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Saturday, August 13, 2011

A. Carlone, pittore genovese

Quantunque nello fcrivere la vita di Andrea Cartone io fia flato prevenuto da Leon Pafcoli: pure non debbo ommetterla; si, perchè quefto Carlone è de' noftri più degni di rimembranza; si, perché il Pafcoli molte cote intorno a quello ha taciuto; e si ancora , perchè alcuni sbagli ha prefo, che convenevol è ftano da me in quefta occafione mo(ìrati.

Andrea

Di quefto infigniflìmo Pittore , il Padre fu Gio. Battifta Cartone: la Madre Niccoletta Scorza , e non già . Erfilia Caftelli, come il Pafcoli fcrive: nè, coni' ei vuole, Di nacque già Andrea V anno 16z6. , ma bensi 1' anno 1639. Andrea [\ d\ 22# fa maggio, conforme fi ha da' libri battefimali della Parrocchia di S. Sabina. U fuo medefimo Padre gli fu Maeftro nella Pittura: e ficcome il Maeftro era valente, e il Difcepolo figlio era dotato di buon ingegno: cosi egli in breve fi ridufle a tal pratica dell' Arte; che potè efler d' aiuto ad eflò Padre nell' efecuzione di molti lavori. Ma il defiderio di maggiormente avanzarli gli fuggen di paffare a Roma, nella qual città avrebbe avuto campo di far vantaggiati ftudj; frequentando le ftanze di que' famofi Profeflòri di Pittura, che colà operavano; ed imitando que' Tariflìmi efecnplari, che mettono in comparfa il fiore dell' antica , e della moderna virtù. Condifcefe il Padre al buon fine del figlio., che tofto s'incamminò a quella volta ben_. provveduto, e raccomandato . Quivi s' elefle per guida il Maratti, fotto la cui direzione molto apprefe, e molto affinoflì.

Dopo alcuni anni di Tua dimora in Roma ritornato a Genova con fama di molta perizia, ebbe qui fubito 1' incumbenza di fare una tavola per la cappella de' Corrieri in_quefta Chiefa di Santa Maria delle Vigne. Ciò, che dovea rapprefentarvi, era il Miftero dell3 Annunciazione della Sanriflìma Vergine. Teneva egli appunto appreflb di fe un difegno di tal argomento, copiato da un' Opera del Maratti, che non per anche era (lata pubblicata dal bulino dell' Audenaerd. Se ne valfe per tanto a ricavare il fuo quadro, pochifììmo appartandofi da queli' idea . Il quadro piacque, ne il furto fu allora si facilmente feoperto, come avvenne dipoi. Ad ogni modo ella è cofa ftimabiliflìma, anche oggidì , fe non per altro , almeno per lo bel colorito, e per l'unifona armonìa , con cui è condotta .

Non andò gran tempo, che Andrea parti nuovamente da Genova per Roma. Di là pafsò a Napoli, e da Napoli a Meflina. Quivi fi fermò circa un anno: ma che vi operafìe non fi fa. Il genio di veder Venezia, e di ftudiare

il nobil

il nobil colorito di quella fcuola gli fece abbandonar la Sicilia . Narra il Pafcoli, come giunto Andrea in Venezia-. 1lringeffe amicizia con un Pittore, ch' era con lui partito

da Meflìna , e in compagnia di effl ò andaiTe a copiare il qua- Di dro di Paolo Veronefe nel refettorio de' Monaci Benedet- Andrea tini; ma vedendo colui , che Andrea lo fuperava di molto A*LON -' nel maneggiar de' pennelli; fe ne attriftò grandemente: indi ne nacquero fra loro gravi controverfie, che poi fi fedarono da un de' primarj Cavalieri Veneziani, fattone mediatore . Dopo ciò prefe Andrea a copiare V altro gran quadro dello fieno Paolo Veronefe, efiitente nel refettorio di S. Giorgio Maggiore: e quel Cavaliere di quefta copia talmente s'invaght; che a tutto cofto volea comperarla: ma Andrea-* gliene fece generofo dono . Onde il Cavaliere lo prefe fempre più a proteggere, e gli fece aver occafioni d' altri quadri da' fuoi Amici, a' quali Andrea foddisfece con fuo grande onore, ed emolumento . Profeguì poi a fare altri ftudj fulle Opere del Tintoretto , e del Tiziano . Dopo ciò prefe congedo dagli Amici, e dal Cavaliere fuo Mecenate , che fentì non poco difpiacere della partenza di lui; e gli fece regalo d'un anello ricco di rubini, il quale anello fu dal nollro Andrea fempre portato in dito per grata memoria.del Donatore.

