ADRIANO. Emperor, 117--138 AD.
Born in Italica, Hispania Baetica, or Rome, he was the adopted son and heir of emperor Traiano.
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Born in Italica, Hispania Baetica, or Rome, he was the adopted son and heir of emperor Traiano.
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Pietro Metastasio, "Adriano in Siria: dramma per musica in tre atti". First set to music by Caldara in 1732. Libretto più volte messo in musica. Personaggi: Adriano, imperatore, amante d'Emirena; Osroe, rè di Parti, padre d'Emirena. Emirena, prigioniera, amante di Farnaspe. Farnaspe, principe de Parti, tributario d'Osroa, amante e promesso sposo d'Emirena. Sabina, romana, amante e promessa sposa d'Adriano. Barsene, confidente di Sabina. Aquilo, tribuno romano, amante occulto di Sabina.
Musicato da Caldara (1732). P. Anfossi. J. C. Bach. B. Galuppi. G. Draghi-Pergolesi -- Napoli, 1732 -- recorded on DVD from Jesi -- F. Veracini. J. Nebra, "Adriano en Siria". G. Abos, "Adriano in Siria". "L'Adriano in Siria" di Bach fu rappresentata per la prima volta il 26 genn. 1765 al King’s Theatre (Teatro Regio), Mercato di Fieno, di Londra.
Il melodramma di Bach in tempi moderni fu rappresentato per la prima volta e registrato il 20 marzo 1982 al Logon Hall di Londra nell'ambito del Camden Festival.
L'esecuzione fu affidata alla BBC Concert Orchestra sotto la direzione di sir Charles Mackerras.
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Musicato da Caldara (1732). P. Anfossi. J. C. Bach. B. Galuppi. G. Draghi-Pergolesi -- Napoli, 1732 -- recorded on DVD from Jesi -- F. Veracini. J. Nebra, "Adriano en Siria". G. Abos, "Adriano in Siria". "L'Adriano in Siria" di Bach fu rappresentata per la prima volta il 26 genn. 1765 al King’s Theatre (Teatro Regio), Mercato di Fieno, di Londra.
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Il melodramma di Bach in tempi moderni fu rappresentato per la prima volta e registrato il 20 marzo 1982 al Logon Hall di Londra nell'ambito del Camden Festival.
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L'esecuzione fu affidata alla BBC Concert Orchestra sotto la direzione di sir Charles Mackerras.
AGRIPPA. Roman general. Zeffirelli/Barber, "Marc'Antonio e Cleopatra", tratto da Shakespeare (Spoleto, 1966)
AGRIPPINA. V. Grimani/Handel. Personaggi dell'"Agrippina: opera lirica" di Händel: Agrippina (soprano), Nerone, suo figlio (soprano), Poppea (soprano), Claudio, imperatore (basso), Ottone (contralto), Pallante (basso), Narciso (contralto), Lesbo, servo di Claudio (basso), Giunone (contralto). Debuttò il 26 dic. 1709 al Teatro San Giovanni Grisostomo, Venezia. "L'Agrippina" ebbe un buon successo, viste le sei settimane di repliche che seguirono la prima rappresentazione. Il libretto, del cardinale Grimani, ambasciatore asburgico in Vaticano e Viceré di Napoli, vivace e brillante, rende difficile la classificazione del melodramma, che alterna momenti comici (il triplice appuntamento di Claudio, Ottone e Nerone in casa di Poppea) a momenti più seri (quando Agrippina medita l'uccisione di Ottone, e lo stesso Ottone che medita quasi il suicidio). Sono frequenti anche allusioni satiriche e politiche. Grimani si fa beffe della curia romana, rappresentando il pontefice Clemente XI come Claudio. A Roma giunge la notizia falsa della morte di Claudio naufragato durante il ritorno dalla Britannia. Agrippina, la moglie, ne approfitta per spianare la strada al figlio Nerone, che sogna di vederlo imperatore, e si affretta a corrompere i potenti liberti di Claudio, Narciso e Pallante. Ma subito dopo giunge la smentita della notizia. Claudio è vivo, salvato da Ottone, e ha decretato che egli sarà l'imperatore che gli succederà. Claudio allora, temendo di perdere il trono, decide di sfruttare Poppea, di cui si sono innamorati sia Claudio, sia Nerone, sia Ottone, e cerca di far inimicare il marito con Ottone. Se non dovesse riuscirci, cerca di convincere i liberti ad uccidere Ottone come traditore. Ma Claudio capisce il piano della moglie, nascosto in casa di Poppea, dove riesce a capire da Nerone i piani della moglie. Decide di usare clemenza, ordinando il matrimonio tra Nerone e Poppea e l'incoronazione di Ottone. Ma è Nerone che rifiuta, che, più che Poppea, gli preme avere il trono. Quindi sarà il figliastro ad essere imperatore, mentre Poppea sarà data in sposa a Ottone. Agrippina è finalmente appagata, e le nuove nozze sono celebrate da Giunone stessa che benigna discende dal cielo. Sinfonia Atto I Aria di Nerone, "Con saggio tuo consiglio", Aria di Pallante, "La mia sorte fortunata", Aria (Narciso), "Volo pronto, e lieto il core", Aria (Agrippina), "L'alma mia fra le tempeste", Arioso (Nerone), "Qual piacer a un cor pietoso" Quartetto (Agrippina, Nerone, Pallante, Narciso), "Il tuo figlio merta sol scettro e corone", Arietta (Lesbo) - "Allegrezza! Claudio giunge", Aria (Agrippina), "Tu ben degno sei dell'allor", Aria (Ottone) - "Lusinghiera mia speranza", Aria (Poppea), "Vaghe perle, eletti fiori" Aria (Poppea) - È un foco quel d'amore Aria (Agippina) - Ho un non so che nel cor Aria (Poppea) - Fa' quanto vuoi, li scherni tuoi
Aria (Claudio) - Pur ritorno a rimirarvi Arietta (Claudio) - Vieni, oh cara Terzetto (Poppea, Claudio, Lesbo) - E quando mai Aria (Agrippina) - Non ho cor che per amarti Aria (Poppea) - Se giunge un dispetto Atto II Aria (Ottone) - Coronato il crin d'alloro Coro - Di timpani e trombe Aria (Claudio) - Cade il mondo soggiogato Aria (Agrippina) - Nulla sperar da me Aria (Poppea) - Tuo ben è il trono
Aria (Nerone) - Sotto il lauro che hai sul crine Recitativo e Aria (Ottone) - Otton, qual portentoso fulmine è questi? - Voi che udite il mio lamento Aria (Poppea) - Bella pur nel mio diletto Arioso (Ottone) - Vaghe fonti, che mormorando Aria (Ottone) - Ti vo' giusta e non pietosa Aria (Poppea) - Ingannata una sol volta Aria di Poppea) - Col peso del tuo amor Aria di Nerone) - Quando invita la donna l'amante Aria (Agrippina) - Pensieri, voi mi tormentate Aria (Pallante) - Col raggio placido della speranza Aria (Narciso) - Spererò, poiché mel dice Aria (Claudio) - Basta che sol tu chieda Aria (Agrippina) - Ogni vento ch'al porto lo spinga Atto III Aria di Ottone) - Tacerò, pur che fedele Aria (Nerone) - Coll'ardor del tuo bel core Aria di Claudio) - Io di Roma il Giove sono Aria (Ottone) - Pur ch'io ti stringa al sen Aria di Poppea) - Bel piacere è godere fido amor Aria di Nerone) - Come nube che fugge dal vento Aria di Agrippina) - Se vuoi pace, o volto amato Coro - Lieto il Tebro increspi l'onda Aria di Giunone) - V'accendano le tede i raggi delle stelle Collegamenti esterni [modifica] Programma di sala, con libretto e note, per l'allestimento 2009 al Teatro La Fenice di Venezia Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Musica classica Categorie: Opere liriche in lingua italiana Opere di Händel.
AGRIPPINA. V. Grimani/Handel. Personaggi dell'"Agrippina: opera lirica" di Händel: Agrippina (soprano), Nerone, suo figlio (soprano), Poppea (soprano), Claudio, imperatore (basso), Ottone (contralto), Pallante (basso), Narciso (contralto), Lesbo, servo di Claudio (basso), Giunone (contralto). Debuttò il 26 dic. 1709 al Teatro San Giovanni Grisostomo, Venezia. "L'Agrippina" ebbe un buon successo, viste le sei settimane di repliche che seguirono la prima rappresentazione. Il libretto, del cardinale Grimani, ambasciatore asburgico in Vaticano e Viceré di Napoli, vivace e brillante, rende difficile la classificazione del melodramma, che alterna momenti comici (il triplice appuntamento di Claudio, Ottone e Nerone in casa di Poppea) a momenti più seri (quando Agrippina medita l'uccisione di Ottone, e lo stesso Ottone che medita quasi il suicidio). Sono frequenti anche allusioni satiriche e politiche. Grimani si fa beffe della curia romana, rappresentando il pontefice Clemente XI come Claudio. A Roma giunge la notizia falsa della morte di Claudio naufragato durante il ritorno dalla Britannia. Agrippina, la moglie, ne approfitta per spianare la strada al figlio Nerone, che sogna di vederlo imperatore, e si affretta a corrompere i potenti liberti di Claudio, Narciso e Pallante. Ma subito dopo giunge la smentita della notizia. Claudio è vivo, salvato da Ottone, e ha decretato che egli sarà l'imperatore che gli succederà. Claudio allora, temendo di perdere il trono, decide di sfruttare Poppea, di cui si sono innamorati sia Claudio, sia Nerone, sia Ottone, e cerca di far inimicare il marito con Ottone. Se non dovesse riuscirci, cerca di convincere i liberti ad uccidere Ottone come traditore. Ma Claudio capisce il piano della moglie, nascosto in casa di Poppea, dove riesce a capire da Nerone i piani della moglie. Decide di usare clemenza, ordinando il matrimonio tra Nerone e Poppea e l'incoronazione di Ottone. Ma è Nerone che rifiuta, che, più che Poppea, gli preme avere il trono. Quindi sarà il figliastro ad essere imperatore, mentre Poppea sarà data in sposa a Ottone. Agrippina è finalmente appagata, e le nuove nozze sono celebrate da Giunone stessa che benigna discende dal cielo. Sinfonia Atto I Aria di Nerone, "Con saggio tuo consiglio", Aria di Pallante, "La mia sorte fortunata", Aria (Narciso), "Volo pronto, e lieto il core", Aria (Agrippina), "L'alma mia fra le tempeste", Arioso (Nerone), "Qual piacer a un cor pietoso" Quartetto (Agrippina, Nerone, Pallante, Narciso), "Il tuo figlio merta sol scettro e corone", Arietta (Lesbo) - "Allegrezza! Claudio giunge", Aria (Agrippina), "Tu ben degno sei dell'allor", Aria (Ottone) - "Lusinghiera mia speranza", Aria (Poppea), "Vaghe perle, eletti fiori" Aria (Poppea) - È un foco quel d'amore Aria (Agippina) - Ho un non so che nel cor Aria (Poppea) - Fa' quanto vuoi, li scherni tuoi
Aria (Claudio) - Pur ritorno a rimirarvi Arietta (Claudio) - Vieni, oh cara Terzetto (Poppea, Claudio, Lesbo) - E quando mai Aria (Agrippina) - Non ho cor che per amarti Aria (Poppea) - Se giunge un dispetto Atto II Aria (Ottone) - Coronato il crin d'alloro Coro - Di timpani e trombe Aria (Claudio) - Cade il mondo soggiogato Aria (Agrippina) - Nulla sperar da me Aria (Poppea) - Tuo ben è il trono
Aria (Nerone) - Sotto il lauro che hai sul crine Recitativo e Aria (Ottone) - Otton, qual portentoso fulmine è questi? - Voi che udite il mio lamento Aria (Poppea) - Bella pur nel mio diletto Arioso (Ottone) - Vaghe fonti, che mormorando Aria (Ottone) - Ti vo' giusta e non pietosa Aria (Poppea) - Ingannata una sol volta Aria di Poppea) - Col peso del tuo amor Aria di Nerone) - Quando invita la donna l'amante Aria (Agrippina) - Pensieri, voi mi tormentate Aria (Pallante) - Col raggio placido della speranza Aria (Narciso) - Spererò, poiché mel dice Aria (Claudio) - Basta che sol tu chieda Aria (Agrippina) - Ogni vento ch'al porto lo spinga Atto III Aria di Ottone) - Tacerò, pur che fedele Aria (Nerone) - Coll'ardor del tuo bel core Aria di Claudio) - Io di Roma il Giove sono Aria (Ottone) - Pur ch'io ti stringa al sen Aria di Poppea) - Bel piacere è godere fido amor Aria di Nerone) - Come nube che fugge dal vento Aria di Agrippina) - Se vuoi pace, o volto amato Coro - Lieto il Tebro increspi l'onda Aria di Giunone) - V'accendano le tede i raggi delle stelle Collegamenti esterni [modifica] Programma di sala, con libretto e note, per l'allestimento 2009 al Teatro La Fenice di Venezia Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Musica classica Categorie: Opere liriche in lingua italiana Opere di Händel.
ALESSANDRO. Severo. Imperatore di Roma. Alessandro fu ucciso il 18 marzo 235 A. D. a Mogontiacum insieme alla madre, in un ammutinamento probabilmente capeggiato da Massimino Trace, un ufficiale della Tracia, che ad ogni modo si assicurò il trono. Zeno/Handel, "Alessandro Severo", 1716. Handel's opera was composed in 1738. It is one of Handel's three pasticcio works, made up of the music and arias of his previous operas Giustino, Berenice and Arminio. Only the overture and recitatives as well as the words were new. It was not a success at its premiere under the direction of the composer on 25 Feb. 1738 at the King's Theatre, London. Personaggi: Sallustia, soprano (created by E. Duparc, "La Francesina"), Claudio, soprano (created by M. Chimenti, "La Droghierina"), Giulia, contralto (created by A. Merighi), Eurilla, mezzo-soprano (created by M. Marchesini, "La Lucchesina"), Alessandro Severo mezzo-soprano castrato (created by Caffarelli), Marziano, bass (created by A. Montagnana).
ANTONIO. Hasse, "Antonio e Cleopatra".
ANTONIO. Hasse, "Antonio e Cleopatra".
ARMINIO. Salvi/Scarlatti -- defeated the Romans under Varo in 9 A.D. Cited by Ketterer, "Ancient Rome in Early Opera". Opera by Handel. 12 Jan. 1737. Arminio, alto castrato (created by Domenico Annibali), Tusnelda soprano (created by Anna Maria Strada del Pò), Sigismondo, soprano castrato (created by Gioacchino Conti detto il "Gizziello"), Ramise, contralto (created by Francesca Bertolli), Segeste, bass (created by Henry Reinhold), Varo, tenor (created by John Beard), Tullio, contralto (created by Maria Caterina Negri). With "Giustino" and "Berenice", Arminio is one of three operas Handel wrote within a period of half a year in 1736. Handel began with the composition of "Giustino" on 14 Aug.1736, followed by that of Arminio on 15 Sept.. Having finished Arminio he resumed work on Giustino, which he finished on 20 Oct.. In Dec., he went on to compose Berenice. Arminio was performed for the first time at the Covent Garden Theatre on 12 Jan. 1737, earlier than Giustino. It only saw 5 performances, the last one on 12 Feb.. The first modern performance took place on 23 February 1935 in Leipzig. The libretto to Handel's opera is based on a libretto of the same name by Antonio Salvi, which had been set to music by A. Scarlatti. The storyline deals with the Germanic leader Arminio, who defeated the Romans under Publius Quinctilius Varus in AD 9, and his wife Thusnelda. Although the subject matter thus is historical, the details of the story and the characters, as presented in the opera, are entirely fictional. Dean, Winton, Handel's Operas, 1726-1741, The second of the two-volume definitive reference on the operas of Handel. Hogwood, Christopher, Händel Lang, Handel Scheibler, Sämtliche 53 Bühnenwerke des Händel.
ASCANIO. Mozart, "Ascanio in Alba Longa".
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Good opera. Lingua originale italiano.Genere Serenata teatrale. Musica: Mozart
Libretto Giuseppe Parini. atto unico Epoca di composizione fine agosto - 23 settembre 1771 Prima rappr. 17 ott. 1771 TeatroTeatro Regio Ducale di Milano Personaggi: Venere (soprano) Ascanio, (mezzosoprano) Silvia, Ninfa del Sangue d'Ercole (soprano) Aceste, sacerdote (tenore) Fauno, uno dei principali pastori (soprano) Coro di geni, pastori e pastorelle. 'Ascanio in Alba" è una "festa o serenata teatrale" in due parti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Giuseppe Parini, eseguita per la prima volta il 17 ottobre 1771 su commissione del governatore generale di Milano, il conte Karl Joseph von Firmian, in occasione dei festeggiamenti per le nozze tra l'arciduca Ferdinando, uno di figli dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, e Maria Ricciarda Beatrice d'Este, nipote del duca di Modena Francesco III. L'opera fu allestita presso il Teatro Regio Ducale di Milano. Il libretto celebra i coniugi e il loro casato, descrivendo l'unione tra Ascanio e Silvia favorita da Venere. La loro virtù trionfa sull'inquietudine, sulle paure e sull'irrazionalità dell'amore. I recitativi accompagnati sono percorsi da una trepida palpitazione. Le arie raggiungo un intenso patetismo, che si risolvono in festosi cori finali. La dea Venere mostra a suo figlio Ascanio il paesaggio ameno dove sorgerà la città di Alba, in uno scenario bucolico popolato da Ninfe e Pastori, dove ella è venerata e su cui Ascanio dovrà regnare dopo aver sposato Silvia, la Ninfa della stirpe di Ercole, che gli è stata promessa.
