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Wednesday, March 13, 2013

LANCILLOTTO IN ITALIA: studi di letteratura arturana

Speranza

 LANCILLOTTO.

Il vago amor che a suo dame sopraneportarno al tempo antico e cavallieri,e le battaglie e ic venture istrane,e l'atiseggiar per giostre e per tornieri,fa che il suo nome al mondo anco rirnanee ciascadun Io ascolti volentieri:e chi più luno e chi più i'altro onoracorne vivi tra noi lossero ancora.In uno di quei proerni che si pongono tra le più affascinanti novità dcl-I'Innamorato (I xxvi, î), cosi il Boiardo iclentifica la radice sentimentale epoetica della sua opera e il riattualizzarsi di essa nella cerchia cortese delsuc, uditorio ideale.

Non a caso le due ottave segLienti si aprono rispettiva-mente con gli emblernatici nomi di Tristano e «di sua dama» e di «Lancillotto e sua regina bella».

«E chi più l'uno e chi più l'altro onora»: il giocodi corte, la quaestio su quale fosse da considerare il migliore cavaliere — siapure applicata ai paladini Orlando e Rinaldo — non manca, stando ailetestimonianze, di illustri interlocutori corne Galeazzo Visconti e Isabeiiad'Este (parrigiana dcll'amoroso e 'irregolare' Rinaldo).3 E questo - in ulti-ma analisi - il risvoito cortigiano e di costume deII'antico paragone fraLanciilotto e Tristano, innescato da!i'autore del Tristan in prosa per porta-re il nuovo rornanzo a!l'altezza del suc, già affermato niodello, il Lancelot inprosa. Al!'altezza o al di sopra? è possibile chiedersi. Il prologo de! Tristanstabilisce subito una sorta di prirnato con riserva:Tristan qui fu li plus soveriens chevaliers qui onques fust ou reaume de la GrantBretaigne et devant le roi Artu et apres, fors solement li tres bons chevaliers Lancelotdou Lac.* ii presente contributo è confluico, nel tempo intercorso fra il Convegno e la stanipa degliAit:, nel cap. 9 del mio volume Tristano e Lancillotto in Italia, Ravenna, Longo, 1998, pp.177-99, in forma più ampia e currelata ad abri aspetti della letteratura arturiana in Italia. Siripropone qui secondo il testo della reiszione svolta flCl 1994, con pochi e indispensabiliritocchi e aggiornamenti bihiiografici.i. Cfr. R. BRUSCAGI.I, .Vtag:nni delta civiltâ estense, Pisa, Nistri-Lischi. 1983, in particolarePP 33j5 e per j proerni R. DURLING, The Figure of the Poet in the Renaissance Epic.Cambridge (Mass.), Cambridge University Press, 1965, pp. 91-181; 0. VISANI, La tecnica de!-l'esordto net ponina cavalleresco dai cantari allA riosto, in «Schifanoia», III (8), pp. 45-84.L'Orlandr, lanamorato è citato dall'cdizione a cura di G. Anceschi, Milano, Garzanti, 1978.2. Analogarnente avviene ne1 proemio di Il VIII (ou. ).. A. Luzio, R. RENIER, Delle relazio,ii di Isahella d'Este Goazaga con Ludovico e BeafriceSforza, in «Archivio Storico Jtaiiano», s. vu, II (1890), p. 100.DocumentII I I I il M 111111II I 11110000005254842salvo poi ricordare sull'autorità de «Ii latins rneïsmes de !'estoire de! SaintGraal» che al tempo di Artù j migliori cavalieri furono tre:

«Galaaz,Lanceloz, Tristan»

