Grice e Valletta: la ragione
conversazionale dei liberali e dei libertinisti -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Napoli). Filosofo
italiano. Eessential Italian philosopher. Grice: “He was a libertine from
Naples. I like him. His oeuvre
published in Firenze. Studia dapprima letteratura presso i gesuiti per poi dedicarsi
al diritto. Insieme a Andrea, e fra i fondatori degl’investiganti, che da impulso
al grande rinnovamento culturale che prende grande avvio. Nelle accese
polemiche filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, insieme a CORNELIO,
ANDREA, CAPUA e agl’altri investiganti appoggia attivamente i
progressisti. Istituì a sue spese la
cattedra di lingua greca a Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo
maestro ed amico MESSERE (vedi, illustre filosofo. Cura l'edizione napoletana
delle opere e del Bacco in Toscana dello scienziato toscano REDI. Grande
appassionato e conoscitore di libri, meritandosi l'appellativo di Helluo
librorum et Secli Peireskius alter. Grazie all'interessamento di VICO, il fondo
librario confluì nella Biblioteca dei Girolamini. Saggi: “Lettera in difesa
della moderna filosofia e de' coltivatori di essa”, “Historia filosofica”. Lombardi, Storia della letteratura italiana, Tipografia
camerale. Nicolini, V., in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gl’Investiganti Andrea, Redi, V.,, nipote di V. Breve scheda
biografica, Redi. Scienziato e poeta alla corte dei Medici. LETTERA
' DEL SIGNOR GIUSEPPE VALLETTA
NAPOLETANO. I ! Digitized by
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GIUSEPPE VALLETTA napoletano fn difetta della
moderna Filofòfia , e de' coltivatori di eflà , INDIRIZZATA
ALLA SANTITÀ’ DI CLEMENTE XL Aggiuntavi in fine un'ojf
umazioni fopra ' la medefima . IN ROVERETO
Nella Stamperia di Pierantonio Berno Libr. MDCCXXXII.
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Nobile Provinciale del Tirolo, ec.ec, , l
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tempo è, Jlluflriffmo Signor Abate , che per darvi qualche
piccio- lo contraffegno della divo - Zioa mia verfo di voi , io
vado tra me ftejjo meditando , qual co/ a , non del tut- to di]
pregevole , e di . voi indegna , do - vejft offerirvi . Ed ora ufcendo
da’ miei * 5 tor- / ' « ' *- .4 .
* * ' p t * •# /« •. è . * » . • * •* .
• * . - j» % ■ T“ » 'f '' i*' *'* * -ì r .!
*orri&; la prima volta una dotta * ed erudita Opera del Sig.
Giufeppe Val* tetra , la quale manofcritta lungamen- te era andata
per le mani de* virtuofi; quefta appunto ho . difegnato d' indiriz-
zare a voi , sì 5 per darvi un picciolo faggio del de fiderio
ardentìjfimo > eh' io bo d' incontrare con e fio voi ferviti ,
sì ancora per fare un pubblico attediato al mondo della /lima
grande , ch'io con- fervo della voftra ragguardevole Perfo- ra . E
nel vero fé , com * a tutt' altri è in ufo di fare , io voleffi
raccoglier qui le glorie de * trapaffati , teffendo un lunoo
catalogo di tanti e tanti glorio fi Antenati della vofira nobile Famiglia
, i quali e nell' armi , e nelle . lettere rif- plendendo , non
meno il vofiro Ceppo , che tutta cotejìa Patria ili ufi r areno ;
certo de non ■; uno > ma ben mille moti- osi io avrei per indurmi a
ciò fare . . Concioffiachè allora egli . mi fi farebbe .
tofto innanzi la fingolar perizia nell' ar- mi di PIETRO , illu (Ire, e
.antico ger- irne della vofira onorati fiima Prof apia , *
il Digitized by Google il quale da Galeazzo Vìfconte
Duca di Milano meritò d* ejsere fatto Condot tiere delle fue. armi
> Mi . fi prefent crebbe fitto gli occhi il valore di quell*
altro PIET RO d' età ma ? non di merito inferiore , a cui i
eccellenza nel mefiier te ftmil mente della guerra , acqutfiò l*
uffizio d) Capitano dell*. Imperador Maj • fimifiano J. i , e di
ALESSANDRO altresì , che in qualità pur di Capita • no fi morì in
Ungheria . Ma molti , e molti ì anche fiudiof amente, trapalan- do
y come potrebbe . poi .fuggirmi dalla vijìa la , decantata dottrina . ,
fingolar- mente nell* arte Medica > e la probità 9 e integrità
de' cofiumi di FRANCES- CO P ART INI , il quale in quel feli- ce
fecola del cinquecento cotanto s* avan- zò > e ft difiinfe , che
meritò le lodi , e gli applaufi d'uno de' maggiori letterati di
quell'età , che fu Andrea Mattioli > (i) • e
d'ef- (i) Nell* Epiftola dedicatoria de 1 Di/cor fi /opra
Diofcoride al Principe Ferdinando d* A u Aria . Ve- nezia 1668. E negli
fte/fi Difcorfi /opra il libro 4- di Diofcoride capitolo 80.
e d' e ([ere fatto Prot omedico dì due Ce- fali , cioè Ferdinando I
. , e - Maffimilia- no li.'? Cèrto che i pregi di co fiat , i quali
di molto accrebbero lo fplendore del- la vofira Stirpe -, io non potrei
per mo- do alcuno non Jommamente celebrare : e tanto meno que' di
MELCHIORE fuo figlio i il quale dalla matura pru- denza pur di
Maffimiliano li. Impera - dorè » di cui era ' Configliero , > fu'
(celta a far efeguire ^Imperiai comandamento di por giù /’ armi ,
fattola'- judditì del Finale in Italia '.(*) Ma io non ne verrei sì
toflo a' capo , : quando 'a’ me- riti degli Avi'-vojìrì i.'com' -bó
det- to piuttofiò chea voi mede fimo va- le jft riguardare . "
I pregj degli ante- nati' apportano più (limolo >3 -che lode a'
■ (uccefiori \ , ed è molto ' mifer, abile la condizione di colui -, ' il
quale noti po((a in altro . mod o diftinguerft , che col! aprire i
(epolcri de’ fuoi maggio- ri » . \ • r t • r i
n* •* a (2) Mambrino Rofeo Storie del Mondo libro II. a
io4« ri , e temendo nn lungo panegirico del- le loro
gloriofe azioni , far fi corona al capo di meriti non fuoi . ■ Per
la qual cofa , ponendo da /’ • un de' lati quelle lodi , le quali
non fono sì pro- prie dì voi , che comuni non fieno an- cora a
tutta la Famìglia , ed alle fole voftre t in cui gli altri non v*
hanno parte alcuna rifiringendomi ; dico > che quello , che
principalmente rn ha invogliato a procacciarmi luogo nel no- vero
de' vofìri fervidori t e che non pojfo fe non grandemente ammirare
, fi è quella incredibile gentilezza , ■ e foavità di coftumi.y e
di maniere , per mezzo della quale ben fate chia- ramente apparire
da qual . forgente traete t origine , e i natali . h non fo per cagion
di quefla con qual fronte poffano riguardare in voi cer- te anime t
le quali non riflettendo > che • /’ e (fere nate nobili è fiato
un accidente , cui altro loro non appor- ta , che impegno di ben
imitare gli antecejfori ; di tanta rufiicìtà , e fai
- ... V3&7' falvatkhe^za ripiene comparirono
folamente nell * afpre , ed altiere fembr ano .avere ripofia la
loro gloria . Poi fiete certamente di un amaro rim- provero a tutti
cofioro % e C umanità vofìra , quando attentamente vi riguar- da Q
ero , non potrebbe che riufcir loro di jomma vergogna , e confo fione .
