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Monday, June 18, 2012

Rinaldiana operistica: una cronologia

Speranza



Il racconto di Armida e Rinaldo è stato usato per varie opere liriche e composizioni musicali:

1581. Tasso, Gerusalemme liberata, Ferrara. Nato da Bertoldo d’Este, detto "Il possente", figlio di Azzo IV e fratello di Guelfo, e da Sofia di Zaeringen, detta "La Bella",  sulle rive dell’Adige, dove sorge appunto la città d'Este, culla dei signori di Ferrara, Rinaldo, appena terminato lo svezzamento, fu allevato alla corte di sua zia, la grande Matilde di Canossa, contessa di Toscana, che lo istruì personalmente nell’arte del regnare. Dopo un silenzio di ben tre canti, la narrazione delle vicende di Rinaldo riprende nel canto XIV, il primo della triade dedicata agli amori con Armida. L’anima di Ugone, defunto condottiero, appare in sogno a Goffredo e gli rivela che Rinaldo è stato destinato dal cielo a risollevare le sorti dei crociati e ad avviare a felice esito la guerra. Rinaldo solo è in grado di sciogliere l’incantesimo della selva di Saron. Solo con l’apporto della mano di Rinaldo l’esercito cpotrà sbaragliare le possenti armate egiziane e superare le mura di Gerusalemme. Goffredo deve quindi richiamar Rinaldo dall’esilio e concedergli il suo perdono. Ugone gli rivela altresì che presentemente Rinaldo delira e vaneggia ne l’ozio e ne l’amore. Ai cavalieri Carlo e Ubaldo viene assegnata la missione di ricercare Rinaldo e ricondurlo al campo di battaglia. Dal mago di Ascalona essi vengono a sapere che Rinaldo è stato sedotto da Armida, e vive con lei nelle Isole Fortunate una vita di delizie. Il mago di Ascalona narra nei particolari la vicenda di Rinaldo, spiegando come Rinaldo, dopo aver liberato i prigionieri di Armida, avesse deposto le sue armi e indossato quelle di un pagano, e come Armida, giunta sul posto e constatato l’eccidio dei suoi, per vendicarsi avesse rivestito con le armi di Rinaldo il corpo decapitato di un guerriero, per far credere che il giovane fosse stato ucciso e per far ricadere su Goffredo la colpa della sua morte. Questo spiega l’equivoco in cui sono incorsi i predatori cristiani che hanno trovato l’armatura di Rinaldo insanguinata e ne hanno dedotto la morte di Rinaldo  Armida, poi, per completare la sua vendetta, aveva attirato Rinaldo su un’isoletta del fiume Oronte e lì aveva suscitato davanti a lui l’apparizione di un fantasma con le sembianze di una nuda sirena, la quale, dopo averlo invitato col suo canto seducente ad abbandonarsi ai piaceri terreni, lo aveva fatto cadere in un sonno profondo. Armida allora era uscita dal suo nascondiglio per ucciderlo, ma, contemplando le bellissime fattezze del giovane, se n’era innamorata all’istante e aveva deciso di farne il proprio amante.. Rapitolo, lo aveva trasportato nelle Isole Fortunate, in mezzo all’immensità dell’Oceano, dove in perpetuo april molle amorosa / vita seco ne mena il suo diletto. Alla descrizione degli amori di Rinaldo e Armida il Tasso dedica una decina di ottave del canto XVI. La coppia appare ai messi Carlo e Ubaldo, che la spiano di nascosto, in un atteggiamento e in una posizione che ricordano le effusioni amorose di Venere e Marte descritte da Lucrezio. La donna è seduta sull’erba, il giovane ha il capo posato sul grembo di lei e i famelici sguardi avidamente in lei pascendo si consuma e strugge. Armida si gloria del proprio impero su Rinaldo, forte di quel potere di seduzione che le deriva, oltre che dalla sua bellezza, dal possesso del cinto di Venere, celebrato e descritto da Omero nell’Iliade, che né pur nuda ha di lasciar costume. Rinaldo è completamente in balìa di lei, dimentico della condizione di cavaliere e dei doveri ad essa connessi. I due si scambiano baci ardenti e parole appassionate, finché Armida non decide di allontanarsi per attendere ad altri impegni. Approfittando della sua assenza Carlo e Ubaldo si rivelano a Rinaldo e lo costringono a specchiarsi in uno scudo d’acciaio lucido come diamante, consegnato loro dal mago di Ascalona proprio a tale scopo (XIV.77). Contemplandosi in esso, Rinaldo constata in quali condizioni si sia ridotto a causa della sua vita lussuriosa e ne prova una profonda vergogna. Acceso di sdegno verso se stesso, si strappa di dosso i lascivi ornamenti e decide di ritornare al campo cristiano, dove – gli assicurano i due messi – Goffredo e gli altri Crociati lo attendono come un liberatore.. Armida, accortasi del rinsavimento di Rinaldo, tenta con ogni mezzo di dissuaderlo dalla sua decisione. Dapprima ricorre alle arti magiche, ma queste sono vanificate dalla volontà divina. Decide quindi di rinunciare agli incanti, per fare appello unicamente al potere di seduzione della sua bellezza e delle sue suppliche, ma Rinaldo ormai è determinato. Tuttavia, dietro consiglio di Ubaldo, non si sottrae ad un ultimo colloquio con la maga, per imparare a resistere al canto delle sirene, per non fuggire cioè gli allettamenti dei sensi, ma anzi divenire capace di affrontarli apertamente e vincerli. E’ questa la prima prova, e forse la più difficile, a cui deve sottoporsi il guerriero rinsavito. Quando Armida sopraggiunge, egli non ha il coraggio di fissarla in volto; mentre ascolta il lungo discorso della donna, misto di preghiere e di profferte umilianti, l’eroe fa appello alla ragione per non permettere ad Amore di riaccendergli nel cuore la passione:“Non entra Amor a rinovar nel seno, che ragion congelò,la fiamma antica.”