VITA
DI GIO. MARIA DELLE PIANE
DETTO IL MULINARETTO
Pittore .
UNO de' più eccellenti Ritrattai, che fui finire del precedente fecolo, e in parte del noftro fiorino nella Liguria, fu certamente Gio. Maria delle Piane, che in quefto genere di Pittura uguagliò la gloria di quanti celebri Profeffori vide di que' giorni 1' Italia-.. Ma la maggior maraviglia fi è, che coftui, anche nella vecchiezza conferve la mente si vivace, e si limpida, e la_. mano si difpofta, e ubbidiente all' opera; che potè condurre fempre con giufta naturalezza, e con indicibil grazia, e fomiglianza gl' intraprefì ritratti di qualunque fattezza-, e mifura.
Segui il natale di Gio. Maria in Genova l'anno 1660, Suo Padre, nomato Gio. Battifta, fu un efperto fchermidore , e non già un mulinaro, conforme alcuni s'avvifarono. Mulinaro bensì fu l'Avolo fuo, nativo di Pegli. Quindi tanto a Gio. Battifta, quanto al figliuolo Gio. Maria pafsò, come ereditario, il foprannome di Mulinaretto.
.. . J Pervenuto
Pervenuto Gio. Maria all' età di dieci anni, e inoltrando fin da quella età tutto il fùo genio verfo la Pittura; pensò il Padre Tuo di confegnarlo a Gio. Battifta Merano Pittore — di molto merito; acciocché in tal facoltà l'inftruiffe . Sotto Di la coftui direzione fermoffi il Giovanetto fei anni; dopo D3,°' Marta i quali vogliofo di profèguire il fuo ftudio a Roma, e di BiE "^ * entrar nella fcuola del Gaulli, la cui fama già rifonava-, per ogni parte: ver colà incamminoflì, feco portando effi-» caci lettere di raccomandazione a quel Maeftro, che volentieri 1' accolfe. Gio. Maria con la rifpettofa, e docile fua maniera feppe guadagnacene ben prefto la benevolenza-/; tantoché il Gaulli per lungo fpazio di tempo fel tenne in cafa, qual proprio figliuolo; e gli affifte con si intenfo zelo, ed impegno; che '1 fe' riufcire un Profeflòre di gran rinomanza .
Il buon Maeftro, dopo d'averlo efercitato a lungo, e renduto efperto nel difegnare: l'introduffe al dipingere, e in ciò gli propofe per efemplari i due Tariffimi quadri, rapprefentanti, l'uno , la Flagellazione di S. Andrea del Domenichino: 1' altro , il Martirio del medefimo Santo di Guido Reni: quadri ambo efpofti nella Chiefuola di S. Andrea preflò S. Gregorio al Monte Celio. Pofcia, per farlo gradatamente afcendere, volle, che copiaffe ad olio le fuperbe pitture a frefco d' Annibal Caracci entro la cappella Errera in S. Giacomo degli Spagnuoli: e per ultimo l'introduflè alle ftanze Vaticane; ove, fra le altre laboriofe occupazioni, gli affegnò quella di ricavare fu vafta tela la gran battaglia di Coftantino contra Maffenzio: ftupendo lavoro di Giulio Romano. Tali copie del Mulinaretto tutte eccellenti ho io fteffo più volte veduto in cafa Gaulli; dalle quali fi può fcorgere quanta foffe 1' efattezza dello Scolare, e quanto Speciale la direzione del Maeftro, che di quefte fatiche gene-' rofamente ricompenfollo.
Avea Gio. Maria fin da principio moftrato particolar inclinazione a fare ritratti: e il Maeftro gliela fecondava, e lodava . Quindi lo ftudiofo Giovane prefe ad efercitarfi fervidamente in tale impiego, nel quale a maraviglia riufciva. Perocché, oltre al franco pofleifo di trafportare efat
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tamente in tela le più delicate, e difficili fifonomìc, veniva quelle Tue figure con drappi maeftofi, ed eleganti; e dava
■ ad effe certe nuove, e fpiritofe movenze; onde faceva cono
Di fcere, che egli era, non folo un egregio Ritrattifta, ma_.