Ma fic- come y nè alterigia , o di / prezzo altrùi la nobiltà della
Famìglia , per chiara , eh' ella fi fa , è fiata giammai baftan- te
ad infpirarvi , . Così nè al fafio y o al- la. libertà le •comodità » e
gli agj > che dalla fortuna avete : nè .alla vanaglo- ria * o
alla prefunzione le nobili quali- tà. dell’ animo voflro , hanno
giammai potuto aprirvi la firada , Tanti rari pregi- finalmente ,
tutti infieme uniti , non fono -fiati valevoli a feemar punto di
quella vofira naturale affabilità , e dolcezza di tratto , la quale
quanto in altri è più rara > altrettanto in voi ab-
bondantemente appari fee t e campeggia . Qttefta vi eccita la maraviglia
di tut- ti coloro , che di voi hanno alcuna co. no-
• >. . / * 't d - *
*• 'V. •4 ami. * - '
Digitized by Google difienpì guefia concilia ì* amore , e
^uCfi^nera^iòni de- vojìri Concito adì* . niy^ 0?quefia finalmente
induce , an- zi con una dolce violenta quaft rapi* ffce , e sforzai
cìafcbeduno a farvi un volontario tributo de* fuoi affetti , e del
fuo cuore . Ma che dirò di quel - i* bontà j ingoiare , con cui
prendete a protteggere qualche perfona ingiù • fiamente oppreffa ,
e oltraggiata > fa- cendo vedere , non altrimenti effervi
fenfibili- i torti > che fi fanno alla ragione , e alla gtufiìzia ,
che fe a voi me de fimo f off ero fatti ? Voi con quel
rincrefcimento fiete folito fentìre i colpi t che la fortuna vibra con
- tra /’ onefie infelici perfine > col qua- le gli fentirefie ,
fi contra voi me- ' de (imo foffero fcagltati ; e con queir occhio
riguardate gl * infortuni » e mi- ferie altrui , con cui riguarderefie
quel- le de* vojìri più cari congiunti . Di qui è y che e col
configlio , e con /’ opera non mai vi mofìrate fianco di fivvenire
> e beneficare coloro > i qua- Digitized by
Google * quali per la loro innocenza fi ren- dono meritevoli
della vofira protezio- ne ; ; ed avendo avvertito , che il ve- ro
carattere degli animi nobili , an- zi quello , che piu .all' Al tifiimo
ld- dio viene ad accodarci , è * il f al- levamento delle per fine
\o dalla ma- lignità degli uomini, >o dall' .avver- ata della
fortuna inìquamente fir ac-' date ; voi perciò, avete creduto im - prefa
degna di voi lo fendere a que- > fie benignamente il braccio , acciò
la Patria vofira potefse andare altiera ; e dar fi vanto -, d'.
avere >■ d mercè di voi maifempre aperto un a filo all '
innocenza , re .fempremai pronta una fpada cantra la malvagità , e la
co* lunnia . Con tal- mezzo voi rifiorate - i danni , che la me de
[una '.per /’ im. matura morte dì MELCHIOR PAR- TINI vofiro .
degnifsìmo , Fratello ha que fi* anni addietro, fifferti # e quello
~ fplendore le ritornate ,%che allora per efser ella refiata priva
-d'-uno de'-fuoi ■ più cofpicui , e qualificati Cittadini ,
ave- aveva pèrduto l ; A che fero molto t molto
contriluifcono ancora gli altri due vofìri meritevoli (fimi Fratelli , di
- co GIOVA M BA TJS T A 'PA RTI- NI > Abate della Reai Badìa
di San Pietro di Loreto nell ’ Abruz- zo , e il Padre CARLO
PAR- TINI , Definitor Perpetuo Carmelita- no t la prudenza ,
e pietà di cui è così nota , e pale/e in quefìa Cit- tà. .y che.
inut il cofa farebbe il farne per me qui parole . Ma troppo chiaro
io m’aveggio d* avere già foverchiamen- te la modejìia vofira offefa ,
non ri- flettendo f che una delle maggiori lo- di > che vi fi
debbono , è appunto il franco rifiuto , anzi difpregio , che voi
fate delle medefime , Solo mi re- fia adunque di fupplicare il
generofo animo voflro a ricevere in buon grado ia piccolezza del
dono , che umilmen- te vi offro , non alla qualità di ejfo , ma al
de fiderio dei donatore riguardan- do \ e pregandovi in fine a non
difdir- mi la fofpirata grazia d’effere anch' io al-
A >** » * * allogato
tra i voflri ~ fso v • y
i , , , • Di V.S ♦ . / f
. * * i l Rovereto 17.
Ottobre 1732; V *'> 1 ^ «a ^ V . o V
^ / «' • 1 . . . . t i » ‘ t
•• « • V « • 1 J VmìUfs.
Devotìfs. ObbUgatìfs. Servo Pierantonio Berno.
lo Digitized by Google LO STAMPATORE A
CHI LEGGE. * - , • . N ON poco tempo e (Tendo , che
va per le mani degli ftudiofi una Lee* tera manoferitta del Signor
Giu » feppe Valletta Letterato Napoletano in di- fefa della
Filofofia moderna , e d’ alquan- ti Tuoi concittadini profeflori della
medefi» ma , .fino dal 1700. dirtela : ed avendo rav. v ifato ,
com’ ella è molto avidamente ricer. cata , e letta dagl’intendenti ; ho
(limato di far colà grata al pubblico , ed alle per* Ione letterate
, dandola fuori per mezzo delle (lampe, sì per renderla più comune,
e sì ancora per levare la briga a chi deli* dera averla, di farla
tralcrivere.* (concia co*, là parendomi , che un così utile lavoro
ve* nirte tuttavia contaminato, e guado dalla trafeuraggine, e
fonnolenza de’copifti. Io a» vrei per verità molto caro avuto di
abbatter* mi (e non all’ Originai medelimo dell’ Auto- re , almeno
a qualche copia elàtta , e fedele; il che per diligenza ufata non m* è
venuta pienamente fatto di conlèguire. Spero però,' che mercè 1’
afliftenza da perlbne delle buo- ne lettere amanti predatami > le
quali lì fono validamente adoperate in correggerla , rive-
dendo poco men che tutti i palli nel proprio fonte, e togliendovi que*
moiri , e quali in- finiti errori incorfivi nelle copie ; il
cottele Lettore non avrà molto che deliberare . V* ho in fine
aggiunta un’Offervazione fopra la medefi ma, affai tortele mente dal Sig.
Gir ola- 7 ino Tartarotti Róveretano comunicatami , la quale fono
più che certo , o Lettore , che non t’ increfcerà d’aver Ietta. Vivi
felice , e - favorirci col tuo aggradimento la buona incli-
nazione,- ch’io ho d* adoperarmi a tuo van- taggio . La fegùente notizia
, polla per più contezza dell* Autore dell’Opera , è tratta dal
Leffico degli Eruditi del Sig. Burcardo Men. thenio . • ’ '• '■ » •
Giufeppt Valletta Giureconfulto Italiano , na. Io in Napoli a* 6 .
d' Ottobre V anno 1 666. fece la pratica nella fua Patria , e ranno una
copio, ftffimd libreria , injìeme con un gabinetto prezio fo di
monete antiche , in frizioni ecì Corrifponde . va co ’ più infigni
Letterati d’ Europa . Traduf- fe alcuni libri dall ’ Inglefe in Italiano
. Scriffe un libro della necejjìtà della [olita pratica in ma-
teria di religione , come pure un ’ opera toccante V impresone di monete
move . Morì a' $. di Marzo Vanno 17.14. ' • BEA.
