ADRIANO. 14th Roman emperor. Cesare Publio Elio Traiano Augusto. Born: Jan. 24, 76 AD, Italica, Hispania Baetica (or Rome). Adopted son and heir of Trajan. Emperor for 21 years: Aug. 11, 117 AD – July 10, 138 AD. Died: July 10, 138 AD. Cause of death: Natural causes.
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"Adriano in Siria" è un dramma di Pietro Metastasio, più volte messo in musica. Personaggi: Adriano, imperatore, amante d'Emirena (mezzosoprano). Osroa, Rè di Parti, padre d'Emirena (tenore)
Emirena, Prigioniera, amante di Farnaspe (soprano). Farnaspe, Principe de Parti, tributario d'Osroa, amante e promesso sposo d'Emirena (mezzosoprano). Sabina, Romana, amante e promessa sposa d'Adriano. Barsene, Confidente di Sabina. Aquilo, Tribuno romano, amante occulto di Sabina. Adriano in Siria di Pasquale Anfossi. Johann Christian Bach. Baldassare Galuppi. Giovan Battista Pergolesi. Francesco Maria Veracini. José de Nebra, "Más gloria es triunfar de sí, o, Adriano en Siria". Girolamo Abos, "Adriano in Siria". "L'Adriano" di Bach è un dramma per musica in tre atti del compositore tedesco Johann Christian Bach su libretto di Pietro Metastasio. L'opera fu rappresentata per la prima volta il 26 gennaio 1765 al King’s Theatre di Londra.Il dramma in tempi moderni fu rappresentato per la prima volta (e registrato) il 20 marzo 1982 al Logon Hall di Londra nell'ambito del Camden Festival; l'esecuzione fu affidata alla BBC Concert Orchestra sotto la direzione di sir Charles Mackerras.
Emirena, Prigioniera, amante di Farnaspe (soprano). Farnaspe, Principe de Parti, tributario d'Osroa, amante e promesso sposo d'Emirena (mezzosoprano). Sabina, Romana, amante e promessa sposa d'Adriano. Barsene, Confidente di Sabina. Aquilo, Tribuno romano, amante occulto di Sabina. Adriano in Siria di Pasquale Anfossi. Johann Christian Bach. Baldassare Galuppi. Giovan Battista Pergolesi. Francesco Maria Veracini. José de Nebra, "Más gloria es triunfar de sí, o, Adriano en Siria". Girolamo Abos, "Adriano in Siria". "L'Adriano" di Bach è un dramma per musica in tre atti del compositore tedesco Johann Christian Bach su libretto di Pietro Metastasio. L'opera fu rappresentata per la prima volta il 26 gennaio 1765 al King’s Theatre di Londra.Il dramma in tempi moderni fu rappresentato per la prima volta (e registrato) il 20 marzo 1982 al Logon Hall di Londra nell'ambito del Camden Festival; l'esecuzione fu affidata alla BBC Concert Orchestra sotto la direzione di sir Charles Mackerras.
AGRIPPA. Marco Vipsanio. Roman statesman and general. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra". Sebbene non sia mai stato un compositore prolifico, Barber scrisse ancora meno dopo il fallimento della sua opera "Antonio e Cleopatra". Composta su un libretto del regista Franco Zeffirelli, questa opera era stata commissionata per l'apertura del nuovo Metropolitan Opera House al Lincoln Center per le arti performative nel 1966 con Justino Día e Leontyne Price diretta da Thomas Schippers. L'opera venne accolta più favorevolmente nel 1975, presentata nella più intima messinscena della Juilliard School, con la collaborazione e la regia di Gian Carlo Menotti, e in seguito incisa.
AGRIPPINA. Grimani/Handel.
AGRIPPINA. Grimani/Handel.
ALESSANDRO. Severo. Imperatore di Roma. Alessandro fu ucciso il 18 marzo del 235 a Mogontiacum insieme alla madre, in un ammutinamento probabilmente capeggiato da Massimino Trace, un ufficiale della Tracia, che ad ogni modo si assicurò il trono. Giorgio Federico Handel, "Alessandro Severo", su libretto di Apostolo Zeno, 1716. Handel's opera was composed in 1738. It is one of Handel's three pasticcio works, made up of the music and arias of his previous operas Giustino, Berenice and Arminio. Only the overture and recitatives (as well as the words) were new. It was not a success at its premiere under the direction of the composer on 25 February 1738 at the King's Theatre, London. Personaggi: Sallustia sopranoElisabeth Duparc, "La Francesina" ClaudiosopranoMargherita Chimenti, "La Droghierina" GiuliacontraltoAntonia Merighi Eurillamezzo-sopranoMaria Antonia Marchesini, "La Lucchesina" Alessandro Severo (mezzo-soprano castrato) Caffarelli MarzianobassAntonio Montagnana.
ARMINIO. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera".
ASCANIO. Mozart, "Ascanio in Albalonga".
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Good opera. Lingua originale italiano.Genere Serenata teatrale. MusicaWolfgang Amadeus Mozart
Libretto Giuseppe Parini Fonti letterarie originale Atti atto unico Epoca di composizionefine agosto - 23 settembre 1771 Prima rappr.17 ottobre 1771 TeatroTeatro Regio Ducale di Milano Personaggi
Venere (soprano) Ascanio, (mezzosoprano) Silvia, Ninfa del Sangue d'Ercole (soprano) Aceste, sacerdote (tenore) Fauno, uno dei principali pastori (soprano) Coro di geni, pastori e pastorelle
Autografo Staatsbibliothek Stiftung Preußischer Kulturbesitz, Berlino. 'Ascanio in Alba" è una "festa o serenata teatrale" in due parti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Giuseppe Parini, eseguita per la prima volta il 17 ottobre 1771 su commissione del governatore generale di Milano, il conte Karl Joseph von Firmian, in occasione dei festeggiamenti per le nozze tra l'arciduca Ferdinando, uno di figli dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, e Maria Ricciarda Beatrice d'Este, nipote del duca di Modena Francesco III. L'opera fu allestita presso il Teatro Regio Ducale di Milano. Il libretto celebra i coniugi e il loro casato, descrivendo l'unione tra Ascanio e Silvia favorita da Venere. La loro virtù trionfa sull'inquietudine, sulle paure e sull'irrazionalità dell'amore. I recitativi accompagnati sono percorsi da una trepida palpitazione. Le arie raggiungo un intenso patetismo, che si risolvono in festosi cori finali. La dea Venere mostra a suo figlio Ascanio il paesaggio ameno dove sorgerà la città di Alba, in uno scenario bucolico popolato da Ninfe e Pastori, dove ella è venerata e su cui Ascanio dovrà regnare dopo aver sposato Silvia, la Ninfa della stirpe di Ercole, che gli è stata promessa.
Ascanio è preoccupato perché Silvia non lo conosce; la madre gli rileva che da quattro anni Amore appare in sogno alla Ninfa con le fattezze dello stesso Ascanio e ne ha conquistato il cuore. Ascanio potrà parlare alla Ninfa senza però rivelarsi. Il sacerdote Aceste intanto sta facendo i preparativi per le nozze; Fauno e i Pastori cantano le lodi a Venere. Silvia vede Ascanio e rimane profondamente turbata: lo desidera ma pensa di essere promessa ad un altro. Aceste la tranquillizza. Silvia e i Pastori si preparano ad accogliere la dea con cori e ghirlande di fiori. Venere compie un miracolo: tramuta gli alberi in colonne. Silvia viene condotta da Fauno al Sacro Monte. Dal momento che Ascanio ancora non può rivelarsi, Silvia si convince di essere stata ingannata. Ascanio cerca di parlarle ma lei fugge via. Pastori, Ninfe e Pastorelle, e in seguito anche Aceste e Silvia, intonano magnifici cori in onore della dea. Le nubi si squarciano e la dea appare in tutto il suo splendore accompagnata da Grazie e Geni. Ascanio rivela la sua identità e con Silvia e Aceste espongono i loro sentimenti e ringraziano Venere. Al loro si aggiunge il coro solenne di Grazie, Geni, Pastori e Ninfe. La partitura di Mozart prevede l'utilizzo di: 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 serpenti (probabilmente corni inglesi)
2 corni, 2 trombe, timpani, archi. Per i recitativi: clavicembalo e violoncello. Overtura
Parte prima [modifica] N. 1 Andante grazioso N. 2 Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile
N. 3 Aria L'ombra de' rami tuoi (Venere) N. 4 Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile
Recitativo [accompagnato] Perché tacer degg'io? e N. 5 Aria Cara lontano ancora (Ascanio) N. 6 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 7 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 8 Aria Se il labbro più non dice (Fauno) N. 9 Coro di Pastori e Pastorelle, o Ninfe, e Ballo Hai di Diana il core
N. 10 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 11 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 12 Aria Per la gioia in questo seno (Aceste) N. 13 Cavatina Sì, ma d'un altro Amore (Silvia) N. 14 Aria Come è felice stato (Silvia) N. 15 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 16 Aria Ah di sì nobil alma (Ascanio) N. 17 Aria Al chiaror di que' bei rai (Venere) N. 18 Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile Parte seconda [modifica] N. 19 Aria Spiega il desìo, le piume (Silvia) N. 20 Coro di Pastorelle Già l'ore sen volano [Recitativo accompagnato] Numi? che fo..? m'appresso..? (Ascanio, Silvia) N. 21 Aria Dal tuo gentil sembiante (Fauno) N. 22 Aria Al mio ben mi veggio avanti (Ascanio) [Recitativo accompagnato] Ferma, aspetta, ove vai? e N. 23 Aria Infelici affetti miei (Silvia) N. 24 Coro di Pastorelle Che strano evento N. 25 Aria Torna mio bene, ascolta (Ascanio)
N. 26 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 27 Aria Sento, che il cor mi dice (Aceste) N. 28 Coro di Pastori, e Ninfe e Pastorelle Scendi celeste Venere N. 29 Coro di Pastori e Pastorelle No, non possiamo vivere N. 30 Coro Scendi celeste Venere N. 31 Terzetto Ah caro Sposo, oh Dio! (Silvia, Ascanio, Alceste) N. 32 Piccola parte del Terzetto precedente Che bel piacer io sento (Silvia, Ascanio, Alceste) N. 33 Coro ultimo di Geni, Grazie, Pastori e Ninfe Alma Dea tutto il Mondo governa Bibliografia: Hermann Abert, Mozart - La giovinezza 1756-1782 (ed. originale: W. A. Mozart – Erster Teil 1756.1782, Breitkopf und Härtel, Lipsia 1955), trad. it. di Boris Porena e Ida Cappelli, Il Saggiatore, Milano 1984, pp. 277-281. ISBN 9788842807254. Mozart, Tutti i libretti d'opera, a cura di Piero Mioli, Newton Compton, Roma 1996, vol. 1 pp. 124-141. ISBN 9788854105904 Articolo: Ascanio in Alba di Sabime Henze-Döhring, in Pipers Enzyklopädie des Musiktheaters, a cura di Carl Dahlhaus, vol.4, Piper, Monaco di Baviera e Zurigo, 1991, p.284-285 ISBN 3-492-02414-9. Discografia [modifica]: Leopold Hager (direttore), orchestra del Mozarteum di Salisburgo - Lilian Sukis (Venere), Agnes Baltsa (Ascanio), Edith Mathis (Silvia), Peter Schreier (Aceste), Arleen Augér (Fauno) - 1976 Philips. Jacques Grimbert, orchestra Concerto Armonico di Budapest - Lorna Windsor, Michael Chance, Jill Feldman, Howard Milner, Rosa Mannion - 1990 (dal vivo) Naxos records. Collegamenti esterni [modifica] Partitura e apparato critico della Neue Mozart-Ausgabe [nascondi] V · D · MOpere liriche di Wolfgang Amadeus Mozart Apollo et Hyacinthus K 38 · La finta semplice K 51 (46a) · Bastien und Bastienne K 50 (46b) · Mitridate, re di Ponto K 87 (74a) ·Ascanio in Alba K 111 · Il sogno di Scipione K 126 ·Lucio Silla K 135 ·La finta giardiniera K 196 ·Il re pastore K 208 ·Zaide K 344 (336b) ·Idomeneo K 366 ·Il ratto dal serraglio K 384 · L'oca del Cairo K 422 · Lo sposo deluso K 430 (424a) · Der Schauspieldirektor K 486 ·Le nozze di Figaro K 492 · Don Giovanni K 527 · Così fan tutte K 588 · Il flauto magico K 620 ·La clemenza di Tito K 621 Catalogo Köchel Opere di W.A. Mozart Catalogo Köchel Opere liriche · Concerti · Sinfonie · Musica da camera · Musica sacra. Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica classica Categorie: Opere liriche in lingua italiana Opere di Wolfgang Amadeus Mozart
ARMINIO. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera".
ASCANIO. Mozart, "Ascanio in Albalonga".
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Good opera. Lingua originale italiano.Genere Serenata teatrale. MusicaWolfgang Amadeus Mozart
Libretto Giuseppe Parini Fonti letterarie originale Atti atto unico Epoca di composizionefine agosto - 23 settembre 1771 Prima rappr.17 ottobre 1771 TeatroTeatro Regio Ducale di Milano Personaggi
Venere (soprano) Ascanio, (mezzosoprano) Silvia, Ninfa del Sangue d'Ercole (soprano) Aceste, sacerdote (tenore) Fauno, uno dei principali pastori (soprano) Coro di geni, pastori e pastorelle
Autografo Staatsbibliothek Stiftung Preußischer Kulturbesitz, Berlino. 'Ascanio in Alba" è una "festa o serenata teatrale" in due parti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Giuseppe Parini, eseguita per la prima volta il 17 ottobre 1771 su commissione del governatore generale di Milano, il conte Karl Joseph von Firmian, in occasione dei festeggiamenti per le nozze tra l'arciduca Ferdinando, uno di figli dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, e Maria Ricciarda Beatrice d'Este, nipote del duca di Modena Francesco III. L'opera fu allestita presso il Teatro Regio Ducale di Milano. Il libretto celebra i coniugi e il loro casato, descrivendo l'unione tra Ascanio e Silvia favorita da Venere. La loro virtù trionfa sull'inquietudine, sulle paure e sull'irrazionalità dell'amore. I recitativi accompagnati sono percorsi da una trepida palpitazione. Le arie raggiungo un intenso patetismo, che si risolvono in festosi cori finali. La dea Venere mostra a suo figlio Ascanio il paesaggio ameno dove sorgerà la città di Alba, in uno scenario bucolico popolato da Ninfe e Pastori, dove ella è venerata e su cui Ascanio dovrà regnare dopo aver sposato Silvia, la Ninfa della stirpe di Ercole, che gli è stata promessa.