(XVI.52). Non può tuttavia impedirsi di provare una profonda compassione per lei (52, 3-6), ma, nel risponderle, riesce a dissimularla. Riconosce la natura peccaminosa del legame che l’ha unito ad Armida, ma non condanna la maga, perché anch’egli, per la sua parte, è colpevole (54, 3: anch’io parte fallii); non le serba rancore, dichiara anzi che ella avrà sempre posto tra i suoi ricordi più cari e accetta di continuare ad essere suo campione per quanto lo consentiranno la guerra santa, il suo onore e la sua fede (54, 5-8). L'onore appunto gli impone di troncare quella vergognosa relazione (55, 1-4) e di far ritorno alla guerra. Rivolge infine ad Armida un augurio di pace, invitandola a ritrovare la saggezza e la misura dell’onore (55, 7-8; 56, 1-4). Ma le sue parole non fanno breccia nel cuore della donna, che reagisce ad esse con violenza e respinge con sarcasmo i consigli (58, 5-8), giurando di perseguitare Rinaldo con tutte le sue forze, novella furia infernale, finché non lo vedrà giacere morente e non lo udrà invocare il nome di lei tra i rantoli dell’agonia (59-60, 1-4). Appena pronunciate queste parole, Armida sviene; non può quindi notare che gli occhi del suo nemico sono bagnati di pianto: il Cielo le nega anche il piccolo conforto di vedere Rinaldo in preda alla commozione (61). Il viaggio di ritorno di Rinaldo all’esercito cristiano è brevemente narrato nella seconda parte del canto XVII: la navicella è guidata dalla Fortuna, che riporta l’eroe e i suoi due salvatori Carlo e Ubaldo sani e salvi in Palestina. Appena sbarcati, i tre guerrieri incontrano il mago di Ascalona, che invita Rinaldo a meditare sul valore della virtù e gli rivela il suo destino di eroe predestinato alla gloria di eccelse imprese. Gli mostra quindi un meraviglioso scudo, nel cui metallo è effigiata tutta la storia della nobile casata d’Este. Esso sarà d’ora in poi la sua arma di difesa. Il mago gli illustra il significato delle scene istoriate, eccitando nel giovane mille spiriti d’onor (81, 7-8), che lo rendono desideroso di emulare le gesta degli avi. Carlo gli consegna quindi la spada dell’eroico e sfortunato principe Sveno di Danimarca, ucciso da Solimano, perché con essa Rinaldo lo vendichi e se ne serva sempre da guerriero giusto e pio non men che forte. Il mago d’Ascalona scorta i guerrieri fino alle tende cristiane e, dopo aver rivelato a Rinaldo i futuri fasti della sua discendenza, si congeda definitivamente. Rinaldo è accolto al campo da Goffredo in persona.  Il canto XVIII, quasi per intero imperniato sulle gesta di Rinaldo, consta di tre distinti episodi: la purificazione, la vanificazione dell’incantesimo della selva di Saron e l’assalto alle mura di Gerusalemme. Rinaldo si dichiara pentito dell’uccisione di Gernando e si rimette al giudizio di Goffredo, pronto ad accettare qualunque punizione il duce voglia infliggergli. Ma Goffredo gli impone come “penitenza” di compiere opre famose, cominciando col vincer de la selva i mostri. I Crociati, infatti, non possono prelevare dalla selva il legname occorrente per la costruzione di nuove macchine d’assedio a causa della presenza in essa di mostri terrificanti, che hanno messo in fuga anche i più valorosi, come Tancredi. Rinaldo dà senza esitazione la sua parola, quindi scambia parole e gesti affettuosi con i ritrovati compagni d’arme, infine si apparta da solo con Pietro l’Eremita, il quale lo esorta a confessarsi con spirito di sincero pentimento, per sgravare la coscienza dai peccati e riacquistare la grazia di Dio. Dopo che l’eroe, piangendo, ha confessato tutte le sue colpe, il santo eremita lo assolve e gli impone come penitenza di ascendere all’alba sul monte Oliveto, a oriente di Gerusalemme, quello stesso monte che vide l’agonia del Cristo prima del suo arresto, e poi di passare immediatamente nella foresta incantata per vincerne i fantasmi ingannevoli e bugiardi. Rinaldo obbedisce: dopo aver trascorso la notte in meditazione, poco prima dell’alba indossa l’armatura e, su di essa, una sopravveste di color cinerino, simbolo di penitenza. Quindi si avvia a piedi, solo e silenzioso, su per la montagna, contemplando le bellezze del cielo nel crepuscolo mattutino. Fra sé confronta quello spettacolo meraviglioso, che suggerisce il pensiero dell’infinito e dell’eterno, con la seduzione esercitata da un girar d’occhi o da un balenar di riso in breve confin di fragil viso. Riflettendo cioè su tale divario tra la vastità del creato, tempio di Dio, e la inconsistente e caduca manifestazione della bellezza umana, egli riconosce quanto spesso l’uomo anteponga questa a quella, dimentico del suo destino ultraterreno: anche lui, Rinaldo, ha dissipato la propria vita, cedendo agli impulsi della carne e delle peggiori tra le passioni umane, la superbia e l’ira (la caligine del mondo e de la carne: 8, 1-2). Ne chiede perdono a Dio e lo ottiene: il Cielo attesta visibilmente il suo ritorno alla grazia, aspergendo la sua sopravveste di una rugiada che ne deterge lo squallido colore e la rende candida e luminosa. Intanto i primi raggi del sole indorano il mondo. Forte della riconciliazione con Dio, l’eroe scende senza alcun timore nella