricerca intorno alla
lingua universale, perché espone semplicemente delle tecniche per velocizzare i
processi di memorizzazione. Nonostante questo, i suoi studi e interessi per il
campo della combinatoria e dei numeri devono essere stati propedeutici alla ricerca
sulle lingue ausiliarie che edita con il titolo “Ai più illustri uomini e ai
giornali i più riputati per la diffusione della lingua universale scritta,”
Roma, Unione Cooperativa. L'idea d’A. è quella di distribuire a tutti i paesi
dei vocabolari in cui le parole, tradotte ovviamente in ogni lingua, siano
associate a dei numeri - e in questo ricorda vari altri
progetti precedenti. Ciascuna parte del discorso possiede un numero di
riferimento (così ad esempio un insieme di cifre che inizi con il numero 1
indicha i nomi, il numero 4 gl’aggettivi, ecc.). A queste composizioni di
numeri sono da aggiungere poi dei segni (19 in totale) che ne specifichino
genere, numero (nomi e aggettivi), grado (aggettivi), persone, tempi, modi
(verbi). L’accento indica il genere femminile. Due puntini sovrapposti
all'ultimo numero indicano il plurale. Il segno matematico “-“ indica
diminuzione, il “+ “ accrescimento, la “x” peggioramento. I due punti indicano
che il grado dell'aggettivo è comparativo. Se doppi « :: » indicano grado
superlativo. Gl’esponenti sull'ultima cifra indicano la persona, il modo e il
tempo (per esempio 123 in esponente significa: prima persona singolare, modo
congiuntivo, tempo imperfetto). Si veda ALbani, BuonarROTI. Nuovamente si
tratta di linguaggio matematico, così come è già stato immaginato anche da vari
altri filosofi, in cui ogni numero aggiunge un'informazione al complesso. Una
lingua abassissimo, se non inesistente, ordine di fusione tra i morfemi,
lessicali e grammaticali, identificati tramite numeri, e perciò esatti.
DELL’ ARTE DI RICORDARE. LETTERA DELL’AVV. PROF. A. AL SUO
FRATELLO FILIPPO DOTTORE IN LEGGE E PROF. DI MATEMATICA E DI
SCIENZE NATURALI IN CENTO Camerino Borgarelli T. S'MaMaa©
Questa lettera Primi studii di Mnemotecnia Cento L’ Arte della memoria in
Arcevia e documenti A che fine li ho allegati Programma d’insegnamento Il
Governo fa buon viso alla Mnemotecnia I miei conti Il Sindaco non vuole Chi era
il Sindaco U interazione di un Deputato L’orario della Scuola Normale Gli abusi
di potere e la libertà I miei concittadini Un opuscolo prima di un’ opera Gli
effetti d’ un reclamo Questo racconto
era d’ uopo farlo Esperienze fatte ed esperienze impedite Le Autorità
scolastiche le han da conoscere Gli esperimenti e i precetti Ti do
ragione Le cose e le idee I rapporti fra le cose e i rapporti fra le idee
Gli antichi L’inventore della Mnemotecnia, e poi IL LIZIO, CICERONE (vedasi) e
Quintiliano Lullo e Frate Bartolomeo Bradwardine, PICO (vedasi) e Pubblicio
Pietro da RAVENNA (vedasi), PORTA (vedasi), e un racconto del Mureto Il Rombcrch, GRATAROLI (vedasi), BRUNO (vedasi), il Maraforti o
Malafioti, lo Schenckel c Mario d’ Assigny Claudio Buffier, il Grey e Salomons
Lowe 11 Freyjoo, il Kiistner e il barone d’Aretin Aimè Paris e i fratelli
De Castilho P. I. Fraticelli, e il Garello lodato da Massimo d’ Azeglio Il
metodo di Antonio Jazwinski e il Generale Bem Il conte Mailath, C. Ottone
Reventlow ed il Silvin Il Worterbuch, Francesco Orioli, Niccolò Minola,
A. Appollonio d’ Istria, il Kothe, Vincenzo De Castro e la Mnemotecnia in
parecchio scuole d’ Italia Un’ altra volta una storia più lunga Parlerò del mio
metodo Le regole di un alfabeto mnemonico Quanta oscuritàl Un alfabeto non mio
Esaminiamolo Prima regola Seconda regola 11 mio alfabeto di consonanti È
più semplice Difetto comune ai due alfabeti esposti Le vocali si
raddoppiano In che modo? Classificazione delle sillabe Le varie sillabe nel
linguaggio Un’altra osservazione SEGNI CONVENZIONALI – cf. H. P. Grice on SEGNI
NATURALI E SEGNI CONVENZIONALI in ‘Meaning’ -- Nuovo alfabeto di vocali Esempi
Bisogna fare degli esercizi Quali? I principii di tutte le arti sono umili ma
necessarii A che servono gli alfabeti? Un’ epoca storica e una forinola
Formolo migliori e licenze Formolo in rima Dieci esempi di licenze
Spiegazione Le licenze hanno ad esser l’ eccezioni e non le regole Uso
promiscuo de' duo alfabeti Obbiezione e confutazione Nascita e morte, o
giorno, mese ed anno Analogie foniche I capo-luoghi delle provincie italiane
Dizionario mnemonico La seconda parte della Mnemotecnia Ti ricordi come fa
Simonide? Atto di fede Tu puoi con queste parole ricordarne altrettante
Associazioni mentali Magnificamente! Parole o frasi è lo stesso I primi
prodigii di memoria non si compiono senza stento Difetti dei punti di ricordo
usati in principio Punti di ricordo associati fra loro Tavola di 99 punti
di ricordo Spiegazione di questa tavola Estensione di questa tavola per
lungo e per largo Classificazione delle tavole I verbi in luogo degli aggettivi
Un altro esercizio Serie di regnanti Una moltitudine di cifre numeriche Varietà
dello applicazioni mnemoniche e il lunario I giuochi di carte [cf. H. P. Grice,
AUCTION BRIDGE], il dettar più lettere a un tempo e il parlare all’ improvviso
Chi promette troppo suol far fiasco E tutto questo come c’ entra nella
Mnemotecnia? Ancho un ignorante sa qualche cosa e lo spiritello può farlo
parlare Tavola per improvvisare Perché non la espongo La Mnemotecnia
picchia alle porto delle scuole affinchè le siano aperte Timori e
speranze Perchè non ho da trovar gli uomini ragionevoli? Obbiezioni
generali e risposte Oh! ma ci vuol tempo ad imparare quest’ Arte,
eccetera Obbiezioni particolari Argomenti e buone ragioni (Posso illudermi
ancho ma. Gli argomenti crescono Concludo Ho finito Carissimo fratello. Ho
in animo di farti cosa grata col ragionare un po di proposito della
Mnemotecnia, della quale sai quanti studii feci negli anni trascorsi, e
che ignori quanto ora mi costi di pene e di lotte, per 1’ impresa a
cui mi son messo di farla conoscere e prevalere in Italia. Però mi
accingo a scriverti e alla buona un letterone, con le principali idee
che su questo subbietto mi si aggirano per la mente: e quando mi
parrà di averle appieno significate, chi sa che non mi raccomandi ad uno
stampatore per farle correr fra gli amici ed i nemici! Sulla Mnemotecnia,
che è 1’ arte di accrescere la potenza della memoria, mi diede per
cortesia due lezioni, egli è già lunga pezza, il eh. prof. Oswaldo Casali,
nostro parente ed amico, e il resto lo imparai colla lettura del Silvio
allora e di pochi altri in appresso. Le prime esperienzemi riuscirono
bene; e fu male per me, perche credei fatto il fattibile, e non
pensai per molti anni che si sarebbe potuto far meglio. Quando lo pensai,
di tempo ne aveva fatto trascorrer molto senza frutto; e me ne dolgo,
perche altrimenti forse adesso mi troverei salvo iu porlo, mentre invece
sono dal porto lontano, c in un mare che non è in bonaccia. Mi scuserà il
proverbio: Meglio lardi che mai. Dunque tardi mi posi all’ opera di
riformare la Mnemotecnia, lardi ci riuscii, e più tardi ottenni di
poterla pubblicamente insegnare. Allora io dimorava costi, ove tu sei ed ove
eravamo ambedue professori, ove soavi ricordi e la più terribile
delle memorie mi richiamano sovente! Cento, la patria di simpatici e
cari cittadini, dei nostri bravi alunni, di tanti amici dolcissimi, della
mia diletta compagna, la patria e la tomba del mio povero figlio!., lo
li amo sempre i Cenlesi! Grandemente mi dispiacque di allontanarmi
da Loro, quando fui eletto professore di Lettere e nominato precettore di
Mnemotecnia in Areevia. Ma si trattava di mettere alla prova
pubblicamente quest’ arte, c di un Municipio che 1 accoglieva sulla mia
parola, dandomi con ciò un attestato d’ immensa stima, che mi è stato
rifiutalo da qualcuno perfino de’miei più intimi amici e dopo la
prova fatta e riuscita! Colà trovai buona accoglienza c un vile nemico, il
quale si diede a perseguitar me e la mia nuova scuola; ma non sarei
generoso a nominarlo ora che, esecrato da tutti, giace col capo nel
fango. Alle prime lezioni di questo nuovo insegnamento accorse una
folla di persone d’ ogni età e d’ ogni grado, che s’ andò poco alla volta
diradando; ma gli scolari fissi furono sempre venti e pochi più, «
fra questi un professore e due maestri. Ricorderò sempre con affetto que’
cari miei giovani, che studiarono con tanto impegno alla mia scuola ( e
non era mica obbligatoria! ), e contribuirono moltissimo a
procurarmi quella buona nominanza, che senza le loro fatiche non avrei al
certo ottenuta nell’ arte della memoria. Della quale i primi frulli
cominciarono a farsi ogni dì più chiari anche agli occhi di coloro che ne
avevano per lo innanzi dubitato, siccome emerge dalle seguenti parole del
Direttore scolastico, che così mi scriveva oflìcialmcnle: c Noi abbiatt mo
sentito dei giovani recitare, dopo uri istruii zione di poche settimane, gran
copia di avvenitt menti storici, sia progressivamente, sia iuversat » 9 P,
b O s, z, ce, ci Vediamo in questo alfabeto, una alla
volta, le due suddette regole come furono praticale, ed anche il
loro perchè. Prima regola: la quale ha per fine che siano con facilità
ricordate le dette lettere correspettivamente a ciascun numero. Corrisponde
alla cifra l la t perchè senza taglio è un’ asta, e la d per analogia di
suono si accompagna colla t : alla cifra 2 la n perchè formata di due
aslicciuolc, e lo gn perchè.?: alla cifra 3 la m perchè, come la n di
due, così questa di tre asticciuole si compone: alla cifra 4 la r
perchè s’ incontra nelle parole che esprimono questo numero nelle lingue,
italiana, latina, greca, francese, tedesca, inglese, spaguola: alla
cifra S la / perchè L equivale a cinque decine, e lo gli perchè.?:
alla cifra 6 la g dolce perchè è un 6 rovesciato e perchè si pronunzia
con dolcezza (!), c sce sci perchè.?: alla cifra 7 la c aspra
perchè incomincia con essa la parola cassette che poi finisce con sette
(!), e tutte le altre per analogia di suono colla prima: alla cifra S la
f perchè, togliendole il taglio e disegnandone più tondi gli occhietti,
se ne* forma un 8, e la » per analogia di suono colla f : alla cifra 0 la
p, perchè a portar 1’ occhio da destra a sinistra, se ne fa un 0, e la b
per analogia di suono colla p: alla cifra o la s perchè ha in sè due
semi-zeri (!), la z per analogia di suono colla s, e ce ci perchè in
francese (!) pronunziansi se si. Seconda regola: non tutte le
lettere dovevano essere a quest’ uso adoperate. Infatti le vocali
ne sono escluse: e perchè? Perchè ad es. nella parola Tito, e
medesimamente in tutte le altre, si cambiano nelle rispettive cifre numeriche
tutte le lettere, eccettuate le vocali, e Tito diventa il: e allo inverso
tutti i numeri si convertono in parole nel seguente modo. Proviamo nel 12: la
cifra 1 è eguale ad una delle due consonanti t ovvero d, 1’ altra
cifra 3 alla n od allo gn. Per trasformare il 13 in una parola, fra le
lettere corrispondenti alle sue cifre interporrò vocali a piacere ( le
quali non hanno valore numerico ), ma sì che un vocabolo di qualche
significato ne risulti, come tuono, tana, dono, degno, e simili. E tutto questo a che prò?.. Te lo
spiegherò più avanti; che nè tutto si può esprimere nè tutto si può
intender in un istante. Ricorda le due regole che ho premesse e
precisamente la prima. Ti par che sia stata puntualmente osservata nello
esposto alfabeto? A me pare di no, perchè le analogie tra le lettere e i
numeri mancano tal Gaia, tal altra sono imperfettissime, e nel caso
dello zero e forse in altri sono dipendenti dalle regole della pronuncia
francese. Per ciò 1’ ho io modificato e ridotto come appresso: 1 t,
d 3 IL 3 ILI 4 • •
• 1 • • • • • •( • ) s ...
t • • j ZK e i>, p 7 ... ... r . . . .