Ascanio è preoccupato perché Silvia non lo conosce; la madre gli rileva che da quattro anni Amore appare in sogno alla Ninfa con le fattezze dello stesso Ascanio e ne ha conquistato il cuore. Ascanio potrà parlare alla Ninfa senza però rivelarsi. Il sacerdote Aceste intanto sta facendo i preparativi per le nozze; Fauno e i Pastori cantano le lodi a Venere. Silvia vede Ascanio e rimane profondamente turbata: lo desidera ma pensa di essere promessa ad un altro. Aceste la tranquillizza. Silvia e i Pastori si preparano ad accogliere la dea con cori e ghirlande di fiori. Venere compie un miracolo: tramuta gli alberi in colonne. Silvia viene condotta da Fauno al Sacro Monte. Dal momento che Ascanio ancora non può rivelarsi, Silvia si convince di essere stata ingannata. Ascanio cerca di parlarle ma lei fugge via. Pastori, Ninfe e Pastorelle, e in seguito anche Aceste e Silvia, intonano magnifici cori in onore della dea. Le nubi si squarciano e la dea appare in tutto il suo splendore accompagnata da Grazie e Geni. Ascanio rivela la sua identità e con Silvia e Aceste espongono i loro sentimenti e ringraziano Venere. Al loro si aggiunge il coro solenne di Grazie, Geni, Pastori e Ninfe. La partitura di Mozart prevede l'utilizzo di: 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 serpenti (probabilmente corni inglesi)
2 corni, 2 trombe, timpani, archi. Per i recitativi: clavicembalo e violoncello. Overtura Parte prima [modifica] Andante grazioso Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile N. 3 Aria L'ombra de' rami tuoi (Venere) Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile Recitativo [accompagnato] Perché tacer degg'io? e Aria Cara lontano ancora (Ascanio) Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 7 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi Aria Se il labbro più non dice (Fauno) Coro di Pastori e Pastorelle, o Ninfe, e Ballo Hai di Diana il core Coro di Pastori Venga de' sommi eroi Coro di Pastori Venga de' sommi eroi Aria Per la gioia in questo seno (Aceste) Cavatina Sì, ma d'un altro Amore (Silvia) N. 14 Aria Come è felice stato (Silvia) Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 16 Aria Ah di sì nobil alma (Ascanio) N. 17 Aria Al chiaror di que' bei rai (Venere) Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile Parte seconda [modifica] Aria Spiega il desìo, le piume (Silvia) Coro di Pastorelle Già l'ore sen volano [Recitativo accompagnato] Numi? che fo..? m'appresso..? (Ascanio, Silvia) Aria Dal tuo gentil sembiante (Fauno) Aria Al mio ben mi veggio avanti (Ascanio) [Recitativo accompagnato] Ferma, aspetta, ove vai? e Aria Infelici affetti miei (Silvia) Coro di Pastorelle Che strano evento Aria Torna mio bene, ascolta (Ascanio) Coro di Pastori Venga de' sommi eroi Aria Sento, che il cor mi dice (Aceste) Coro di Pastori, e Ninfe e Pastorelle Scendi celeste Venere Coro di Pastori e Pastorelle No, non possiamo vivere Coro Scendi celeste Venere Terzetto Ah caro Sposo, oh Dio! (Silvia, Ascanio, Alceste) Piccola parte del Terzetto precedente Che bel piacer io sento (Silvia, Ascanio, Alceste) Coro ultimo di Geni, Grazie, Pastori e Ninfe Alma Dea tutto il Mondo governa Bibliografia: Hermann Abert, Mozart - La giovinezza 1756-1782 (ed. originale: W. A. Mozart – Erster Teil 1756.1782, Breitkopf und Härtel, Lipsia 1955), trad. it. di Boris Porena e Ida Cappelli, Il Saggiatore, Milano 1984, pp. 277-281. Mozart, Tutti i libretti d'opera, a cura di Piero Mioli, Newton Compton, Roma 1996, vol. 1 pp. 124-141. Articolo: Ascanio in Alba di Sabime Henze-Döhring, in Pipers Enzyklopädie des Musiktheaters, a cura di Carl Dahlhaus, vol.4, Piper, Monaco di Baviera e Zurigo, 1991, p.284-285 ISBN 3-492-02414-9. Discografia [modifica]: Leopold Hager (direttore), orchestra del Mozarteum di Salisburgo - Lilian Sukis (Venere), Agnes Baltsa (Ascanio), Edith Mathis (Silvia), Peter Schreier (Aceste), Arleen Augér (Fauno) - 1976 Philips. Jacques Grimbert, orchestra Concerto Armonico di Budapest - Lorna Windsor, Michael Chance, Jill Feldman, Howard Milner, Rosa Mannion - 1990 dal vivo Naxos records. Collegamenti esterni [modifica] Partitura e apparato critico della Neue Mozart-Ausgabe
AUGUSTO. Il primo imperatore romano, 27 a.C. -- 14 A. D.
He became de facto emperor as a result of the settlement between himself and the Roman Senate. Zeffirelli/Barber, "Antonio e Cleopatra" (1966, Spoleto).
Bononcini, "Cinna; ossia, La clemenza d'Augusto: dramma per musica (1697). Important, cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Augusto being clement towards conspirator Cinna. It is the source for Mozart's "Clemenzia di Tito".
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He became de facto emperor as a result of the settlement between himself and the Roman Senate. Zeffirelli/Barber, "Antonio e Cleopatra" (1966, Spoleto).
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Bononcini, "Cinna; ossia, La clemenza d'Augusto: dramma per musica (1697). Important, cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Augusto being clement towards conspirator Cinna. It is the source for Mozart's "Clemenzia di Tito".
AURELIANO. Imperatore, 270 -- 275 A. D.
Born in Sirmium. Proclaimed emperor by Danubian legions after Claudius II's death, in opposition to Quintillo. Assassinated by Praetorian Guard.
F. Romani/Rossini, "Aureliano in Palmira: dramma per musica in due atti". Il libretto trae spunto da Zenobia in Palmira, di G. Sertor musicato da P. Anfossi (Venezia 1789) e da G. Paisiello (Napoli, 1790). "L'Aureliano" fu rappresentato la prima volta al Teatro alla Scala, Milano, 1813. La prima rappresentazione in tempi moderni si ebbe solamente nel 1980 a Genova. Successive rappresentazioni si ebbero a Lucca (1991), Bad Wildbad (1996) e Martina Franca (2011). Aureliano, imperatore di Roma (tenore). Zenobia, regina di Palmira (soprano), amante di. Arsace, principe di Persia (contralto). Publia, figlia di Valeriano, amante segreta di Arsace (soprano) Oraspe, generale de' Palmireni, (tenore). Licinio, tribuno (basso). Gran Sacerdote d'Iside (basso). Sacerdoti, Donzelle palmirene. Coro di Guerrieri (palmireni, persiani, romani), Pastori, Pastorelle, Soldati (romani, palmireni, persiani).
"Aureliano in Palmira" si svolge a Palmira, Persia, nel 274. La regina Zenobia, il suo amante Arsace e i preti offrono sacrifici nel tempio di Iside e pregano per la loro salvezza temendo l'esercito romano che si sta avvicinando. Il generale Oraspe entra accompagnato da musica marziale e annuncia che l'imperatore Aureliano e l'esercito romano sono ormai alle porte di Palmira. Arsace impegna le truppe persiane nella difesa della città. Dopo una drammatica battaglia i persiani vengono sconfitti. I soldati romani celebrano la vittoria. Giunge Aureliano e si rivolge ad Arsace, prigioniero. Arsace replica ad Aureliano con dignità e proclama il suo amore per Zenobia dicendosi pronto a morire per lei. Zenobia ha nascosto il tesoro del regno nelle volte sotto il palazzo. Zenobia decide di opporre resistenza. Zenobia chiede ad Aureliano una tregua, in modo da potergli parlare e ottenere la libertà dei prigionieri, incluso Arsace. Al rifiuto di Aureliano di liberare i prigionieri, Zenobia chiede di poter almeno vedere Arsace un'ultima volta. Zenobia e Arsace piangono per il loro destino. Aureliano entra e promette di liberare Arsace a condizione che Arsace abbandoni Zenobia. Arsace rifiuta e viene condannato a morte. Gli eserciti di Roma e di Palmira si preparano per la battaglia. I romani conquistano Palmira. Aureliano entra nel palazzo e offre Zenobia il proprio amore. Zenobia rifiuta Aureliano. Nel frattempo, Oraspe libera Arsace, che fugge sulle colline presso l'Eufrate dove alcuni pastori lo proteggono. Alcuni soldati si uniscono ad Arsace, e gli dicono che Zenobia è prigioniera. Arsace la vuole liberare e alla guida delle truppe di Palmira lancia un nuovo attacco contro i romani. Nel palazzo, Aureliano propone a Zenobia di regnare insieme su Palmira. Zenobia rifiuta ancora. Più tardi, di notte, Arsace e Zenobia si incontrano al chiaro di luna e si abbracciano. Quando vengono scoperti dalle truppe romane, chiedono di essere messi a morte. Sebbene segretamente ammiri il loro coraggio e la reciproca devozione, Aureliano ordina che finiscano i loro giorni in celle separate. Publia, figlia di Oraspe e segretamente innamorata di Arsace, supplica Aureliano di avere clemenza di Arsace. In una grande sala del palazzo, i comandanti e i sacerdoti della sconfitta Palmira sono raccolti in supplica davanti ad Aureliano. Oraspe, Arsace e Zenobia vengono condotti nella stanza incatenati. Aureliano muta atteggiamento e libera Zenobia e Arsace concedendo loro di regnare insieme su Palmira a patto che entrambi giurino fedeltà all'Impero Romano. Essi accettano e lodano Aureliano per la sua clemenza. Il coro canta gioioso, "Torni sereno a splendere all'Asia afflitta il dì." Luigi Mari was great as Aureliano. His cabaletta was brilliant: "a pugnar m’accinsi, o Roma/col tuo nome impresso in cor/porgi i lauri alla mia chioma/io ritorno vincitor."
BASSIANO. Legrenzi, "I due Cesari". Severo e Domna ebbero due figli: Bassiano (186-217), anche noto come "Caracalla", e Geta (189-211), entrambi imperatori romani dopo il proprio padre
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Born in Sirmium. Proclaimed emperor by Danubian legions after Claudius II's death, in opposition to Quintillo. Assassinated by Praetorian Guard.
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F. Romani/Rossini, "Aureliano in Palmira: dramma per musica in due atti". Il libretto trae spunto da Zenobia in Palmira, di G. Sertor musicato da P. Anfossi (Venezia 1789) e da G. Paisiello (Napoli, 1790). "L'Aureliano" fu rappresentato la prima volta al Teatro alla Scala, Milano, 1813. La prima rappresentazione in tempi moderni si ebbe solamente nel 1980 a Genova. Successive rappresentazioni si ebbero a Lucca (1991), Bad Wildbad (1996) e Martina Franca (2011). Aureliano, imperatore di Roma (tenore). Zenobia, regina di Palmira (soprano), amante di. Arsace, principe di Persia (contralto). Publia, figlia di Valeriano, amante segreta di Arsace (soprano) Oraspe, generale de' Palmireni, (tenore). Licinio, tribuno (basso). Gran Sacerdote d'Iside (basso). Sacerdoti, Donzelle palmirene. Coro di Guerrieri (palmireni, persiani, romani), Pastori, Pastorelle, Soldati (romani, palmireni, persiani).
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"Aureliano in Palmira" si svolge a Palmira, Persia, nel 274. La regina Zenobia, il suo amante Arsace e i preti offrono sacrifici nel tempio di Iside e pregano per la loro salvezza temendo l'esercito romano che si sta avvicinando. Il generale Oraspe entra accompagnato da musica marziale e annuncia che l'imperatore Aureliano e l'esercito romano sono ormai alle porte di Palmira. Arsace impegna le truppe persiane nella difesa della città. Dopo una drammatica battaglia i persiani vengono sconfitti. I soldati romani celebrano la vittoria. Giunge Aureliano e si rivolge ad Arsace, prigioniero. Arsace replica ad Aureliano con dignità e proclama il suo amore per Zenobia dicendosi pronto a morire per lei. Zenobia ha nascosto il tesoro del regno nelle volte sotto il palazzo. Zenobia decide di opporre resistenza. Zenobia chiede ad Aureliano una tregua, in modo da potergli parlare e ottenere la libertà dei prigionieri, incluso Arsace. Al rifiuto di Aureliano di liberare i prigionieri, Zenobia chiede di poter almeno vedere Arsace un'ultima volta. Zenobia e Arsace piangono per il loro destino. Aureliano entra e promette di liberare Arsace a condizione che Arsace abbandoni Zenobia. Arsace rifiuta e viene condannato a morte. Gli eserciti di Roma e di Palmira si preparano per la battaglia. I romani conquistano Palmira. Aureliano entra nel palazzo e offre Zenobia il proprio amore. Zenobia rifiuta Aureliano. Nel frattempo, Oraspe libera Arsace, che fugge sulle colline presso l'Eufrate dove alcuni pastori lo proteggono. Alcuni soldati si uniscono ad Arsace, e gli dicono che Zenobia è prigioniera. Arsace la vuole liberare e alla guida delle truppe di Palmira lancia un nuovo attacco contro i romani. Nel palazzo, Aureliano propone a Zenobia di regnare insieme su Palmira. Zenobia rifiuta ancora. Più tardi, di notte, Arsace e Zenobia si incontrano al chiaro di luna e si abbracciano. Quando vengono scoperti dalle truppe romane, chiedono di essere messi a morte. Sebbene segretamente ammiri il loro coraggio e la reciproca devozione, Aureliano ordina che finiscano i loro giorni in celle separate. Publia, figlia di Oraspe e segretamente innamorata di Arsace, supplica Aureliano di avere clemenza di Arsace. In una grande sala del palazzo, i comandanti e i sacerdoti della sconfitta Palmira sono raccolti in supplica davanti ad Aureliano. Oraspe, Arsace e Zenobia vengono condotti nella stanza incatenati. Aureliano muta atteggiamento e libera Zenobia e Arsace concedendo loro di regnare insieme su Palmira a patto che entrambi giurino fedeltà all'Impero Romano. Essi accettano e lodano Aureliano per la sua clemenza. Il coro canta gioioso, "Torni sereno a splendere all'Asia afflitta il dì." Luigi Mari was great as Aureliano. His cabaletta was brilliant: "a pugnar m’accinsi, o Roma/col tuo nome impresso in cor/porgi i lauri alla mia chioma/io ritorno vincitor."
BASSIANO. Legrenzi, "I due Cesari". Severo e Domna ebbero due figli: Bassiano (186-217), anche noto come "Caracalla", e Geta (189-211), entrambi imperatori romani dopo il proprio padre
BRUTO. Marco Giunio Bruto il Giovane. Roman politician, co-assassin of Giulio Cesare.
Cimarosa, "Giunio Bruto". "Opera: Perhaps the most important is F. Bianchi, "La morte di Giulio Cesare: dramma serios per musica", where Babini (tenore) played Bruto. Teatro Grimani San Samuele, Venezia 27 dicembre 1788.
Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Sertor, "La morte di Giulio Cesare" (1789). G. Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare" (Essen, 1959) tratto da Shakespeare.
Marco Giunio Bruto Cepione ; Roma, 85 a.C. – Filippi, 23 ottobre 42 a.C.) è stato un politico romano, senatore della tarda Repubblica romana e uno degli assassini di Giulio Cesare.
"http://www.incwell.com/Biographies/CaesarAssassination.jpg
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Cimarosa, "Giunio Bruto". "Opera: Perhaps the most important is F. Bianchi, "La morte di Giulio Cesare: dramma serios per musica", where Babini (tenore) played Bruto. Teatro Grimani San Samuele, Venezia 27 dicembre 1788.
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Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Sertor, "La morte di Giulio Cesare" (1789). G. Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare" (Essen, 1959) tratto da Shakespeare.
Marco Giunio Bruto Cepione ; Roma, 85 a.C. – Filippi, 23 ottobre 42 a.C.) è stato un politico romano, senatore della tarda Repubblica romana e uno degli assassini di Giulio Cesare.
"http://www.incwell.com/Biographies/CaesarAssassination.jpg
Vide Giulio Cesare. "La morte di Giulio Cesare" is an opera seria in three acts by F. Bianchi. The libretto is by Gaetano Sertor. "La morte di Giulio Cesare" is one of six libretti that Sertor wrote for Bianchi, influencing a popular series of Venetian 'morte' operas in the 1790s. While Giulio Cesare's murder itself was not shown on the stage, the audience were left with the body of Giulio Cesars conspicuously in view during the closing scenes. As with other Bianchi operas, there were innovations: the chorus participated actively in the drama, there was a a duet for two men, and a final oath scene (giuramento), besides the basically unconventional tragic ending. The opera was first performed at the Teatro San Samuele in Venice on 27 December 1788. Giulio Cesare soprano castrato Gaspare Pacchierotti, Calfurnia, sopranoAnna Casentini, Antonio bassNiccolò Perotti Cassio tenorFilippo Martinelli, Marco Bruto (Brutus), tenor, role created by Matteo Babini, Porzia (Porcia)soprano Antonia Viscardini, Albino soprano castratoMichele Cavanna. The subject of the opera is the conspiracy, led by Cassio, Bruto and Porzia, to murder Giulio Cesare in Rome in 44 BC. Giulio Cesare's loving relationship with Calfurnia forms a subplot. References: McClymonds, Marita P (1992), 'Sertor, Gaetano' in The New Grove Dictionary of Opera vol 4 p 328. Libretti d'opera-Università di Padova. Amadeus almanac, accessed 23 March 2011. McClymonds, Marita P (1992), 'Morte di Cesare, La' in The New Grove Dictionary of Opera, ed. Stanley Sadie (London) ISBN 0-333-73432-7. McClymonds, Marita P (1992), 'Sertor, Gaetano' in The New Grove Dictionary of Opera, ed. Stanley Sadie (London) ISBN 0-333-73432-7. Categories: Opera seria. Operas by Francesco Bianchi. 1788 operas Italian-language operas Operas. Operas based on works by William Shakespeare. 1790. Francesco Bianchi, "La morte di Giulio Cesare: dramma per musica, 12 luglio 1797, Teatro alla Fenice, Venezia, dramma serio per musica in 2 atti, libretto di Gaetano Sertor, tratto da Shakespeare "Julius Caesar", {soprani Giovanna Babbi (Calfurnia), "en travesti" Elisabetta Gafforini ("Giulio Cesare") e Marianna Gafforini ("Porzia"), sopranista Luigi Moriconi ("Cassio"), tenori Matteo Babini ("Bruto"), Giuseppe Desirò ("Tilio"), bassi Giuseppe Cicerelli ("Albino"), Giuseppe Buttinelli ("Antonio") e Filippo Fragni ("Casea").