antica alta foresta e ne vince con irrisoria facilità gli incanti e i terrori: non si lascia sedurre né dai dolci canti delle ninfe e delle sirene, né dalle attrattive di una natura lussureggiante (20-24); non cede alle lusinghe delle ninfe che, prodigiosamente uscite dalle cavità di cento querce, intrecciano danze e carole sotto isuoi occhi, né si lascia irretire dalla suprema illusione, l’apparizione di Armida, che tenta di ridestare in lui l’antica passione (giungi i labri a le labra, il seno al seno: 32, 7). E quando, allo scatenarsi di una furiosa tempesta, la falsa Armida e le ninfe si trasformano rispettivamente in un gigante con cento braccia armate e cento occhi e in orrendi ciclopi anch’essi armati, egli non si fa prendere dalla paura, ma si avventa contro il gigantesco mirto (antico simbolo dell’amore), dal quale sono scaturiti tutti i prodigi della selva, e lo fa a pezzi. All’improvviso l’incanto si dissolve: le larve spariscono e la foresta riacquista il suo naturale aspetto fosco e selvaggio (37-38). Ricostruite le macchine d’assedio, i Crociati sferrano l’attacco alle mura di Gerusalemme, ma Rinaldo non stima degno di sé quel rischio. Legato ad una concezione aristocratica della cavalleria, stima onor plebeo quand’egli vada / per le comuni vie co ‘l vulgo in schiera (72, 3-4) e vuol tentare ciò che nessuno mai oserebbe: da solo dà l’assalto a un tratto delle mura non ancora attaccato perché più munito ed alto (72, 7); vi appoggia una scala e, incurante di tutto ciò che piove dall’alto, sale sino ai merli. Lassù non solo regge all’urto dei difensori, ma aiuta i commilitoni a salire per quella via che egli ha reso sgombra e sicura (78). In seguito fa strage di Siri (97, 6) e ovunque si mostri, incute nei nemici un terrore tale che li spinge alla fuga. Persino il fiero Solimano, allorché venirne Rinaldo in volto orrendo / e fuggirne ciascun vedea lontano (99, 1-2) abbandona il proposito di resistere a piè fermo e cede il passo ai Crociati capitanati da Goffredo, consentendo loro in tal modo di piantare sulle mura il santo vessillo della Croce (99, 5-8). Nelle vicende belliche narrate nel canto successivo, il XIX, Rinaldo sembra avere un ruolo marginale rispetto ad altri guerrieri. In realtà egli continua a svolgere il suo compito di eroe fatale, giacché ogni suo intervento è decisivo per le sorti della battaglia: tutto del sangue ostile orrido e molle Rinaldo corre e caccia il popolo empio. (XIX, 31, 3-4) Né egli si comporta mai in modo sleale: attacca solo chi è armato e non infierisce sugli inermi (32, 1-4). Per conquistare il tempio di Salomone, occupato dagli infedeli che vi si sono chiusi dentro, ne sfonda la porta con una gigantesca trave (36) e vi fa irruzione, seminandovi strage. Contribuisce poi ad impedire che Raimondo di Tolosa, ferito, venga fatto prigioniero da Solimano, e quando quest’ultimo si chiude, per l’ultima disperata difesa, nella torre di David, Rinaldo non esita ad assaltare il baluardo, deciso a mantenere il giuramento fatto di vendicare la morte del danese Sveno; desiste però dal tentativo quando Goffredo, al calar della notte, dà il segnale della ritirata (49-50). Frattanto, nel campo egiziano, Armida confida ai campioni musulmani la sua impazienza di essere vendicata: ella brama la testa di Rinaldo e più d’uno le promette di recargliela entro breve tempo (70 e sgg.). Ma Raimondo, avendo spiato le mosse dell’esercito egiziano ed essendo scampato alla cattura, mette in guardia Rinaldo (124, 3-4; 7-8). L’eroe torna ad essere il protagonista assoluto nel canto conclusivo del poema. A lui Goffredo affida il comando dei cavalieri di ventura per l’ultimo e definitivo assalto, ribadendo che da lui solo dipende il coronamento dell’impresa (canto XX, 11, 1-2); gli impartisce quindi disposizioni tattiche e strategiche (11, 3-8). Nell’infuriare della battaglia, allorché Rinaldo e il suo drappello si mettono in movimento parve che tremoto e tuono fosse (53, 8). I colpi dell’eroe non cadono mai a vuoto; spesso con un sol colpo uccide più d’un nemico (55, 1). Armida, sopraggiunta sul suo carro, tenta invano di colpirlo con le sue frecce. Nella sua travolgente avanzata il guerriero trova alfine sulla sua strada Adrasto, che si è proclamato campione di Armida, e Solimano. Con un sol colpo si sbarazza del primo (103) e l’irrisoria facilità di tale successo genera sgomento nel sultano, togliendogli ogni vigore. Il duello tra l’eroe cristiano ed il sovrano di Nicea è impari; Rinaldo trova scarsa resistenza in Solimano, che pure non viene meno alle leggi dell’onore cavalleresco: non si sottrae all’avversario con la fuga, né implora pietà, né emette alcun gemito (107) mentre muore sotto gli implacabili colpi del nemico. Stessa sorte tocca poco dopo a Tisaferno, altro campione di Armida, che cade massacrato da Rinaldo proprio sotto gli occhi della bella maga. A questo punto la vicenda di Rinaldo si congiunge di nuovo strettamente a quella di Armida, cui si rimanda per i particolari [107]: il guerriero giunge appena in tempo a fermare il braccio della donna, che ha deciso di uccidersi; giura quindi di riportarla sul suo trono e si augura che il Cielo la illumini così che decida di abbandonare la religione pagana e di convertirsi alla vera fede. La riconciliazione con Armida conclude la vicenda di Rinaldo.