• •( ? ) 8 .. ... i*, V • • ( /) 9 ... •
>' alla m o” => qualunque consonante dalla n alla
35 Finalmente eccoti il mio nuovo alfabeto detto di vocali, per
contrapposto all’ altro pur mio detto di consonanti : 1 c’n-
cac. 2 c’e - eoe. 3 c’ i - oit% 4 o’ o -
eoo. ^ 3 c’ 11 - 0110 - v. 6 c a - ao - ooac -
ccoac. 7 c”o - 00 - ocoo - coooo. 8 e” i - io - coio -
cooio. 9 0 0 - 00 - 0000 - 00000. ^ ^ O O li - no -
cono - CCCÌIC - oov-cocv. Da questo chiaro apparisce che le sillabe
cv sono state divise in due metà, una per la prima serie, per la
seconda 1’ altra; e che nella parola ca-sa, la prima n, è l, la seconda »
è 6. Inoltre alla prima serie appartengono tutte le sillabe evo, sicché
nella parola Par-ma le due a sono due 1, e tutta la parola è il.
Le sillabe -ve, cove, coevo, appartengono alla seconda serie; dunque
at-to-re è 007, gran-de 02, ri-strot-lo 870. Al et si sono
date in sussidio le sillabe v, cioè tutte le vocali isolate, ed allo o le
sillabe ccv o cccv; dunque mì-e-i è 355, sti 120, dis-tra-e
305. Ti dirè poi come ho trovata la maniera di servirmi de’ due
alfabeti di vocali e di consonanti indifferentemente, sicché s’abbiano a moltiplicar
sempre più le combinazioni possibili nella traduzione di un numero
in parole equivalenti: della qual cosa non ti ho ancora potuto mostrare
l’ importanza. Ora è necessario eh’ io ti preghi a fare alcuni
esercizi pratici per renderti familiari i due alfabeti. Sono
quattro per ciaschedun alfabeto, e graduali ; e non dovrai passare al
secondo, finché non sarai certo di eseguire prontamente il primo! Così
non dovrai trascorrere agli esercizi ( che sono i medesimi ) pel
secondo alfabeto di vocali, prima di aver compiuti quelli pel primo alfabeto di
consonanti. I detti esercizi graduali sono: Traduzione delle parole
nei numeri corrispondenti leggendole: La stessa traduzione a
mente:Traduzione dei numeri, prima di due cifre, poi di tre, poi
anche di quattro, nel maggiore possibil numero di parole colla
penna: 4° La stessa traduzione a mente. Non isdegnare, fratello
mio, questi umili esercizi. I prineipii di tutte le arti si assomigliano
in questo, che sono umili ma necessarii; e senza di essi non c è
continuazione possibile, e non si arriva al fine. Chi volesse dire il contrario
mostrerebbe di non avere imparato mai nulla. Adesso viene a
proposito la domanda: A che bell’ uso sono destinati questi alfabeti? i
quali ho inventati non senza grande fatica e luogo tempo, Filippo
mio, che nessuno immagina in cose fatte e finite il quanto di quella e di
questo! L' uso, a cui sono
destinali, c la base di tutta 1’ arte: ma la prima applicazione di essi,
che è fondamentale, risguarda la ricordanza delle epoche storiche,
delle cifre geografiche, statistiche, astronomiche, matematiche ec.
Un’ epoca storica è un numero: questo numero pub esser tradotto in
una o più parole: queste parole rappresentano diverse idee: fra queste idee
se ne pub sceglier una, che abbia rapporto col fatto, a cui 1’
epoca stessa si riferisce: il detto rapporto si pub esprimere con parole:
questa espressione dicesi formola mnemonica. Esempio: Gli specchi ustori
d’Archimede, secondo il Levi-Alvares, furono conosciuti 220 anni av. Cristo.
V epoca 220 è un numero: questo numero pub tradursi nelle parole,
tergeste, le gesta, le ceche, celeste, perdesti, le leste ec. ec: varie
idee sono da queste parole rappresentate: l’ idea di cosa celeste panni
che abbia uno stretto rapporto col fuoco prodotto dagli specchi ustorii,
perchè la luce da quelli concentrata è un fuoco che vieu dal cielo,
e la prescelgo: esprimo con brevi parole questo rapporto: an.
av. C . Gli specchi ustorii di Archimede 220 Incendiavano con
un fuoco veramente . celeste Questa è una forinola mnemonica; nella
quale ho curato di metter in fine la parola corrispondente all’
epoca e di scriverla con carattere diverso dal resto della formola. Ora
che tra specchi ustori! e celeste il rapporto s’ è trovato, le due idee
sono nella nostra mente associate-, se associale, 1’ una deve richiamar 1’
altra; dunque 1’ idea di specchi ustorii risveglia quella di fuoco
celeste; ma celeste è 220; quindi il 220 è unito agli specchi ustorii di
tal maniera che, ricordando questi, ci verrà fatto di ricordare facilmente
anche quello. Questo processo dicesi mnemonizzazione di
un’ epoca, ed è sempre il medesimo per tutte le epoche possibili: se non
che nei varii casi pratici lo mnemonico può per varii mezzi render
migliori le formole, o prendersi qualche licenza nell’ uso della
parola corrispondente al numero. Può renderle migliori, componendole in
uno o più versi, valendosi delle rime ec.
Giusta 1’ Arte di verificare le date, ottimo libro di cronologia,
il Digitized by Google 49
Diluvio universale sarebbe avvenuto 3308 anni avanti Cristo.
Forinola: a. C. Diluvio universale 3308 e furori quasi
tutti Spaventati da prima e al fin distrutti Se la
parola alfìn non potesse dividersi in due, un esempio di licenza, che mi
sarei presa in questa formolo, sarebbe stalo nella detta parola, di cui
una sola parte, disgiunta dall’ altra, si troverebbe nel finale
corrispondente al numero. Un’ altra licenza è la sottrazione del millesimo
nelle epoche dopo Cristo, che non fa danno, perchè nella storia un
errore di mille anni è impossibile.
Varii esempi di altre licenze sono espressi nelle seguenti
formole: a. C. 1. La birra inventata dagli Egizi . .
1996 Se è cavata dalla fermentazione del r orso, perchè non
dir . la orzosa? 2. Invenzione dei caratteri della scrittura
attribuita ai Sidonii 1860 Inventarono la scrittura 0
6 3. Fenicio figlio di Agenore inventa 1’ arte di tingere in
porpora 1519 Porporato
Fa rima e poi s accorda con . . caudato 4 4. Jagnide di Frigia inventa il flauto . . .
1506 Il flato è cosa naturale, ma è brutta 5. Fondazione di
Cartagine 860 Per fondarla,
o Didone, da Tiro lungi ti tirasti 6. Talete di Mileto ( Jonia
) uno dei sette savi della Grecia 6
XX Talote 2 7 7. Ciro 53X .... è
Oiro 9 8. Ritirata del popolo romano sul Monte
Sacro 484 Su quel monte si ritirò di Roma il bopolo è 9.
Coriolano 48X Corio
5 10. Simonide inventore della Mnemotecnfa . 480 Fu di
prodigiosa me moria 5 Nel primo esempio si è usata una parola
nuova, orzo^a, ma molto davvicino collegata colla birra che si ottiene
dalla fermentazione dell’ orzo: nel secondo, se si altera di qualche anno
1’ epoca, che in realtà non può esser precisa perchè un’ invenzione di
quella natura non può essere stata fatta in un solo anno nè si sa bene
quando, si guadagna d’ altronde per grande sicurezza di memoria, nella
quale non si può la scrittura disgiungere dalla invenzione della medesima: nel
terzo, dalla idea di porpora si passa subito a quella di porporato, alla
quale per la rima e per 1* idea trovasi bene unita 1’ altra di caudato:
nel quarto, di flauto si fa flato per immediata analogia di suono,
e col flato la parola equivalente all’epoca si collega evidentemente: nel
quinto, il giuoco di parole che unisce Tiro a tirasti giustifica la
forinola: nel sesto, non nuocciono 27 anni in più od in meno, ma giova
che Talete faccia ricordare 1’ epoca di Talete: nel settimo è quasi lo stesso:
nell’ ottavo, quella stranezza di bopolo ne facilita grandemente la
ricordanza, perchè le strane cose meglio delle comuni si tengono a
mente: nel nono, altro esempio del come si possano utilmente adoperare i
nomi e le loro parti nelle forinole: nel decimo è il medesimo che nel nono,
colla differenza che in vece del nome di un uomo si ha il nome di
una cosa, alla quale peraltro si riferisce r epoca immediatamente; oltre di
che, della parola - per il finale - s’ è presa una parte. Questi
esempi valgano ad autorizzarne ( parola un po’ vanitosa ! ) altri simili o poco
dissimili, bene inteso che abbiano ad esser le eccezioni e non le
regole. Ecco il momento di esporre come promiscuamente, e senza pericolo
di confusione, possano usarsi e 1’alfabeto di vocali e anche quello di
consonanti in queste mnemonizzazioni. Al quale proposito vo’ raccontartene una
curiosa. Io non aveva per molle
ricerche e per mollo tempo potuto inventare il modo di questa combinazione; e
sì, che era importantissima, perchè da un’ associazione più o meno
giusta ed immediata dell’ epoca al fatilo dipende la più facile e la più
duratura ricordanza della medesima. Or tu vedi chiaro quanto valga
a questo fine il poter tradurre 1’ epoca in un grande numero di
svariate parole, per isceglier tra molte quella che più dappresso, per l’
idea significata, al fatto si riferisce. Se la sostituzione dell’
alfabeto di vocali a quello di consonanti mi aveva tanto bene a
questo scopo servito, quanto meglio avrei fatto coll’ evitare senza
pericolo di errori la detta sostituzione e col cavare da un numero, non le
sole parole dovute all’ alfabeto di vocali, ma anche quelle
provenienti dall’ alfabeto di consonanti ! In breve, se 1’ ultimo di
questi alfabeti può dar 5 e 1’ altro 15, col sostituir questo a quello io
aveva guadagnato 10: ma coll’ unirli avrei ottenuto 20 tondo tondo !
Ebbene, quello che non avevo potuto cavare dallo studio, dal tempo e dal
mio cervello, venne fuori da un’ espressione di un mio scolaro in
Arcevia, la quale pareva che non dovesse aver nemmeno la più piccola relazione
col mio proposito, e che pure valse a farmi risolvere su due piedi
il problema, e, quel che più monta, in un modo sera
plicissimo. Eccoli la soluzione. Se la
parola, corrispondente alle cifre numeriche dell’epoca, s’ incominci con una
vocale significante lo zero, o da questa vocale sia stata preceduta, quel
zero sarà indizio che si è usato 1’ alfabeto di consonanti, e che
dunque le susseguenti consonanti, e non le' vocali, s’ avranno a
tradurre. Nel mnemonizzare è lo stesso.
Quando si vuole usare 1’ alfabeto di consonanti, alla parola estrema
della formola si premette lo zero, od essa stessa collo zero s’
incomincia. — Quante sono le cose semplici che non si possono
semplicemente esprimere ! Questa è una. Ma non importa: esempio: d •
d « C Guerra di Roma contro Giugurta, 113 Egli disse a Roma: poiché ti
^ vendi, non ì) 6 1 tCCO • • • • eh© t;©IH£l; Il eli©
è uno zero: dunque si è fatto uso del1' alfabeto di consonanti : dunque nel
tradurre in numeri il ti tema considero t-t-m e non già i-©-a. Ci siam capiti eh?. Pare impossibile che
si diano al mondo antipatie contro persone o cose sconosciute, eppure è
così: contro le persone poi !... ma di persone il meglio è non parlare.
Alcuni di quelli ohe non conoscono la Mncmotecnia, e che appena appena
han sentito parlare di queste formole, dagli e dàgli a perseguitarla con
tutta 1’ avversione, e ad esclamare: Bel tornaconto ci si trova a
mnemonizzare le epoche ! Mentre si compone la formo la per una, quante più
se ne imparerebbero colla memoria naturale!... eccetera! Ho tre argomenti per la confutazione. Uno
mnemonico esercitato e valente ( e senza esercizio non si diviene valenti
nemmeno a fare i chiodi ) non ha bisogno ' di scrivere le formolo,
quantunque sia bene che se le noti anch’ egli, e le immagina appena
conosciuto il fatto e visto il numero. 2° L’opera di chi volesse
mnemonizzare tutta la cronologia, o una parte, non varrebbe solo per lui,
ma per tutti gli altri se la pubblicasse; e questo, quando la Mnemotecnia
fosse divenuta comune, s’ avrebbe a fare e si farebbe, di lavorare
un per tutti: e di epoche mnemonizzate se ne imparano anche cento all'
ora; e perciò mille in dieci ore, e di questo passo la cronologia in
un mese ! 3° Quanto alla durala della ricordanza, nessuno in pieno senno
ha forse dubitato mai che debba essere immensamente più lunga quella delle
idee associate di quella delle idee sconnesse: ma se pure un
qualche infelice fosse innamorato dell’ opinione contraria oh per me che se la sposi pure! Non tutte le
epoche sono semplici come quelle, sulle quali abbiamo studiato.