Ascanio è preoccupato perché Silvia non lo conosce; la madre gli rileva che da quattro anni Amore appare in sogno alla Ninfa con le fattezze dello stesso Ascanio e ne ha conquistato il cuore. Ascanio potrà parlare alla Ninfa senza però rivelarsi. Il sacerdote Aceste intanto sta facendo i preparativi per le nozze; Fauno e i Pastori cantano le lodi a Venere. Silvia vede Ascanio e rimane profondamente turbata: lo desidera ma pensa di essere promessa ad un altro. Aceste la tranquillizza. Silvia e i Pastori si preparano ad accogliere la dea con cori e ghirlande di fiori. Venere compie un miracolo: tramuta gli alberi in colonne. Silvia viene condotta da Fauno al Sacro Monte. Dal momento che Ascanio ancora non può rivelarsi, Silvia si convince di essere stata ingannata. Ascanio cerca di parlarle ma lei fugge via. Pastori, Ninfe e Pastorelle, e in seguito anche Aceste e Silvia, intonano magnifici cori in onore della dea. Le nubi si squarciano e la dea appare in tutto il suo splendore accompagnata da Grazie e Geni. Ascanio rivela la sua identità e con Silvia e Aceste espongono i loro sentimenti e ringraziano Venere. Al loro si aggiunge il coro solenne di Grazie, Geni, Pastori e Ninfe. La partitura di Mozart prevede l'utilizzo di: 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 serpenti (probabilmente corni inglesi)
2 corni, 2 trombe, timpani, archi. Per i recitativi: clavicembalo e violoncello. Overtura
Parte prima [modifica] N. 1 Andante grazioso N. 2 Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile
N. 3 Aria L'ombra de' rami tuoi (Venere) N. 4 Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile
Recitativo [accompagnato] Perché tacer degg'io? e N. 5 Aria Cara lontano ancora (Ascanio) N. 6 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 7 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 8 Aria Se il labbro più non dice (Fauno) N. 9 Coro di Pastori e Pastorelle, o Ninfe, e Ballo Hai di Diana il core
N. 10 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 11 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 12 Aria Per la gioia in questo seno (Aceste) N. 13 Cavatina Sì, ma d'un altro Amore (Silvia) N. 14 Aria Come è felice stato (Silvia) N. 15 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 16 Aria Ah di sì nobil alma (Ascanio) N. 17 Aria Al chiaror di que' bei rai (Venere) N. 18 Coro di Geni e di Grazie Di te più amabile Parte seconda [modifica] N. 19 Aria Spiega il desìo, le piume (Silvia) N. 20 Coro di Pastorelle Già l'ore sen volano [Recitativo accompagnato] Numi? che fo..? m'appresso..? (Ascanio, Silvia) N. 21 Aria Dal tuo gentil sembiante (Fauno) N. 22 Aria Al mio ben mi veggio avanti (Ascanio) [Recitativo accompagnato] Ferma, aspetta, ove vai? e N. 23 Aria Infelici affetti miei (Silvia) N. 24 Coro di Pastorelle Che strano evento N. 25 Aria Torna mio bene, ascolta (Ascanio)
N. 26 Coro di Pastori Venga de' sommi eroi N. 27 Aria Sento, che il cor mi dice (Aceste) N. 28 Coro di Pastori, e Ninfe e Pastorelle Scendi celeste Venere N. 29 Coro di Pastori e Pastorelle No, non possiamo vivere N. 30 Coro Scendi celeste Venere N. 31 Terzetto Ah caro Sposo, oh Dio! (Silvia, Ascanio, Alceste) N. 32 Piccola parte del Terzetto precedente Che bel piacer io sento (Silvia, Ascanio, Alceste) N. 33 Coro ultimo di Geni, Grazie, Pastori e Ninfe Alma Dea tutto il Mondo governa Bibliografia: Hermann Abert, Mozart - La giovinezza 1756-1782 (ed. originale: W. A. Mozart – Erster Teil 1756.1782, Breitkopf und Härtel, Lipsia 1955), trad. it. di Boris Porena e Ida Cappelli, Il Saggiatore, Milano 1984, pp. 277-281. ISBN 9788842807254. Mozart, Tutti i libretti d'opera, a cura di Piero Mioli, Newton Compton, Roma 1996, vol. 1 pp. 124-141. ISBN 9788854105904 Articolo: Ascanio in Alba di Sabime Henze-Döhring, in Pipers Enzyklopädie des Musiktheaters, a cura di Carl Dahlhaus, vol.4, Piper, Monaco di Baviera e Zurigo, 1991, p.284-285 ISBN 3-492-02414-9. Discografia [modifica]: Leopold Hager (direttore), orchestra del Mozarteum di Salisburgo - Lilian Sukis (Venere), Agnes Baltsa (Ascanio), Edith Mathis (Silvia), Peter Schreier (Aceste), Arleen Augér (Fauno) - 1976 Philips. Jacques Grimbert, orchestra Concerto Armonico di Budapest - Lorna Windsor, Michael Chance, Jill Feldman, Howard Milner, Rosa Mannion - 1990 (dal vivo) Naxos records. Collegamenti esterni [modifica] Partitura e apparato critico della Neue Mozart-Ausgabe [nascondi] V · D · MOpere liriche di Wolfgang Amadeus Mozart Apollo et Hyacinthus K 38 · La finta semplice K 51 (46a) · Bastien und Bastienne K 50 (46b) · Mitridate, re di Ponto K 87 (74a) ·Ascanio in Alba K 111 · Il sogno di Scipione K 126 ·Lucio Silla K 135 ·La finta giardiniera K 196 ·Il re pastore K 208 ·Zaide K 344 (336b) ·Idomeneo K 366 ·Il ratto dal serraglio K 384 · L'oca del Cairo K 422 · Lo sposo deluso K 430 (424a) · Der Schauspieldirektor K 486 ·Le nozze di Figaro K 492 · Don Giovanni K 527 · Così fan tutte K 588 · Il flauto magico K 620 ·La clemenza di Tito K 621 Catalogo Köchel Opere di W.A. Mozart Catalogo Köchel Opere liriche · Concerti · Sinfonie · Musica da camera · Musica sacra. Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica classica Categorie: Opere liriche in lingua italiana Opere di Wolfgang Amadeus Mozart
AUGUSTO. 1st Roman emperor.
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Augusto. GAIVS IVLIVS CAESAR AVGVSTVS. Born: September 23 63 BC, Rome, Italia. Became de facto emperor as a result of the 'first settlement' between himself and the Roman Senate.Emperor for 41 years and 8 months, from: January 16, 27 BC to August 19, 14 AD. Death: August 19, 14 AD. Natural causes. Cesare, imperatore. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra", as Ottavio Cesare. Opera: Bononcini: "Cinna; ossia, La clemenza d'Augusto" (opera, solo il terzo atto, 1697). Important, cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Augusto being clement towards conspirator Cinna. It is the source for Mozart's "Clemenzia di Tito".
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Augusto. GAIVS IVLIVS CAESAR AVGVSTVS. Born: September 23 63 BC, Rome, Italia. Became de facto emperor as a result of the 'first settlement' between himself and the Roman Senate.Emperor for 41 years and 8 months, from: January 16, 27 BC to August 19, 14 AD. Death: August 19, 14 AD. Natural causes. Cesare, imperatore. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra", as Ottavio Cesare. Opera: Bononcini: "Cinna; ossia, La clemenza d'Augusto" (opera, solo il terzo atto, 1697). Important, cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Augusto being clement towards conspirator Cinna. It is the source for Mozart's "Clemenzia di Tito".
AURELIANO. 41st Roman emperor. Imperatore. Cesare Lucio Domizio Augusto. Born: September 9, 214 AD/215 AD, Sirmium. Proclaimed emperor by Danubian legions after Claudius II's death, in opposition to Quintillus. Emperor for five years. From: September 270 AD to September 275 AD. Died: September 275 AD. Assassinated by Praetorian Guard.
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Gioachino Rossini, "Aureliano in Palmira", opera in due atti. Il libretto di Felice Romani trae spunto da Zenobia in Palmira, il libretto di Gaetano Sertor musicato da Pasquale Anfossi (Venezia, 1789) e da Giovanni Paisiello (Napoli, 1790). L'opera fu rappresentata la prima volta in occasione dell'apertura della stagione di Carnevale del Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1813, senza riscuotere successo, ma senza neanche fare fiasco, come dimostrano le 14 repliche che seguirono. Probabilmente il mancato successo fu in parte dovuto ai cantanti (il famoso castrato Giovanni Battista Velluti, per cui Rossini aveva scritto il ruolo di Arsace, non fu all'altezza della sua fama), poiché Rossini credette alla validità della musica, che recuperò per l'Elisabetta, regina d'Inghilterra che invece, grazie alla migliore drammaturgia e l'ottima compagnia di canto, riscosse un enorme successo. In particolare la sinfonia dell'opera, dopo essere passata per l'Elisabetta approdò al Barbiere, diventando uno dei brani più celebri del pesarese. L'opera ebbe circolazione fino agli anni trenta dell'800 (grazie a Velluti che riprese più volte il ruolo di Arsace) per poi cadere nell'oblio. La prima rappresentazione in tempi moderni si ebbe solamente nel 1980 a Genova, con Luciana Serra nei panni di Zenobia, affiancata da Martine Dupuy nel ruolo di Arsace e Paolo Barbacini quale Aureliano. Successive rappresentazioni si ebbero nel 1991 a Lucca (con Denia Mazzola e Luciana d'Intino), nel 1996 a Bad Wildbad e nel 2011 a Martina Franca. Aureliano, imperatore di Roma (tenore). Zenobia, regina di Palmira (soprano), amante di. Arsace, principe di Persia (contralto). Publia, figlia di Valeriano, amante segreta di Arsace (soprano) Oraspe, generale de' Palmireni, (tenore). Licinio, tribuno (basso). Gran Sacerdote d'Iside (basso). Sacerdoti, Donzelle palmirene. Coro di Guerrieri (palmireni, persiani, romani), Pastori, Pastorelle, Soldati (romani, palmireni, persiani). La scena si svolge nella citta di Palmira e nei suoi dintorni, nell'anno 274. La regina Zenobia, il suo amante Arsace e i preti offrono sacrifici nel tempio di Iside e pregano per la loro salvezza temendo l'esercito romano che si sta avvicinando. Il generale Oraspe entra accompagnato da musica marziale e annuncia che l'imperatore Aureliano e l'esercito romano sono ormai alle porte di Palmira. Arsace impegna le truppe persiane nella difesa della città. Dopo una drammatica battaglia nei pressi della città, i persiani vengono sconfitti. I soldati romani celebrano la vittoria. Giunge Aureliano e si rivolge ad Arsace, ora prigioniero. Questi replica all'imperatore con dignità e proclama il suo amore per Zenobia, dicendosi pronto a morire per lei. In Palmira, Zenobia ha nascosto il tesoro del regno nelle volte sotto il palazzo. Decide di opporre un'ultima resistenza con le sue truppe per salvare la città. Chiede ad Aureliano una tregua, in modo da potergli parlare e ottenere la libertà dei prigionieri, incluso Arsace. Al rifiuto di Aureliano di liberare i prigionieri, chiede di poter almeno vedere Arsace un'ultima volta. Zenobia e Arsace piangono per il loro destino. Aureliano entra e promette di liberare Arsace a condizione che egli abbandoni Zenobia. Arsace rifiuta e viene condannato a morte. Gli eserciti di Roma e di Palmira si preparano per l'ultima battaglia. Nell'atto II I romani hanno conquistato Palmira. Aureliano entra nel palazzo di Zenobia e le offre il proprio amore, ma lei rifiuta. Nel frattempo Oraspe libera Arsace, che fugge sulle colline presso l'Eufrate dove alcuni pastori lo proteggono. Alcuni soldati si uniscono ad Arsace, e gli dicono che Zenobia è prigioniera. Arsace la vuole liberare e alla guida delle truppe di Palmira lancia un nuovo attacco contro i romani. Nel palazzo, Aureliano propone a Zenobia di regnare insieme su Palmira. Zenobia rifiuta ancora. Più tardi, di notte, Arsace e Zenobia si incontrano al chiaro di luna e si abbracciano. Quando vengono scoperti dalle truppe romane, chiedono di essere messi a morte. Sebbene segretamente ammiri il loro coraggio e la reciproca devozione, Aureliano ordina che finiscano i loro giorni in celle separate. Publia, figlia del generale romano e segretamente innamorata di Arsace, supplica Aureliano di avere pietà di lui. L'ultima scena si svolge in una grande sala del palazzo di Zenobia. I comandanti e i sacerdoti della sconfitta Palmira sono raccolti in supplica davanti ad Aureliano. Oraspe, Arsace e Zenobia vengono condotti nella stanza incatenati. Aureliano muta atteggiamento e libera Zenobia e Arsace concedendo loro di regnare insieme su Palmira a patto che entrambi giurino fedeltà all'Impero Romano. Essi accettano, e lodano Aureliano per la sua generosità. Il coro canta gioioso «Torni sereno a splendere all'Asia afflitta il dì.»