Gio. Maria eziandio un valente Pittore d'invenzione , e di fecondità .
Dhxefiane. Finalmente, dopo ott'anni di continuo ftudiare, ritornò da Roma a Genova, ma in congiuntura molto fcabrofa; perciocché ci giunfe appunto nel maggio del 1684., e nello fteilo giorno , che l'armata franzefe cominciò a travagliar con le bombe quefta città; onde i Cittadini pieni di confufione , e timore , ricoverandofi nelle vicine ville , a tutt'altro penfavano, che a begli fiudj. Convenne intanto anche a Gio. Maria fuggirli di qua, ed afpettar tempo propizio, per darfi a conoscere, ed aver commiflìoni. Ceffato il tumulto , fi reftituì alla città; dove non trovando per allora occafioni d' Opere, dipingeva per mero divertimento , e per non iflare oziofo.
Ma non andò gran tempo , che veduteli alcune fue pitture, n'acquiflò molta (Uma; e fu tofto impiegato in ritratti; ove cotanto piacque; che i principali Cavalieri della città vollero effere da lui effigiati. Egli primieramente ritraffo il Doge Pietro Maria Durazzo, ed altri Signori di quell' inclita Famiglia, cioè a dire, il Signor Eugenio , il Signor Gio. Agoftino veftito alla turchefca, il Signor Girolamo, e la Signora Francefca, Spola di elfo Girolamo , efpreffain uno fteflò quadro con le due fue figlie. Ritratti tutti, che infieme con quello della Signora Paola fua Madre conferva nel fuo palazzo lungo la tlrada Balbi 1' Eccellentiflìmo Marcello Durazzo del fu Gio. Luca. Fecelo poi al Sereniamo Francefco Maria Imperiale, il qual ritratto fu intagliato egregiamente in rame da Girolamo Frezza. Per li Signori Doria di ftrada nuova ne fece alcuni affai (limabili, fra' quali è ftupendo quello del Zio del vivente Sig. Giorgio. Molti anche ne fece a' Signori Marana: ritratti, che tuttavia fi confervano preffo il Signor Paolo. Fra quefti meritan particolar offervazione quello del Signor Antonio fuo Padre, e quello di Monfignor Vefcovo dell' Aquila. Ma in eleganza, e vivezza per comun giudizio tutti fupera quello, che
della
della Signora Cammìlla fua Madre poflìede il Signor Gio. Battila Cambiafo del.fu Gio. Maria; la qual Signora fembra anzi viva , che dipinta; ed ha panni intorno cosi fnelli, ■
e leggieri; che pare fien dall' aria agitati. Troppo a lungo Di n' andrebbe la ftoria, fe riferir volerti tutti i ritratti formati Gio. Maria in Genova da quefto Pittore. Bafti il dire poche effer qui "" ,AME* le cafe civili, che qualcheduno non ne abbiano; oltracciò molti (Timi qui pure ne fece di Perfonaggi ftranieri, e fpecialmente inglefi, che non ceflavano di dargli incumbenze d'impegno, ed' emolumento.
Pervenuti in Parma alcuni ritratti del Mulinaretto j quefti talmente piacquero al Duca Francefco; che per mezzo del Conte Morandi 1' invitò' a quella Corte. V andò il noftro Artefice (ciò fu l'anno 1695.), e, ricevutovi con diin oftra zi oni di ftima, ebbe tofto la commiflìone di fare_> i ritratti di quel Sovrano, e della Ducheffa Dorotea di lui Spofa. Indi altri dovette farne de' principali Signori di Corte: e di tutte quelle fue Opere riportonne diftinti onori , e generofe ricompenfe.