BRUTO. Lucio Giunio.
This originates what Ketterer calls 'the myth of liberty'. Bruto expells the Tarquin kings and starts the republic. His descendants are Catone and Bruto il Giovane, who opposed the dictator Giulio Cesare. Marchese G. Pindemonte, marchese di Verona ("E. Ascanzio")/Cimarosa, "Giunio Bruto: tragedia in musica in due atti" (Accademia Filarmonica, Verona, 1781). The plot concerns Giunio Brut, founder of the Republic, and his son, Tito, a rebel, in love with Tullia, the daughter of King Tarquinio. Bruto condemns Tito to death, after he discovers a conspiration by Tito against his own father.
This originates what Ketterer calls 'the myth of liberty'. Bruto expells the Tarquin kings and starts the republic. His descendants are Catone and Bruto il Giovane, who opposed the dictator Giulio Cesare. Marchese G. Pindemonte, marchese di Verona ("E. Ascanzio")/Cimarosa, "Giunio Bruto: tragedia in musica in due atti" (Accademia Filarmonica, Verona, 1781). The plot concerns Giunio Brut, founder of the Republic, and his son, Tito, a rebel, in love with Tullia, the daughter of King Tarquinio. Bruto condemns Tito to death, after he discovers a conspiration by Tito against his own father.
CALIGOLA. Roman emperor, born in Antium, Italia. Tiberius's great-nephew and adopted grandson. He was the great-grandson of Augusto. Emperor from 37 AD to 41 AD. Assassinated in a conspiracy involving senators and Praetorian Guards.
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OPERAS: D. Giaberti/Pagliardi, "Caligola delirante: melodramma", Venezia, 1672.
CASCA. Servilio. Co-assassin of Giulio Cesare. In Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CASSIO. Gaio Cassio Longino. Roman politician, co-assassin of Giulio Cesare. G. Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CATILINA. Melodramma. Salieri
CATONE.
Metastasio. For once, not a 'lieto fine': Catone gasps out his death throes on stage. This was set by twenty composers in the eighteenth century. Antonio Vivaldi, "Catone in Utica" (1737), opera lirica su libretto di Pietro Metastasio. Metastasio scrisse originariamente questo libretto per essere musicato da Leonardo Vinci, il quale lo mise in scena nel 1728. L'opera di Vivaldi fu rappresentata la prima volta nel marzo del 1737 al Teatro Filarmonico di Verona, dove riscosse subito un grande successo, tant'è che le spese per l'allestimento del dramma vennero coperte dopo sole sei rappresentazioni. Per l'allestimento dell'opera Vivaldi mutò di non poco il testo originario. Vivaldi rimpiazzò quasi tutte le arie e modificò il finale, nel quale tolse il suicidio di Catone. Con questo lavoro di elevata bellezza e varietà Vivaldi si avvicina alla conclusione della sua carriera operistica. È infatti la sua terz'ultima opera, un dramma carica d'inventiva melodica e con una forte espressività simile a quella delle opere di Giovanni Battista Pergolesi. Catone (TENORE). Cesare, (soprano). Marzia, figlia di Catone, segretamente amante di Cesare (mezzo-soprano). Arbace, principe reale di Numidia, alleato di Catone e amante di Marzia (soprano). Emilia, vedova di Pompeo (soprano). Fulvio, emissario del senato romano, amante di Emilia (contralto). Guardie, servi, sicari e soldati. Il primo atto, tutt'oggi non pervenutoci, è stato ricostruito dal direttore d'orchestra francese Jean-Claude Malgoire. I recitativi sono stati realizzati con aderenza stilistica da Malgoire stesso, mentre le arie provengono da altre opere vivaldiane. Ouverture - Allegro-Andante-Allegro. Atto I: Scena 1: Recitativo - "Perché se mesto". Aria: "Con se bel nome". Scena 2: Recitativo - Poveri affetti miei Aria - È follia se nascondete Scena 3: Recitativo - Che giurai, che promisi Aria - Che legge spietata Scene 4, 5 e 6: Recitativo - Dunque Cesare venga Scena 6: Aria - Vaga sei ne sdegni tuoi Scena 7: Recitativo - Quanto da te diverso Aria - L'ira mia Scena 8: Recitativo - Se gli altrui folli amori Aria - O nel sen di qualche stella Scene 9 e 10: Recitativo - Giunse dunque Aria - Apri le luci e mira Atto II: Scene 1 e 2: Recitativo - Marzia t'accheta Aria - S'andrà senza pastore Scene 3 e 4: Recitativo - Che gran sorte è la mia Aria - Se mai senti Scene 5, 6 e 7: Recitativo - Lode agli Dei Aria - Degl'Elisi dal soggiorno. Introduzione di timpani Scene 8 e 9: Recitativo - Si vuole ad onta mia Aria - Se in campo armato. Scene 10 e 11: Recitativo - Ah Signor, che facesti Aria - Dovea svenarti allora Scena 12: Recitativo - Sarete paghi alfin Aria - Il povero mio core Udisti Arbace Aria - Come invano il mare irato Tutto, amico, ho tentato. Se parto, se resto Me infelice Aria - Sarebbe un bel diletto - È questo amici il luogo Nella foresta Vinceste inique stelle Fuggi dal guardo mio Scena 12 e ultime Recitativo - Il vincer o compagni Scena finale: Coro finale - D'amor la face. 26 marzo 1737[1] Catone (tenore, created by Cesare Grandi), Giulio Cesare (soprano castrato, created by Lorenzo Girardi), Marzia mezzo-soprano, created by Anna Girò, Arbace soprano castrato created by Giacomo Zaghini, Emilia soprano, created by Giovanna Gasparini, Fulvio contralto-travesti, created by Elisabetta Moro. In tempi moderni l'opera fu ripresa, completata e messa in scena sotto la direzione di Jean-Claude Malgoire con l'orchestra La Grande Écurie et la Chambre du Roy nel 2001 a Turcoing e fu registrata nel novembre dello stesso anno. Breve trattazione sull'opera Catone in Utica. "Catone Uticense", Matteo Noris, Venezia, 1701. Ketterer mentions the 'pasticcio' "Il Catone in Utica" (1732), with litbretto by Metastasio, and music by Vivaldi, Hasse, Vinci, Leo, and Porpora.
CICERONE. A victim of violence. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera."
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Metastasio. For once, not a 'lieto fine': Catone gasps out his death throes on stage. This was set by twenty composers in the eighteenth century. Antonio Vivaldi, "Catone in Utica" (1737), opera lirica su libretto di Pietro Metastasio. Metastasio scrisse originariamente questo libretto per essere musicato da Leonardo Vinci, il quale lo mise in scena nel 1728. L'opera di Vivaldi fu rappresentata la prima volta nel marzo del 1737 al Teatro Filarmonico di Verona, dove riscosse subito un grande successo, tant'è che le spese per l'allestimento del dramma vennero coperte dopo sole sei rappresentazioni. Per l'allestimento dell'opera Vivaldi mutò di non poco il testo originario. Vivaldi rimpiazzò quasi tutte le arie e modificò il finale, nel quale tolse il suicidio di Catone. Con questo lavoro di elevata bellezza e varietà Vivaldi si avvicina alla conclusione della sua carriera operistica. È infatti la sua terz'ultima opera, un dramma carica d'inventiva melodica e con una forte espressività simile a quella delle opere di Giovanni Battista Pergolesi. Catone (TENORE). Cesare, (soprano). Marzia, figlia di Catone, segretamente amante di Cesare (mezzo-soprano). Arbace, principe reale di Numidia, alleato di Catone e amante di Marzia (soprano). Emilia, vedova di Pompeo (soprano). Fulvio, emissario del senato romano, amante di Emilia (contralto). Guardie, servi, sicari e soldati. Il primo atto, tutt'oggi non pervenutoci, è stato ricostruito dal direttore d'orchestra francese Jean-Claude Malgoire. I recitativi sono stati realizzati con aderenza stilistica da Malgoire stesso, mentre le arie provengono da altre opere vivaldiane. Ouverture - Allegro-Andante-Allegro. Atto I: Scena 1: Recitativo - "Perché se mesto". Aria: "Con se bel nome". Scena 2: Recitativo - Poveri affetti miei Aria - È follia se nascondete Scena 3: Recitativo - Che giurai, che promisi Aria - Che legge spietata Scene 4, 5 e 6: Recitativo - Dunque Cesare venga Scena 6: Aria - Vaga sei ne sdegni tuoi Scena 7: Recitativo - Quanto da te diverso Aria - L'ira mia Scena 8: Recitativo - Se gli altrui folli amori Aria - O nel sen di qualche stella Scene 9 e 10: Recitativo - Giunse dunque Aria - Apri le luci e mira Atto II: Scene 1 e 2: Recitativo - Marzia t'accheta Aria - S'andrà senza pastore Scene 3 e 4: Recitativo - Che gran sorte è la mia Aria - Se mai senti Scene 5, 6 e 7: Recitativo - Lode agli Dei Aria - Degl'Elisi dal soggiorno. Introduzione di timpani Scene 8 e 9: Recitativo - Si vuole ad onta mia Aria - Se in campo armato. Scene 10 e 11: Recitativo - Ah Signor, che facesti Aria - Dovea svenarti allora Scena 12: Recitativo - Sarete paghi alfin Aria - Il povero mio core Udisti Arbace Aria - Come invano il mare irato Tutto, amico, ho tentato. Se parto, se resto Me infelice Aria - Sarebbe un bel diletto - È questo amici il luogo Nella foresta Vinceste inique stelle Fuggi dal guardo mio Scena 12 e ultime Recitativo - Il vincer o compagni Scena finale: Coro finale - D'amor la face. 26 marzo 1737[1] Catone (tenore, created by Cesare Grandi), Giulio Cesare (soprano castrato, created by Lorenzo Girardi), Marzia mezzo-soprano, created by Anna Girò, Arbace soprano castrato created by Giacomo Zaghini, Emilia soprano, created by Giovanna Gasparini, Fulvio contralto-travesti, created by Elisabetta Moro. In tempi moderni l'opera fu ripresa, completata e messa in scena sotto la direzione di Jean-Claude Malgoire con l'orchestra La Grande Écurie et la Chambre du Roy nel 2001 a Turcoing e fu registrata nel novembre dello stesso anno. Breve trattazione sull'opera Catone in Utica. "Catone Uticense", Matteo Noris, Venezia, 1701. Ketterer mentions the 'pasticcio' "Il Catone in Utica" (1732), with litbretto by Metastasio, and music by Vivaldi, Hasse, Vinci, Leo, and Porpora.
CICERONE. A victim of violence. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera."
CIMBER. Tillio Cimber, co-assassin of Giulio Cesare. Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare", as Metellus Cimber.
CINNA. Elvio. Roman poet. Lorenzo Ferrero, "Le piccole storie – ai margini delle guerre", Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CINNA. Lucio Cornelio. Roman consul. Wolfgang Amadeus Mozart, "Lucio Silla". Cfr. Augusto, "Cinna; ossia, la clemenza d'Augusto".
CLAUDIO. Roman emperor. Born in Lugdunum, Gallia Lugdunensis. Nephew of Tiberius, brother of Germanicus and uncle of Caligula; proclaimed emperor by the Praetorian Guard. Emperor from: 41 AD to 54 AD. Probably poisoned by his wife Agrippina the Younger, in favour of her son Nero. Handel, "Agrippina", Legrenzi, "L'anarchia dell'imperio" (1683). Personaggi: Ludovico, Lottario, Pipino, Claudio, Erginia, Daligi, Argiade. Francesco Antonio Mamiliano Pistocchi : Isauro ; Antonio Predieri : Uelfo ; Paolo Benigno : Lisbo.
CLELIA. Early Roman figure. Figura della mitologia romana, presa in ostaggio da
Porsenna.
Porsenna, etrusco lucumone di Chiusi, era alleato dei Tarquini e la catturò nel 507 a.C.
Ma la ragazza fuggì dal campo etrusco, attraversò il Tevere a nuoto e raggiunse Roma. Porsenna pretese la sua restituzione e fu accontentato, ma, ammirando il suo coraggio, la liberò insieme ad alcuni suoi compagni. Della sua figura leggendaria esistono due versioni.
Prima versione:
Clelia con altre nove ragazze fu consegnata a Porsenna dai Romani per un patto di pace tra di loro e gli Etruschi. Clelia incoraggiò le compagne a scappare dall'accampamento etrusco attraversando il Tevere a nuoto. Così facendo, Clelia rimase sulle sponde del fiume per sorvegliare le ragazze che stavano scappando. Una sentinella di Porsenna (o lui in persona) trovò la ragazza e la consegnò a Porsenna che la liberò estasiato dal suo coraggio.
Seconda versione: (Riportata da Tito Livio ed Aurelio Vittore)
Clelia fu consegnata a Porsenna da sola per pegno di pace (od assieme ad altri giovani secondo Livio). Era una ragazza ribelle e cercò quindi un espediente per scappare dall'accampamento etrusco. Si ingegnò e trovò il modo: attraversare il Tevere a nuoto. Arrivata a Roma, Porsenna venne a sapere che era scappata e pretese la sua restituzione; i Romani la restituirono e Porsenna la liberò sorpreso da cotanto coraggio.
Bibliografia [modifica]
Tito Livio Ab Urbe condita libri, II,13
Pseudo Aurelio Vittore De viris illustribus urbis Romae 13,1
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Personaggi della mitologia romana
Personaggi del De mulieribus claris
Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
Also: Nasolini, "Il trionfo di Clelia"
Clelia (soprano)
Larissa (soprano)
Orazio (tenore) creato da Adamo Bianchi, detto "Adamino" (Bergamo, 1764 – Bergamo, 1836), è stato un tenore lirico italiano.
Mannio (tenore)
Tarquinio (tenore)
Porsenna (basso)
Porsenna, etrusco lucumone di Chiusi, era alleato dei Tarquini e la catturò nel 507 a.C.
Ma la ragazza fuggì dal campo etrusco, attraversò il Tevere a nuoto e raggiunse Roma. Porsenna pretese la sua restituzione e fu accontentato, ma, ammirando il suo coraggio, la liberò insieme ad alcuni suoi compagni. Della sua figura leggendaria esistono due versioni.
Prima versione:
Clelia con altre nove ragazze fu consegnata a Porsenna dai Romani per un patto di pace tra di loro e gli Etruschi. Clelia incoraggiò le compagne a scappare dall'accampamento etrusco attraversando il Tevere a nuoto. Così facendo, Clelia rimase sulle sponde del fiume per sorvegliare le ragazze che stavano scappando. Una sentinella di Porsenna (o lui in persona) trovò la ragazza e la consegnò a Porsenna che la liberò estasiato dal suo coraggio.
Seconda versione: (Riportata da Tito Livio ed Aurelio Vittore)
Clelia fu consegnata a Porsenna da sola per pegno di pace (od assieme ad altri giovani secondo Livio). Era una ragazza ribelle e cercò quindi un espediente per scappare dall'accampamento etrusco. Si ingegnò e trovò il modo: attraversare il Tevere a nuoto. Arrivata a Roma, Porsenna venne a sapere che era scappata e pretese la sua restituzione; i Romani la restituirono e Porsenna la liberò sorpreso da cotanto coraggio.
Bibliografia [modifica]
Tito Livio Ab Urbe condita libri, II,13
Pseudo Aurelio Vittore De viris illustribus urbis Romae 13,1
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Personaggi della mitologia romana
Personaggi del De mulieribus claris
Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
Also: Nasolini, "Il trionfo di Clelia"
COCLES. Orazio Cocles, Roman military officer. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel: Muzio Scevola
COLLATINO. Lucius Tarquinius Collatinus, Roman consul, husband of Lucretia. Benjamin Britten: The Rape of Lucretia
COMMODO. 17th Roman emperor.
Commodo. Born in Lanuvium, Italia. Natural son of Marcus Aurelius; joint emperor from 177 AD to 192 AD. Assassinated in palace, strangled to death. OPERAS: "Comodo Antonino", Scarlatti/Paglia. -- dramma per musica 3 acts F M Paglia, after G F Bussani 18 November 1696. Naples, Teatro San Bartolomeo.
COMMODO. 17th Roman emperor.
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Commodo. Born in Lanuvium, Italia. Natural son of Marcus Aurelius; joint emperor from 177 AD to 192 AD. Assassinated in palace, strangled to death. OPERAS: "Comodo Antonino", Scarlatti/Paglia. -- dramma per musica 3 acts F M Paglia, after G F Bussani 18 November 1696. Naples, Teatro San Bartolomeo.
COSTANTINO. Emperor Constantine I "The Great" of Rome. Gaetano Donizetti: Fausta
CORIOLANO. Roman leader. Nato nel 527 a.C. generalmente conosciuto come Coriolano, membro dell'antica Gens Marcia, fu uomo politico e valoroso generale al tempo delle guerre contro i Volsci.
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Francesco Cavalli, "Coriolano" (1669), libretto di Cristoforo Ivanovich 27 May 1669 Piacenza, Teatro Ducale.""
CRASSO. Marco Licinio Crasso, Roman general and politician. Francesco Cavalli, "Pompeo Magno".
CRISPO. Flavio Giulio, Caesar of the Roman Empire.
"
Gaetano Donizetti, "Fausta". Massimiano porta via Crispo con i littori, e il ragazzo viene giustiziato. Fausta implora il perdono dell'amato e beve il veleno.
DOLABELLA. Publius Cornelius Dolabella, Roman general. Samuel Barber: Antony and Cleopatra
CRISPO. Flavio Giulio, Caesar of the Roman Empire.
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Gaetano Donizetti, "Fausta". Massimiano porta via Crispo con i littori, e il ragazzo viene giustiziato. Fausta implora il perdono dell'amato e beve il veleno.