Potrebbero anche volersi ricordare le epoche della nascita e della morte
di molti uomini illustri. La formola in questo caso debbe contenere una
parola per la nascita, che si collocherò la prima, e un’altra per la
morte che si collocherò in fine; coll’ avvertenza che la prima o le
prime due cifre dell’ anno della nascita non vale a nulla ripeterle per
1’ anno della morte. Inoltre, di
certi avvenimenti è il giorno, è il mese, che si vogliono ricordare coll’
anno. Il giorno è un numero, ed anche il mese, perchè Gennaio 1, Febbraio
2, Marzo 3, ecc; e insieme si mnemonizzano in due parole da esser
le prime della forinola, come 1’ ultima sarà la parola dell’ anno. Spesso il
mese e il giorno si possono chiudere in una sola parola, quando
cioè non ne derivino errori. Il 13 del 4° mese per esempio, si pub senza
confusione far diventare 134, perchè il mese 34° non c è: e similmente il 2 del
5° mese si converte in 25, e il 10 del IO, 0 che porta a quattro cifre,
in 1010 chè per necessità due al giorno e due al mese dovranno
attribuirsene. Come è detto delle epoche storiche, così è ' a
dirsi delle cifre geografiche, astronomiche e statistiche: rispetto alle
matematiche usus te plura docebit, nè questo è il luogo di trattarne, chè
bisognerebbe esporre tutta la scienza per applicarle tutta F arte. In
tutte le dette cifre però, cade un’ osservazione importante, ed è che non si
prestano molto facilmente ad associazioni logiche e sicure. Infatti
a voler mnemonizzare le popolazioni, s’ ha un bel dire, ma, se si
riferiscono a città, i più non hanno di ciascuna di queste così distinta
idea da non confonderle spesso fra loro: e sai che la Mnemotecnia, non
bau da utilizzarla solo i maestri, ma anche gli scolari! Per ciò si
ricorre alle analogie foniche, le quali sono parole per il loro suono
analoghe, giacche parliamo di città dirò, analoghe al nome della città di
cui si mnemonizza la popolazione. Con queste parole si associa la parola
della cifra. Non crederai senza prova, che con questo metodo s’ imparino
più facilmente, e più fermamente si tengano a memoria le formolel —
Per fartene certo, eccoti le popolazioni dei capoluoghi delle provincie
italiane, mnemonizzate dai miei scolari di Arcevia, che in 30 o 40 minuti
ti riuscirà facilmente di mandare a memoria. Ciò che ho detto delle analogie foniche
per le città, vale egualmente per le altre cifre geografiche, per
le astronomiche e per le statistiche, e può valere an che per
la cronologia. abitanti 1. Chieti ( Abruzzo Citeriore )
. . 20. 000 Quieti son gli abitanti nei dì di lesta. 2.
Teramo ( Abruzzo Ulteriore I ) 16. 000 Questa città t* era molto .
. . cara 3. Aquila ( Abruzzo Ulteriore II) 12. 000 V
attuila dalle somme altezze si precipita nella valle 4.
Alessandria 54. 00 Il Papa Alessandro i nemici fug-ò 5.
Ancona 40. 000 Ancóra tu sei fondata sull’ adriaca costa
6. Arezzo 36. 000 In Toscana si rizza 7. Ascoli
17. 000 Se ! acqua non s\ scoli non va al mare
ab. 8. Potenza ( Basilicata ) 13. 000 Chi ha gran
potenza può far grandi mali 9. Belluno 13. 000
J3ell’ uno non è dei talli 10. Benevento 19. 000
y iene bene il vento quando ci porta da lontano il
canto 11. Bergamo . 35. 000 Perchè amo l idolo . .
mio"? 12. Bologna 97. 000 Bologna la dotta la
base ìlla scienza legale pose 13. Brescia 35. 000
10 non ho prescia di pagare il . . fio 14. Cagliari 31.
000 11 cagliare serve a chi di cacio si cil>a 15. Cosenza (
Calabria Citeriore ) . 16. 000 L’ Italia è nazione con o senza
Malta 16. Reggio ( Calabria Ulteriore I ) 30, 000 Il
Calabrese era regio suddito dei Borboni nella _
lista ab. 17. Catanzaro ( Calabria Ulteriore II ) 16. 000
A che f alzarono gli amici nella )?am? 18. Caltanisetta
18.000 Canta, Lisetta; perchè oggi non canti? 19.
Foggia ( Capitanata ) ... 25. 000 A loggia, di semicircolo il tuo
fondaior ti fea 20. Catania 62. 000 Il cacciatore porta
catana ed . armo 21. Como 21. 000 Come è Lolla!
22. Cremona 28. 000 Il cremore bevi 23. Cuneo 22.
000 Mettendo il ciuieo nella spaccatura, il legno si fende
24. Ferrara 68. 000 Il ferro ara il tcrreno r perchè dia
pani 25. Firenze 129. 000 Fiorente io ero, e poi
diseccato cadevo 26. Forlì 37. 000 Far li le cagioni
della lite ab. 27.
Genova 120. 000 Genova, dall' allo, ov eri, . cadesti 28.
Girgenti 17. 000 Vedo gir genti per il ... mare 29. Grosseto
4. 000 Sono grossetto, son piccoletio, e capo luogo
son 30. Livorno 91. 000 Livor uofl mi roda
31. Lucca 65. 000 Tu, o San Luca, l' evangelio . . sai
32. Macerata 20. 000 Canapa macerata per tempesta Al
possidente toglie di far . . . . lesta 33. Mantova 29. 000 Contro il
manto va il ... vento 34. ® Massa 15. 000 Da Carrara non ti
disgiungi mai 34. b Carrara 14.
000 Cara e rara è la tua cava di marmo 35. Messina 94.
000 Sotto la covatrice messi, na scono gli uccelli al
volo # ab. 36. Milano 219.
000 Mi lag-no, perchè invano . cercavo 37. Modena 32.
000 Le mode nascono a mille a . . mille 38. Campobasso
( Molise ) ... 12. 000 Il campo basso sta nella . . valle
39 Napoli 417. 000 TVei poli della terra I uomo non può
v . toccare 40. Novara 27. 000 Con nuova ara si
misurano le terre o 41. Padova 34. 000 Il
pardo va lontano dal . . fumo 42. Palermo 186. 000 Par
1’ ermo lontan dalla . marina 43. Parma 46. 000 Farmi
d' aver perduta la . . borsa 44. Pavia 23. 000 Far via
la virtù per arrivare gli I>ei 43. Pesaro ( e Urbino ) .... 20.
000 La pesarono colla cesta ab. 46. Piacenza 30. 000 La compiacenza è sempre
al sacrificio mista? 47. Pisa 49. 000 Pesa
il campanile dalla parte dov ' è torto 48. Porloraaurizio 6.
000 Porta Maurizio se stesso : dove va? 49. Salerno (
Principato Citeriore ) 81. 000 Halirono nell ” albero per prendere
una mela 50. Avellino ( Principato Ulteriore ) 19. 000
Area il lino in un ... campo 51. Ravenna 54. 000
[Rivenne di lontano /’ eco eh’ io . odo 52. Reggio ( Emilia )
18. 000 La flavo sm « « • 53. Rovigo 10. 000
Rovigo non è nelle Marche
54. Sassari 24. 000. / sassi ricadono, ma io non . .
cedo 55. Siena 23. 000 Sulla scena primeggiano le Opere
del "Verdi ab.
56. Siracusa 20. 000 Si ricusa il codardo alle gloriose
guerriere gesta 57. Sondrio 5. 000 S* ode un rio che
corre verso il . sud 58. Bari ( Terra di Bari ) ... 31. 000
Fari al cane nessuna bestia è . fida 59. Caserta ( Terra di
Lavoro ) . 30. 000 Il muro di una casa erta di pietre e
di cemento è misto 60. Lecce ( Terra d’ Otranto ) 19. 000 Lecca il piatto, perchè
ghiotto come un gatto 61. Torino 180. 000
Per paura d' un torino voi . partiste 62. Trapani 28.
000 / trapani sono ferri 63. Treviso 23. 000
Con tre visi un mascherone
feci 64. Udine . 24. 000 Sopra V incudine colle
tanaglie il ferro tengo ab. 65. Perugia ( Umbria ) ....
43. 000 Nel Perù gl ano a .... torme 66. Venezia 120.
000 Venne zia quando tu cadesti 67. Verona 59. 000
Il vero nascondesi, ed il falso si trova per tutto 68.
Vicenza 34. 000 Vincenza, non volete il ... filo? Quanto sarebbe
utile un dizionario mnemonico ! Hai veduto che 1’ han fatto in Francia e
che n’ han spacciata sin la 6. a edizione! Ma quello non serve a
noi Italiani, e molto meno coi miei alfabeti. Se riuscirò a far conoscere
e convenevolmente apprezzare la Mnemotecnia in Italia, chi sa che a qualcuno
non venga la buona volontà di compilarlo! Allora il mnemonizzare sarebbe
facilissimo, e chi sa pure quanti libri mnemonizzati si stamperebbero!
e con quanto grande vantaggio della pubblica istruzione ed economia di tempo
negli studii, ognuno il comprende. Ognuno il comprende? Questo è
un errore madornale. Mi contenterei bene se il comprendessero tutti i
pochissimi, che non avran gettato il mio libercolo prima di giungere a
questa paginal La speranza di un così gran bene, s’ eglino fossero
per nudrirla, basterebbe a muoverli in fa vore della causa, che in
questo momento da solo difendo, e basterebbe a vincerla! Passo alla
seconda parte della Mnemotecnia. Questa risguarda la ricordanza ordinata
delle parole, delle frasi, dei periodi, dei paragrafi di un intero
e grosso volume, e di tutte queste cose abbenchè non fossero punto
associate fra loro, e ancorché s’ avessero a ripetere incominciando dall’
ultima verso la prima. Ti ricordi come faceva Simonide? Così
faremo noi; se non che in luogo dei suoi luoghi metteremo parole,
cioè idee di cose ordinate secondo un certo metodo convenzionale, e colle
quali associeremo poi parole, frasi, periodi, paragrafi ec. Quando
avrai letto e riletto ciò che son per dirne, avrai capito. Ora ti
basti di seguirmi con attenzione, e con un pochino di buona fede, e passo
passo per la nuova via che disegnerò.
Nota bene: ti è duopo ricordare 1’ alfabeto di consonanti, e lasciar 1’
altro per ora in non cale. DIO - EXE.I - UOMOJ- ALA - USO -
APE » ORO « UOVO - AGO - DUCA - TEOIO - TUONO • TOMO - DOLO - DOSE
- TOPO • ODORE • TITO - toga - anca... sono parole. Bella novità!
Ma bada bene; sono parole che corrispondono ai numeri - 1 - 2 - 3... sino
al - 20 -, e per conseguenza tali, da potertele stampare nella memoria in
minor tempo, di quello che ci sarà voluto per istamparle su questo pezzo di
carta. Or dunque tu le hai in memoria, e puoi... Ma ora domando da te
un alto di fede per quello che puoi e non sai di potere. il quale
atto ha da durare sino alla fine della prova. Nella scuola che ho fatta ho
imparato a premunire di questo avvertimento gli alunni, perchè molti,
pel timore di non riuscire, non volevano nemmeno provare.
Tu puoi, con queste parole a memoria, ricordarne altrettante che io alla
rinfusa verrò scegliendo, e ricordarle appena appena lette, e senza
rileggerle. E come? Ecco il come. Scelgo amore. Tu mentalmente e
rapidamente associa 1’ idea di amore con quella di mo ( parola n.° 1),
pensando per esempio: «dio è il sommo amore». Appena formato questo
giudizio, il pnmo che t’ è ricorso alla mente, abbandonalo come cosa da
dimenticare: e attendi ad associare con enea (n.° 2) 1' altra parola
che sarà fortuna. « enea fu un esempio dei giuochi della fortuna ».
Similmente opera in queste altre parole: dominio, leggerezza,
abito, dolore, desiderio, struzzo, lavoro, nobiltà, ozio, pioggia, celebrità,
tribunale, arsenico, magazzino, rosa, spavento, avvocato, appoggio. A’
uomo ha il dominio della terra. A’ala ha il pregio della leggerezza. A
uso consuma l abito. La puntura dell’ ape produce dolore. A’ ORO è
nel desiderio di quasi lutti. Il più grand’ uovo è quello dello struzzo.
A’ acjo serve al lavoro delle donne. Duca è titolo di nobiltà. Il
tedio può esser prodotto dall’ ozio » . « Il tuoio predice la pioggia » .
