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Wednesday, May 22, 2013

La Lucrezia Borgia di Donizetti -- Felice Romani -- tratto da Vittore Ugo. --- "ov'è Lucrezia è morte"

Speranza

Lucrezia Borgia (opera)


 
         
Lucrezia Borgia
Lingua originaleitaliano
MusicaGaetano Donizetti
LibrettoFelice Romani
 
Fonti letterarieVictor Hugo, Lucrèce Borgia (Parigi 1833)
Attidue
Epoca di composizioneottobre - dicembre 1833
Prima rappr.26 dicembre 1833
TeatroTeatro alla Scala, Milano
Versioni successive
Personaggi

Alfonso I d'Este, Duca di Ferrara (basso o baritono)

Lucrezia Borgia, sua consorte (soprano)

Gennaro, capitano di ventura (tenore)

Maffio Orsini, nobile romano (contralto en travesti)

Jeppo Liverotto, giovine signore (tenore)

Don Apostolo Gazella, signore napoletano (basso)

Ascanio Petrucci, nobile senese (basso)

Oloferno Vitellozzo, altro nobile (tenore)

Gubetta, spagnuolo, confidente di Lucrezia (basso)

Rustighello, confidente del duca Alfonso (tenore)

Astolfo, scherano al servizio dei Borgia (basso)
AutografoArchivio Ricordi, Milano
 
 
Lucrezia Borgia è un'opera in un prologo e due atti composta da Gaetano Donizetti tra l'ottobre e il dicembre del 1833, su libretto di Felice Romani, tratto dall'omonima tragedia di Victor Hugo (1833).
 
 
La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1833.
 
Il cast comprendeva Henriette Méric-Lalande, nei panni della protagonista, Marietta Brambilla, Francesco Pedrazzi, Luciano Mariani.
 
Donizetti apportò modifiche alla partitura fino al 1840, inserendo nuove arie per i tenori Nikolaj Ivanov e Mario.
 
 
Pur essendo stata regolarmente rappresentata sia nel XIX che nel XX secolo, è entrata stabilmente nel cosiddetto "repertorio" solo dopo la ripresa del 24 aprile 1933 nell'ambito del Maggio Musicale Fiorentino.
 
Per Lucrezia, Donizetti scrisse due finali differenti.

Oggi vengono spesso eseguiti entrambi.
 
Uno è l'aria del tenore "Madre se ognor lontano" e l'altro la cabaletta di Lucrezia "Era desso il figlio mio", che richiede al soprano un'ottima coloratura.

 

 

Quando l'opera di Donizetti fu rappresentata a Parigi nel 1840, Vittore Ugo si oppose all'utilizzo del titolo originale e ottenne un'ingiunzione contro ulteriori rappresentazioni.
 
Il libretto venne quindi riscritto e reintitolato, "La Rinnegata", con i personaggi italiani cambiati in turchi.
 
In questa forma l'opera andò in scena nel 1845.
 
 
Il soggetto, per l'epoca assai scabroso,
aveva d'altronde già subito
pesanti interventi censori in Italia, che
comportarono modifiche sostanziali al titolo, ai versi e alla trama.
 
 
Di volta in volta Lucrezia Borgia divenne
 
 
--- Alfonso, duca di Ferrara
 
--- Eustorgia da Romano
 
--- Giovanna I di Napoli
 
--- Elisa da Fosco
 
--- Nizza di Granata
 
--- Dalinda
 
La prima produzione in lingua inglese avvenne a Londra il 30 dicembre 1843.


Nel secondo Novecento l'opera è stata un cavallo di battaglia di Montserrat Caballé - che la cantò la prima volta nel 1965 alla Carnegie Hall all'inizio della sua carriera - e di Joan Sutherland.

---

A Venezia, durante una festa. Gennaro e i suoi amici se la spassano (Bella Venezia! - Amabile!), E Gubetta esalta la corte di Ferrara e nomina Lucrezia Borgia.

Tutti inorridiscono.

Il nome di Lucrezia è odiato da tutti, specialmente da Maffio, che racconta ancora una volta una avventura sua e di Gennaro (che, stanco di sentirla tutte le volte, si addormenta).

Durante la guerra di Rimini, Maffio e Gennaro incontrarono un vecchio indovino che profetizzò la loro morte insieme, e di stare lontani dai Borgia ("Fuggite i Borgia, o giovani...ov'è Lucrezia è morte!").

Mentre tutti si allontanano, arriva su una gondola Lucrezia Borgia mascherata che ammira il bel volto di Gennaro dormiente, ignara degli avvertimenti di Gubetta che la invita a stare attenta, e dei due uomini mascherati (Alfonso, il Duca di Ferrara, suo marito e il fido Rustighello) che la osservano (Com'è bello, quale incanto).

Gennaro si sveglia, e stupito dal bel volto di Lucrezia Borgia, le racconta la sua storia.

Gennaro fu abbandonato appena nato a dei pescatori, anche se ogni anno riceveva delle lettere dalla madre di cui non conosce il nome.

Gennaro mostra a Lucrezia Borgia le lettere, ed ella si commuove.

In quel momento rientrano gli amici di Gennaro, che, vedendo l'amico in compagnia di Lucrezia Borgia, svelano il suo nome (Maffio Orsini, signora son io).