DIOCLEZIANO. Emperor. H. Purcell, "Dioclesian". Delfia, a prophetess, foretells that Diocles, a footsoldier, will become emperor after he kills a mighty boar and marry Delphia's niece Drusilla, who is in love with him. Diocles takes the prophecy seriously, and starts slaughtering pigs. As it turns out, a soldier called Volutius Aper (Aper=boar) has murdered the old emperor, and Diocles kills Aper in revenge. As a reward for this action he is made co-emperor and renames himself "Dioclesian". Dioclesian ignores his promise to marry Drusilla, and courts his co-emperor's sister, the princess Aurelia, instead. This angers Delfia, who brings the wedding ceremony to a stop by conjuring a storm and a monster. Delfia then causes Aurelia to fall in love with Diocles' rival Massiminiano, and the Persians to defeat the Roman army. Diocleziano realises the error of his ways, routs the invaders, cedes his half of the throne to Maximinian, and moves to Lombardy with Drusilla.
DOLABELLA. Publius Cornelius Dolabella, Roman general. Samuel Barber: Antony and Cleopatra
DOMIZIANO. Roman emperor. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Born in Rome. Son of Vespasian. Emperor from 81 AD to 96 AD. Assassinated by court officials.
ELIO. Legrenzi, "Publio Elio Pertinace" (1684)
ELIOGABALO. Emperor Elagabalus of Rome (Marco Aurelio Antonino Augusto). Francesco Cavalli: "Eliogabalo" (1668). Pietro Simone Agostini, "Eliogabalo".
ENEA, Trojan leader, indeed a hero of the Trojan Wars, the son of Anchises (and Venus).
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Hero of Virgil’s Aeneid, which plots his story from the fall of Troy to his arrival in Italy. Revered as the ancestral hero of the Romans. Badia, C.A. 1702, "Enea negli Elisi". Bernabei, G.A. 1679, "Enea in Italia". Boretti, G.A. 1670, "Enea in Italia". Boroni, A. 1778 Enea nel Lazio Chaves, J. 179? Enee et Lavinie Colasse, P. 1690 Enee et Lavinie Dauvergne, A.L. 1758 Enee et Lavinie Draghi, A. 1678 Enea in Italia Fini, M. 1731 Gli Sposali d’Enea Franck, J.W. 1680 Aeneas des Trojanischen Fürsten
Abkufft in Italien Fronduti, G.B. 1709 L’Impegni delle dei per le glorie d’Enea Fux, J.J. 1731 Enea negli Elisi Galuppi, B. 1765 L’Arrivo nel Lazio Gardi, F. 1785 Enea nel Lazio Giardini, F. 1764 Enea e Lavinia Gibella, F.C. 1680 Enea in Cartagnie Gibelli, L. 1731 Gli Sposali d’Enea Guerrini, G. 1948 Enea Guglielmi, P.A. 1785 Enea e Lavinia Jommelli, N. 1755 Enea nel Lazio Lampugnani, G.B. 1763 Enea in Italia Lima, J.F. 1781 Enea in Tracia Malipiero, G.F. 1958 Vergili Aeniis Monteverdi, C. 1641 Le Nozze di Enea con Lavinia Pallavicino, C. 1675 Enea in Italia Perez, D. 1759 Enea in Italia Piccinni, N. 1775 Enea in Cuma Pollarolo, C.F. 1686 Enea in Italia Porpora, N. 1734 Enea nel Lazio Righini, V. 1793 Enea nel Lazio Sacchini, A.M.G. 1779 Enea e Lavinia Sarti, G. 1799 Enea nel Lazio Scacchi, G.M. 1638 Enea Steffani 1695 Il Trionfo del fato, overo Le Glorie d’Enea
Stegmayer, M. 1799 Die travestierte Aeneas Stegmayer 1800 Aeneas in der Hölle Telemann, G.P. 1731 Die Flucht des Aeneas nach Latien Traetta, T.M. 1761 Enea nel Lazio Uccelini, D.M. 1673 Le Nave d’Enea Uttini, F.A.B. 1756 Enea in Cartagine Ziani, P.A. 1680 Enea in Cartagine
Monteverdi, "Le nozze d'Enea con Lavinia" (1641), Cavalli, "La Didone" (1641) ‘Dido’ is Virgil’s name for ‘Elissa’, Queen of Carthage. Fell in love with Aeneas who was compelled by Mercury to leave the quen. She then threw herself onto a funeral pyre. Adolfati, A. 1747 Didone abbandonata
Albinoni, T. 1724 Didone abbandonata Andreotti, G. 1784 Didone abbandonata Anfossi, P. 1775 Didone abbandonata Araia, F. 1758 Didone abbandonata Arne, T.A. 1734 Dido and Aeneas Astaritta, G. 1780 Didone abbandonata Auletta, P. 1758 Didone abbandonata Aurisicchio, A. 1745 Didone abbandonata Berlioz, H. 1863 Les Troyens a Carthage Bernasconi, A. 1738 Didone abbandonata
Bernasconi, A. 1756 Didone abbandonata Bertoni, F.G. 1748 Didone abbandonata Beveridge, T. 1958 Dido and Aeneas Blangini, T. 1866 Didon Bonno, J 1752 Didone abbandonata Brivio, G.F. 1739 Didone abbandonata Brunetti, G. 1759 Didone abbandonata Capotorti, L. 1800 Enea in Cartagine Caputi, A. 1754 Didone abbandonata Cavalli, P.F. 1641 Didone abbandonata Celoniat, L. 1769 Didone abbandonata Cherubini, L. 1786 Didone abbandonata Ciampi, V.L. 1754 Didone abbandonata Colla, G. 1770 Enea in Cartagine (first setting) Colla, G. 1773 Didone abbandonata (second setting) Desmartes, H. 1693 Didon Duni, E.R. 1739 Didone abbandonata Fasch, F. 1712 Die getreue Dido Ferrandini, A. 1760 Didone abbandonata Fioravanti, V. 1810 Didone abbandonata
Fiorillo, I. 1751 Didone abbandonata Fioroni, G.A. 1755 Didone abbandonata Galluppi, B. 1740 Didone abbandonata Galuppi, B. 1764 Didone abbandonata Gazzaniga, G. 1787 Didone abbandonata
Gibella, F.C. 1680 Enea in Cartagine Graupner, C. 1707 Dido, Königin von Darthago Handel, G.F. 1737 Didone Hasse, J.A. 1742 Didone abbandonata Haydn, F.J. 1777 Didone abbandonata
Holtzbauer, I.J. 1779 Der Tod der Dido Hook, J. 1771 Dido Horn, C.E. 1828 Dido Insanguine, G. 1770 Didone abbandonata Jommelli, N. 1747 Didone abbandonataKlein, B. 1823 Dido Kozeluh, J.A. 1795 Didone abbandonata Kraus, J.M. 1799 Aeneas I Carthago Lampert, E. 1845 Dido 13
Lampugnani, G.B. 1739 Didone abbandonata Lavranga, D. 1909 Dido Litares, A. 1700 Dido y Eneas
Liverati, G. 1807 Enea in Cartagine Majo, G.F. 1769 Didone abbandonata Manna, G. 1751 Didone abbandonata Marino, S. 1798 Didone abbandonata Marshall-Hall, G.W.L. 190? Dido and Aeneas
Mattioli, A. 1656 Didone abbandonata Mazzoni, A.M. 1752 Didone abbandonata Mercadantes, S. 1823 Didone abbandonata Mombelli, D. 1776 Didone abbandonata Monza, C. 1784 Enea in Cartagine Moratelli, S. 1688 Didone Morolin, F. 1799 Le Seconde nozze di Didone Mortellari, M.C. 1772 Didone abbandonata Naumann, J.G. 1790 Didone Neitzel, O. 1884 Dido Ottani, B. 1779 Didone abbandonata Paer, F. 1811 Didone abbandonata Paganelli, G.A. 1738 Didone abbandonata
Paisiello, G. 1794 Didone abbandonata Pallavicino, C. 1686 Didone delirante Pederzuoli, G.B. 1685 Didone costante Perez, D. 1747 Didone abbandonata Piccinni, N. 1769 Didone abbandonata (first setting) Piccinni, N. 1783 Didon (second setting) Piticchio, F. 1780 Didone abbandonata PonciniF.J. 1752 Didone abbandonata Porpora, N.A. 1725 Didone abbandonata Portugal, M.A. 1803 Didone abbandonata Purcell, H. 1689 Dido and Aeneas Reissiger, K.G. 1824 Didone abbandonata
Risori, G.A. 1748 Didone abbandonata Sacchini, A.M.G. 1775 Didone abbandonata Sarro, D. 1724 Didone abbandonata Sarti, G. 1762 Didone abbandonata Scalabrini, P. 1744 Didone abbandonata
Scarlatti, A. 1696 Didone delirante (first setting) Scarlatti, A. 1724 Didone abbandonata (second setting) Schiassi 1735 "Didone abbandonata" Schirer 1776 "Didone abbandonata" Schuster, J. 1776 Didone abbandonata Schwanenberg, J.G. 1765 Didone abbandonata Scolari, G. 1752 Didone abbandonata Scolari, G. 1763 Didone abbandonata Storace, S. 1792 Dido, Queen of Carthage
Telemann, G.P. 1731 Die Flucht dea Aeneas nach Latien Terradellas, D. 1750 Didone Traetta, T.M. 1757 Didone abbandonata Vinci, L. 1726 Didone abbandonata Zanetti, F. 1766 Didone abbandonata
Ziani, P.A. 1680 Enea in Cartagine Zoppis, F. 1758 Didone abbandonata
ENOBARBO. Ahenobarbus, Gnaeus Domitius, Roman consul (32 BC) Samuel Barber: Antony and Cleopatra (as Enobarbus)
EZIO. Generale romano dell'Impero Romano d'Occidente. Famosa la sua vittoria su Attila nel451 A.D. presso i Campi Catalaunici, dove i Romani inflissero una pesante sconfitta all'esercito degli Unni.
Edward Gibbon lo definisce "l'uomo celebrato universalmente come terrore dei Barbari e baluardo della Repubblica di Roma". Giuseppe Gazzaniga, Ezio. Handel, "Ezio" (1732, Londra). Gaetano Latilla: Ezio. Giuseppe Verdi, "Attila". In Handel's opera: Ezio, Roman general alto castrato (created by Senesino),Fulvia, his lover, soprano (created by Anna Maria Strada del Pò), Valentiniano, Roman emperor contralto (created by Anna Bagnolesi),Onoria, his sister contralto (created by Francesca Bertolli), Massimo, Fulvia's father, tenor (created by Giovanni Battista Pinacci), Varo, Prefect of the Praetorian Guard, bass (created by Antonio Montagnana). The protagonist is the fifth-century AD Roman general Ezio, returned from his victory over Attila. Ezio (Aetius, HWV 29) is an opera by Handel written for the company, the Royal Academy of Music, to a libretto by Metastasio. Metastasio's libretto was partly inspired by Racine's play Britannicus. The same libretto had already been set by many other composers first of all Nicola Porpora who managed to preempt the official Rome premiere of Pietro Auletta's setting for 26 Dec. 1728 with his own version (of a slightly edited copy of the libretto) for Venice on 20 Nov., a month earlier. The libretto continued to be set and reset for another 50 years, including two versions of Ezio by Gluck. Handel's Ezio is considered one of the purest examples of opera seria with its absence of vocal ensembles. The opera received its first performance at the King's Theatre, London on 15 Jan. 1732. It received a total of only 5 performances before falling from the repertoire, in what turned out to be Handel's greatest operatic failure. It did not receive another performance in London until 1977, by "The Handel Opera Society" at Sadler's Wells Theatre. Winton Dean has stated that the failure of the opera related to the artistic incompatibility between the more "classical" nature of the libretto and the more "romantic" nature of the music. In May 2009 it was performed at the Schlosstheater Schwetzingen as part of the Schwetzingen Festival. The performance, staged by Günter Krämer, with Yosemeh Adjei singing Ezio, was also broadcast on the German television network 3sat on 19 September 2009.
FAUSTA. Fausta Flavia Maxima, Empress of Rome, second wife of Constantine the Great.
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Gaetano Donizetti, "Fausta e Crispo, or Ippolito redivivo". Titolo originaleFausta Lingua originaleitalianoGeneremelodramma tragico
MusicaGaetano Donizetti
LibrettoDomenico Gilardoni
Fonti letterariemito di Fedra e Ippolito
Atti2
Epoca di composizioneinverno 1831
Prima rappr.12 gennaio 1832
TeatroTeatro San Carlo, Napoli
Versioni successive
1833, Teatro alla Scala (aggiunta della sinfonia)
1834, Teatro La Fenice (aggiunta dell'introduzione e di un duetto tra Fausta e Crispo)
Fausta è un'opera di Gaetano Donizetti su libretto di Domenico Gilardoni. L'opera debuttò il 12 gennaio 1832 al Teatro San Carlo di Napoli.
MusicaGaetano Donizetti
LibrettoDomenico Gilardoni
Fonti letterariemito di Fedra e Ippolito
Atti2
Epoca di composizioneinverno 1831
Prima rappr.12 gennaio 1832
TeatroTeatro San Carlo, Napoli
Versioni successive
1833, Teatro alla Scala (aggiunta della sinfonia)
1834, Teatro La Fenice (aggiunta dell'introduzione e di un duetto tra Fausta e Crispo)
Fausta è un'opera di Gaetano Donizetti su libretto di Domenico Gilardoni. L'opera debuttò il 12 gennaio 1832 al Teatro San Carlo di Napoli.
Dal debutto di Anna Bolena (dicembre 1830) Donizetti non aveva più scritto un'opera seria, e tutto il 1831 fu dedicato al repertorio buffo (la revisione de Le convenienze ed inconvenienze teatrali, Gianni di Parigi, che però fu rappresentato solo nel 1839, e le due farse Francesca di Foix e La romanziera e l'uomo nero). Finalmente gli si presentò l'occasione di ricomporre un'opera seria, quando gli fu affidato il compito di comporre un'opera per celebrare l'onomastico del re di Napoli Ferdinando II, nel gennaio del 1832. Donizetti si concentrò incessantemente per due mesi sulla composizione dell'opera, il cui libretto fu scritto da Domenico Gilardoni (alla sua ultima fatica: il librettista morì poco più che trentenne prima della rappresentazione dell'opera). Fonte del libretto è la vicenda storica della morte di Fausta e Crispo, l'una seconda moglie e l'altro figlio di primo letto dell'imperatore di Costantino I, ma l'amore incestuoso che la matrigna prova per il figliastro presenta analogie con il mito di Fedra e Ippolito (archetipi dei due personaggi dell'opera donizettiana). Tra Crispo e Ippolito tuttavia vi è una differenza sostanziale: se Ippolito è restio ad amare (ed anzi si dimostra ferocemente misogino), Crispo è innamorato di una giovane schiava, e l'ira di Fausta prorompe non tanto per il rifiuto, ma per la gelosia. Tuttavia, il tema incestuoso scandalizzò il Ministro di Polizia del regno, tant'è che chiese allo stesso re il ritiro dalle scene dell'opera, ma la minaccia venne scongiurata.
La prima dell'opera tuttavia non fu funestata dalla prematura morte del librettista e dal tema tragico, e Fausta debuttò con buon successo il 12 gennaio del 1832 al Teatro San Carlo di Napoli.
Dopo il debutto l'opera fu immediatamente richiesta al Teatro alla Scala, che la voleva come titolo inaugurale della stagione di Carnevale: un onore che finora Donizetti non aveva mai avuto. Per le rappresentazioni milanesi il compositore aggiunse una sinfonia e, per delle successive repliche a Venezia (protagonisti Giuditta Pasta e Domenico Donzelli) modificò l'introduzione e aggiunse un duetto per Fausta e Crispo nel primo atto. L'opera cadde nell'oblio, e l'ultima rappresentazione ottocentesca sembra quella alla Scala nel 1859. L'unica rappresentazione in tempi moderni avvenne nel 1981 al Teatro dell'Opera di Roma, protagonisti Raina Kabaivanska (Fausta), Renato Bruson (Costantino), Giuseppe Giacomini (Crispo), diretti da Daniel Oren.Personaggi: Costantino (baritono) Fausta (soprano) Beroe (mezzosoprano) Crispo (tenore) Massimiano (basso) Licinia (contralto) Albino (tenore) Congiunti e famigli dell'imperatore, confidenti dell'imperatrice, senatori, pretoriani, popolo, soldati, littori (coro). RuoloRegistro vocaleInterprete. CostantinobaritonoAntonio Tamburini
FaustasopranoGiuseppina Ronzi de Begnis Beroemezzo-sopranoVirginia Eden CrispotenoreGiovanni Basadonna MassimianobassoGiovanni Campagnoli LiciniacontraltoEdvige Ricci Albino tenoreGiovanni Revalden Congiunti e famigli dell'imperatore, confidenti dell'imperatrice, senatori, pretoriani, popolo, soldati, littori. L'opera si apre con la celebrazione delle vittorie sui Galli di Crispo, figlio dell'imperatore Costantino. Crispo chiede al padre la grazia ai prigionieri e il permesso di sposare Beroe, figlia del re dei Galli, per suggellare la pace tra i popoli. Costantino glielo concede, ma Fausta, sua seconda moglie, impone di rispettare il giorno sacro a Vesta e di rimandare le nozze.