« Un bel tomo può condurre al tempio della oolobrità » . « Del dolo
giudica il tribunale » . « Secondo la DOME medica od uccide /’
arsenico )) . « Il topo vive nel magazzino » . cA .c ... J .* H- *. t.l-I* 1 4
‘' WR^mrTfft *T i \ . \ . | 5* nuHLv y -r r
. 11 tuo affezionatissimo fratello DELLA EDUCAZIONE
DISCORSO LETTO DALL'AVV. A. PROF.
DI A. «IP DELLA EDUCAZIONE DISCORSO LETTO DELL' AW. TITO AtffiELJ PROF. Dt LETTERE ITALIANE il ^tOtUO ik- HKltlO iSjO [ELLA ^OLEKNE piSTRIBUzrONE J}E1 j^REMI AGLI ALUNNI . DELLE SCUOLE MUNICIPALI DI TRIiJi
CAMERINO Tipografia d.i G.
Bors&rclli. 1870 Al NOBILI ED ILLUSTRI SIGNORI CAV. GIUSEPPE E FELICITA BORSELLI Se
auJiieo Acttvete i fcoto oRaowu tu jioule
a cjuwto Roveto Acuito, e Aofo j^et autoussatlo et jtuét facete. GoAi potuti uu piatito |ate
opta tlitj-tict bei £oto autittt e
jr-ttn potztoual et ut òeutiuteutt L>t oju-eff ajjeHuoia ami cista die pei
uie A e joHa vtièo ci fcoto «ho ce jmu
cau e bofci Ihùo^ih bef cuote. |.«to o££l.mo òetuo eo aiuico A. U„:
a voi studiosi giovanetti, miai piccoli
ojjgi la bella sorte di parlare la prima volta pubblicameli t a in
un, giorno di grande solennità e mentre
si loda e si premili il merito de'
migliori alunni di queste civiche scuole, i quali preparansi per tal modo alla vita di uomini ooori-ti e
degni dì ae, delle famiglie loro, della patria comune. A ragione dunque mi
stimo fortunatissimo dell'essere stato
in simile circostanza! prescelto al
nobile e grato oflizio di Oratore: so non che m' increato ohe pari a questa dignità ed agli ardui doveri che no'
derivano io non abbia le forze e 1' ingegno. Pur mi rassicuro pensando alla
gentilezza vostra ed ai rentimcnti dai quali sono inspirato, non indegni per
certo uè di me né di Voi.,a famiglia, di ciascuni rtinente é al pubblico i giustamente le alte ! le debbe toccare i cuoi rciù solo di non dovervi riuscire discaro:
no I poiché a Voi, dei figli vostri, dei
figli de J vostri figli! Che 1' educazione sia la scienza dell' umano
perfezionamento non È d' uopo ohe io a
Voi lo dichiari; e per ciò aolo possiamo
scusarci, se non sappiamo educare. Kè vai ch'io spieghi ora il mio proposito: nessuno di- Voi puù supporre
ch'io circoscriva questo vastissimo ramo del sapere entro i limiti delle frasi
imparate a memoria, degli inchini
obbligati, e di certe sociali frivolezze,
che, mentre offendono 1' umana dignità, imbestialì scodo i 'cuori e snervano i cervelli. Ma la scienza dell' umano perfezionamento [
1' avete pensato f ) non pub spiegarsi
in un discorso accademica. -È vero: io però posso per sommi capì riassumerla e fermarmi là dove
il male più grave reclama più pronto ed efficace il rimedio: e il tenterò. Rivolgiamo indietro il pensiero ai secoli
trascorsi e alle diverse età dell' umao
genere, e fermiamoci sulle vergini terre ovr i primi uomini vissero. Le piante d'ogni famiglia
ingombrano il suolo inospitale, e gli
animali d' ogni genere lo dominano. L'uomo inerme incomincia le sue prime lotte colla natura
intorno a lui aspra e selvaggia: lotte
tremende, o signori I Le belve infieriscono, gli uragani fischiano ed ululano, le acque
straripano, la terra trema, — e 1' uomo
cpmbatte per non morire. Là, dentro la caverna, partorisce la donna i suoi
figli, là dentro li educa allo più orrende
delle battaglie: ed essi crescono spietatamente feroci. Appena appena nelle
loro stupide menti penetra una falsa e languida inv- magino del Dio delle tempesto, sanguinario e
spaventevole, cui temono più che non
rispettino. Eglino sentono la libidine e non
V amore; la paura d'un essere fantastico più potente di loro, ma non il culto; la cosoienza della forza, ma
non dell' azione. — Seno uomini educati
come i figli della tigre, ma uomini.
Culla umanità che si moltiplica e cresce avanziamoci d'un tratto, lo veggo pascoli, greggio e pastori,
e la terra seminata panne, ascolto i
primi accenti musicaci uscir dagli instrumenti in- ventati, a quel che si dice, da J uba), e
dalle conquiste sulla terra miro
nascente e scapigliata la gelosia, che accmde 1 odio eie guerre tra i popoli vicini. Una religione v' è: il
settimo giorno è santificato, le oblazioni sono istituite, ed ogni uomo è un
sacerdote perchè ognuno 6 sacrificatore.
— Un' educazione h data ai figliuoli,
che hanno ad esser pastori, agricoltori, 'combattenti e devoti. Innanzi, o Signori. Lo terre dell' alto Egitto
sono coltivate: gli Etiopi vi accorrono,
e vi fondano alcuni piccoli stati, di Tebe,
d' Elefantina, di This, d' Eraclea: il basso Egitto impara dall' alto e ha Menfi, Mendes, Xois, Taris, Buhaste.
Quo' popoli si dividono in caste superai
ed inferiori; in quelle sono i sacerdoti e i guerrieri, in queste si
comprendono tutti gì' indigeni: è il diritto del più forte, il diritto del vincitore sul
vinto. Al dominio de 1 sacerdoti è sostituito il potere dei re: ai molti stati
e ai re loro col tempo 1' impero d'
Egitto e Menete, che ò Misr&ìm figlio di Cam. — A questo punto abbiamo tanta educazioni
quanto caste, e spìe cano quelle dal
padrone oppressore e dello schiavo oppresso: Agar è scacciata e Giuseppe è venduto. Altri luoghi, altri tempi. Altri grandi
imperi si fondano, e traversano la Bcena
Sesostri, Belo, Nino e Semiramide. Idhco Insci»
P Egitto e si ferma in Grecia: Foraneo, suo figlio, vi fonda Foronica:
Argo, suo pronipote, sbattezza Foronica o la chiama Argo: EEra, sua sorella, fonda Corinto: fc'egeo,
suo figlio, edifica Fege nell'Arcadia:
i'elasjro, suo nipote,) 1883 a. C. |, fonda il regno d'Arcadia, ed insegna a' suoi sudditi il
vestir pelli di cinghiali, il costruir
capanne, il mangiar ghiande e non foglie: Sparto fonda Sparta, Miceneo Micene, Licaono Licosura. —
L' educazione è qui operosità e
movimento, mentre i Caldei, i Sidonii e gli Egizi sono già astronomi, navigatori, filosofi e
sapienti, che istruiscono gli Ebrei.
Infra i quali sorge il più grand 1 uomo di quell' epoca, Mosè, il rii:;i]e sai vii i suoi iViifclli dal
dispotismo d un Faraone, e li educa
all'obbedienza della legge, al rispetto dell'autorità, ai pericoli de' viaggi e delle battaglie,
all'adorazione del Dio unico, del Dio
de' Padri loro. Altrove Urano, Saturno,
Giova ed nitri furono onorati dell'apoteosi, e gli uomini si abituarono a
divinizzare i loro simili. In appresso,
parendo ciò stranezza, si sostituirono agli umani Dei gli eroi, e fra questi ottennero venerata
nominanza Deucalione, Pelope, Danao, Teseo, Giasone ed Ercole, fatti immortali
dalla potenza della pittura, della
scultura e della poesia. — La gloria delle difficili imprese educò allora gli
uomini all' esercizio della forza e
della destrezza: e, vivendo essi o morendo fra i più grandi pericoli,
inspirarono generalmente un coraggio, che trasformavasi di □elle donne e nti fanciulli. Per la qual
cosa 1' educazione materiale dei corpi
prevalse, e di fortificò ingenerando il desiderio del sacrificio, che spontaneo
si compì della roba e doli' esistenza; «, gloriosa la tomba dell' eroe, fu
maledetta la vita del codardo. Il Genio
della poesia a' accese allora del sacro fuoco delle muse, e Omero cantò, prima del Pelide Achille L' ira funesta che infiniti addusse Lutti agli Achei .... quell' uom di moltifonne ingegno Che molto errò .... Egli, il « Signor dell' altissimo canto, Che
sopra gli altri com' aquìla vola » compose i due i primi, i due più grandiosi
poemi del mondo. Omero non racconta, ma
dipinge; non diletta, ma trasporta; e se dorme talvolta, sì risveglia poi come
Giove per iscagliare il suo fulmine. Ei non rapproseDta solo P Arte, ma un'
intera civiltà. La pittura, la poesia,
la scultura, la fede furono modellate
dalla contemporanea e dalle successive generazioni sugli eterni
suoi canti. I Rapsodi, percorrendo città
e nazioni, li ricantarono alle genti, e i popolani ne ripeterono i Tersi a
memoria. Popoli e principi s'educarono a quella splendida scuola di morale e di
legislazione, di domestiche o di sociali virtù, d' eroismo e dì religiose
credenze; ma Omero, 1' educatore di tanti secoli, era già morto cieco e mendico 1 Sino a quest' epoca
1' educazione fu data senza leggi prescritte. Ma ora assistiamo al sorgere dì
quattro grandi legislatori, di Lieurgo
in Sparta, di Numa io Homi, di Solone in Atene, di Confucio nella China. Il più antico di essi, Licurgo,
ordino - ii morti non s'innalzino ricchi
monumenti, e la sola tomba di chi muore per la
patria suleampo avrà un'iscrizione: non si può pi ungere in
pubblico. Gli Spartani abbiano desco in
comune; i lor figli appartengano alla
repubblica. 1 fanciulli si educhino all' amore dulia patriu, al desiderio della guerra, al disprezzo della
morte, alla virtù del sacrificio; e perciò debbono camminare a piedi nudi,
cibarsi raramente e semplicemente, c
guai agli intemperanti ! A ciascuno si concede
un solo abito per un anno. Imparino a parlare con chiarezza e brevità e a cantare inni patri i. Dracono, uomo virtuoso, ma d' una severità
eccessiva, stabilì in Atene leggi tremendo; l'ozioso vi era condannato alla
morto I Sicché fu dotto che le avesse
scritte col sangue. Solone, uno de 1
sette sapienti della Grecia, le cancello e ripostiti!! la repubblica, statuendo; che il povera votasse nelle
pubbliche assemblee, diritto che si fè
poi onnipotente; che 1' Areopago avesse un' autorità suprema; che gli affari
fossero deferiti ai membri del Pritaneo prima e poi demandati all'assemblea del
popolo, lasciandone ai saggi la
deliberazione e la decisione uglì stolti, giusta il detto di Anacarsi; che i
dissipatori, i vili, gli ingrati verso i genitori fossero dannati alla infamia.
Gli fu chiesto perchè non avesse fatta alcuna legge contro i parricidi, ed ei
rispose: Perchè non credo che ve no
possano essere. Nume, che avrei dovuto
collocare cronologicamente fra Licurgo e Solono, se mi fosso piaciuto di farvi
passeggiare dalla Greeia a Roma per
ricondurvi poi dn Roma alla Grecia, compilo
il suo codice su quello del legislatore spartano, ma divinizzò ogni cosa. — Per temperare e addolcire i barbari e
feroci spiriti dei Romani, institui una
moltitudine di cerimonie religiose, eresse
un tempio a Vesta, cu! accese un fuoco sacro, mantenuto sempre vivo da uno stuolo di Vergini a questa Dea
per indissolubil voto consacrate,
stabili otto collegi di sacerdoti, prescrisse il culto a Giaco, e si fece credere inspirato dalla
Ninfa Egeria, colla quale Confucio,
famosissimo filosofo e legislatore della China, divisa la sua dottrina in quattro parti e i suoi tremila
discepoli io quattro classi. Alla prima classe insegnava la virtù, alla seconda
l'eloquenza, alla terza la legislazione, alla quarta la scienza dei
costumi. Questa educazione legislativa
coti Licurgo fece dunque ia trepidi,
forti, invincìbili gli Spartani; con Solone morali e virtuosi gli Ateniesi; con Numa religiosi i Romani;
con Confucio filosofi i Cliinesi. Quindi
la gloria delle armi e quella del genio tocco presso ì Greci all' ultimo apogeo, e Ciro
respingendo in Europa le colonie, che ne erano uscite e che vi si ricondussero
colla piena conoscenza delle arti, fece penetrar queste nella Grecia, la
quale, come il sole, sfavillò di sovrano
splendore e lo irradiò nello epazio e nel tempo. La China fu preste c prima dì molti altri
popoli civile, ma si arrestò. Roma, la città eterna, s' ingentilì con
Kuma, s' agguerrì con i suoi successori,
si fece virtuosa colla repubblica, splendida cogli imperatori. Conquistò prima
mezzo mondo, poi si scisse in fazioni
sanguinose con i Gracchi, con Mario e Silla ; eoo Cesare e Pompeo, poi dominata dall' impero vìnse i
barbari e<J ebbe un Augusto
imperatore e pontefice: in fine decadde.
