Speranza
GURNEMANZ: Sai tu, fanciul, che gra~itle è la tua colpa? E come mai
potesti?
PARSIFAL: Io non ne so nulla.
GURNEMANZ: Donde sei
tu?
PARSIFAL: Io non lo so.
GUR NEMANZ: Chi è tuo padre
?
PARSIFAL: Io non lo so.
GUR NEMANZ: Perchè sei qui
venuto?
PARSIFAL: Io non lo so.
GURNEMANZ: Che nome hai tu?
I
PARSIFAL: Io n'ebbi molti, ma più nessuno ormai ne
so.
GURNEMANZ: Ala chi sei dunque tu? (fra se). Insano al par di
lui sinor sol Kundry io so (Agli scudieri che si sono andati sempre più
affollando)/ 01à ! Abbandonato nel bagno è il Re? Via !
Gli scudieri
hanno divotamente sollevato il cigno e si allontanano verso il In-o. R
e
stano Gurnemanz, Parsiial e in disparte
Kundry.
GURNEMANZ (volgendosi di nuovo a Parsifal). Or di'. Finor a
nulla hai risposto. Di' almen cib che sai. Saper qualcosa pur
devi.
PARSIFAL: Non ho che la madre.
Herzeleide [Heart's Sorrow] è il suo nome.
Insieme
eravamo tra le selve ed i prati.
GURNEMANZ: Chi l'arco ti
diede?
PARSIFAL: Lo feci da me per dar la caccia all'aquile
selvagge.
GURNEMANZ: Pur nobil sembri a me, e d'alta stirpe. Perchè t-ua
madre non t'ha fra l'armi migliori cresciuto?
Parsifal
tace.
KUNDRY (che, distesa in un angolo, lia tenuto fisso SII Parsiial lo
sguardo pi.iiei;aiite, inirr
rompe gridando con aspra voce :)
Ucciso già
gli era stato in guerra, quando egli nacque, il padre GAILIURET. E per
guardar il figlio
da tal destino, l'educo la niadre senz'armi e come un
falle, la folle ! (ride)
PARSIFAL (che ascolta con repenliiin
atteiizioiir): Sì. Ed al confin del bosco un di su bei corsieri
vidi folgorar cavalieri.
Io voleva seguirli ;
ridendo sparir011
lontano.
Mi diedi allora ad inseguirli, invano.
Smarrito, a caso errai pel
monte e il piano.
Vidi così le notti e i dì e contro belve e
giganti quest'arco mi difese.
KUNDRY (fervidarnente): Sì, egli
giganti, ei ladri colpì che appreser l'eroe fanciullo a
temere.
PARSIFAL: Chi mi temè? Di'.
KUNDRY: I
tristi.
PARSIFAL: Tristi eran quelli che m'assalirono?
Gurnemanz
ride
PARSIFAL: Chi è buon?
GURNEMANZ (serio): Tua madre, che abbandonasti e
clie s'accora per te lontan.
KUNDRY: Non piange più. Sua madre
mori.
PARSIFAL (con profondo terrore): Morta? Mia madre? A11
no!
KUNDRY: Passai di là; morir la vidi. Mi diè pel folle un saluto
...
Parsifal si slancia furiboiido contro Kundry e l'afferra alla
gola)
GURNEMANZ (trattenendolo): Fanciullo insano! Violento
ancora? Costei che fè? Ti disse il vero.
Non mente Kundry e molto
sa.
Dopo clie Gnrnemanz ha liherato Kundry, Parsifal rimane a lungo
sbalordito: poi 4
preso da i111 ttemito violento).
PARSIFAL: Muoio.
Kundry & subito corsa a una sorgente e porta dell'acqua in un corno.
Prima ne
spruzza Parsifal, poi glie ne dà a bere).
GURNEMANZ: l Così.
Questa è del Gral la grazia: respinge il mal chi lo paga col ben.
KUNDRY (distogliendo tristenicnte il volto): Mai feci il bene;
sol pace io voglio.
(Mentre Gurnematiz si diniostra paternamente premuroso
per Parsifal, Kundry, iiios
servata da etitratnbi, si trascina verso una
triacchia).
Sol pace vuole chi è stanco! Sonno! ...
E che nessuno mi
svegli.
(scuotendosi selvaggianiente)
No ! Non sonno ! N' ho
paura!
(Dopo un cupo grido è presa da un tretriito violento. Alloia si lascia
cader le braccia.
abbassa il capo e continua a tremare).
Non v'ha difesa.
È tempo già.
Sonno. Devo dormir ...
(Si ahbandona dietro la macchia e vi
resta d'ora in poi non vista. Di verso il lago
si osserva un movimento e si
scorge nel fondo il corteo dei cavalieri e degli scudieri
che si avviano
verso la Rocca con la lettiga).
GURNEMANZ
Dal bagno già ritorna
il Re,
ed alto è il sole.
Or vieni: alla pia mensa io t'accompagno.
Perchè sei
puro
il Gral a te darà bevanda e cibo.
(Egli si 6 posto dolceniente un
braccio di Farsiial ai collo e col proprio braccio lo
tiene cinto alla vita;
cosi lo conduce con passi assai lenti).
PARSIFAL: E il Gral che
è?
GURNEMANZ
Dir non si pub;
ma se tu sei per esso eletto,
l'arcano
a te sarà svelato.
Ascolta :
mi par che noto a me tu sia;
aperta al
Gral la via non è
e niuno mai la pub seguire
se il Gral a sè non l'ha
chiamato.
PARSIFAL: Io lento vo, ma correre mi par.
GURNEMANZ:
i1
tempo qui, figliuol, spazio diventa.
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