Costantino teme che sotto ci sia qualcos'altro, dato che da molto tempo sua moglie è misteriosamente turbata. E i suoi timori sono fondati, dato che Fausta è innamorata del figliastro Crispo. La donna non trova pace, e, durante un colloquio privato col figliastro, gli rivela il proprio amore. Crispo, inorridito, respinge le profferte della donna, la quale, infuriata, minaccia di vendicarsi sulla povera Beroe. Allora il giovane chiede pietà alla matrigna, ma in quel momento i due vengono sorpresi da Costantino, che chiede spiegazioni dell'accaduto. Fausta, smaniosa di vendetta, afferma che il figliastro ha cercato di insidiarla. Costantino, inorridito, bandisce il figlio e lo condanna all'esilio. A complicare la vicenda sono le trame di Massimiano, padre di Fausta e desideroso di sbarazzarsi di Costantino per salire sul trono: il patrizio ha organizzato una congiura per uccidere l'imperatore nel parco attiguo ai suoi appartamenti. Ma la congiura viene spiata da Crispo (che stava avendo un ultimo colloquio con l'amata Beroe) che estrae la spada per colpire i congiurati: ma in quel momento Costantino arriva e, come prima, equivoca i propositi del figlio, e lo crede coinvolto nella congiura: il ragazzo viene arrestato. Il senato si appresta a condannare a morte Crispo (il principale accusatore è Massimiano): Costantino, nell'ultimo colloquio col figlio, gli supplica di ammettere le sue colpe per aver salva la vita, ma lui ribadisce la sua innocenza. Anche Fausta ha un ultimo colloquio con Crispo, e gli giura di rinunciare al soglio per salvargli la vita: il figliastro rifiuta ancora una volta, e mostra un anello alla matrigna, contenente un veleno, che ha intenzione di bere prima della sentenza. Fausta però glielo sfila di mano, affermando che riuscirà a salvarlo. Ma è tutto inutile: Massimiano porta via Crispo con i littori, e il ragazzo viene giustiziato. Fausta implora il perdono dell'amato e beve il veleno. In quel momento irrompe in scena Costantino, infuriato: ha scoperto la congiura di Massimiano ed è stato informato troppo tardi dell'innocenza di Crispo. L'imperatore condanna a morte Massimiano, e Fausta rivela l'ultima, atroce verità: il suo amore incestuoso . Ripudiata e abbandonata da tutti quanti, all'ex imperatrice non rimane altro che piangere sul suo amore disperato, e morire.
FURIO CAMILLO. M.Noris -- cfr.Brenno, il sacco di Roma.
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Furio Camillo, il padre della patria.
GAIO MARIO (or CAIO MARIO). Cimarosa. "Caio Mario: dramma per musica in tre atti, libretto di Gaetano Roccaforte; Carnevale 1780, Roma, Teatro delle Dame). His first opera seria. Pre-dating his more famous, "Gli Orazi ed I Curiazi", which was Napoleon's favourite opera.
FURIO CAMILLO. M.Noris -- cfr.Brenno, il sacco di Roma.
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Furio Camillo, il padre della patria.
GAIO MARIO (or CAIO MARIO). Cimarosa. "Caio Mario: dramma per musica in tre atti, libretto di Gaetano Roccaforte; Carnevale 1780, Roma, Teatro delle Dame). His first opera seria. Pre-dating his more famous, "Gli Orazi ed I Curiazi", which was Napoleon's favourite opera.
GALBA. 6th Roman emperor. SERVIVS SVLPICIVS GALBA CAESAR AVGVSTVSDecember 24 3 BC, Near Terracina, ItaliaSeized power after Nero's suicide, with support of the Spanish legions June 8, 68 AD – January 15, 69 AD January 15, 69 AD. Murdered by Praetorian Guard in coup led by Otho. 7 Months
GALLA. Galla Placidia, Roman regent, daughter of Emperor Theodosius I. Jaume Pahissa i Jo: Gal·la Placídia (1913)
GERMANICO. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". His life saved by Arminio, example of 'lieto fine'. Legrenzi, "Germanico sul Reno" (1676). Germanico, generale romano (Soprano) ; Agrippina, sua moglie (Soprano) ; Caligola, loro figlio (Soprano) ; Floro, capitano di legione (Tenore) ; Lesbo, confidente di Agrippina (Contralto) ; Segeste, governatore nella Belgia (Basso) ; Arminio, creduto morto, sotto mentite spoglie (Soprano) ; Claudia, figlia di Segeste e moglie di Arminio (Soprano) ; Lucio, principe e amante di Claudia (Soprano) ; Aristeo, mago (Basso) ; un ministro del tempio (Tenore) ; Bellona (Soprano) ; un fantasma ; un oracolo (Contralto) ; soldati, cavalieri, pretoriani, Mori, damigelle, soldati, Belgici, paggi.
GETA. Legrenzi, "I due Cesari". Severo e Domna si sposarono poco dopo, ed ebbero due figli, Lucio Severo Bassiano (186-217), anche noto come Caracalla, e Publio Settimio Geta (189-211), entrambi imperatori romani dopo il proprio padre.
GIULIA. Julia Caesaris, daughter of Julius Caesar, 4th wife of Pompey the Great. Francesco Cavalli: "Pompeo Magno". GERMANICO. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". His life saved by Arminio, example of 'lieto fine'. Legrenzi, "Germanico sul Reno" (1676). Germanico, generale romano (Soprano) ; Agrippina, sua moglie (Soprano) ; Caligola, loro figlio (Soprano) ; Floro, capitano di legione (Tenore) ; Lesbo, confidente di Agrippina (Contralto) ; Segeste, governatore nella Belgia (Basso) ; Arminio, creduto morto, sotto mentite spoglie (Soprano) ; Claudia, figlia di Segeste e moglie di Arminio (Soprano) ; Lucio, principe e amante di Claudia (Soprano) ; Aristeo, mago (Basso) ; un ministro del tempio (Tenore) ; Bellona (Soprano) ; un fantasma ; un oracolo (Contralto) ; soldati, cavalieri, pretoriani, Mori, damigelle, soldati, Belgici, paggi.
GETA. Legrenzi, "I due Cesari". Severo e Domna si sposarono poco dopo, ed ebbero due figli, Lucio Severo Bassiano (186-217), anche noto come Caracalla, e Publio Settimio Geta (189-211), entrambi imperatori romani dopo il proprio padre.
GIULIO CESARE. Consul and Dictator of Rome.
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Francesco Cavalli, "Pompeo Magno". Francesco Cavalli, "La prosperità infelice di Giulio Cesare dittatore" (1646). This, oddly, has a 'lieto fine': the conspirators' celebration of Giulio Cesare's assassination. Cesti, "Il Cesare amante" (1651). Antonio Sartorio, "Giulio Cesare in Egitto" (Venezia, 1676). Legrenzi, "I due cesari" (1683). Carl Heinrich Graun, "Giulio Cesare e Cleopatra". George Frideric Handel, "Giulio Cesare in Egitto", LONDRA. Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare". References: "The problem of Giulio Cesare" in Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera".
GIUSTINO. Legrenzi, "Giustino" (1683). Handel, "Giustino". Giustino è un'opera lirica (dramma per musica in tre atti) di Georg Friedrich Händel su un libretto anonimo, rivisto da Nicolò Beregani e Pietro Pariati. La prima rappresentazione dell'opera avvenne al "Royal Theatre", Covent Garden, Londra, il 16 febbr. 1737. L'opera di Haendel si rifà all'omonima opera di Vivaldi, seguendo lo stesso libretto, ma eliminando il personaggio di Andronico-Flavia e rivisitandolo. Personaggi: Giustino (castrato o contralto), Arianna (soprano), Leocasta(contralto), Amanzio (contralto), Anastasio (contralto), Vitaliano (tenore), Polidarte (basso), La fortuna (soprano), Coro a 4. Durante i festeggiamenti per il matrimonio tra Arianna e Anastasio, Amanzio consiglia all'imperatore Giustino di smetterla di pensare all'amore. Infatti il nemico Vitaliano sta avanzando. In quel momento entra l'ambasciatore da parte Vitaliano, Polidarte, che comunica le condizioni di pace. La guerra cesserà se Anastasio concederà al nemico Arianna. Anastasio ovviamente si adira, e parte contro il nemico, dicendo addio alla moglie; ma Arianna, innamorata troppo del marito, decide di seguirlo nell'esercito.
In un campo, il pastore Giustino è insoddisfatto del suo ruolo, e vorrebbe mostrare il suo valore. Mentre si addormenta, compare su un carro alato la Fortuna che gli preannuncia ricchezze e onori. Appena si sveglia soccorre una ragazza, Leocasta, e la salva dall'orso che la inseguiva. Leocasta lo ringrazia e rivela di essere sorella dell'imperatore, e conduce il pastore al cospetto di Anastasio. Anastasio tuttavia è triste perché ha saputo che Arianna è stata catturata. Giustino si offre di liberarla.
Vitaliano intanto, ammaliato da Arianna, le offre il regno in cambio della salvezza, ma lei rifiuta, ancora fedele al marito. Arianna viene legata su una rupe, lasciata in balia di un mostro che vuole divorarla. Giustino arriva e riesce a salvarla, e la riporta da Anastasio. Leocasta manifesta in un'aria il suo amore impossibile verso Giustino (Sventurata navicella). Vitaliano è caduto prigioniero di Anastasio, che ricopre di onori Giustino, suscitando l'ira di Amanzio, che giura vendetta. Vitaliano viene condotto ai piedi di Arianna, alla quale, prima di morire, chiede di rivolgergli uno sguardo amoroso. Arianna rifiuta sdegnata e Vitaliano viene condotto via. Vitaliano riesce ad evadere dalla sua prigione, e giura vendetta. Amanzio manifesta la sua invidia nei confronti di Giustino all'imperatore Anastasio, al quale dona una cintura. L'imperatore accetta il dono, che regala all'imperatrice. Arianna, a sua volta, dona la cintura a Giustino, per ringraziarlo. Amanzio assiste a questa scena e rivela tutto all'imperatore. Anastasio condanna a morte Giustino, che protesta la sua fedeltà. Leocasta si infuria per il tradimento di Giustino ma sente di amarlo ancora, e lo libera dalla sua prigione. Giustino si addormenta in un paesaggio montuoso, e viene raggiunto da Vitaliano, deciso ad eliminarlo. Ma in quel momento la terra trema, e il fantasma del padre di Vitaliano gli ordina di non ucciderlo, dato che Giustino è suo fratello. Giustino si sveglia e scopre la sua parentela regale, e col fratello mette in atto il piano per rovesciare il vile Amanzio. Amanzio infatti ha preso potere e ha fatto catturare Anastasio, Arianna e Leocasta. Mentre l'usurpatore si gode il trono, entrano Giustino, Vitaliano con Polidarte e i suoi armati che lo bloccano. Amanzio viene imprigionato, e Anastasio torna sul trono, ringraziando Giustino. Perdona Vitaliano e concede a Giustino il trono come co-imperatore e la mano di Leocasta. L'opera si conclude nel tripudio generale.Coro - Viva Augusto, eterno impero! Aria (Anastasio) - Un vostro sguardo, o luci arciere Aria (Arianna) - Da' tuoi begli occhi impara Aria (Giustino) - Può ben nascer tra li boschi Aria (Giustino) - Bel ristoro de' mortali Arioso e Recitativo (Fortuna) - Corri, vola, a' tuoi trofei Coro - Corri, vola, a' tuoi trofei Recitativo e Aria (Giustino) - Chi mi chiama alla gloria? - Se parla nel mio cor Aria (Leocasta) - Nacque nel bosco, nacque al prato Sinfonia Aria (Amanzio) - È virtute in sin la frode Aria (Leocasta) - Alloo ch'io forte avrò Aria (Anastasio) - Non si vanti un'alma audace Arioso (Vitaliano) - All'armi, o guerrieri! Aria (Vitaliano) - Vanne, vanne, sì, superba, va' Aria (Arianna) - Mio dolce amato sposo Aria (Polidarte) - Ritrosa bellezza, o poco s'apprezza Sinfonia Duetto (Arianna, Anastasio) - Mia dolce speme! mio caro bene Coro - Per voi soave e bella Aria (Leocasta) - Sventurata navicella Arioso (Anastasio) - Verdi lauri, cingetemi il crine Aria (Giustino) - Sull'altar di questo Nume Aria (Arianna) - Quel torrente che s'innalza Aria (Anastasio) - O fiero e rio sospetto Aria (Vitaliano) - Il piacer della vendetta Aria (Giustino) - Zeffiretto, che scorre nel prato Aria (Anastasio) - Di Re sdegnato l'ira tremenda Aria (Arianna) - Il mio cor già più non sa Aria (Leocasta) - Augelletti garruletti Aria (Amanzio) - Dall'occaso in oriente Recitativo e Aria (Giustino) - Fortuna! m'hai tradita! - Trattien l'acciar! Aria (Giustino) - Sollevar il mondo oppresso Arioso (Amanzio) - Or che cinto ho il crin d'alloro Sinfonia Aria (Arianna) - Ti rendo questo cor Coro Solo - In braccio a te la calma del cor Tutti - Siam lieti in questo giornoCategorie: Opere liriche in lingua italiana Opere di Händel
In un campo, il pastore Giustino è insoddisfatto del suo ruolo, e vorrebbe mostrare il suo valore. Mentre si addormenta, compare su un carro alato la Fortuna che gli preannuncia ricchezze e onori. Appena si sveglia soccorre una ragazza, Leocasta, e la salva dall'orso che la inseguiva. Leocasta lo ringrazia e rivela di essere sorella dell'imperatore, e conduce il pastore al cospetto di Anastasio. Anastasio tuttavia è triste perché ha saputo che Arianna è stata catturata. Giustino si offre di liberarla.
Vitaliano intanto, ammaliato da Arianna, le offre il regno in cambio della salvezza, ma lei rifiuta, ancora fedele al marito. Arianna viene legata su una rupe, lasciata in balia di un mostro che vuole divorarla. Giustino arriva e riesce a salvarla, e la riporta da Anastasio. Leocasta manifesta in un'aria il suo amore impossibile verso Giustino (Sventurata navicella). Vitaliano è caduto prigioniero di Anastasio, che ricopre di onori Giustino, suscitando l'ira di Amanzio, che giura vendetta. Vitaliano viene condotto ai piedi di Arianna, alla quale, prima di morire, chiede di rivolgergli uno sguardo amoroso. Arianna rifiuta sdegnata e Vitaliano viene condotto via. Vitaliano riesce ad evadere dalla sua prigione, e giura vendetta. Amanzio manifesta la sua invidia nei confronti di Giustino all'imperatore Anastasio, al quale dona una cintura. L'imperatore accetta il dono, che regala all'imperatrice. Arianna, a sua volta, dona la cintura a Giustino, per ringraziarlo. Amanzio assiste a questa scena e rivela tutto all'imperatore. Anastasio condanna a morte Giustino, che protesta la sua fedeltà. Leocasta si infuria per il tradimento di Giustino ma sente di amarlo ancora, e lo libera dalla sua prigione. Giustino si addormenta in un paesaggio montuoso, e viene raggiunto da Vitaliano, deciso ad eliminarlo. Ma in quel momento la terra trema, e il fantasma del padre di Vitaliano gli ordina di non ucciderlo, dato che Giustino è suo fratello. Giustino si sveglia e scopre la sua parentela regale, e col fratello mette in atto il piano per rovesciare il vile Amanzio. Amanzio infatti ha preso potere e ha fatto catturare Anastasio, Arianna e Leocasta. Mentre l'usurpatore si gode il trono, entrano Giustino, Vitaliano con Polidarte e i suoi armati che lo bloccano. Amanzio viene imprigionato, e Anastasio torna sul trono, ringraziando Giustino. Perdona Vitaliano e concede a Giustino il trono come co-imperatore e la mano di Leocasta. L'opera si conclude nel tripudio generale.Coro - Viva Augusto, eterno impero! Aria (Anastasio) - Un vostro sguardo, o luci arciere Aria (Arianna) - Da' tuoi begli occhi impara Aria (Giustino) - Può ben nascer tra li boschi Aria (Giustino) - Bel ristoro de' mortali Arioso e Recitativo (Fortuna) - Corri, vola, a' tuoi trofei Coro - Corri, vola, a' tuoi trofei Recitativo e Aria (Giustino) - Chi mi chiama alla gloria? - Se parla nel mio cor Aria (Leocasta) - Nacque nel bosco, nacque al prato Sinfonia Aria (Amanzio) - È virtute in sin la frode Aria (Leocasta) - Alloo ch'io forte avrò Aria (Anastasio) - Non si vanti un'alma audace Arioso (Vitaliano) - All'armi, o guerrieri! Aria (Vitaliano) - Vanne, vanne, sì, superba, va' Aria (Arianna) - Mio dolce amato sposo Aria (Polidarte) - Ritrosa bellezza, o poco s'apprezza Sinfonia Duetto (Arianna, Anastasio) - Mia dolce speme! mio caro bene Coro - Per voi soave e bella Aria (Leocasta) - Sventurata navicella Arioso (Anastasio) - Verdi lauri, cingetemi il crine Aria (Giustino) - Sull'altar di questo Nume Aria (Arianna) - Quel torrente che s'innalza Aria (Anastasio) - O fiero e rio sospetto Aria (Vitaliano) - Il piacer della vendetta Aria (Giustino) - Zeffiretto, che scorre nel prato Aria (Anastasio) - Di Re sdegnato l'ira tremenda Aria (Arianna) - Il mio cor già più non sa Aria (Leocasta) - Augelletti garruletti Aria (Amanzio) - Dall'occaso in oriente Recitativo e Aria (Giustino) - Fortuna! m'hai tradita! - Trattien l'acciar! Aria (Giustino) - Sollevar il mondo oppresso Arioso (Amanzio) - Or che cinto ho il crin d'alloro Sinfonia Aria (Arianna) - Ti rendo questo cor Coro Solo - In braccio a te la calma del cor Tutti - Siam lieti in questo giornoCategorie: Opere liriche in lingua italiana Opere di Händel
LAVINIA. The wife of Enea. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera".
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Opera on Lavinia, in Venice, 1637.
LEPIDO. Marco Emilio.Roman triumvir. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra".
LEPIDO. Marco Emilio Lepido, heir to Emperor Caligola of Rome. Reinhard Keiser, "Ottavia".
LUCANO. Roman poet. Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea".
LUCREZIA. Roman noblewoman raped by Sesto Tarquinio.
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Benjamin Britten, Lucrezia rapita da Tarquinio. "Il ratto di Lucrezia".
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Ottorino Respighi, "Lucrezia", istoria in un atto e tre momenti, libretto di Claudio Guastalla P 180 (1935/1936, completata da Elsa Respighi.MACEDONICO. Lucio Emilio Paolo, Roman general, natural father of Scipione Emiliano.Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione".