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* 2 . BE AT 1S S IMO « P A D
R E. f * » **• ♦ » « 4 %# * • * t
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r* « * I. ’ s. »4 I
Ntichìflìmo coftumefu Beatissimo Pad re ,o dir il vogliamo
naturai genio, ovvero inclina- zione, o qual egli fi .fia
avvenimento degli uomini, i quali a’pofteri hanno avuto in penfiero
di lafciar qualche me- moria per mezzo delle lettere, di muo-
A * verfi Digltized by Google % verfi
a tal opra da picciola e lieve oc- cafione , ed. alle voi ce incominciare
da balle , e aHai deboli fondamenta , ed indi poi pian piano p a
dare più olcre fin- ché al defiato fine fi aggiunga ; e quali
Tempre digiuni , e non mai fazj di di- vorare fulle carte il tempo , e
l’ore. Quindi è , che veggiamo , che una fa- - tica, la quale fui
principio fu ftimara opra di pochi fogli , tratto tratto li avanzi
» e fi accresca in tanta gran- dezza , e mole , che a gran pena fe
ftelfa comprenda . Lo ftelfo eflere av- ' venuto a me io già divido; ma
non fo com’egli avvenuto fia . Perocché aven- do già per foddisfare
al gènio de* Depu- tati » incominciato a fcrivere una lette- ra
indirizzata alla Santità' Vostr a intorno al procedimento del Santo Uf-
fìzio nella noftra città di Napoli ; cer- to è, che io non ebbi altra
intenzione^ che di raccorre breve e femplicemente le ragioni)
ch’ella ne tiene. ..Indi po>i crefcendo da giorno in giorno , o
ciò folfe per l’ampiezza della materia > o per
r Digitized by Google pér la moltitudine delle
ragioni , e va» rietà degli argumenti, e delle autorità che fi
recavano in prova; s’ è tant’ol- . tre la fcrittura avanzata. , eh* è
-per comporre un volume intero .. Così io mentre penfava di avere
già compita tutta la fatica , volli ancora inveftiga- r e la
cagione , el’ origine de* movimen- ti > e tumulti della noftra città,
acca» * » duti per tal procedimento nel tribunale
del Santo Uffizio ; quand’ecco che io conobbi-, Ae vidi chiaramente, che
la cagione-di tai tumulti altro non fia fra- ta c che una tal
gelofia, per così dire, di Scuole coll* occafione d' una . cer* ta
Filofpfia , nomata- comunemente Moderna , avvegnaché dia fia anct»
chiffima , e profetata dagli uomini mi- gliori, e più fa vj della noli r
a città. £ perchè la cofa o non è pur ben intefa , ovvero fe intefa
, per ambizione, por aftio, o per altra cofa , è contrafiata a
campo aperto , fono forzato , come av« vifai nella fuddetta altra
fcrittura > con quell* altra lettera , indirizzata pari- A
2 racn- f i Digitized by Google
mente alla Santità* Vostra , dimoi Ararne apertiflinumente la
verità. ( per ordine ancora datomi da’ medefimi De- putati )
acciocché niente li taccia per quello , che convenevolmente appar-
tiene alla difefa così della vita » come della fama de’ noftri cittadini
; e difen- dere un lungo ragionamento > per far palefe una volta
> e più chiara teliimo- nianzaal mondo dell* empietà della Fi-
iofolia Ariftotelica * « dell* innocenza di quell* altra che chiaman
Moderna; al di cui manifeflamento ben poteano dare opera gli altri
, e non ftarfene sì lentamente a ripofo in una caufa pub- blica, e
di tanta, importanza ,• perla quale ne lìamo malignamente tacciati ,
echi per Eretico» e chi per Ateo» fe- condo il livore» e l’ignoranza di
quelli banditori del Periparo; mentre vene fono pur molti
intendentilììmi di que- lla novella Filofofta , che meglio di me» e
più profondamente l’appararono» il che loro eforco a fare ugualmente ,
per non cadere almeno nel bialìmo» che Ci- .cerone diede a
coloro , che appretto di fefolirengon na 'corti i tefori delle let-
tere!,, fenza farne partecipi gli altri ; così dicendo nell’orazione a
favore di Archia . Pudeat , ft qui ita fe litteris abdiderunt , ut
nibil po fjìnt ex bis , ne - que ad communem adferre fruSìum ,
ncque in : adfpeSìum , lucemque proferì re . Ma non con animo , che
pubbli- candoli quella fcrittura » vi lìa taluno, che fcrivcndo
full’ifteffa materia , del- le medelìme co fe li avvagha , facen-
done un’ altro edificio , in cui non vi ila di nuovo che una deferente
figu- ra, e dimenfione. . . Laonde tralafciando la parte
difpu- tabile, dalla quale fempremai la veri- tà fugge , e ne va
lontana , opponen- doli ragioni a ragioni , . argomenti ad
argomenri , e fpette volte iofifmi co* fofifini pugnando » con aliai
delibera- to conliglio ho, fcelta la-parte idonea, in qua ponete,
argumenta licei , non argument ari . , La quale ettendo màe- fira
della vita , e de’ tempi , e de’co- A 3 ftu- «
« _ _ fiumi allo ferì vere di Cicerone fteflò j
potrà affai bene acconciamente com- parire più fchietta, e più
finceramen- te difenderli avanti la Santità* Vo- stra la caufa
oneftilfima, e il diritto di quella Filofofia iniquilfimamente
oltraggiata dalla turba de’ Peripateti- ci . Così furon degni di
grandiffima lo- da tanti fcrittori , e Greci , e Latini ; i- quali
all* i fioria fi appigliarono , po- nendo perpetuo filenzio alle difpute
, tormento degl* ingegni delle Scuole li- cenziofiflime delle
feienze : così anco- ra fu degnilfimamente commendato an- che dagli
eretici fiefii il dottilfimoCar- dinal Baronio , il quale dovendo
fcri- vere delle colè appartenenti alla noftra Chiefa cattolica »
lafciando a’ chioftri le controverfie , e le quefiioni , elefie con
affai maturo , e più fano avvedi- mento la parte ifiorica > per trarne
le confeguenze- più vere , e reali . Plus enim Annate s Baranti
> quam Contro - verfue Bellàrmini bar etici s necuerunt . • .£
qui io avrei già finito , nè bifb. gne- ; . 7
gnerebbe più dilungarmi : ma perchè 1* origine di tutto ciò è. d’
uopo che Ha palefe , prima di paflare più oltre , e affine , ,-cbe
niente fi taccia per quello, che appartiene alla difeia , così
della vita , come della fama de’noftri citta- dini; egli è
neceflario far noto ancora alla Santità' Vostra, che 1 * origine di
quelli nuovi rigori dell' Inquifizio- ne ella è data , che vedendoli pur
trop- po fuora de’chioftri dilattate le lette-, re, e propagata
nella noQra patria la Filofofia , la quale o fia. propria fata-
lità / portando fempremai feco defla difagj , e fyenture , come dice
Boe- zio , Atque boe ipfo affine s fuiffe vtde- mur maleficio ,
quod tua imbuti dìfcU pìtnis o Pbìlofopbia :o-fia per propria-
gelosìa delle fcuole degli altri Filofo-, fanti ; perchè Nibil volunt
inter borni' nes credi jmlius , quam quod ipfi te w, nent / ha
cagionato a’ medefimi fai movimenti,. che fi fon lafciati a dire,
.che quella fpffe di pregiudizio aliano* Ara fede , perchè da’ principi
d’ A-ri-, A4. fio- . /•» »
Itotele lontana fia, come per la tanta autorità data ad Arinotele ,
diede mo* tivo a taluno di dire fcherzando: Se»* %a Ariftotele noi
mancavamo di molti articoli dì fede : come fe quelli fof- fero
(tati cavati dalla dottrina d' Ari- notele , e non dalla facra Scrittura
, e da altro ; che tanto dir non fi po- trebbe di S. Paolo , quanto
alcuni han detto d’ un autore gentile , quando, come fcrifle un
altro autore , e con fenno : Sanila fanliorum non babet _ bete
Pbilofopbia . Ma prima di venire allo fcioglinaen- to di
quelle vaniflìme oppofizioni , egli è di bifogno ricordare alla
Santità* Vostra , quanto fia (tata commenda, ta la Filofofia non
meno da' Gentili, che da* fanti Padri medefimi . Ecco quel > che
se diffe Tullio . Pbilofopbia am vita parentem , & hoc parricidio
fe ( quifquam ) inquinare audet y & tam impie ingratus effe ,
ut e am accufct , quam vereri de ber et etiamfi minus per - cipere
potuijfet ? S. Giuftino così : Pbi- lo m I
! 9 lofopbìa efl revfrà maximum lonutn t &
poffeffio i & apud Deum verter abili fi qua" ducit ad eum >
&■ fi flit fola > & fanti i , beatique Htì, qui mentem et
do- nane. E più oltre: Nemo fine Pbilofo- pbia reti am rationem
intelligit ; quare omnes homines pbilofopbari % & barre
pracipuam fanti ione m ducere (de. San Clemente 1* Aleflandrino n* avvifa
lo fteflò, e Sant* Agortino parimente co- sì : Qui Pbilofopbiam
fugiendam putat % nibil ■ vult aliud , quarti noi non amara
fapientiam . E 1’ A portolo quando dif» fe , Videte ne quii vos decipìat
per Pbi- lofopbiam t egli intefe di quella Filofo- fia , la quale
con folli argomenti da Sofirti > e fecondo lemalfime del mon- do
6 produce ; il che chiarirtimo fi feor- ge dalle parole che feguono , a
ut ina • nem fallati am % fecundum traditionem bomìnum , fecundum
dementa mundi . 11 che vien dichiarato da Sant’Agoftk no medefimo,
detto luogo fpiegando: Et quia ipfum nomen Pbiiofopbia ft con-
fiderete rem magnam , totoque animo ap- Digitized by
Google *° appetendam ffgnifieat ( fiquìdem
Pbiìoì fophia e fi amof yfiudìumque f apienti* ), . cautifftme
Apcfialus h ne ab amore fapie a*, ti* deterrere videretur , fubjeeit
fecun - d*m dementa bujus mundi . . Egli è dunque affai ben
chiaro, che nè Satv Paolo , nè Sant* Agoftino , o niun altro fanto
Padre , Greco, o La- tino , abbia giammai pretefo , che quel» la
apparare non fi doveffe ; anzi che leggiamo tutto il contrario , come
s’è detto. Al che aggiugner u può - l’av- vertimento di S. Clemente
l’ Aleffan- drino fopral lodato; Pbilofopbiam ante Domini adventùm
, Crucis ad jufiitiam fui (fé neeeffariami nunc autem ad pei caltum
t & pietatem utilem effe (*j La m* * » i j C|tt3e l •
». ■ • » » ... " « » « ... ’ *
(*) Quello non fi vuol in terpefrar In modo, che S* Clemente
Aimafle , che I Greci fi giufti6catfe- ro per mezzo della Filofofia .»
