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Wednesday, May 22, 2013

La Lucrezia Borgia di Vittore Ugo -- Felice Romani -- Gaetano Donizetti

Speranza

            
Lucrezia Borgia
Opera teatrale in tre atti
AutoreVictor Hugo
Titolo originaleLucrèce Borgia
Lingua originalefrancese
Generedramma
Composto nel1833
Personaggi


Lucrezia Borgia
Alfonso d'Este
Gennaro
Gubetta
Maffio Orsini
Geppo Liveretto
Don Apostolo Gazella
Ascanio Petrucci
Oloferno Vitellozzo
Rustighello
Astolfo
La principessa Negroni
Un usciere
Alcuni monaci
Signori, paggi, guardie
Trasposizioni operisticheLucrezia Borgia di Gaetano Donizetti
 
 Lucrezia Borgia. È un dramma di Victor Hugo del 1833, basato  sulla vita di Lucrezia Borgia.

Il dramma ispirò Felice Romani, che compose il libretto dell'opera omonima di Gaetano Donizetti.

 

 

 

Parte prima: Ad una festa a Venezia, Geppo commenta con gli amici Maffio, Gennaro, Ascanio, Apostolo e Oloferno l'ennesimo delitto degli odiati Borgia.

Cesare Borgia è stato visto da un pescatore sul Tevere far
gettare in acqua il cadavere del fratello Giovanni Borgia.

Stanco, Gennaro si addormenta su una poltrona, e, una
volta usciti gli amici, si avvicina ad egli una donna mascherata: Lucrezia Borgia, innamorata segretamente di lui.

Gennaro, che non conosce Lucrezia Borgia, rimane colpito dalla sua gentilezza, e le mostra la cosa che gli è più cara: le lettere che sua madre, che non ha mai visto, gli invia ogni mese.

Gennaro è stato allevato da dei pescatori nella Puglia, quando la madre fu costretta ad abbandonarlo.

Dopo aver scoperto le sue origini, e dopo essere diventato cavaliere, Gennaro inizia a ricevere le lettere di sua madre, che afferma di essere prigioniera di una realtà che odia, di amarlo sopra ogni cosa ma di non potersi manifestare a lui senza metterne la vita a repentaglio.

Gennaro ha quindi un'unica missione nella vita: amare e vendicare la madre.

Lucrezia ne è commossa, ma, mentre Gennaro la loda per la sua bontà, viene raggiunta dagli altri, che la insultano per i delitti commessi svelandone l'identità.

Molti dei loro familiari sono stati infatti uccisi dai Borgia.

Gennaro, disgustato, si allontana da Lucrezia.

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Parte seconda: A Ferrara, Lucrezia dice al fidato Gubetta di voler vendicarsi dell'affronto subito, dato che gli oltraggiatori sono a Ferrara, come ambasciatori veneziani.

Intanto, Geppo, Maffio, Oloferno, Ascanio ed Apostolo, giunti in piazza, condividono la grande preoccupazione per la possibile vendetta in seguito all'episodio veneziano.

Geppo afferma come torcendo loro anche un solo capello si scatenerebbe una guerra con la Serenissima e con il doge, ma le sue parole rassicuranti vengono attenuate dagli altri, consci del fatto che i Borgia possono avvelenare in tanti modi, con sostanze che hanno talora effetto anche dopo un anno.

Contemporaneamente, la compagnia prende in giro Gennaro per la storia d'amore con Lucrezia Borgia.

 Gennaro, infastidito, dice di odiar Lucrezia Borgia, e sfregia la scritta "BORGIA" scolpita sul suo palazzo.

Ora si legge ORGIA.

Usciti questi, entrano due uomini, Rustighello e Astolfo, che avevano già spiato Lucrezia Borgia e Gennaro a Venezia.

Il primo ha ricevuto l'ordine di condurre Gennaro da Alfonso d'Este, dove lo attende certamente la morte.

Il secondo deve invece portarlo da Lucrezia, preoccupata di salvarlo.

Non sapendo cosa fare, decidono di determinare il destino di Gennaro con una monetina.

Vince Rustighello che entra in casa di Gennaro assieme a quattro sbirri, arrestandolo.

Alfonso d'Este, Duca di Ferrara, venuto a sapere dell'amore di Lucrezia Borgia per Gennaro, medita di ucciderlo con un veleno.

Giunge Lucrezia, che si lamente del fatto che qualcuno ha osato oltraggiarla ancora, sfregiando la scritta sul suo palazzo.

Alfonso la tranquillizza, dicendo che il colpevole è già stato preso, e Lucrezia Borgia lo prega di ucciderlo, ma quando si accorge che è Gennaro, ci ripensa.

Rimasta sola col Duca, lo prega di salvarlo.

Il Duca, allora, l'accusa di essere l'amante di Gennaro, e con sprezzo insulta la sua famiglia.

Lucrezia lo minaccia, ma il Duca prevale, e le intima di mescere il veleno nella coppa di Gennaro.

Rimasta sola con l'amato, l'avverte del pericolo, e gli dà l'antidoto.

Gennaro non vuole crederle, ma alla fine accetta e parte.


Rustighello, sentito il discorso tra Lucrezia Borgia e Gennaro, riferisce tutto al Duca, pronto a uccidere una volta definitivamente l'amante della moglie.

Prima, però, Maffio si reca a casa di Gennaro, e lo esorta a venire alla festa della principessa Negroni.

Gennaro accetta, e i due giovani si recano alla festa.

Alfonso, sentendo il loro discorso, ne approfitta per ideare un nuovo piano diabolico.

 

Alla festa, oltre a Gennaro e Maffio, sono presenti anche Apostolo, Oloferno, Ascanio e Geppo, che si danno alla pazza gioia.

A un certo punto, però sentono avvicinarsi dei suoni funebri, e la sala si riempie di monaci.

Entra Lucrezia Borgia che, trionfante, afferma di voler vendicarsi sui giovani del torto subito, dicendo che aveva messo del veleno nelle coppe di tutti, e mostra ai presenti terrorizzati cinque bare.

Gennaro avanza dicendo che ne servirà una sesta, e Lucrezia Borgia, inorridita, fa andare via tutti per rimanere sola con lui.

Gennaro medita di ucciderla, ma Lucrezia riesce a commuoverlo, pregandolo di bere l'antidoto.

Gennaro fa per accettare, ma ode gli ultimi gridi di morte di Maffio, che lo esorta a vendicarsi.

Accecato dalla rabbia, Gennaro uccide Lucrezia Borgia, che, agonizzante, grida a Gennaro di essere sua madre.


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