1623. Francesca Caccini, Rinaldo innamorato, Firenze, su libretto tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. (Also based on Ariosto).

1639. Benedetto Ferrari, Rinaldo ed Armida, Venezia, su libretto di Benedetto Ferrari, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1641. Marco Marazzoli, L'amore trionfante dello sdegno , Ferrara) su libretto tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1686. Giovanni Battista Lulli, Rinaldo ed Armida, Parigi, su libretto di Filippo Quinault, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1687. Carlo Pallavicino, La Gerusalemme liberata da Rinaldo, Venezia, su libretto di Vincenzo Grimani e Girolamo Frisari, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1694. Teofilo Orgiani, Gli amori e incanti di Rinaldo con Armida, Rovigo, su libretto di Giralomo Colatelli,, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1698. Dennis, Rinaldo ed Armida -- Londra.

1707. Giovanni Maria Ruggieri, Armida abbandonata da Rinaldo, Venezia, su libretto di Francesco Silvani, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1708. Giuseepe Boniventi,Armida al campo, Venezia, su libretto di Francesco Silvani, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1711. Giorgio Federico Handel, Rinaldo, Londra, 24 feb.-- Napoli, su libretto di Giacomo Rossi tratti dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. A new character introdued by Rossi, "Almirena". Rinaldo, eroe (soprano), Almirena, figlia di Goffredo, promessa sposa di Rinaldo (soprano), Armida, maga regina di Damasco (soprano), Goffredo, Generale dell'esercito cristiano (mezzosoprano), Eustazio, Fratello di Goffredo (contralto), Mago cristiano (contralto), Argante, Re di Gerusalemme, innamorato di Armida (basso), Araldo, (tenore), una donna, (soprano), prima sirena, (soprano), seconda sirena, (soprano). "Sovra balze scoscesi e pungenti" (Goffredo) "Combatti da forte" (Almirena) (1731: replaced with "Quel cor che mi donasti") "Ogni indugio d'un amante" (Rinaldo) "Sulla ruota di fortuna" (Eustazio) (1717: cut; 1731: revived, amended and allocated to Argante) "Sibillar gli angui d'Aletto" (Argante) (1717: replaced with "Sorte amor vuol che quest'alma", which was cut in 1731)
"No, no, che quest'alma" (Goffredo) (1731: replaced with "D'instabile fortuna") "Vieni o cara, a consolarmi" (Argante) (1731: replaced with amended "Sulla ruota di fortuna") "Furie terribili!" (Armida) "Molto voglio, molto spero" (Armida) (1731: replaced with a modified version of "Combatti da forte") "Augelletti, che cantate" (Almirena) "Scherzano sul tuo volto" (Duet: Almirena and Rinaldo) "Cara sposa, amante cara" (Rinaldo) "Cor ingrato, ti rammembri" (Rinaldo)
"Col valor, colla virtù" (Eustazio) (1717: cut) Venti, turbini, prestate (Rinaldo)
"Siam prossimi al porto" (Eustazio) (1717: cut; 1731: partly restored, sung by Goffredo)
"Il vostro maggio" (Sirene) "Il tricerbero umiliato" (Rinaldo) "Mio cor, che mi sai dir?" (Goffredo)
"Lascia ch'io pianga" (Almirena) "Basta che sol tu chieda" (Argante) (1717: replaced with "Ogni tua bella stilla" and in 1731 with "Per salvarti, idolo mio")
"Fermati!/No, crudel!" (Duet, Armida and Rinaldo) "Abbrugio, avampo e fremo" (Rinaldo)
"Dunque i lacci d'un volto" (Accompanied recitative, Armida) "Ah! crudel, Il pianto mio" (Armida)
"Vo' far guerra, e vincer voglio" (Armida) "Andate, o forti" (Mago) (1717: cut; 1731: altered and restored) "Sorge nel petto" (Goffredo) (1717: cut) "È un incendio fra due venti" (Rinaldo)
Marcia (Pagan march) (1731: cut) "Al trionfo del nostro furore" (Duet, Armida and Argante) (1731: repositioned, and sung by Goffredo and Almirena) "Bel piacere e godere" (Almirena)
"Di Sion nell'alta sede" (Eustazio) (1717: sung by Goffredo; 1731: sung by Argante)
Marcia (Christian march) (1731: cut) "Or la tromba in suon festante" (Rinaldo) (1731: cut)
Battaglia (battle) (1731: cut) "Solo dal brando" (Goffredo) (1731; cut) Vinto è sol della virtù (Coro)

1711. Teofilo Orgiani, Armida regina di Damasco, Verona.

1711. Giacomo Rampini, Armida in Damasco, Venezia, su libretto di Grazio Braccioli

1718. Antonio Vivaldi, Armida al campo d'Egitto, Venezia, su libretto di Giovanni Palazzi, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. No mention of Rinaldo. The action takes place before Rinaldo graces the scene.

1718. Leonardo Leo, "Rinaldo". A pastiche of Handels' "Rinaldo", with additional numbers by Leonardo Leo, was presented by Leo at the Royal Court in Naples, with Nicolini singing his original role.

1722. Giorgio Caspare Schurmann, La Gerusalemme liberata da Rinaldo; ossia, L'Armida abbandonata, Braunschweig, su libretto di Johann Samuel Müller, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1722. Enrico Desmarest, Rinaldo, ossia, la suite d'Armida, su libretto dell'abate Simon-Joseph de Pellegrin.

1725.Antonio Bioni, Armida abbandonata da Rinaldo, Praga, su libretto di Francesco Silvani, tratto dalla "Gerusalemme liberata"

1726. Antonio Bioni, Armida al campo, Breslau, su libretto di Francesco Silvani, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1726. Tomaso Albinoni, Armida trionfante, Venezia, su libretto di Girolamo Colatelli, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1729. Antonio Pollarolo, Armida abbandonata da Rinaldo, Venezia, su libretto di Giovanni Boldini, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1750. Giovanni Battista Mele, L'Armida aplacata, su libretto di Giovanni Ambrogio Migliavacca, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1751. Carlo Enrico Graun, Rinaldo ed Armida, Berlin, su libretto di Leopoldo di Villati, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1759. Sarti, Armida abbandonata da Rinaldo: dramma per musica su libretto di L. de Villati, Copenhagen, Theatre on Kongens Nytorv.
1761. Tommaso Traetta, Armida, Vienna, su libretto di Giacomo Durazzo, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1770. Niccolò Jommeli, L'Armida abbandonata da Rinald", Napoli, su libretto di Francesco Saverio De Rogatis, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. Mozart was in the audience -- "beautiful, if perhaps too serious and old-fashioned". Armida, an enchantress, soprano (Maria Anna Lucia De Amicis-Buonsollazzi), Rinaldo, tenore (Giuseppe Aprile, Sciroletto), Tancredi tenor (Arcangelo Cortoni) Erminia soprano (Apollonia Marchetti), Rambaldo castrato (contralto) Pietro Santi, Dano castrato (soprano) Gerlando Speciali, Ubaldo tenor Tommaso Galeazzi. Armida has bewitched the Crusader knight Rinaldo. Tancredi fails to break the spell (Atto I). Ubaldo and Dano manage to free Rinaldo from Armida's power. Armida is furious and destroys her own palace in her anger (Atto II). Rinaldo manages to free the forest the Crusaders need to build siege engines to take Jerusalem from the magic spell that has been placed on it. Rinaldo fights the illusions Armida has conjured up and cuts the myrtle at the heart of the forest which is the source of Armida's magic. (Atto III).