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Gioachino Rossini, "Aureliano in Palmira", opera in due atti. Il libretto di Felice Romani trae spunto da Zenobia in Palmira, il libretto di Gaetano Sertor musicato da Pasquale Anfossi (Venezia, 1789) e da Giovanni Paisiello (Napoli, 1790). L'opera fu rappresentata la prima volta in occasione dell'apertura della stagione di Carnevale del Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1813, senza riscuotere successo, ma senza neanche fare fiasco, come dimostrano le 14 repliche che seguirono. Probabilmente il mancato successo fu in parte dovuto ai cantanti (il famoso castrato Giovanni Battista Velluti, per cui Rossini aveva scritto il ruolo di Arsace, non fu all'altezza della sua fama), poiché Rossini credette alla validità della musica, che recuperò per l'Elisabetta, regina d'Inghilterra che invece, grazie alla migliore drammaturgia e l'ottima compagnia di canto, riscosse un enorme successo. In particolare la sinfonia dell'opera, dopo essere passata per l'Elisabetta approdò al Barbiere, diventando uno dei brani più celebri del pesarese. L'opera ebbe circolazione fino agli anni trenta dell'800 (grazie a Velluti che riprese più volte il ruolo di Arsace) per poi cadere nell'oblio. La prima rappresentazione in tempi moderni si ebbe solamente nel 1980 a Genova, con Luciana Serra nei panni di Zenobia, affiancata da Martine Dupuy nel ruolo di Arsace e Paolo Barbacini quale Aureliano. Successive rappresentazioni si ebbero nel 1991 a Lucca (con Denia Mazzola e Luciana d'Intino), nel 1996 a Bad Wildbad e nel 2011 a Martina Franca. Aureliano, imperatore di Roma (tenore). Zenobia, regina di Palmira (soprano), amante di. Arsace, principe di Persia (contralto). Publia, figlia di Valeriano, amante segreta di Arsace (soprano) Oraspe, generale de' Palmireni, (tenore). Licinio, tribuno (basso). Gran Sacerdote d'Iside (basso). Sacerdoti, Donzelle palmirene. Coro di Guerrieri (palmireni, persiani, romani), Pastori, Pastorelle, Soldati (romani, palmireni, persiani). La scena si svolge nella citta di Palmira e nei suoi dintorni, nell'anno 274. La regina Zenobia, il suo amante Arsace e i preti offrono sacrifici nel tempio di Iside e pregano per la loro salvezza temendo l'esercito romano che si sta avvicinando. Il generale Oraspe entra accompagnato da musica marziale e annuncia che l'imperatore Aureliano e l'esercito romano sono ormai alle porte di Palmira. Arsace impegna le truppe persiane nella difesa della città. Dopo una drammatica battaglia nei pressi della città, i persiani vengono sconfitti. I soldati romani celebrano la vittoria. Giunge Aureliano e si rivolge ad Arsace, ora prigioniero. Questi replica all'imperatore con dignità e proclama il suo amore per Zenobia, dicendosi pronto a morire per lei. In Palmira, Zenobia ha nascosto il tesoro del regno nelle volte sotto il palazzo. Decide di opporre un'ultima resistenza con le sue truppe per salvare la città. Chiede ad Aureliano una tregua, in modo da potergli parlare e ottenere la libertà dei prigionieri, incluso Arsace. Al rifiuto di Aureliano di liberare i prigionieri, chiede di poter almeno vedere Arsace un'ultima volta. Zenobia e Arsace piangono per il loro destino. Aureliano entra e promette di liberare Arsace a condizione che egli abbandoni Zenobia. Arsace rifiuta e viene condannato a morte. Gli eserciti di Roma e di Palmira si preparano per l'ultima battaglia. Nell'atto II I romani hanno conquistato Palmira. Aureliano entra nel palazzo di Zenobia e le offre il proprio amore, ma lei rifiuta. Nel frattempo Oraspe libera Arsace, che fugge sulle colline presso l'Eufrate dove alcuni pastori lo proteggono. Alcuni soldati si uniscono ad Arsace, e gli dicono che Zenobia è prigioniera. Arsace la vuole liberare e alla guida delle truppe di Palmira lancia un nuovo attacco contro i romani. Nel palazzo, Aureliano propone a Zenobia di regnare insieme su Palmira. Zenobia rifiuta ancora. Più tardi, di notte, Arsace e Zenobia si incontrano al chiaro di luna e si abbracciano. Quando vengono scoperti dalle truppe romane, chiedono di essere messi a morte. Sebbene segretamente ammiri il loro coraggio e la reciproca devozione, Aureliano ordina che finiscano i loro giorni in celle separate. Publia, figlia del generale romano e segretamente innamorata di Arsace, supplica Aureliano di avere pietà di lui. L'ultima scena si svolge in una grande sala del palazzo di Zenobia. I comandanti e i sacerdoti della sconfitta Palmira sono raccolti in supplica davanti ad Aureliano. Oraspe, Arsace e Zenobia vengono condotti nella stanza incatenati. Aureliano muta atteggiamento e libera Zenobia e Arsace concedendo loro di regnare insieme su Palmira a patto che entrambi giurino fedeltà all'Impero Romano. Essi accettano, e lodano Aureliano per la sua generosità. Il coro canta gioioso «Torni sereno a splendere all'Asia afflitta il dì.»
BRUTO. Marco Giunio Bruto il Giovane. Roman politician, co-assassin of Giulio Cesare.
Opera: Perhaps the most important is "La morte di Giulio Cesare", where Babini (tenore) played Bruto. "Dramma serio per musica" di Francesco Bianchi. Teatro (Grimani) San Samuele di Venezia 27 dicembre 1788.
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Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera": Sertor, "La morte di Giulio Cesare" (1789). G. Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare" (Essen, 1959) tratto da Shakespeare.
BRUTO, Lucio Giunio. This originates what Ketterer calls 'the myth of liberty'. He expelled the Tarquin kings and starts the republic. His descendants are Catone and Bruto il Giovane, who opposed the dictator Giulio Cesare.
OPERAS: Pagliardi, "Caligola delirante", melodramma, libretto di Domenico Giaberti, 1672, Venezia.
CASCA. Servilio. Co-assassin of Giulio Cesare. In Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CASSIO. Gaio Cassio Longino. Roman politician, co-assassin of Giulio Cesare. G. Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CIMBER. Tillio Cimber, co-assassin of Giulio Cesare. Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare", as Metellus Cimber.
CINNA. Elvio. Roman poet. Lorenzo Ferrero, "Le piccole storie – ai margini delle guerre", Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
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Opera: Perhaps the most important is "La morte di Giulio Cesare", where Babini (tenore) played Bruto. "Dramma serio per musica" di Francesco Bianchi. Teatro (Grimani) San Samuele di Venezia 27 dicembre 1788.
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Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera": Sertor, "La morte di Giulio Cesare" (1789). G. Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare" (Essen, 1959) tratto da Shakespeare.
BRUTO, Lucio Giunio. This originates what Ketterer calls 'the myth of liberty'. He expelled the Tarquin kings and starts the republic. His descendants are Catone and Bruto il Giovane, who opposed the dictator Giulio Cesare.
CALIGOLA. 3rd Roman emperor. Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico. Born: Aug. 31, 12 AD,
Antium, Italia. Tiberius's great-nephew and adopted grandson. He was the great-grandson of
Augusto. Emperor: for 3 years and 10 months, from March 18, 37 AD to January 24, 41 AD. Death: January 24, 41 AD. Cause of death: Assassinated in a conspiracy involving senators and Praetorian Guards.
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OPERAS: Pagliardi, "Caligola delirante", melodramma, libretto di Domenico Giaberti, 1672, Venezia.
CASCA. Servilio. Co-assassin of Giulio Cesare. In Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CASSIO. Gaio Cassio Longino. Roman politician, co-assassin of Giulio Cesare. G. Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CATONE.
Metastasio. For once, not a 'lieto fine': Catone gasps out his death throes on stage. This was set by twenty composers in the eighteenth century. Antonio Vivaldi, "Catone in Utica" (1737), opera lirica su libretto di Pietro Metastasio. Metastasio scrisse originariamente questo libretto per essere musicato da Leonardo Vinci, il quale lo mise in scena nel 1728. L'opera di Vivaldi fu rappresentata la prima volta nel marzo del 1737 al Teatro Filarmonico di Verona, dove riscosse subito un grande successo, tant'è che le spese per l'allestimento del dramma vennero coperte dopo sole sei rappresentazioni. Per l'allestimento dell'opera Vivaldi mutò di non poco il testo originario. Vivaldi rimpiazzò quasi tutte le arie e modificò il finale, nel quale tolse il suicidio di Catone. Con questo lavoro di elevata bellezza e varietà Vivaldi si avvicina alla conclusione della sua carriera operistica. È infatti la sua terz'ultima opera, un dramma carica d'inventiva melodica e con una forte espressività simile a quella delle opere di Giovanni Battista Pergolesi. Catone (TENORE). Cesare, (soprano). Marzia, figlia di Catone, segretamente amante di Cesare (mezzo-soprano). Arbace, principe reale di Numidia, alleato di Catone e amante di Marzia (soprano). Emilia, vedova di Pompeo (soprano). Fulvio, emissario del senato romano, amante di Emilia (contralto). Guardie, servi, sicari e soldati. Il primo atto, tutt'oggi non pervenutoci, è stato ricostruito dal direttore d'orchestra francese Jean-Claude Malgoire. I recitativi sono stati realizzati con aderenza stilistica da Malgoire stesso, mentre le arie provengono da altre opere vivaldiane. Ouverture - Allegro-Andante-Allegro. Atto I: Scena 1: Recitativo - "Perché se mesto". Aria: "Con se bel nome". Scena 2: Recitativo - Poveri affetti miei Aria - È follia se nascondete Scena 3: Recitativo - Che giurai, che promisi Aria - Che legge spietata Scene 4, 5 e 6: Recitativo - Dunque Cesare venga Scena 6: Aria - Vaga sei ne sdegni tuoi Scena 7: Recitativo - Quanto da te diverso Aria - L'ira mia Scena 8: Recitativo - Se gli altrui folli amori Aria - O nel sen di qualche stella Scene 9 e 10: Recitativo - Giunse dunque Aria - Apri le luci e mira Atto II: Scene 1 e 2: Recitativo - Marzia t'accheta Aria - S'andrà senza pastore Scene 3 e 4: Recitativo - Che gran sorte è la mia Aria - Se mai senti Scene 5, 6 e 7: Recitativo - Lode agli Dei Aria - Degl'Elisi dal soggiorno. Introduzione di timpani Scene 8 e 9: Recitativo - Si vuole ad onta mia Aria - Se in campo armato. Scene 10 e 11: Recitativo - Ah Signor, che facesti Aria - Dovea svenarti allora Scena 12: Recitativo - Sarete paghi alfin Aria - Il povero mio core Scene 13 e 14: Recitativo - Udisti Arbace Aria - Come invano il mare irato Atto III: Sinfonia - Andante Scene 1 e 2 Recitativo - Tutto, amico, ho tentato.Aria - Se parto, se resto Scena 3 Recitativo - Me infelice Aria - Sarebbe un bel diletto Scene 4--8: Recitativo - È questo amici il luogo Scena 9: Aria - Nella foresta Scene 10 e 11: Recitativo - Vinceste inique stelle Aria - Fuggi dal guardo mio Scena 12 e ultime Recitativo - Il vincer o compagni Scena finale: Coro finale - D'amor la face Primi interpreti [modifica] ruolotipologia vocaleprimi interpreti, 26 marzo 1737[1] Catone (tenore, Cesare Grandi), Giulio Cesare (soprano castrato, Lorenzo Girardi), Marzia mezzo-soprano Anna Girò Arbace soprano castrato Giacomo Zaghini Emilia sopranoGiovanna Gasparini Fulvio contralto (travesti)Elisabetta Moro. In tempi moderni l'opera fu ripresa, completata e messa in scena sotto la direzione di Jean-Claude Malgoire con l'orchestra La Grande Écurie et la Chambre du Roy nel 2001 a Turcoing e fu registrata nel novembre dello stesso anno. secondo Le magazine de l'opéra baroque(FR). Breve trattazione sull'opera Catone in Utica. "Catone Uticense", Matteo Noris, Venezia, 1701. Ketterer mentions the 'pasticcio' "Il Catone in Utica" (1732), with litbretto by Metastasio, and music by Vivaldi, Hasse, Vinci, Leo, and Porpora.
CICERONE. A victim of violence. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera."
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Metastasio. For once, not a 'lieto fine': Catone gasps out his death throes on stage. This was set by twenty composers in the eighteenth century. Antonio Vivaldi, "Catone in Utica" (1737), opera lirica su libretto di Pietro Metastasio. Metastasio scrisse originariamente questo libretto per essere musicato da Leonardo Vinci, il quale lo mise in scena nel 1728. L'opera di Vivaldi fu rappresentata la prima volta nel marzo del 1737 al Teatro Filarmonico di Verona, dove riscosse subito un grande successo, tant'è che le spese per l'allestimento del dramma vennero coperte dopo sole sei rappresentazioni. Per l'allestimento dell'opera Vivaldi mutò di non poco il testo originario. Vivaldi rimpiazzò quasi tutte le arie e modificò il finale, nel quale tolse il suicidio di Catone. Con questo lavoro di elevata bellezza e varietà Vivaldi si avvicina alla conclusione della sua carriera operistica. È infatti la sua terz'ultima opera, un dramma carica d'inventiva melodica e con una forte espressività simile a quella delle opere di Giovanni Battista Pergolesi. Catone (TENORE). Cesare, (soprano). Marzia, figlia di Catone, segretamente amante di Cesare (mezzo-soprano). Arbace, principe reale di Numidia, alleato di Catone e amante di Marzia (soprano). Emilia, vedova di Pompeo (soprano). Fulvio, emissario del senato romano, amante di Emilia (contralto). Guardie, servi, sicari e soldati. Il primo atto, tutt'oggi non pervenutoci, è stato ricostruito dal direttore d'orchestra francese Jean-Claude Malgoire. I recitativi sono stati realizzati con aderenza stilistica da Malgoire stesso, mentre le arie provengono da altre opere vivaldiane. Ouverture - Allegro-Andante-Allegro. Atto I: Scena 1: Recitativo - "Perché se mesto". Aria: "Con se bel nome". Scena 2: Recitativo - Poveri affetti miei Aria - È follia se nascondete Scena 3: Recitativo - Che giurai, che promisi Aria - Che legge spietata Scene 4, 5 e 6: Recitativo - Dunque Cesare venga Scena 6: Aria - Vaga sei ne sdegni tuoi Scena 7: Recitativo - Quanto da te diverso Aria - L'ira mia Scena 8: Recitativo - Se gli altrui folli amori Aria - O nel sen di qualche stella Scene 9 e 10: Recitativo - Giunse dunque Aria - Apri le luci e mira Atto II: Scene 1 e 2: Recitativo - Marzia t'accheta Aria - S'andrà senza pastore Scene 3 e 4: Recitativo - Che gran sorte è la mia Aria - Se mai senti Scene 5, 6 e 7: Recitativo - Lode agli Dei Aria - Degl'Elisi dal soggiorno. Introduzione di timpani Scene 8 e 9: Recitativo - Si vuole ad onta mia Aria - Se in campo armato. Scene 10 e 11: Recitativo - Ah Signor, che facesti Aria - Dovea svenarti allora Scena 12: Recitativo - Sarete paghi alfin Aria - Il povero mio core Scene 13 e 14: Recitativo - Udisti Arbace Aria - Come invano il mare irato Atto III: Sinfonia - Andante Scene 1 e 2 Recitativo - Tutto, amico, ho tentato.Aria - Se parto, se resto Scena 3 Recitativo - Me infelice Aria - Sarebbe un bel diletto Scene 4--8: Recitativo - È questo amici il luogo Scena 9: Aria - Nella foresta Scene 10 e 11: Recitativo - Vinceste inique stelle Aria - Fuggi dal guardo mio Scena 12 e ultime Recitativo - Il vincer o compagni Scena finale: Coro finale - D'amor la face Primi interpreti [modifica] ruolotipologia vocaleprimi interpreti, 26 marzo 1737[1] Catone (tenore, Cesare Grandi), Giulio Cesare (soprano castrato, Lorenzo Girardi), Marzia mezzo-soprano Anna Girò Arbace soprano castrato Giacomo Zaghini Emilia sopranoGiovanna Gasparini Fulvio contralto (travesti)Elisabetta Moro. In tempi moderni l'opera fu ripresa, completata e messa in scena sotto la direzione di Jean-Claude Malgoire con l'orchestra La Grande Écurie et la Chambre du Roy nel 2001 a Turcoing e fu registrata nel novembre dello stesso anno. secondo Le magazine de l'opéra baroque(FR). Breve trattazione sull'opera Catone in Utica. "Catone Uticense", Matteo Noris, Venezia, 1701. Ketterer mentions the 'pasticcio' "Il Catone in Utica" (1732), with litbretto by Metastasio, and music by Vivaldi, Hasse, Vinci, Leo, and Porpora.