Gennaro, disgustato, si allontana da lei.

 

Nel primo atto, a Ferrara, il duca Alfonso e Rustighello spiano la casa di Gennaro.

Alfonso d'Este ha chiare intenzioni di vendicarsi (Vieni, la mia vendetta).

Gli amici di Gennaro continuano a prenderlo in giro per l'accaduto a Venezia.

Gennaro mostra il suo disprezzo verso i Borgia sfregiando lo stemma della casa di Lucrezia Borgia: al posto di BORGIA ora si legge ORGIA.

Alfonso d'Este ha fatto arrestare Gennaro.

 Lucrezia Borgia si presenta da lui sdegnata, dopo aver visto l'insulto fatto alla sua famiglia e vuole vendicarsi su colui che ha compiuto il misfatto.

Alfonso d'Este allora le mostra Gennaro, e Lucrezia Borgia impallidisce, e richiede un colloquio col marito.

La donna supplica il Duca di non uccidere Gennaro, ma Alfonso è deciso a vendicarsi:
o il pugnale o il veleno.

Lucrezia Borgia è costretta a versare il
veleno nella coppa di Gennaro, ma,
una volta rimasti soli, gli dà l'antidoto e lo invita a fuggire (Bevi e fuggi!).


 Alfonso d'Este, saputa la fuga di Gennaro, medita vendetta, e, spiando ancora una volta il giovane e Maffio, viene a sapere che loro e gli amici saranno alla festa della Negroni.

 

Nel atto II, alla festa della Negroni, Maffio tenta di sedurre la Principessa Negroni, ma non ci riesce e viene deriso da Gubetta.

Viene evitato per poco un duello, ma le dame scappano spaventate.

A placare gli animi giunge un servo con un vino di Siracusa, che Gubetta non beve.

Maffio intona un brindisi (Il segreto per esser felici), ma viene interrotto da dei suoni lugubri dall'esterno: una processione funebre.

Le luci si spengono, e le porte si rivelano chiuse.

Entra Lucrezia Borgia, che, trionfante, grida agli amici di Gennaro che si è vendicata dell'offesa recatale a Venezia, e indica per loro cinque tombe.

Gennaro si mostra affermando che ne servirà una sesta, e Lucrezia inorridisce.

Rimasti soli, Lucrezia lo implora di prendere l'antidoto, ma Gennaro rifiuta e vuole seguire gli amici nella tomba.

La donna, disperata, gli rivela di essere sua madre proprio mentre muore.

Alfonso e il suo seguito entrano, e Lucrezia addita il cadavere di Gennaro svelando a tutti che era sua figlio (Era desso il figlio mio) e sviene sul corpo del figlio.

Registrazioni

AnnoCast (Lucrezia, Gennaro, Alfonso, Maffio)Direttore
1965Montserrat Caballé, Alain Vanzo, Kostas Paskalis, Jane BerbiéJonel Perlea
1966Montserrat Caballé, Alfredo Kraus, Ezio Flagello, Shirley VerrettJonel Perlea
1972Joan Sutherland, John Alexander, Louis Quilico, Huguette TourangeauRichard Bonynge
1973Leyla Gencer, José Carreras, Matteo Manuguerra, Tatiana TroyanosNicola Rescigno
1976Beverly Sills, Gaetano Scano, Richard Fredricks, Susan MarseeJulius Rudel
1977Joan Sutherland, Giacomo Aragall, Ingvar Wixell, Marilyn HorneRichard Bonynge
1989Joan Sutherland, Alfredo Kraus, Michele Pertusi, Martine DupuyRichard Bonynge
2010Edita Gruberova, José Bros, Franco Vassallo, Silvia Tro SantaféAndriy Yurkevych

Video


1980 con Joan Sutherland, Alfredo Kraus, Anne Howells, Stafford Dean, Francis Egerton, dalla Royal Opera House, diretta da Richard Bonynge, regia John Copley

2002 con Mariella Devia, Marcelo Alvarez, Daniela Barcellona, Michele Pertusi dalla La Scala (Teatro Arcimboldi), diretta da Renato Palumbo, regia di Hugo de Ana.

2009 con Edita Gruberova, Pavol Breslik, Alice Coote, Franco Vassallo dal Nationaltheater (Monaco di Baviera), diretta da Bertrand de Billy, regia Christof Loy

Brani famosi

Nella fatal di Rimini, aria di Maffio (Prologo)
Com'è bello, cavatina di Lucrezia (Prologo)
Maffio Orsini signora son io, concertato del prologo
Vieni, la mia vendetta, aria di Alfonso (atto I)
  • Soli noi siamo, duetto di Lucrezia e Alfonso (atto I)
  • T'amo qual s'ama, aria di Gennaro (atto II)
  • Il segreto per esser felici, brindisi di Maffio (atto II)
  • Tu pur qui, duetto di Lucrezia e Gennaro (atto II)
  • Era desso il figlio mio, cabaletta di Lucrezia

Bibliografia [modifica]

  • William Ashbrook, Donizetti. Le opere, prima edizione in lingua inglese: Donizetti and his Operas, Cambridge University Press, 1982, trad. it. di Luigi Della Croce, EDT, Torino 1987, pp. 121-129, 309-311 - ISBN 88-7063-047-1

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