Nella mitologia greco-romana, Salmace era una ninfa che rifiutò l'obbligo di verginità proprio del culto di Diana per amore del giovane dio Ermafrodito.
La storia di Salmace ed Ermafrodito viene narrata da Ovidio nelle Metamorfosi.
Non è chiaro se Ovidio si limiti a narrare un mito greco preesistente o aggiunga elementi di propria invenzione.
Nel suo racconto, comunque, Salmace era la ninfa di una fontana.
Quando Ermafrodito giunse presso la fontana, Salmace se ne invaghì e lo abbracciò, chiedendo agli dei di poter restare eternamente con lui. Gli dei esaudirono la sua richiesta unendo Ermafrodito e Salmace in un unico corpo. Ermafrodito maledisse la fontana di Salmace, chiedendo che chiunque si fosse bagnato nelle sue acque avrebbe dovuto condividere il suo destino[1].
Alla fine degli anni Venti del XX secolo lo scrittore torinese Mario Soldati ha dedicato a Salmace un racconto dal titolo omonimo (titolo che si estende all'intera raccolta). Nel racconto si racconta della trasformazione di un uomo in donna, in un contesto fortemente metaforico.[2]
Il mito della fontana di Salmace è narrato nel brano dei Genesis The Fountain of Salmacis, dall'album Nursery Cryme.
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