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Sunday, May 17, 2015

Rinaldo ed Armida, Ruggiero ed Alcina

Speranza

Il riferimento più vicino nel tempo per Torquato Tasso è ovviamente Ruggiero e Alcina nell'"Innamorato" di Boiardo e nel "Furioso" dell'Ariosto. 
Proponiamo un confronto.
 
RUGGIERO E ALCINA- Boiardo e AriostoRINALDO e ARMIDA- Tasso
La cattura di Ruggiero II da parte d'Alcina è uno dei tanti episodi dell'"Innamorato" e del "Furioso".La liberazione di Rinaldo d'Este da Armida è FONDAMENTALE  per garantire la vittoria ai cristiani.
Alcina conquista Ruggiero II, promesso alla Bradamante, con la magia.

Alcina si trasforma in una donna bellessima, finché, grazie a un amuleto, Ruggiero II svela la sua vera natura.
Armida incanta Rinaldo d'Este con la sua bellezza e la seduzione.
Alcina si prende Ruggiero mossa da lascivia.Armida si innamora davvero di Rinaldo e anziché ucciderlo, come vorrebbero gli altri maghi, crea per lui il giardino incantato.
Alcina è un personaggio statico.Armida è un personaggio dinamico, alla fine si converte e diventa ancilla di Rinaldo d'Este.
Ruggiero e Alcina sono personaggi ripresi dalla tradizione cavalleresca.     Armida è un personaggio inventato da Tasso.
Nessun approfondimento psicologico dei personaggi.Approfondimento psicologico.                                                                                                                                                                                        


APPROFONDIMENTO:

IL RINASCIMENTO E IL GIARDINO ALL'ITALIANA.
 
Nel Medioevo italiano, il giardino ha un scopo utilitaristico.

Nella letteratura italiana però il giardino è ben presente come utopia.

In Dante troviamo l'opposizione della selva oscura con il giardino del Paradiso terrestre.

In Boccaccio abbiamo un giardino ideale (il mitico giardino di Pomona) ne "L'amorosa visione" e nella villa di campagna dove l'allegra brigata si rifugia per fuggire dalla peste e dall'imbestialimento da essa portata nel mondo cittadino. 
 
Nel XV secolo, la riscoperta dei classici latini condizionò l'architettura dei nuovi giardini all'italiana.

Nel giardino viene ricreato il locus amoenus classico.

L'idea di giardino all'italiana assume un significato profondamente decorativo e architettonico, realizzato su modello di quelli antichi con un rigoroso schema geometrico delle aiuole bordate di bosso, trova la sua forma primitiva più illustre nel giardino di Villa Medicea di Castello, a Firenze

Nel Cinquecento nasce il giardino da guardare.

Si comincia ad usare i viali come assi prospettici che connettono le varie parti del giardino e viene data particolare attenzione agli effetti panoramici, accentuati con giardini pensili, terrazze e scenografiche scalinate.  

I  giardini seguono attentamente la geometria delle forme.


Nasce l'architettura vegetale, l’arte topiaria, usata già dell’antica Roma dove minerali e vegetali sono usati allo stesso modo, plasmati dall'uomo e al suo servizio.

Uno dei più grandi esempi di giardino all'italiana è il Giardino di Boboli a Firenze
Davvero eccentrico il giardino di Bomarzo o "giardino dei mostri" del Principe Pier Francesco Orsini (1552).

Nel XVIII secolo nasce invece il giardino che non si avvale più di elementi per definire e circoscrivere lo spazio, come fondali, quinte arboree o prospettive, ma si basa sull'accostamento e sull'avvicendarsi di elementi naturali e artificiali, tra cui, grotte, ruscelli, alberi secolari, cespugli, pagode, pergole, tempietti e rovine, che chi passeggia scopre senza mai arrivare ad una visione d'insieme, un luogo comunque in cui la natura non è mai incolta, anche quando assume un carattere selvaggio.

IL GIARDINO MAGICO DI ARMIDA (Locus amoenus + hortus conclusus).
 
"Dentro è di muri inestricabil cinto
che mille torce in sé confusi giri,
ma in breve foglio io ve' darò distinto,
sì che nessun error fio che v'aggiri.
Siede nel mezzo un giardin del labirinto
che par che da ogni fronde amore spiri;
quivi in grembo a la verde erba novella
giacerà il cavaliere e la donzella".

(Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata, canto XIV, 76)


Il giardino di Armida assomiglia per certi versi al giardino ideale del Rinascimento, per altri se ne allontana.

Nel giardino rinascimentali domina la razionalità, il giardino d'Armida è invece opera di magia.

È presente l'elemento archetipico del LABIRINTO, che rimanda naturalmente al mito di Teseo.

Il labirinto è uno spazio geometrico nel quale si trasferisce una delle paure elementari e primigenie dell'uomo, quella di smarrirsi nel bosco.

Conosciamo antichissime raffigurazioni di labirinti su pietra vecchie di quattromila anni.

"Selva oscura" e labirinto per quanto diversi hanno lo stesso significato.

L'iconografia cristiana riprende l'immagine del labirinto per indicare il cammino lungo e pieno di errori che conduce il pellegrino verso la Verità.

Nelle cattedrali medievali (San Vitale a Ravenna, San Michele a Pavia) si trovano spesso grandi labirinti disegnati sul pavimento.

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