Wednesday, May 30, 2012
Marco Coltellini: librettista della "Antigona" di Traetta (1772)
Speranza
Lapide commemorativa della Tipografia Coltellini, un tempo ubicata presso lo scomparso Bagno dei forzati; oggi l'epigrafe è collocata nel cortile del Palazzo di Giustizia, Livorno.
Marco Coltellini (Montepulciano, 24 maggio 1724[1] – San Pietroburgo, novembre 1777) è stato un librettista italiano.
Da giovane Coltellini si dedicò completamente agli studi ecclesiastici, tant'è che fu nominato abate.
Ma ben presto ruppe il celibato sposandosi, dal quale matrimonio ebbe quattro figlie (una delle quali fu un noto soprano, Celeste Coltellini, così che la sua carriera religiosa finì.
Iniziò quindi la professione di editore, sempre a Livorno, aprendo nel 1750 una stamperia, dove nel 1763 pubblicò il Saggio sopra l'opera in musica di Francesco Algarotti.
Nello stesso anno pubblica anche il Gazzettiere Americano, prima traduzione italiana del The American Gazeteer pubblicato l'anno prima a Londra.
Inoltre, nella Tipografia Coltellini, ubicata presso il Bagno dei forzati, vennero stampate la prima edizione del Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria (nel 1764, in forma anonima) e, nel 1770, la terza edizione dell'Encyclopédie ou Dictionnaire raisonnè des Sciences, des Arts et des Métiers di Diderot e D'Alembert.[2]
Accanto al mestiere editoriale Coltellini si dedicò all'attività di librettista.
Il suo primo libretto d'opera fu
"L'Almeria",
scritto nel 1761 e dedicato a Pietro Metastasio, il quale giudicando positivamente questo testo, favorì la carriera librettistica di Coltellini, che da questo momento fu in continua crescita.
Questo, però, portò al lento abbandono dell'occupazione editoriale.
Nel 1764 si diresse a Vienna invitato dal librettista Ranieri de' Calzabigi.
Ivi Coltellini diventò il successore di Metastasio come poeta di corte.
Nel 1772 Coltellini scrisse una satira che colpiva indirettamente l'imperatrice Maria Teresa.
Questo portò alla perdita del prestigioso posto.
Coltellini partì quindi per San Pietroburgo, ove operò come librettista del Teatro Imperiale fino alla morte, avvenuta nel novembre 1777.
La stile del Coltellini inizialmente fu influenzato dalla poetica di Pietro Metastasio e di Ranieri de' Calzabigi.
Nelle opere buffe, invece, seguì i modelli goldoniani, dei quali ne rielaborò i temi e i personaggi. In seguito i suoi lavori acquisirono un carattere più originale.
Coltellini iniziò a curare gli intrecci scontati e più complicati
e cercò di raggiungere
la linearità
delle tragedie classiche.
Legami familiari [modifica]
Celeste Coltellini (1764-1829) figlia e celebre soprano.
Tommaso Masi (1743-1822) nipote ex-sorore e celebre editore livornese.
Glauco Masi (1775-1860) figlio di Tommaso, pronipote di Marco e celebre tipografo livornese.
Note [modifica]
1.^ Un articolo apparso su Nuovi Studi Livornesi, vol.I, 1993 chiarisce finalmente l'alone di incertezza che per secoli ha avvolto la data e il luogo di nascita del Coltellini (vedi Bibliografia).
2.^ La terza edizione settecentesca dellEncyclopédie seguiva quella di Parigi (1751-1772) e Lucca (1758-1776). Si veda G. Benucci, La terza edizione settecentesca dell'Encyclopédie di Diderot e d'Alambert, in CN Comune Notizie, 12-13, ottobre 1994 - marzo 1995, pp. 31-46.
Bibliografia [modifica]
Marco Russo,
"Tommaso Traetta: i Libretti della Riforma" - Parma 1759-61, Facoltà di Lettere di Trento, Trento 2005;
Marco Russo, Tommaso Traetta: Maestro di cappella napoletano, Edizioni S. Marco dei Giustiniani, Genova 2006.
Susanna Corrieri, Marco Coltellini e la sua stamperia nella Toscana del Settecento in Nuovi Studi Livornesi, vol.I, 1993.
Collegamenti esterni [modifica]
Panoramica del Gazzettiere Americano
Versione online dell'edizione livornese della Encyclopédie dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze
Scheda genealogica di Marco Coltellini e la sua famiglia, a cura di Matteo Giunti.
Marco Coltellini, Amore e Psiche. Melodramma, Milano, Società Tipogr. dei Classici Italiani, 1822.
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