Messo da parte lo stereotipo di donna crudele, tentatrice, corrotta e perversa -- tanto da essere stata per secoli accusata di essere figlia, moglie e nuora del Papa --, Maria Bellonci -- autrice del bellissimo Rinascimento privato -- basandosi solo su documenti autentici, ci dipinge un ritratto il più fedele possibile di quella che dovette essere sul serio Lucrezia Borgia.
Unica figlia femmina di Rodrigo BORGIA (Papa Alessandro VI) fu a quanto pare amatissima dal genitore e dai fratelli, che non per questo evitarono di usarla come pedina di vetro sullo scacchiere politico, o, più spesso, come vittima sacrificale al fine di raggiungere i propri scopi.
Dallo studio di Bellonci emerge così la figura di una ragazzina e poi di una donna estremamente legata alla famiglia Borgia, orgogliosa di farne parte, eppure contemporaneamente come persa in un mondo troppo grande, troppo lussuoso, troppo pericoloso.
Pericoloso, sì, perchè I BORGIA non esitavano a compiere assassinii -- e ad assassinarsi tra loro -- pur di ottenere ciò che volevano.
E' così che una Lucrezia BORGIA ancora giovane ma già sposata due volte, chiede -- spera -- di essere data in moglie a Ferrara, anche se questo significa lasciare ROMA, due bambini amatissimi e il sogno di andare in quella Spagna da sempre dipinta come meravigliosa patria da Papa Borgia.
E' la voglia di allontanarsi dai giochi di potere, dall'immoralità, dall'egoismo, da quella famiglia Borgia adorata che non ha esitato a toglierle quello che è stato ipotizzato essere il suo primo vero amore, il secondo marito ALFONSO DI BISCEGLIE.
Perchè Lucrezia Borgia non riesce a disprezzarli, o almeno non per molto, e neanche ad allontanarsene, anche se ciò significa essere usata e calpestata.
Bellonci ci racconta tutto ciò in poco meno di 600 pagine, senza inventare nulla -- ponendosi qualche domanda, a volte, su quello che Lucrezia Borgia avrebbe potuto provare -- ma, come già detto, affidandosi esclusivamente a documenti, per lo più lettere e registri.
Ricostruisce così minuziosamente gli ambienti, le feste, le cerimonie, ci elenca le pietre preziose possedute dalla DUCHESSA (ultimo titolo di Lucrezia BORGIA), il modo in cui venivano usati per farne gioielli, i tessuti utilizzati, i colori, le pettinature -- e a questo proposito fa quasi sorridere ed è estremamente attuale la "rivalità" tra Lucrezia Borgia e la cognata ISABELLA D'ESTE --, i disegni per gli abiti, la moda di questa o quella corte.
Alla storia principale di LucreziaBorgia se ne intrecciano inoltre mille altre, oltre a quelle degli innumerevoli Borgia -il Papa RODRIGO BORGIA, in primis, e poi Cesare BORGIA, Giovanni BORGIA, Jofrè BORGIA, Angela BORGIA --, delle dame di compagnia, dei poeti, di Sancha d'Aragona e Caterina Sforza, di figure altrimenti sconosciute, come quella di Dorotea, rapita il giorno del suo matrimonio, o quella di Barbara Torelli.
La lettura non è sempre semplicissima.
Ma val la pena di lasciarsi conquistare da questo libro, per immergersi nel XVI secolo e cercare di comprendere cosa e come fu la vita di una donna la cui memoria è stata molto spesso maltrattata.
Ma val la pena di lasciarsi conquistare da questo libro, per immergersi nel XVI secolo e cercare di comprendere cosa e come fu la vita di una donna la cui memoria è stata molto spesso maltrattata.
Bellissimo il finale, nel quale l'autrice permette all'immaginazione di impadronirsi del testo:
"La poveretta va stentando" scrivevano i relatori.
Passa il 23; e trascorse il 24 giugno col suo sole allegro e chiaro avviato al giro consueto.
Lucrezia Borgia si era quietata, pareva stesse ormai senza capire.
Eppure, laggiù dove lei giaceva, qualche cosa doveva ancora arrivare a toccarla: era il colore del cielo di Subiaco, e si sentiva in basso rotolare l'Aniene, mentre al riso carnoso di Vannozza seguivano, scoccati, i baci materni dall'odor di vaniglia. Era il rosso della porpora cardinalizia abbagliato e vinto dal bianco trionfale della veste pontificia, e il gran viso di Alessandro VI tutto aperto alla luce d'agosto. Si componevano le volte ora finite e indorate dal pennello del Pinturicchio, tintinnavano vicini i campanelli del duca di Gandia, e s'incrociava, denso e periglioso, lo sguardo di Cesare Borgia.
Lucrezia Borgia si era quietata, pareva stesse ormai senza capire.