CICERONE. A victim of violence. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera."
CIMBER. Tillio Cimber, co-assassin of Giulio Cesare. Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare", as Metellus Cimber.
CINNA. Elvio. Roman poet. Lorenzo Ferrero, "Le piccole storie – ai margini delle guerre", Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare".
CINNA. Lucio Cornelio. Roman consul. Wolfgang Amadeus Mozart, "Lucio Silla".
CLAUDIO. 4th Roman emperor.
Tiberio Cesare Augusto Germanico. Born: Aug. 1, 10 BC, Lugdunum, Gallia Lugdunensis. Nephew of Tiberius, brother of Germanicus and uncle of Caligula; proclaimed emperor by the Praetorian Guard. Emperor for 13 years and 9 months, from: January 25/26, 41 AD to October 13, 54 AD. Died: October 13, 54 AD. Cause of death: Probably poisoned by his wife Agrippina the Younger, in favour of her son Nero. George Frideric Handel, "Agrippina". Legrenzi, "L'anarchia dell'imperio" (1683). Personaggi: Ludovico, Lottario, Pipino, Claudio, Erginia, Daligi, Argiade. Francesco Antonio Mamiliano Pistocchi : Isauro ; Antonio Predieri : Uelfo ; Paolo Benigno : Lisbo.
CLAUDIO. 4th Roman emperor.
Tiberio Cesare Augusto Germanico. Born: Aug. 1, 10 BC, Lugdunum, Gallia Lugdunensis. Nephew of Tiberius, brother of Germanicus and uncle of Caligula; proclaimed emperor by the Praetorian Guard. Emperor for 13 years and 9 months, from: January 25/26, 41 AD to October 13, 54 AD. Died: October 13, 54 AD. Cause of death: Probably poisoned by his wife Agrippina the Younger, in favour of her son Nero. George Frideric Handel, "Agrippina". Legrenzi, "L'anarchia dell'imperio" (1683). Personaggi: Ludovico, Lottario, Pipino, Claudio, Erginia, Daligi, Argiade. Francesco Antonio Mamiliano Pistocchi : Isauro ; Antonio Predieri : Uelfo ; Paolo Benigno : Lisbo.
CLELIA. Early Roman figure. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
COCLES. Orazio Cocles, Roman military officer. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel: Muzio Scevola
COLLATINO. Lucius Tarquinius Collatinus, Roman consul, husband of Lucretia. Benjamin Britten: The Rape of Lucretia
COMMODO. 17th Roman emperor.
Commodo. CAESAR MARCVS AVRELIVS COMMODVS ANTONINVS AVGVSTVS August 31, 161 AD, Lanuvium, ItaliaNatural son of Marcus Aurelius; joint emperor from 177 AD177 AD – December 31, 192 ADDecember 31, 192 AD. Assassinated in palace, strangled to death15 years. OPERAS: "Comodo Antonino", Scarlatti/Paglia. -- dramma per musica 3 acts F M Paglia, after G F Bussani 18 November 1696. Naples, Teatro San Bartolomeo
COMMODO. 17th Roman emperor.
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Commodo. CAESAR MARCVS AVRELIVS COMMODVS ANTONINVS AVGVSTVS August 31, 161 AD, Lanuvium, ItaliaNatural son of Marcus Aurelius; joint emperor from 177 AD177 AD – December 31, 192 ADDecember 31, 192 AD. Assassinated in palace, strangled to death15 years. OPERAS: "Comodo Antonino", Scarlatti/Paglia. -- dramma per musica 3 acts F M Paglia, after G F Bussani 18 November 1696. Naples, Teatro San Bartolomeo
COSTANTINO. Emperor Constantine I "The Great" of Rome. Gaetano Donizetti: Fausta
CORIOLANO. Gaio Marzio Coriolano, Roman leader. Francesco Cavalli, "Coriolano" (1669).
CRASSO. Marco Licinio Crasso, Roman general and politician. Francesco Cavalli, "Pompeo Magno".
CRISPO. Flavio Giulio, Caesar of the Roman Empire. Gaetano Donizetti, "Fausta". Massimiano porta via Crispo con i littori, e il ragazzo viene giustiziato. Fausta implora il perdono dell'amato e beve il veleno.
DOLABELLA. Publius Cornelius Dolabella, Roman general. Samuel Barber: Antony and Cleopatra
CRISPO. Flavio Giulio, Caesar of the Roman Empire. Gaetano Donizetti, "Fausta". Massimiano porta via Crispo con i littori, e il ragazzo viene giustiziato. Fausta implora il perdono dell'amato e beve il veleno.
DIOCLEZIANO. Emperor Diocletian of Rome. Henry Purcell, "Dioclesian". Delfia, a prophetess, foretells that Diocles, a footsoldier, will become emperor after he kills a mighty boar and marry Delphia's niece Drusilla, who is in love with him. Diocles takes the prophecy seriously, and starts slaughtering pigs. As it turns out, a soldier called Volutius Aper (Aper=boar) has murdered the old emperor, and Diocles kills Aper in revenge. As a reward for this action he is made co-emperor and renames himself "Dioclesian". Dioclesian ignores his promise to marry Drusilla, and courts his co-emperor's sister, the princess Aurelia, instead. This angers Delfia, who brings the wedding ceremony to a stop by conjuring a storm and a monster. Delfia then causes Aurelia to fall in love with Diocles' rival Massiminiano, and the Persians to defeat the Roman army. Diocleziano realises the error of his ways, routs the invaders, cedes his half of the throne to Maximinian, and moves to Lombardy with Drusilla.
DOLABELLA. Publius Cornelius Dolabella, Roman general. Samuel Barber: Antony and Cleopatra
DOMIZIANO. 11th Roman emperor. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". TITVS FLAVIVS CAESAR DOMITIANVS AVGVSTVS October 24, 51 AD, RomeSon of VespasianSeptember 14, 81 AD – September 18, 96 ADSeptember 18, 96 AD. Assassinated by court officials15 years
ELIO. Legrenzi, "Publio Elio Pertinace" (1684)
ELIOGABALO. Emperor Elagabalus of Rome (Marco Aurelio Antonino Augusto). Francesco Cavalli: "Eliogabalo" (1668). Pietro Simone Agostini, "Eliogabalo".
ENEA, Trojan leader, indeed a hero of the Trojan Wars, the son of Anchises (and Venus).
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Hero of Virgil’s Aeneid, which plots his story from the fall of Troy to his arrival in Italy. Revered as the ancestral hero of the Romans. Badia, C.A. 1702, "Enea negli Elisi". Bernabei, G.A. 1679, "Enea in Italia". Boretti, G.A. 1670, "Enea in Italia". Boroni, A. 1778 Enea nel Lazio Chaves, J. 179? Enee et Lavinie Colasse, P. 1690 Enee et Lavinie Dauvergne, A.L. 1758 Enee et Lavinie Draghi, A. 1678 Enea in Italia Fini, M. 1731 Gli Sposali d’Enea Franck, J.W. 1680 Aeneas des Trojanischen Fürsten
Abkufft in Italien Fronduti, G.B. 1709 L’Impegni delle dei per le glorie d’Enea Fux, J.J. 1731 Enea negli Elisi Galuppi, B. 1765 L’Arrivo nel Lazio Gardi, F. 1785 Enea nel Lazio Giardini, F. 1764 Enea e Lavinia Gibella, F.C. 1680 Enea in Cartagnie Gibelli, L. 1731 Gli Sposali d’Enea Guerrini, G. 1948 Enea Guglielmi, P.A. 1785 Enea e Lavinia Jommelli, N. 1755 Enea nel Lazio Lampugnani, G.B. 1763 Enea in Italia Lima, J.F. 1781 Enea in Tracia Malipiero, G.F. 1958 Vergili Aeniis Monteverdi, C. 1641 Le Nozze di Enea con Lavinia Pallavicino, C. 1675 Enea in Italia Perez, D. 1759 Enea in Italia Piccinni, N. 1775 Enea in Cuma Pollarolo, C.F. 1686 Enea in Italia Porpora, N. 1734 Enea nel Lazio Righini, V. 1793 Enea nel Lazio Sacchini, A.M.G. 1779 Enea e Lavinia Sarti, G. 1799 Enea nel Lazio Scacchi, G.M. 1638 Enea Steffani, A. 1695 Il Trionfo del fato, overo Le Glorie d’Enea
Stegmayer, M. 1799 Die travestierte Aeneas Stegmayer, M. 1800 Aeneas in der Hölle Telemann, G.P. 1731 Die Flucht des Aeneas nach Latien Traetta, T.M. 1761 Enea nel Lazio Uccelini, D.M. 1673 Le Nave d’Enea Uttini, F.A.B. 1756 Enea in Cartagine Ziani, P.A. 1680 Enea in Cartagine
Monteverdi, "Le nozze d'Enea con Lavinia" (1641), Cavalli, "La Didone" (1641) ‘Dido’ is Virgil’s name for ‘Elissa’, Queen of Carthage. Fell in love with Aeneas who was compelled by Mercury to leave the quen. She then threw herself onto a funeral pyre. Adolfati, A. 1747 Didone abbandonata
Albinoni, T. 1724 Didone abbandonata Andreotti, G. 1784 Didone abbandonata Anfossi, P. 1775 Didone abbandonata Araia, F. 1758 Didone abbandonata Arne, T.A. 1734 Dido and Aeneas Astaritta, G. 1780 Didone abbandonata Auletta, P. 1758 Didone abbandonata Aurisicchio, A. 1745 Didone abbandonata Berlioz, H. 1863 Les Troyens a Carthage Bernasconi, A. 1738 Didone abbandonata
Bernasconi, A. 1756 Didone abbandonata Bertoni, F.G. 1748 Didone abbandonata Beveridge, T. 1958 Dido and Aeneas Blangini, T. 1866 Didon Bonno, J 1752 Didone abbandonata Brivio, G.F. 1739 Didone abbandonata Brunetti, G. 1759 Didone abbandonata Capotorti, L. 1800 Enea in Cartagine Caputi, A. 1754 Didone abbandonata Cavalli, P.F. 1641 Didone abbandonata Celoniat, L. 1769 Didone abbandonata Cherubini, L. 1786 Didone abbandonata Ciampi, V.L. 1754 Didone abbandonata Colla, G. 1770 Enea in Cartagine (first setting) Colla, G. 1773 Didone abbandonata (second setting) Desmartes, H. 1693 Didon Duni, E.R. 1739 Didone abbandonata Fasch, F. 1712 Die getreue Dido Ferrandini, A. 1760 Didone abbandonata Fioravanti, V. 1810 Didone abbandonata
Fiorillo, I. 1751 Didone abbandonata Fioroni, G.A. 1755 Didone abbandonata Galluppi, B. 1740 Didone abbandonata Galuppi, B. 1764 Didone abbandonata Gazzaniga, G. 1787 Didone abbandonata
Gibella, F.C. 1680 Enea in Cartagine Graupner, C. 1707 Dido, Königin von Darthago Handel, G.F. 1737 Didone Hasse, J.A. 1742 Didone abbandonata Haydn, F.J. 1777 Didone abbandonata
Holtzbauer, I.J. 1779 Der Tod der Dido Hook, J. 1771 Dido Horn, C.E. 1828 Dido Insanguine, G. 1770 Didone abbandonata Jommelli, N. 1747 Didone abbandonataKlein, B. 1823 Dido Kozeluh, J.A. 1795 Didone abbandonata Kraus, J.M. 1799 Aeneas I Carthago Lampert, E. 1845 Dido 13
Lampugnani, G.B. 1739 Didone abbandonata Lavranga, D. 1909 Dido Litares, A. 1700 Dido y Eneas
Liverati, G. 1807 Enea in Cartagine Majo, G.F. 1769 Didone abbandonata Manna, G. 1751 Didone abbandonata Marino, S. 1798 Didone abbandonata Marshall-Hall, G.W.L. 190? Dido and Aeneas
Mattioli, A. 1656 Didone abbandonata Mazzoni, A.M. 1752 Didone abbandonata Mercadantes, S. 1823 Didone abbandonata Mombelli, D. 1776 Didone abbandonata Monza, C. 1784 Enea in Cartagine Moratelli, S. 1688 Didone Morolin, F. 1799 Le Seconde nozze di Didone Mortellari, M.C. 1772 Didone abbandonata Naumann, J.G. 1790 Didone Neitzel, O. 1884 Dido Ottani, B. 1779 Didone abbandonata Paer, F. 1811 Didone abbandonata Paganelli, G.A. 1738 Didone abbandonata
Paisiello, G. 1794 Didone abbandonata Pallavicino, C. 1686 Didone delirante Pederzuoli, G.B. 1685 Didone costante Perez, D. 1747 Didone abbandonata Piccinni, N. 1769 Didone abbandonata (first setting) Piccinni, N. 1783 Didon (second setting) Piticchio, F. 1780 Didone abbandonata PonciniF.J. 1752 Didone abbandonata Porpora, N.A. 1725 Didone abbandonata Portugal, M.A. 1803 Didone abbandonata Purcell, H. 1689 Dido and Aeneas Reissiger, K.G. 1824 Didone abbandonata
Risori, G.A. 1748 Didone abbandonata Sacchini, A.M.G. 1775 Didone abbandonata Sarro, D. 1724 Didone abbandonata Sarti, G. 1762 Didone abbandonata Scalabrini, P. 1744 Didone abbandonata
Scarlatti, A. 1696 Didone delirante (first setting) Scarlatti, A. 1724 Didone abbandonata (second setting) Schiassi, G.M. 1735 Didone abbandonata Schirer 1776 Didone abbandonata Schuster, J. 1776 Didone abbandonata Schwanenberg, J.G. 1765 Didone abbandonata Scolari, G. 1752 Didone abbandonata Scolari, G. 1763 Didone abbandonata Storace, S. 1792 Dido, Queen of Carthage
Telemann, G.P. 1731 Die Flucht dea Aeneas nach Latien Terradellas, D. 1750 Didone Traetta, T.M. 1757 Didone abbandonata Vinci, L. 1726 Didone abbandonata Zanetti, F. 1766 Didone abbandonata
Ziani, P.A. 1680 Enea in Cartagine Zoppis, F. 1758 Didone abbandonata
ENOBARBO. Ahenobarbus, Gnaeus Domitius, Roman consul (32 BC) Samuel Barber: Antony and Cleopatra (as Enobarbus)
EZIO. Flavio. Roman general (latino: Flavius Aëtius; Silistra, 390 circa – Ravenna, 21 settembre 454) è stato un generale romano dell'Impero Romano d'Occidente. Famosa la sua vittoria su Attila presso i Campi Catalaunici, dove i Romani inflissero una pesante sconfitta all'esercito degli Unni.