Egli credeva , che la Filofofia remotamente gli difndnetfe alla
cogni- zione di Crifio , dando lor notizia del vero Dio, c
fomminiftrando loro i mezzi per isfuggire gli er- rori . Per altro fenza
la Divina grazia , la fede, la carità &c. non credette, che uom fi
giuftificaf- • fe. Vedi Naral Alefiàndro Dijfert. Vllh in Hijior .
, E cc kf. f*c. IL Digltlzed by Google qual co
fa ugualmente avverti il Cardi* nal Palla vicino : La Fibfofia nelle
dot- trine Teologiche è utile come i foldati frante ri negli
eferciti; cioè in maniera che fervano > ma non comandino . Im-
perocché a tutti fi permette la liber- tà di fìlofofare. Bona mene ( dice
Se- neca ) omnibat patet , omnes admittit , omnes ad hoc fumus
nobile r , nec rejicit quemquam Pbilofopbia , nec digit > omni-
bus lue et . Tanto maggiormente che la natuta invidiofà per così dire a
li- vellare i fuoi Segreti avarifiimaraen- te permette , che ora
una cola , ora un* altra fi fveli , come s’ è finora fperimentato
per tante ofiervazioni fatte e che fi fanno in molte cele- bri
Accademie dell* Europa , (copren- doli fempremai novelli arcani »
non che nuove, e plausibili opinioni nel- le Filosofie . Jn
Pbilofopbia ( lafciò fcritto Seneca fcefio ) re maxima , &
involai iffima , cum etìam multum atìum fuerit , omnis tamen atas , quod
agat , inveniet . Quindi Atenagora , che det- tò
k* tè un’ Apologia . a prò de’Criftiani agl* Imperatori
Antonino , e Commodo ambeduo filofofi , dille : Nulìum in
Pbilofopbia rcdundat Crimea .. £ più oltre così : Profeto autem bac
crimine vacat . Tutto ciò però intender fi dee per la cognizione di
quelle cole > che dipendono da caufe naturali, non al* tri menti
foprannaturali. Il che fu con- fiderà to dal medefimo Seneca ,
ancorch* ei fofle gentile . Perfeveras ire ad bo~ nam mentem , quam
fiultum ejì opta - re, cum pojfis a te impetrare. Non fune ad
Ccelum eleva» da marnisi &c. £ pri- ma di lui avvisò Simplicio , Eos
folum de cauffis naturalihus pbilofopbari fiata « ifie: nequaquam
autem de Ut ^ qua fa « fra naturam exifiebant . r : Ora fia lecito
d* efaminare più efpref- famente, fela Filofofia, che chiama»
Moderna fia d* alcun pregiudicio alla noftra fede cattolica .
. Primieramente è neceflario, ch'io rinnovi alla mente della
Santità* Vo- stra quei tempi più frefchi , in cui sì
Digitized by Google sì felicemente apparò le feienze
tut- te , e con ciò : io rinnovèlli , e rallegri infìeme . 1* idee
della prima fua età ; perchè non v'è co fa (come ditte il Cardinal
Bentivoglio ) che maggior- mente I’ animo ricrei , che la memo- ria
degli anni fcolarefchi , perchè ciò egli non è altro , che un tornare a
vi- vere quella vita innocente , e piò lieta dell’ uomo. Si
ricorderà dunque Vostra Santità» , che malamente quefta Filofofìa
fia nomata moder- na , perocch* ella è più antica , anzi la
primiera d’ Bardefane, ed altri difenfori della Religione, furono
tutti Platonici • Ed a chi non è palefe l’A- leffandrina fcuola in
Oriente , ripiena di tanti fanti Padri, e tutti Platonici? Origene,
Clemente, Cirillo, Eraclio, Dionifio , Atanafio , ed altri , io
modo che Aleflandria , non meno per lofplen» dorè della difciplina
Ecclefiaftica , che della domina, fu dimata un’altra Ro- i ma, e la
feconda fedia Patriarcale do» po quella di S. Pietro .
Sant’Agoftino nel libro delle Confefttoni di fe fteffo , e \ d*
altri rettifica eflere flati Platonici , quan- /
Digltized by Google quando e’ narra la vilìta , che fece a
Si m> pliciano > maeftro dì Sant’ Ambrogio, raccontandogli i
libri eh' egli aveva letto de’ Platonici , da' Vittorino Ora- tore
Romano tradotti in Latino , che morì poco dopo d’elferfi fatto
Criftia- no . Sopra la qual cofa fè palefe anco- ra il piacere, che
ricevette Simplicia- no in fentire , che non era caduto nel- la
lezione d'altri libri di Filofofia , pie- ni di menzogne, e d* inganni;
ma lo- lamente in quei de' Platonici , che in* fegnavàno la
conofcenza di 'Dìo, e del Verbo Divino , le di cui parole fono qu
ette: Gratulatiti eft ntìbi , quod non in aliorum Pbilofopborum f cripta
incidi f- fem , piena faltaciarum , & deceptionum , fecundum
dementa bujus mundi : in illh autem omnibus in ftn aari Deum ' % &
ejus Verbum . Indi Agostino ileflo poi gli 1 chiamò i Filofofi di
Dìo amatori ; ed Eufebio nel libro XI. della Demolirà- zione
Evangelica , narra , commendan- do tanto le contemplazioui di
Plato- ne, averle tratte da’facri libri degli E-' B x brei
, IO *, * brei, cioè dell’Ente primiero
ndelPI- dee , deli*, immortalità dell’ Anima , della produzione
dell’ Univerfo ,;del bruciamento del Mondo , del R i forgi - mento
de’ morti , della Terra cele (le* e del Giudicio'. ultimo : il cbe vieti
ri- portato ancora da Teofilo Galeo in di- fefa della Filofofia
Platonica; ed Eu- febio. (lefib la difugualianza tra la Fi- lofofia
Platonica ,.e T Ariftotelica in quella maniera divisò : Mofes ,
Hebra't- que Pro.pheta beate Divendi finem tn P r ih mòdo • che
fecondo la jua dottrina il Mondo * non è già - una monarchia , ma
poliarchia y o piuttòflo anarchia p. ciò che -San 'Gregorio Na%i. anzeno
ha' affai ben ■ condannato . * II, Platone chiama 'Dio nofìro fovra
- no Padre:' Arinotele non conofce ver fin Dio' per padre . 1 * «4
u«>v > -.-v. -> III. Platone nel primo- libro della
fua Repubblica affìcura , - che Dio fia > una fo fianca
(empiici fftma : • Arinotele ah duo- decimo della fua 'Me taf (tea , lo
pone nelC ordine degli animali > e dell' effe n^e compone. B 3
IV- il . ; IV. Platone nel [e fio della fua Re-
pubblica , che Dio fta nofro fommo be- ne : Arinotele al duodecimo, della
fua Metafiftca , che' Dio fta un bene , che conviene folamente al
primo Cielo > del quale egli è Motore. > , . V. Platone
nel quinto della ' fua Repub- blica y che Dìo fta la fovraha Sapienza:
. Arinotele y che. fta un' intelligenza , che conofcendo le cofe un
he rf ali » non, f appi a le. particolari . • •**..« VI.
Platone nel Timeo y che Dio fta onnipotente,: Ari fot eie nell
Opere fue , che, non abbia ' altra potenza. > che di far muovere
il Cielo. , . VII. Platone nel.Filebo , , nel Soffia* e nel
Parmenide % thè . Dio abbia crea- to le foftanze incorporee: Ari fatele
che tati . ? X; Piatone , che il Mondo offendo'
un corpo , abbia . una potenza finita: Ari-, (tot eie , che il
Cielo , e il Mondo abbia- no una potenza infinita dì muover fi .