(CURTIS i, p. 29). 4 Paragonare j cavalieri protagonisti, èstato giustamente osservato, equivale a paragonare j due romanzi.5 Da un!ato il ripensamento arturiano della leggenda tristaniana (cioè l'operazionedi fare di Tristano un cavaliere della Tavola Rotonda) presuppone l'integra-zione del tempo del Tristan in quello del Lancelot, attuata attraverso unaseric di richiami sinottici, interventi d'autore o particolari narrativi tali damettere in relazione la nuova storia con quella già nota. D'altro lato ladornanda «Chi è il migliore cavaliere?» percorre con insistenza il testo eriaffiora esplicitamente moite volte: si pensi al parlement alla fontana diKahedin e Paiamede, ascoltati da Lancillotto (MNARD i, pp. 1 6788)6 o almisterioso «chevalier à la housse vermeille» che fa dichiarazioni assai scon-certanti su questo tema (MNARD Hi, pp. 245-9; Lôs. 197-199). Se il roman-zo stesso si presenta corne un'intcgrazionc al Lancelot, tale da porre un'al-ternativa (secondo Payen) o più propriamente un compimento (Baum-gartner),7 la risposta a questo interrogativo non appare mai espiicita, sehbc-ne l'csistenza stessa de! Tristan tenda a suggerirla. II dibattito rimane aperto,fra ex-aequo o superiorità: e se la triade menzionata in apertura (Galasso,Lancilotto, Tristano) facilmcnte si riduce a dittico (Lancillotto, Tristano)per l'eccezionale missione di Galasso aIl'interno dell'inchiesta dci Graal,non mancano soluzioni alternative, corne la suprernazia della generazioneprecedente ai tempi di Artù, quella dei cavalieri della Tavola Vccchia. Lasuperiorità di Tristano e Lancillotto viene in questo caso relativizzata ne!-l'ottica di una generale e progressiva decadenza cavalleresca. Taie esigenzadel confronto tra cavalieri e tra gcnerazioni di cavalieri è tipica dell'opera diRustichello da Pisa, che espiicitamente afferma - ne! prologo - che tratteràsoprattutto di Tristano e Lancillotto «por ce que san faille il furent ii mciliorchevaliers que fussent a lour tenz en terre» (RUST. 1, 4). 11 testo Si apre tutta-via con I'avventura del Vecchio Cavaliere che si presenta alla corte di Artù e. Per k abbreviazioni bib1iograiche - di norma direttamcritc citate ne! resto - cfr. !'ekn-co u parte.. Cfr. per î rapporri Lancelot-Tristan E. BAUMGARTNER, Le «Tristan en prose». Essai d'in-terprétation d'un roman médiéval, Genève, Droz, 1975, pp. 11$-29 e soprattutto, della stessaautrice, La Harpe et l'Epée, Paris, SEDES, 1990 e Conipilcr/Acconip/ir in NouvellesRecherches sur le Tristan en prose, u cura dij. Dufournet, Genève, Slarkine, 1990, PP . 3349Nello stesso vol., su questo stesso problcma, cfr. M. L. CHÊNERIE, Lancelot cl Tristan, cheva-liers errants, pp. 51-78 C E. KENNEDY, Les structures narratives et les allusions miertextuellesdans le Tristan en prose, pp. 123-47.6. Per questo episodio, cfr. BAUMGARTNER, La Harpe et l'Epée, pp. ioz-6 e Coin-piler/Accomplir, pp. 45-49; KrNNEDY, Les structures narratives et les allusions mtcriextucllcsdans le Tristan en prose. pp. 136.40.7. Si vedano rispettivamente J. Cii. PAYEN, Lancelot contre Tristan: la conjurahlou d'unmythe subversif, iii Mélanges de Langue et de Littérature médiévales offerts 3 P Le Gentil,Paris, SEDES, 1973, pi). 617-32 C i contrihuti della Baumgartner Cilati u nota 5.
vince tutti j campioni della Tavola Rotorida (Lancillotto e Tristano compre-si) dimostrando cosi la superiorità della generazione della Tavola \Tecchia,mentre solo il secondo episodio vede affrontarsi in duello, al Perrone diMerlino, Tristano e Lancillotro.8A fronte dei suggerimenti indiretti del Tristan, corne delle possibili alter-native al ditrico Tristano-Lancillorto, appare tanto più netta e categorical'opzione in favore di Tristano espressa dalla Tavola Ritonda mediante visto-si inserti didascalici, nonché mediante manipolazioni narrative, aggiunte,ritocchi niinuti.9 Non si tratta del punto di arrivo di un'evol(izione progres-siva, quanto di una posizione estrerna e personale, agli antipodi rispetto almetodo seguito dal Tristan, corne dirnostra il confronto col più immediatomodello italiano (il Tristano Riccardiano), dove si rcgistrano non pochedivergenze proprio su questo punro. Nell'ana!izzare, all'interno dei testi tri-staniani, la ricezione italiana del terna del niigliore cavaliere, occorrcrà anzi-tutto tener conto della presenza, fin quasi in età boiardesca, di traduzionidel ronianzo franccsc in complesso letterali, corne il Tristano Corsiniano e ilTristano Veneto, nonché della specifica tradizione testuale italiana de! Trzvian.Com'è noto questa è fondata prevalenreniente sulla cosiddetta Versione I (=V I) e in particolarc sul testo della prima parte edito dalla Curtis e fedel-mente tradotto dal Trisiano Veneto; nonché - sempre nell'ambito di V I -sulla redazione R, attestata cia! Tristano Riccardiano, dalla Tavola Ritonda eda airri testi correlati.oLancillotto e Tristano si incontrano per la prima volta a rom-anzo avan-zato (poco prima della rnetà: MNARD II!, pp. 274- 85; Lôs. 202-206) in undudilo avviato per un equivoco: al Petronc di Merlino Tristano ha appunta-8. La compilazione di Rustichello è ora edita crlt,cainente da F. CIGNI dal marloscrittoparigino B. N. Fr. 1463 clic ne rappresenta probabilmente la redazione più vidna all'originale(= Rus-r.). Oltre alla docun)entata introduzione e al comniento dell'editore, si rinvia S unprecedente intervento dello stesso in «Neophilologus», LXXVI (1992), pli. 519-34. L'episodiodel \Tecchio Ca'alierc è in Rus-r. 2.39 Per i] confronto con l'antica cavalleria cfr. F. RizzoNERVO, Il 'm(,jndo dci padri' ijella ,iietafora de! V'ec'hio Caz 'a/iere, in «Studi di Filologia hizan-tins», lU (1985). pp. 115-28.9. Per unanalisi d'insierne, cfr. Romanzi ,talian,.10. Per la situaziolle testuale de! Tristan, cfr. l'analisi del Uiseth (= Lôs.); le introduzioniaIle edizioni Curtis e Ménard, nonché BAUMGARTNER, Le «Tristan en prose». Sulla tradizioneitaliana, cfr. E. G. GARUNER, The Arihurian L(-gend in italtan Literature, London-New York,Dent-Dunon, 1930; D. DELCORNO BRANcA, Per la storta de! «Roman de l'r/sian» i: Italia, in«Cultura Neolatina», XL (1980), pp. 211-29 e soprattutLo I-IEIJKANT (con ricca e aggiornatabibliogralia). Per le edizioni dei volgarizzarnenti italiani si rinvia alla nota bibliogralica infondo al prcsente contributo. Nuovi frainnenti tristaniani in toscano (correlabuli al testo delTristano Panciatichiano) sono stati ora segnslati da G. PARADIsI, A. PUNZI, Li tradizione del«Tristan en prose» in [mua e una ,zuova traduzione to,rcana. in Actes du XX" CongrèsInternational de Linguistique et de Philologie Romanes, a cura di G. Hilty, Tübingen-Basel,Franckc Verlag, 1993, pp. 321-37. Ho dato un quadro d'insieme della tradizione testuale delTristan in Italia net non volume TrLstano e Lanc,llotio, PP. 49-76. La versione V I è ors incorso di puhhlicazione (in base al ms. parigino B. N. fr. 757) sotto la direzione di Ph.Ménard: finora sono apparsi tre terni (Genève. Droz. 1997-2000).
214 DANIELA DELCORNO BRANCAmento con Palamede suo rivale in amore per un duello all'ultirno sanguc,ma l'avversario non pub presentarsi perché imprigionato, mentre casual-mente giunge sut !uogo Lancillotto. Allorché si chiarisce l'identiti delnuovo venuto, il furibondo scontro resta interrotto, quindi non si sa chi deiduc è più forte: Lancillotto conduce Tristano da Artù e egli è accolto fra icavalicri della Tavola Rotonda, coronando una serie di annunci delle sucimprese e del suo valore precedenrernente giunti a corte. L'imporranzastrategica e paradigmatica di questo episodio - in sé piuttosto banale -spiega la sua grande fortuna. Estrapolato (con alcuni adattarnenti) (laiTristan, esso divicne il secoudo del medaglioni esemplari della Compila-zione di Rustichello (largarnentc impostata, corne s'è detto, sul tema dcl-l'eccellenza cavallercsca), fornisce l'argolncnto n un cantare, è ripetuto evariato almeno tre volte dalla lavola kitonda." Nell'arnbito della tradizionedei testi italiani, viene inolire operata una decisa anticipazione del!'incon-tro di Lancillotto e Tristano, inserendo la sezione iniziaic del testo diRustichello nel Tristan con inversione deU'ordine dei due primi episodi(Vccchio Cavaliere e Petrone) cos da far seguire inimediatarnente il duel!oal Petrone e la successiva accoglicnza di Tristario alla corte di Artù (Rusi.40-75; corrispondente ne! Tristan a MfNARD III, pp. 237-92; cfr. Lôs. 202-206) all'episodio in cui Tristano libera Artù prigioniero ne! Darnantes(CURTJS il!, pp. 123-33: cfr. Lôs. 74a). Si trarta di un'operazione di rnontag-gio Tristan-Rustichello che caratterizza il Tristano Veneto e la quattrocente-sca riscrittura padana della Tavola Riionda de! rus. Palatino 556 deltaNazionale di Firenze (dovuta n Zuliano de Anzoli)»ii. Cfr. Rusr. 40-52; TR, pp. 175-79; 442-44; 488-93 (pp. 220-73,457-59, 496-501); (]antaredi Tristano e Lancilloo quando combatteitero al Petrone di Merlmo, ed. P. Rajna, Rologna,Romagnoli-Dall'Aequa, 1873; TV 393-400. Cli uliimi due testi riflettono la flarraziofle diRusticliello: cfr. Introduzione del Raina al Cantare )pp. XL-LX[); Ro,nan:t hallali. pp. 79-80; eCIGNI, p. 367. Da segnalare il parere che la lzvola Riio,ida e il cantare attingano invece a un»divers» redazione dellcpisodio: cfr. E BENOZZO. Per la .çtoria di un "topos' del ciclo bret une:ilcornhatiimento in incognito di Tri.rtano e L.ancillotto, in «Francofonia», 31 (1996), pp. 21-46.12. Cfr. TV 393-400. 11 passaggio dall'episodio de! Darnantes ii qucilo del Petrone è segna-to da unit di quelle formule (assai rare in TV) che dcnunciano il niut»mento di modello: «Moatanto lasa Io conto a parlar delo re Artus, et ii vui contaremo cornu miser Tristan se conbatécon miser Lanciloto delo Lago al Petron de Merlin» (TV 392, P . 356; cfr. anche 558, P. 524),cfr. quanto dice Donadello a p. 22 e a p. 6o2 (nota a 392. 23-24), senza tuttcivi» trarre tutte kconseguenze del caso. Per il rus. Palatino 556 della Biblioteca Nazionale di Firenze (= L),copiato ne[ 1446 dal cremonese Zuliano de Anzoli e illustrato da 289 eleganti disegni a pennaattribuihili alla ccrchia di Bonifacio Bembo. cfr. Romanzi itallahu, P. 33; M. DAciis, Der codexPal. s5e5 der Bjh/jcsteca Na:io,ia/e in Plorenz. La «'Ln 'ola Riiwida», in «Rivista di Storia dellaMiniatura», t-z (1996-97), PP . lIs-23. L'ancilisi di L mi h» pernseso di distinguere almeno dueredazioni de!]» Tavula Rllo,ida: cfr. per tutto questo, !r,stano e Lanci/loikc, pp. 99-113; C iiiccl-tre E. G. PARODI, in II TristanoRiccardiano, Bologna, Roniagnoli. 1896, pp. xxxvi-1M1 eI IEIJxNr, parti i e ii. Sui rapporti fra L, TV e Rustichc]lo, cfr. or» l'intervento di E CIGNI »proposito dcll'edizionc Donadello di TV (in «Lenere Italiane»>. XLVII, 1995) e git, del]() stes-su, la nota ,i Rus-r. 40, P. 383. Per questi procedirnenti di montaggio fra testi e episodi diversiè da vedere Cyclijication. The Developwent of Narrative cycles in ihe Chansons de Geste and
TRISTANO E LANCILLOTTO A CON FRON1O 215Sebbene il tema del confronto fra Lancillotro e Tristano - costituzionaic,corne s'è detto, al romanzo stesso - non venga meno nella parte seguente delTriqan,' l'incontro al Petrone segna effcttivamente il punto verso il qualeconverge una rete particolarmenre firta di richiarni fra i due romanzi e fra iduc personaggi. Per questa ragione e per la maggiore ornogeneitt testualedella prima parte del rornanzo nella tradizione italiana, ho concentrato la miaanalisi SLI di essa, mettendo a raffronto - per quanto riguarda il cernaspecifico del paragone fra i due eroi - il Tristan, paragrafi 18-206 di Lôs.(corrispondenti a CURTIS e ai primi trc volurni di MNARD); il IristanoVeneto (= TV che ricalca il testo CURTIS fino all'episodïo del Darnanres, poipassa al testo di Rustichello serveticlosi del dueilo al Petrone corne elementodi sutura); il listano Riccardiano (che giunge fino all'cpisodio del Damantese scgue la redazione R); la Tavola Ritonda (che narra l'intera vicenda serven-dosi della redazione R, di V I e di Rustichcllo con forti rnanipolazioni).14Il doppio hinario del rapporto fra i due romanzi e del rapporto fra j dueproragonisti è destinato a divenire confronro e interrogativo più o menoespiicito sulla superiorir dell'uno o deIl'altro, interrogativo che coinvolgedi volta in volta autore, lcttore, personaggi stessi del rornanzo. E un'opera-zione realizzata secondo una scrie di procedimenti tipici riconducibili, convarie sfumature, da un lato al principio della sinossi (nel senso di rapportotemporale istituito fra avvenirnenti dei dite testi), dall'altro a quello dell'in-contro a distanza fra j due personaggi (scarnbio di idcntiti, notizic avute daterzi, messaggi - epistolari o airro -, discussioni).Alla categoria sinottica appartiene una serie di norizie sotto forma diglossa-inrervento d'autore, tendenci a metrere in relazione temporale (diconternporaneiti, o mediante analessi o prolessi) avvenirncnti del 7istancon avvenirncnti del Lancelot. Non a caso tali notizie sono principalmenteconcentrate a commenro di tre episodi che costituiscono alrrettantc tappedell'ascesa cavaficresca del giovane Tristano, poste in chiaro parailciismothe Arihurian Rooiana's, ii cura di B. Besainusca, W P. (erritsen, C. J-logctoorn, O. S. H.Lie, Arnsterdam-Oxford-New York-Tbkio, North Holland, 1994.13.Particolarnientc importante l'episodio della irlimicizia fra Tristano e Lancillotto, origi-nata dalle armi prestate dal primo a Brunoro e sfociata nella guerra frit il re d'lrlanda e il redi Norg-alles: narrazione presente nella redazione y j (Lôs. 478-79 e 489-92), ainpiamentesvolta da Rustichello (118-41 C 148-57), dalla IR (pp. 393-413 [pp. 4 1 4-3 21), da TV (477-502;512-22). Or. DELc0RNO BISANCA, Per la storia del «Roman de TrivIa,p in Jia/ia, p. zzo; e daultirno CIGNI. pp. 12 e 367. luttavia I'episodio andrà giudicato ijcl quadro cotoplessivo deirapporti Rustichello-7ivola Rnonda-7r,s1ano ½'ncio, che richiedono unanalisi specilica, inparte giù as'iata ne] rccente interve[Ito dello scesso Cigni citato alla nota precedente. -14. Per i riferimenti bibliogralici aIle edizioni di testi arturiani, cfr. la nota bibliograhca inappendice.

temporale con la prima sezione de] Lancelot.

Si tratta del torneo d'Jrlanda(CURTIS 1, pp. 160-72), dello scudo con la fenditura (CURTIS 1, PP• 204-8),dell'Isola del Giganti dove avvienc l'inconrro con Galeotto (CURTIS Il, pp.67-9I).


Al torneo d'Irlanda Tristano partecipa in incognito, allorché è ospitesconosciuto del padre di Isotta, la quale è riuscita a guarire la piaga inflitta-gli proditoriainente dalI'Amoroldo.

E la prima occasione - dopo la pt-ova'iniziatica' contro l'Anioroldo - in cui si manifesta pubhlicamentc il va!orcdi Tristano, spinto a intervenire al torneo dalla gelosia nei confronti diPalarnede vincitore delta prima giornata e dalla dichiarazione di Isotta aBranghina chc amerà il miglior cavaliere.

Introducendo il torneo l'autoreprecisa:

«Et sachiez que en ccli an que li tornoicmenz fu en Yrlande, avoitesté Lanceloz dou Lac nove1 chevalier»
 (CURTLS i, p. 162; cosi TV, 92, p.107).


