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Saturday, August 13, 2011

G. De Ferrari, pittore genovese

Chi difìe, che tutto il bello della Pittura confìtte fol tanto nel perfetto modo del dintorhare , molto accortamente rifpofe il tanto celebre, non men Pittore , che Poeta, Salvator Rofa: fe avere parecchie volte incontrato occafione di comperare a buoniflìmo prezzo ritratti di mano di Santi di Tito, ne' quali non fi fcorgeva fcorrezione alcuna di difegno; e non eflTergli per lo contrario, neppure con grofte fomme di denaro, riufcito

giammai d' ottenerne di quelli del Tintoretto, che non Tempre era ftato pienamente efatto nel modo di dintornare. ■i. Ciò , che aflerì una volta il Rofa, gioverebbe ora ripetere Di a chi non voleffe far rifpettofa ragione a' dipinti di Gregorio Dffwss. DevFerrariJ il quale, fe non fu un efatto Difegnatore, ebbe "però tanto merito nell'arte fua, si per la fpiritofa invenzione jt si per la proprietà, e forza del colorito; che più facilmente fi trovano a poco prezzo i dipinti d' alcuni altri fuoi contemporanei, che a caro prezzo i dipinci di lui, benchè di difegno non del tutto perfetto. Veniamo alle notizie intorno a quefto nobile Artefice .

Il Porto Maurizio, città dell' occidentale Ririera Liguftica, fu la patria di Gregorio De Ferrari, il quale vi nacque nel 1644. Il di lui Padre, che Lorenzo nomoflì, era uno de' più facoltofi di quel luogo: ma la fua poca economia fe's'i, ch'ei non lafciafle, come di leggieri avrebbe potuto, un onorevol patrimonio al figlio . Onde quefti rifolvette d'imprendere qualche civil Profeflìone, con che decorofamente foftentarfi. Già avea puflàro in patria il corfo della Rettorica, e della Filofofia con molta lode di bravo ingegno; quando pensò di portarli a Genova, per qui applicare allo ftudio Legale. Tanto fece con l'approvazione del Padre , che dall'abilità del figlio tutto fi prometteva. Stette Gregorio fotto la difciplina d' un ottimo Gì ureconfulto fino all' età di diciannove anni: dopo il qual tempo fu . da Amici condotto a veder dipingere Domenico Fiafella, detto il Sarzana. Innamoroflì a un tratto di quella Profeffìone il Gióvane Eludente; e chiefe al Fiafella, fe accettar lo voleva in Difcepolo; e uditofi cortefemente rifpondere, che sii; lafciò ad un tratto lo ftudio primiero, e tutto dedicoflì a quello della Pittura.

Col Sarzana (lette Gregorio cinque anni; e mirabilmente vi profittò. Ma ficcome il fuo genio era tutto diverfo dallo (Vile ufato da quel Maeftro: cosi ne prefe congedo: e pafsò a Parma. Alla vifta delie egregie dipinture del Coreggio rimafe Gregorio ftupefatto, e si fattamente 1' attrafle quel modo di colorire; che diedefì con indicibile accuratezza ad imitarlo. Copiò egli tutta la cupola dipinta da

quel

quel valentiflìmo Artefice colà in quel Duomo: copiò gli Apoftoli, gli Evangelifti, e quanto del medefimo Autore v' ha colà di più bello; tutto ad olio in tela copiò conMM^M piena fomiglianza agli originali. Con pari efattezza ritraiTe Di pure in tela i due fuperbi quadri efprimenti 1' uno la Vergine, Gmcomo che fi ripofa dal viaggio d'Egitto; e l'altro efia Vergi-DsFsMArI' ne in mezzo a' Santi Girolamo, e Maddalena: e per grazia di quel Duca Ranuccio II. ottenne, che foftèro diftaccati da' loro pofti; affin di potere offervarli più da vicino, e ricavarne più fedelmente le copie. Tanto bene riufcì il Ferrari in quefti lavori; che il Duca fteffo, e feco i più Intelligenti ebbero a confettare, che quelle immortali Opere non furono mai da altri meglio ritratte. Quefte copie poi fono (late ultimamente comperate per parte del Cavaliere Raffaello Mengs attual Pittore di camera di Sua Maeftà Cattolica, che prefto di fe le (èrba, e con eftimazione non ordinaria.