XI. Platone y che il Cielo , e il Mon- do^ come corporei ftano
corruttìbili • A* tintotele incorruttibili « - = XII. Platone
, che- Dìo [taf opra ogn\ e fiere , J opra ogni foftaitzai
Arifioteic-y. cbe’fìa falò foftanza . ^ X /. . Platone che
hi fogna pregare D.io .a fiacche ci ' faccia buoni.: Anfiote
- le , , che Dio. -non .poffa- fentire, le no fi re preghiere , non
conofcendo le cofe parti» eoi ari . XXllvPlaton* i/ebe p uomo
di buo- na vita. i:. fta gradevole' a Dio: Art fia- te le , che non
.io gradifc4-\ t % 'non cono» fcendolò\ «'■Vi ( , .. . . ^ viv
■.XXIII, Platone , che dopo morte , 7* ani-
«* *5 anime de * malfattori fatto gafligate : '
A- ri flot eie-, ube /’ anime e fendo corrotte Col corpo i non
-patif canti- più altro . f ■ XX^fV.- Piatone y^ thè, i' morti
rifer- gerantio' 1 Arijìotele , che dalla privanti* otte all'abito
non vi fia "rif òr pimento . XXK Piatone , che V anirne
derub- ili faratino collocate in luogo y dove fa- ranno molto'
felici i' Arinotele non cono- fce alcun- luogo di quefia fori a . •
'■ ' Quindi il Sidonio-difle, Explicatut Plato, ìmpiicat ut
Ari fot elei, 'e il Pei trarca del difcorfo dell* ignoranza di fe
ftefloy e d’altri, attéfta , che Pia* toner» Divinum, Ari fot e lem Damo»
iuta Grati nuncupabant ; e però nel Trioni» fo della Fama, così di
lui. degnamene te canto: A • \ \
• t I n it . V'olfimi dà man manca , e vidi . Plato,
....... Cfo n quella fcbiera andò più prefr , . fo al fegno,
. s «* 4 / ?«*/ aggiunge , a chi dal cielo ...... ^ dat o • .. '*■
... E fi- Digltized by Google *, £
finalmente tutti concordano, che la Filofofia di Platone fia fiata la
più favorevole > ed acconcia , e quella d* «Ariftotele la più
contraria , e pregiu- diciale alla dottrina della nofira Chie- fa
cattolica, E Sant* Agoftino attefla. Platonica f amili* Pbilofopbos
facillìme omnium , paucifque mutatiti r fieri poffe Cbrifiianos ,
Anzi un Autore, che fé* ce una Diftertazione del modo di ftu-
« \ 1 diare la Teologia , impreca coll’altre di Ugone
Grozio De Jìudiis inflit uendis , vituperando aifatto la Filofofia
Ari» fio te lica , e ragionando egli degli anti- chi Filofofi
Crifiiani , così dice \ \Qm quis effet Arifiot elicti s , eo minus •
Còri- flianum fuiffe E, de’ Padri foggiunge : Olir» multi viri pii
, (S doElì % Origene: t Clemens Alexandrinut , Jufiinus , Augu -
jlinu ! , & alit y ex Plafoni s fcbola ad £c- clefiam
Cbriftianamtranfierunt : f ed nul- li y aut certe pattei ex fcbola Ariftotelis
, qui metaphyftcis ejus fpeculationibtn , & arguti is inferii
erant . E il medefimo Autore dice f che Pietro £amo era -fi
d’opi* Digitized by Google d’ opinione , che fi
dovefle bandire da T tutte le Scuole , ed Accademie la Me-t
tafifica d’ Ariftoteleu Petrus Ramasi I ( fono parole
dello fleflò Autore ) stiri do fi us , & perfpicacis in Philofopbia
ju- dici't ( luet Ariftotelici contra fentiant ) Tbeologiam illam ,
quam ? Arinotele s in Metapbyjica docet » impietatem omnium impie
tatum maxime execrabìlem , & de-> tefiabilem effe confirmat ,
adeoque ex A- cadem'ùs exterminanàam , ut a multi s fa- flit atum
efi . Avendo egli ancora propo- fto> fecondò l'ufo dell’ Uni ver (Ita
di Pa* rigi , primach’ ei fofle creato Maeftro , e primachè caduto
fofle nell’erefla, pub* bliche Conclufioni,per le quali foftenne,
Qutecumque ab Ari jlot eie dì fi a funt^falfa 4 & commentiti a effer
, e perciò ifuoi fcrit- ti in Francia in grandiflimo pregio fono
tenuti . £ di Guftavolte di Svezia rap* porta il medeflmo Autore > che
Omnes Metapbyficas a regno fuo expulit t & exfu- Idrejuffit .
Come primamente Antonino Caracalla, conofcendo ancor egli quefra
verità , vietò affatto l’ Accademie de’ ‘ Pe- /
Peripatetici , 'facendo bruciare ancora tutti i Iibrrd’ Arinotele
. E Pietro Poi- ret nel libro de Deo , le diede più. che bando
dalle fcuole con quella ’ defini- zione: Pbilofopbia e fi contemplatiti ,
vel cotnpages nugarum Scbolafìicarum ) Ari - fiotelicarutii t vel
fimiVtum , ad oblivi] ce n- dum Dettm , mentemque tumidi s tenebri!
t & inquieta - pet ulani ta implendam ; In modo che da’
mèdefimi Eretici fi con- feda edere la Filosofia Ariftotelica dan-
nofilfima al Criftianefitrio. ■: £ chi potrà giammai dubitare ,
che la Fftofofia Ariftotelica- fia Hata l’uni- ca e fola cagione,
anzi l’origine ftefta di tutte 1* creile, eflendo ciò mani fe- llo
per l’autorità di tutti gl’lftorici, e di tutti i fanti Padri , ' che in
quei tempi fiorirono, i quali erano preden- ti alle difpute , e ne’
Concili ftefti per confutarle ? Aezio Vefcovo d* Antio- chia ne’
primi tempi appunto della no- ftra Chiefa , non fu egli Eretico, e
poi foprannomato Ateo: Astìus Atbe- usì non peraltro, fe non perchè trop-
*9 po addetto alle Categorie d* Arinote- le egli
era , come nota Svida; ed Epi- fanio , e Gregorio Nifi'eno lo ftefio
afr fermano.. De Chrijìo magis Academico t quant Eccleftaftico more
f ape differebat . E fattoli pertai fofifmi Eretico , e poi Ateo,
coro’ è detto,; fu. privato della Chiefa, e la fua fetta, ,ch’è la
ftefla, che l’Eunomiana , detta da Eunomio fuo, difcepolo , e
compagno nell’erefia; fu fino alla morte perieguitata dagl*
Imperadori Onorio „ è Arcadio ; e Te- miftio Ariftotelico , come nota
Svida ftefio , chefcriffe fopra il trattato del- la Fifica ».
dell*. Animai» e d’altri libri d’ Arinotele , fu Eretico, come Gio-
vanni Filopono. ; N ice foro così d’eflb loro dicendo : Johannes ifte Philopone
- us Alexandrìnus , . ita ut diximus T rithei- tarum i hdereticorum
pr afe Bus fuit , prò- inde atque olim Tbemiftius Pbilofopbut jub
.Valènte Agnoetarum feft & , qua conventi» lucis ad Be- Hai? £ S.
Gregorio Nazianzeno ugual- mente ne fa molta doglianza, dicendo :
In Ecclefiam irrepftffe captiones fopbiflicas , ac pravum art if cium
Arinotele# artìs , & bujus generis alia , veìut ALgyptiacas
quafdam piagar . E altrove così . Abjice Ariflotelis minutiloquium ,
Jagacitatem , & art ifi cium: abjice mortale s illos fuper
Anima fermones,& human a illa dogmata. Ed in altro luogo deteftando
in tutto e per tutto Ariftotele il chiama Struggit »• re della
provi de n^a Divina . Ireneo in in quefto modo ne parla:
Minutiloquium, & fubtilitatem circa quajìiones , cum ftt
Ariflotelicum , fidei inferre conantur : Lattanzio così ; Arijlotelem de
Deo ìpfum fecum dtfftdere , & repugnantia di- cere t
& Jentire immo Deum nec colu- ti, % nec curavit « San Girolamo ad
Eu- ftochio feri vendo : Attende & tu fa - tuorum fapientum
princeps Ariftoteles . In altro luogo . Omnium b*reticorum do-
ppiata fedem fthi & requiem inter Art - fiotelif , 0 Cbryfippi
[pineta reponunt , & Ut fub diem cunfia concludam fer mo- ne ,
de illis fontibus univerfa dogmata ar - gumentationum fuarum rivulis .
trabunt . E femprcmai.con aperto vocabolo Gi- rolamo fteflb
verfutiet chiama gli ar- gomenti di lui. Origene ne* libri ch’ha
fatto contro Celfo , grida in più luo- ghi contro d’ A ri Itotele come
nocivo al Criftianefimo > e la maggior parte degli altri fanti
Padri fono del mede- limo fentimento, come Sàn Giuftino nel Dialogo
per la verità della religio- ne Criftiana- con Trifone Giudeo : S.