Partito da Venezia girò per molte altre città d'Italia fino all'anno 1678., nel quale finalmente ri patriò. Qui fu tantofto impiegato a dipingere la volta della cappella dedicata all'Annunciazione di Maria Vergine nella funtuofa_. Chiefa del Guaftato: e vi rapprefentò efla Vergine da Angioli AiTunta in Cielo con gli Apofldi intorno al fepolcro in atto di divozione, e di maraviglia . Vi fece pure quattro tavole laterali ad olio: due con figure di Profeti, e le altre due con iftorie della vita della Santiflìma Vergine: cioè , quando ancor bambina fu preftntata al Tempio; e, quando andò a vifitare Santa Elifabetta . In quefta tavola^ foicca quella foave, e graziofa maniera, che di frefeo avea (ticchiato dagl' infigni Veneziani Pittori.

Dipinfe pofeia due belliffimi quadri ad olio, che fervono di laterali entro la cappella di S. Niccola da Tolentino

nella

nella Chiefa a quefto Santo dedicata fuori la porta dell'Albergo. Effigiò in uno di effi il medefimo Santo , che giacendo raai lato rifiuta di mangiare un pollo apprestatogli . Sono in

Di quefto quadro molte figure , come della Vergine, di S. AgoCailone. ^"10 , & S. Michele, che fuga gli fpiriti infernali, di Religiofi affiflenti; ed altre, che formano un comporto di varie , ed oltremodo fpieganti vive attitudini. Neil' altro quadro è defcritta quella peftilenza, che cefsò nel portarfi in_. ceffione la Statua di eflò S. Niccola; ed anche q uefta pittura è ben condotta, piena d' affetti ottimamente adattati alle rapprefèntate figure , che , oltre al tutt' infieme , fpiegano anche paratamente una certa grazia, di cui fol può decidere, chi la difficiliffima arte noftra appieno conofce.

Dello fteflò buon gufto è un altro quadro, ch' ei mandò alla Chiefa Parrocchiale di Spotorno, luogo nove miglia di là da Savona . In quefto quadro è figurato S. Filippo Neri, il quale gode la celefte vifìone del Bambino Gesù in Gloria d' Angioli .

Fece quindi un altro quadro per quefta Chiefa della Mifericordia; e v' efprefie S. Brigida in atto di fcrivere le regole del fuo Ordine, e di reftare nel tempo medefimo alienata da' fenfi alla contemplazione del Crocififfo. Sono quivi alcuni Angioli, che la (oftengono, ed altri in Gloria.^; ne' quali imitò in parte quei, che dipinfe il Maratti entro il quadro del S. Francefco Saverio nel Gesù di Roma .

Alla Chiefa di S. Antonio di Prè fece il noftro Carlone due tavole: 1' una con la Madonna , S. Siro, S. Benedetto, e S. Antonio Abate: l' altra con alcune Sante Vergini: e la terza con S. Francefco di Paola in adorazione del Crocififlò. Ma ficcome queft' ultima era d' una Compagnia di Confratelli: cosi, in occafione, che eflì partirono di quella Chiefa, a cui erano aggregati, feco recarono la tavola, che ora fta in vendita.

Per quefta Chiefa di Santa Maria del Carmine lavorò la gran tavola , che orna una parte principale del coro; e dentro vi figurò il Profeta Eliféo, che moltiplica l'olio alla vedova,

ta fama di quefto Pittore era cosi divulgata, che anche di fuori d'Italia gli venivano commiflìoni di grand' impegno