Lo ftudio fulle pitture del Coreggio infegnò al noftro Pittore la maniera di ben colorire, e riportare appuntino le arie de' volti. Ma lo Hefto voler troppo fervilmente imitare i mirabili fcorti, e i lòttinsù di si eccellente Prototipo, gli fu piuttofto di pregiudizio . Imperocché , piccandofi egli di dare alle fue figure un rigorofo fcorto, ed una movenza Coreggefca, riufcì per lo più fcompofto , e fcorretto; foverchiamente abbondante di fvolazzanti panni nelT abbigliarle; e confufo talora nella compofizione , e nell' aggruppamento . Ad ogni modo la grazia, e la venuftà fempre_* in eflo prevalfero: il colorito fugofo, ed imitante a maraviglia la carne, fu fempre fuo proprio: e le leggi della-. Profpettiva egli pure attentamente oùervò . Prerogative, che gli accennati fuoi difetti in gran parte dileguano.

In Parma dimorò tanti anni; che a Genova venne Pittore già fatto , e apportatore d' una nuova maniera. Qua giunto , prefe abitazione nella ftrada di S. Lionardo, e poco difcofto da quella di Domenico Piola. Dipingeva il Piola di que' dì la Chiela di S. Andrea . Andò il Ferrari ad o{fèrvarne il lavoro; con la qual occafione abboccatili infieme i due Pittori, contranero iia loro ftretta amicizia. Moftfò .di li a qualche giorni il Ferrari al Piola alcune fue coferelle ad olio; delle quali fece il Piola grandiflìma ftima; .-_-_-— e, per vedere come quegli riufciva nel dipingere a frefco, Di invitollo a quivi feco lavorare . Fu tofto accettato dal Ferrari Pfkrram.1' invito; onde ebbe opportuna occafione di dar faggio di fe, 'operando in quello fpazio di volta, che refta nella navata a dritta della Chiefa fuor della cappella del Rofario: ove rapprefentò a tutto buon frefco, e con fomma vivezza la flagellazione del fuddetto Santo Apoftolo . Per tal dipinto tanraftima acquiftolli il Piola; che fe lo elefle ingenero , dandogli in ifpofa Margherita fua figliuola.

Dopo ciò dovette eflb Piola dipingere nella Chiefa di S. Siro la volta, che è all' ingreflb della cappella di S. Gaetano. Ed intanto s' adoperò, che al Ferrari fotte data a dipingere 1' altra volta contigua. Tanto fegui: e il Ferrari figurò in quella S. Andrea Avellino portato dagli Angioli in Cielo . Queft' Opera fu gradita al pari di quella del Piola. Onde il Ferrari s' apri per e(Ta la ftrada a cofe maggiori.

Per la Chiefa di Santo Stefano lavorò fui frefco nella volta principale un gran quadro; ove figurò lo ftefiò Santo in Gloria fra fchiere d' Angioli, che lo foftengono . E in_ . Santa Maria di Caftello pure a frefco dipinfe il frontifpizio della cappella del Crocifitto; e vi efprelTe la Vergine Addolorata col morto Figlio in grembo . Opera affai patetica, e di lucide tinte egregiamente adombrata.

Molti furono i quadri da Altare, che il De Ferrari fece per Genova; e molti quei, che mandò per quefte Riviere. Noteronne qui alcuni de' principali. Suo è il quadro del S. Michele, che fcaccia gli Angioli rubelli, pofto in Santa Maria delle Vigne: quadro tutto pieno di brio, e di fantaftica idea per li capricciofi moftri d'inferno, ne' quali feorgefi impreflb lo fpavento , la rabbia , e l'invidia; mentre in varie guife, e movenze giù cadono a precipizio. Suo è il quadro di S. Filippo Neri davanti alla Vergine entro la Chiefa della Madre di Dio; e fuo pure 1' altro de' Santi Francefco, e Terefa in Santa Fede. In Santo Stefano avvi quello di Santa Scolaftica agonizzante, fopra la quale s'apre una Gloria d'Angioli dipinti d' un gufto delicati Aimo.

Sarebbe

Sarebbe quefta dipintura un capodopera del noftro Pittore, fe egli, fecondo il fuo coftume, non ci aveffe lafciato a defiderare in effa una maggior correzion di difegno. Non_ =====; cosi però fi può dire di due, che veggonfi in S. Gio. Bat- Di tifta, Chiefa de' PP. Teatini in San Pier d'Arena; delleuJpJJJJV quali 1' una moftra S. Francefco confortato in una fua eftafi da un Angiolo col fuono d' un muficale (frumento: 1' altra efprime la Santiflìma Vergine , che fi ripofa nel viaggio d' Egitto; perciocché ambedue fono d' un ottimo difegno: e maflìme la feconda, che fente affai dello flile del Coreggio; e palefa quanto fra le tavole di quefto valentiffimo Autore aveffe ftudiato il Ferrari in quella della Vergine, volgarmente denominata della Scodella.