Edward Gibbon lo definisce "l'uomo celebrato universalmente come terrore dei Barbari e baluardo della Repubblica di Roma". Giuseppe Gazzaniga, Ezio. George Frideric Handel, "Ezio" (1732, Londra). Gaetano Latilla: Ezio. Giuseppe Verdi, "Attila". In Handel's opera: Ezio, Roman generalalto castratoSenesino. Fulvia, his loversopranoAnna Maria Strada del Pò Valentiniano, Roman emperorcontraltoAnna Bagnolesi Onoria, his sistercontraltoFrancesca Bertolli Massimo, Fulvia's fathertenorGiovanni Battista Pinacci Varo, Prefect of the Praetorian GuardbassAntonio Montagnana The protagonist is the fifth-century AD Roman general Ezio, returned from his victory over Attila.
FAUSTA. Fausta Flavia Maxima, Empress of Rome, second wife of Constantine the Great. Gaetano Donizetti, "Fausta e Crispo, or Ippolito redivivo".
GALBA. 6th Roman emperor. SERVIVS SVLPICIVS GALBA CAESAR AVGVSTVSDecember 24 3 BC, Near Terracina, ItaliaSeized power after Nero's suicide, with support of the Spanish legions June 8, 68 AD – January 15, 69 AD January 15, 69 AD. Murdered by Praetorian Guard in coup led by Otho. 7 Months
GALBA. 6th Roman emperor. SERVIVS SVLPICIVS GALBA CAESAR AVGVSTVSDecember 24 3 BC, Near Terracina, ItaliaSeized power after Nero's suicide, with support of the Spanish legions June 8, 68 AD – January 15, 69 AD January 15, 69 AD. Murdered by Praetorian Guard in coup led by Otho. 7 Months
GALLA. Galla Placidia, Roman regent, daughter of Emperor Theodosius I. Jaume Pahissa i Jo: Gal·la Placídia (1913)
GERMANICO. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". His life saved by Arminio, example of 'lieto fine'. Legrenzi, "Germanico sul Reno" (1676).
GERMANICO. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". His life saved by Arminio, example of 'lieto fine'. Legrenzi, "Germanico sul Reno" (1676).
GIULIA. Julia Caesaris, daughter of Julius Caesar, 4th wife of Pompey the Great. Francesco Cavalli: "Pompeo Magno".
GIULIO CESARE. Consul and Dictator of Rome.
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Francesco Cavalli, "Pompeo Magno". Francesco Cavalli, "La prosperità infelice di Giulio Cesare dittatore" (1646). This, oddly, has a 'lieto fine': the conspirators' celebration of Giulio Cesare's assassination. Cesti, "Il Cesare amante" (1651). Antonio Sartorio, "Giulio Cesare in Egitto" (Venezia, 1676). Legrenzi, "I due cesari" (1683). Carl Heinrich Graun, "Giulio Cesare e Cleopatra". George Frideric Handel, "Giulio Cesare in Egitto", LONDRA. Giselher Klebe, "L'assassinio di Giulio Cesare". References: "The problem of Giulio Cesare" in Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera".
GIUSTINO. Legrenzi, "Giustino" (1683).
LAVINIA. The wife of Enea. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera on Lavinia, in Venice, 1637.
LAVINIA. The wife of Enea. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera on Lavinia, in Venice, 1637.
LEPIDO. Marco Emilio.Roman triumvir. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra".
LEPIDO. Marco Emilio Lepido, heir to Emperor Caligula of Rome. Reinhard Keiser, "Ottavia".
LUCANO. Roman poet. Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea".
LUCREZIA. Roman noblewoman raped by Sesto Tarquinio.
Benjamin Britten, Lucrezia rapita da Tarquinio. "Il ratto di Lucrezia".
MACEDONICO. Lucio Emilio Paolo Macedonico, Roman general, natural father of Scipione Emiliano.Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione".
MECENA. Gaio Maecena, political adviser to Ottaviano Cesare Augusto. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra."
MARC'ANTONIO. Roman politician and general.
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Sartorio, "Antonio e Pompeiano" (1677). Samuel Barber, "Antony and Cleopatra". Domenico Cimarosa, "La Cleopatra". Louis Gruenberg, "Antony and Cleopatra". Henry Kimball Hadley, "Cleopatra's Night". Giselher Klebe, "Die Ermordung Cäsars". Jules Massenet, "Cléopâtre."
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Benjamin Britten, Lucrezia rapita da Tarquinio. "Il ratto di Lucrezia".
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Ottorino Respighi, "Lucrezia", istoria in un atto e tre momenti, libretto di Claudio Guastalla P 180 (1935/1936, completata da Elsa Respighi.MACEDONICO. Lucio Emilio Paolo Macedonico, Roman general, natural father of Scipione Emiliano.Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione".
MECENA. Gaio Maecena, political adviser to Ottaviano Cesare Augusto. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra."
MARC'ANTONIO. Roman politician and general.
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Sartorio, "Antonio e Pompeiano" (1677). Samuel Barber, "Antony and Cleopatra". Domenico Cimarosa, "La Cleopatra". Louis Gruenberg, "Antony and Cleopatra". Henry Kimball Hadley, "Cleopatra's Night". Giselher Klebe, "Die Ermordung Cäsars". Jules Massenet, "Cléopâtre."
MARC'AURELIO. 16th Roman emperor. CAESAR MARCVS AVRELIVS ANTONINVS AVGVSTVSApril 26, 121 AD, RomeAdopted son and heir of Antoninus Pius; Co-emperor with Lucius Verus until 169 ADMarch 7, 161 AD – March 17, 180 ADMarch 17, 180 AD. Natural
causes19 years Marc'Aurelio Valerio Massimiano Erculio, aka Massimian, Roman ruler. Gaetano Donizetti, "Fausta e Crispo".
causes19 years Marc'Aurelio Valerio Massimiano Erculio, aka Massimian, Roman ruler. Gaetano Donizetti, "Fausta e Crispo".
MASENZIO. Francesco Cavalli, "Masenzio" (1673). Sartorio, "Massenzio" (1673).
MASSIMILIANO. Maximinian, co-Emperor of Rome. Henry Purcell, "Diocleziano".
MAURIZIO. 92nd and last Roman emperor. FLAVIVS MAVRICIVS TIBERIVS AVGVSTVS539 AD, ArabissusSon-in-law of Tiberius II Constantine13 August 582 AD – 27 November 602 AD27
November 602 AD. Executed.
November 602 AD. Executed.
MESSALINA. Valeria Messalina, Roman Empress. Isidore de Lara, "Messalina". Vide "Caligola e Messalina".
METELLA. Cecilia Metella Dalmatica, fourth wife of Lucio Cornelio Sulla. George Frideric Handel, "Silla".
METELLA. Cornelia Metella, Pompeo's second wife. Sartorio, "Giulio Cesare". George Frideric Handel, "Giulio Cesare in Egitto".
MUZIO. Gaio Scevola, Roman figure. Francesco Cavalli, "Muzio Scevola" (1665). Amadei, Bononcini, George Frideric Handel, "Muzio Scevola". Handel's opera is in three acts. The Italian-language libretto was by Paolo Antonio Rolli, adapted from a text by Silvio Stampiglia. The music for the first act was composed by Filippo Amadei (family name sometimes given as Mattei), the second act by Giovanni Battista Bononcini, and the third by George Frideric Handel. Collaborations of groups of composers were common in the 18th century, though this is the only one done in London. Bononcini had written the music for two earlier treatments of this story on his own, works dating from 1695 and 1710. It was first given at the King's Theatre in London on 15 April 1721 and repeated on 7 November 1722. It was also performed in Hamburg. The first modern performance was in Essen in 1928. Personaggi: Fidalma sopranoMaria Maddalena Salvai Clelia (Cloelia)sopranoMargherita Durastanti Tarquinio (Lucius Tarquinius)soprano (en travesti)Caterina Galerati Irene, daughter of PorsenacontraltoAnastasia Robinson Orazio (Horatius Cocles)soprano castratoMatteo Berselli Muzio Scevolaalto castratoFrancesco Bernardi "Senesino" Porsena, King of EtruriabassGiuseppe Maria Boschi Elisasoprano Vitelliasoprano Milobass Publicolabass. Bond, Donald F., "Book Reviews: Paolo Rolli in Inghilterra by Tarquinio Vallese" (February 1940). Modern Philology, 37 (3): pp. 327-332. W.H.C. (no full name given), Muzio Scevola (July 1, 1890). The Musical Times and Singing Class Circular, 31 (569): pp. 399-400. Ford, Anthony, "Music and Drama in the Operas of Giovanni Bononcini" (1974-1975). Proceedings of the Royal Musical Association, 101: pp. 107-120. Smith, Richard Langham, Reviews of Teseo, Siroe, and Muzio Scevola (1993). The Musical Times, 134 (1800): p. 97.
NERONE. 5th Roman Empeor.
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Imperatore. Nerone. Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico. Born: Dec. 15, 37 AD, Antium, Italia. Grandson of Germanicus, nephew of Caligula, step- and adopted son of Claudius; great-great-grandson of Augustus. Empeoror for 13 years and 8 months., from: October 13, 54 AD to June 9, 68 AD. Died: June 9, 68 AD. Cause of Death: Committed suicide after being declared a public enemy by the Senate. OPERAS: Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea". Handel, "Agrippina". BOITO. MASCAGNI. Arrigo Boito: Nerone. George Frideric Handel: Agrippina. Reinhard Keiser: Octavia. Pietro Mascagni: Nerone (as Claudio Cesare Nerone). Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea" (1642), Anton Rubinstein: Néron. Juan Manén: Acté and Neró i Acté
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Imperatore. Nerone. Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico. Born: Dec. 15, 37 AD, Antium, Italia. Grandson of Germanicus, nephew of Caligula, step- and adopted son of Claudius; great-great-grandson of Augustus. Empeoror for 13 years and 8 months., from: October 13, 54 AD to June 9, 68 AD. Died: June 9, 68 AD. Cause of Death: Committed suicide after being declared a public enemy by the Senate. OPERAS: Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea". Handel, "Agrippina". BOITO. MASCAGNI. Arrigo Boito: Nerone. George Frideric Handel: Agrippina. Reinhard Keiser: Octavia. Pietro Mascagni: Nerone (as Claudio Cesare Nerone). Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea" (1642), Anton Rubinstein: Néron. Juan Manén: Acté and Neró i Acté
OTTAVIA. Claudia. Empress of Rome, consort of Nero. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera": reinstated by Nerone. Example of "lieto fine". Reinhard Keiser, "Ottavia". Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea."
OTTAVIA. The Younger, fourth wife of Marc'Antonio. Samuel Barber, "Antony and Cleopatra", Jules Massenet, "Cleopatra".
OTTAVIANO. Legrenzi, "Ottaviano Cesare Agusto" (1682).
ORAZIO. Cimarosa, I Orazi e i Curiazi. Personaggi: Publio Orazio (tenore)
Marco Orazio - figlio di Publio Orazio (tenore)
Orazia - figlia di Publio Orazio (contralto)
Curiazio - sposo di Orazia (soprano)
Sabina - sorella di Curiazio e moglie di Marco Orazio (soprano)
Licinio - amico degli Orazi (soprano)
Il gran sacerdote (basso)
L'augure (basso)
L'oracolo (basso)
Tullo Ostilio – re di Roma (tenore) – di solito omesso
Mezio Fufezio – re di Alba (tenore) – di solito omesso
Senatori romani, cittadini di Alba, popolo
ORAZIO. Cimarosa, I Orazi e i Curiazi. Personaggi: Publio Orazio (tenore)
Marco Orazio - figlio di Publio Orazio (tenore)
Orazia - figlia di Publio Orazio (contralto)
Curiazio - sposo di Orazia (soprano)
Sabina - sorella di Curiazio e moglie di Marco Orazio (soprano)
Licinio - amico degli Orazi (soprano)
Il gran sacerdote (basso)
L'augure (basso)
L'oracolo (basso)
Tullo Ostilio – re di Roma (tenore) – di solito omesso
Mezio Fufezio – re di Alba (tenore) – di solito omesso
Senatori romani, cittadini di Alba, popolo
ORBIANA. Sallustia Orbiana, wife of Emperor Alessandro Severo of Rome. George Frideric Handel, "Alessandro Severo".
OTTONE. 7th Roman emperor.
Marco Salvio Cesare Augusto. Born April 28, 32 AD, Ferentinum, Etruria, Italia. Appointed by Praetorian Guard.Emperor for 3 months and 1 day (91 days), fromJanuary 15, 69 AD to April 16, 69 AD. Died: April 16, 69 AD. Cause of Death: Committed suicide after losing Battle of Bedriacum to Vitellius. Lalli/Antonio Vivaldi, "Ottone in villa". Cfr. "Ottone in Arcadia".
OTTONE. 7th Roman emperor.
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Marco Salvio Cesare Augusto. Born April 28, 32 AD, Ferentinum, Etruria, Italia. Appointed by Praetorian Guard.Emperor for 3 months and 1 day (91 days), fromJanuary 15, 69 AD to April 16, 69 AD. Died: April 16, 69 AD. Cause of Death: Committed suicide after losing Battle of Bedriacum to Vitellius. Lalli/Antonio Vivaldi, "Ottone in villa". Cfr. "Ottone in Arcadia".
PETRONIO. Gaio Petronio Arbiter, Roman courtier, writer. Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea".
PISO. Gaio Calpurnio Piso, Roman senator. Reinhard Keiser, "Ottavia".
PISONE. Citted by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera: Tarchi, "La congiura pisoniana". La congiura di Pisone, o congiura pisoniana, che prende il nome da uno dei principali congiurati, Gaio Calpurnio Pisone, fu un complotto ordito contro l'imperatore Nerone nel 65. La trama fu scoperta e, prima che potesse avere effetto, scatenò una terribile vendetta: l'imperatore eliminò senza esitazione, con una serie di processi politici, tutti i suoi oppositori.
Le motivazioni che portarono alla congiura furono per lo più rancori personali dei singoli membri verso Nerone, dovuti principalmente ai suoi eccessi o ai suoi atti crudeli, mentre molti personaggi avevano visioni politiche diverse riguardo alle sorti dell'impero (anche una restaurazione della repubblica), ma alla fine si accordarono per far eleggere imperatore Pisone stesso[1]. I congiurati, almeno 41 persone, tra cui senatori, cavalieri, militari e letterati[2], miravano a uccidere l'imperatore Nerone. Nel 65 il gruppo si riunì a Baia, nella villa di Pisone, e lì stabilirono che, durante i giochi dedicati a Nerone al Circo Massimo, il console designato Plauzio Laterano si sarebbe dovuto gettare ai piedi dell'imperatore da supplice, accoltellandolo durante l'azione; gli altri complici sarebbero intervenuti in seguito[3], in modo che avvenisse un'esecuzione plateale, al pari dei grandi spettacoli popolari che lo stesso Nerone era uso organizzare. Morto l'Imperatore, Gaio Calpurnio Pisone sarebbe stato proclamato nuovo princeps dalla Guardia Pretoriana, grazie all'appoggio di Fenio Rufo (forse il vero capo della congiura), allora Prefetto del Pretorio congiuntamente a Tigellino, del tribuno militare Subrio Flavio e del centurione Sulpicio Aspro.
