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Wednesday, August 31, 2011

Villa Zanelli, Savona, 1907, arch.: Gussoni

Luigi Speranza

In Liguria sono quantitativamente rilevanti le presenze di edifici del primo ‘900.

Soprattutto nelle grandi città, Genova in primis, interessate da fenomeni di sviluppo economico legato alle nuove attività industriali.

E nelle località costiere interessate dallo sviluppo turistico di livello medio alto, con costruzione di un grande numero di abitazioni solitamente unifamiliari.

In questa massa di edifici, sono peraltro percentualmente poco significativi gli edifici che si possono definire “Liberty” e “Decò”, in quanto nettamente caratterizzati dalle forme proprie di quegli stili, espresse in forme coerenti ed artisticamente rilevanti.

Generalmente, si tratta di costruzioni che si è soliti definire “un po’ provinciali”, che si limitano ad applicare alle tradizionali tipologie degli edifici alcuni stilemi propri dei movimenti artistici internazionali predominanti nel periodo antecedente e seguente la prima guerra mondiale, magari aggiornando l’apparato decorativo, e che assurgono raramente ai livelli che si possono trovare in città più centrali nell’ambito della diffusione dei canoni artistici che oggi identifichiamo coi nomi “Liberty” e “Decò”.

Causa di questo “provincialismo” è la mancanza, in Liguria, di presenze artistiche di rilievo, capaci di esprimere forme di autonomia creativa nell’ambito dei predetti movimenti artistici.

Una rilevante eccezione riferita al periodo successivo alla prima guerra mondiale, è già stata illustrata in questa rubrica, ed è il palazzo delle Poste della Spezia, legato alla presenza di grandi artisti futuristi in quella città.

Una recente tesi di laurea, discussa presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Genova da

Ilaria Pozzi,

ed una recentissima pubblicazione della stessa autrice, edita da Sagep per conto della Regione Liguria, hanno portato all’attenzione generale la

Villa Zanelli

di Savona, interessante edificio caratterizzato da forme Liberty, eleganti e coerenti, senza dubbio di livello artistico enormemente più elevato di tutte quelle costruzioni che, anche nei dintorni, sono sorte nella stessa epoca.

La villa sorge a ponente di Savona, in

Via Nizza

-- lungo la strada di collegamento con Vado, interessata allo sviluppo turistico della seconda metà dell’ottocento, generato soprattutto dalle esigenze di “mare” di ricchi liguri, piemontesi e lombardi.

La villa si caratterizza, nel panorama di edifici coevi costruiti nella stessa zona, e in zone costiere della Liguria, per due principali caratteristiche:

i. un’articolazione dei volumi del tutto inusuale.

ii. una decorazione particolarmente ricca e fantastica, che reca anche soggetti del tutto inusuali, in Liguria, e per le quali si potrebbe forse individuare una fonte di ispirazione in certe decorazioni del Gaudi a Barcellona.

La Villa Zanelli presenta

quattro facciate

completamente diverse tra di loro, a causa dell’articolazione dei volumi che la compongono, e che rendono difficile, se non impossibile, una descrizione basata sui tradizionali elementi (corpo principale, torre, bovindo, ecc.).

Due ovviamente le facciate principali

-- verso via Nizza e verso il mare --

la prima facciata, verso via Nizza --

presenta anche un insolito falso basamento roccioso, in realtà una doppia rampa che sale dal giardino, attraversa il portico che sottolinea l’ingresso, incrociandosi con la rampa di scale che raccorda quest’ultimo con il parterre.

Questa facciata è inoltre la più articolata.

Ogni singolo asse di finestre è impostato su di un “piano di facciata” arretrato o avanzato rispetto a quello contiguo.

Ognuno di questi “piani” ha, inoltre, altezze diverse rispetto a quello contiguo, per cui si possono contare ben sette distinti volumi, ognuno dei quali ha coronamenti diversi dagli altri.

Questa facciata presenta a destra un avancorpo terrazzato che precede il volume della torre, fermandosi a metà altezza di questa.

