Friday, May 25, 2012
Il "Tieste" di Foscolo
Speranza
Il "Tieste" è una tragedia composta da Ugo Foscolo probabilmente nel 1795 e revisionata da Melchiorre Cesarotti.
Essa venne rappresentata per la prima volta con grande successo al teatro Sant'Angelo di Venezia il 4 gennaio 1797 dalla compagnia di Giuseppe Pellandi.
Il testo della tragedia, revisionato e corretto, venne pubblicato nello stesso anno della rappresentazione con una dedica a Vittorio Alfieri e incluso nel X tomo del "Teatro moderno applaudito", una pubblicazione periodica dell'editore Fortunato Stella di Venezia.
La tragedia è composta da versi endecasillabi e divisa in cinque atti rispettando così la tradizione pseudoaristotelica e si svolge nell'arco di una giornata nella reggia di Argo.
Al centro della vicenda vi è il drammatico antagonismo del re di Argo, Tieste, e di suo fratello Atreo nei confronti di Erope.
Ambientazione
Alla reggia di Argo
Composto nel
1795
Prima assoluta
4 gennaio 1797
Teatro Sant'Angelo di Venezia
Personaggi
Atreo, re di Argo
Tieste, suo fratello
Ippodamia, loro madre
Erope
Un fanciulletto, figlio di Erope e di Tieste, che non parla
Guardie
Atto I:
Erope, che ama Tieste ed era già stata a lui felicemente promessa in sposa, viene costretta dal padre Cleonte a sposare suo fratello, il re Atreo che, a causa della sua invadenza, verrà in seguito mandato a morte. Erope però non è riuscita a vincere la passione per Tieste dal quale ha avuto un bambino, ma Atreo, saputa la cosa e con l'animo pieno di rancore, riesce a sottrarlo alla madre e a consegnarlo ai custodi.
Erope riesce a strappare ai custodi il figlio ma la madre di Atreo e di Tieste, Ippodamia, la convince a consegnarle il bambino con la promessa che lo avrebbe salvato.
Atto II
Intanto Tieste, che era stato mandato in esilio dal fratello, dopo cinque anni ritorna ad Argo spinto dalla falsa notizia che Erope era morta. Giunto ad Argo chiede alla madre di farlo incontrare con Erope. Ippodamia lo nasconde nel tempio dove viene sorpreso da Atreo al quale ella chiede pietà per i due infelici. Il re si dimostra però inesorabile e minaccia di uccidere il bambino che era stato rapito ai custodi.
Atto III
Ippodamia ed Erope convincono Tieste, al quale rivelano la nascita del figlio, a fuggire, ma Atreo sopraggiunge e avendo compreso dal pianto della madre che il fratello è nascosto nella reggia, la fa circondare dai soldati armati.
Atto IV
Erope e Tieste, durante la notte, s'incontrano nel tempio. Tieste vuole uccidere il fratello ma sopraggiunge Atreo che consegna alle guardie i due colpevoli. Ippodamia, saputo quanto successo, accorre ma invano domanda al figlio Atreo qual è la sorte destinata al fratello.
Atto V
Atreo, che è deciso a vendicarsi, chiama al suo cospetto Erope e Tieste il quale dichiara di preferire la morte piuttosto di rinunciare ad Erope. Ippodamia intanto prega disperatamente il crudele figlio di risparmiare Tieste e di avere pietà. Atreo allora finge di esaudirla e abbracciato il fratello gli offre una coppa. Tieste l'avvicina alle labbra ma si accorge che essa non contiene vino ma il sangue del figlioletto che Atreo ha ucciso e fatto svenare. Allora, in un impeto di dolore e maledicendo il fratello, si uccide. Erope è invasa da tale dolore che cade a terra tramortita.
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