Clemente PAleflandrino nelfuo avver- timento , . che fa a’ Gentili ;
Eufebio in più luoghi delle fue Opere: Sant’Ata- nalio contra
Macedonia no : San Gre- Digitized by Google gorio Ni
fieno eontra Cunomio : San Gregorio Nazianzeno più voice nelle fue
Orazioni ; Sant* Epifanio ne* libri contro l’ercfie : Sant’Ambrogio di
nuo- vo ne* libri degli Uffizi : S Gio. Grifo- ftomo fall* Epistola
a* Romani ; e fo- pra tutto, quel» che ne feri fie Tertul» liano in
più d’un luogo nel libro delle Prefcrìzioni , e dichiarando egli quel
di San Paolo , Ne quii tot decipiat per Pbilofopbiam , intende egli
quella d’A« riftorele vana , e fallace per fentenza di tutti.
Quindi Cirillo l’ A leflandrU no gridava.* Heeretici- nìbil aìiud ,
quarti Arifiotelem ruSlant . E Sant’ Ambrogio con ugual fentimento,
e colle lagrime agli occhi dicea , Reliquerunt Apofiolunt »
fequuntur Arifiotelem . E fra Moderni Melchior Cano così ; Habent
Arifiote- lem prò Cbrtfto , Averroem prò Retro , & Alexandrum
prò Paulo . E tant' ab tri, i quali l'hanno riprovato, e con*
futato , foto per timore, che non s’irn- primefle al Criftiano un
carattere deb fa fua dialettica » per efler tutta con» *• C
tra- traria alla femplicità della fede > la qua» le altro
non richiede , che una umile fommiffione» e totale credenza, fenza
veruno ragionamento , e difcorfo uma- no . E finalmente lafciar non fi
dee ciò , che ne fcrifle S. Vincenzo Ferre-- rio » che fremeva
contro un tanto abu- fo nelle Scuole . Quel Predicatore io dico
tanto zelante , che introduce la vigilanza dell’ Inquifizione .per
man- tenere la purità della fede, non appel- la egli queft-a
dottrina d’ Arinotele, e quella d‘ Averroe fuo feguace, Pbia ìas
ir che nell’ anno MCCIV. fotto Filip- po ;1* Augufto , per pubblico
confi- gli©,' come dannevoli alla noftra fe- de i libri della
Metafilica , che al- lora folamente veduti s’erano, e tut- ti gli
altri ancorché, non veduti , e foflcro per ^comparire , fu ordinato
> che fi ì mandafiero alle fiamme . Ec- co le : parole . , dell’
Iflorico riporta- .te dal medefimo Padre Petavio > in diebus
.uillis .legebantur, Parifiis. li- belli quidam ab Arinotele > ut dice
? » C i ban- Digltized by Google *
bamur, compo fiti t luì aocebdnt Meta - pbyftcatn , éf 4
Graco in Latinum translati; qui quoniam non folum pre- dilla bareft
fententiis (ubtitibus occafto * **0» prabebant , ò»/»o 6 * 4/»/
sondane investii pr abere poter ant , jufi funt 0- mnes comburi t
& fub paena excommuni- eationis cautum eft in eodem Concilio ,
ne quìi de cetero eoi fcribere , legere fra fumerete vel quocumque modo b
abe- re. Esfei anni dopo che fu condanna- ta ia Metafilica dei
medeiimo , il Car- dinal di S. Stefano mandato in Fran- cia da
Innocenzio III. in qualità di Le- gato , proibì a* Profeffori dell*
Oniver- fità di Parigi d’ infegnare più la Fifica del medefimo
Arifrotele , il che fu con- fermato poi per una Bolla di Gregorio
IX. come ancor prima per lo Concilio •Tu rose fe fotto Aleflandro IIL fu
pa- rimente vietato leggerli più la Fifica a’Religiofi ; quindi
dall* Università del- la Facultà Teologica di Parigi , c da
Francefco primo fu fcabilito > Che s* r
Digitized 37 infognale la f 'anta Scrittura , i
fanti Canoni > i fanti Padri , la Teologia an- tica con tutta la
purità e femplicità pofjtbile , e che fe ne sbandi (fero tutte le
vane fattigliele , come riferifce coll* autorità di molti , M. Baillet .
Alma* rico ( narra il medefimo Ifrorico , ri* portato dal P.
Petavio (tetto ) non fu egli eretico , come feguace de* princi* pj
d* Arifrotele? Simone de Turne ce* iebre Profettòre di Teologia della
me- defima Univerfità di Parigi, e David Dedinant, poco tempo dopo
, non fu- rono acculati per eretici , come trop- po attaccati, a*
fentimcnti d* Arinote- le ? Gli Abailardi t i Lombardi , i Poi- *
tierfi, i Porretatii» come Iettatori del medefimo , non furon eglino
eretici ? Quefte fono le parole del prologo del libro contro le
fentenze de* medefimi condannate « Quii quii hoc legerit , non
dubitabit quatuor labyrintbos Francia , id efl Abaelardum , &
Lombardata , Pe- trum PìEìavìnum , & Cilbertum Porre* tanum uno
fpiritu Arijìotelico affiatos , C j dum 3 * .
dum ineffabtìia Trmitatis , & Incarna- tionìs fcholaflica
levitate t raffi arcnt , multai barefet olim vomuiffe , & adbuc
errore s pullulare. I Luteri, i Calvini , iMelantoni , i Buceri, i
Zuinglj , e ' gli altri loro feguaci , ancorché apparen- temente fi
dimoftraflfero nemici. d’Ari- ftotele, gettarono, e coltivarono i
loro velenofi Temi , non con altri ^principi fe non 'con quelli
d’Ariftotele ftefio . I Pomponazj , i Porzj , ed altri traligna-
rono da’ veri fentimenti deirimmorta- lità dell’anima, non con altro
errore , fe non con quello d* Ariftotele medefi- mo . I Serveti , i
Socini , i Poftelli , non con altra direzione che di lui ftefio
divulgarono que’ loro pefiimi ritrovati ; e fceleratifiìme innovazioni
alla noftra Religione . 11 Macchiavellifmo, ch’è lo ftefio che
l’Ateifmo Exiit ( dice il Campanella , col fentimento ancora di
Melchior Cano , dottifiimo Spagnuolo, ed uno de’ più facondi Scola dici
del Tuo tempo, ed il maggior ornamento della famiglia Domenicana ,
degnifiimo Vef- , co- Digltized by Google
J9 covo nell* Ifole Canariè, e fu eziandio uno de'Padri , che
intervennero ahCon- cilio di Trento) exiìt t torno a dire,, ex
Pcripateticifmo - Il quale aggiunge anco- ra : Ex Arinotele nata
funt in Italia pe* fiifera illa dogmata de mori alitate animi ,
& divina circa res bumanat improvi dea- tia. £ Seneca ancorché Stoico
, perchè la Filofofia Stoica alla Criftiana li ag- guaglia,' come
dice Girolamo il Santo nelle Aie Epiftole » non fu valevole ar
cancellare dal cuore di Nerone Aio di- fcepolo que*
peftilènriflìmi. fentimenti, che imprefli. gli *avea. Alèflandro d\E-
gea Aio primiero maeftra f efilofófo Pe- ripatetico. Come Peripatetico fu
ancor ' Sergio , il maeftrcnperfidilfimodi Mau- mety il che* vien
-riferitò da Pico della Mirandola ; avendo ancoi egli ( Arido* tele
io dico) d’ una maniera- infegnato la fua Fitofofìa ad Alèflandro , e d’
um al- tra in Atene, quafi che varia , ediver- fà la.lnat ural
Filofofìa infegnar fi dovef» fe ad un Principe ciré al popolo ; del
che molto-de me. querelò «Alèflandro • cor» 4 ® . . „
Arinotele fteflb , il quale fu atnbiziofó nel dominio delle
lettere , come fa di più mondi . £ il Carpentario , an- corché
eretico, nel principio del libro della fua JFilofofìa libera , non
dice li- • \ bera mente così tjQuis enim ita ferver
fi genti e fi , qui mecum nitro non fatea* tur., Pbilofophorum
Principi ( d* Arino- tele ei parla )) ut bomini multa falja » &
erronea ; : ut etbnico, & pagano mul* ta impia , & profana ; ut
primo in* fìauratori multa . manca , & $mperfe * fi a
excictife». £ il Padre Petavio ftef- fo , torno a dire , il genio
veramente della Teologia * e delle feienze , il qua- le degnamente
appellare fi dee il fior degl’ ingegni , e ’1 primiero letterato
tra i Padri Gefui ti , allegando l’auto* rità. d’Anaftafio Sinai ra, non
dice egli così ?, Anaftaftus Sinaita . in eo libro quem Via: Ducem
nominavif, tefiit e fi , ha* reticos omnet , qui vel contra
Incarna* tionit dogma nefarium movere belìum , ex ilio Ari fìat
elico fonte fuxiffe . Indi egli è , che 1\ Autore fiefib della
Filo- Digitized by Google 4 * . fofia
volgare re fatata ; così contro i fetrarj del medefimo grida : Et
adbuà Arifiotelem leghi s t interpretamini , de- fenditi ! , &
exornatis. Quindi egli è , che da’fan ti filmi Pa- dri
medefnni , e da molti favillimi , e dotti (fimi Autori è (lato ancora
nota- to di gravifiimi errori . S Giuftino fcrif- fe tutto un
Trattato contro i dogmi a e le fentcnze d* Arifiotele , nel princi-
pio del quale così ragiona : It nibil dà rebus , quas definiendas ftbi
commenta - tionibus fui f ftatuit . San Cirillo nel li- bro contro
a Giuliano fra i Filofofi » eh’ hanno errato , principalmente ri-
pone Arinotele . E' perciò molto deri- fo da Bafilio , e particolarmente
per quello , eh’ egliafierì intorno alla Ma- teria prima , e che la
materia abbia una limpatia naturale d* unirli i e per- fezionarti
colla forma - Eufebio nel li- ti ro della Preparazione dell’
Evangelio* e in quello contro i Filofofi detefia non (blamente la
vita» i cofiumi, la Filo- fofia morale > e naturale ; ma la fua
Me- 4 ** Metafifica, come una pelle delle
Re- pubbliche. Lattanzio Firmiano il dan- na come Sofilla ., ed a
fe fteflo contra- rio . Ambrolio ugualmente come va- rio, e
incollante.- Come menzognero, efavolofoil riprendono Ago (lino, Teo-
, doreto, S. Bernardo, e il .Beato Sera- fino da Fermo . San
Tommafo allegane do Agoftino medefimo coll’autorità del Gcllio,
prova, che fia un impoflore > come rapporta il Campanella..