Il portico di accesso si ferma al primo piano, e sorregge un terrazzo con ringhiera in ferro.

Quasi al centro della facciata troviamo il volume contenente lo scalone, le cui finestre movimentano la facciata non solo per motivi compositivi, ma anche perché sfalsate di mezzo piano rispetto al resto della villa; qui troviamo, al primo piano, tre aperture, quella centrale con piana abbassata rispetto alle laterali, sormontate da archi ribassati ed unite superiormente da un unico arco ribassato.

Al piano superiore una grande vetrata ad arco pieno, scompartita in nove elementi da pilastri e davanzali.

I pilastri proseguono verso l’alto oltre il terrazzo di copertura, dove terminano con due elementi decorativi riccioluti, e sono a loro volta affiancati dalle desinenze dei due pilastri angolari del corpo dello scalone; a sinistra il volume dell’edificio rientra per poi tornare ad aggettare verso lo spigolo, con un corpo di fabbrica, che, verso l’alto, si sovrappone visivamente alla falda del tetto, col suo curioso complesso decorativo, che lo fa assomigliare alla faccia di un gigantesco orsacchiotto.

La FACCIATA VERSO IL MARE LIGURE presenta, al centro, un portico a semicerchio sostenuto da colonne, circondato dalle rampe del doppio scalone.

Questo portico sorregge un terrazzo su cui si affaccia, al piano superiore, il salone principale della villa.

A destra un corpo aggettante, ed a sinistra un ricco bovindo su due piani, ruotato di 45 gradi rispetto al resto della facciata; al centro della facciata, alla falda del tetto si sovrappone un coronamento di pilastrini sormontato dai soliti elementi riccioluti che caratterizzano la villa.

Ugualmente interessante il prospetto ovest, caratterizzato dalla predominanza della

torre,

elevata per ben cinque piani, mentre il prospetto est è, se vogliamo, il più tradizionale, l’unico comunque che presenta più assi di finestre affiancate sullo stesso volume.

Dopo questa faticosa descrizione, occorre dire che descrivere la decorazione non è certo più semplice.

Elemento predominante, che ricorre su tutti i coronamenti, è un elemento zoomorfo (o fitomorfo): una specie di conchiglia o foglia di palma, con elementi riccioluti alternati a file di perline, che può considerarsi ispirato dagli “Acroterion” dei templi greci, anche se modificato fino a sembrare una “pellaccetta” rococò.

Altri coronamenti (angoli del corpo scale e di tutti i terrazzi) ed i pilastrini della doppia rampa che delimitano la doppia rampa di accesso alla facciata principale, presentano varianti dell’elemento zoo-fitomorfo sopra descritto, e sono coronati da vasi decorati da borchie, che sembrano quasi dei curiosi “cappelli”.

L’elemento zoo-fitomorfo, ulteriormente variato, ricorre anche su capitelli di colonne e pilastri e, in forma di conchiglia, al centro delle doppie finestre dei prospetti.

Altri elementi decorativi sono la tipica “frusta” liberty che sottolinea i davanzali.

Le ringhiere in ferro a fruste intrecciate.

Superfici ricoperte in piastrelle di ceramica decorate a fasci di rose.

Fasci di rose scolpiti ai lati di numerose finestre.

Si aggiungano le mensole di sostegno del cornicione, a quarti di cerchio con borchie sulle estremità.

Nella torre, poi -- la parte più “tradizionale”, se così si può dire, della villa -- il solito elemento zoo-fitomorfo si allunga, fino a formare quattro rostri angolari.

Dell’apparato decorativo fanno parte integrante le finestre, tutte composte di due-tre-quattro aperture affiancate, collegate da un elemento di raccordo.

In generale un arco ribassato, contornato da fiori, ma solo raramente una finestra è uguale all’altra.

Curiosa, in particolare, quella della facciata su via Nizza, composta da un’apertura vagamente rettangolare, affiancata da un’apertura costituita da una arco rampante.









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