E ancora I'autore a precisare - a scanso di equivoci - che il cavaliereche ha conquistato la Dolorosa Guardia è Lancillotto e che Galvano è par-tito alla queste di lui (notizia data per spiegare corne una damigella checcrca 'colui che libcrô la Dolorosa Guardia' creda di riconosccrlo in Tri-stano vincitore del torneo, e successivamente incontri Galvano impegnatonella stessa inchiesta):

Et quant la demoisele voit qu'il s'en ver en tel maniere, ele s'en tome son chemin,querant ccli qui avoir conquis 1a Dolerouse Garde. Et se aucuns me demandoit qui cil hiqui conquise l'avoir, je diroic que ce fu Lanceloz clou Lac, li bons chevaliers, li gracieus,qui aloit adonc querant les merveilleuses aventures par le rcaume de Logres. Et por labonté de li, et por li conoistre, estoit messire Gauveris entrez en queste par le comande-ment clou roi Artus, son oncle, et aloit cerchant par Lotes lé cstranges terres ou il ooitdire qu'il devoir avoir assembice de chevaliers. [Cuwris i, P . 170; COSj in TV 103, P. 116 INet secondo degli episodi ricordari, Io scudo-emblema dell'amorc nonancora consumato fra Lancillotto e Ginevra (uno scudo con un cavaliere euna dama che si baciano, scparati dal collo in giù da una fcnditura) apparea Tristano allorché si appresta a difendere in duello giudiziale il re d'lr-landa, padre di Isotta (guadagnandola cosi in sposa per re Marco). Ladarnigella che porta qucsto scudo ne illustra il significato con discrete peri-frasi: tanto che l'autore aggiunge di suo un esplicito commeato che riassume un passo de! Lance lot (CURTIS 1, pp. 205-6; cosi TV 170, pp. 159-60; cfr.LM LVIIIa, 1 3 -16) nonché !'annuncio che le due parti dcllo scudo si salde-ranno quando si cornpir l'amore del cavaliere e della rcgina (il rinvio prc-ciso è a LM L.xxa, 35-36). L'incontro di Tristano con la darnigella che portaIo scudo viene a cadere - precisa sempre !'autorc - net tempo in cui15. In genere - a menu di puntuali raffronti con '1V - indtco nel resto solo i riferimenti alTristan: ic corrispondenze degli episodi nci testi italiani sono reperibili nellc tavole di raffrontodel min Romanzi italiani. pp. 49-61 c - più dertagliataniente - dii lE1JicNr, pp. 136-537.
TR1STANO E LANCILLOTTO A C0NFRONTO 217demoroit Lanceloz avec Galehot, Je seignor des Loigtegnes lsles, cl reaume de Sorcluis,qu'il ania Lancelot de si grant amor qu'il en morut air quant il vit qu'il ne por-roit avoir la compaignie de lui, car il cuidoit qu'il fust percluz; si Eu trop durement granzdomaiges de cele mort, car bien sachent tuir cil qui cesr conte orront que air le roiArtus n'or cl monde prince plus vaillant ne plus eureus de terre conquerre que EuGalehoz, Ji fiiz a la Jaiandc, li sires des Loigrenes Jsles.

Cele mort doevent bien plendretuit preudome et tuir bon chevalier. Mes atanr lesse li contes a parler de ceste materepot ce que ma maure n'i apartient pas, enz retorne a 'Tristan por deviser de li l'cstoirevraie, [CURris 1, p. 206; cosi in TV 170, p. 16oIIl principe Galeotto, già qui evocato nei suoi tratti caratteristici è unodei personaggi principali della prima parte de! Lancelot (anzi, secondo laKennedy, la sua vicenda siglerehhc la redazione originaria del romanzo):16il silo lntervento diretto nello spazio e nel tempo del 'flistan richiarna unaserie di indicazioni cronologiche molto circostanziate. L'avventura all'Isoladei Giganti (certo una delle più tipiche invenzioni de!l'autore per collegareTristano al mondo di Lancillotto) è collocata fra il secondo viaggio diLancillotto ne! Sorelois (cfr. LM i-ii) corne ricorda l'aurore allorché Trista-no sbarca nell'isola («Et se aucuns me demandoit cornent en apeloit cesysles, je diroie que cil del païs les apelent les Loigtiegnes Isles, et en estoitsires Galahoz, le seignor des Loigriegnes Isles. Il n 'estoit pas adonc en celeterre, enz demoroit ou reaume de Sorelois, et monscignor Lancelot avec li»:CURTIS II, pp. 67-68; e cosi TV 202, p. 170) e la morte di Galeotto (LMxxxv) annunciata dal TrLçian alla fine dell'episodio («Gaihaoz le convoiedusqu'à la rive, et mout li prie qu'il viegne veoir ensi coin il li a en cove-nant. Et Tristanz dit que si fera il sanz faille; et si eiist il fait, mais il riedemora pas granment qu'il oï dire qu'il estoit morz, dont Tristanz fui moutdolenz, et maint autre preudome ausi»: CURTIS ii, p' 9o; e cosi in TV 240,p. 209), ma già anticipata - corne s'è visto - in margine alla vicenda delloscudo con la fenditura.L'ingresso di Galeotro nel rornanzo intensifica i riferimenti: la sorellaDalides Io inconrra dandogli notizia della morte dei genitori (uccisi daTristano nclb'isola) allorclié egli è alla quesle di Lancillotto prigioniero diMorgana (CuRTI5 il, pp. 8o-8, e TV 219, p- 194). L'aurore si dilunga qui ospiegare gli antefatti di questa prigionia: la venuta di Carados, la cattura diGalvano e la sua liberazione a opera di Lancillotto (più o meno i fatti nar-rati in LM x-xxlx).'7 Ancora la lontananza di Lancillorto da corte è ricorda.i6. E. KENNEDY, Lancelot ana' the Grau. il 5tudv of the Prose Lancelot, Oxford, ClarendonPress, 1986 e, della stessa, l'introduzione a PL.17. Questo passo è notevolmente più breve in TV risperto al Tristan: si è qui molto prohahil-mente di fronte a un riflcsso della tradizione testuale. La Curtis nota (u, p. 256) corne In stessoparagrafo sia abhreviato du riss. Modena, Est. E. 59 (M); Abcrystwyth, NL'sX' 446 (W);Venezia, Marc, fr. XXIII (SM): cfr. anche Donadello in TV, pp. 19-29. Si traita di codici di ori-gine italiana, usciti dallo stesso scruptorlum prohabilmentc pisano-genovese: cfr. R. BENEIETrI,"Qua fa ' un sanio e un cavaliers' ." Aspeui couhcologici e note per il miniabore, in La gras,!ta a conclusione dell'episodio, allorché Galeotto invia alla curIe di Artùuna lettera con una solenne proclarnazione del v-alore di Tristano e dellabellczza di Isotta (CURTIS il. pp. 90-91 e cos! TV 241, P. 209): ma qui si pre-cisa che Lancillotto è impazzito e Che questi fatti avvennero due anni primache Meliagans venisse a rapire (rinevra (riferimerito all'episodio dellaCharrete: LM xxxvi):

Asez est la reine Ginevra lice de ces noveles; et encores le fust dc plus se ne fust ccque a la coït ne savait l'en nulcs noveles de Lancelot.