Eppure, laggiù dove lei giaceva, qualche cosa doveva ancora arrivare a toccarla: era il colore del cielo di Subiaco, e si sentiva in basso rotolare l'Aniene, mentre al riso carnoso di Vannozza seguivano, scoccati, i baci materni dall'odor di vaniglia. Era il rosso della porpora cardinalizia abbagliato e vinto dal bianco trionfale della veste pontificia, e il gran viso di Alessandro VI tutto aperto alla luce d'agosto. Si componevano le volte ora finite e indorate dal pennello del Pinturicchio, tintinnavano vicini i campanelli del duca di Gandia, e s'incrociava, denso e periglioso, lo sguardo di Cesare Borgia.
Roma andava vaporando in una polvere rosea, di sera, mentre la campana del Campidoglio commentava ed esaltava i fasti borgiani. Forse a questo rombo che sembra arrivare da un tempo remotissimo, da un'eternità umana, con una voce che ha tanto di magia quanto di antica incuorante serenità, i terrori finivano di sbandarsi per dar luogo a una stanchezza lunga, filata, vicina alla pace. Era venuto il momento di non aver più paura. Lucrezia guardava in viso suo padre come al momento della loro separazione, quel nevoso mattino d'Epifania. E come allora sospirò appena, quando qualcuno disse che bisognava partire.
---- Presunto ritratto della duchessa Lucrezia Borgia
La famiglia Borgia
Rodrigo Borgia (Papa Alessandro VI), padre di Lucrezia Borgia
Cesare Borgia
Giovanni Borgia
Jofrè Borgia
Presunto ritratto di Giulia Farnese (secondo i documenti la dama aveva capelli corvini)
Vannozza Cattanei
Angela Borgia
Alfonso I d'Este
Ippolito d'Este
Isabella d'Este
Francesco Gonzaga
Caterina Sforza
Carlo VIII re di Francia
Anna di Bretagna, moglie di Carlo VIII
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kleio, innumerevoli immagini di Lucrezia Borgia;
kleio, innumerevoli immagini di Isabella d'Este;
tanogabo, breve storia di Caterina Sforza ed alcune ricette di bellezza ideate da lei.
castello di Gradara, breve storia della famiglia Borgia.
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E' del 2011 la serie tv "The Borgias", con Jeremy Irons nei panni di Papa Alessandro e Holliday Grainger in quelli di Lucrezia.
Francois Arnaud è invece Cesare Borgia, mentre Lotte Verbeek è Giulia Farnese.
Che si tratti di un prodotto Showtime (The Tudors) è palese sin dai primi secondi della sigla:
La prima serie è composta da nove episodi; prende le mosse dalla morte di Papa Innocenzo VIII -- a cui seguirà l'ascesa di Rodrigo Borgia al soglio pontificio -- e si conclude con la calata dei francesi nel Regno di Napoli e la nascita dell'Infante Romano.
E' una serie molto ben fatta e alquanto piacevole (alcune inesattezze storiche sono facilmente perdonabili, in quanto prodotto di intrattenimento), anche se mi hanno lasciata perplesso i personaggi del Papa e di Cesare Borgia.
RODRIGO BORGIA, infatti, sembra quasi perennemente stupito o assente.
CESARE BORGIA non è - almeno non ancora - il mostro sanguinario di cui ci parla la storia.
E' un personaggio scaltro, ma a suo modo positivo, e la prima volta che uccide un uomo, lo fa per amore...
Mi è piaciuto molto, invece, il modo in cui è stata resa Lucrezia BORGIApresentata come una ragazzina allegra e spensierata che deve poi crescere in fretta a causa del matrimonio con Giovanni Sforza.
Assenti, per il momento - e spero che si continui così - ogni riferimento alla leggenda di Lucrezia quale figlia, nuora, e amante del Papa, anche se alcune scene - soprattutto tra la ragazza e Cesare BORGIA - sono state palesemente confezionate per essere viste, volendo, con occhio malizioso.
RODRIGO BORGIA, infatti, sembra quasi perennemente stupito o assente.
CESARE BORGIA non è - almeno non ancora - il mostro sanguinario di cui ci parla la storia.
E' un personaggio scaltro, ma a suo modo positivo, e la prima volta che uccide un uomo, lo fa per amore...
Mi è piaciuto molto, invece, il modo in cui è stata resa Lucrezia BORGIApresentata come una ragazzina allegra e spensierata che deve poi crescere in fretta a causa del matrimonio con Giovanni Sforza.
Assenti, per il momento - e spero che si continui così - ogni riferimento alla leggenda di Lucrezia quale figlia, nuora, e amante del Papa, anche se alcune scene - soprattutto tra la ragazza e Cesare BORGIA - sono state palesemente confezionate per essere viste, volendo, con occhio malizioso.
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