Un giorno la liberta Epicari, per tentare di attirare alla causa l'ufficiale della marina Volusio Proculo, deluso dal non aver ricevuto da Nerone le gratificazioni che si aspettava, gli fece capire che si stava preparando un complotto contro l'imperatore. Proculo, tuttavia, denunciò Epicari, che venne arrestata, ma la congiura non fu scoperta perché la liberta non aveva rivelato a nessuno i nomi dei congiurati e perché mancavano altri testimoni; Nerone, diffidente, la lasciò comunque in prigione[4]. La congiura venne scoperta allorché uno schiavo al servizio del congiurato Scevino, Milico, corse agli Orti Serviliani a denunciare il proprio padrone che, avendogli ordinato di affilargli il pugnale e di preparargli bendaggi (per eventuali ferite ricevute nel corso dell'azione), lo aveva insospettito[5]. Intuito che vi era una complicità tra Scevino e Natale, ed essendo entrambi amici di Pisone, i due vennero interrogati separatamente: Natale confessò subito, indicando tra i congiurati Pisone e Seneca. Fu l'inizio della scoperta della congiura, che diede adito, per ordine di Nerone, ad una serie di processi sommari, esecuzioni e suicidi. Tra le morti lo scrittore latino Tacito negli Annales, cita, oltre alla celebre morte di Seneca, anche quella di Petronio, Plauzio Laterano e Subrio Flavo. Un esempio di grande coraggio riferito dallo stesso Tacito, è la morte di Epicari, suicida pur di non rivelare i nomi dei complici dopo essere stata più volte torturata: "Fulgido esempio di eroismo, dato da una donna, una liberta, che in un così grande pericolo volle proteggere degli estranei e quasi degli sconosciuti, mentre degli uomini nati liberi, dei cavalieri e dei senatori romani, senza essere sottoposti a tortura, tradivano ognuno le persone più care"[6].
Conseguenze [modifica]
Tra i congiurati, fra il 65 e il 66, furono uccisi o costretti al suicidio, oltre a Pisone, Seneca, Marco Anneo Lucano, Petronio Arbitro, Plauzio Laterano, Afranio Quiniano, Flavio Scevino, Claudio Senecione, Vulcaio Ararico, Giulio Augurino, Munazio Grato, Marco Festo, Fenio Rufo, Subrio Flavo, Sulpicio Aspro, Massimo Scauro, Veneto Paolo, Epicari, Antonia e Marco Vestino Attico. La congiura interessò anche ambienti militari: un esempio è la morte del più grande generale del tempo, Gneo Domizio Corbulone. Egli, sospettato di essere un oppositore di Nerone, morì suicida nel 68. Altri membri vennero invece esiliati o screditati, come Novio Prisco, Annio Pollione, Glizio Gallo, Rufrio Crispino, Verginio Flavo, Gaio Musonio Rufo, Cluvidieno Quieto, Giulio Agrippa, Blizio Catulino, Petronio Prico, Giulio Altino, Cesennio Massimo, Cedicia, Pompeio, Cornelio Mariale, Flavio Nepote e Stazio Domizio.
PISONE. Citted by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera: Tarchi, "La congiura pisoniana". La congiura di Pisone, o congiura pisoniana, che prende il nome da uno dei principali congiurati, Gaio Calpurnio Pisone, fu un complotto ordito contro l'imperatore Nerone nel 65. La trama fu scoperta e, prima che potesse avere effetto, scatenò una terribile vendetta: l'imperatore eliminò senza esitazione, con una serie di processi politici, tutti i suoi oppositori.
Le motivazioni che portarono alla congiura furono per lo più rancori personali dei singoli membri verso Nerone, dovuti principalmente ai suoi eccessi o ai suoi atti crudeli, mentre molti personaggi avevano visioni politiche diverse riguardo alle sorti dell'impero (anche una restaurazione della repubblica), ma alla fine si accordarono per far eleggere imperatore Pisone stesso[1]. I congiurati, almeno 41 persone, tra cui senatori, cavalieri, militari e letterati[2], miravano a uccidere l'imperatore Nerone. Nel 65 il gruppo si riunì a Baia, nella villa di Pisone, e lì stabilirono che, durante i giochi dedicati a Nerone al Circo Massimo, il console designato Plauzio Laterano si sarebbe dovuto gettare ai piedi dell'imperatore da supplice, accoltellandolo durante l'azione; gli altri complici sarebbero intervenuti in seguito[3], in modo che avvenisse un'esecuzione plateale, al pari dei grandi spettacoli popolari che lo stesso Nerone era uso organizzare. Morto l'Imperatore, Gaio Calpurnio Pisone sarebbe stato proclamato nuovo princeps dalla Guardia Pretoriana, grazie all'appoggio di Fenio Rufo (forse il vero capo della congiura), allora Prefetto del Pretorio congiuntamente a Tigellino, del tribuno militare Subrio Flavio e del centurione Sulpicio Aspro.
Un giorno la liberta Epicari, per tentare di attirare alla causa l'ufficiale della marina Volusio Proculo, deluso dal non aver ricevuto da Nerone le gratificazioni che si aspettava, gli fece capire che si stava preparando un complotto contro l'imperatore. Proculo, tuttavia, denunciò Epicari, che venne arrestata, ma la congiura non fu scoperta perché la liberta non aveva rivelato a nessuno i nomi dei congiurati e perché mancavano altri testimoni; Nerone, diffidente, la lasciò comunque in prigione[4]. La congiura venne scoperta allorché uno schiavo al servizio del congiurato Scevino, Milico, corse agli Orti Serviliani a denunciare il proprio padrone che, avendogli ordinato di affilargli il pugnale e di preparargli bendaggi (per eventuali ferite ricevute nel corso dell'azione), lo aveva insospettito[5]. Intuito che vi era una complicità tra Scevino e Natale, ed essendo entrambi amici di Pisone, i due vennero interrogati separatamente: Natale confessò subito, indicando tra i congiurati Pisone e Seneca. Fu l'inizio della scoperta della congiura, che diede adito, per ordine di Nerone, ad una serie di processi sommari, esecuzioni e suicidi. Tra le morti lo scrittore latino Tacito negli Annales, cita, oltre alla celebre morte di Seneca, anche quella di Petronio, Plauzio Laterano e Subrio Flavo. Un esempio di grande coraggio riferito dallo stesso Tacito, è la morte di Epicari, suicida pur di non rivelare i nomi dei complici dopo essere stata più volte torturata: "Fulgido esempio di eroismo, dato da una donna, una liberta, che in un così grande pericolo volle proteggere degli estranei e quasi degli sconosciuti, mentre degli uomini nati liberi, dei cavalieri e dei senatori romani, senza essere sottoposti a tortura, tradivano ognuno le persone più care"[6].
Conseguenze [modifica]
Tra i congiurati, fra il 65 e il 66, furono uccisi o costretti al suicidio, oltre a Pisone, Seneca, Marco Anneo Lucano, Petronio Arbitro, Plauzio Laterano, Afranio Quiniano, Flavio Scevino, Claudio Senecione, Vulcaio Ararico, Giulio Augurino, Munazio Grato, Marco Festo, Fenio Rufo, Subrio Flavo, Sulpicio Aspro, Massimo Scauro, Veneto Paolo, Epicari, Antonia e Marco Vestino Attico. La congiura interessò anche ambienti militari: un esempio è la morte del più grande generale del tempo, Gneo Domizio Corbulone. Egli, sospettato di essere un oppositore di Nerone, morì suicida nel 68. Altri membri vennero invece esiliati o screditati, come Novio Prisco, Annio Pollione, Glizio Gallo, Rufrio Crispino, Verginio Flavo, Gaio Musonio Rufo, Cluvidieno Quieto, Giulio Agrippa, Blizio Catulino, Petronio Prico, Giulio Altino, Cesennio Massimo, Cedicia, Pompeio, Cornelio Mariale, Flavio Nepote e Stazio Domizio.
POMPEIANO. Sartorio, "Antonio e Pompeiano" (1677)
POMPEO MAGNO. Roman military and political leader.
Francesco Cavalli, "Pompeo Magno" (1666) -- libretto: Minato. Alessandro Scarlatti, "Il Pompeo: dramma per musica in tre atti" (Jan. 25 1682), Palazzo Colonna, Roma. Scarlatti's first dramatic work on a serious and grand subject. The opera uses a libretto by Nicolò Minato which had previously been used by Francesco Cavalli. Pompeo (tenor), Giulio Cesare (bass), Giulia, daughter of Giulio Cesare (contralto) Scipione Servilio, loved by Giulia soprano Mitridatetenor Issicratea, Mitridate's wife soprano Sesto, son of Pompeo alto castrato Claudio, son of Giulio Cesare soprano Harpalia, Issicratea's slavesoprano or tenor Farnace, son of Mitridate soprano castrato. Scarlatti's "Pompeo" was premiered at one of Rome's private theaters, the Colonna theater. It was Scarlatti's first dramma per musica on a grand and serious subject. The libretto is by Nicolo Minato, and was also set in 1666 by the composer Cavalli. As was typical of operas at that time, the story takes its point of departure from an actual historic moment. In the year 65 B.C., the general Pompeo Magno defeats Mitridate. Mitridate's kingdom becomes a province of the Roman government. Mitridate committed suicide, and Pompeo became a powerful Roman consul, eventually marrying Giulia, the daughter of Giulio Cesare. The plot for this opera does not follow the history of Mitridate and Pompeo. Rther it takes the main characters of the story and creates a plot full of love intrigues, disguises, and a happy ending that is attained for all through the high-mindedness of the Roman general. The plot for this opera is singular in a few respects. There are no comic scenes. Almost all serious operas of Scarlatti's day featured scenes for secondary, comic characters. Often these were the maids or servants of the principals. In this opera, there is a maid, Arpalia, but she is murdered in Act II by Mitridate. She is murdered onstage, as well, a thing never done in the theaters. The scenes of the operas of the seventeenth century were not constructed like those of the eighteenth and nineteenth. A scene happened whenever anyone entered or exited the stage, and the next scene could begin without a change of scenery. The majority of the scenes in "Il Pompeo" are made up of the recitative plus aria unit. However, Scarlatti also writes scenes composed of an aria, recitative, and aria, and he also ends scenes with dramatic recitatives. Both Act I and Act II end with dramatic declamatory solos instead of coloratura laden arias. The recitatives are mainly what was called 'secco', dry recitative. The majority of the arias are strophic, as opposed to da capo, which was the more fashionable. Strophic arias were considered passe by 1683, but perhaps the older libretto lent itself more readily to the older form. At times Scarlatti turns his two strophe arias into a musical form by placing an instrumental ritornello in between the musically identical strophes. The non-strophic arias all tend to be arias. Many of the arias begin with what would later become a standard feature of Scarlatti arias, the beginning, which here was just the initial first line of the aria sung before the beginning of the complete song. Its function is to announce the aria, and in later works, the "motto" would become very elaborate. Scarlatti also often composes his arias over an bass. In Scarlatti's case this was a varying one, or one that did not repeat exactly, but allowed room for modulation. This harmonic function of the bass helped create a contrapuntal texture with the solo voice, which lends his work a great deal of vitality. The two male leads in the opera are both written for the TENOR voice, which was very unusual in seventeenth century Rome. Almost all male leads were sung by castrati, but for some reason, perhaps because of the available singers, Scarlatti chose to make Pompeo and Mitridate both tenors.
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Francesco Cavalli, "Pompeo Magno" (1666) -- libretto: Minato. Alessandro Scarlatti, "Il Pompeo: dramma per musica in tre atti" (Jan. 25 1682), Palazzo Colonna, Roma. Scarlatti's first dramatic work on a serious and grand subject. The opera uses a libretto by Nicolò Minato which had previously been used by Francesco Cavalli. Pompeo (tenor), Giulio Cesare (bass), Giulia, daughter of Giulio Cesare (contralto) Scipione Servilio, loved by Giulia soprano Mitridatetenor Issicratea, Mitridate's wife soprano Sesto, son of Pompeo alto castrato Claudio, son of Giulio Cesare soprano Harpalia, Issicratea's slavesoprano or tenor Farnace, son of Mitridate soprano castrato. Scarlatti's "Pompeo" was premiered at one of Rome's private theaters, the Colonna theater. It was Scarlatti's first dramma per musica on a grand and serious subject. The libretto is by Nicolo Minato, and was also set in 1666 by the composer Cavalli. As was typical of operas at that time, the story takes its point of departure from an actual historic moment. In the year 65 B.C., the general Pompeo Magno defeats Mitridate. Mitridate's kingdom becomes a province of the Roman government. Mitridate committed suicide, and Pompeo became a powerful Roman consul, eventually marrying Giulia, the daughter of Giulio Cesare. The plot for this opera does not follow the history of Mitridate and Pompeo. Rther it takes the main characters of the story and creates a plot full of love intrigues, disguises, and a happy ending that is attained for all through the high-mindedness of the Roman general. The plot for this opera is singular in a few respects. There are no comic scenes. Almost all serious operas of Scarlatti's day featured scenes for secondary, comic characters. Often these were the maids or servants of the principals. In this opera, there is a maid, Arpalia, but she is murdered in Act II by Mitridate. She is murdered onstage, as well, a thing never done in the theaters. The scenes of the operas of the seventeenth century were not constructed like those of the eighteenth and nineteenth. A scene happened whenever anyone entered or exited the stage, and the next scene could begin without a change of scenery. The majority of the scenes in "Il Pompeo" are made up of the recitative plus aria unit. However, Scarlatti also writes scenes composed of an aria, recitative, and aria, and he also ends scenes with dramatic recitatives. Both Act I and Act II end with dramatic declamatory solos instead of coloratura laden arias. The recitatives are mainly what was called 'secco', dry recitative. The majority of the arias are strophic, as opposed to da capo, which was the more fashionable. Strophic arias were considered passe by 1683, but perhaps the older libretto lent itself more readily to the older form. At times Scarlatti turns his two strophe arias into a musical form by placing an instrumental ritornello in between the musically identical strophes. The non-strophic arias all tend to be arias. Many of the arias begin with what would later become a standard feature of Scarlatti arias, the beginning, which here was just the initial first line of the aria sung before the beginning of the complete song. Its function is to announce the aria, and in later works, the "motto" would become very elaborate. Scarlatti also often composes his arias over an bass. In Scarlatti's case this was a varying one, or one that did not repeat exactly, but allowed room for modulation. This harmonic function of the bass helped create a contrapuntal texture with the solo voice, which lends his work a great deal of vitality. The two male leads in the opera are both written for the TENOR voice, which was very unusual in seventeenth century Rome. Almost all male leads were sung by castrati, but for some reason, perhaps because of the available singers, Scarlatti chose to make Pompeo and Mitridate both tenors.