L'educazione nei tempi della conquista fece stimar lecitoli furto e 1' assassinio, quand' è compiuto
armata mano da un esercito e da un capitano, e sancito dai voti d' un senato e
d' un popolo: nei tempi delle civili discordie, autorizzò le ire cittadina
e le infiammò: l'odio e le più violente
passioni, gli esili), le carceri, le
proscrizioni, lo morti più. crudeli e numerose, atterrirono, sbandarono,
infiacchirono un popolo d' eroi, e distrussero colla repubblica la libertà: nei
tempi dell' impero fece nascere vili adulatori
e ribelli regicìdi, dimenticare i Fabii e sorgere gli eserciti
mercenarii, dispregiare le glorie passato per i vituperi prosentì, accarezzare
le libidini dei principi per avere nel popolo il diritto d'imitarle e d'
immergersi nelle stesse lordure (lei trono ., ... .1 Signori, Roma cadde nel fango per la stessa legge, che
fa Oddore nef fango le fronti delle bagasce.
Al disfarsi del più meraviglioso
impero del mondo,,tre potenti fattori sociali ai trovarono commisti, i quali
poi compcnctrandosi dopo lungo tempo di contatto e di movimento costituirono il carattere dominante dello società moderno
in Kuropa. U elemento romano, 1'
elemento barbaro e V elemento cristiano, tennero il carneo in tutto il medio
evo, a mano a mano modificandosi a vicenda
e componendosi in uno, finché immedesimati uscirono in una sola forma, direi jn un individuo, che signoreggiò
la moderna storia B ne fu 1' anima,
racchiudendo in se le cagioni, o cagione esso
stesso, degli avvenimenti posteriori. Il medio evo è una vera epoca di transizione, dì trasforminone, di
organizzazione sociale, nella quale 1'
Oriente e l' Occidente cambiano temperamento, modi e costumi, e si .travestono: qua sì fondano
quasi tutti gli stati moderni, a'
accampa il feudalismo, brilla la cavallerìa, sorgono i comuni, marciano le crociate, i re si
assicurano sui loro troni, i papi
ingemmano la loro tiara, e trasformano la loro verga pastorale in iscettro; là
il Corano, con una dottrina composta di virtù
e di vizi, di beni e di mali, di verità e di errori, illustre,
l'oscura Digitized 0/ Google Arabia, percorri trionfante lo vaste
Provincie della Persiti, lo' ritfchfe vTe dell' Asia Minore, la Palestina,
1> Egitto, la' Libia, la MatìrWania é' quasi tutta V Africa, a ad osso a'
impone col' ferro e col fuoco 1,
aprendosi l' ingresso in Europa e minaBc'mnda' tutto il no-Stro emisfero: qua
s' immortalano- Clodoveó, Carlomagno, il grande
Alfredo, Ottone il grande, Ugo Capete, Goffredo Buglione, Gregorio VHy
Filippo Augusto e Rodolfo' il' Asbùr,0; la a' tedia Maometto, che la ad aspettare i suoi
proseliti nel pn^adiso delle Huri. Passando per queste svariate fasi,
l'educazione .1 '-''■evtf in se- come
specchio le immagini è le riflette, romana <• Romani, barbara coi bàrbari, cPistinn-t eoi Cristiani
in Kuropa, maumettthiià eoi Maomettarii
iu Ksià ed ili Africa; or grande, or rozza, or santa ( or tutte' q-uéste còse insieme appo noi, si
fa presso loro carnale immaginosa,
furibonda, or guerriera colla scimitarra alla mano; or devota nello moschee, or prostituiti fra le
schiavo nel chir-so dell' Harem'. LS bùssola",- k s'ta'mpa é ti polvere
sono invontate. Le navi sdtéarró ì
iftaTÌ più vasti é più' lontani, le scienze si propagano rapidamente, lo f-uerre si fanno grandiose e
Cangiano rhade. Colombo, Luigi XIV,. Pietro il grande, Federico II, Washington
e Nàpbleorfè danno t loro fiomi ai lóro
tempi. Due religioni a" affrontano a Lepanto, e la mezza luna b vinta
dalla croce. Due civitti a' accapigliano sulla terra, 0 infierisce incessante
la lotta dei gióvani secoli contro i
secoli decrepiti. L' America dà il segnale,
itì Frància risponde, é incominciano le grandi rivoluzioni Sodali. I (jfovóhii assoluti sono sostituiti dai
governi rappresentativi. I popoli
reclamano i loro confini naturali, e si stabilisce il principio dèlie nazionalità. Cóme inviolabile il
domicilio della famiglia, vaolsi
inviolabile la patria d' un popolo. Sacra mania e sacri i confini. L' agricoltór'à, I' industria e il commercio
danno ricchezza e benessere, e soD dalla guerra disturbate; dunque s'ama la
pace per la felicita,- ma è necessaria
la guerra per il violato diritto di nazionalità. Quando ciascuna sr sarà chiuso
in tssa sua, disar- njeremo i nostri eserciti e le nostre armate; prima no I
Innanzi che si finisca la atorià dello
battaglie, vi si han da notare col sangae
mólti e molti altri conflitti. I possedimenti stranieri a' bau da cancellare dalle carte geografiche prima d'
inchiodare tutti i cannoni. — Non per ciò s' arresta il carro del progresso ma
fa la sua corsa trionfale, e s' affretta
ogni dì più. Noi incanaliamo per
gl'istmi le aeqùé dell'oceano 0 traforiamo lè montagne; faceiam portare rapidamente dalla forza del vapora
per terra e per mare ilói e le coso
nostra; abbiamo telegrafi e furii transatlantiche e il pan telegrafo; teniamo lo spettroscopio nelle
mani e analizziamo gli astri
chimicamente, dopo averli misurati ó pesati; è forae presto navigheremo per 1'
aria, dimentichi forse che lesrus
icarias nòmine fecit aquas. Questi
donni, quasi brevi linee che abbozzano la fisonomiB dell' istoria modem* tfompres* entro
qwatfro secorr, eum^m*io» allo svolgersi
della nwovs ediieaziorie, della qnale ffncrw aBbianro assistito ai diversi sviluppi, e vorrei dire
alto varre età decolori',, é che sì
mostra in quest'ultimo periodo più: che altro positiva: e scientifica, ma imperfetta sempre, studiata
poco, raro applicata, pìfr spesso
dipendente dagli avvenimenti e dai tempi di quello chequesti dipetid-mti da
essa, aubbielto di profonda meditazione
p.:' filosofi, di -ridicola e inopportuna a rumi raziona per gli
ottimisti, di stup v o di scellerato dispregili per i pessimisti, di colpevole
'rannerati" Ber tolti, di lagrime dolorose e di tanto pentimenti t.-per i padri, per le madri e per
gli ari, cria mirano tìgli e nepi'i nifi
troppo comunemente indegni del secolo in cut
viviamo, dei diritti che abbiamo rivendicati, dei d'ovari più gravi q pi a sacri che ci sono imposti, ile]
compito che ha la generazione presento
di preparare la via del progresso alfa civiltà delle generazioni future. Grandi ammaestra menti possiamo trarrò da
questa quantunque rapida escursione attraverso dei secoli; e se .il possiamo,
è nostro dovere il farlo! Noi abbiamo
tenuto dietro ali educazione in tutti i
luoghi e in tutti i tempi, e ci lucemmo storici per divenire filosofi. f>oì
risvegliammo e interrogammo la polve degli eroi
che furono, ed eaea ravvivata ci rispose. Alla nostra evocazione accorsero gli estinti più rimoti
scoverchiando i marmi delle tombe, e interrogati ci risposero i capitani, i re,
i sacerdoti, i legislatori, i popoli, dal primo giorno dell'uomo sino al giorno
che splende ! Eglino c' insegnarono, che il bisogno della
difesa permanente contro il pericolo
incesaante fa 1' uomo selvaggio, senza coscienza, soni» culto e senza amore; educazione
brutale: ohe la pastorizia e 1'
agricoltura lo temperano a lo fanno devoto, ma lo costringono a tenera! pronto a combattere per serbare
incolume il suo gregge e i mirti
lyiu.ipì; educazione fisica o religiosa; che il diritto del più forte erea la casta e fa gli schiavi;
educazione della forza e della
.violenza: che l'operosità e il movimento sono lo prime cagioni della civiltà, e che i primi frutti di questa
furono l'astronomia, la navigazione e la
filosofia, delle quali piena la mente potè esser Moeè 1' educatore d' un gran popolo e condurlo
a conoscere e ad adorare il Dio vero;
educazione fisica, morale e religiosa: data
dalla intelligenza d' un sapiente- che I' amore della gloria divinizzi»
gli uomini, e creo gli eroi; educazione fisica e mitologica: ohe la poo'ia
d'Omero tu emine ninniti: educatrice u per conseguenza civilizzatrice;
educazione migrale o politila data dalla poesia etto la legganone educò la
Grecia, Koroa o la Uiua, (odo il t'ilaugeri
hen disse: si'er fermare un uouii io preferisco li domestica educazione;
per formare un popolo io preferisco la pubblica;» educazione natca-Ugi slati va: che 1' amore della patria
inspirò ai Romani la grandi virtù, che
non anno però da confondersi col furore delle conquiste, cogli orrori delle
intostino discordie, eoo i vizi dell' impero, imperciocché guelle fossero
cagione della loro grandezza e Suesti
della loro rovina; educazione patriottica e guerriera: che l'eucaiione del
medio-evo partecipi) delle romane reliquie, della barbarie deirli invasori, e
della influenza in ultimo predominante del
cristianesimo, ed oscillando e quasi dibattendosi fra così diversi
elementi fu causa ed effetto ud un tempo di quel periodo di sociale trasformazione; educazione fisica a
cavalleresca in uni classe, morale e intellettiva in un'altra: finalmente che
la storia moderna, la cui ragion d'
essera rìnvienst nel medio-evo, e i cui precipui caratteri sono il progresso
della legislazione e delle scienze, ba avuto ed ha in sò stessa i mutivi della
educazione eminentemente positiva e scientifica, che da quattro secoli si fa
ogni di più per ogni dove predominante;
educazione singolarmente intellettiva. Se mi avete sino a questo punto, come
pormi, onorato, o Signori, della vostra intelligente e benevola attenzione, io
v' ho fatto indubbiamenle manifesto e Voi avete compreso, che nella storia
manca 1' esempio di una educazione completa, data cioè nello stesso tempo, e ad ogni classe di cittadini
la medesima, e di ciascun cittadino al corpo, al cuore, allo spirito; i quali
elementi sono l'uomo e in lui coordinati
cosi da costituire in un tutto la composizione, la cooperazione, 1' armonia
delle parti. Se l'educazione ò la scienza dell' umana perfezionamento, a se 1' uomo nel tempo della sua vita mortale 6
ita* unità indivisibile, quantunque risultante di elementi ebe la scienza può
distinguere, non già nel vivente senza morte scomporre, è chiaro doversi 1' educazione darà a tutto 1' uomo,
io va' dire ai suoi organi ed alle sue membra, ai suoi affetti ed alta sua
coscienza, alle facoltà, tutte della sua
anima e perciò al suo intelletto: onde avviene che la educazione debbe darsi e
debb' essere tisico, morale e
intellettivo. Or nella storio antica è prevalente l'educazione fisica; nella
madia la fisica in una classo, la morale e la intellettiva in un' altra; nella moderna 1' educazione intellettiva
prevale a scapito della fisica e un po',
diciamolo con franchezza, anche della morale educazione. Dappoiché la grande
guida e la grande maestra del filosofo è
la storio, sappiamone trarre gì' insegnamenti e lo regole che à offre. È chiaro: il nostro supremo dovere fi
quello di preparare ai nostri figli, ai
nostri nepotì, e alle generazioni che verranno da loro un' epoca, il cui carottare, quasi
complemento do' secoli trascorsi, abbia
ad essere una educazione compiuta: e pefcié educhiamo e ad un tempo i muscoli, i sentimenti e le
intelligenze. — Di questa triplice
educazione vengo quindi a discorrere, e dello fisica in Questa debbe aver
principio, non vogliate meravigliar vene e
stupirne, o Signore, ne II utero materno. Allorché la donna ha
concapito, ha tutto comune col frutto delle sue viscere:. il oiho, il sangue,
il moto, le infermità e per conseguenza le .passioni, .che so no i mali del cuore e dello spirito;
pensateci, o madri 1 Certi bambini malsani, e per ciò impressionabili,
irritabili, e che voi chiamate cattivi, sodo 1' opera vostra! Appena nati, i fanciulli respirano. L' aria,
questo elemento vitale degli organismi,
ò il veicolo della forza o della .debolezza:
fa vivere quando abbonda pura e salutare, fa morire quando è poca o malsana. L' aria campestre,
lasciatemelo dire, è più nobile dell'
aria cittadina: è più ricca di ossigeno, meno pregna di evaporazioni putrida,
nudrita dalle piante e purificata dai venti. Sepotete, o balie, andato in
campagna. Dopo che ha respirato, il
bambino vuol due mammelle. Madri, se siete sane, dategli le vostre: se no,
cercatevi la più robusta balia, figlia di robusti genitori, e, ae è possibile,
nepote di nonni robusti aneli' essi, e
che sia una eontadinotta lieta e tranquilla;
se allegra, tanto meglio. Avvenuto lo slattamento, cibi sani Dopo i primi passi sicuri, moto sempre e
all' aperto. Camminare, correre, saltara; portar pesi, lanciar pietre, colpire
il bersaglio; inerpicarsi sugli albm e
sullu corde e discenderne; schrnua di
spada e di bastone a una a a due muli; cavallerizza, caccia, punca « nuoto: ecco gli esercizi dell'
uomo sin j a venti anni. In ultimo per
obi '1 putì, viaggi per terra e per mare.