Il estoit sanz faille n ccli pointissuz del sens. Et ce fu devant ccli tens bien deus anz entiers que Meliaganz, li fiiz au roiBademaguz, venist quant il conquist cl conduit de Kex, le Senechal, la roïne Genevre,et l'en mena en prison ci reaume de Gorre. Et puis la suï Lanceloz et la conquisl versMeliagant, et la ramena ci reaume de Logres. Et qui ce vodra savoir apertemeflt, si prci-gnc le livre dou latin; illec troverra tut cest conte. Et por ce qu'il n'aparticnt pas nnostre estoire, le vos lerai je n devisicr, et retornerai n ma maure dont je doi conter.[CURTIS ii, p. c»; e cfr. TV, p. 2091Tutte queste notizic cronologiche, riferirnenti ali"altro' libro, tendono amettere in parallelo il tempo dci due rornanzi e dei due eroi e si configuranoquasi corne istruzioni per il montaggio di un nuovo grandioso romanzociclico Lancelot- Tristan, secondo la tecnica ddll'«accornplir»)8 E singol-areche soltanto il Tristano Veneto (fedele versione del Tristan) conservi questielementi sinottici, mentre essi sono totalmcnte assenti dagli aitri testi italiani(Tri.rtano Riccardiano, Tavola Ritonda, Tristano Panciatichiano, nonché d-aitestimoni variamente connessi alla redazione R) .bo Addirittura si puô osscr-Quesic del Saint (7mai. La grande iTRISTANO E LANCILLOTTO A CON FRONTO 219vare nella Tavola Ritonda la totale negazione del principio sinottico: iltempo de! Lancelot è respinto ai margini a far da comice alla storia diTristano, in quanro i primi capiroli del romanzo italiano riprendono somma-riamente vicende del Lancelot e gli ultirni (dopo la morte del protagonista)riassumono la Mort Ariu.° Con una operazione di scardinarnento cronolo-gico in scnso contrario al montaggio del Tristan, l'aurore italiano ha postoun divario generazionale fra j due eroi, facendo di Lancillotto un contempo-raneo del padre di Tristano, Meliadus, il cui tnatrirnonio con Eliabella avvie-ne nel quadro della conciliazione fra Artù e il principe Galeotto, realizzatada Lancillorto.Tornando aile glosse d'autorc del Tristan relative al tempo del rornanzorispetto al Lancelot, dal mornento che esse costituiscono un sisrerna, non è daescludere che già fossero mancanti nella sortostantc redazione R (o perchéassenti a quell'altezza della tradizione, o perché tralasciate di proposito). 21 Difatto perô, poiché tale assenza si registra in testi in volgare italiano, si puôosservare corne in questi casi venga meno la loro stessa ragione di cssere. IILancelot fu letto in Iralia quasi esclusivamente in lingua francese: pertantoagganci del Tristan a spccihci punti di questo romanzo, corne quelli citati,risultavano assolutarnente inutili per un pubblico al quale si destinava unaversione italiana della storia di Tristano, verosimilmente perché ignaro di lin-gua francese. Per qucsti letton (privi di cornpetenza per quanto riguarda ilLancelot) il confronto ira i due testi era affatro superfluo: restava solo il con-fronto tra j due croi, quello emcrgcnte dal racconto stesso.25Il passaggio dal francese al volgare italiano sanciscc dunque un diversolivello di ricezione e un diverso destino dei due romanzi: già prima che laTavola Ritonda proclami senza mezzi rermini la superiorità di Tristano suLancillotto, si è attuaro una sorta di sorpasso tesruale per cui il Tristan èdivenuto in Iralia - da Pisa a Venezia, a Firenze, al!'area padana - il roman-zo arruriano per eccellenza (lei nuovi ceti borghcsi e mercantili. 23 E a que-sto monianzo non interessava pii confronrarsi con un testo precedente eb. (;tr. IR, I'P 13-39 pp. 79 101: vicciide di Laiiciliorio dalla ilascira lino alla concliazio-ne Artù-(.aleorto e cenno al compinrento dell'ainorc per Ginevra) C 524-44 (pp. 526-43: huedella Tavola Rotonda).2!. Si veda il Caso citato alla nota 17, per i riflessi su TV di un ramo ita]iano della tradizionedel Tristan; quanto alla comptessa lisionomia della redazione R, dopo la fondamentaleIntroduzione del PAIrODI alla sua edizione del Trisiano Riccardiano, si veda l'aggiornato edocunientatissirno volume dii IF;lJIckNr.22. L'assenza di una traduzione in italiano del Lancelot non si spiega con la scarsa circola-zione in Italia di questo romaozo: le testinlonianze di manoscritti del Lancelot in lingua fran-cese di fattura italiana sono numericamente di poco inferiori ri quelle di analoghi manoscrittide! Tristan, e coniunque pari alla situ-azionc de! Merlin eben superiori a quelle della Qzwste(e del Merlin e della Queste abbiamo volgarizzanienti). Cfr. Tristano e Lancillotto, pp. 13-97.23. Per un censimento di tutti i testi tristaniani in volgare, cfr. Ro,nanzi italiani, pp. 23-41,aggiornato da 1-IEIJIcNr, pp. 30-44: ma si aggiungano il frammento segnalato di G. Paradisie A. Punzi, di cui sopra i nota b, e Tristano e Lancdloiio, p. 6o, nota 25.
220 DANIELA DELCORNO BRANCAconcorrenziale, ma afferm-arc che il suo protagonista costituiva il modelloesemplare del perfetto cavalicre.La gamma dei procediinenti anravcrso t quali il racconto mette in relazio-ne il flUOVO croc Tristano con il già famoso Lancillotto ha una tipologia assaivaria: è un confronto che tende a configurarsi corne una superioriti, o quan-to meno a rilanciare il problcma di tale superiorità. Assolutamente topico èin questo senso Io scambio di idcntità: il valore di Tristano è tale che chicombatte con lui, o conosce le sue imprese, la identifica con Lancillotto.La damigella di Artù, dopa il torneo d'Irlanda, scambia Tristano percolui che ha liberato la Dolorosa Guardia. Solo le ripetute affermazioni diTristano («je ne sui mie ccli que vos quercz ... Onques la Doloreuse Gardene vi», CURTIS 1, p. 169: 5 337, rr. 35-36 e 39-40) la convincono dell'errore,perché anche l'aspetto del cavalicre (che a sua richiesta si è tolto l'elmo) ètale da indurre all'identihcazione. Lancillotto (che dia, sollecitata daTristano, confessa di aver visto «en trespassant», di sfuggita) «estoit devostre taille et estoit auques (le vostre biauté et auques estoit de vostreaaige selonc mon escient» (ivi, S 337, rr. 4 6 . 47). Ciô che importa è afferma-te che Tristano e Lancillotto sono pari di ct, di statura e di bellczza, l'unocontrofigura dell'altro. Più pragmatica, la stessa damigella ne! Riccardianosi accorge del!'errore allorché Tristano si scopre il capo, ma rihadiscc lasornig!ianza: «ma voi mi parce d'uno tempo e-dd'una hellezza ko1iui»(Ricc. xxxii, 7, P. 8). in questo episodio (e nel suo seguito, in cui toccaalla damigella disilludere Galvano che cra caduto nello stesso equivoco)24 ilnome di Lancillotto non vietie mai pronunciato. Conformernente alla pri-ma parte del Lancelot, dove I'eroe è definito con la perif rosi «cavaliere chelibcrà la Dolorosa Guardia» o «cavaliere dalle armi bianche» (e Tristanoporta ai torneo di Irianda armi bianchc: 2s il chc, unito al suo srraordinariovalore, induce in errore Galvano), Lancil]otto è qui nominato solo nelleglosse sinottiche d'autore del Tristan (elirninate - came s'è detto - d'ai testiitaIiani), 6 cos! do rispcttare rigorosamente i diversi livelli, e da costruire unefficace parallelo fra l'incognito del protagonista neila prima parte delLancelot7 e l'incognito di Tristano al torneo d'Irlanda.Allorché il principe Galeotto sbarca nell'Isola dei Giganti per vendicurela morte del padre e della madre, uccisi da Tristano, egli mantiene rigorosa-24. Cfr. Cuwris i, pp. 170-72. Nello stesso equivoco cade Brandelis aihi curie di Languisdopa il torneo (GURUS t, p. 173).Cfr. CURTIS 1, PP. 166 (S 332. rr. 22-23); P. 168 (S 335, r. 16); p. 171 ( 337, r. 16; § 340, rr,14-15).26. Nel Ricc. (xxxiii, 6, P. 87) è nominato solo neihi chiusura dcll'episodio: «E allora siparte niesser Galvano e la damigella per cercare di Lancialotto per Io reanic di Longres>'.27. Cfr. KENNEDY, L.anceloi and ihe Grau. pp. 10-48; IIEI1KAN1. pp. 130-31 ha rilcvato alcu-ne corrispondenzc strutturali notevoli fra la redazione R dei Tri.rian e il Lance/fil-non ciclico.Menu probanri mi paiono invece j riferimenti puntuali additati in qucsto SteSSO LUOgO (o per-ché comuni s tuila la tradizione del Lancelot o perché argomcnti ex silenizo).
TRISTANO E LANCILLOTTO A CON FRONTO 221mente l'incognito, per evitare di esscrc soccorso dai suoi vassalli e provarsicos! in duello col suc, avversario. E dunque possibile clic l'arrivo del rnistc-rioso cavalicre faccia nascere il sospettoclic si tratti di Lancillotro (chi altropotrehbe infatri misurarsi col vincitore del fortissimo Brunoro, padre diGaleotto?). Il terna è ncl Tristan (e nel Tristano Veneto) e ne1 Riccardiano,2Mentre Governale (7'riitan) o Isotta (Riccardiano) sono spavencaci (la que-sta evcntualità (<... "nia ora si pare ke per mia disaventura sia venuto quieIo migliore cavaliere del mondo in questo luogo"; kredendo la reina ke siamesser Lancialotto»: Ricc. 1X111, 2, P. 128), Tristano (clic già, nella primaparte dcll'episodio, agli isolaniclic affermavano «ké al rnondo nonn-ceuorno ke col nostro segnore istesse fernio a bataglia, salvo Lancialotto»,aveva risposto «Io per mec non vieterci bataglia a Lancialotto», Ricc. LIX,ii-iz, P. 123) cosi reagisce: «non ne cura già necnte: "ké'sse messer Lancia-botto ci fosse, io ôe grande volontade di combattere ko'lIui, magiore ke coneuno cavaliere de'rrcame di Longres» (Ricc. LXIII, 3-4, P. 128). E la proie-zione del desiderio di misurarsi con colui clic è giudicato il miglior cavalie-re del tempo: nia l'incontro accadrà solo - corne s'è detto - a ronianzoino!trato, al Petrone di Merlino, là dove Tristano si accorgerà proprio perIo straordinario modo di combattere (le! SUO avversario clic questi non puèessere Palamede col quale si è dato appuntanlénto.2)Il procedimento dello scarnbio di identirà Tristano-Lancillotto (clictrova il suo paradigrna negli episodi del torneo (J'Irlanda e dell'Isola (leiGiganti), proprio per la natura topica ha un'appbicazione variahile all'intcr-no della tradizione del Tristan. Su qucsto punto è possibile registrare unaserie di divergcnze non solo della tradizione italiana da quella francese, maanche frit Iristano Riccardiano e 7wola Ritonda, cioè frit due testi clicseguono ambeduc litR. Vari casi in cui Tristano è credutoLancillotto (o viceversa in cui egli credeclicl'avversario sïa Lancillotto)sono assenti dai testi italiani (con l'eccezione de! solito Tristano Vene/o clicsegue fedelmente il Tristan, ma solo fino a Darnantes).30 E possibiic clicquesta assenza sia dovuta alla redazionc R, che tuttavia fa di suo un usomolto intenso del procedimento: anzi in alcuni casi si pué riconoscere inquesta intensificazione un tratto tipico del Riccardiano, anche rispetto aipassi paralleli de! Tristan. Ne! Darnantcs è Lamorat a pensare clic l'avver-sario sconosciuto sia Lancillotto (Ricc. CLVI, II, p. 255: manca neg!i altri28. Cfr. CL'ITIS Il, pp. 8 4 -86;'[-V 2ZX-2.I, pp. 199-20?.; Ricc. I.X11-1XIII, pp. 127-29.29. Cfr. ÎV11NARO III, pp. 277-78; il particolarc non e nella versione di Rustichello, dovc le-quivoco si chiariscc allorché Lancillouo chiede all'avversario il suo fouie (cfr. Rus". 47; '['V399, P . 3(14).30. Il re l-bel e j suoi vedendo ['ristano combattere contro il conte Agripe Io scambianoper Lancillotto (COR] is ii, p. 16o, S 565, rr. 31 . 35; 1V 341, P . 307; LÔs. 55); analogo scarnhioavviene al torneo della Roche Dure ad opera di Mordret (Lôs. 192: solo nei ms. parigino B.N. fr. 757). Combattendo contro Lamorat ne! Darnantes, Tristano pensa clic sii Artù oLancillotro (Cuirris iii, PP 95-96: TV 360, P . 3?.?.; Lôs. 71a).