1771. Antonio Salieri, Rinaldo ed Armida, Vienna, su libretto di Marco Coltellini, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. Armida, soprano (Catharina Schindler), Ismene soprano
Rinaldo, tenore (Giuseppe Millico), Ubaldo tenore.

1772. Sacchini, Rinaldo ed Armida.

1777. Cristoforo Willibaldo Gluck, Rinaldo ed Armida, Parigi, su libretto di Filippo Quinault, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. Armida, a sorceress, Princess of Damascus soprano (Rosalie Levasseur), Rinaldo, crociato, tenore (Joseph Legros), Fenice, Armida's confidant soprano (M.lle LeBourgeois), Sidonie, Armida's confidant soprano M.lle Châteauneuf, Hidraot, a magician, King of Damascus baritone Nicolas Gélin, Hate contralto Célestine Durancy, The Danish Knight, a Crusader tenor Étienne Lainez (also spelled Lainé), Ubalde, a Crusader baritone Henri Larrivée, a demon in the form of Lucinde, the Danish Knight's beloved soprano Anne-Marie-Jeanne Gavaudan "l'aînée", a demon in the form of Mélisse, Ubalde's beloved soprano Antoinette Cécile de Saint-Huberty Aronte, in charge of Armide's prisoners baritone Georges Durand, Artemidoro, a Crusader tenor Thirot, a naiad soprano, a shepherdess soprano (Anne-Marie-Jeanne Gavaudan "l'aînée"), a pleasure soprano Antoinette Cécile de Saint-Huberty, People of Damascus, nymphs, shepherds and shepherdesses, suite of Hate, demons, Pleasures, coryphaei.

1777. Gennaro Astarita,Rinaldo ed Armida, Venezia, su libretto di Giovanni Ambrogio Migliavacca and Giacomo Durazzo, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

1780.Josef Mysliveček, Rinaldo ed Armida, Milano, su libretto di Giovanni Ambrogio Migliavacca after Filippo Quinault.

1780. Sacchini, Rinaldo, Londra.

1783. Sacchini, Rinaldo ed Armida (terza).28 febbraio, première alla presenza della regina Maria Antonietta, protettrice di Sacchini, nell'Académie Royale de Musique et de Danse (Opéra, Salle du Théâtre de la Porte-Saint-Martin, Parigi, con un cast composto dai maggiori artisti dell'Académie.
Tra essi, il primo tenore Joseph Le Gros (la parte di Rinaldo, ruolo d'addio alle scene), Rinaldo, principe crociato, amante d'Armida , tenore (Joseph Le Gros), Armida, principessa di Damasco, amante di Rinaldo soprano Rosalie Levasseur, Idraote, re di Damasco e padre d'Armide taille/baritono François Lays, Adrasto, re indiano, amante d'Armida basso Augustin-Athanase Chéron, Tissaferne, sovrano di Cilicia, amante d'Armide basso-cantante Jean-Pierre Moreau, Melissa, confidente d'Armide soprano M.lle Joinville Doris, confidente d'Armide soprano Chateauvieux o Gavaudan cadette, Ifisa, confidente d'Armide soprano Chateauvieux o Gavaudan cadette, Antiope, comandante delle Amazzoni soprano Marie-Thérèse Maillard, Arcas, comandante delle guardie di Hidraot basso, una ninfa, corifea soprano M.lle Le Boeuf, Aletto (travesti) taille Dufrenaye (o Dufresnay) (?)[15] Mégère (Megera) (travesti) basso [15] Tisiphone (Tisifone) (travesti) haute-contre J. Rousseau[18] coro Balletto - ballerine: Marie-Madeleine Guimard, Gervais, Anne-Marguerite Dorival, Peslin, Dupré; ballerini: Auguste Vestris, Maximilien Gardel, Nivelon