Scoio, e Francefco Mairone , come un igno- rante affatto della
Metafifica, e che le cofe tra effo loro repugnanti a-yefle ap-
provato . Gio. Pico della 'Mirandola , e Francefco Patrizio il riprendono
nel- la Geografia , e nell’ Agronomia, nel- le Meteore ,
nejl’jftorie degl’ animali; e eh* egli abbia ! malamente creduto ,
che la terra fia più elevata verfo il Settentrione, che altrove.* che’l
Da- nubio prenda l’origine da’ Pirenei . Pie- tro Gaflcndp lo
biafima nell’errore in- torno alla Galaflìa , all’ origine' delle
Vene, c jje* nervi del cuore t c in mol- . . •> te
s V N Digltized by Google te
altre fimili cofe . Telefio, Duran- do , Baccone , Baffone ,. l’ Harveo
>• Cherneo , Galilei , Maurneo , e Pie- tro Alliacenfe , e
Niccola di Cufa Car-, dinali , ed ultimamente il P. Valeria- no
Magno , piiffimo , e dottiamo au- tore Cappuccino , che fu
Miffionario al Nord, il confutano» l’ acculano, e lo tacciano di
molte altre limili fcioc- chezze . La fomma , e la foffanza fia,
dice il medefimo Gaffendo ,che non v’è per fona, che fenza roffore
diffen- der lo poffa , nè fenza tema , e nota ef- preffa d’infamia,
e di vituperio , che l'eguire lo voglia nell’ impoffibilità del- la
creazione per lo ftabilimento del fuo principio , che noii fi faccia
niente dal niente: che il Mondo fia eterno» e l’a- nima mortale :
che la previdenza di Dio fia talmente limitata nelle cofe ce- letti
, che non fi eftenda più di queir lo, ch’è fopra la Luna , negando
an- corai’ idee, e confeguentemente il Ver- bo di Dio , non che Dio
fteffo auto- re di tutte le cofe : l’efiftenza degli . An-
^ ^ ' - Angeli, de* Diavoli! , l’Inferno , eia gloria
beata,, e con ciò le pene adat- tivi, e i premj a ’ buoni . Inferni ,
& Supere s , effe fabulas Legislatori! e' dif- fe nel libro II.
e XII. della fua Meta- filica. £ tutto ciò o fia propria difav-
vedutezza , o fi a perchè fi ano fiate trafilate , e guade le fue opere ,
co- llie vogliono alcuni , perocché egli fa uno de’ maggiori
Filofofi della Grecia» di cui molto n* hanno celebrata la fa- ma ,
e la dottrina, come dice Macro- bio : Nibil tantus vir ignorare potuit
* Certo egli è nondimeno , che leggia- mo predo Diogene Laerzio ,
antichif- fimo autore , che Cleante Stoico fin da’fuoi tempi dir
folea , Peripateticit idem uccidere , quod litteris , qua cum bene
fonent , fé ipfas tamen non nudi*- unt * £ che il medefimo Arifiotele
fof. fe fiato chiamato in giudicio a pena capitale dagli Ateniefi,
per non poter (offrire anche nella loro politica , e falfa
religione quei bugiardi , e corrot- ti principi d’ Arifiotele, diruttori
per così Digitized by Google così dire
dell* uomo , e di Dio freffo } la qual pena egli fchifò colla fuga
. Per la qual cofa in quella maniera fcla- mò il Campanella di
fdpra lodato; Et nos Cbrtfiiarìt retinebimus tanquam ma - gijlrum ,
ne àum tontra Patres > & Con- cilia / aera jubentia , quod
jubebant A *> tbenienfes ; & quod jus : naturar damnat in
illis, fciolonm au£lori%abit in nobisì Abfit Cosi il fuo difeorfo
conchiu* dendo. O Ecelefia prudente r paftores , & o prudente s
priucipes , vefirum eft banc domenicani perni eiem agnofeert »
& prodigate . : i . £ quel , che maggiormente reca
maraviglia egli è , che quei medefimi, che 1* hanno comentato ,
difendono Platone , dove Aratotele lo danna , e quei > che 1*
hanno feguifato in molte cofe , non folamente 1* hanno contrad*
detto y ma 1* hanno quali infamato . Alberto Magno l’arguifce , Quod
ani- mai Coeli mot or e m facit . San Tomma* fo lo beffa , Quod bine
Mundi eterni- tatem adferuit > illine animarum immor • 4
« . . t alitatevi fili contradixerit . Scoto il fot-
tiliffimo Io. fchernifce , Quod tam in - conflanter de anima
fenferit . E quel , che fommamente notar fi dee egli è , che il
mentovato Alberto Magno, tan- to feguace d’ A ri (lo te le, per lo
dubbio, ch’egli aveva» fe bene, o male avef- fe ragionato , in
quello modo prote- •ftandofi ne’ Tuoi comentarj , conchiu- fe : In
bis nibil.dixi fecundum opimo- nem me am propriam ; fed juxta pofitio
- nes Peripateticorum ; & ideo illos l.au- det , vel
reprebendat , non me . Quindi S. Tommafo fteflò, difcepo- lo
d’Alberto Magno, fi avvalfe nella fua Teologia di quella Filofofìa , e
di .quella morale d’ Ariftotele , che più. purgatamente fu difcefa
in compendio ! da S- Gio. Damafceno , avendo da ef- • & *
% « , v - ^ * W fo prefo un modo, più particolare, e (incero
; e il Campanella afferma , che S. Tommafo . Nullo palio putandum
efl Ariftotelizaffe ; fed tantum Arifìote- lem expofuiffe , ut occurreret
malis per I Arifìotelem illatis. E S. Tommafo me- Digltized
by Google 47 defìmé^iì lamentò molto con altri
Fi- lofofi più giudiciofi del fuo tempo , che gli Arabi, e i
Mori colà nell' Àfri- ca avevan contaminata laFilofofia, e T Opere
tutte d’ Ariftotele , per non faper eglino molto bene di Greco; per
la quai cofa Giovanni Lomejero nel fuo libro della Biblioteca n* avvisò
; Qtiod fi Graca exemplaria corrupta fue - runt , quid de bis
putandum e fi , qua in Lattnum.converfa funt ? Sed melius cum eo a
Slum efi, qtsam cum aliis , . quo* rum opera funditus perierunt , &
ipfe c auffa cxtitit cur multa per irent , qui aliar um gloriam
adfetraxit .. Indi Monfignor Ciampoli chiamolla Filo- fofia Morefca
t Monfignor Minturno Barbarica , e tutti Pagana-. E ben- ché in
«tempo poi dello /cadimento dell* Imperio , e dell; Imperatore Pa-
leologo > venuti alla noftra Italia i Greci filosofanti , e,
fcienziati, forte ri- fiorita; la nobiltà dell’ idioma Greco 9
delle filofofie , e delhaltrd Scienze, ap- prettano! già eStinte* e
tamraerfc coll* ♦* innondatone de* Barberi ; eglino
parò fi manifeftarono gagliardi difenfori del* la Filosofia
Platonica » e particolar. mente il Cardinal BeiTarione Arcivef*
covo di Nicea , e il più dotto tra elfi fai merito di cui tolfe il Papato
laru* fiicità dell* Arcivefcovo Perotti Tuo fa* migliare » e concia
viftaj dicendo in pri* mo luogo contro i Peripatetici , eh* e*
glino .malamente . Conantur Ariftote • lem ex gentili) & infitteli
Apoflolum f& sere . Quoniamfides nojlr * Religionis cum Feripatcticorum