In Savona v' ha^Heflò Ferrari entro la Chiefa di S. Chiara la tavola, in cui rapprefentafi quefla Santa in atto di fugare con la Sacratiflìma Eucariftia i Saracini dal Moniftero. In Dulcedo è di lui la tavola di S. Pietro Martire nella-, Chiefa de' PP. Domenicani: e al Porto Maurizio, fua patria, non fon poche le Opere, che vi fi confervano, ufeite dal pennello di si nobile Artefice. Egli in quella Parrocchiale aipinfe a frefeo la cappella del Sacramento: vi fece in oltre una tavola ad olio con S. Francefco Saverio, che predica. Un' altra fua tavola fi vede colà nell' Oratorio della Buona Mone , nella qual "tavola fon figurate le Anime purganti; e la Vergine Addolorata: fìccome un' altra tavola fullo ftefiò foggetto ei lavorò per la Chiefa del Piano, villa poco diftante dal Porto Maurizio .

Ma quante mai fono 1' Opere a frefeo del noftro Ferrari ne' principali palazzi di Genova! Soggiuntone alcune. Entro il palazzo de' Signori Centurioni in Foflatello ha dipinto due volte di ftanze con alcune immagini di Arti liberali . Entro quello de' Signori Saluzzi altre due volte con favole di Pfiche . Entro quello de' Signori Balbi ha ornata tutta la fpaziofa gallerìa con varie rapprefentazioni di Virtù, e di Deità; e lo sfondato d' un falotto, in cui ha efpreffo Ercole, e la Virtù, che lo incorona. Entro il palazzo già Lomellini, ora del Signor Gio. Tommafo Balbi, dirimpetto alla Chiefa di S. Filippo Neri, v' è dipinta a frefeo di mano Tom, IL H del

del Ferrari la Liguria in aria molto leggiadra . In fomma pochi fono nella città que' palazzi, che non abbian qualche . ^m^mmmm faggio del pennello di quefto Pittore.

5i La divulgata fama di un tant' uomo motte il Duca..

Gregorio di Savoia, poi anche Re di Sardegna, Vittorio Amedeo

"***'• ad invitarlo a Torino, affin di fargli dipingere colà nel Reale Palazzo le volte d'alcune ftanze. Molto onorato fi tenne il Ferrari per tale invito. N' andò fenza indugio a quella Corte: udì la commiflìone del Sovrano; in efecuzion della quale dipinfe a frefeo le volte di tre ftanze, rapprefentandovi con varietà di ben atteggiate figure alcune favole tratte dalle Metamorfofì d' Ovidio . Sommamente-* piacquero que' lavori sì al Duca, che alla Corte: e vi durarono per molti anni: ma in progreffo di tempo, eflendofi fatte nuove mutazioni in quel palazzo , perirono lc_. accennate pitture, de' cui predi! foggetti più non li con* ferva memoria.

Fra i celebri Pittori di Genova, e di fuori, fcelti ad ornare il funtuofo palazzo, che nella ftrada nuova fi avea fatto fabbricare il Signor Emmanuello Brignole Sale, uno fu il Ferrari . Coftui ebbe l'incarico di dipingere due ftanze; e fono quelle, nell' una delle quali veggonfi rapprefentati Cerere , Ercole , e Pan; e nell' altra Marte , che fugge_* all' arrivo di Venere . Siffatte pitture incontrarono talmente nel genio del Signor Brignole; che diede commiflìone al Ferrari di dipingergli anche la fa la . Ma quando quefti era per metter mano al lavoro , fopraggiunfero alla città le bombe franzefi; ond' egli fi ritiro col Suocero al Zerbino nel palazzo del Signor Francefco Maria Balbi; nel qual tempo vi dipinfe la fala, figurandovi alcune Deità.

Cefflato il timor delle bombe, ritornò queft' Artefice^ in cafa Brignole; ed efeguivvi il prefato lavoro , che riufcì ftìmatiffimo per lo bello sfondato di mezzo, in cui finfe un confeifo di Dei, e per le belle figure di cariatidi a chiarofeuro , che vi fece all' intorno. Pafsò poi ad una ftanza nelle foffitte del palazzo medefimo; e adornolla d' eleganti feftoni, e di graziofi fcherzanti puttini.