1784. Giuseppe Haydn, Rinaldo ed Armida, Eszterháza), su libretto tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. Armida, soprano (Metilda Bologna), Rinaldo, cavaliere, tenore (Prospero Breghetti), Zelmira, accomplice of Armida, soprano ... Costanza Valdesturla, Idreno, king of the Saracens baritone ... Paolo Mandini, Ubaldo, friend of Rinaldo tenor ... Antonio Specioli, Clotarco, a knight tenor ... Leopoldo Dichtler. In order to prevent the capture of Gerusalmme by the knights of the First Crusade, The Prince of Darkness has sent the enchantress Armida into the world to seduce the Christian heroes and turn them from their duty. The bravest of these, Rinaldo, has fallen under Armida's spell. She comes to love him so deeply that she cannot bring herself to destroy him. At a council chamber in the royal palace of Damasco, Idreno is alarmed that the Crusaders have crossed the river Giordano. Armida, the heathen sorceress seems to have triumphed over the Christians but feared that her conquest was not complete without gaining the love of the Christian knight Rinaldo. Now Rinaldo is obsessed with Armida and promises to fight against his fellow Christians. If victorious King Idreno offers him the kingdom and Armida’s hand. Armida prays for Rinaldo’s safety. In a steep mountain, Armida's fortress at the top, knights Ubaldo and Clotarco plan to free Rinaldo from Armida’s clutches. Idreno sends Zelmira, the daughter of the Egyptian sultan, to ensnare the Christians but on encountering Clotarco she falls in love with him and offers to lead him to safety. At Armida's apartments, Rinaldo admires the bravery of the approaching knights. Ubaldo warns Rinaldo to beware Armide's charms, and reproaches the dereliction his duty as a Christian. Although remorseful Rinaldo is unable to escape Armida's enchantment. At a garden in Armida's palace. Zelmira fails to dissuade King Idreno from planning an ambush on the Christians. Idreno pretends to agree to Clotarco's demand that the Christian knights enchanted by Armida be freed. Reluctantly, Rinaldo leaves with Ubaldo. Armida expresses her fury. In the Crusaders’ encampment, Ubaldo welcomes Rinaldo who prepares to go into battle. Armida begs for refuge and Rinaldo’s love. Rinaldo departs for battle with Ubaldo and the other soldiers. In a dark, forbidding grove, with a large myrtle tree. Rinaldo, knowing that the tree holds the secret of Armida’s powers, enters the wood intending to cut it down. Zelmira and nymphs try to get him to return to Armida. As he is about to strike the myrtle Armida, dishevelled appears from it and confronts him. Armida cannot bring herself to kill him; Rinaldo strikes the tree and the magic wood vanishes. Back in the crusaders’ encampment, the crusaders prepare for battle against the Saracens. Armida appears swearing to pursue Rinaldo everywhere. As Rinaldo moves off she sends an infernal chariot after Rinaldo.

1786. Sarti, "Armida e Rinaldo", dramma per musica in due atti, su libretto di Marco Coltellini, St. Petersburg, Hermitage, 15 January.