Il marmalo lia o;:bi d' aqjila; esercitiamo la vista sul più loncota orizzonte.
Baerai tiam ola pjre al gusto del bello collo studio del diiwgno sulle copie o sul vero. Nella scuula
u nella casa ordina a pnlii^zza, quadri
e statue. Chi non arriva oggi a potersi comprare fotografie scelte e statue di scagliola?
l'nuia queste, poi la pipa; il vino per
ultimo, e poco o punto. Cui non diletta
!a ruusicu Y Anche l' orecchio ha il suo diritto di essere educato. Ma che rosa è In musica?
l'o risponderò :l più simpatico italiano
dei tempi nostri, il ll'Azugliu, «Di tutte lu opere dell' uomo, di.^s nei suoi
Iti cordi, la più meravigliosa ed
insieme la sola, per me inesplicabile, è la musica. - Capisco la poesia, ciucco ia r-ii'-ura. la sculture, le
orti d' imitatone insomma. Il loro nomo uo svela I' origine. V era un modello,
1' umanità c' impiego- s?c"li par giungere ed imitarlo; é finalmente
Io imitò. Capine» lo scituze. Dutu il
raziocinio, non trovo dificiltà a
comprendere che, profittando ogni età delle riflessioni dell' età antecedenti, e, per dir cosf, oaleudo sulle
sue spalle, I' umanità ni sia innalzata
al punto al quale oggi si trova. Ma dove
diamine siamo andati a prender
la'musieaY questo e quello che non capisco. La musica i un mistero Credo che
bisogna dirne quello che si dice delle
lingue. Kppure la musica cV, e nella noi-tra natura. (Non in tutte, e vnro.j Mi
ricordo che ad un concert'». Citòden mi s'inchinò all' orecchio, e mi disse: «
Non ho mai capito che cosa significhi quello strepito che chiamano musica. » Le
esperienze sul monocordo o_ sul prisma, la relazione che esisto fra le distanze
delle note e dei colori, mostrano ohe
consonanze e dissonanze non Bono un fatto arbitrario nè una convenzione
acustica. Ma con questi dati che cosa
spiego ? Lei dirà eh' io vo nelle nuvole e nelle nebbie, ma voglio pur parlare. Non ha mai provato
talvolta, a corte melodie, sentirsi
umidi gli occhi come ad una cara voce, come ad
una dolce memoria sopita cho si ridesta ? e tal altra, sentirai diventar
migliore, più franco, trovarsi 1' ari ini a nobilitata ad un tratto ? il cuore reso più generoso ? la
volontà più onesta ? Come si spiega l' influenza della melodia e dell' armonìa
sul senso morale? f!he cosa vi dissero
quelle note, quali ragioni vi esposero
per ispirarvi libello, il buono, il grande? — Non sarebbe la musica una
lingua perduta? della quale abbiamo dimenticato il senso, e serbata soltanto 1'
armonìa ? non sarebbe una reminiscenza?
la lingua dì prima? e forse anche la lingua dì dono? .... » E se la musica è tutto ciò, vorremo privare delle
sue delizie, dei suoi conforti i nostri
figliuoli? Ora b il Montesquieu che parla. « — 11 savio Polibio ci dice, cho la
musica ora necessaria per addolcire i costumi degli Arcadi, oha un paese
abitavano d' aria rea e fredda: che quei
di Cinete, che la musica trascurarono, vinsero
in crudeltà ì Greci tutti, e che non vi ha cittì, in cui siensi veduti
tanti delitti, quanti in quella. Platone
non tome d’affermare, che non può farsi 'cambi amento nella musica, sema farlo
di pari nella costituzione dello stato.
— Aristotile, il quale sembra che per
altro non iscrivesse la sua politica che per opporre a quei di Platone i suoi sentimenti, s'accorda però
con esso rispetto alla forza che ha la
musica sopra i costumi. Teofrasto, Plutarco,
Strabone, gli antichi tutti opinarono nel modo stesso. Non È questa un' opinione buttata senza
riflessione; ma bensì uno dei principi
della loro politica. » Gli altri sensi
si perfezionano col non abusarne. Passo alla
educazione morale. Se delle tro ora ben distinte specie di educazione se
ne dovesse dare una sola, questa sarebbe dessa. La forza e la sapienza sono armi pericoloso nelle mani d' un uomo
immorale. Senza moralità un individuo e un popolo sono vili egualmente. Io
preferirei d'aver discepoli ignoranti ma onesti, e figli asini, infermi ma virtuosi, piuttostocliè dovermi vergognare
delle cattive azioni degli uni e degli
altri, fossero anche i primi genii dell' universo. La proprietà È un furto, disse Proudhon.
Questa massima antisociale e sovversiva nudra il malcontento degli oziosi e le
rivolte di ohi, non avendo nulla da
perdere, vuol la confusione per pescarvi dentro. La proprietà è un diritto
naturale consacrato dal lavoro, dico io,
ed è la ragione e l'effetto di quasi tutta 1' umana operosità; in somma è stimolo e premio.
Disogna abituare i giovanetti a comprenderne tutto il valore, insegnando loro
il rispetto della roba altrui e
l'economia della propria. Lo spilorcio è un vizioso, il prodigo nn pano, e chi
ha il vischio nelle mani e un ladro. Si fa questione sul diritto della pena di
morte, ma si menano giù coltellato a
occhi chiusi: oramai si languisce di umanitarismo, ma s'ammette la vendita
della carne umana virente, e ne n'aprono
spacci dappertutto: si 6 proposta di portar le donne al ministero ma son desse tuttavia le nostre schiave.
Cotalì contraddizioni bastano e dimostrare quanto siano grandi le lacune nel
senso comune. E d'uopo rimediare: ma come? Gridando alto e sempre in tutti ì tempi e in tutti ì luoghi; 11
corpo umano 6 Baerò ed inviolabile più o
almono quanto la persona <S' un Ke. Si, parche ciascuno ò un re, Enctie non «fonile il suo
simile. Quanto al cuore, chi n' ha
troppo e chi troppo poco. Un» vin di
mezzo, signori '. Apriamo asili infamili, scuole ver gli ignoranti, ospizi per i poveri, ospedali per gì' infermi
a roan.comii per i matti; ma se un
truffatore va in carcere, un assassino in galera e un parricida sulla forca, oh i.nn ci
facciamo prendere dagli sveuimeuti' — Curiamo i nostri bambini malati,
procuriamo che non gì ammalino, baciamoli,
accarezziamoli, scherziamo, giochiamolo
loro, siano i nostri piccoli amici, i nostri conforti, la nostre
gioje piti sublimi e pili sante, ma
educhiamoli alla vita a per la vita; u
perciò conduciamoli e sovente, se uz a avvezzarli a un ridicolo e daonoio eenti montai temo, a visitare i
tuguri più miseri dov« si laogue per
freddo e per fame, le prigioni ove si espiano i delitti, i letti dove giacciono
gì' inferni! e quelli ove agonizzano i
muri "ti, finalmente anche i cadaveri, ai, anche i cadaveri !
Cui vuol familiarizzarsi colla vita deve
conoscere- audio la morte! Noi, educati altrimenti, siamo usciti dalla famiglia
a quindici o veni' anni ed entrati d'uu
salto nel mondo. E che n é avvenuto? Tutti
lo sappiamo: disinganni erudirli, straiiac'.i 1 Non più carezze,
roa urti; non pili lodi, ma disprezzo;
non più amore, ma odio; non più
compassione, ma crude!;»; non più genitori affettuosi, ma giudici i-eitri; uor.
;:iù fruttili, ruu uc.iii.';; uir. p j nr.rcllr, mi sgualdrine; e il nostro
paradiso terrestre? la nostra felicità ideale? lo nostra più liete, più care, più caldo
speranze ì Tutto a' è disperso come per
incanto, tutto 6 finito come sogno al destarsi 1 Quasi tutti siamo gli scolari della nostra
esperienza, o Signori, e beato chi pu5 contraddirmi! — Montesquieu ha scritto;
a A' giorni « nostri noi riceviamo tre
educazioni diversa e contrarie; quella «
do'noslri padri, quella decori maestri, e quella del mondo. Ciò « che ci vico detto nel!' ultima, rovescia le
idee tutto delle prime ». Pur troppo !
aggiungo io. Avete udito mai quei padri
che strilla no i figli, perchè vanno, secondo essi, con t compagni cittiv: v
V.\:U-m. rnd.le . Le abbiano torto? Niente affatto. Oh badate di non prendermi
oggi per un predicatore quaresimale! lo,
Signori, sono un uomo libero ielle
plebee, mi soli perfino trovati in mezzo a
) amico, proprio amico, di qualche valente e j iquistato il diritto di parlare por
esperiunza, c un viaggio, di dire a chi 1' imprende: Bada che là c' è una
palude miasmatica; passa di giorno, col sole ardente, e galoppa ! E i cattivi compagni, Signori miei, sono
miasmatici, e posso assicurarvene. Quattro chiacchiere con loro sembrano cose
da ridere, e sono cosa serie: è come a
farle con un coleroso; forse non contrarrete il male, ma potete contrarlo; anzi
avete per contrarlo almeno ottanta
probabilità su cento ! — E non ho capita mai porche il male abbia da esser più contagioso del bene,
ma è cosi, e cosi non fosse !.. Io ricordo tre governi, quello del papa
governo assoluto, quello della repubblica governo di popolo, e questo in cui il
popolo e il Re fanno le leggi, di
concerto. Ho sentito maledirli t un' e tre. Ma
che si vuole dunque 1 Le prove per coutentare gì' incontentabili sono oramai esaurite: eppure 1' autorità e la
legga non sì rispettarono e non si rispettano I E sapete perchè ? Perchè
abbiamo perduto il rispetto par tutte le cose rispettabili. E sapete dove e
come? Nel seno delle famiglie, ove incomincia la ribellione all'
au-"ferità paterna, perchù o troppo rilasciata o troppo severa, e
d'ondo esce per espandersi o propagarsi
nella società politica, dalla quale vien
rientrando in casa spesso o volontiori: circolo vizioso I I genitori se la
leghino al dito ! Io sono stato sempre
nemico del duello per quella vieta ragione, .che la forza e la destrezza non
possono risolvere una questione. Ma in certi oasi sono stato 11 11 per battermi
davvero. C'è al mondo una maledetta
genia che si fa giuoco dell' amor proprio e anche dell' onore altrui j segno
evidente che con ne conosce il prezzo .o
peggio ), e, per es. vi mette in ballo delle storielle ignominiose sul conto vostro o di quelli o di
quelle che maggiormente amate e giustamente rispettate. La legge tace; e s' ha
a star colle mani alla cintola? 0 se la
legge provvede, eccole pubblicità, gli scandali, e la malignità che v' attacca
molto bene il dento ! Infami tutti i
maldicenti ! Ma imparino gli uomini sin
da fanciulli che dopo il culto a Dio, il più sacro è il eulto all' onore dei loro simili ! La Chiesa ha collocato V invidia fra i
peccati mortali, e par che P abbia fatto
a posta per mandar molta gente all' inferno,
imperciocché pochi vadano esenti da questa di superbia figlia, D' ogni vizio radice, Nemica di se stessa,
invidia rea, Che gli animi consuma Como ruggine il ferro; Che 1' edera
somiglia, Distruggendo i sostegni a cui s' appiglia. Quasi tutti i vizi portano seco qualche
diletto; questo no, che rode 1' animo e
consuma la vita di chi n'è preso; e nondimeno 6 cosi comune e pernicioso, che basta solo a
distruggere la felicità di moltissime
famiglie. La sola invidia dei begli abiti, nelle donne, consuma il povero
stipendio di non pochi impiegali, fa -purea e
talGata misera ia mciisn, U^h- a. f..;;ii...U il ;:aiie u I? miteruo i-
iis, induco i mariti a commettere oerte Ggure, chn 1* sa Iddio! e poi t Voluto pi ù ridicolo spettacolo che la
gara iosfituitar tra le povertà o le
duviiiu inoltra 1* invidia C la numioa più di chiarata del vero merito,
'quan'.unqui" bassa, vile 'e paurosa passiono. Oh dite ai bambini felle e
vero' é'potete 'loro dimostrarlo j dite
ch'èril benessere altrui 6 un patrimonio comune che.ia'sentira a tutti ì suoi beneficìi. Quando, non. ha'
gran tempo; 1' economia politica vagiva
nelle fasce, s'insegnava e ai credeva' Che la ricchezza d' un popolo dovesse
essere a danno di quella, da' pnpoli
vicini: ■ errore funesto- clin ;ia mmloi'.i nienti siati in rovina, e
ohe oggi la Dio mercè è confutato dai
fatti e dalla scienza. Or pèrche la
scienza non confuterà 1' invidiai flQS è hon solo un ! stìnti mento, ma anche un errore e dello stesso genero ?