222 DANIELA r)ELc0RN0 BRANCAtesti R); quando la damigella della dama de! Lago porta a Ginevra la non-zia della liberazione di Artù prigioniero ne! Darnantes - col macabro tro-feo della testa dell'incantatrice - la regina pensa che Io sconosciuto libera-tore non puè essere che L'ancillotto (il particolare è solo in Ricc. cxcviii, 4,P . 305, e nelle versioni spagnole):3' l'idcntiflcazionc del cavaliere della l3esleglatissante con Prezzival!e (tin tratto tipico della vcrsione R) dà luogo a unduelbo fra lui e Tristano nel 1)arnantes, net quale ciascuno dei contcndentipensa che Io sconosciuro avversario non puô che essere LanciUotto (episo-dio narrato solo da Ricc. ccxvi, s, P . 323 e CCXVII, 2, P. 324).32La Tavola Ritonda segue (almeno fino al Darnantes) la redazione R, macon numcrose lihcrti: nessuno dei punti sopra nicordati del Riccardiano èripreso, anzi dei due episodi del 'izrtan prima analizzati uno (la damigella diArtù e Galvano al torneo d'Irlanda) è soppresso; l'altro (l'Isola dei Giganti) èmodificato abolendo l'incognito di Galeotto cosi da annullare il tema dellapossibile idennificazione con Lanciltorro. Tunt-avia la 7vo1a Riionda stessa siserve dello scambio d'idenniri in un cpisodio di sua invcnzione, quello delloscontro di Tristano con Burletta delta Diserta (sfortunato corteggiatore deltaPonzela Gaia: TR, pp. 298-303 [pp. 32.8-33]). Burletta annuncia di volersi 'en-dicare di Lancillotto (che ha interrotto j suol approcci arnorosi): e Tristanoassume la causa dell'arnico su di sé. Durante il dudilo, ognuno dei conten-denti pensa che l'altro sia Lancilbotto «il quale ahbia le sue insegne cambiateper alcuno accidente» (cosi Burletta), o «il quaic volesse fare di me pruova»(cos! Tristano; P. 301 [pp. 331-32]): ben presto tutravia Tristano ha il soprav-vento e Burletta, che ha già avuto modo di combattere con Lancilbotto, regi-stra la differenza (TKISTANO E LANCILLOTTO A CONFRONTO 223nurnerosi nel Riccardiano, preferendo prcscntarli corne un'eventualità subitorimossa dall'evidente superiorita di Tristano: in accordo con la tcsi, discussae ribadita alla fine del rornanzo, che non ci sono triadi o diadi di cavalicri«migliori» (cos! diceva il Tristan) bensi una graduatoria (love Tristano 1' alprimo posto.°Prima delI'effettivo incontro al Petrone di Merlino i due eroi sono ulte-riormente messi in rapporto (spesso assieme alla loro controparte femminile)da una fitta rete di rnessaggi, orali o scritti, scambiati per mezzo di interme-diari, cavalieri o darnigelic che si muovono fra Io spazio geografico tristania-no (Cornovaglia e Irlanda) e quello arturiano (Logres), o ancora da ufficialirelazioni delle splendide imprese di Tristano inviate alla corte di Artù, corneal più autorevole tribunale cavalleresco.3 6 Per questo tipo di procedirnenticonnettivi si registrano nella tradizionc italiana alcune particolarità d'ordinetestuale, corne la sostanziale assenza di tutto Io scambio epistolare dopo ilrnatrimonio di Tristano con Isotta dalle Bianche Mani (scambio di lettere fraIsotta e Ginevra e sdegno di Lancillotto contro Tristano: CURTIs ii, pp. 164-73 e LÔs. 57 e 59-60; scambio di lettere fra Tristano e Lancilbotto: CURTIS iii,pp. 11-12 e cfr. Lôs. 74)57 Ancora per ragioni testuali (asseoza dalla redazioneR) è praticamenre annuil-ato il primo significativo mcssaggio inviato alla cop-pia Lancillotto-Ginevra. Allorche Isotta interrompe il ducibo Tristano-Pala-mede, ordinando a quest'ultirno di andare nel Logres, Io incarica di presen-tarsi a Ginevra e di dirle che al mondo non ci sono che due dame e due cava-3 . Cfr. TR, pp. 501-3 pp. 507-8). Un ragionamemo analogo a quello attribuito dalla Ta volaRitonda a cavalieri esperti della forza di Lancillotto (Burletta e Carados), ooe che Tristano èpiù forte di lui, è formulato ne! Riccardiano da Blanore ncll'episodio della Damigelladcll'Acqua della Spina (Rice. L, 12, P. io8): particolare proprio della redazione R. rua trala-sciato dalla Tavola Riiona'n (cfr. I IIaJKANr, pp. 168-69).36. Cfr. BAL'MÇ.ARTNER, La Harpe et l'Epée, pp. 63-88.37. Questi e]enlentl mancano in tutta la rcdazione R e in TV (cfr. HEI)KANT, pp. (18-70) egià in alcuni manoscritti de! Tristan copiati in Ita!ia (Modena Estcnsc E. Aherystwyih,NLW 446; cfr. CuRris iii, pp. xiv-xvi). Qualche traccia di questo strato epistolare (inscritosi aquanto opina la Curtis a un livelk abbastartza antico della tradizione) è tuttavia )enteanche in Italia nel manoscntto parigino BN fr. 12599 (copiato in zona pisana, che conservauna redazione speciale dcl li'ista,i, attcstala anche da! BN fr. 750; cfr. BAUM(-.AISTNEIS, LeTristan en prose, pp. 36 e 63-67; F. AVRIL, M. Tu. GOUSSET, C. RABEL, Manuscrits e,:lumimsd'origine italienne: vol. ii, Xlll .sicle. Paris, Bibliothèque Nationale, 1984, pp. 19-20; e CIGNI,Manoscriiti coréen, pp. 431-34 e 438-41). Ne! Trinano Panciatichiano (rus. Panciatichi 33 dellaBiblioteca Nazionale di Firenze, compilazione arturian-a pisano-lucchcse che per il Tristansegue a trahi la redazione R. a tratti quclia del citatO rus, k 12599) appare una leticra diTristano a l,ancil!otto (e. 105r): cfr. DELc0I1NO BIn.NcA, Per la storia del 4oinaiz de Tristanin italia, p. 224, nota 58; e su questo volgariazamento, PAROIM, lntroduzime al lristanoRiccardiano, pp. xx-xxxvi; Romanzi italiani. pp. 24-25; La Inchiesla del San Gradale, a cura diM. Infurna, Firenze, Olschki, 1993; il volume della 1-1rijx.r-cr e, della stessa, La compilation ditTristano Panciatichiano, in Cvclifieation, pp. 122-26. La più recente scheda hibliograhca è inCIGNI. P. 366. A questa corrispondenza epistolarc fra i due eroi sc-nibra alludcre il TrisianoVeneto allorché nell'episodio de! Petrone dice di Lancillotto: «né niai non laveva vezuto['Iristanoj né cognosudo forssi qua per letre» (TV 397, P. 361 e nota a p. 603). La rnenzioncdelle 'lettere' è solo nella redazione h di Rustichello (dr. CIGNI, nota n RUST. 45, P . 383).
224 DANIELA DELCORNO BRANCAlien, la regina Ginevra e lei stessa e i loro amanti, e che vorrcbbe venire nelLognes cos che «je feroie faire jugement de nos deus biautez et de la bontéet de la valor de nos deus chevaliers» (Cuwris fi, p. 115). 11 rncssaggio ricalcala precedente solennc dichiarazione inviata alla corte di Artù dal principeGaleotto a conclusione dcll'cpisodio dell'Isola del Giganti (Cuwris fi, p. 9o),ma aggiunge un'esplicita menzione deIl'amorc di Ginevra per un cavaliere,cos! da provocare un colloquio-chiarilicazione fra Tnistano e Isotta a proposi-to dell'altra coppia eccellente, Lanillotto e Ginevra (CURTIS 11, pp, 115-17).Tutto questo è passato dal 7istan nel 7t1ano Veneto (TV 270, P. 242; 272,PP. 244-45), ma è assente dalla redazione R, dove il messaggio è ellittico inRicc. LXXIV, 35, P. tz, un puro saluto di cortesia in TR, p. 135 e in nessuntesto è seguito dal colloquio fra Tristano e Isotta.Al di là degli specifici tratti dovuti alla situazione testuale, anche ocl casodei messaggi alla corte di Arrù è possibile cogliere particolari intervenu (laparte delta 1wo1a Rilonda.35 Con una variante priva di riscontri e probabil-mente deliberata, questo testo presenta Lancillotto a conte allorché giunge lalettera-relazione di Galeotto suiFa vittoria di Tristano all'Isola dei Giganti.Eppure qui anche il Riccardiaoo - pur non avendo, corne s'è visto, il puntua-le riferirnento al Lancelot - diceva esplicitamente che Lancillotto non si tro-vava a corte (Ricc. LXIV, 6).39 Nella Tavola Ritonda è in questa occasione chcLancillotto s'impegna a partire alla ricerca del nuovo cavaliere: «Lancialottosi giura a quel punto d'andare in Cornovaglia, e non tornare se prima nonvede e non parla a messer Tristano» (TR. p. 142 [p. 1 90] ) . Di fatto la querle diLancillotto per Tristano non dura molto ne1 romanzo italiano poiché giIprima del viaggio di Tristano in Petitta Brettagna e del matrimonio con lsottadalle Bianche Mani, la redazione roscana delta iwuIa Riionda inserisce ilprimo incontro fra i due facendoli corniiattere al Pctrone di Meriino (TR,PP. 175-79 [pp. 220-23]). La decisa anticipazione del primo incontro con untipo di duello che verrà replicato dallo stesso testo altre due volte (TR. pp.442-44 e 488-93 [pp. 57-59 e 496-501]) ha per conscgucnza la forte niduzionedel tema della qteste del nuovo cavalicre (un tema ripreso dal Lancelot dovetale impresa è assunta da Galvano)-10 e degli incontri mancati, un elernento38. Non solo questo resto sopprirne nella lettera di C;ileouo (pp. 141 . 42 [p. i901) Icsplicitadichiarazione deIl'eccel!enza delle due coppie di arnailti (die pure hgurava iii Ricc. LXIV. j,P. 134), ma inserisce di suo un altro messaggin-relazione inviato alla cortc di Arrù u conclu-sione del duello giudiziale sostenuto da instano contro BLanorc in difesa di Languis, cosiche Artù già scrive il nome del nuovo croc ne1 lihr( y della livola Rotonda 1FR, pp. III-12 I pp.164.65]).Cfr. sopra nota 19. Poiché la presciiza di Lancillotto è esplicitamente ricordata dallaTavola Ritond'n anche all'arrivo della lettera per la vittoria di 'l'ristano su Blanore (]'R, p. 112Lp. 16]), questi messaggi a corte lirriscono per essere inessiiggi u Lancillotto.40. Cfr. KENNEDY, Lancelot and ihe Grau, pli. 26-30. Corne s'è visto, nile que.ste diGalvano per Lancillotro è addirittura introdotta ici Tristan (e du Il in TV e Ricc. ). L'ais-ticipazione del ducilo al Pctrone è della redazione che ho siglato Tav. Polidori: cfr. Tristano t'Lancillollo, PP. 99 . 113 C 190-91.
225invece attenramente dosato dal Trisian per accentuare la suspense in vista delprimo incontro-confronto al Pctrone.