pegno per fervigio di qualificati Per{onaggi; fra' quali dalla *

Germania il Principe Gio. Adamo Liechltein gli ordinò due

quadri; e ricevutili, notabilmente il premiò. ,

Dopo quefti, ed altri egregj lavori fu il Carlone invi- Di iato a Perugia da' Gefuiti a dipingere nella lor Chiefa del Q^^e Gesù . V andò: e in quella città ftrinfe fubito tale amicizia col Conte Orazio Ferretti; che quefto Signore il volle appreilb di fe. Cosi il Carlone v' ebbe cortefe ofpizio durante quivi la fua dimora, che fu di alcuni anni. Nella prelata Chiefa ei dipinfe diverfe azioni tratte dal libro di Giofuè: e quelle pitture piacquero tanto a' Perugini; che fubito lo impiegarono ne' lavori, che far fi doveano entro la Chiefa di S. Girolamo . Gli argomenti di tali lavori furono alcune ftorie della vita di S. Paolo. Succeflìvamente dipinfe a frefeo la tribuna della Chiefa nuova , e gli angoli della cupola^., ove figurò i Vangelifti. Altre cofe pure a frefeo condutte-* entro una cappella della Chiefa medefìma . Nella Chiefa detta delle Colombe colorì fìmilmente a frefeo alcune lunette . Per la Chiefa di S. Antonio Abate dipinfe molte tavole ad olio; e fono rapprefentative d'alcune delle più fante , ed eroiche azioni dei Beato Bernardo Tolomei, Fondatore de' Monaci Ulivetani. Per la Chiefa delle Vergini della Carità lavorò il quadro di S. Girolamo: e per 1' altra Chiefa dedicata a S. Girolamo dipinfe la tavola d' una flanzetta a man finiftra nell' entrar della Chiefa; e vi rapprefentò, S. Pietro d' Alcantara. Tutte le riferite Opere accenna il Pafcoli; e volentieri in quefto a lui mi rimetto, come a colui, che , effendo Perugino , facilmente avrà potuto co' fuoi proprj occhi vederle; e forfe anche, mentrechè fi facevano . Racconta altresì quetV Autore , come il Carlone lavorò molto per il foprammentovato Conte Ferretti, sì ad olio, che a frefeo; onde in Perugia v'avrebbono ad efTere dentro il palazzo di tal Famiglia cofe infigni del Carlone: dico infigni ; perchè la gratitudine lo avrà ipinto a dipingervi con tutta 1' accuratezza.

Finchè coftui dimorò in Perugia, vi tenne aperta fcuola, e v' ebbe uno Scolare di qualche merito. Quefti fu Francefco Civelli, che di quanto in pittura feppe, tutto

do vealo

*• dovealo a' due Maeftri Genovefi; cioè, a quefto Carlone , ed al Gaulli, fotto il quale profegui pofcia in Roma il fuo

mm fludlO ...

Di Terminate le commi flloni di Perugia , venne di bel

Andrea, nuovo al noftro Pittore la voglia di ritornare a Roma: nè tardò a dirizzare il viaggio verfo colà . Ma giunto a Foligno , s' ammalò d'acuta febbre; ond' egli trovandoli in un paefe fenza conofcenti, prefe il partito di farfi riportare in Perugia. Dopo alcuni mefi rifanato, s' occupò in far due quadri al Conre fuo Benefattore in atteftato di gratitudine. Indi parti nuovamente per Roma. Ma un' altra difgrazia gli fopravvenne, la qual fu quella di ribaltarglifi il caleffe, onde dovette trattenerfi qualche tempo a Terni, per farfi curare in un ginocchio, che nella caduta gli fi era slogato . Il Conte Ferretti avuto avvifo di queft' altra difgrazia dell' Amico, fi portò a Terni; e vi flette, finche quegli foffe interamente guanto . Accompagnollo poi fino a Roma; ove l'introdufle in molte cafe di qualificati Signori: e fi fece promulgatore della di lui virtù .

In Roma lafciollo il Conte ben raccomandato a' Signori Ginnasj, a'quali fe' il Carlone alcuni quadri. Ma egli già v' era conofeiuto, e v' avea di molti Amici, e fra elfi Giufeppe Perucchi Maggiordomo del Marchefe Coftaguti. Avea quefto Perucchi una forella: e al Carlone fpofolla . Di quefto Matrimonio gli nacquero due figli, che di tenera eta gli mancarono . Nota il Pafcoli cos\ di pattaggio , che Andrea lavorò in Roma ne' palazzi Altieri, e Farnefe: ma non dice nè che cofa vi facefle , nè tampoco fe ad olio , o a frefeo fof» fero que' fatti lavori. Accenna anche, che dipinfe per la^ Reina di Svezia: e che nella cappella di S. Giufeppe alla Rotonda vi fono fue Opere. Io in quefto luogo nulla ho trovato del noflro Pittore: e di quegli altri lavori non ne ho cognizione. Soltanto fo, ch' ei dipinfe ai Gesù nella cappella del Cardinal Negroni dedicata a S. Francefco Saverio, alcune ftorie della vita di quefto Santo; e fpecialmente quella del Crocififfo, che, enendogli caduto in mare, gli è portato al lido da un granchio: e nell' altra di certa Reina, a cui effo Santo dà il Battefimo. Nella volta poi lo efprefTe