MECENA. Gaio Maecena, political adviser to Ottaviano Cesare Augusto. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra."
MARC'ANTONIO. Roman politician and general.
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Sartorio, "Antonio e Pompeiano" (1677). Samuel Barber, "Antony and Cleopatra". Domenico Cimarosa, "La Cleopatra". Louis Gruenberg, "Antonio e Cleopatra". Henry Kimball Hadley, "Cleopatra's Night". Giselher Klebe, "Die Ermordung Cäsars". Jules Massenet, "Cleopatra"
MARC'AURELIO. 16th Roman emperor. Cesare Marc'Aurelio Antonio Augusto. Born: April 26, 121 AD, Rome. Adopted son and heir of Antoninus Pius. Co-emperor with Lucius Verus until 169 AD, for 19 years, from March 7, 161 AD to March 17, 180 AD. Died: March 17, 180 AD. Causes of death: Natural.
MASENZIO. Marco Aurelio Valerio. n. 278 – m. 28 ottobre 312. Autoproclamatosi imperatore romano (ma non fu mai riconosciuto come tale) governò l'Italia e l'Africa tra il 306 e il 312. Figlio di Massimiano e di Eutropia, nacque nel 278 e si sposò nel 293, a soli quindici anni con Valeria Massimilla, figlia del cesare Galerio. Nel 305 i due augusti della Tetrarchia - Diocleziano e il padre di Massenzio, Massimiano - abdicarono e al loro posto successero i cesari Galerio e Costanzo Cloro. Tuttavia alla morte di Costanzo Cloro, nel 306, Massenzio fu proclamato augusto al posto del successore designato Severo, nei territori precedentemente governati dal padre, ossia l'Italia e l'Africa, mentre in Gallia e Britannia l'esercito proclamava augusto il figlio illegittimo di Costanzo Cloro, Costantino. Massenzio continuò a tenere l'Italia e l'Africa sotto il suo dominio, facendo leva sul malcontento del popolo di Roma e della Guardia pretoriana, che vedevano declinare la propria importanza a vantaggio delle capitali delle province (Treviri capitale della Gallia Belgica, Milano, Nicomedia, Antiochia, terza città dell'impero dopo Roma e Alessandria), anche grazie al possesso della provincia africana che gli consentì inizialmente di assicurare a Roma il vettovagliamento di grano e olio. Per qualche tempo Massenzio cercò di destreggiarsi tra le minacce rappresentate dagli eredi di Diocleziano, richiamando al potere suo padre Massimiano, cercando l'alleanza con Costantino (il cui potere al momento era ancora precario quanto il suo) anche attraverso il matrimonio con la propria sorella Fausta nel 307, e il 21 aprile 308 si proclamò Augusto legittimo.
Tuttavia la secessione africana del 308 guidata da Lucio Domizio Alessandro (che un paio d'anni dopo si alleerà esplicitamente con Costantino), il peggioramento dei rapporti con Massimiano (che passerà anch'egli dalla parte di Costantino), la morte del figlio Valerio Romolo nel 309 che privava il suo disegno imperiale di ogni possibilità di continuità dinastica, rappresentano nella vicenda di Massenzio l'inizio della fine. Dopo la morte di Galerio gli altri due augusti, Licinio e Massimino Daia - occupati a contendersi la metà orientale dell'impero - lasciarono a Costantino, che disponeva ormai in occidente di margini di manovra migliori che per il passato, il compito di eliminare l'usurpatore. Dopo aver vinto la battaglia di Verona impadronendosi così dell'Italia del nord, questi scese verso Roma. Massenzio, invece di ripararsi dietro le mura che aveva ricostruito, uscì in battaglia incontro al suo avversario, e ne fu sconfitto alla battaglia di Ponte Milvio (28 ottobre 312). Morì nella battaglia e fu gettato nel Tevere dopo essere stato decapitato. Il ripristino della grandezza di Roma e dei suoi dei fu al centro del progetto imperiale di Massenzio. Ciò è evidente anche nel programma iconografico della sua monetazione, coniata nelle officine di Roma e di Ostia, ispirato alle grandi leggende di fondazione della Città: la lupa che allatta Romolo e Remo, Marte rappresentato sia come dio guerriero che come padre dei gemelli fondatori. Nella stessa direzione andava il vasto programma edilizio dell'imperatore, che per la brevità del suo regno fu realizzato solo in parte, del quale può essere considerata emblema la grandiosa basilica[1]. Oltre all'avvio della basilica, Massenzio volle la ricostruzione del vicino Tempio di Venere e Roma dell'epoca adrianea, l'ampliamento del Clivus Sacrae Viae, dove innalzò da una parte l'heroon di suo figlio Romolo e la Basilica Nova, e dall'altra la Porticus margaritaria[2], il restauro e l'innalzamento delle mura di Aureliano, che dotò anche di un fossato[3]. Provvide inoltre a restaurare la via Appia fino a Brindisi e diversi acquedotti.
Nella sua tenuta sulla Via Appia edificò una grande villa suburbana, dotata anche di un circo e di un mausoleo. Accanto alla villa fu costruito il mausoleo del figlio defunto. Altra maestosa testimonianza del suo prestigio è nella celebre Villa di Piazza Armerina (Enna), a lui ascritta.
Note compiuta solo dopo il 312 da Costantino, che vi collocò la propria statua colossale. Si veda in Rodolfo Lanciani, Nuove storie dell'antica Roma, Newton Compton 2006, p. 30 e sgg.
^ che tuttavia non portò a compimento, stando all'autore del Chronographus Romanus (Polemio Silvio nel 354). Lucio Domizio Alessandro, usurpatore in Africa contro Massenzio
Lucio Papio Pacaziano, oppositore di Massenzio in Sardegna Villa di Massenzio Circo di Massenzio
Collegamenti esterni [modifica] Il ritrovamento delle insegne imperiali di Massenzio (2007)
Altri progetti [modifica] Commons contiene immagini o altri file su Massenzio Controllo di autorità VIAF: 18017419 Portale Antica Roma Portale Biografie Categorie: Nati nel 278 Morti nel 312
Morti il 28 ottobre Persone colpite da damnatio memoriae Usurpatori romani Morti per annegamento
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Operas: Francesco Cavalli, "Masenzio" (1673). Sartorio, "Massenzio" (1673).
MASSIMIANO. Marc'Aurelio Valerio Erculio, Roman ruler. Gaetano Donizetti, "Fausta e Crispo."
MASSIMILIANO. Maximinian, co-Emperor of Rome. Enrico Purcell, "Diocleziano".
MAURIZIO. 92nd and last Roman emperor. Flavio Tiberio Augusto. Born: 539 AD, Arabissus. Son-in-law of Tiberius II Constantine. Emperor from: 13 August 582 AD to 27 November 602 AD. Died: 27 November 602 AD. Executed.
MESSALINA. Valeria, Roman empress. Isidore de Lara, "Messalina". Vide "Caligola e Messalina".
METELLA. Cecilia Dalmatica, fourth wife of Lucio Cornelio Sulla. George Frideric Handel, "Silla".
METELLA. Cornelia, Pompeo's second wife. Sartorio, "Giulio Cesare". George Frideric Handel, "Giulio Cesare in Egitto".
MUZIO. Gaio Scevola, Roman figure. Francesco Cavalli, "Muzio Scevola" (1665). Amadei, Bononcini, George Frideric Handel, "Muzio Scevola". Handel's opera is in three acts. Libretto by Paolo Antonio Rolli, tratto da Silvio Stampiglia. The music for the first act was composed by Filippo Amadei (family name sometimes given as Mattei), the second act by Giovanni Battista Bononcini, and the third by George Frideric Handel. Collaborations of groups of composers were common in the 18th century, though this is the only one done in London. Bononcini had written the music for two earlier treatments of this story on his own, works dating from 1695 and 1710. It was first given at the King's Theatre in London on 15 April 1721 and repeated on 7 November 1722. It was also performed in Hamburg. The first modern performance was in Essen in 1928. Personaggi: Fidalma (soprano, created by Maria Maddalena Salvai), Clelia, soprano, created by Margherita Durastanti, Lucio Tarquinio, soprano en travesti, created by Caterina Galerati, Irene, daughter of Porsena, contralt, created by Anastasia Robinson, Orazio Cocle, soprano castrato, created by Matteo Berselli, Muzio Scevola (alto castrato, created by Francesco Bernardi, detto il "Senesino", Porsena, King of Etruria (bass, created by Giuseppe Maria Boschi, Elisa, soprano, Vitellia soprano, Milobass Publicola, bass. Bond, Donald F., " Paolo Rolli in Inghilterra by Tarquinio Vallese" Modern Philology. W.H.C. Muzio Scevola, The Musical Times and Singing Class Circular. Ford, Anthony, "Music and Drama in the Operas of Giovanni Bononcini, Proceedings of the Royal Musical Association, Smith, Richard Langham, Reviews of Teseo, Siroe, and Muzio Scevola (1993). The Musical Times, 134 (1800): p. 97.
NERONE. 5th Roman Empeor.
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Imperatore. Nerone. Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico. Born: Dec. 15, 37 AD, Antium, Italia. Grandson of Germanicus, nephew of Caligula, step- and adopted son of Claudius; great-great-grandson of Augustus. Empeoror for 13 years and 8 months., from: October 13, 54 AD to June 9, 68 AD. Died: June 9, 68 AD. Cause of Death: Committed suicide after being declared a public enemy by the Senate. OPERAS: Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea". Handel, "Agrippina". BOITO. MASCAGNI. Arrigo Boito: Nerone. George Frideric Handel: Agrippina. Reinhard Keiser: Octavia. Pietro Mascagni: Nerone (as Claudio Cesare Nerone). Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea" (1642), Anton Rubinstein: Néron. Juan Manén: Acté and Neró i Acté
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Imperatore. Nerone. Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico. Born: Dec. 15, 37 AD, Antium, Italia. Grandson of Germanicus, nephew of Caligula, step- and adopted son of Claudius; great-great-grandson of Augustus. Empeoror for 13 years and 8 months., from: October 13, 54 AD to June 9, 68 AD. Died: June 9, 68 AD. Cause of Death: Committed suicide after being declared a public enemy by the Senate. OPERAS: Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea". Handel, "Agrippina". BOITO. MASCAGNI. Arrigo Boito: Nerone. George Frideric Handel: Agrippina. Reinhard Keiser: Octavia. Pietro Mascagni: Nerone (as Claudio Cesare Nerone). Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea" (1642), Anton Rubinstein: Néron. Juan Manén: Acté and Neró i Acté
OTTAVIA. Claudia. Empress of Rome, consort of Nero. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera": reinstated by Nerone. Example of "lieto fine". Reinhard Keiser, "Ottavia". Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea."
OTTAVIA. The Younger, fourth wife of Marc'Antonio. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra", Jules Massenet, "Cleopatra".
OTTAVIANO. Legrenzi, "Ottaviano Cesare Agusto" (1682).
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ORAZIO. Aretino, "Orazio" (1540). Salieri, "Gli Orazi" (1760). D. Cimarosa, Gli Orazi ed i Curiazi (1790). S. Mercadante,"Gli Orazi ed I Curiazi" (1840).
"http://ecx.images-amazon.com/images/I/61Lqr7DMrUL._SL500_AA280_.jpg
Personaggi: Publio Orazio (tenore), Marco Orazio (tenore), figlio di Publio, Orazia (contralto), figlia di Publio Orazio; Curiazio (soprano), sposo di Orazia; Sabina(soprano), sorella di Curiazio e moglie di Marco Orazio; Licinio (soprano), amico degli Orazi; Il gran sacerdote, basso; L'augure basso, L'oracolo basso; Tullo Ostilio, re di Roma, tenore,di solito omesso, Mezio Fufezio, re di Alba, tenore, di solito omesso Senatori romani, cittadini di Alba, popolo. La vicenda si svolge a Roma, durante la guerra con la città di Alba Longa. Protagoniste sono le due famiglie degli Orazi, romani, e dei Curiazi, albesi, famiglie che, nonostante lo stato di guerra, sono legate da rapporti di parentela, in quanto la Curiazia, Sabina, ha sposato Marco Orazio, l’erede designato degli Orazi, mentre la sorella di questi, Orazia, durante una tregua della guerra, va a sua volta in sposa a Curiazio, leader della famiglia di Alba. La decisione dei due re, Tullo Ostilio e Mezio Fufezio, di risolvere le contese tra le due città mediante lo scontro limitato, anche se all’ultimo sangue, fra tre campioni degli Orazi e tre dei Curiazi, getta nella disperazione le due famiglie, e soprattutto le due cognate, destinate inevitabilmente a vedere la morte o del marito o dei fratelli. Nel secondo atto, Orazia e Sabina, appoggiate da popolo e sacerdoti cercano di impedire l’abominio dello scontro tra parenti, intervenendo, sul Campo Marzio, proprio mentre la battaglia sta per iniziare, e riuscendo ad ottenere un rinvio che consenta di consultare l’oracolo di Apollo. I guerrieri di entrambe le famiglie accettano a malincuore questa decisione. Il secondo atto si chiude con una grande scena nei sotterranei del tempio di Apollo, cui prendono parte inizialmente Curiazio e Orazia ed alla quale si uniscono poi tutti gli altri. Il responso dell’oracolo prevede la ripresa del combattimento. Il terzo atto, più breve degli altri e generalmente dato insieme al secondo, vede in sostanza lo scontro finale tra Marco Orazio, risultato unico superstite della battaglia, e la sorella Orazia, che, ribellandosi al destino, invoca la vendetta degli dèi contro la patria che le ha ucciso il marito, e viene a sua volta trucidata dal fratello.
ORBIANA. Sallustia Orbiana, wife of Emperor Alessandro Severo of Rome. George Frideric Handel, "Alessandro Severo".
OTTAVIANO. Legrenzi, "Ottaviano Cesare Augusto" (Legrenzi composed other operas on Ancient Roman topics: "I due Cesari" (Bassiano e Geta) and "Germanico sul Reno"). Personaggi: Angela Salicola : Venere ; Giovanni Buzzoleni : Cibele ; Clementino Nadersbergh : Italia ; Chechino De Castris : Roma ; Antonio Rivani : Ombra di Terentia ; Francesco Ballarini : Ottaviano C. Augusto ;
Antonio Rivani : Marc'antonio ; Bortolo Donatelli : Lepido ; Clementino Nadersbergh : Sesto ;
Margherita Salicola : Livia ; Anna Maria Menarina : Ottavia ; Giacomo Vivarelli : Agrippa ;
Pietro Paolo Scardalibeni : Marco T. Cicerone ; Giacomo Buzzoleni : Herenio ; Venturin Fedrici : Mildo ; Chechino De Castris : Tiberio ; D. Peppe : Pippo Nano ; Giacomo Vivarelli : Helvio ;
Giovanni Buzzoleni : Pescatore ; Giovanni Buzzoleni : Nettuno ; Margherita Salicola : Tetide ;
OTTONE. Roman emperor.
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Born in Ferentinum, Etruria, Italia, appointed by Praetorian Guard, emperor from January 15, 69 to to April 16, 69 AD. Committed suicide after losing Battle of Bedriacum to Vitellio. Lalli/Antonio Vivaldi, "Ottone in villa". Cfr. "Ottone in Arcadia".
PETRONIO. Roman courtier, writer. Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea".
PISO. Roman senator. Reinhard Keiser, "Ottavia".
PISONE. Citted by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera: Tarchi, "La congiura pisoniana". La congiura di Pisone, o congiura pisoniana, che prende il nome da uno dei principali congiurati, Gaio Calpurnio Pisone, fu un complotto ordito contro l'imperatore Nerone nel 65. La trama fu scoperta e, prima che potesse avere effetto, scatenò una terribile vendetta: l'imperatore eliminò senza esitazione, con una serie di processi politici, tutti i suoi oppositori. Le motivazioni che portarono alla congiura furono per lo più rancori personali dei singoli membri verso Nerone, dovuti principalmente ai suoi eccessi o ai suoi atti crudeli, mentre molti personaggi avevano visioni politiche diverse riguardo alle sorti dell'impero (anche una restaurazione della repubblica), ma alla fine si accordarono per far eleggere imperatore Pisone stesso[1]. I congiurati, almeno 41 persone, tra cui senatori, cavalieri, militari e letterati[2], miravano a uccidere l'imperatore Nerone. Nel 65 il gruppo si riunì a Baia, nella villa di Pisone, e lì stabilirono che, durante i giochi dedicati a Nerone al Circo Massimo, il console designato Plauzio Laterano si sarebbe dovuto gettare ai piedi dell'imperatore da supplice, accoltellandolo durante l'azione; gli altri complici sarebbero intervenuti in seguito[3], in modo che avvenisse un'esecuzione plateale, al pari dei grandi spettacoli popolari che lo stesso Nerone era uso organizzare. Morto l'Imperatore, Gaio Calpurnio Pisone sarebbe stato proclamato nuovo princeps dalla Guardia Pretoriana, grazie all'appoggio di Fenio Rufo (forse il vero capo della congiura), allora Prefetto del Pretorio congiuntamente a Tigellino, del tribuno militare Subrio Flavio e del centurione Sulpicio Aspro. Un giorno la liberta Epicari, per tentare di attirare alla causa l'ufficiale della marina Volusio Proculo, deluso dal non aver ricevuto da Nerone le gratificazioni che si aspettava, gli fece capire che si stava preparando un complotto contro l'imperatore. Proculo, tuttavia, denunciò Epicari, che venne arrestata, ma la congiura non fu scoperta perché la liberta non aveva rivelato a nessuno i nomi dei congiurati e perché mancavano altri testimoni; Nerone, diffidente, la lasciò comunque in prigione[4]. La congiura venne scoperta allorché uno schiavo al servizio del congiurato Scevino, Milico, corse agli Orti Serviliani a denunciare il proprio padrone che, avendogli ordinato di affilargli il pugnale e di preparargli bendaggi (per eventuali ferite ricevute nel corso dell'azione), lo aveva insospettito[5]. Intuito che vi era una complicità tra Scevino e Natale, ed essendo entrambi amici di Pisone, i due vennero interrogati separatamente: Natale confessò subito, indicando tra i congiurati Pisone e Seneca. Fu l'inizio della scoperta della congiura, che diede adito, per ordine di Nerone, ad una serie di processi sommari, esecuzioni e suicidi. Tra le morti lo scrittore latino Tacito negli Annales, cita, oltre alla celebre morte di Seneca, anche quella di Petronio, Plauzio Laterano e Subrio Flavo. Un esempio di grande coraggio riferito dallo stesso Tacito, è la morte di Epicari, suicida pur di non rivelare i nomi dei complici dopo essere stata più volte torturata: "Fulgido esempio di eroismo, dato da una donna, una liberta, che in un così grande pericolo volle proteggere degli estranei e quasi degli sconosciuti, mentre degli uomini nati liberi, dei cavalieri e dei senatori romani, senza essere sottoposti a tortura, tradivano ognuno le persone più care" Tra i congiurati, fra il 65 e il 66, furono uccisi o costretti al suicidio, oltre a Pisone, Seneca, Marco Anneo Lucano, Petronio Arbitro, Plauzio Laterano, Afranio Quiniano, Flavio Scevino, Claudio Senecione, Vulcaio Ararico, Giulio Augurino, Munazio Grato, Marco Festo, Fenio Rufo, Subrio Flavo, Sulpicio Aspro, Massimo Scauro, Veneto Paolo, Epicari, Antonia e Marco Vestino Attico. La congiura interessò anche ambienti militari: un esempio è la morte del più grande generale del tempo, Gneo Domizio Corbulone. Egli, sospettato di essere un oppositore di Nerone, morì suicida nel 68. Altri membri vennero invece esiliati o screditati, come Novio Prisco, Annio Pollione, Glizio Gallo, Rufrio Crispino, Verginio Flavo, Gaio Musonio Rufo, Cluvidieno Quieto, Giulio Agrippa, Blizio Catulino, Petronio Prico, Giulio Altino, Cesennio Massimo, Cedicia, Pompeio, Cornelio Mariale, Flavio Nepote e Stazio Domizio.