Nel Tristan Lancillotto assume la que-sic di Tristano dopo averlo visto combattere - sconosciuto - al torneo delChâteau des Puceles (MÉNARD 11, pp. 368-69: Lôs. 150): episodio assente datutta la tradjzionc italiana. Ma ne1 successivo tornco della Roche Dure(MÉNARD iii, PP 223-26; Lôs. 192) allorché Tristano trionfa, Lancilotto èassente e tocca a Ginevra ammirarne la prodezza.4 c Dopo questo incontromancato, e dopo Io scontro rinviato TristanoPalamede,41 si ha l'intermezzocontrastivo del «chevalier à la housse vermeille» (MNARD III, pp. 245-46:Lôs. 197-99), che non considera affatto Tristano e Lancillotto j migliori cava-lieri in assoluto e odia Ginevra (cpisodio ignoto alla tradizione italiana). Sigiunge finalmente al duello-confronto di Tnistano e Lancillotto al Petrone diMerlino (Lôs. 202-206: MÉNARD ii!, pp. 274-86).Viene inoltre cancellata nella Tauola Ritonda (sempre a causa di qucstaanticipazione del primo incontro Lancillotto-Tristano) tutta la suggestivarete dei rapporti a distanza, di notizie avute tramite intermediani, di incontrimancati fra j due cavalieni all'interno deIl'avventura nel deserto di Dar-nantes, l'episodio cardine che costituisce il primo contatto di Tristano colmondo dei cavalicni di Artù (e la sua superiorità è segnata dal fatto che egliriesce a compiere quello che essi non niescono a fare, cioè a liherare il re).43Nello spazio del I)arnantes Tristano e Lancillotto si muovono ancora persentieri che non s'incrociano mai, ma il racconto rimbalza continuamcntedall'uno ali'altro registrando reazioni, curiosità, desideri. E signihcativo cheil Tristano Veneto, trovandosi a giuntare al Tristan il testo di Rustichello su-bito dopo l'episodio del Darnantes (probabilmente per ragioni di tradizionetestuale, poiché li s'intcrrompeva il suo modelbo) presenti in ordine ro-vesciato i pnimi due episodi della Compilazione del pisano, ponendo alprimo posto il ducilo al Pctrone e la solenne accoglienza di Tristano alla Ta-vola Rotonda, cosi da lcggerlo corne la logica continuazione, anzi il solennecoronamento dell'cpisodio del Darnames.44 Rispetto aile divergenti soluzio-ni del Tristan, della 7vola Ritonda, del Trisiano Veneto (grande distanza fraj due episodi del Darnantes e del Petrone nel Tristan; anticipazione dell'in-contro a prima del Darnantcs in TR; giustapposizione in TV: il Petrone41. Cfr. MINARD III, P . 224: «Et sachiés que a chelui tornoiement ne vint pas Lansclos.Encore rie s'estoit il pas partis de sa queste, ains aloit encore querant monsigneur Tristan».42. E si veda il significativo colloquio di Tristano con Palamede prima di separarsi in vistadel duel]o al Petrone, Et dove si parla della queste di Lancillotto per Tristano (MNARD III. P.243). Con l'avvicinarsi del primo incontro, s'intensihcano le dichiarazioni di ammirazionc edi desiderio di conoscenza.Cfr, pci' qucsto cpisodio Cuîis iti, pp. 91-135; Ricc. CL-CCXVIII, pp. 248-325; Fit, pp.2o6-28 (pp. 247-67); TV 356-392. pp. 318-56. Corrisponde a Lôs. 7W-75a. Cfr. ancheHE!JKANr. pp. 74-75 C 304-9.Tale struttura potrebbe risalire ad una redazione francese de! Tristan: cfr. CIGNI, P. 383,nota a RUST. 40; e qui supra nota 12.
226 DANELA DELCORNO BRANCAcorne conclusione del Darnantes) il Tristano Riccardiano (che non prevedel'episodio de! Petrone, in quanto verosimiirnente si concludeva con ilDarnantes)45 prescnta un 'elahorazione particolarmente sortile del terna dcl-l'incontro a distanza dei due cavalieri, rietramente accentuata nei confi'ontidel Tristan corne nei confronti degli altri testi della versione R.II Tristan impegnava il prot'agonista e Lamorat (allorché, interrotto illoro ducilo, si avviano con Ghedino ferito verso la casa del foresricrc) inuna cortese conversazione sui cavalieri di Ai'tù in quel mornenro presentine! Darnantes e sui loro menti. Tristano chiede a Lamorat:Dites moi [.1, a il ores mout des chevaliers de la 'lubie Reonde en ceste lorest?» «Sire,oïl, dit Lamoraz. Sachiez vraiement que wit li nueillor chevalier dou monde sont oran-droit en ceste forest. Mesire Lanceloz dou Lac j est et mesirc Blioberis et mout de bonschevaliers del linaige le roi Ban; et del parenté ic roi Artus meesnies en j a il gramplanté. [Curuiis iii, P. 991Tnistano pare soprattutto interessato dal grado di valore di Galvano edei suoi fratelli, il che porta Lamorar o precisare che Galvano è più famosoperché si vanta delle sue imprese mentre il migliore è Ganiet che prcfcriscccompicrie in incognito. Il discorso si chiude con !'approvazione di iristanoper talc comportarnento cortese e la dornanda:Et de Monseignor Lancelot dou Lac, se Diex vous saut, que vos en samble? Est il si Iresbons chevaliers coin l'en \'et disant? Vos le devriez bien savoir» «Si m'cïst Diex ditLamoraz, bons chevaliers est il. Je ne croi qu'il oit si bon OU monde.» 1 CURTIS 111, P. 99:cfr, TV 364, P. 326146Nel segmento narrativo corrispondente, il l'ristano Riccardiano pone ilcolloquio fra Tristano e Lamorat non durante il viaggio, bensi dopo ladistensiva accog!ienza (con relativa cena) dol forestiere (ampiamcnredescnitta in questo resto, ma assentc dal Tristan).E qUando egiino fuorono ambodue ne Io giardino, cd eglino si incominciarono a'ppar-lare insierne de' huoni cavalieri de la Tavola Rionda. E istando in cotale maniera, eTnistano clisse a l'Aunoratto: - Dimi, Amorat, se Dio fi salvi, kombatreste voi ancora konmonsignore Lanciabotto, Io quale ni'èe lodato come Io flore di tutti igl'altri cavalieri?Ond'i' ôe maggiore volontade di vedere lui che di neuna kosa ke tu mec potesse addive-nire. - cix A'ttanto dice Io conto ke, quando l'Anioratto intese queste parole, fue moltoallegro e disse: - Tristano, ora sapiate in certa verit1 ke monsignore Lanciabotro èeSu questa ipotesi, già avanzata dal Parodu (p. uoccvll), cfr. ora HEIJKANT, P. 132. e pp.287-312.46. In seguito, lasciaco Gliedino ferito presso l'ostello. Tristano e Lamorac continualio ilviaggio per la foresta: e li sono abbatruti dal misterioso cavaliere della Bestia Gratisante. Perconfortare Tristano, Lainorat gli dice che cosi avviene neile avvcnture e che si è a volteahbattuti da cavalieri di minor vabore, conte è accaduto qualche giorno prima tu Lancillottoabbattuto da 1 lestor (CURris iii, p. toi; TV 365, p. 328).
227de li migliori cavalieri kessia al mondo e'pper certo sappiate k'egl'èe tenu[() Io flore ditutti igl'altri kavalieri. Ma i'ôe kombattutto giac kolbui mille flate, nia nnon in questodiserto; ondin non trovai mai neuno cavaliere ke allui si potesse apparecchiare dicavallcria, salvo voi. Ond'io vogllo ke voi sappiate ked io credo bene ke voi albui Sieted'uno uguale cd assai prode cavaliere. - Molto parboe) l'Anioratro di questa aventura.Ma quando Tristano inrese queste parole, tue molto allegro e disse: - Per mia fé, iorei volontieri vcdere lui; onde per certo il sacciate ched in si androc ne Io reanie diLongres solamente pur per vedere lui. - Molto menava grande allegrezza Tristano,ricordando egli Lanciaborto. Ma'rtanto dimorarono a Io giardino kell'ora si fue venutade l'andare a'pposare, e attanto si si tornarono ne la magione de Io forestiero; e istandoper uno poco, cd cglino si andarono apposare. Ricc. CLIX, 13 - CLX, 3, P . i61IGalvano e j suoi fratelli sono spariti e cos! le informazioni su chi si trovane1 Darnantes: ciô clic interessa è solo la domanda sul valore di Lancillottoe il desiderio di incontrarlo (e si noticlicLarnorac lascia trasparire il dub-bio - dopo aver combattuto con Tristano - chc il prinlato di Lancillotto siaunico e indiscutibile).47Allorché si separano Tristano incarica Lamorat di salutare Lancillotto:«eppotragli dire ked io si abo maggiore volontade di vedere lui, ch'iononn-ôe di neuna kosa del mondo» (Ricc. ci.,xiii, 8, p. z66). Laniorat pro-mette di farlo, ma allorché incontra Lancillotto non solo riferisce j saluti diTristano, ma si distende in un elogio clic non ha riscoritro ne1 testo francesee dove Tristano è definito senza mezzi termini «Io migliore cavalierc delmondo» (cucv, 9 - CLXVI, 3, pp. 268-69).4 A qucsto segue la richiesta diLancillotto a Lamorat (speculare a quella di Tristano già citata) di salutareTristano da parte sua; «e ditegli ked io si abo troppo grande volontade divedere lui» (RICC. CLXVI, 4, P. 69). Assai divcrso è - a questo punto - iltono del Trisian, rneno scopertaniente clogiativo. La venuta del nuovocavaliere nel Darnantes è la novità del niomento clic Lamorat comunica aLancillotto irincscando in quest'ultimo una sorta di 'amor de bonh', unastruggerne volontI di vederbo,49 che sfocia nella dornanda: «Mes, por Dieu,47. Sempre ne1 Riccardia,,o nelbo scontro col cavaliere della Best:a Grarisanic (cfr. notaprecedente) lrtstano non è scavalcato, ma il suo cavallo s'ingmocchia (una variante per nonniostrarbo inferiore?): adiraro dit la colpaal destricro, e Larnorat ricorda chu similmente èavvenuto a Lancilborto: «e qucsro si adivenne per difalta de) suo kavallo» (CLXIII, 4, P . 265).48. «Io migliore cavalierc a cu'io unqua m'abbatresse e con coin unqua kombatresse, nedin non credo kessia al mondo ncuno cavaliere ke kolbui poresse durarc ... » (RICC. CLXVI, 1.p. 269). E descritta minutamente la tecuica di duelbo di Tristano («In miglior feritore delmondo»): «tied m non credo ke al mondo Sia neuno cavaliere ke al]ui potesse durare,sennoe voi solamente». Qucst'ultima riserva - quasi un cliché in quanti parbano di Tristano -è nuovamcnte travolta dabl'affermazione «sappiate k'eglt èc tanto kortesisimo ke vot vi nemaravigbiereste de la sua cortesia» (ivi. CLXVI, 3, P . 269).Cfr. CURTIS III, p, 109 e TV 372,J). 