Grice e Melli: l’implicatura conversazionale -- AVRELIO
– filosofia italiana – la filosofia a Roma nel tempo di Pomponio –
pre-ambasciata -- Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Grice: “I like Melli; you
see, Italians feel that Marc’aurelio is theirs, so Melli puts his soul in his
essay on Marc’aurelio, while his essay on Socrates is rather neutral! For us at
Oxford, both Marc’Aurelio and ‘Socrate’ are just as furrin; Locke ain’t!” --Opere La filosofia di Schopenauer, Felice Tocco,
Firenze, Il professor Felice Tocco, Firenze,Commemorazione di Pasquale Villari,
Firenze, La filosofia greca da Epicuro
ai Neoplatonici, Firenze, Socrate, Lanciano. I primi contatti tra Roma e i
filosofi greci non sono amichevoli. Essendosi parlato in senato dei filosofi e
dei retori il senato consulto da incarico al pretore Marco Pomponio di
provvedere “uti Romae ne essent”. I primi semi della filosofia sono sparsi dagl’esuli
achei, tra i quali era anche Polibio, venuti dopo la guerra macedonica. Pochi
anni dopo, ci e l'ambasciata della quale fa parte Carneade. Anche questa volta
vedemmo come Catone s’impensiera dell’efficacia rovinosa che quell’abile
parlatore puo esercitare sull'educazione nazionale. Ma Carneade ha un grande
successo e l’infiltrazione delle idee filosofiche e già cominciata,
specialmente dopo la conquista delle città della Magna Grecia come Crotone –
sede della scuola di Pitagora --, Taranto – sede della scuola di Archita --,
Velia – sede di Parmenide e Senone – e dopo l’isola della Sicilia – Girgenti,
sede della scuola di Empedocle --. Leontini, sede della scuola di Gorgia. Nei ditti,
tradotti o imitati, i filosofi romani senteno parlare di questo ‘amore di
sapienza’ (filosofia) e degl’amanti di sapienza (filosofi). Un motto si trova
in un frammento di Ennio, nel Neottolemo. “Philosophari mihi necesse est, sed
degustalidum de ea, non ingurgitandum in eam”. Col progredire della cultura,
con lo svilupparsi dell'eloquenza, nasce il bisogno di far istruir i figlii
presso questi pedagogi schiavi ditti ‘amanti di sapienza’. Alcuni grandi
personaggi, come Scipione Emiliano e il suo amico Lelio divieno protettori dei
qesti pedagogi detti ‘amanti della sapienza’ e li ammettano nella loro
familiarità. I giureconsulti trovano un'utile disciplina nella dialettica. La riforme
dei Gracchi e ispirata da idee di questi ‘amanti di sapienza’. Quello che i filosofi
romani domandano a questo ‘amore di sapienza’ e 1' orientazione nelle questioni
pratiche e una cultura necessaria o utile all’oratore, al giureconsulto, agl’uomini di stato.
Cominciano ad essere conosciute le diverse scuole. Una delle prime ad essere
trattata in latino e la dottrina dell’ Orto. Sono nominati un Amafinio e un
Rabirio come espositori delle sue idee, ma con poca arte. Più tardi è pure ‘edonista’
– sostenitore del piacere -- un certo Catius, “levis quidem, sed non inineundus
tamen auctor”, secondo Quintiliano. Ma non ne sappiamo nulla. Il grande
interprete dell'edonismo presso i Romani è Lucrezio. Altri ‘amanti di sapienza’
sono M. Bruto, l'uccisore di Cesare, che parla della virtù e dei doveri, e il
dottissimo Varrone, che insieme con Bruto, sente Antioco in Atene, e in
psicologia e in teologia segue più gli Stoici che l'Accademia. Ma tutte queste
sono semplici notizie. Il gran nome che oscura, tutti gli altri ed è per noi il
vero rappresentante e inter-prete della filosofia presso i romani è Cicerone. Giuseppe
Melli. Melli. Keywords: AVRELIO. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Melli” – The
Swimming-Pool Library.
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