in Gloria

in Gloria d' Angioli. Queft' Opera tanto egregiamente condotta piacque oltremodo a' Romani. Quindi gli Accademici di S. Luca, in fegno di Clima , lo afcriffero loro Socio . . Volentieri farebbe rimafto Andrea in Roma: ma il Padre Dt" già vecchio, ed i fratelli lo richiamavano alla patria. Prefe Q£j£*£ egli la ftrada di Perugia, percola rivedere gli Amici: indi pafsò a Genova; ove, appena giunto, fi vide aflòllato di commiffioni; e qui tante Opere fece; che il numerarle non è sì facile. Io n' accennerò folamente alcune delle più confiderabili.

Entro il palazzo Spinola fituato dirimpetto alla Chiefa di S. Luca dipinfe tutta a frefco la fala con imprefe d' Ercole, parte colorite, e parte a chiarofcuro di molto buon gufto . E ficcome 1' Haftner, che vi avea fatte le profpettive, v'introdufle alcune balauitrate fopra il cornicione_.: cosi fopra quefte finfe il Carlone varie figure, e certi tapeti pendenti d' una maravigliofa proprietà . Anche due, o tre danze dipinfe in quefto medefimo palazzo; e vi efpreflc» diverfe immagini di Virtù, e di profane Deità .

In cafa Saluzzo dipinfe col Profpettico Aldrovandini la volta d' una ftanza; e vi rapprefentò Enea, che col Padre ( in collo, col piccolo Afcanio a finiftra, e con gli Dei Pe-" nati nella deftra, fugge dall' incendio di Troia . '•

Nel funtuofo palazzo Brignole di ftrada nuova ha colorito le volte di tre ftanze. In una li veggono le Arti liberali; nell'altra, le diverfe età dell'uomo: e nella terza, alcune Deità . Sue parimente fono le pitture dell' atrio contiguo alla fala , nel quale fta un (Imbolo di donna, che abbraccia una piramide col motto . Monumentimi Virtutìs.

Sono altresi fatture di quefto Pittore, e delle fue più (peciofe a frefco, quelle, che fpiccano fopra le porte conducenti alla galleria nel palazzo dell' Eccellentiflìmo Marcello Durazzo del fu Gio. Luca: e rapprefentano Prometèo, che anima 1' uomo: Ercole, che abbatte l'idra: e Tizio, a cui 1' avoltoio divora il cuore . E' quefta ultima una figura sì viva, e di tal forza d'efpreffione; che fa (pavento a chi vi fi affitta. In quefto medefimo palazzo è pur fua la pittura d' una volta dipinta a frefco con profpettive del Mitelli; Tom. IL G ove

ove appare la fiate, che difcaccia V inverno: e in aria v' ha

un putto ridente, che con la delira tiene un bicchiere pie

mamtmmm no di vino, e una cartella, entravi il motto. Duce mt->

Dl compefcite curas.

Andrea Nel palazzo, che già fu della nobil Famiglia Geirola,

Camone. ora eftmtaj ji amie è fituato fulla piazza de'Garibaldi,

ha dipinto una itanza, rapprefentandovi la levata del sole,

a cui fan corteggio le ftagioni, e le ore . In un' altra (tanza

ha figurato due Virtù: cioè, la Giuftizia, e la Prudenza.

Accanto a detta ftanza v' è pure di fuo pennello la volta-.

della galleria; ove vedefi defcritto il convito, che fanno

in cielo gli Dei per la bella Pfiche fpofata ad Amore...

In quefta pittura fi fcorge quanto giudiziofamente egli ha

iaputo introdurvi alcune di quelle figure, che veggonfi in

Roma nella loggia Farnefe alla Lungara nella fteila favola

sì egregiamente colà dipinta dall' immortai Raffaello.

Preflb la Chiefa di S. Matteo entro il palazzo già Doria, ed ora del Signor Domenico Serra, ha dipinto il Carlone al primo piano nella volta d' una ftanza 1' Aurora: e nelle pareti alcuni termini a chiarofcuro con ameno capriccio inventati, e con ottima diftribuzione difpofti.

Nella cafa de' Monticelli pofta a piè della contrada detta dell' Oro evvi una ftanza, che egli ha ftoriata delle principali imprefe di Sanfone.