336. Si legga il passo nella s'ersione di quest'ultino:«Ben sis do vignudo Si m'aida Dio, do sè Io chavalier al mondo che io niai non viti e clic inpbui presio e boldo perché in ho aldido dir tante rasion de lui qu'ebo sè hora de maor nomenança clic nigun prodonso che io sepa. Se Dio nie consegia, io In desiro plui veder dia cava-lier che io sepa né hoin del mondo non credo clic sis si desiroso de lui veder conto mi».itant me dites, est il si biax com l'en vet disant?» (CURTIS iii, p. 109) e nel-l'imrnancahilc incarico a Larnorat di salutare Tristano. Tuttavia non ci saràun nuovo incontro fra Lamorat e iristano: ma il iristano Riccardiano,diversamente dal Tristan (e in questo seguito dalla Tavola Ritonda) aggiun-ge di suo la venuta di Lancillotto nel mornento in coi Artù, liberato dall'in-cantatrice, viene a conoscenza dell'idenrità del suo liberatore da Gariet. AIdisappunto del te perché s'è lasciato sfuggire Tristano (CURTIS iii, P. 134) eal pensiero della delusione chc ne avrà Lancillotto, il Riccardiano oppone!'entrata in scena di Lancillorto stesso, in un ennesimo incontro mancato,ma cos! da aggiungere la sua voce prestigiosa al coro delle lodi per Tristano(Ricc. ccvu-ccviii, pp. 316-17).50Corne è apparso dal!'analisi dell'episodio del Darnantcs i discorsi fra Ipersonaggi hanno nel romanzo una parte di grande rilievo. II parlement èforse uno dei procedirnenri pii tipici del romanzo arturiano. In viaggio,nelle case di forestieri e valvassori, nelle pause di duelli e tornei, nei riposipresso le fontane, i personaggi discutono. E questo Io straordinario tempolungo del romanzo arturiano in cui affonda e si smarrisce il lettore moder-no, nonché è il varco offerto a rimaneggiatori e copisti per inscrire opinio-ni, coloriture interpretative, spostamenti di giudizio. Ne scaturisce unamarcata polifonia, una niolteplicità di punti di vista che paradossalmenteriavvicina questo tipo di romanzo a quello moderno. Lungo il fluo di questiparlements si svolge in larga misura il confronto Lancillotto-Tristano. Se ilTristan costituisce già di per sé una risposta alla domanda 'Quai è il rniglio-re cavaliere?', talc risposta è tuttavia lasciata ai letton, e assume la forma diinterrogativo critico, di ipotesi discussa. Il colloquio notturno di Kahedin ePalamedes alla fontana (ascoltari a loro insaputa da Lancillotto) è uno, deivertici di questa prospettiva bifocale (Tristano e Isocta o Lancillotto e Ci-nevra?), corne è stato acutarncnte sottolincato: là dove la voce di Kahedin,ainico di Tristano e innamorato scnza speranza di Isotta, esprime senzamezzi termini la sua delusione di fronte a Gincvra e alla corte di Artù, Lan-cillotto si astiene cortesemente dall'intervenire, e la questione resta aperra(MNARD 1, pp. 162,-88: Lôs. 96)5'Questo cpisodio, fra j più tipici della linea del parlement sul migliorecavaliere, è assenre dalla tradizionc italiana, e naturalmenre non è l'unico.50. Cfr. TR, pp. 227-28 (pp. 266-68). Nel solo Riccardiano Lancillorto ricorda per di put leproprie ragioni di particolarc gratirudine verso Tristano, per la ckmenza usata al cuginoBrunoro )Blanore) in occasione del dueflo giudiziale in difesa di Languis (Ricc. ccviii, 5-7,P. 317). Questo particolare è solo net Riccara'iano.i. Cfr. i contriburi dclla BAIJMGARTNER e delta KENNEDY citati a nota 6.52. Altri casi sono: il preccdente COHOqUiO fra Palaniede e Kahedin (ascoltati da Marco che siè nascosto per paura) e la successiva rivelazione a Marco che Tristano non è morte (CuRris III.PP . 197-213: cfr. Lôs. 8), in particolare il paragonc di Uristano con Porc, e il grano rispetto alpiombo a alla paglia (ivi, p. 205) e le lodi di ...ristano che enflai corrono alla conte di Artù (ivi.
TRISTANO E LANCILLOTTO A CONFRONT() 229Tuttavia nei nostri testi si verifica unit netta riduzione di questo procedi-mento, conservato soltanto dalle traduzioni letterali, clic sono perô parziali:nel Tri.vtano Vendu mancano le sezioni più ricche di questo tipo di materia-le; più indicativo il 1'ziviano Corsiniano, clic conserva le numerose discussio-ni in margine al torneo di Loverzep. o Agiva pi-obahilmente nei testi in lin-gua italiana non solo litper un racconto più spedito, ma esscn-zialmente l'esigenza di unit maggiore chiarezza esemplare. Le caratteristichedell'episodio del D-amantes ne1 kiccardiano, proprio accenruando la presen-z-a di Lancillotto, finiscono per sottolineare la superioriti di Tristano.La 7wo/a Ritonda che pure ha dato un certo spazio ai parlenieuls in mar-gine al torneo di Loverzep, soprattutto per introdurre il bizzarro controcan-to di Dinadino,s4 se ne serve essenzia!mente per ribadire il punto di vistadella superiorità di Tristano su Lancillotro. Cosi avviene che durante il cam-mino di Tristano, Palamede e Gariet verso la Gioiosa Guardia. Garietsic priega Palaniides ch'egli gli dica quil cavalicre gli pare più pro': o Tristano oLanciliotto. E Palamides disse: - Io ô giô provato e l'uno e l'altro: ma egli èe viliania udire in presenzia altrui. Mu per quella fô d'onde io sono cavaliere, che io vi dirôe lavcriti, secondo Io mio parere: che tale somigiianza è in fia Lanciabotto r Irisiano. quan-10 è in fia Io argento e l'oro. - E Iristano priega gli due cavaticri clic di rio non si r-agio-ni. (IR, P. 35 I p. 3821* *p. 212); b'incontro col niisterioso cavalicre «ii la bouche vermeille» clic esprimca Galvano eBliohicris il suo scetticisnio sulia supremazia di instano e Lancillotto, SCL)za peraltro esprirnercchiarainente chi sia per lui il niigiiore cavaliere (N1$NARD Iii, pp. 255-56; cfr. Los. 198). Questiepisodi, corne il parle/P/ei1 alla !ontana riassunto ne1 testo, mancano neile versioni italiane; Pul-timo manca addirittura da V I (cfr. Lôs., pp. 142, nota i e 146 note i e z; BAUMGAISTNLR, Le.-drzsia,i en prose», t• 53), cioè dalla redazione del TrAtaîz parti col armente diffusa in Italia. Perun possibile riflesso dci parlements notturni fra cavalieri le di quclk) fra Kahedin, Palainede eLanciilorto) oeil 'Orlando lunamorato, cfr. Tristano e Lancillotto, pp. 165-73.Il Tristano Corsinianr, corrispoilcie circa ii MfNARD, vol. y. La stessa sezione (Lôs. 338b-380) è conservata anche dall'inedito Trirtano Panciatichiano e dal franimento deli'ArchivioStorico di Todi rinvenuto da PAI1ADISI-PUNZI, La tradizione del «Tristan cii prose» in eflua ,IUOI'a traduzione toscani.Cfr. TR, pp. 353-69 (pp. 379-94) e Ro'nanzi italtan,, pp. 145-47. Su! personaggioDinadano, cfr. E. VINAVER, Un chevalier errant è la recherche dit Sens dz, monde: quelquesremarques sur le caractère de Dinadan dans ic Tristan en prose, in Mélanges de linguistique etphilologie médiévale offerts à Matirice Delbouilic, Geinbloux, Duculot, 1964, vol. il , pp. 677-86; A. ADLER, Dinadan, inquiétant ou rassurant?, in Mélanges offerts à Rua Lejeune, Genibloux,Ducubot, 1969, VOL ii, pp. 935-4.55. Per Uristano paragonato iill'oro cfr. b'episodio del Tristan citato a nota 52: ma qui ilparagone è ristretro a Tristano e Lancillotro e il contesto è differente. Questa conversazionenon ha riscontro nei testi francesi de) Tristan, né in qucibi itaiiani (neppure ne) TristanoCorsuzuzno clic contiene questa sczione del romanzo): va quindi considerata un trittospecifico di ...R.
230 DANIELA DELCORNO BRANCAGiunto a narrare la morte del protagonista, l'autorc della lavola Ritondasente il bisogno di discutere le «quattro openloni» correnti su chi sia ilmigliore cavaliere (pp. 50I-3). In questa pagina, alla nioltepliciti prospetricadel parlements ciel rornanzo francesc è sostituita la volontà pragrnatica di unmodello esemplare fuori discussione, ricavata, secondo procedirnenti logiciche arieggiano la quaestio, servendosi dcll'auc-toritas de! libro «fonrana ditutti li libri e romanzi che si leggano», dal volume appartenuto a Piero contedi Savoia e poi a Gaddo de' Lanfranchi di Pisa. Le «quattro opcnioni» rap-presentano altrettante possibiliti interpretative, chiararnente attestate inItalia (anche se non soltanto in Italia): e della loro fortuna è documento pro-prio la necessità di discuterle e di rifiurare tre di esse. La prima suona:«Alcuno crede e dicc che i cavalieri della Tavola Vecchia furono i più prodel mondo»: cosi proponeva Io straordinario episodio de! \Tecchio Cavalierecol quale si apriva la (7ompilazione di Rustichello (e viene il sospetto che illibro di Piero di Savoia e poi di Gaddo de' Lanfranchi di Pisa sia citarocorne aucioritas antagonista al libro di Edoardo d'Inghilrcrra allegato daRustichello);56 e talc era anche l'opinione della Fiorita di ArmafljnO7 e dei,vari cultori dei rornanzi della Tavola Vccchia (basti nicordare in Toscana ilvolgarizzarnento deIl'episodio di Febus e 1 (jn1ari di Febus-el-forte, al nordl'esplicita richiesta di questo tipo di testi da parte di Borso d'Este a metiQuattrocento).58 Seconda opinione: «E alcuno dice messer Lancellotto».Era l'opinione messa in crisi dal Tristan in prosa: quanto all'Italia non sidirnentichi che Dante dcdica ben più rilievo a Lancillotto che a Tnistano, eancora in direzionc del Lancelot vanno le rarissime filigrane arturiane diPetrarca.59 Terza possibilitù: «E alcuno dice messer Galasso». Cosi certa-mente sostenevano gli appassionati del Graal, che in Italia furono per bmeno un'attiva minoranza fra Veneto e Toscana, nonché j semplificatoridella narrativa bretone in chiave moralistico-popolare, corne gli autori deicanrari con Galasso cremita che libera da pericoli dernoniaci la corte diArtù, Lancillotto e Tristano compresi (cantari del Cavalière del Falso Scudo,di Astore e Morgana, di Galasso dalla Scura Valle). 6o «E alcuno pone e dicedi messer Tristano»: questa è la quarta e vincente opinione, che l'autore56. (2fr. sopra nota 8 e soprattutro CIGNI, pp. 9-15, per il rinvio al libro di Edoardod'Inghilterra; sulla hsiononiia del libro di Gaddo de' Lanfranchi di Pisa. S. Guiw, Suitefonti delta Tavola Ritonda. in U,naniià e ,Storia. Scriiti in oMbre di Adeichi Auisani, Napoli,Giannini, 1971, pp. 129-55.7. Cfr. Tritano e Lancillono, pp. 89-97.8. Cfr. Dai roman de I'alame/es ai canlari di Fchu.ç i'iforte, testi franccsi e italiani de) Duee Trecento a cura di A. Lirnentani, Bologna, Coniinissione per i testi di lingua. 1962; per larichiesta di rornanzi della Tavola Vecchia da parte di Borso d'Este, cfr. da ultimo A. 'fissoNiBENVINUTI, li mondo cavalieresco cia corte estense, in I libri di Orlando Innamorain, Ferrara-Modcna, Istituto di Studi Rinascirnentali. Painini editore, 1987, pp. 13-33, a P. 23.9. Cfr. E. CALDARINI, Da L.anciiiotto n Petrarca, in «Lettere Italiane», xxvii (1975), pp.373-80; Tristano e Lanciliotto, pp. 143-54.6o.