POPPEA. Empress Poppaea Augusta Sabina, consort of Roman Emperors Nero and Otho.
"http://www.musicweb-international.com/classrev/2012/June12/Monteverdi_Poppea_2058928.jpg>>"
George Frideric Handel, "Agrippina". Claudio Monteverdi/Busenello. "L'incoronazione di Poppea".
PORSENA. Lars, re d'Etruria. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
"http://www.musicweb-international.com/classrev/2012/June12/Monteverdi_Poppea_2058928.jpg>>"
George Frideric Handel, "Agrippina". Claudio Monteverdi/Busenello. "L'incoronazione di Poppea".
PORSENA. Lars, re d'Etruria. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
PUBLICOLA. Publio Valerio Publicola, Roman consul. George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
ROMOLO. Twin with Remo.
Cavalli, "Il Romolo e 'l Remo" (1645). Il Ratto delle Sabine : Dramma per Musica / Nicola Zingarelli ; Libretto : Gaetano Rossi ; PUBBLICAZIONE Venezia : Valvasense, 1799 ; testo in italiano (1 ; 18 x 12 cm) ; Paese di pubblicazione : Italia ; INTERPRETI E PERSONAGGI Giovanni Battista Zanardi : Tullo / patrizio Romano B ; Giuseppe Bertani : Mannio / patrizio Romano T ; Angela Chies : Valeria / patrizia Romana ; Antonio Coldani : Gran Sacerdote di Nettuno B ; Pietro Righi : Tito Tazio / re De' Sabini T ; Salvatore De Lorenzi : Romolo / re De' Romani, Ama T ; Angelica Catalani : Mezio Curzio / principe De' S ; Teresa Dolliani : Ersilia / figlia di Tito Ta ; AUTORIaltro : Baldassarre Majani (175?, 182?) ; compositore : Nicola Antonio Zingarelli (1752, 1837) ; editore : Valvasense (174?, 180?) ; CASTSalvatore De Lorenzi (174?, 180?) ; Giovanni Battista Zanardi (176?, 183?) ; Angelica Catalani(1780, 1849) ; Antonio Coldani (173?, 180?) ; SEGNATURA una copia è a Venezia (Ve) : Biblioteca della Casa di Goldoni : Correr, la Fenice 204
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Cavalli, "Il Romolo e 'l Remo" (1645). Il Ratto delle Sabine : Dramma per Musica / Nicola Zingarelli ; Libretto : Gaetano Rossi ; PUBBLICAZIONE Venezia : Valvasense, 1799 ; testo in italiano (1 ; 18 x 12 cm) ; Paese di pubblicazione : Italia ; INTERPRETI E PERSONAGGI Giovanni Battista Zanardi : Tullo / patrizio Romano B ; Giuseppe Bertani : Mannio / patrizio Romano T ; Angela Chies : Valeria / patrizia Romana ; Antonio Coldani : Gran Sacerdote di Nettuno B ; Pietro Righi : Tito Tazio / re De' Sabini T ; Salvatore De Lorenzi : Romolo / re De' Romani, Ama T ; Angelica Catalani : Mezio Curzio / principe De' S ; Teresa Dolliani : Ersilia / figlia di Tito Ta ; AUTORIaltro : Baldassarre Majani (175?, 182?) ; compositore : Nicola Antonio Zingarelli (1752, 1837) ; editore : Valvasense (174?, 180?) ; CASTSalvatore De Lorenzi (174?, 180?) ; Giovanni Battista Zanardi (176?, 183?) ; Angelica Catalani(1780, 1849) ; Antonio Coldani (173?, 180?) ; SEGNATURA una copia è a Venezia (Ve) : Biblioteca della Casa di Goldoni : Correr, la Fenice 204
REMO. Cavalli, "Il Romolo e'l Remo"(1645).
SABINO, Gulio. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera by Sarti, Giulio Sabino, capo dei Galli, marito di Epponina (soprano) Epponina, creduta vedova di Giulio Sabino (soprano)
Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano, innamorato di Epponina (tenore)
Voadice, sorella di Giulio Sabino, innamorata di Arminio (soprano)
Arminio, governatore della fortezza di Langres, innamorato di Voadice (soprano)
Annio, prefetto romano, segretamente innamorato di Epponina (tenore)
I due figli di Sabino (muti), popolo, guardie
SABINO, Gulio. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Opera by Sarti, Giulio Sabino, capo dei Galli, marito di Epponina (soprano) Epponina, creduta vedova di Giulio Sabino (soprano)
Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano, innamorato di Epponina (tenore)
Voadice, sorella di Giulio Sabino, innamorata di Arminio (soprano)
Arminio, governatore della fortezza di Langres, innamorato di Voadice (soprano)
Annio, prefetto romano, segretamente innamorato di Epponina (tenore)
I due figli di Sabino (muti), popolo, guardie
SCIPIONE. Emiliano Africano, the Younger, Roman general, nephew and adopted son of Scipione Africano the Elder. Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione".
SCIPIONE. Africano, the Elder, Roman general.
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Francesco Cavalli/Miniato, "Scipione affricano" (1664). Gioacchino Albertini, "Scipione Africano". George Frideric Handel, "Scipione".
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The moderation of Scipio painting by Tiepolo, reproduced in Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione". Antonio Sacchini, "Scipione in Cartagena".
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"Scipio in Spagna". Zeno, "Scipione nelle Spagne"
SEIANO. Elio Lucio. nato Volsinii, 20 a.C. – morto a Roma, 18 ottobre 31) fu un soldato ambizioso, amico e confidente dell'imperatore romano Tiberio, sotto il quale divenne estremamente influente, ma dal quale fu infine fatto giustiziare. Eques della città di Volsinii (Bolsena, in Etruria), fu associato dal padre Seio Strabone nel comando della guardia pretoriana all'inizio del regno di Tiberio, attorno al 16. Morto il genitore, Seiano, entrato nelle grazie dell'imperatore, rimase prefetto del pretorio e fu tra i fautori dell'aumento del potere dei pretoriani, riuniti a Roma in un unico grande accampamento costruito appositamente sul Viminale, alla periferia della città, noto con il nome di Castra praetoria attorno al 21-23. Seiano vedeva così accrescere immensamente la propria influenza sull'imperatore, trovandosi ora nella condizione di detenere la vera forza militare dell'Italia.
Grazie al particolare favore di cui godeva presso l'imperatore ed utilizzando la guardia pretoriana come strumento di pressione sul Senato, Seiano riuscì a costruire un proprio partito, mirando, secondo alcuni, a succedere a Tiberio. Tra i molti ostacoli che, però, si opponevano alle sue ambizioni, c'era Druso minore, figlio di Tiberio e nemico di Seiano. Druso, però, morì nel 23. Tra le tante ipotesi, c'è quella secondo cui sarebbe stato avvelenato dalla moglie Claudia Livilla, sorella di Germanico (nipote di Augusto) e amante di Seiano. Quest'ultimo ripudiò la moglie e chiese in sposa Livilla, ma Tiberio non dette il permesso. Anni dopo, consigliato da Seiano, l'ormai quasi settantenne Tiberio, si recò a Capri nel 27. I pieni poteri passarono nelle mani di Seiano, che cercò di disfarsi della famiglia di Germanico: i figli Druso Cesare e Nerone Cesare e la moglie Agrippina maggiore. Con abili mosse, Seiano riuscì a far mettere sotto accusa dal Senato sia i figli che la madre, Agrippina fu mandata in esilio sull'isola Pandataria, Nerone a Ponza, Druso venne imprigionato.
A questo punto, informato da Antonia minore, madre di Germanico, delle trame e delle ambizioni di Seiano, Tiberio si preparò a colpire con cautela e astuzia, per impedire che questi potesse avvalersi dell'immenso potere che gli derivava dal comando della guardia pretoriana. Per non destare sospetti, l'imperatore ricoprì Seiano di onori, lo innalzò al rango di pontefice e gli promise la tribunicia potestas, in pratica la successione. Contemporaneamente, però, l'imperatore lasciava la carica di console, costringendo così anche Seiano, suo collega nel consolato, a rinunciarvi, per consentire la nomina dei successori. Il 17 ottobre del 31, Tiberio nominato segretamente prefetto del pretorio Macrone, già prefetto delle coorti urbane, inviò a Roma quest'ultimo con l'ordine di accordarsi con Grecinio Lacone, comandante dei vigiles, perché fornisse il supporto della propria milizia, e col nuovo console Memmio Regolo, che in quel momento portava i fasces, affinché convocasse il Senato nel tempio di Apollo, sul Palatino. Quando Seiano giunse in Senato, venne informato da Macrone che gli era appena stata conferita la potestà tribunizia con una lettera dell'imperatore che sarebbe stata letta davanti all'assemblea. Mentre Seiano prendeva così giubilante il proprio posto, Macrone, rimasto fuori dal tempio, allontanava i pretoriani di guardia, facendoli sostituire dai vigili di Lacone. Dopodiché, consegnata la lettera di Tiberio al console, si recò nei Castra praetoria per annunciare la sua nomina a prefetto. Nella lettera, molto lunga e vaga, Tiberio trattava vari argomenti, di tanto in tanto intesseva le lodi di Seiano, a volte gli muoveva qualche critica, poi, verso la fine, improvvisamente l'imperatore accusava il prefetto di tradimento, ordinandone la destituzione e l'arresto. Seiano, sbigottito per l'inatteso voltafaccia venne immediatamente condotto via in catene dai vigiles. Quella sera stessa il Senato si riunì nel tempio della Concordia giudicare Seiano con processo sommario, al termine del quale l'ex-prefetto venne condannato a morte e colpito da damnatio memoriae. Seiano venne giustiziato per strangolamento nella notte tra il 17 e il 18 ottobre e il popolo fece scempio del suo corpo prima di gettarlo nel Tevere. L'ex-moglie si suicidò dopo aver rivelato in una lettera a Tiberio le colpe di Seiano, mentre il Senato ordinava feste perpetue e l'innalzamento di una statua alla Libertà con la seguente dedica: « Saluti perpetuae Augustae Libertatique populi romani Providentia Ti. Caesaris Augusti nati ad aeternitatem romani nominis, sublato hoste perniciosissimo » « Alla salute del perpetuo Augusto e alla Libertà del popolo romano, per la Provvidenza di Tiberio Cesare, figlio di Augusto, per l'eternità della gloria di Roma, [essendo stato] eliminato il pericolosissimo nemico. » (Dedica del Senato a Tiberio.) Bibliografia [modifica]
H.H.Scullard, Storia del mondo romano (753 a.C.-68 d.C.), vol. II, Milano 1992.
Sartorio, "La prosperità di Elio Seiano" (1667), "La caduta di Elio Seiano"
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Francesco Cavalli/Miniato, "Scipione affricano" (1664). Gioacchino Albertini, "Scipione Africano". George Frideric Handel, "Scipione".
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The moderation of Scipio painting by Tiepolo, reproduced in Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Wolfgang Amadeus Mozart, "Il sogno di Scipione". Antonio Sacchini, "Scipione in Cartagena".
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"Scipio in Spagna". Zeno, "Scipione nelle Spagne"
SEIANO. Elio Lucio. nato Volsinii, 20 a.C. – morto a Roma, 18 ottobre 31) fu un soldato ambizioso, amico e confidente dell'imperatore romano Tiberio, sotto il quale divenne estremamente influente, ma dal quale fu infine fatto giustiziare. Eques della città di Volsinii (Bolsena, in Etruria), fu associato dal padre Seio Strabone nel comando della guardia pretoriana all'inizio del regno di Tiberio, attorno al 16. Morto il genitore, Seiano, entrato nelle grazie dell'imperatore, rimase prefetto del pretorio e fu tra i fautori dell'aumento del potere dei pretoriani, riuniti a Roma in un unico grande accampamento costruito appositamente sul Viminale, alla periferia della città, noto con il nome di Castra praetoria attorno al 21-23. Seiano vedeva così accrescere immensamente la propria influenza sull'imperatore, trovandosi ora nella condizione di detenere la vera forza militare dell'Italia.
Grazie al particolare favore di cui godeva presso l'imperatore ed utilizzando la guardia pretoriana come strumento di pressione sul Senato, Seiano riuscì a costruire un proprio partito, mirando, secondo alcuni, a succedere a Tiberio. Tra i molti ostacoli che, però, si opponevano alle sue ambizioni, c'era Druso minore, figlio di Tiberio e nemico di Seiano. Druso, però, morì nel 23. Tra le tante ipotesi, c'è quella secondo cui sarebbe stato avvelenato dalla moglie Claudia Livilla, sorella di Germanico (nipote di Augusto) e amante di Seiano. Quest'ultimo ripudiò la moglie e chiese in sposa Livilla, ma Tiberio non dette il permesso. Anni dopo, consigliato da Seiano, l'ormai quasi settantenne Tiberio, si recò a Capri nel 27. I pieni poteri passarono nelle mani di Seiano, che cercò di disfarsi della famiglia di Germanico: i figli Druso Cesare e Nerone Cesare e la moglie Agrippina maggiore. Con abili mosse, Seiano riuscì a far mettere sotto accusa dal Senato sia i figli che la madre, Agrippina fu mandata in esilio sull'isola Pandataria, Nerone a Ponza, Druso venne imprigionato.