Oltre alle già riferite tavole di Andrea, altre fe ne veggono di fua mano in quefte Chiefe . Una n' è in S. Teodoro; e rapprefenta il Prefepio: una in S. Brigida; e figura la Vergine Madre, che col Bambino, e S. Giufeppe fugge in Egitto: una in S. Niccolò di Caftel letto, veramente infigne; e moftra detto Santo veftito degli abiti Vefcovili dal Salvatore, e da Maria: ed una pure ve n' era in S. Filippo , la quale rapprefentava la Madonna in atto di porgere a S. Tcrefa una collana d' oro: ma quefta tavola è ftata poi di colà rimoffa, per locarvene un' altra di diverfa rap

Erefentanza; e quefta del Carlone adorna al prefente una icciata del cortile fuperiore di que' PP. Filippini . Nella^. Chiefa di Gesù Maria lungo ftrada Giulia v' e di mano del Carlone la tavola della Madonna del Rofaxio: ed in quella ■ della

della Madonna di Loreto in Oregina ven' è un' altra dell'anzidetta fuga in Egitto. Altre ne mandò per le Riviere; ed in Chiavari nella Parrocchiale dedicata a S. Gio. BattilU-. ^^^« ve n' ha una con più Santi, che è fquifitiffima. D,

Né qui finifcono i virtuofi lavori del noftro Carlone. And«ea Ed è ben una maraviglia, ch'ei faceflè tanto, e con si rara carlonj!* maeftria, interrotto da frequenti viaggi, e nel corfo d'una vita , che finalmente non fu lunghi (limo . L' Oratorio de' Morti predò alla Chiefa di S. Donato tutto interamente fu da lui dipinto. Colà nel mezzo delia volta principale rapprefentò la rifurrezione de' corpi nel giorno del finale Giudizio . A' fianchi vi figurò le Opere della Mifericordia; e vi aggiunfe varj Patriarchi dell' antico Teflamento. Nella cupola v' efprcfle la Santiflìma Trinità con numerofe fchiere d' Angioli; e negli angoli fece immagini di Profeti; ed infinite altre cofe ha lavorato in ogni parte di quefto Orar torio, che lo rendono ftimatiffimo.

Quafi tutta è da lui dipinta la Chiefa di S. Bartolo mmeo dell' Oli velia: ove nella volta, che fta immediata fopra la porta, vedefi deferitto il Battefimo di S. Agoftino; e da' lati fono efpofte due altre ftorie della vita di quefto Santo Dottore finte a chiarofeuro. Nella volta di mezzo appare lo fteflò Santo prefentato innanzi alle tre Divine Perfone dalle Teologali Virtù. Al baflò vi fono i quattro Evangelifti; e fopra il coro delle Monache è rapprefentato lo Spirito Santo , che difeende in forma di colomba, e di fparfe lingue di fuoco fopra gli Apoftoli.

La Chiefa delle Monache delle Grazie è quafi tutta ornata di pitture a frefeo di quefto Artefice. Ivi fopra il coro di quelle Religiofe è fuo lo sfondato, entro vi S. Agoftino , ed alcune immagini di Virtù . Suo è 1' altro, che_» occupa la principal volta della Chiefa, in cui avvi V Incoronazione di Maria Vergine in Cielo: Tuoi i Santi dipinti ne' peducci della volta; e fuo il gran quadro laterale pure a frefeo rapprefentante il tranfito della fteffa Gloriofiflìma Vergine. Intorno alla Chiefa v' ha tante altre cofe finte vere, e a rilievo; che troppo vi vorrebbe a noverarle, non che a deferiverte.

G z Tutte

Tutte di pennello del Carlone fon le pitture, che fanno

ornamento alla Chiefa di Santa Maria in Paffione, fopra la

mmm^mmmm, volta del coro di quelle Monache: e di fuo pennello è la pit

Di tura della volta fopra il coro nella Chiefa de' Santi Giaco

Andrea mo, e Filippo; ove figurò la Santiffima Trinità, ed alcuni

Gam.one . gj^j ^ Q Sante del facro Ordine Domenicano .