Noi siamo per, lo meno imbecilli guando ci adoperiamo a' dlstruc-Erern 1-
nostra 'nel-,' altrui felicità! > '
Neil' America civile, ove la. libertà più estosa non si confonde eolia 'licenza, ovo le virtù repubblicano' '
non sono, velo a 'volgari passioni o a
vergognose mene o ad interessi non degni,' ove la miseria è una colpa e virtù la ricchezza,
.ove la volontà è' -la! po-» lonza di
ciascuno come di tutti,' sorgono tèmpii cattolici a fianco di quelli riformisti, religioni novelle'
accanto alle antiche, 'apostoli nuovi in
mezzo >a sacerdoti di ritio secolare,, e' la' figlia del fanatico entra
-sposa' nella essa d' Ira 1 'ateo.' Noi all' 'm contraiamo intolleranti delle
persone, delle opinioni e delle credenze: non intolleranti solo, ma V03-IÌ
atrio colla ftirza 'attaccar ' la nostra coccarda sul petto di chi -va tranquillo per la sua
tia^ È un birhante'chi nóii'pensa come
noi, è inia spicchi non parla, e ehi parla troppo Sun brigante.- Ma non-siarmo invece nòi'l
brigatati, 'quando rompiamo così spudoratamente le tasche a questo e a quello ?
. . . . TI prìmb caràttere d' Un popolo
vcrnmento civile ò la : tolleranza; chi
non tollera ha paura ! Per averè io il diritt» 1 di giudicare colla testa mia, d'amare col mio cuore, 0
d'intendermela colta .mia coScienza; 'colla baia ndn colla vostra, 1 È d' uòpo
chó riconosca A medesimo dritto in altrui. In quest'affare ci vuole il non
iati! trend); 0 non 'mica il patto, ma
il fatto -, ■ • : : Colla massima- brevità; ché"si' potesse 'accordare con
la vastità de! tema d con la pazienza
vostra Beli' ascoltarmi, ho della-
morale educazione discorse quelle parti, delle quali fa, presso iioi Italiani, maggiore difetto. Se'ho-
parlato .francamente e liberamente, attribuitelo e all' indipendenza- del 'mio
carattere, e ai nostri guaj, .e al
dovere che hanno i'^arlatori di svelarli senza
mistero. Vi sono, o Signori, delìfe piaghe sociali, che non si
sanano colle blandizie— E vengo a diro
della educazione 'intellettiva.' Como
lo varie membra del corpo 'acquistano in forzo e destrezza per convenienti
esercizi,' così le foeoltà dello spirito si migliorano per educazióne ben data.
— Io stimo che l'educazione del 18 l' anima debba precedere l' istruzione, e
che questo aia ufficiodelie prime scuole.
Un tempo le esercitazioni della memoria erano ■ barbare-. Si obbligava un fanciullo a ricordare parole e
non idee, segni e non immagini. Ricordo
per conto mio d' avere imparato tutto l'Alvaro
senz' averne mai capito il senso. Fu una tortura che duro due anni, e
che mi fece odiare la acuoia e il maestro, che Dio gliel perdoni ! Dopo ho
avuto sempre avversione alte gsnmm .iìnhi di parole, alle pedanterie e a tutti ì pedanti: e in
qui-sio, il-J di sentire e d'aver
sentilo bene, e me ne vanto. Povera mia memoria, I Echi m' avesse predetto allora che sarei divenuto
un maestro di mnemonica! Nessuna meraviglia: aborrendo dalla ricordanza
materiale, ho studiato l'associazione
delle idee. Sulla quale è d'uopo fondare le
prime e tutte Io esercita/ioni della memoria, che bisogna abituare alle impressioni ripetute e profonde,
affinchè sia tenace nella ritentiva, ycauta e logica. Poi s' arricchisce
d'idee, chiaro- e sode, e non di futili
cognizioni^ i-n -™4tò, non fresiamo di quegli eruditi che ricordano tutto e non
capiscono niente ! Questi sono più
dannosi degli ignoranti. 11 celebre Ranalli, il vostro Deputato, mi scriveva questo precise parole: « Non credo
che il maggior mala « sia l' ignoranza,
che pure ò un gran male. Ma ve n? ha uno
* peggiore che è il falso sapere 1 .... » Noi italiani abbiamo una buona
immaginazione, e lo provano le nostre
gallerie, di quadri e di statue, e ì nostri monumenti architettonici, i nostri
sovrani poeti, i nostri divini compositori di
musica. Ma le stramberie straniere cominciano a viziarla. L' arte d'oggi non è più l'arte dei nostri grandi
maestri. Si dipingono e si scolpiscono,
e, quel che è peggio, si scrivono cose, che sembrano delirii: e anche in ciò
dalla liberti siamo trascorsi alla licenza. Non si patisce dì languori, ma se
ne fa patir gli altri. L' arditezza s' è
convertita in temerità; 1' immaginazione è feconda, ma sgregolata: è pronta, ma
6 febbricitante. — Egli fa d' uopo ricondurla sotto 1' impero dell'
intelletto. Il quale non è presso noi
esercitato, quanto pur vuoisi che sia
affinchè regga alle fatiche della meditazione. Lo studio delle
grandi cose lo fa grande, e quello delle
molte vasto; ma nei giovani cide:
concepimenti più ristretti, ma sicuri e indubitabili: giovano a ciù gli esempi, le similitudini e le
ripetizioni. Le giovani menti non
debbono spaziare per plaghe sterminate, ma nonno elevarsi e anche, ma
raramente, toccare il sublime: elevarsi coi subbietti concernenti la virtù, o sublimarsi colle idee
d' eroismo, di religione, di patria. Le
sottigliezze vanno sbandite, perchè avvezzano alla pedanteria, che è il veleno
delle scuole. Profondi concetti ed alti e forti sensi, eoco quanto in Bingolar
modo ci abbisogna. Nobiltà di carattere, ordine nello idee, conversazione eoi
buoni e coi dotti, uso di scrivere e di parlare, e finiremo d' esser
semplicemente facondi per divenire eloquenti. Bi lu
ci 19 sogna inoltre abituare gì' ingegni alle scoperte ed alle
invenzioni: flooo desso il segreto del
progresso. Delle cose vecchie ne abbiamo
abbastanza; cerchiamone delle nuove, se vogliamo arricchire il
patrimonio delle scienze e non moltiplicarlo d inutili e non raramente falsate
ripetizioni. Due piri 0 ' ' ■'■»
voloni'i. Questa, o Signori, dà o toglie valore a tuti -^Ità inic.lettive, al
senso morale e alle ferie fisich iono vane le regole e anche i subbietti delle r%. non v' ha ne applicazione n&
perseveranza, ne l . ..un ;io, e manca il carattere: senza di essa no" ai sa, ami non si pn/ trarre alcun
vantaggio dalle arti, dalle scienze,
dalla murale, c neppure dallo occasioni. Senza volontà sarebbero vissuti
inutilmente Newton, Cialileo, Davy, Harvey, Jenner, Herschell, Humboldt, e
molti altri simili ad essi. La fiducia
in ss pud ispirare il sacrificio e pub dare una volontà eostante: inspiriamola in tutti. Ciascuno ha il suo
valore: sviluppiamolo. Mift ha scritto:
« Il valore di ano atatj, è a lun^o -andare, il vaa lore degli individui che lo
compongono. » Eccovi, o Signori, le
precipuo regolo della educazione fisica,
morale e intellettiva, desunte dai difetti della storia passata b della contemporanea. In un discorso io non
poteva presentarvi un trattato. Ho
sfiorato le osservazioni e le massime: non avrei potuto governarmi altrimenti.
Un' avvertenza. Dalla definizione che ho data dell' argomento che ho preso trattare, chiaramente deriva che
ho inteso di esporre precetti riferibili
tanto agli uomini, quanto alle donne. Anch' esse debbono esser forti, morali e intelligenti,
anch' esse debbono perfezionarsi. Se i filosofi fi' accapigliano sulla
istruzione dovuta alla parte più graziosa dell' uman genere, 1' educazione
rispetto a questa non può esser posta in
dubbio e discussa. — Le nostre madri e
le nostri mogli debbono essere educate come noi e quanto noi. Se è vero, o Signori, com'è vero
indubbiamente, che tanto 1’uomo dagl’animali d’un ordine inferiore si distingue
e ai eleva, quanto è ad essi superiore
per la ragione ed j| linguaggio, io non veplo come si debba disconoscere che
tanto un uomo sia all' altr* uomo, e un
popolo agli altri popoli superiore, quanto è
maggiore il perfezionamento da loro per una miglioro educatone conseguito. Quindi non mi vale forza
d'intelletto a spiegare che sia codiata
ignavia, codesto abbandono, per cui si chiudono gii occhi dei padri sulla vjtH dei figli e cosi,
che non veggono e, cib eh' e ancor
peggi», noi. curano di vedere la ruina a cui molti di essi eorrono e non pochi e: slanciano. Sui
capelli incanutiti o sulle calve fronti siede poi tarsio h U'.a'.v il
pt-t.lixt.-nli>, c curva innanzi tempo il capo del veocnio verso la turra,
ohe sta per accoglierlo nel suo umido grembo. Più dì frequente h incontra chi
serba o chi accumula tesori pe' suoi
discendenti, di quello the padri e madri che pensino a farli crudi e mdivisioMmeule padroni di quel
tesoro, che non ha pari, di un' oducazioDC forte, onesta, sapiente, e un
carattere atto a difenderai dalh bufere
e dagli urajr^ ita. Le greche madri piangevano al ritorno di:' figli s - vi
jjisteaza dal nemico ferro del vincitore, ed emù lieta e< i\;t<-"s
ili poter noverare le ferite sul petto ilei tiglio ur i ■■>■■ ^itraglia, e
morto per la salvezza e per la gloria
della jv '*' - Eia, figlia di beipione
l'Africano e mogli*) u.l con?' * / ■•no, a una
matrona romana che, dopo averle ino-: i "hieSta l'avea de'suoi per ammirarli, presentò ■ . .
ir- Vanamente orgogliosi della gloria li i.