Ritornato a Genova ebbe nuove commiffioni di ritratti, ma più ancora di tavole [toriate . Già da prima avea fatto per ornamento laterale ad una cappella di quefta Chiefa di Santa Maria della Pace de' PP. Riformati di S. Francefco un quadro, che tuttavìa vi rimane, entrovi il Beato da_. Stronconio in atto fupplichevole innanzi a Gesù Crifto, la cui figura, in gran parte nuda, moftra un difegno, ed un colorito carnofo , e rilevato; onde bafta quefta fola Opera a dichiarare Gio. Maria un eccellente Dipintore. Quefta gli porfe una miglior occafione di fegnalarfi; perocché a motivo di etta i Confratelli dell' Oratorio di S. Gio. Battifta eretto in Seftri di ponente lo richiefero d'un' ampia tavola contenente qualche azione di quefto Santo . Egli con rara mae1ftrìa fu fmifurata tela rapprefentò Erode in maeftofo trono, davanti al quale, in atto di predicare, fta il zelante Precurfore. Ottima riufcì tal pittura per li ben difpofti gruppi': ma più ancora per lo buon effetto della macchia del chiaro(curo; avendovi fatto comparire un artificiofo sbattimento cagionato dal trono nella figura d'Erode; e riftretto pofcia
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il principal lume nella figura del Santo, come Soggetto
più nobile, e primario del quadro. Affai ci duole , che_»
===—, quefta bel1' Opera fia fiata rapita da' nemici nell' ultima
Di guerra d'Italia . Gio. Maria L'anno 1698. fu di nuovo chiamato a Parma dallo
£ixi IaNE'fteflò Duca Francefco, per cui occupoffi in fare alcuni quadri (toriati. Compiuti quefti, fu inviato da effo Duca a Carfano , per ivi cavare il ritratto del Duca di Vandomo . Pafsò quindi a Piacenza, ove allora foggiornava il prefato Duca Francefco, che volle effere da lui un' altra volta ritratto; ma in figura grande al naturale, veftitb d'armatura, e a cavallo. Il ritratto riufci viviffimo; onde il noltro Gio. Maria crebbe al fommo in i(tima preflò quel Principe .
Avrebbe Gio. Maria potuto fermarli in quella Corte; ma 1' amor della patria lo riconduce a noi . Qui, oltre_# le molte commiflìoni di ritratti, molte anche n' ebbe di tavole da Altare . Una ne fece dell' Angiolo Cuflode , che_, guida al Paradifo un' Anima; tavola, che fta efpofta entro la Chiefa di Noftra Signora di Loreto nella valle d' Oregina fuori della porta di S. Tommafo . Fecene un' altra per la Chiefa de' PP. della Madre di Dio, e v' effigiò Gesù Crocififlò , dalle cui piaghe fcorre il fangue in tanta copia; che fe ne forma un nume; e ftanno ciò offervando a piè della Croce in atto d' ecceflìvo dolore la Vergine Madre, e le Sante Maria Maddalena , e Caterina da Genova .
L'anno 1706. fu la terza volta chiamato a Parma-., per farvi il ritratto della Principera Elifabetta Farnefe , fpoiata poi a Filippo V. Re delie Spagne: ed allora dovette Gio. Maria rimanere a lungo in quella città, trattenutovi da molte commiflìoni. RitraiTe in tal tempo di bel nuovo il Duca Francefco, e la Ducheffa Dorotea, ed altri Signori di quella città, i cui ritratti fi confervano tuttavia preffo la Nobiltà primaria, e fpecialmente ne' palazzi de' Sanvitali, e de'Ceràtì. Molti ritratti di fua mano fi veggono anche in Piacenza, dove ne fece si di que' Cittadini, sì di perfone flraniere, che ivi a bella pofta concorrevano, per eflere da lui effigiati. Ed in Piacenza pure fi diftinfe con Opere fioriate; avendovi lafciato di fuo la bella tavola di Santa Francefca Romana
entro
entro la Chiefa del Santo Sepolcro, e nella Chiefà delle_. Terefiane l'infigne ftendardo, in cui fta effigiato S. Giovanni della Croce. .