1817. Gioaccino Rossini, Gli amori e incanti di Rinaldo con Armida, San Carlo, Napoli, su libretto di Giovanni Schmidt, tratto dalla "Gerusalemme liberata". Goffredo, duce dei crociati (tenore), Rinaldo, condottiero dei crociati, tenore (Andrea Nazzari), Idraote, mago, re di Damasco (basso), Armida, maga, nipote d'Idraote, soprano (Isabella Colbran), Gernando, condottiero dei Crociati, norvegio (tenore), Eustazio, fratello minore di Goffredo, tenore (Gaetano Chizzola), Ubaldo, Crociato, tenore (Claudio Bolodi), Carlo, Crociato tedesco, tenore (Giuseppe Ciccimarra), Astarotte, diavolo (basso), coro di paladini, guerrieri, demoni, larve, soldati franchi, damasceni seguaci di Armida. All'accampamento dei crociati presso Gerusalemme, giunge al cospetto del capitano Goffredo la bella Armida, nipote del re Idraote. Armida viene per chiedere aiuto ai crociati, dato che il suo regno è distrutto. Goffredo, all'inizio non vuole cedere soldati ad Armida, poi, su consiglio del fratello Eustazio, cede ("Per me propizio il fato") e decide che il capitano dei soldati d'Armida sarà Rinaldo. Il crociato Gernando, alla notizia, s'infuria. Armida e Rinaldo s'incontrano, e s'innamorano (Duetto: "Amor, possente nome"). Gernando, furibondo, insulta Rinaldo, e viene ucciso dallo stesso. Rinaldo viene condannato a morte, ma riesce a fuggire dall'accampamento (Atto I). Un coro di diavoli, guidati da Astarotte ("Alla voce d'Armida possente") apre il secondo atto, sul bellissimo palazzo della maga. Giunge Armida con Rinaldo, che è riuscita a rapire. Per sedurre il giovane fa danzare e cantare le larve dell'amore (Canzoni amorose, carole festose) e canta per lui (D'amor al dolce impero). Alla fine, Rinaldo è vinto dagli incantesimi di Armida (Atto II). Al giardino di Armida giungono Carlo e Ubaldo, due crociati che, guidati dal mago d'Ascalona, devono riportare Rinaldo al campo dei crociati. Allontanate delle Ninfe, i due osservano arrivare Armida e Rinaldo, e il crociato viene lasciato solo. Carlo e Ubaldo lo raggiungono e lo esortano a tornare all'accampamento: Rinaldo confessa loro che è stanco di vivere tra le mollezze del palazzo della maga, e decide di lasciare Armida, pur nolente. Armida, disperata e poi infuriata, distrugge il palazzo che ha creato per Rinaldo (È ver, gode quest'alma) (Atto III). Struttura dell'opera: "Lieto, ridente" (Gernando) 2 Coro "Quell'astro mattutino" (Coro), "Sventurata! Or che mi resta?" (Armida, Goffredo, Idraote, Eustazio, Coro), "Non soffrirò l'offesa" (Gernando), "Amor, possente nome" (duetto tra Rinaldo ed Armida) "Se pari agli accenti" (Rinaldo, Gernando, Coro, Armida, Goffredo) "Alla voce d'Armida possente" (Coro) "Di fiamme e ferro cinti", Duetto Dove son io? (Rinaldo, Armida), "D'amor al dolce impero" (Armida), Duetto Come l'aurette placide (Ubaldo, Gernando) "Qui tutto è calma" (coro) Duetto Soavi catene (Rinaldo, Armida), "In quale aspetto imbelle" (Rinaldo, Carlo, Ubaldo), "Se al mio crudel tormento" (Armida, Rinaldo, Carlo, Ubaldo, Coro).
Brani famosi "D'amor al dolce imperio" (rondò di Armida), "Unitevi a gara" (terzetto tra Rinaldo, Ubaldo e Carlo).
RINALDO: Amor possente nome come risuoni o come su quel soave labbro nel mio dolente cor.
ARMIDA: Sì amor se un'alma fiera ti diè natura in sorte recami pur la morte e in me fia spento amor.
RINALDO: Armida, oh ciel,
ARMIDA Che vuoi.
RINALDO Chiede il destin.
ARMIDA Che mai.
RINALDO Ch'io fugga i tuoi bei rai: dover me 'l comandò.
ARMIDA Fuggirmi, eppur gli eroi sovente amor piagò. Insieme
RINALDO : Vacilla a quegli accenti, manca la mia costanza misero! Più speranza di libertà non ho.)
ARMIDA: Vacilla a questi accenti, manca la sua costanza la dolce mia speranza perduta ancor non ho.
RINALDO Ah, non poss'io resistere... sì, t'amerò costante.
ARMIDA: Oh inaspettato ~ giubilo! Oh fortunato ~ istante! Insieme
RINALDO: Cara, per te quest'anima prova soavi palpiti, ch'esprimere non so.
ARMIDA: Caro, per te quest'anima prova soavi palpiti, ch'esprimere non so.
1869. Brahms, Rinaldo. Akademischer Gesangverein. Vienna, 28 feb.