Sul Graal in Italia, cfr. da ultimo La grain Queste del Saint Graal, con iniportanti consosticnc contro le altre tre, ricliiarnando irna scrie di episodi e di particolaridel suo rornanzo ormai prossirno alla fine.

Si puô osservare clic quasi tuttiquesti elementi narrativi rappresentano divcrgenzc dalle redazioni del Tristan (anche italiane) o sono prohabili invenzioni dell'autore: che Brunoro, padre di Galeotto vinto da Tristano, fosse un cavaliere dellaTavola Vecchia; le vittorie nella Valle Brima e nella Valic Franca, dove Tristano appare superiore a Lancillotto che Io accompagna;63 la superioritdi Tristano in tutti j casi in cui si sia trovato a conihattere con Lancillotto(episodio moltiplicato, corne s'è visto).64tributi di R. Benedetti e M. infurna; e la mia recensione a questo volume in «LettereItaliane», XLIII (1991), pp. 308-18.

Le edizioni dei volgarizzamenti della Queste e dell'E.s-ioircdel Saint Graal a cura di M. Infurna ( La inchiesta del San Gradale e La sioria de! SanGradale, Padova, Antenore, 1999).

Per i cantari con Galasso eremita, ora editi in (Jantarifiaheschi arluriani, a cura di D. Delcorno Branca, Milano, Luni, 1999, dr. Tristano eLancillono, pp. 201-23.

Sulla distinzionc fra la preminenza di Galasso e di Tristano, cfr. TR,PP. 430- 3 1 -502-3 (pp. 448e 508-9); Romanziiia/ianz, pp. 200-1.61. Unit prima analisi di questo tema ho dato in Ronianzi iial,ani, pp. 95-104; ma a tutto ilvolume si rinvia per la documcntazione analitica delle affcrmazioni Che seguono.62. Grazic alla somiglianza dei nomi: Branor li Brun è il nome del Vecchio Cavaliere (cfr.RUST. 38); l3runor è il padre di Galeotto (CuRns il, P . 73). La Tavola Ritonda dice senz'altro«era appellato Brunoro Io Bruno, padre dello alto prencipe Galeotto cd era cavaliere dellaVcccFiia Tavola» (TR, p. 127 [p. 1771 e cfr. p. 502 [p. 5081).

Già il Riccardiano identificavac;alcotto con Galeotto Io Bruno del lignaggio dei Bruns cavalieri della Tavola Vccchia (Ricc.Li x, 20, p. 123). Cfr. Romanzi italiani, p. 99, nota 74.63. Cfr. TR, pp. 413-15, 438-50 (pp. 432-34; 454-64): «con alcun cavaliere della Livola Vccchiaconbatté per la ViUc Brunit e per la Valie Franca; e da neuno ehbe disinore» (TR. P. 502 [p.08]).

Effcttivamente in questi episodi (clic non trovano cornispondenza precisa in FICSSUfl altrOtesto né francese né italiano), oltrc ai moiti giganti ahbattuti (e qui ricordati), compaionoSigurans Io Bruno della Tavola Vccchia, che ahbatte Lancillotto cd è vinto da Tnistano (pp. 413-15 [pp. 432-34]), C aneora «uno antico cavalicre, Io quale cra stato della Tavola Vecchia, signorcdi quebla contrada e ora, per paura era fedele dei dui giganti» (TR, p. 44 0 [p. 455-561). E siafferma die la \'alle Pericolosa era tale che «niuno cavalierc della Tavola Vccchia, per dottanza,non vi voile mai andare» (TR, P. 439 [ p . 4551).

La superiorità di Tristano sulla generazione dellaTavola Vecchia è sottolineata ancora da vari particolani del duello con Car-ados (TR, pp. 311-24[pp. 341-52]) e dall'opera di rimozione e di rovescianiento dell'episodio del Vccchio Cas'aliercclic apriva la compilazione di Rustichello: cfr. per qucsto i miei contrihuti Ronian:, zialiani, pp.98-99 e Tristano e Lancil!otto, pp. 205-6 (nota 13) e 221 (nota 54).64. Oltre alla moltiplicazionc dcgli episodi del ducllo al Petrone (di eu' gii s 'è (lutte), laTacola Ritonda non perde occasione per sottolineare la superioritii di 'l'nistanu: «riel nostrolibro non si porte né truova che mai messerc Lancialotto a giostra avesse uno vantagglo sopraTnistano, che 'l'ristano non avesse un alite, sopra di lui; e mai non combatterono di spada,pure clic la battaglia avesse durai-a, clic da iristano venisse Io riposo» (l'R, p- 502 [p. oXJ(.Particolarnicntc insistita la serie di queste notazioni non solo ncgli episodi della Valle Brimae Valle Franc-a (aggiunti dall'autore), nia anche oc1 caso dell'ininiicizia Tristano-Lancillotto acausa del Vallcito dalla Cotta Maitagliata seguita dalla gucrra ira il te di Norgalcs e quellod'Irlanda (TR, pp. 393-413 [pp. 414-321: cfr. Lts. 478-479; 489-490 e 4921. il confronto coltesto di Rustichello (ltvsT. 118-141 e 148-157) mostra chiaramente corne si tratti di Clementipnopri del romanzo italiano, in quanto la Coinpdazione più volte sottolinea l'assoluta panitùdei due cavalicri durante Io scontro: RUST. 136, 12 e 137, 14. Cfr. invece TR, pp. 407-8 (pp.426-28: durante un duelbo clic nel testo franicese è solo annunciato, nia successivamcntcinipedito, mentre la Tavola Ritonda Io descrive, facendolo interrompere).

La linea vinccntc trislaniana non approdava tuttavia solo a questi esiti ditipo ragionativo e didascalico: alla sottile variazione dell'incontro a distan-za fra i due eroi proposta dal Ricardiano, al rnontaggio fra gli episodi dclDarnantes e del Petrone realizzato dal Tristano Veneto, occorre alfiancarela straordinaria rilettura inventiva del Tristan operata dalla lavola Rikmdasecondo le esigenze e gli ideali della borghcsia cittadina trecentesca. Gliepisodi delta Valle Brima e delta Valle Franca (dovc l'openi dei cavalieri èvista corne liberazione dalla violenza e dal sopruso: ]R. PI'- 413-15, 438-50[pp. 432-34 C 454- 64]), le solenni dichiarazioni poste in hocca a ]ristano ne!Darriantes sulla cavalleria corne servizio della società civile ('IR, pp. 208-II[pp. 249-51]), le buric a Dinadano (di sapore novellistico: 1R, pp. 272-76[pp.305-91), gli infelici arnori e il suicidio di Burletta della Diserta (TR, pp.298-303 [pp. 328-33]), la vittoria su Lasancis e la distruzione delle armiincant-ate (pp. 324-36 [pp. 353-641, la rncravigliosa segregazione delle duccoppie di amanti presso la dama del Lago e gli effetti illusionistici su quantili cercano (TR, pp. 415-26 [pp. 434-43]), la morte dichiaratarncnte cristianadi Tristano (TR, pp. 496-514 [pp. 503- 18]), dccrctarono - ben più delleargornentazioni didascaliche de!l'autorc - non solo il succcsso di un perso-naggio, ma anche il successo di un resto.Nota hibliograjica su 11e edizioni dei lesti arturianiIi Tristan in prosa viene cirato per la prima patte seconclo l'edizione curata daR. L. CURTIS, 3 volt., Cambridge, D. S. Brewer, 1985 (= CURTIS) e per il seguitosecondo l'edizionc diietta d it MFNARD, 9 voit., Genève, Dioz, 1987- t996 (=MINARD). il Lancelot in prosa è citaro secondo ledizione di A. MIcIIA, 9 Vo11.,Genève, Droz, 1978-1983 (= LM): si ta tunavia ricnrso anche all'edizionc deltaprima parte (o Lancelot non cichco) curant (la E. KENNEDY, 2 volt., Oxford, Cla-rendon Press, 1980 (= PU. Quanto aile traduzioni italiane: La Lwula Riio,ida, cd.E L. Polidori, Bologna, Romagnoli, 1864-1866 (= TR); 1/ Trisiano I
Abbreviazioni bibliografiche

CIGNIE CIGNI, Introduzione e note a RUST.CURTIS
Le Roman de Tristan en prose, cd. R. L. Curris, vol. i, Miinchen, 1-ILleber, 1963;vol. ii, Leiden, Brui, 1976 (ambeduc ristampati a Cambridge, D. S. Brewer,1985); vol. iii, Cambridge, 1). S. Brewcr, 1985 (si cita per volume e pagina; even-tualmente si aggiunge paragrafo e riga).H ElJ KANTM. j. HEIJKANT, La tradizione del «h-iitan» in prosa in italia e proposte di studiosul «Tristano Riccardiano», Nijmegen, Sneldruk Enschede, 1989 (dissertazionedi dottorato).LMLancelot. Roman cii pro.o clic XIII" szccic, édition par A. M icha, (cnvc, I )roi.,1978-1983, 9 vol1. (si cita per capitolo - in cifre romane - e paragrato).Lôs.E. LÔSETH, Le roman en prose de Tristan, le roman de Palamcic, cl la compila-tion de Rusticien de Pise. Analyse critique d'après les inaijuscrils de Paris, Paris,Bouillon, 189! [ristampa Genève, S!atkine, 19741 (si cita per paiagrafi, salve,diversa indicazione).M NARDLe roman de Tristan en prose, publié SOUS la direction de Ph. Ménard, Genève,Droz, 1987-1996, 9 vol1. (si cita per volume e pagina).PLLancelot do Lac: the non-cyclic Old French Prose Roiniecc, cd. E. Kennedy,Oxford, Clarendon Press, 1980, Zvol]. (si cita senipre il vol. I, contcncntc iltesto, per pagina).Ricc.Il romanzo di Trj.çtano, cd, A. Scolari, Genova, Costa e Nolan, 1990 (si cita percapitolo - in cifre romane - e pagina; eventualmente anche per paragrafo: la di-visione in capitoli coincide con quella dell'edizione Parodi).Rornauzi italianiI). BRANCA, I romauzi ,la/csni cil Tr/ * tano e la «Tsvla Ruoedc», I ircnzc, ()Ischki,1968.Rus-r.Il romauzo arturiano di I'ustichcllo da Pisa, cdizionc critica, trciduzione e com-mento ii cura di E Cigni. Premessa di V. Bertolucci Pizzorusso, Pisa, Cassa diRisparrnio di Pisa-Pacini editore, 1994 (si cita il tcsto per capilolo e paragrafo; ilcorredo critico è citato corne C1GN0. TRLa iwola Riionda o l'isioria ii 7risiano, edizione F. L. Polidori, Bologna, Rorna-gnou, 1864-1866, z Vol]. (si cita il primo vol. commente il testo, per pagina);segue, fra parentesi, il rinvïo alla pagina della ristampa curata da M. j. Fleijkant,Milano, Luni, 1997.Tristano e Lancillotto

"Lancillotto in Italia": Studi di letteratura arturana, Ravenna, Longo, 1998.


Il libro di messer Tristano. ("Tristano Veneto"), ed. A. Donadello, Venezia, Mar-silio, 1994;

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