Su gli ultimi anni del viver fuo dipinfe il Carlone con ottima maeftria, ed ameno colorito la funtuofa cappella de' Signori Senarega in S. Lorenzo; e vi efpofe alcuni fatti della vita di S. Sebaftiano. Nella volta rapprefentò quefto Santo, che eforta i due, Marco, e Marcellino ad abbracciar la Religione Criftiana; e Crifto in alto , che loro apparifce. Nella tribuna effigiò il cuftode della carcere, in cui era detenuto il Santo Martire, in atto di ricevere il folutevol lavacro per mano d' un Sacerdote. A' fianchi di detta ftoria altre ne finfe a chiaroscuro con figure di Virtù .•

Nella volta della gran fala deftinata alle pubbliche Accademie in quefto Collegio de' PP. Gefuiti figurò il Nome Santiffimo di Gesù, la Beatiflì ma Vergine , S. Ignazio, e varie immagini alludenti all' Inftituto della Compagnia. Nella Chiefa di S- Siro dipinlb le volte delle due prime laterali cappelle, che reftano a finiftra di chi entra colà. In una di effe cappelle dipinfevi Angioli con le trombe in atto d'intimare il finale Giudizio: e negli angoli figurò Morti, che riforgono da' fepolcri: e nell' altra la viiione dell' Agnello Immacolato,

Dopo tante , e si gloriofe fatiche cadde gravemente infermo quelto Pittore: e in breve fpazio ci fu dalla violenza del male rapito il dì 4. d'aprile dell' anno 1697. cinquantottefimo di fua età. Ebbe onorevole funerale_., e fepoltura in S. Francefco di Caftel letto, entro la tomba de' fuoi Maggiori.

Fu Andrea d'indole generofa, di be' coftumi, faggio, circonfpetto, e poco parlatore . In ordine alla fua Profeffione egli la feppe fondatamente; e ben li può dire, che la natura lo aveffe d' un talento del tutto pittorico dotato . Egli fu buon Di(egnatore, e giufto efecutore del difegnato . I dintorni delle fue figure teudono alla forma quadrata j ciò, che molto diletta ,

Ietta, quando venga regolato con buon giudizio, conforme egli faceva . Il colorito fu di una gran forza, e di tinte rifolute, e vivaci: ma però addolcite a tempo con grazia, —====. e armonizzate con ottima intelligenza. Nelle pieghe fu Di maeftofo , e leggiadro; moderato ne' fvolazzamenti; facile *"°*£* negli andari; e lento, e sfumante, ove uopo neconofceva. Il dipingere, poiché venne da Roma la feconda volta , lo riportò più ferio, e meno inclinato alla maniera veneziana, della quale prima totalmente fentiva. E ciò bafti per un' idea del metodo tenuto da si grand' uomo .

Lafciò Andrea dopo di fe un fratello per nome Niccolò , che gli fu Difcepolo, e ne feguitò la maniera . Di coftui abbiamo entro la Chiefa di S. Filippo Neri la pittura a frefco nella volta della cappella dedicata a S. Francefco; e vi è rapprefentato quefto Santo in Gloria. Di lui pur fono i quadri laterali ad olio locati nella fuddetta cappella , dimoftranti S. Antonio di Padova col Celefte Bambino, e S. Felice col prenominato S. Filippo . Quefto Niccolò ha dipinto ancora entro la Chiefa del Guaftato nella cappella di S. Bonaventura due tavole laterali con Sante dell' Ordine Francefcano . Neil' Oratorio di S. Andrea v' ha di fuo la tavola della Nunziata. Nella fala del Seminario Arcivefcovile fece alcune tavole grandi di Santi Dottori . Ma_a dir vero cotefte Opere fono alquanto fiacche . Egli dipinfe con qualche credito, mentre viveva Andrea fuo fratello, a cui fu di non poco aiuto in molti lavori. Anzi alcuni de' men belli fui frefco, che pafflano per produzioni d' Andrea , come quelli della fala del Collegio de' Gefuiti; credo , che fiano piuttofto di Niccolò , fe non in tutto, almeno in gran parte; perciocché non manifeftano la maeftria propria d'Andrea. Quefto Niccolò morì cieco l'anno 1714. in età d' anni fettanta; e lafciò figli, da' quali altri ne fon nati, che vivono: ma non attendono alla Pittura .

Il Pafcoli poi, nel dare un breve ragguaglio della famiglia Carlone, e del come ella in Genova cominciò, e_. de' preclari Soggetti, che nelle tre Arti forelle produffe, non altro ha fattoi che copiare il Soprani, ed aggiugnervi di fuo alcuni sbagli, nel tempo ftefiò, che altri d'aver

G 3 equivocato

equivocato riprende. Le mie note alla vita di Giovanni Cartone nel primo tomo di queft' Opera: e ciò, che ho detto di Gio. Battifta, e di Andrea in quefto fecondo, credo , che pienamente porranno in chiaro la dipendenza., de' Carloni, la quale è ftata tempre confufa da quanti han prefo finora a parlarne.

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