In Parma gli fu di molto onore la belliflìma tavola di Di S. Ciro , la qual fece per la Chiefa de' PP. Carmelitani, jgjjJfJSJ' e gran lode gli recò un' altra eccellente tavola, entrovi il Miftero dell' Annunciazione, per 1' Aitar maggiore della Chiefa Parrocchiale di Colorno . Ma non inferiori di merito a quefte fono le quattro tavoline , che egli dipinfe per la cappella domenica della Ducheffa Dorotea, rapprefentative de' quattro Noviflìmi.
Pafsò quindi a Milano; e ciò fu l'anno 1708. invitatovi a fare il ritratto di Elifabetta Criftina di Wolfembutel, che andava a Barcellona ad ifpofarfi a Carlo III. d' Auftria, Re delle Spagne , poi eletto Imperadore . Riufrì tal ritratto cosi fedele, maeftofo, e brillante; che fu univerfalmente commendato; ed incontrò il pieno gradimento di quella Sovrana, che diftintamente onoronne, e premionne 1 Autore . Quefii fi fermò qualche tempo in Milano, impiegatovi in diverfi ritratti di riguardevoli Perfonaggi, a'quali foddisfatto avendo, partì:. Ben è vero, che fucceflivamente ritornò più volte a Milano; e l'ultima di quefte fu , quando egli ritraffe la Conteffl a Simonetti, una_. delle più belle Dame d'Italia: del qual lavoro efattamente tirato dal naturale, ne riportò grandi encomj, e copiofa mercede.
Nel 1709. fece il ritratto del Principe Antonio Farnefe a cavallo; dopo la qual operazione a Genova ritornò: ma poco tempo qui fi trattenne; concioflìaché per altri lavori fu di bel nuovo richiamato a Parma, ove finalmente fi vide affretto a trasferirvi la famiglia; avendogli quel Principe_* aflegnato onorevole ftipendio con dichiararlo fuo Pittore di Corte . L' amore però, che Gio. Maria nodriva per la fua patria , e la ftima, in cui fempre più crefceva preflò de'principali Signori Genovefi, erano i due forti motivi, per li quali qui fpefio fpeflò compariva a lafciarci preziofe memorie., de' fuoi pennelli; e il Duca fuo Signore, allorachè per lui non impiègavalo, volentieri gliel permetteva: e così a molti
K 4 jdefiderofi
defiderofi d' effere dal Mulinaretto effigiati, toglieva l'incomodo d'intraprendere il viaggio di Parma a quefto og, . getto , come alcuni avean fatto; e fra quefti il Signor Ago
Df ftino Grimaldo, il cui viviffimo ritratto preflò de' iuoi Eredi Gio. Maria tuttavia fi conferva .
Dilli Piane. gra ^ pervenuto Gio. Maria all'anno fettantafettefimo di fua età, alloraché fu invitato a Napoli dal giovane Re Carlo falito di frefeo fopra quel Trono . Egli, quantunque fi fentiffe bifognofo anzi di ripofare , che di metterfi in viaggio, ed impegnarli a nuove fatiche: pure non Ceppe feufarfi, ma fenza indugio fi trasfert in quella città. Cola fece tofto i ritratti di quel Sovrano, e della Reina. Quefte due Opere comparvero una maraviglia dell'Arte: e il Re ne rimafe cosi foddisfatto; che aflègnò al noflro Pittore 1' annua penfione di dugento doppie: e lo volle in Corte . Gio. Maria colà fi trattenne fino all' anno ottantefimo primo di fua età, continuando a fare ritratti per Principi, ed altri qualificati Soggetti del Regno .
Parti quindi da Napoli nel giugno del 1741., e tornoflène a Genova; dove, quantunque ricufaffe ogni occafione d' operare: pure fu affretto a formare il ritratto della Signora Violante Durazzo Balbi, e quello del Padre Lavagna , Abate allora de' Monaci Ulivetani nel Moniftero di Santo Stefano. Si portò in quefte pitture, come era fiato folito nelle altre me, cioè egregiamente, e da prode_. Maeftro: e chi le vede, dura fatica a credere, che le abbia potute formare un uomo più che ottuagenario .