Una delle più vafte, ed infieme delle più belle Opere di quefto Pittore, ella è certamente la gran volta della_. Chiefa de' Santi Giacomo, e Filippo; nel cui mezzo ha fi- ^^^^= gurato Noftra Signora, che pafla al Cielo, portatavi da fchie- Di re d' Angioli. A' fianchi di quefta pittura , e immediata- Gregorio mente fopra il cornicione fotto maeftofa loggia fcoperta_. ErKArI» v' ha dipinto gli Apofldi, che in atto d'ammirazione contemplano la Gloria della loro Sovrana . Havvi al1' intorno defcritti a chiarofcuro alcuni fatti della vita d' effa Vergine: e varj putti Umilmente a chiarofcuro; cofe di sì armonica compofizione, e di svi proprj, e graziofi tratti compofte; che 1' occhio fenza fine dilettano . Né è da tacerli, che_» tutti i lavori d' Architettura, e di Profpettiva fono di fuo ritrovato; fendo che, egli fu anche di tali Profeffioni fludiofo; e non pochi modelli, ed efempj in quefti generi fatto avea , ad oggetto di maggiormente in efte fondarli.

Giunfe di que' giorni in Genova il Marefciallo di Noailles Comandante d' un' armata marittima del Re di Francia..; e imbattutofi a vedere queft' Opera del Ferrari, si ne refto prefo, che volle conofcerlo; onde invitollo a fe, e dopo molte dimoftrazioni di ftima, gli fece attai vantaggio!! progetti, per tirarlo feco a Marfiglia; ove de(iderava di mano di lui certi lavori a frefco nel cielo d'alcune ftanze_*. V andò il Ferrari, e vifitato il fito, trovò, che non erano a volta, ma a foffitra con filari di travicelli; onde delufo non potè efeguir 1' incumbenza . Ciò non oftante dipinfe alcuni quadri a quei Signore, il quale, dovendo poi paP fare a Parigi, feco portolli: e v' avrebbe condotto anche il Ferrari, fe quefti non aveffe amato meglio di ritornare alla patria, ove le continue lettere, e i preflanti lavori lo richiamavano.

Qua giunto fu tantoflo impiegato a dipinger la volta della Chiefa di S. Paolo in Campetto. Prefe egli per foggetto di quefta pittura lo fteftò Santo , quando fu rapito fin al terzo Cielo . V efprefte all' intorno Angioli, Virtù, ornamenti, e profpettive; cofe tutte, che riempiono quel vafto fpazio, e recano delizia all'occhio, e maraviglia al peniiero. '•.

H z L'anno

L' anno 1704. dipinfe le pareti del maggior Altare entro la Chiefa di S. Brigida; e vi finfe le ftatue di Noè, d' Abramo, d'Elia, e di Davidde; e fotto ciafcheduna di Dl ette un batto rilievo con la detenzione d' un fatto di quel Gregorio Santo Patriarca, o Profeta, di cui fopra (la efpreffa 1' imD£iw"-magine.

Avendo molto patito la cupola della Nunziata del Guaftato, per l'umidità colatavi dal tetto; ed eflendovi per tal cagione fcolorita, e in gran parte cancellata la pittura fattavi dall'Anfaldo; fu nell'anno 1705. dato al Ferrari l'incarico di reftaurarla. Non m' è agevole narrar le fatiche da coftui durate, a fine di lafciarvi intatto quanto poteafì del lavoro di quell' iniigne Maeftro. Difegnò prima efattamente tutto il dipinto, che non era offefo: poi lo ritraile, in tela: lo fteflò fece di quello, che v' era mezzo cancellato; e da ciò argut, e compiè il rimanente, che più non vi fi diftingueva. Indi rifarcitifi i tetti, ed intonacatali nelle parti oflèfe la volta, pofe mano all' Opera . Con tanto ftuaio però non gli riufci d' imitare appuntino la compofizione dell' Anfaldo , né tampoco il pennello . Onde pur troppo vi fi fcorge la maniera del Ferrari, che non arriva, e non ben s' unifce a quella del preceduto Artefice. Tanto è difficile, che un ingegno, tuttoché fertile, e pronto, s' adatti all' invenzione d' un altro, fpecialmente a lui fuperiore, ficchè il lavoro da ambedue maneggiato refti uniforme , ed indiftinto .

