LANCILLOTTO
LANCELLOTTO
LANCELOTTO
Nel ciclo arturiano, Lancillotto del Lago (o semplicemente Lancillotto o Lancellotto o Lancelotto) è uno dei Cavalieri della Tavola rotonda.
Nella maggior parte delle romanze cavalleresche Lancillotto viene presentato come il più valoroso e fidato dei cavalieri al servizio di Re Artù.
L'illecito e tragico amore tra Lancillotto e la regina Ginevra (moglie di Artù), che rompe l'equilibrio di Camelot (diventando una delle cause della sua caduta), fu uno dei simboli dell'amor cortese medioevale.
È celebre, per esempio, la citazione dantesca di "Lancelotto e Ginevra" nel canto di Paolo e Francesca della Divina Commedia:
noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse
soli eravamo e sanza alcun sospetto
per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso
ma solo un punto fu quel che ci vinse
quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante
questi che mai da me non fia diviso
la bocca mi basciò tutto tremante
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse
quel giorno più non vi leggemmo avante
Benché Lancillotto sia uno dei personaggi più celebri del ciclo arturiano, e uno dei meglio noti al pubblico moderno, egli non appare nella leggenda originale.
Vi è tuttora un certo dibattito riguardo a chi sia l'autore che ha inventato il personaggio di Lancillotto.
Certamente, fu Chrétien de Troyes il primo a farne il protagonista di romanzo, il celebre Lancillotto o il cavaliere della carretta.
Lancillotto non viene menzionato da Goffredo di Monmouth in quella Historia Regum Britanniae da cui deriva gran parte della mitologia arturiana.
Egli compare, invece, nell'opera di Chretien de Troyes (XII secolo).
Il nome "Lancillotto" non ha radici celtiche evidenti, sebbene si sia ipotizzata una derivazione da
"Lance ap Lot" ("Lance, figlio di Lot").
La presentazione di Lancillotto nelle opere di Chrétien de Troyes è complessa e contraddittoria.
Nel suo primo poema, "Erec et Enide", Lancillotto appare fra i cavalieri della corte di Artù, mentre in "Cligès" è un antagonista, un potente cavaliere che l'eroe della storia, Cliges, deve affrontare e battere.
È in "Lancillotto o il cavaliere della carretta" che de Troyes introduce il Lancillotto destinato a entrare nella tradizione.
In "In cavaliere della carretta", Lancillotto appare per la prima volta come miglior cavaliere della corte e amante della regina Ginevra, un tema fondamentale per le successive caratterizzazioni del personaggio.
La storia si sviluppa principalmente
attorno al salvataggio di Ginevra dal
castello di Meleagant
(che, curiosamente, presenta
come un compito che spetta a
Lancillotto e non, come si penserebbe, ad
Artù stesso).
Nell'ultima opera di de Troyes, centrata sul personaggio di Parsifal, Lancillotto del Lago svolge un ruolo modesto, e così accade nelle opere che, in diversi periodi storici, si proposero di continuare il ciclo di racconti dello stesso de Troyes.
Lancillotto del Lago appare addirittura nuovamente come antagonista in alcuni racconti del ciclo di Tristano.
Se alcuni elementi del personaggio di Lancillotto del Lago potrebbero avere origini precedenti, come si vedrà in seguito, non ci sono motivi per ritenere che l'amore fra Lancillotto del Lago e la regina Ginevra non sia originale dell'opera di de Troyes.
Lo stesso de Troyes, comunque, non sostenne mai di aver inventato la storia.
Disse anzi che Il principe della carretta gli fu sostanzialmente commissionato
dalla sua protettrice, Marie, contessa di Sciampagna, figlia di Luigi VII di Francia e Eleonora d'Aquitania e in seguito moglie di Enrico II di Angiò e Inghilterra.
Maria, la contessa di Scampagna, era
una sostenitrice di quella visione dei
rapporti fra i sessi che in seguito prese
la forma dell'amore cortese e che
escludeva la possibilità di vero
amore fra marito e moglie.
In questo senso, l'amore fra Lancillotto e Ginevra è ancora più paradigmatico
di quello, altrettanto famoso, fra Tristano e Isotta.