cene belli. Wa le virtii loro, la potemo, i!,«•• ■ i --r-->, ia
\ costanza, il senno ove sono? li so
non sono, a ■> di ohe? — Eccoci
liberi, quasi indinendenti, e si;.'' ■' "' : '' .tostro ridenti -oootradc 1 mari sono aperti alte «i
itr v - ' Ta disposte alla nosii-i cultura, potenze uni: -T"-.la nostra
naziona, e abbiamo porti e fortezze, un
es.r!.;it-: un'armata, un parlamento e una legge. Il soldato è citt-mliii'.,,]
.ititi ìino è giudico del fatto nel
delitto, la storia del delitto è di ragion pubblica, e siamo tutti-eguali d'innanzi all'autorità
delle leggi; tutti eguali, . e quando
occorra processiamo e condanniamo i nostri senatori ei nostri ammiragli. So ci paro, noi parliamo e
scriviamo contro il" governo, e ì
rapproaentunti del popolo ad ogni pie sospinto rovesciano un Ministero. L'
ignoranza ó una nebbia che si dirada un
po' lentamente; ma l' istruzione, che in ■} «cita metafora naturalmenta
ò il sole, noa si stanca di ardere e d' irradiare luce o calore. 6Ì paga, ecco il grido ! ma si paga la
sicurezza personale all' interno o la nazionale alla frontiere, si pagano i
maestri che c' insegnano, i magistrati eho d reggono, le vie per le quali
viaggiamo, i mezzi rapidissimi che trasportano le nostre idèe, i coìht* . merci guarentiti, le industrie incoraggiate,
l'agricoltura migliorata, le arti e. le
scienze perfezionate, si pagano le battaglie vinte e quelle perdute, quando i nostri fratelli o il re
stesso e ' figli puoi stavano coi petti
contro i cannoni, e intanto noi giocavimo, o ravamo e ■ poltrivamo, e si paga anche qualcbe cosa per
non avere 1' incomodo dì ricevere, venti o trenta austriache legnate ad libitum
della convertita casa d' Asburgo; in
somma non si paga, ma sisemina per
raccogliere. Del resto un grande progresso sodalo e' 6, un gran passo s' è fatto,' anzi un' salto; ma,
Signori miei, il progresso individuale
manca, perchè non fummo educati e non sappiamo
educare. Or dunque all' opera. Alle madri, ai padri, ai maestri è ^affidata la grande missione di compier 1'
impresa iniziata dai mar■ : * '•'l'indipendenza itfllìana,da chi per amoro di
patria ha sofferto viti dell' esilio o
gli orrori del carcere, o è morto strozzato
•àia. o fucilato senza processo, o decapitato sul palco, o mitraglilo w
! -vopo. ■ ' '■ N i L\'arte della Memoria - Manuale di mnemonica
compilato secondo il sistema A. – vf. IL SISTEMA GRICE-HP di MYRO E SPERANZA
SISTEMA A. GIUDICATO DA AUTOREVOLI COMMISSIONI
SISTEMA A. GIUDICATO DA AUTOREVOLI COMMISSIONI Della facile efficacia del nuovo sistema
mnemonico stato concretato dal professore Tito Aurelj, se ne ha una splendida
conferma non solo dagli elogi che l'egregio autore ha ricevuto da uomini
illustri d'Italia e da moltissimi giornali, ma ancora e più specialmente da molteplici, famose e
prodigiose prove della memoria artificiale date da parecchi suoi alunni in occasione
di pubblici esami. Un primo saggio
della scuola pubblica dell'arte di ricordare, aperta in Roma sotto il
patrocinio del Municipio, fu dato il 24 giugno 1874 da uomini e fanciulli, da
signore e bambine, innanzi a un pubblico numerosissimo e plaudente. La
Commissione esaminatrice composta dagli illustri uomini comm. Cesare Correnti
ex ministro della pubblica istruzione, commendatore Marco Tabarrini senatore
del Regno e consigliere di Stato, comm. B. Pignetti capo dell' ufficio
d'istruzione nel Municipio di Roma, fece, una lunga e ragionata relazione sui
grandi risultati di questo saggio dovuti alla prodigiosa efficacia delle regole
mnemoniche ideate ed insegnate dal prof. Aurelj, e, riconosciuto come: “agli
studi dell'arte di ricordare basti consacrare brevissimo tempo perché se ne
raccolga abbondantissimo frutto”, finiva con questa conclusione. L'altra cosa
che importa accennare perché questo pubblico saggio non resti senza qualche
buon effetto, ne pare questa; che gioverebbe in qualche scuola iniziare alcuni
giovanetti di vario ingegno alle regole dell' arte di ricordare, e poi tener
dietro ai loro progressi negli studii, e al loro modo di giovarsi delle regole
apprese per tesoreggiare le cognizioni, e all' influenza che questa nuova
ginnastica intellettuale sarebbe per avere sullo sviluppo dei loro ingegni,
imperocchè sarebbe, a c parer nostro, scarso il compenso alle diligentissime
fatiche del prof. Aurelj, quando delle innovazioni e dei perfezionamenti da lui
recati all'arte mnemonica non si traesse generalmente profitto nelle scuole e
nei diversi studii. Or si vedrà come a
questo voto abbia risposto il prof. A.. Ha luogo, pure in Roma, un secondo e
maggior saggio mnemonico dato dagli alunni della scuola che era stata aperta il
13 marzo dello stesso anno per i maestri e le maestre municipali di Roma, con
determinazione del Ministero della pubblica istruzion. A questo saggio vennero
assegnati dal Governo dieci premi di cinquanta lire l'uno. La Commissione
esaminatrice si componeva come segue. La splendida relazione di questo saggio
che predetta Commissione ha estesamente ed accuratamente redatta, merita tutta
l'attenzione di coloro che si occupano dell'insegnamento, perché costituisce il
più grande documento storico dell'arte di ricordare. Di tale relazione diamo le
seguenti testuali conclusioni che la Commissione ha approvato a parere
unanime: I voti espressi dalla
Commissione che presiedette al saggio sono stati appieno compiuti e i suoi
consigli seguiti. Ad apprendere l'arte di ricordare, quale è dal prof. Aurelj
insegnata, basta assai breve tempo non
vi sono difficoltà non occorrono
speciali disposizioni dell'ingegno non
vi sono notabili differenze a fare rispetto all' età, ma i giovanetti
l'apprendono più agevolmente degli uomini giunti alla virile età, e questi più
agevolmente degli attempati. La memoria artificiale che si acquista con questo
studio è immensamente più duratura della memoria naturale, perché fondata
sull'associazione delle idee e su associazioni divenute famigliari a chi ha studiato
l'arte, facili a farsi, facili a richiamarsi. La utilità dell'arte mnemonica è
tanto più grande in quanto per essa si ricordano senza fatica mentale quelle
cognizioni che anche alle memorie più poderose, riescono difficili a ritenere
perché non legate fra di loro dal vincolo del ragiona• mento, come sono le date
e le cifre in genere. II dubbio di
taluni che la memoria artificiale nuoccia all' educazione dell' ingegno,
facendo apprendere e ritenere le cognizioni senza che la riflessione vi abbia
parte, non ha più ragione di essere quando si consideri: che anzitutto, anche
nell'apprendere e nel ritenere per virtù dell'arte si esercita la riflessione,
dovendosi trovare un'idea con cui la cognizione da apprendere e da ritenere in
qualche modo si leghi: che l'arte mnemonica non pretende di sostituirsi alla
memoria naturale, né di ricordare quelle cognizioni che la mente può da sé
agevolmente ritenere; essa vuole aggiungersi, non sostituirsi, aiutare, non
creare o distruggere: se la memoria naturale e la cognizione che voi avete
della geografia patria fanno che voi sappiate ricordare benissimo, senz'aiuto
dell'arte, la superficie, la popolazione assoluta e relativa dell'Italia, e la
popolazione non di xo ma di zoo città: se voi senza bisogno dell'arte, ricordate
la nascita e la morte di Dante, di Colombo, di Galle°, ecc., tanto meglio per
voi, ma non disdegnerete l'aiuto dell'arte quando vi occorra di ricordare la
nascita e la morte di cent'altri uomini illustri, su ciascuno dei quali la
vostra mente non si può tanto fermare come su quei grandissimi. Noi faremo anzi
a questo riguardo una chiara distinzione fra quelle date e quelle cifre in
genere, le quali rappresentano cognizioni che diremo sostanziali, cardinali, e
quelle, pur sempre necessarie od almeno utili, ma di minore rilievo; rispetto
alle prime diciamo che la memoria naturale e la intensità della riflessione
fattavi sopra debbono bastare a darne la ricordanza, e l'arte non deve altro
fare che confermarle, porgere un aiuto a ritenerle più saldamente, più
lungamente e più esattamente; alla seconda invece la memoria naturale non
basta, e che la riflessione ci si fermi molto non è possibile, né desiderabile;
a queste dunque deve provvedere esclusivamente l'arte. Aggiungiamo che
ginnastica intellettuale utilissima ai giovani pare a noi quella per cui lo
studioso possa tratto tratto porre a riscontro la notizia ritenuta per virtù di
memoria naturale e di riflessione, con quella ritenuta per la via
dell'arte. Fatta questa distinzione, per
la quale non è possibile stabilire regole generali, dipendendo la maggiore o
minore importanza delle nozioni dal grado ch'esse tengono nella scienza di cui
sono parte, la Commissione crede che l'arte mnemonica torni utilissima ai
docenti ed agl' imparanti, e possa agli uni ed agli altri risparmiare tempo e
fatica, se le sue applicazioni siano fatte con ordine e temperanza ed alle sole
nozioni più necessarie ed utili.
Mirabile veramente e di non contestabile vantaggio è la facilità che
mercè l'arte mnemonica si acquista di ricordare e ripetere in perfetto ordine
le parti più rilevanti di un libro di qualsivoglia mole, o di un discorso dei
più lunghi. Perciò la Commissione fa
voti che questo utile sussidio all' insegnare, all' apprendere ed al ritenere,
venga introdotto nelle scuole italiane e particolarmente nelle primarie e in
quelle di medio grado, specialmente per lo studio delle nozioni di storia e
geografia, e crede che gioverebbe anzitutto introdurre 1' insegnamento
dell'arte mnemonica nelle Scuole normali e dar facoltà ai maestri ed alle
maestre già dichiarati idonei, di valersene nelle classi loro affidate,
considerando che trattasi per gli alunni non già di una materia di studio che
si aggiunga, ma di un sussidio che loro si porge, perché le altre materie più
agevolmente apprendano e ricordino. Ad A. si deve riconoscere il merito di
avere con uno studio paziente di più che quattro lustri, condotta l'arte
mnemonica a tale semplicità e perfezione e fondatala su basi cotanto razionali,
da renderla applicabile agli studi della gioventù, ed è giusto che le sue
fatiche abbiano premio nella gratitudine dei suoi concittadini, e nell'incarico
che dovrebbe commettergli il Ministero della pubblica istruzione d'insegnare
l'arte sua nelle pubbliche scuole e di educare i maestri nell'arte sua stessa,
alla quale disposizione non dovrebbe fare impedimento il pensiero di aggiungere
una materia di più, ma dovrebbe dare coraggio la sicurezza di porgere un aiuto
onde più agevolmente si apprendano le altre. Firmati: MAURI. TROMBETTA.PIANCIANI.
MARCUCCI. PIGNETTI. DELOGU. Roma. Dopo questo decisivo e solenne giudizio di
così autorevole Commissione, non è più possibile mettere in dubbio la immensa
efficacia di quest'arte di ricordare, la quale ha ormai acquistato il diritto
di prendere un posto distinto fra tutte le altre nobili arti. E questa verità di Niccolò Tornmaseo:
“Insegnisi a tutti stenografia; un'arte è un'arme di più deve essere con più
forte ragione applicata all'arte mnemonica, in quanto che è dessa considerata
dallo stesso Tommaseo la vera stenografia della mente, oltrechè essere della
mente una utile ginnastica. Se la ginnastica fisica è considerata come mezzo
principale di una sana e maschia educazione, ed è la vera applicazione del mens
sana in corpore sano, la ginnastica intellettiva è a sua volta un potente mezzo
per accrescere, rafforzare e sviluppare la memoria, rendendo la mente meglio
atta al meditare ed al riflettere, e noi sappiamo che l'abitudine della
riflessione è un gran mezzo di studio efficace e quindi giova fare ogni sforzo
per acquistarla. Albani e Buonarroti AGA MAGÉRA
DIFÚRA Dizionario delle lingue immaginarie Zanichelli, Les Belles
Lettres I testi evidenziati in grassetto sono, nello specifico campo di ricerca
(ad esempio: lingue filosofiche, lingue immaginarie di tipo letterario,
lingue internazionali ausiliarie, ecc.), opere fondamentali.
Aarsleff, Da Locke a Saussure. Saggi sullo studio del linguaggio e la storia
delle idee, Bologna, Mulino, Abbott, Flatlandia. Racconto fantastico a
più dimensioni, Milano, Adelphi, Academia pro Interlingua, Torino, Accame, Il
segno poetico. Materiali e riferimenti per una storia della ricerca
poetico- visuale e interdisciplinare, Milano, Edizioni d'Arte Zarathustra
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segreto degli Asadi, Milano, Editrice Nord, Blanc, Honoré, Okygraphie ou l'art
de fixer par écrit tous les sons de la parole avec autant de facilité, de
promptitude et de clarté que la bouche les imprime. Nouvelle méthode. Adaptée à
la langue française et applicable à tous les idiômes. Présentant des
moyens aussi vastes, aussi sûrs que nouveaux4 d'entretenir une
correspondance secréte dont les Signes seront absolument indéchiffrables,
Paris, Bidault libraire, Blanke, Detlev, Internationale Plansprachen.
Eine Einführung, Berlin, Akademie-Verlag, Blatty, William Peter, L'esorcista, 1ª ed.,
Milano, Mondadori, Blavier, André, Les fous littéraires, Paris, Veyrier,
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Bruxelles-Paris, Presses Universitaires de Bruxelles-Presse
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mirabili difformità, Milano, Bompiani, Bolzoni, Lina, L'universo dei
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fiction, Lausanne, l'Age d'homme, Vesin, Resumé de la cryptographie
dévoilée ou l'art de traduire ou déchiffrer toutes les écritures en
quelques caractères et en quelques langues que ce soit, quoique l'on ne
connaisse ni ces caractères ni ces langues. Appliqué aux langues latine et italienne suivi
d'un précis analytique des langues écrites au moyen duquet on peut les
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