POMPEIANO. Sartorio, "Antonio e Pompeiano" (1677)
POMPEO. Roman military and political leader.
F. Cavalli, "Pompeo Magno" (1666), libretto di Minato. A. Scarlatti, "Il Pompeo: dramma per musica in tre atti" (Jan. 25 1682), Palazzo Colonna, Roma. Scarlatti's first dramatic work on a serious and grand subject. The opera uses a libretto by Nicolò Minato which had previously been used by Francesco Cavalli. Pompeo (tenor), Giulio Cesare (bass), Giulia, daughter of Giulio Cesare (contralto) Scipione Servilio, loved by Giulia soprano Mitridatetenor Issicratea, Mitridate's wife soprano Sesto, son of Pompeo alto castrato Claudio, son of Giulio Cesare soprano Harpalia, Issicratea's slavesoprano or tenor Farnace, son of Mitridate soprano castrato. Scarlatti's "Pompeo" was premiered at one of Rome's private theaters, the Colonna theater. It was Scarlatti's first dramma per musica on a grand and serious subject. The libretto is by Nicolo Minato, and was also set in 1666 by the composer Cavalli. As was typical of operas at that time, the story takes its point of departure from an actual historic moment. In the year 65 B.C., the general Pompeo Magno defeats Mitridate. Mitridate's kingdom becomes a province of the Roman government. Mitridate committed suicide, and Pompeo became a powerful Roman consul, eventually marrying Giulia, the daughter of Giulio Cesare. The plot for this opera does not follow the history of Mitridate and Pompeo. Rther it takes the main characters of the story and creates a plot full of love intrigues, disguises, and a happy ending that is attained for all through the high-mindedness of the Roman general. The plot for this opera is singular in a few respects. There are no comic scenes. Almost all serious operas of Scarlatti's day featured scenes for secondary, comic characters. Often these were the maids or servants of the principals. In this opera, there is a maid, Arpalia, but she is murdered in Act II by Mitridate. She is murdered onstage, as well, a thing never done in the theaters. The scenes of the operas of the seventeenth century were not constructed like those of the eighteenth and nineteenth. A scene happened whenever anyone entered or exited the stage, and the next scene could begin without a change of scenery. The majority of the scenes in "Il Pompeo" are made up of the recitative plus aria unit. However, Scarlatti also writes scenes composed of an aria, recitative, and aria, and he also ends scenes with dramatic recitatives. Both Act I and Act II end with dramatic declamatory solos instead of coloratura laden arias. The recitatives are mainly what was called 'secco', dry recitative. The majority of the arias are strophic, as opposed to da capo, which was the more fashionable. Strophic arias were considered passe by 1683, but perhaps the older libretto lent itself more readily to the older form. At times Scarlatti turns his two strophe arias into a musical form by placing an instrumental ritornello in between the musically identical strophes. The non-strophic arias all tend to be arias. Many of the arias begin with what would later become a standard feature of Scarlatti arias, the beginning, which here was just the initial first line of the aria sung before the beginning of the complete song. Its function is to announce the aria, and in later works, the "motto" would become very elaborate. Scarlatti also often composes his arias over an bass. In Scarlatti's case this was a varying one, or one that did not repeat exactly, but allowed room for modulation. This harmonic function of the bass helped create a contrapuntal texture with the solo voice, which lends his work a great deal of vitality. The two male leads in the opera are both written for the TENOR voice, which was very unusual in seventeenth century Rome. Almost all male leads were sung by castrati, but for some reason, perhaps because of the available singers, Scarlatti chose to make Pompeo and Mitridate both tenors.
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F. Cavalli, "Pompeo Magno" (1666), libretto di Minato. A. Scarlatti, "Il Pompeo: dramma per musica in tre atti" (Jan. 25 1682), Palazzo Colonna, Roma. Scarlatti's first dramatic work on a serious and grand subject. The opera uses a libretto by Nicolò Minato which had previously been used by Francesco Cavalli. Pompeo (tenor), Giulio Cesare (bass), Giulia, daughter of Giulio Cesare (contralto) Scipione Servilio, loved by Giulia soprano Mitridatetenor Issicratea, Mitridate's wife soprano Sesto, son of Pompeo alto castrato Claudio, son of Giulio Cesare soprano Harpalia, Issicratea's slavesoprano or tenor Farnace, son of Mitridate soprano castrato. Scarlatti's "Pompeo" was premiered at one of Rome's private theaters, the Colonna theater. It was Scarlatti's first dramma per musica on a grand and serious subject. The libretto is by Nicolo Minato, and was also set in 1666 by the composer Cavalli. As was typical of operas at that time, the story takes its point of departure from an actual historic moment. In the year 65 B.C., the general Pompeo Magno defeats Mitridate. Mitridate's kingdom becomes a province of the Roman government. Mitridate committed suicide, and Pompeo became a powerful Roman consul, eventually marrying Giulia, the daughter of Giulio Cesare. The plot for this opera does not follow the history of Mitridate and Pompeo. Rther it takes the main characters of the story and creates a plot full of love intrigues, disguises, and a happy ending that is attained for all through the high-mindedness of the Roman general. The plot for this opera is singular in a few respects. There are no comic scenes. Almost all serious operas of Scarlatti's day featured scenes for secondary, comic characters. Often these were the maids or servants of the principals. In this opera, there is a maid, Arpalia, but she is murdered in Act II by Mitridate. She is murdered onstage, as well, a thing never done in the theaters. The scenes of the operas of the seventeenth century were not constructed like those of the eighteenth and nineteenth. A scene happened whenever anyone entered or exited the stage, and the next scene could begin without a change of scenery. The majority of the scenes in "Il Pompeo" are made up of the recitative plus aria unit. However, Scarlatti also writes scenes composed of an aria, recitative, and aria, and he also ends scenes with dramatic recitatives. Both Act I and Act II end with dramatic declamatory solos instead of coloratura laden arias. The recitatives are mainly what was called 'secco', dry recitative. The majority of the arias are strophic, as opposed to da capo, which was the more fashionable. Strophic arias were considered passe by 1683, but perhaps the older libretto lent itself more readily to the older form. At times Scarlatti turns his two strophe arias into a musical form by placing an instrumental ritornello in between the musically identical strophes. The non-strophic arias all tend to be arias. Many of the arias begin with what would later become a standard feature of Scarlatti arias, the beginning, which here was just the initial first line of the aria sung before the beginning of the complete song. Its function is to announce the aria, and in later works, the "motto" would become very elaborate. Scarlatti also often composes his arias over an bass. In Scarlatti's case this was a varying one, or one that did not repeat exactly, but allowed room for modulation. This harmonic function of the bass helped create a contrapuntal texture with the solo voice, which lends his work a great deal of vitality. The two male leads in the opera are both written for the TENOR voice, which was very unusual in seventeenth century Rome. Almost all male leads were sung by castrati, but for some reason, perhaps because of the available singers, Scarlatti chose to make Pompeo and Mitridate both tenors.
POPPEA. Empress Poppaea Augusta Sabina, consort of Roman Emperors Nero and Otho.
"http://www.musicweb-international.com/classrev/2012/June12/Monteverdi_Poppea_2058928.jpg>>"
Handel, "Agrippina". Claudio Monteverdi/Busenello. "L'incoronazione di Poppea".
PORSENA. Lars, re d'Etruria. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
"http://www.musicweb-international.com/classrev/2012/June12/Monteverdi_Poppea_2058928.jpg>>"
Handel, "Agrippina". Claudio Monteverdi/Busenello. "L'incoronazione di Poppea".
PORSENA. Lars, re d'Etruria. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
PUBLICOLA. Roman consul. George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
QUINTO FABIO. Opera by Anfossi.
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Important. Dittatore nel 217 a.C..
Sources: Livio, Ab Urbe condita libri, XXII, XXVIII
Plutarco Vite Parallele, Fabio Massimo
pseudo-Aurelio Vittore, De Viris Illustribus Urbis Romae, 43
Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, III,9
REGOLO. Attilio. Consul romano, comandante dell'esercito romano durante la prima parte della Prima Guerra Punica (III secolo a.C.)
"https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiyTVmBmKqWfhcwyP1G4mOLFvBOgstNHYyvQQYUHvFUbMaiXIQ3xGDH9BO_YYOJwY4NxWxnm37NAJPUDuXLXxevMtQpDvJ1Zusi-CrYN8sLqeNVMJGkuIaQggcE62aM6gGJ2uXmGMNr5Xb/s400/attilio_regolo_2.jpg>"
Sources: Appiano, guerre puniche, 1-5. Eutropio, Breviarium historiae romanae (testo latino), II, 21-22 . Floro, Flori Epitomae Liber primus (testo latino), Livio, Ab Urbe condita libri (testo latino), Periochae (testo latino) . Fonti secondarie: P.Matyszak, Chronicle of the roman republic, New York 2003. A.Piganiol, Le conquiste dei Romani, Milano 1989.
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La leggenda di Marco Attilio Regolo, narrata da Tito Livio e cantata da Quinto Orazio Flacco. Narra la tradizione (Livio, Orazio) che Cartagine abbia inviato l'illustre prigioniero a Roma perché convincesse i concittadini a chiedere la pace. L'intesa era che, se questi non avessero accettato, Regolo sarebbe ritornato a Cartagine e sarebbe stato mandato a morte. Ma Regolo, in quegli anni di prigionia aveva potuto agevolmente controllare le terribili condizioni economiche in cui giaceva la città nemica e probabilmente le convulsioni politiche che sempre hanno contrassegnato Cartagine e ne hanno infine decretato la sorte. Anziché perorare la causa della pace rivelò ai concittadini la condizione economico-politica dei nemici esortando Roma a procedere con un ultimo sforzo, in quanto Cartagine non poteva reggere alla pressione bellica e sarebbe stata sconfitta. Al termine del discorso, onorando la parola data, Regolo fece ritorno a Cartagine ove fu giustiziato. Non si conosce l'anno in cui questa missione avrebbe avuto luogo e questo è un dato che fa riflettere sul suo reale accadimento. È possibile che Roma avesse bisogno di una figura carismatica ed eroica (ricordiamo Marco Furio Camillo, Orazio Coclite, Muzio Scevola, Decio Mure e tanti eroi della leggenda romana), con la quale spingere la cittadinanza ad aumentare il già enorme sforzo bellico. Possiamo però ipotizzare l'anno 246 a.C. in quanto l'anno successivo la guerra riprese slancio con l'intervento cartaginese in Sicilia guidato da Amilcare Barca, padre di Annibale e Roma creò colonie su tutti i territori potenzialmente soggetti a sbarchi cartaginesi o con forte presenza di greci, da poco sottomessi e non ancora integrati. Pare che l'episodio delle torture subite da Regolo, il taglio delle palpebre per l'abbacinamento e l'ancor più famoso rotolamento da una collina dentro la botte irta di chiodi siano, appunto, frutto della propaganda bellica romana e ricordiamo che Seneca parla di crocifissione. Sta di fatto che con questa fama Regolo, da figura storica tutto sommato insipida, passa alla fulgida e forse immeritata leggenda di eroe salvatore della patria, esempio di retta fermezza morale e virtù civiche, epitome di onestà nella parola data, fino alle estreme conseguenze.
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Sources: Appiano, guerre puniche, 1-5. Eutropio, Breviarium historiae romanae (testo latino), II, 21-22 . Floro, Flori Epitomae Liber primus (testo latino), Livio, Ab Urbe condita libri (testo latino), Periochae (testo latino) . Fonti secondarie: P.Matyszak, Chronicle of the roman republic, New York 2003. A.Piganiol, Le conquiste dei Romani, Milano 1989.
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La leggenda di Marco Attilio Regolo, narrata da Tito Livio e cantata da Quinto Orazio Flacco. Narra la tradizione (Livio, Orazio) che Cartagine abbia inviato l'illustre prigioniero a Roma perché convincesse i concittadini a chiedere la pace. L'intesa era che, se questi non avessero accettato, Regolo sarebbe ritornato a Cartagine e sarebbe stato mandato a morte. Ma Regolo, in quegli anni di prigionia aveva potuto agevolmente controllare le terribili condizioni economiche in cui giaceva la città nemica e probabilmente le convulsioni politiche che sempre hanno contrassegnato Cartagine e ne hanno infine decretato la sorte. Anziché perorare la causa della pace rivelò ai concittadini la condizione economico-politica dei nemici esortando Roma a procedere con un ultimo sforzo, in quanto Cartagine non poteva reggere alla pressione bellica e sarebbe stata sconfitta. Al termine del discorso, onorando la parola data, Regolo fece ritorno a Cartagine ove fu giustiziato. Non si conosce l'anno in cui questa missione avrebbe avuto luogo e questo è un dato che fa riflettere sul suo reale accadimento. È possibile che Roma avesse bisogno di una figura carismatica ed eroica (ricordiamo Marco Furio Camillo, Orazio Coclite, Muzio Scevola, Decio Mure e tanti eroi della leggenda romana), con la quale spingere la cittadinanza ad aumentare il già enorme sforzo bellico. Possiamo però ipotizzare l'anno 246 a.C. in quanto l'anno successivo la guerra riprese slancio con l'intervento cartaginese in Sicilia guidato da Amilcare Barca, padre di Annibale e Roma creò colonie su tutti i territori potenzialmente soggetti a sbarchi cartaginesi o con forte presenza di greci, da poco sottomessi e non ancora integrati. Pare che l'episodio delle torture subite da Regolo, il taglio delle palpebre per l'abbacinamento e l'ancor più famoso rotolamento da una collina dentro la botte irta di chiodi siano, appunto, frutto della propaganda bellica romana e ricordiamo che Seneca parla di crocifissione. Sta di fatto che con questa fama Regolo, da figura storica tutto sommato insipida, passa alla fulgida e forse immeritata leggenda di eroe salvatore della patria, esempio di retta fermezza morale e virtù civiche, epitome di onestà nella parola data, fino alle estreme conseguenze.
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Pietro Metastasio finds enough admiration for the courage and virtue of the man to craft the libretto "Attilio Regolo" from his life story. The original operatic setting, composed in 1750 by Hasse, was followed by other versions, including Cimarosa's.
ROMOLO. Twin with Remo.
Cavalli, "Il Romolo e 'l Remo" (1645).
Il Ratto delle Sabine: Dramma per Musica Nicola Zingarelli ; Libretto: Gaetano Rossi ; PUBBLICAZIONE Venezia: Valvasense, 1799; testo in italiano Paese di pubblicazione : Italia. PERSONAGGI Giovanni Battista Zanardi : Tullo patrizio Romano B ; Giuseppe Bertani : Mannio patrizio Romano T ; Angela Chies : Valeria patrizia Romana ; Antonio Coldani Gran Sacerdote di Nettuno B ; Pietro Righi : Tito Tazio re de' Sabini T ; Salvatore De Lorenzi : Romolo re de'' Romani, Ama T ; Angelica Catalani: Mezio Curzio principe de' S ; Teresa Dolliani : Ersilia figlia di Tito Ta ; AUTORIaltro : Baldassarre Majani (175?, 182?) ; compositore : Nicola Antonio Zingarelli (1752, 1837), editore: Valvasense (174?, 180?) ; CASTSalvatore De Lorenzi (174?, 180?) ; Giovanni Battista Zanardi (176?, 183?) ; Angelica Catalani(1780, 1849) ; Antonio Coldani (173?, 180?) ; SEGNATURA una copia è a Venezia (Ve) : Biblioteca della Casa di Goldoni : Correr, la Fenice 204
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Cavalli, "Il Romolo e 'l Remo" (1645).