Lancillotto è figlio di Re Ban di Benoic e della regina Elena.
Il re Ban morì
improvvisamente
combattendo
una rivolta causata dalla sua
crudeltà
(nel "Lanzelet") o
mentre fuggiva con la moglie per difendersi dall'aggressione
del suo nemico Claudas (altre fonti).
Lancillotto, ancora bambino, fu
rapito dalla
misteriosa Dama del Lago, che lo condusse nel suo regno.
Nella romanza questo luogo è rappresentato come un'isola abitata da sole donne, dove regna una primavera eterna; nell'altre versione, il lago stesso è solo un miraggio che nasconde un vero e proprio regno con tanto di cavalieri -- e dove si trovano anche i cugini di Lancillotto Lionel e Bors, figli del fratello minore del re Ban).
All'età di 15 anni, Lancillotto del Lago chiede e ottiene di abbandonare
il Regno del Lago per recarsi alla corte di Re Artù per essere nominato cavaliere.
Da qui in avanti le avventure di Lancillotto
differiscono nelle diverse fonti.
In ogni caso, viene a sapere della sua origine regale
e recupera il proprio posto nella società.
Nel "Lancillotto in prosa", tuttavia, egli deve prima sconfiggere Claudas, il vecchio nemico di suo padre, in una guerra fra questi e i Cavalieri della Tavola Rotonda.
Dopo aver riconquistato il suo rango, il Lancillotto del "Lanzelet" regna su una terra ereditata dalla moglie Iblis (il regno di Ban è governato da uno zio) e la storia si conclude come da tradizioni fiabesche.
Le versioni in prosa riprendono invece il tema dell'amore illecito fra
Lancillotto del lago e la regina Ginevra, in parte riproponendo
fedelmente i fatti del racconto di de Troyes.
Lancillotto del Lago rimane alla corte del re Artù come cavaliere.
Fra le sue molte imprese, ha occasione di salvare la regina Ginevra prigioniera nel castello di Meleagant.
Mentre la passione fra lui e Ginevra si sviluppa, Lancillotto viene sedotto dalla figlia del Re Pescatore (che alcune fonti chiamano Elena) e con lei concepisce Galahad, destinato a vincere il Graal.
La gelosia della regina Ginevra lo rende folle e lo convince a fuggire in esilio.
Durante la lontananza dalla corte di Camelot prende parte, invano, alla ricerca del Graal.
Riesce però a intravederlo, e perde conoscenza, rimanendo in questo stato per un numero di anni pari a quelli passati nel peccato.
Alla fine, la sua relazione con la regina Ginevra viene rivelata al re Artù dai figli.
Sorpreso insieme alla regina, Lancillotto fugge, e la regina stessa viene condannata al rogo.
Per impedire la morte dell'amata Ginevra, Lancillotto assalta la corte con i suoi soldati, in una battaglia in cui muoiono molti cavalieri di Artù.
Gli scontri fra il re Artù e Lancillotto del Lago, che minano in modo fatale l'equilibrio del regno, vengono interrotti dall'invasione romana prima e poi dal tradimento di Mordred.
Lancillotto, che non vi prende parte, sopravvive al re Artù, a Ginevra, e alla distruzione della Tavola Rotonda.
Diventa eremita e trascorre la sua vecchiaia in odore di santità.
Vi sono molti elementi della storia di Lancillotto,
che ricordano schemi tipici della fiaba e del folklore.
Il rapimento del bambino Lancillotto da parte di una fata/maga,
per esempio, ripete un tema ricorrente del folklore europeo,
cosa che vale anche, evidentemente,
per l'episodio del salvataggio della regina GINEVRA, prigioniera nel castello di Maleagant.
In molte fonti, Lancillotto si presenta alla corte di Artù distinguendosi per TRE giorni consecutivi ai tornei di corte, ogni volta con un diverso travestimento.
Un altro episodio che ricorda
da vicino l'uso della ripetizione tipica
delle fiabe (si pensi alle tre case de I tre porcellini a cui il lupo bussa, la sequenza di osservazioni che Cappuccetto rosso rivolge alla "nonna", e così via).