Si trasfert finalmente il noftro Artefice in Monticelli d'Ongina preflo Giufeppe Maria fuo figliuolo, Canonico dell'infigne Collegiata di S. Lorenzo . Quivi divenuto quafi cieco, eltenuato di forze, e dall' età, e dalle fatiche confunto, cedette alla natura il di 28. di giugno dell'anno 1745., correndo 1' ottantefimoquinto di fua età .
Fu al di lui cadavere con onorevol pompa data fepol
tura nella mentovata Chiefa di S. Lorenzo, ove intervenne
uumerofa Cittadinanza, in cui egli per la fua rara virtù,
e pe' fuoi amabili coftumi avea lalciato gran defiderio di fe »
• )•
Ebbe
Ebbe Gio. Maria alcuni Difcepoli, uno de' quali fu Gio. Battifta Grondona, giovane d'ottima afpettazione_». Coftui fi portò in Roma, e vi Audiò qualche tempo con ^^^^^ molto fervore, ed avanzamento. Ma reftituitofi alla patria Dt~"* nel principio di quefto fecole», ci morì nella frefca età di Gio. Maria circa vent'anni. »*«***
Parente, e Difcepolo di Gio. Maria fu anche Gio. Andrea Delle Piane. Quefti imitò in gran parte lo ilile del Maeftro nel far de' ritratti, e moltiflimi ne dipinfe egli ancora per Genova, e per fuori. Sono di fua mano le fuperhe copie de' quattro ritratti cavati dagli originali di Monfieur Rigaud, che fi confervano nel funtuofo palazzo Brignole di itrada nuova: copie, che hanno pochiflìma diflbmiglianza da' fuddetti originali . Quefto Gio. Andrea dipinfe anco di ftorie lodevolmente. Morì ottuagenario nel 175P.
Non eftimo fuor di propofito fcriver qui alcuna cofa— di Car1' Antonio Durante; che , febbene fece i primi fuoi ftudj fotto il Gaulli: tuttavia fembra, che egli appartenga piuttoflo al Mulinaretto, di cui fu aiutante, e indivifibil compagno. Quefto Durante mandato dal Padre a Roma ad imparar la Pittura, v' andò appunto col Mulinaretto: fludiò con efflò nella medefima fcuola: e con efio fece qua ritorno. La riufcita di coftui nella Profeffione fu del tutto nuova; anzi graziofa, e flrana . Egli difegnava all'Accademia del Nudo con uno fpirito grandi (Timo; come lo manifeftano molti fuoi dilegni da me veduti. Con la matita— faceva in pochi tocchi fomigliantiffuno qualfivoglia ritratto, ma con caricature capricciofe, e ridicole . Nel veftire qualfivoglia figura ebbe un guilo, ed un brio particolare, facendo fpiccare in effe i velluti, i broccati, i merletti, le pellicce, e fimili cofe; non dirò già , tanto bene, quanto il Mulinaretto: ma certamente quanto lo ftcflo Gaulli fuo Maeftro, che era folito fèrvirfene in molte congiunture.* * Il Durante però non giunfe mai a dipingere una telta, una mano, o un ritratto tutto da fe; perchè mai non v' ebbe garbo, né abilità. Contribut anche a farlo rimanere indietro fu quefto particolare la lunga applicazione, e il nonmai interrotto efercizio di veltir continuamente le figure
altrui;
altrui; nel che, come difli, cominciò ad impiegarlo il Mae
ftro, e profegui poi appreflò il Mulinaretto; ilquale elTen
do continuamente affollato da commiflìoni di ritratti, né
~ Di potendoli tutti interamente effettuare: per lo più, formate
do.Marta che ne avea le tefte, e le mani li dava al Durante, da_.
DsllsPiane.cuj p0fcia li riceveva compiuti. Altrettanto fovente praticò
Entico Vaymer.
Difegnò anche il Durante affai bene dal naturale vedute di paefi , e porti di mare: alcune delle quali fi confervano in cala Torre. Morì queììo bel1' ingegno V anno 1712., mentre appena toccava il quarantefimo di Tua vita.
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