De legibus | |
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Busto di Cicerone | |
Autore | Marco Tullio Cicerone |
1ª ed. originale | 52 a.C. |
Genere | dialogo |
Sottogenere | filosofico |
Lingua originale | latino |
De legibus è un testo di Marco Tullio Cicerone scritto in forma di dialogo intorno al 52 a.C.
Dei cinque libri di cui probabilmente era composta quest'opera, ce ne rimangono tre.
Si ispira all'omonima opera di Platone.
Cicerone aderisce alla dottrina stoica secondo cui le leggi non sono il frutto di semplici convinzioni, ma hanno il loro fondamento nel Diritto naturale, basato sulla ragione innata di tutti gli uomini.
Quest'opera era stata concepita in difesa delle vecchie leggi costituzionali, interpretate con spirito rigidamente conservatore, dove ogni legge ed ogni istituzione era giustificata, mirando a mantenere il potere nelle mani della classe dirigente.
Dal resto dell'opera si stacca la parte introduttiva, che tratta della legge e del diritto naturale, intesa come voce intima della coscienza ed esaltando la fratellanza tra gli uomini. I personaggi della vicenda sono:
- Cicerone
- Quinto
- Attico
Le argomentazioni dei tre libri sono così suddivise.
Nel I libro, partendo dalle teorie stoiche di Panezio e Poseidonio, tratta della giustizia e delle leggi:
la giustizia è eterna, mentre le leggi sono transitorie.
Per tale motivo le leggi non sono perfette e si devono avvicinare il più possibile alla giustizia.
Nel II libro stile delle leggi religiose riprendendo lo stile delle XII tavole.
Nel III libro si sofferma sulle prerogative delle varie magistrature.
Bibliografia
- Luciano Perelli, Storia della letteratura latina, Torino 1969, p.149.
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