Questi elementi hanno condotto molti studiosi a ipotizzare che la storia di Lancillotto sia nata nel folklore come fiaba e solo successivamente sia stata integrata, da de Troyes o da altri autori precedenti, nel ciclo arturiano.
L'immagine di Lancillotto che
si è maggiormente affermata nell'immaginario moderno corrisponde allo stereotipo del guerriero perfetto, forte, bello, carismatico e nobile d'animo,
condannato all'amore catastrofico
per la regina Ginevra.
Proprio per sottrarsi a questo cliché, diversi
autori hanno scelto di dare di Lancillotto rappresentazioni di segno
completamente opposto.
In molte rappresentazioni moderne, Lancillotto, Artù e Ginevra sono grosso modo coetanei (mentre, evidentemente, nella storia originale Artù era molto più avanti negli anni).
In "Le nebbie di Avalon", Lancillotto non viene rapito da Viviana ma è suo figlio, concepito durante il rito di Beltane.
Inoltre, il vero nome del cavaliere è Galahad, mentre "Lancillotto" è un soprannome, "freccia degli elfi", ricevuto in battaglia, a merito della sua abilità.
Nel "Ciclo di Pendragon" di Stephen R. Lawhead, "Llwch Llenlleawg" o "Llencelyn" (Lancilloto) è il campione e la guardia del corpo di Ginevra (ed entrambi sono, curiosamente, irlandesi).
Muore combattendo contro i Pitti.
Nel racconto di Roger Zelazny L'ultimo difensore di Camelot (1979), Lancillotto viene reso immortale da Merlino.
Nel XX secolo Lancillotto viene contattato dallo stesso Merlino, che vuole riportare in vita Artù.
Lancillotto nel tempo è divenuto più saggio e cinico.
In seguito si reca in Britannia su richiesta di Germano da Auxerre, dove si mette al servizio di Artù.
È lì che la Regina Ginevra gli affibbia il soprannome latino di "Hastatus" (ovvero lanciere), abbreviato in Hasta (ovvero "Lancia", in inglese Lance).
Nell'opera non vi è alcuna tresca adultera tra la regina Ginevra e Lancillotto; è in realtà Artù stesso, quando capisce che per il suo regno non c'è futuro, a ordinare a Clothar di portare via sua moglie, al sicuro in Gallia.
Dopo la morte di Artù Lancillotto e Ginevra infine si sposano.
Cornwell spiega la fama del cavaliere come il risultato della corruzione di poeti e menestrelli da parte dello stesso Lancillotto.
Si scambiano un unico bacio.
Lancillotto sconfigge Mordred (Stanley Baker) dopo la morte di Artù (Mel Ferrer).
Con grande rigore figurativo e toni misurati l'opera delinea il personaggio di Lancillotto come incarnazione degli aspetti terreni e ascetici della cavalleria medioevale.
La storia d'amore fra Lancillotto e la moglie del re riproduce, per esempio, molti temi legati ai personaggi di Tristano e Isotta.
Nello scontro fra Lancillotto e Artù (Nigel Terry) viene spezzata Excalibur (per essere poi ricostruita dalla Dama del Lago), cosa che nella tradizione accadeva durante il duello fra Artù e Pellinore.
Anche in questa versione, Lancillotto partecipa alla battaglia finale contro Mordred e muore riconciliato col re.
Salva Ginevra (Julia Ormond) dai briganti di Meleagant e si innamora di lei al loro primo incontro. Artù (ferito a morte da Meleagant), nomina Lancilloto primo cavaliere e gli affida Ginevra. Dopo la sua morte si immagina diverranno i sovrani del regno.
In questa insolita versione, Lancillotto muore prima ancora che Artù diventi re.
È interpretato dall'attore Santiago Cabrera.
In Sonic and the Black Knight Lancillotto è uno dei personaggi giocabili nell'Avventura e in Multiplayer, insieme a Galvano, Percival e Galahad.
In questo videogioco, Lancillotto è interpretato dal porcospino nero, Shadow The Hedgehog, molto più fedele rispetto al vero Lancillotto.
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