-- su libretto di Goethe, tratto dalla "Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso. Brahms conducted, with the tenor Gustav Walter, a chorus numbering 300, and the Court Opera orchestra. A series of dialogues between Rinaldo, who has been enchanted by the witch Armida, and his fellow knights, who are calling him back to the path of duty.

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The composer conducted, with the tenor Gustav Walter, a student chorus numbering 300, and the Court Opera orchestra.

1904. Antonín Dvořák, Rinaldo ed Armida, Praga, su libretto di Jaroslav Vrchlický, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso. King Hydraot of Damascus, bass (Emil Pollert), Armida, his daughter, soprano (Růžena Maturová), Ismen, a prince and magician, baritone (Bohumil Benoni Petr), a hermit bass (Václav Kliment), Bohumir, commander of the Franks baritone (Václav Viktorin) Rinaldo Este, principe crociato, tenore (Bohumil Pták), Dudo tenor (Bedrich Bohuslav), Sven tenor (Adolf Krössing), Roger tenor (Hynek Svejda), Gernand bass (Robert Polák), Ubald bass (Frantisek Sír), Hlasatel, a herald bass (Otakar Chmel), Muezin baritone (Jan Vildner), Siren soprano (Marie Kubátová), a nymph soprano (Vilemína Hájková), choruses of Demons, Nymphs, Sirens, Sprites, Knights etc. In the royal gardens of Damasco the call to prayer is heard. Ismen enters with news of the approaching Franks, but tries to dissuade the King from a confrontation: let him instead send his daughter (whose hand Ismen has been seeking) to sow dissention. She balks, but changes her mind when Ismen uses his magic to show her the enemy camp, recognizing Rinaldo as the knight she has just dreamed of. Armida arrives in the crusader's camp and meets Rinaldo, who brings her to into the council where she tells a story of an usurping uncle having blinded the king and chased her into the desert. Rinaldo cannot wait for the commander of an expedition to restore her kingdom to be chosen by lot and is caught leaving camp with her by the hermit Peter, but the lovers are aided in their escape by Ismen, driving a chariot pulled by dragons. Rinaldo and Armida are entertained in her garden by sirens and fairies. Ismen is disguised as an old man and tries to destroy the palace but finding his powers no match for Armida's sorcery, he goes to Rinaldo's companions and claims to be a convert. Glad of his help they accept from him the Archangel Michael's diamond shield, which they use to bring Rinaldo out of the palace, which collapses as soon as Armida gives way to grief. Rinaldo asks forgiveness for abandoning his comrades and his mission. As the crusaders advance on Damascus the battle passes through the camp and Rinaldo kills Ismen and faces a black knight, who drops his sword when he curses Armida's name. Only after stabbing her does Rinaldo recognize Armida, and he baptises her as she dies in his arms.

2005. Judith Weir, Rinaldo ed Armida, Londra, Channel 4 television, su libretto di Judith Weir, tratto dalla "Gerusalemme liberata" di Tasso.

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