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Il Ratto delle Sabine: Dramma per Musica Nicola Zingarelli ; Libretto: Gaetano Rossi ; PUBBLICAZIONE Venezia: Valvasense, 1799; testo in italiano Paese di pubblicazione : Italia. PERSONAGGI Giovanni Battista Zanardi : Tullo patrizio Romano B ; Giuseppe Bertani : Mannio patrizio Romano T ; Angela Chies : Valeria patrizia Romana ; Antonio Coldani Gran Sacerdote di Nettuno B ; Pietro Righi : Tito Tazio re de' Sabini T ; Salvatore De Lorenzi : Romolo re de'' Romani, Ama T ; Angelica Catalani: Mezio Curzio principe de' S ; Teresa Dolliani : Ersilia figlia di Tito Ta ; AUTORIaltro : Baldassarre Majani (175?, 182?) ; compositore : Nicola Antonio Zingarelli (1752, 1837), editore: Valvasense (174?, 180?) ; CASTSalvatore De Lorenzi (174?, 180?) ; Giovanni Battista Zanardi (176?, 183?) ; Angelica Catalani(1780, 1849) ; Antonio Coldani (173?, 180?) ; SEGNATURA una copia è a Venezia (Ve) : Biblioteca della Casa di Goldoni : Correr, la Fenice 204
REMO. Cavalli, "Il Romolo e'l Remo"(1645).
SABINO. Gulio. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera by Sarti, Giulio Sabino, capo dei Galli, marito di Epponina (soprano) Epponina, creduta vedova di Giulio Sabino (soprano)
Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano, innamorato di Epponina (tenore) Voadice, sorella di Giulio Sabino, innamorata di Arminio (soprano) Arminio, governatore della fortezza di Langres, innamorato di Voadice (soprano) Annio, prefetto romano, segretamente innamorato di Epponina (tenore)
I due figli di Sabino (muti), popolo, guardie
SCIPIONE. Emiliano Africano, the Younger, Roman general, nephew and adopted son of Scipione Africano the Elder. Mozart, "Il sogno di Scipione".
SCIPIONE. Africano, the Elder, Roman general.
Francesco Cavalli/Miniato, "Scipione affricano" (1664). Gioacchino Albertini, "Scipione Africano". George Frideric Handel, "Scipione".
The moderation of Scipio painting by Tiepolo, reproduced in Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione". Antonio Sacchini, "Scipione in Cartagena".
"Scipio in Spagna". Zeno, "Scipione nelle Spagne"
Sartorio, "La prosperità di Elio Seiano" (1667), "La caduta di Elio Seiano"
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Francesco Cavalli/Miniato, "Scipione affricano" (1664). Gioacchino Albertini, "Scipione Africano". George Frideric Handel, "Scipione".
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The moderation of Scipio painting by Tiepolo, reproduced in Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione". Antonio Sacchini, "Scipione in Cartagena".
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"Scipio in Spagna". Zeno, "Scipione nelle Spagne"
SEIANO. Elio. Nato a Volsinii, 20 a.C. Soldato ambizioso, amico e confidente dell'imperatore Tiberio, sotto il quale divenne estremamente influente, ma dal quale fu infine fatto giustiziare. Eques della città di Volsinii (Bolsena, in Etruria), fu associato dal padre Seio Strabone nel comando della guardia pretoriana all'inizio del regno di Tiberio, attorno al 16. Morto il genitore, Seiano, entrato nelle grazie dell'imperatore, rimase prefetto del pretorio e fu tra i fautori dell'aumento del potere dei pretoriani, riuniti a Roma in un unico grande accampamento costruito appositamente sul Viminale, alla periferia della città, noto con il nome di Castra praetoria attorno al 21-23. Seiano vedeva così accrescere immensamente la propria influenza sull'imperatore, trovandosi ora nella condizione di detenere la vera forza militare dell'Italia. Grazie al particolare favore di cui godeva presso l'imperatore ed utilizzando la guardia pretoriana come strumento di pressione sul Senato, Seiano riuscì a costruire un proprio partito, mirando, secondo alcuni, a succedere a Tiberio. Tra i molti ostacoli che, però, si opponevano alle sue ambizioni, c'era Druso minore, figlio di Tiberio e nemico di Seiano. Druso, però, morì nel 23. Tra le tante ipotesi, c'è quella secondo cui sarebbe stato avvelenato dalla moglie Claudia Livilla, sorella di Germanico (nipote di Augusto) e amante di Seiano. Quest'ultimo ripudiò la moglie e chiese in sposa Livilla, ma Tiberio non dette il permesso. Anni dopo, consigliato da Seiano, l'ormai quasi settantenne Tiberio, si recò a Capri nel 27. I pieni poteri passarono nelle mani di Seiano, che cercò di disfarsi della famiglia di Germanico: i figli Druso Cesare e Nerone Cesare e la moglie Agrippina maggiore. Con abili mosse, Seiano riuscì a far mettere sotto accusa dal Senato sia i figli che la madre, Agrippina fu mandata in esilio sull'isola Pandataria, Nerone a Ponza, Druso venne imprigionato. A questo punto, informato da Antonia minore, madre di Germanico, delle trame e delle ambizioni di Seiano, Tiberio si preparò a colpire con cautela e astuzia, per impedire che questi potesse avvalersi dell'immenso potere che gli derivava dal comando della guardia pretoriana. Per non destare sospetti, l'imperatore ricoprì Seiano di onori, lo innalzò al rango di pontefice e gli promise la tribunicia potestas, in pratica la successione. Contemporaneamente, però, l'imperatore lasciava la carica di console, costringendo così anche Seiano, suo collega nel consolato, a rinunciarvi, per consentire la nomina dei successori. Il 17 ottobre del 31, Tiberio nominato segretamente prefetto del pretorio Macrone, già prefetto delle coorti urbane, inviò a Roma quest'ultimo con l'ordine di accordarsi con Grecinio Lacone, comandante dei vigiles, perché fornisse il supporto della propria milizia, e col nuovo console Memmio Regolo, che in quel momento portava i fasces, affinché convocasse il Senato nel tempio di Apollo, sul Palatino. Quando Seiano giunse in Senato, venne informato da Macrone che gli era appena stata conferita la potestà tribunizia con una lettera dell'imperatore che sarebbe stata letta davanti all'assemblea. Mentre Seiano prendeva così giubilante il proprio posto, Macrone, rimasto fuori dal tempio, allontanava i pretoriani di guardia, facendoli sostituire dai vigili di Lacone. Dopodiché, consegnata la lettera di Tiberio al console, si recò nei Castra praetoria per annunciare la sua nomina a prefetto. Nella lettera, molto lunga e vaga, Tiberio trattava vari argomenti, di tanto in tanto intesseva le lodi di Seiano, a volte gli muoveva qualche critica, poi, verso la fine, improvvisamente l'imperatore accusava il prefetto di tradimento, ordinandone la destituzione e l'arresto. Seiano, sbigottito per l'inatteso voltafaccia venne immediatamente condotto via in catene dai vigiles. Quella sera stessa il Senato si riunì nel tempio della Concordia giudicare Seiano con processo sommario, al termine del quale l'ex-prefetto venne condannato a morte e colpito da damnatio memoriae. Seiano venne giustiziato per strangolamento nella notte tra il 17 e il 18 ottobre e il popolo fece scempio del suo corpo prima di gettarlo nel Tevere. L'ex-moglie si suicidò dopo aver rivelato in una lettera a Tiberio le colpe di Seiano, mentre il Senato ordinava feste perpetue e l'innalzamento di una statua alla Libertà con la seguente dedica: « Saluti perpetuae Augustae Libertatique populi romani Providentia Ti. Caesaris Augusti nati ad aeternitatem romani nominis, sublato hoste perniciosissimo » « Alla salute del perpetuo Augusto e alla Libertà del popolo romano, per la Provvidenza di Tiberio Cesare, figlio di Augusto, per l'eternità della gloria di Roma, [essendo stato] eliminato il pericolosissimo nemico. » (Dedica del Senato a Tiberio.) Bibliografia [modifica]
H.H.Scullard, Storia del mondo romano (753 a.C.-68 d.C.), vol. II, Milano 1992.
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Sartorio, "La prosperità di Elio Seiano" (1667), "La caduta di Elio Seiano"
SENECA. The Younger, Roman philosopher, dramatist. Gavin Bryars, Philip Glass and others, "The Civil Wars: A Tree Is Best Measured When It Is Down". Reinhard Keiser, "Octavia", Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea".
SESTO. Pompeo. Roman general, son of Pompeo Magno. Francesco Cavalli, "Pompeo Magno" (1666). Scarlatti, "Il Pompeo". Aria di Sesto: O cessate di piagarmi.
ARIA DI SESTO:
>"ARIA DI SESTO:
o cessate di piagarmi ----------------più d’un angue più d’un aspe
o lasciatemi morir --------------------crudi e sordi a’ miei sospir
o lasciatemi morir
luc’ ingrate
dispietate --------------------------------occhi alteri, ciechi e fieri
luc’ ingrate
dispietate
più del gelo e più de' marmi -------------------voi potete risanarmi
fredde e sorde a’ miei martir ------------------e godete al mio languir.
fredde e sorde a’ miei martir. o cessate di piagarmi o lasciatemi morir o lasciatemi morir o cessate di piagarmi o lasciatemi morir o lasciatemi morir luce ingrate dispietate luce ingrate dispietate piu del gelo e piu de’ marmi fredde e sorde a’ miei martir fredde e sorde a’ miei martir o cessate di piagarmi o lasciatemi morir o lasciatemi morir. (Cease plaguing me, let me die, lights ungrateful merciless more than ice & more than marble cold & deaf to my martyrdom, more than a snake, more than an asp, cruel & deaf to my sighs, eyes so proud, blind & fierce, you have power to heal mel again & enjoy my fainting.").
"http://bks6.books.google.com/books?id=x61DAAAAcAAJ&pg=PA1&img=1&zoom=1&sig=ACfU3U3Vw08B-gQmm8Wizu03AqBzg25KNw
"http://bks6.books.google.com/books?id=x61DAAAAcAAJ&pg=PA1&img=1&zoom=1&sig=ACfU3U3Vw08B-gQmm8Wizu03AqBzg25KNw
Sartorio, "Giulio Cesare in Egitto". Handel, "Giulio Cesare in Egitto". Son nata a lagrimar / Son nato a sospirar, e il dolce mio conforto, ah, sempre piangerò. Se il fato ci tradì, sereno e lieto dì mai più sperar potrò.
SOFONISBA. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Scipione falls for Sofonisba: the need of the 'lieto fine'.
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Sofonisba, morta circa, 203 a.C., fu una nobile cartaginese, figlia di Asdrubale Giscone e moglie di Siface, re dei Numidi, che avrebbe spinto ad allearsi con i cartaginesi contro i romani. Sofonisba fece molto per mantenere il marito a fianco della patria cartaginese in difficoltà. Fatta prigioniera da Massinissa insieme con il marito dopo la sconfitta nella battaglia dei Campi Magni (203 a.C.), Massinissa se ne innamorò e la sposò dopo la sconfitta del marito. Poiché Scipione voleva farla prigioniera, perché temeva che la donna potesse sobillare Massinissa contro Roma, Massinissa inviò a sua moglie una tazza di veleno per evitarle l'umiliazione d'andare in catene a Roma. La sua figura è stata fonte d'ispirazione per diverse melodrammi: T. Traetta (1762), A. Boroni (1764), V. Alfieri (1789), F. Paër (1805). Sofonisfa di Nicolas Régnier (Maubeeuge 1591-Venezia 1667) noto come Niccolò Renieri.
SULLA. Roman general and dictator. Handel, "Silla", Mozart, "Lucio Silla: dramma per musica in tre atti", opera lirica. Il libretto è di Giovanni De Gamerra, in parte rivisto da Metastasio. L'opera venne rappresentata la prima volta al Teatro Regio Ducale di Milano il 26 dic. 1772 senza riscuotere particolare successo. Dimenticata a lungo, Lucio Silla venne di nuovo rappresentata in epoca moderna a partire dal 1929.
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Personaggi: Lucio Silla, dittatore, tenore. Giunia, figlia di Cajo Mario, promessa sposa di Cecilio (soprano). Cecilio, senatore proscritto (soprano). Lucio Cinna, patrizio romano, amico di Cecilio e nemico occulto di Lucio Silla (soprano). Celia, sorella di Lucio Silla (soprano). Aufidio, tribuno, amico di Lucio Silla (tenore). Nel 79 a.C. il patrizio Lucio Cornelio Silla è divenuto dittatore di Roma, acerrimo nemico del console Caio Mario e dei suoi seguaci. Dato che costui è morto, rimane la figlia Giunia, promessa sposa del console Cecilio, un mariano. Silla vuole sposare la ragazza a tutti i costi e così manda in prigione Cecilio, confinandolo nelle catacombe della città. Ma Giunia rifiuta con tutte le sue forze le crudeltà di Silla e cerca di salvare il suo amato. Nella scena ad un certo punto sopraggiunge anche un secondo giovane di nome Lucio Cinna, anche lui nemico di Silla, ma in segreto. Dopo tanti anni di soprusi finalmente Cinna vorrebbe la vendetta e così si allea con Cecilio per eliminare il tiranno. I due organizzano una sorta di colpo di Stato, che però fallisce. I due politici sono sul punto di essere messi a morte, ma per fortuna Silla si dimostra clemente grazie alle suppliche di Giunia. Concessa la salvezza, Silla però si vendica contro tutti quei nobili che tramano di ucciderlo, pubblicando le famose liste di proscrizione.
TARQUINIO. Lucio, one of three kings of Rome. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
TARQUINIO. Sesto. Son of Lucio Tarquinio Superbo, re di Roma. Respighi, "Lucrezia" (La Scala, 1935), sung by a baritone. Beniamino Britten, "Il ratto di Lucrezia".
TIBERIO. Roman emperor. The son of Augustus's wife Livia by a previous marriage; adopted son of Augustus. Emperor from 14 to 37 AD. Possibly assassinated by Caligula.
TITO. Roman emperor from 79 to 81 A.D. Died during the plague. Anfossi, "Tito nelle Gallie"
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His famous phrase was: "I only committed one mistake in my life". He failed to specify it, but historians believe he referred to his not having executed his brother when he attempted to betray him. Eventually, historians also say, it was his brother who murdered him. OPERAS: Metastasio -- first set by Caldara. Revised Mozart. Metastasio based his opera, mostly fictional, on a brief account by Suetonius on how 'clement' Tito was.Cesti, "Il Tito" (1666). Antonio Caldara, "La clemenza di Tito. Christop Willibald Gluck, "La clemenza di Tito", Wolfgang Amadeo Mozart, "La clemenza di Tito". Josef Mysliveček, "La clemenza di Tito". Settings of La clemenza di Tito by about 40 composers. Anfossi, "Tito nelle Gallie" (Roma, Teatro delle Dame, 1780).
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His famous phrase was: "I only committed one mistake in my life". He failed to specify it, but historians believe he referred to his not having executed his brother when he attempted to betray him. Eventually, historians also say, it was his brother who murdered him. OPERAS: Metastasio -- first set by Caldara. Revised Mozart. Metastasio based his opera, mostly fictional, on a brief account by Suetonius on how 'clement' Tito was.Cesti, "Il Tito" (1666). Antonio Caldara, "La clemenza di Tito. Christop Willibald Gluck, "La clemenza di Tito", Wolfgang Amadeo Mozart, "La clemenza di Tito". Josef Mysliveček, "La clemenza di Tito". Settings of La clemenza di Tito by about 40 composers. Anfossi, "Tito nelle Gallie" (Roma, Teatro delle Dame, 1780).
TITO. Manlio. Roman consul. Not to be confused with the clement one. "Tito Manlio Torquato"È il nome di diversi consoli Romani: Tito Manlio Imperioso Torquato, console nel 347 a.C., 344 a.C., 340 a.C., Tito Manlio Torquato, console nel 299 a.C., Tito Manlio Torquato, console nel 235 a.C. e nel 224 a.C., and Tito Manlio Torquato, console nel 165 a.C.
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Antonio Vivaldi, "Tito Manlio" (RV 778), libretto: Matteo Noris, Roma 1720. Dramma per musica in tre atti by Antonio Vivaldi, to a libretto by Matteo Noris. It was written in celebration of the marriage of Philip of Hesse-Darmstadt (1671–1736), the governor of Mantua, which he had announced at Christmas. Vivaldi quickly composed the opera within five days. Whereas the wedding eventually did not take place at all, the opera was successfully premiered at the Teatro Arciducale in Mantua during the carnival season of 1719. The opera is about the story of Titus Manlius Torquatus, consul of Rome and the conflict between him and the region of Latium. Tito Manlio: Nicola Ulivieri, Karina Gauvin, Ann Hallenberg, Marijana Mijanovic, Debora Beronesi, Barbara Di Castri; Accademia Bizantina, Ottavio Dantone (conductor); Naïve OP30413 Tito Manlio: Conductor: Vittorio Negri. Berlin Chamber Orchestra. Singers: Luccardi, Wagemann, Hamari, Finnila, Marshall, Trimarchi, Lerer, Ahnsjo. 1978. Philips 6769 004. Tito Manlio: Sergio Foresti (Tito), Elisabeth Scholl (Manlio), Nicky Kennedy (Lucio), Rosa Dominguez (Vitellia), Lucia Sciannimanico (Servilia), Thierry Gregoire (Decio), Davide Livermore (Geminio), Bruno Taddia (Lindo), Modo Antiquo, Federico Maria Sardelli (conductor); cpo 777 096-2Opera Today: Tito Manlio Libretto on Italian Radio 3. Libretto (pdf)
VALENTINIANO. Roman Emperor. Handel, "Ezio".
VARO. Roman general, featured in Handel's opera, "Arminio". The libretto is based on a libretto of by A. Salvi, which had been set to music by A. Scarlatti. The storyline deals with the Germanic leader Arminio, who defeated the Romans under general Varo in AD 9. Although the subject matter is historical, the details of the story and the characters, as presented in the opera, are entirely fictional.
VINDICE. Ufficiale dell'esercito romano che si ribellò contro l'imperatore romano Nerone. Vindice fece per entrare in città, ma a causa di una incomprensione, i soldati di Rufo si ritennero attaccati e aggredirono Vindice, il quale, credutosi caduto in una trappola, si suicidò. Anton Rubinstein, "Nerone: opera seria in quattro atti" (1888), libretto del cavre. Giulio Barbier, parole italiane di A. de Lauzières.
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