A questo punto, informato da Antonia minore, madre di Germanico, delle trame e delle ambizioni di Seiano, Tiberio si preparò a colpire con cautela e astuzia, per impedire che questi potesse avvalersi dell'immenso potere che gli derivava dal comando della guardia pretoriana. Per non destare sospetti, l'imperatore ricoprì Seiano di onori, lo innalzò al rango di pontefice e gli promise la tribunicia potestas, in pratica la successione. Contemporaneamente, però, l'imperatore lasciava la carica di console, costringendo così anche Seiano, suo collega nel consolato, a rinunciarvi, per consentire la nomina dei successori. Il 17 ottobre del 31, Tiberio nominato segretamente prefetto del pretorio Macrone, già prefetto delle coorti urbane, inviò a Roma quest'ultimo con l'ordine di accordarsi con Grecinio Lacone, comandante dei vigiles, perché fornisse il supporto della propria milizia, e col nuovo console Memmio Regolo, che in quel momento portava i fasces, affinché convocasse il Senato nel tempio di Apollo, sul Palatino. Quando Seiano giunse in Senato, venne informato da Macrone che gli era appena stata conferita la potestà tribunizia con una lettera dell'imperatore che sarebbe stata letta davanti all'assemblea. Mentre Seiano prendeva così giubilante il proprio posto, Macrone, rimasto fuori dal tempio, allontanava i pretoriani di guardia, facendoli sostituire dai vigili di Lacone. Dopodiché, consegnata la lettera di Tiberio al console, si recò nei Castra praetoria per annunciare la sua nomina a prefetto. Nella lettera, molto lunga e vaga, Tiberio trattava vari argomenti, di tanto in tanto intesseva le lodi di Seiano, a volte gli muoveva qualche critica, poi, verso la fine, improvvisamente l'imperatore accusava il prefetto di tradimento, ordinandone la destituzione e l'arresto. Seiano, sbigottito per l'inatteso voltafaccia venne immediatamente condotto via in catene dai vigiles. Quella sera stessa il Senato si riunì nel tempio della Concordia giudicare Seiano con processo sommario, al termine del quale l'ex-prefetto venne condannato a morte e colpito da damnatio memoriae. Seiano venne giustiziato per strangolamento nella notte tra il 17 e il 18 ottobre e il popolo fece scempio del suo corpo prima di gettarlo nel Tevere. L'ex-moglie si suicidò dopo aver rivelato in una lettera a Tiberio le colpe di Seiano, mentre il Senato ordinava feste perpetue e l'innalzamento di una statua alla Libertà con la seguente dedica: « Saluti perpetuae Augustae Libertatique populi romani Providentia Ti. Caesaris Augusti nati ad aeternitatem romani nominis, sublato hoste perniciosissimo » « Alla salute del perpetuo Augusto e alla Libertà del popolo romano, per la Provvidenza di Tiberio Cesare, figlio di Augusto, per l'eternità della gloria di Roma, [essendo stato] eliminato il pericolosissimo nemico. » (Dedica del Senato a Tiberio.) Bibliografia [modifica]
H.H.Scullard, Storia del mondo romano (753 a.C.-68 d.C.), vol. II, Milano 1992.
Sartorio, "La prosperità di Elio Seiano" (1667), "La caduta di Elio Seiano"
SENECA. The Younger, Roman philosopher, dramatist. Gavin Bryars, Philip Glass and others, "The Civil Wars: A Tree Is Best Measured When It Is Down". Reinhard Keiser, "Octavia", Claudio Monteverdi, "L'incoronazione di Poppea".
SESTO. Pompeo. Roman general, son of Pompeo Magno. Francesco Cavalli, "Pompeo Magno" (1666). Scarlatti, "Il Pompeo". Aria di Sesto: O cessate di piagarmi.
ARIA DI SESTO:
ARIA DI SESTO:
------------I ---------------------------------------------------------------------------------------------------------II
o cessate di piagarmi ----------------------------------più d’un angue più d’un aspe
o lasciatemi morir -------------------------------------------crudi e sordi a’ miei sospir
o lasciatemi morir
luc’ ingrate
dispietate ----------------------------------------------------------------occhi alteri, ciechi e fieri
luc’ ingrate
dispietate
più del gelo e più de' marmi ----------------------------voi potete risanarmi
fredde e sorde a’ miei martir --------------------e godete al mio languir.
fredde e sorde a’ miei martir. o cessate di piagarmi o lasciatemi morir o lasciatemi morir o cessate di piagarmi o lasciatemi morir o lasciatemi morir luce ingrate dispietate luce ingrate dispietate piu del gelo e piu de’ marmi fredde e sorde a’ miei martir fredde e sorde a’ miei martir o cessate di piagarmi o lasciatemi morir o lasciatemi morir. (Cease plaguing me, let me die, lights ungrateful merciless more than ice & more than marble cold & deaf to my martyrdom, more than a snake, more than an asp, cruel & deaf to my sighs, eyes so proud, blind & fierce, you have power to heal mel again & enjoy my fainting."). Sartorio, "Giulio Cesare in Egitto". George Frideric Handel, "Giulio Cesare in Egitto". Son nata a lagrimar / Son nato a sospirar, e il dolce mio conforto, ah, sempre piangerò. Se il fato ci tradì, sereno e lieto dì mai più sperar potrò.
SOFONISBA. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Scipione falls for Sofonisba: the need of the 'lieto fine'. Sofonisba, morta circa, 203 a.C., fu una nobile cartaginese, figlia di Asdrubale Giscone e moglie di Siface, re dei Numidi, che avrebbe spinto ad allearsi con i cartaginesi contro i romani. Sofonisba fece molto per mantenere il marito a fianco della patria cartaginese in difficoltà. Fatta prigioniera da Massinissa insieme con il marito dopo la sconfitta nella battaglia dei Campi Magni (203 a.C.), Massinissa se ne innamorò e la sposò dopo la sconfitta del marito. Poiché Scipione voleva farla prigioniera, perché temeva che la donna potesse sobillare Massinissa contro Roma, Massinissa inviò a sua moglie una tazza di veleno per evitarle l'umiliazione d'andare in catene a Roma. La sua figura è stata fonte d'ispirazione per diverse opere artistiche: Sofonisba (1495-1505) dipinto di Andrea Mantegna, Sofonisba di Gian Giorgio Trissino (1524), Sofonisba riceve la coppa avvelenata di Rembrandt 1634, Sofonisba riceve il veleno di Mattia Preti (1670), Sofonisba si avvelena di Andrea Casali (1736), Sofonisba di Tommaso Traetta (1762), Sofonisba di Antonio Boroni (1764),Sofonisba di Vittorio Alfieri (1789), Sofonisba di Ferdinando Paër (1805), Cabiria film di Giovanni Pastrone (1914), Sofonisfa di Nicolas Régnier (Maubeeuge 1591-Venezia 1667)noto come Niccolò Renieri, Sofonisba è citata come esempio di virtù nel De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio (1362).
SOFONISBA. Cited by Ketterer, "Ancient Rome and Early Opera". Scipione falls for Sofonisba: the need of the 'lieto fine'. Sofonisba, morta circa, 203 a.C., fu una nobile cartaginese, figlia di Asdrubale Giscone e moglie di Siface, re dei Numidi, che avrebbe spinto ad allearsi con i cartaginesi contro i romani. Sofonisba fece molto per mantenere il marito a fianco della patria cartaginese in difficoltà. Fatta prigioniera da Massinissa insieme con il marito dopo la sconfitta nella battaglia dei Campi Magni (203 a.C.), Massinissa se ne innamorò e la sposò dopo la sconfitta del marito. Poiché Scipione voleva farla prigioniera, perché temeva che la donna potesse sobillare Massinissa contro Roma, Massinissa inviò a sua moglie una tazza di veleno per evitarle l'umiliazione d'andare in catene a Roma. La sua figura è stata fonte d'ispirazione per diverse opere artistiche: Sofonisba (1495-1505) dipinto di Andrea Mantegna, Sofonisba di Gian Giorgio Trissino (1524), Sofonisba riceve la coppa avvelenata di Rembrandt 1634, Sofonisba riceve il veleno di Mattia Preti (1670), Sofonisba si avvelena di Andrea Casali (1736), Sofonisba di Tommaso Traetta (1762), Sofonisba di Antonio Boroni (1764),Sofonisba di Vittorio Alfieri (1789), Sofonisba di Ferdinando Paër (1805), Cabiria film di Giovanni Pastrone (1914), Sofonisfa di Nicolas Régnier (Maubeeuge 1591-Venezia 1667)noto come Niccolò Renieri, Sofonisba è citata come esempio di virtù nel De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio (1362).
SULLA. Lucio Cornelio Sulla, Roman general and dictator. George Frideric Handel, "Silla", Wolfgang Amadeus Mozart, "Lucio Silla", opera lirica. Il libretto, denominato "Dramma per musica in tre atti" è di Giovanni De Gamerra, in parte rivisto da Metastasio. L'opera venne rappresentata la prima volta al Teatro Regio Ducale di Milano il 26 dicembre 1772 senza riscuotere particolare successo. Dimenticata a lungo, Lucio Silla venne di nuovo rappresentata in epoca moderna a partire dal 1929.
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Personaggi: Lucio Silla, dittatore, tenore. Giunia, figlia di Cajo Mario, promessa sposa di Cecilio (soprano). Cecilio, senatore proscritto (soprano). Lucio Cinna, patrizio romano, amico di Cecilio e nemico occulto di Lucio Silla (soprano). Celia, sorella di Lucio Silla (soprano). Aufidio, tribuno, amico di Lucio Silla (tenore). Nel 79 a.C. il patrizio Lucio Cornelio Silla è divenuto dittatore di Roma, acerrimo nemico del console Caio Mario e dei suoi seguaci. Dato che costui è morto, rimane la figlia Giunia, promessa sposa del console Cecilio, un mariano. Silla vuole sposare la ragazza a tutti i costi e così manda in prigione Cecilio, confinandolo nelle catacombe della città. Ma Giunia rifiuta con tutte le sue forze le crudeltà di Silla e cerca di salvare il suo amato. Nella scena ad un certo punto sopraggiunge anche un secondo giovane di nome Lucio Cinna, anche lui nemico di Silla, ma in segreto. Dopo tanti anni di soprusi finalmente Cinna vorrebbe la vendetta e così si allea con Cecilio per eliminare il tiranno. I due organizzano una sorta di colpo di Stato, che però fallisce. I due politici sono sul punto di essere messi a morte, ma per fortuna Silla si dimostra clemente grazie alle suppliche di Giunia. Concessa la salvezza, Silla però si vendica contro tutti quei nobili che tramano di ucciderlo, pubblicando le famose liste di proscrizione.
TARQUINIO. Lucio, one of three kings of Rome. Filippo Amadei, Giovanni Battista Bononcini and George Frideric Handel, "Muzio Scevola".
TARQUINIO. Sesto. Son of Lucio Tarquinio Superbo, re di Roma. Beniamino Britten, "Il ratto di Lucrezia".
TIBERIO. 2nd Roman emperor. November 16 42 BC, RomeSon of Augustus's wife Livia by a previous marriage; adopted son of Augustus.September 18, 14 AD – March 16, 37 ADMarch 16, 37 AD Probably natural causes, possibly assassinated by Caligula. 22 Years, 6
Months
TITO. 10th Roman emperor. Imperatore. TITVS FLAVIVS CAESAR VESPASIANVS AVGVSTVSDecember 30, 39 AD, RomeSon of VespasianJune 24, 79 AD – September 13, 81 ADSeptember 13, 81 AD. Natural causes (Plague)2 years, 3 months.
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His famous phrase was: "I only committed one mistake in my life". He failed to specify it, but historians believe he referred to his not having executed his brother when he attempted to betray him. Eventually, historians also say, it was his brother who murdered him. OPERAS: Metastasio -- first set by Caldara. Revised Mozart. Metastasio based his opera, mostly fictional, on a brief account by Suetonius on how 'clement' Tito was.Cesti, "Il Tito" (1666). Antonio Caldara, "La clemenza di Tito. Christop Willibald Gluck, "La clemenza di Tito", Wolfgang Amadeo Mozart, "La clemenza di Tito". Josef Mysliveček, "La clemenza di Tito". Settings of La clemenza di Tito by about 40 composers.
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His famous phrase was: "I only committed one mistake in my life". He failed to specify it, but historians believe he referred to his not having executed his brother when he attempted to betray him. Eventually, historians also say, it was his brother who murdered him. OPERAS: Metastasio -- first set by Caldara. Revised Mozart. Metastasio based his opera, mostly fictional, on a brief account by Suetonius on how 'clement' Tito was.Cesti, "Il Tito" (1666). Antonio Caldara, "La clemenza di Tito. Christop Willibald Gluck, "La clemenza di Tito", Wolfgang Amadeo Mozart, "La clemenza di Tito". Josef Mysliveček, "La clemenza di Tito". Settings of La clemenza di Tito by about 40 composers.
TITO. Tito Manlio Torquato, Roman dictator. Antonio Vivaldi, "Tito Manlio".
VALENTINIANO. III, Western Roman Emperor. Giorgio Frederico Handel, "Ezio".
VALENTINIANO. III, Western Roman Emperor. Giorgio Frederico Handel, "Ezio".
VARO. Publio Quinctilio Varo, Roman general. Giorgio Frederico Handel, "Arminio". The libretto is based on a libretto of the same name by Antonio Salvi, which had been set to music by Alessandro Scarlatti. The storyline deals with the Germanic leader Arminio, who defeated the Romans under Publio Quinctilio Varo in AD 9, and his wife Thusnelda. Although the subject matter thus is historical, the details of the story and the characters, as presented in the opera, are entirely fictional.
VINDICE. Gaio Giulio. Roman general. Gaius Iulius Vindex (25 – 68). Vindice fu un ufficiale dell'esercito romano che si ribellò contro l'imperatore romano Nerone. Figlio di un senatore romano e discendente di una famiglia reale della Gallia Aquitanica, Vindice fu nominato propretore della Gallia Lugdunense verso la fine del regno di Nerone. Nerone, l'ultimo imperatore romano della dinastia giulio-claudia, si era inimicato la classe senatoriale, la quale espresse diversi ribelli contro di lui; uno di questi fu proprio Vindice. Nel marzo del 68 Vindice convocò i notabili della sua provincia invitandoli alla rivolta: gran parte della Gallia si unì sotto le sue insegne.Vindice, però, non aspirava al soglio imperiale e contattò quindi il ricco senatore Servio Sulpicio Galba, governatore della Hispania Tarraconensis, per offrirgli la porpora; Galba rifiutò il titolo, ma accettò di prendere il comando della rivolta come "legato del Senato e del Popolo Romano". La gran parte delle province occidentali scelsero di unirsi a Galba: unica eccezione fu costituita dalla Germania superiore, il cui governatore Lucio Verginio Rufo rimase fedele a Nerone, sebbene i propri soldati gli avessero offerto la porpora. Rufo attaccò Vesontio (Besançon) e Vindice si mosse a difendere la città. I due generali si incontrarono per parlamentare e strinsero un qualche accordo. Vindice fece per entrare in città, ma a causa di una incomprensione, i soldati di Rufo si ritennero attaccati e aggredirono Vindice, il quale, credutosi caduto in una trappola, si suicidò. Anton Rubinstein, "Nerone: opera seria in quattro atti." Poesia del cavre. Giulio Barbier. Parole italiane di A. de Lauzières (1880 E. Ǵ́erard, Parigi).
VITELLIO. 8th Roman emperor. AVLVS VITELLIVS GERMANICVS AVGVSTVSSeptember 24, 15 AD, RomeSeized power with support of German Legions (in opposition to
Galba/Otho)April 17, 69 AD – December 20, 69 ADDecember 20, 69 AD. Murdered by
Vespasian's troops8 Months
VITELLIO. 8th Roman emperor. AVLVS VITELLIVS GERMANICVS AVGVSTVSSeptember 24, 15 AD, RomeSeized power with support of German Legions (in opposition to
Galba/Otho)April 17, 69 AD – December 20, 69 ADDecember 20, 69 AD. Murdered by
Vespasian's troops8 Months
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