L' ultimo lavoro fatto dal Ferrari in luoghi pubblici fi è quello a frefco, che vedefi entro la cupola della Chiela de' PP. Miniftri degl' Infermi dedicata alla Santa Croce_^. Quivi egli ne rapprefentò il Trionfo. Infinità di figure in varj naturaliflìmi atteggiamenti vi fpiccano, che fembrano vive. Forte è il colorito, e ben difpofto tutto il corpo dell' Opera. Nel rimanente del1' ivi dipinto a frefco poca parte egli v' ebbe; Mantechè fui guflo di lui lo proieguì Lorenzo fuo figliuolo , del quale feparatamente darò in quefti fogli ragguaglio.

Avanzato negli anni il Ferrari tralafciò i lavori a frefco, e impiegottì in dipingere folamente piccoli quadri ad olio. Ma anche da quefti convenne, ch'ei s'afteneflè, a cagione della podagra, e del mal de" calcoli, che gran parte dell'anno 1' obbligavano a giacerfi impotente. Tuttavia in —

mezzo a tali incomodi non perdette affatto di vifta 1' amata Di fua Profeflìone; perciocché anche feduto fui letto fi faceva DG*IG0,1,0 recare carte, e tele; e fempre difegnava, o dipingeva-.: E '■

e quantunque da que' fuoi abbozzi fi comprenda, che egli era già dalle mani abbandonato: pure eziandio fi feorge, che lo fpirito briofo, e fervido mai non mancolli. In ultimo fi d'ede all' efercizio del modellare figure, che poi gettava in geflò, e in cartapefta, e coloritele, ne facea dono agli Amici. Tn fomma, or ad un modo, ed or ad un altro, fempre indefeflò faticò fino all' età d' ottantadue anni, nella^. quale in perfetto fentimento cefsò di vivere il gennaio dell'anno ijz6., e fu fepolto nella Chiefa de'prefati PP. Miniftri degl' Infermi; conforme egli fteno per fuo teftar mento aveva ordinato.

Fu il Ferrari d' un' indole fpiritofa, e vivace, qual eziandio moftravafi nel fuo dipingere. Nel parlare comparve fempre erudito, arguto , e faceto . Vivea con decoro: ma abborriva il luflò, ed il fafto . Gran cura avea di provvedere alla fua famiglia, che per altro volea fornita del fufficiente, non caricata del fuperfluo . Ebbe due figli: il primo di effi fu il già mentovato Lorenzo, che riufeì un bravo Pittore . Di coftui a fuo luogo . L' altro fu Giufeppe , Sacerdote fecolare , morto in queft'anno 1768.; mentr'io fto quefte cofe fcrivendo . Attefe anch' egli alla Pittura^: ma fol tanto occupoffi in riftorar quadri: e non riportò nella Profeffione gran lode.

Oltre a'fuoi due figli, che inftruì, ebbe il Ferrari un Discepolo d' ottima intelligenza. Fu quefti Imperiale Bottini fuo compatriota , e parente, che affai valfe nel ben copiare , e fregiare. Del Bottini abbiamo in Genova entro la volta dell' Oratorio di S. Orfola un lavoro a frefeo; ove è rapprefentato il Miftero dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine d' uno itile cotanto fimile a quello del Ferrari , che da molti anzi al Ferrari, che al Bottini s' attribuifee. Al Porto Maurizio, dove .in ultimo fi ritirò, molto

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ha lavorato il Bottini, e fpecialmente d' ornamenti; avendone fatti di capricciofi, e vaghi nella nobii cappella del «===7 Rofario, eretta in quella Parrocchiale; come pure nelle ^ Di quattro cappelle entro la Chiefa delle Monache di S. Chiara. Grkorio j^on lafciò però di dar anche prove di ("ua perizia nel far u* """'di figure; perciocché nella Chiefa della Madonna del Piano dipinfe la tavola dell' Angiolo Cuftode, di tutto buon gufto: ed altre tavole fioriate pur lavorò per diverfe cafe private . Finalmente in patria mori, effendo già d'età molto avanzata. _

Difcepolo di Gregorio De Ferrari fu anche Francefco Cofta. Ma coftui ad altro non applicò, fe non che al far di profpettive, e di fregi. Di lui darò qualche maggior notizia, ove fcriverò la fua vita.

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