dottrina no» convenite Ne formò molte E pi (loie ; il quale fu poi
feguitato da' maggiori ingegni Italiani» cioè da Marfilio Ficino ,
Gio. Pico della Mirandola , e da altri cat- tolici , e
particolarmente da Niccola di Cufa , e da Pietro Bembo ambe* due
Cardinali ; il quale contro d* Ari* itatele così fclamò: Fovemus
ferpentem inter vifeera noftra . Di maniera che vedeli per lo più
Tempre ofiervata là Platonica t la Democritica , e 1' Epi- curea
Filofofia « e (fendo che fono tut- to \
Digitlzed by Google z. . 49 te uniformi in concedendo
, che gli Ato- mi foflero i primi principi di tutte le co fé
corporee , e che il fovrano bene del piacere non confìtta ne’ diletti
in- degni , e brutali ; ma (blamente nell» animo , e nella
vitaonetta, e tranquil- la della virtù : non come altrimenti voleva
Arittotele , conti* è detto . .Fu notato bensì Epicuro per così dire
pla- giario > avendo pubblicati per fuoi i li- bri degli Atomi
di Democrito, «dan- nata in lui l' opinione della mortalità
dell’anima . Gii altri fuoi fentimenti, per la fua moderazione, e
moralità , fembrarono così giutti , e ragionevoli a Girolamo il
Santo , che propofe a* Crittiani di fuo tempo la lezione de* fuoi
libri ; e da molti fanti Padri eì fu commendato . E San Gregorio
Naziao- zeno, così ne ragiona: jQuis crederete Mode rat us , &
cafìus dum vixit fuìt fi- le , dogma moribui probans. E Sant’Am-.
brogio ancorché più fevero d'ognaltro fanto Padre, e nelle Filofofie più
ri- gido» pur egli ftimò effere più cpmpa* * . D ti*
59 tìbili gli orti d’ Epicuro , che d’ Ari- notele i
portici , come affatto danne- voli non che pericolofì ; perocché
ne* libri degli uffizj al Cri diano apparte- nenti » così n’ avvisò
; Epicuri Hortot tolcrabiliorcs effe Lyceo Arinoteli; . Il che rien
confettato ancora da Lattan- zio » e da Origene contra Cello . Ari*
Jlotelem effe deteriorerà Epicurei / . Que- lla Filofofia adunque d’
Epicuro , o fe altrimenti chiamar fi voglia Democri. tica » vien
molto largamente di vi fata, e comprovata dall* incomparabile Pier
Gattendi > Canonico , e poi Propoflo nella Chiefa di Digne fua patria
, Teo- logo , e profeffore delle Matematiche feienze in Parigi» il
quale fu di pura* e cadiflìma vita , e uno de* più illuftri
ornamenti della Francia» o quali l’ora- colo detto delle lettere del
fecol no- Uro» di cui giudamente dir li potreb- be , eh* egli
intorno alle cofe filofofi- che » e feienze Matematiche ne diede il
giudicio cóme Pittagora , e fpiegol- le come Platone . Indi il volere qui
ri- pe. 5 1 petere , anche in menoma parte
quel* 10 , eh* egli medefimo n’ ha fcritto , farebbe un
ridire miferamente ciò » eh’ egli felicemente ne diffe ; e tanto mag-
giormente , quantochè noi richiede la prefente fcrittura, per edere il
tutto notiflìmo alla Santità' Vostra. An- zi in qualunque altra
occalione che fofle , farebbe un cimentar la propria ftima , ed
acquetarli certamente la rota di temerario , e d’arrogante. Ma da
lecito farne qualche parola , e dir folo > che il Galìendi avendo
apprefo nelle, fcuole la Filofofia d’ Ariftotcle, e da eflo poi
tutti i varj fiftemi degli antichi Filofofanti , per quanto gli fu
permeilo dalla condizione umana » e dal fuo proprio intendimento » e
abi- lità ; volle dopo feguitare , e perfe- zionare quella d’
Epicuro , come piti acconcia , e proporzionata Filofofia d’
ognaltra , ammettendo gli Atomi principi di tutte le cole corporee
; come fende di fe Giacomo) Colonna 11 Vefcovo al
Petrarca: Da Se 5 * Se le
parti del corpo mio diflrutte , E ritornate in atomi > e faville
. Softenendo però , che Dio gli abbia creati , e che Dio
averte lor dato il movimento) e il dirtendimeato , e la figura.
E che il corpo umano, fia di minu- ti ffime particelle coni porto,
leggefine* libri del diritto Civile, e propriamen- te nel Titolo de
judiciis , nella Lege ' Proponebatur , così dicendo A 1 fono Var-
rò, gran Filofofo, e gran Giurcconful- to, e Confole di Roma, Quod fi
quis pittar et , partibut commutati s , aliam rem feri: f ore, ut
ex ejus ratione nos ipfi non idem eflemus , qui abbine anno
fuiffemur, fropterea quod , ut pbilofopbi dicerent , ex quibus
particul'ti mìnimts confliteremus , bue quoti die ex noflro corpore dee e
dere nt, aliaque extrinfecus in earum locum acce* derent.
Ouapropter, cujus rei Jpecies e a- dem confifieret , rem quoque eandem
ef- fe exifìimari &c. Quelta Filofofia è (lata
feguitata / v in Digitized by Google
51 io molte i e quali innumerabili carte- dre dell’ Europa, e
ballerebbe fol di- re, eh* ella non è altrimenti proibita da verun
Pontefice voftro predeceflb- ; re; anziché quali in tutti i luoghi
cat- tolici pubblicamente s* infegna , ù. ap- para , e li profèta .
Sia ancor lecito aggiungere a tante dottrine che li ad- ducono dal
mede fimo G a flcndi , e da altri, per corroboramento di tal Filo-:
fofia, un’ altra autorità di S. Grego.: rio Vefcovo di Nilfa, la primiera
«fé-: dia della Cappadocia, il quale viveva nel quarto fecolo, fecondiamo
di tan- ti e tanti fanti Padri , e Dottori della noftra Chiefa ,
fratello di S. Balilio il grande , e di S» Pietro Vefcovo di Se perocché
egli diffe: Fuit fuhita , urgebat , nova rei fui fa - bat aures . £
finalmente foggiunfe , Che Veritas placet , & vincit . Carte -
fius bene intelleflut, nibsl cont'met ma- li . Onde ravvedutili gli altri
, fi di- chiararono ugualmente Cartefiani . ^Soggiungendo ancora
altriTeologi , che fentimenti di Renato intorno all’efi» ftenza di
Dio fi conformavano con quei medefimi di Sant* Agostino , diftefi
nel librò X. della Trinità > e -propria- merv 5
* mente nel capitolo X. Ed un dotti f- fiimo Padre , di cui
ne lafcia il no- me lo fcrittore della vita di Rena- to , vi
aggiunfe molte altre limili dot- trine > eh’ egli aveva ritrovato in
pro- va delle opinioni di Renato ; in mo- do che ciò fu di gran
gioja.a Rena- to fteflò, in fentire, che i fuoi penile- ri erano
uniformi con quei di Sant’A- goftino , e di Sant'Anfelmo nel libro,
detto Profologio , e d’altri fanti Padri. E per li fentimenti dell' anima
io vi aggiungo Glaudiano Mamerto , uno de’ più celebri fonti Padri,
. che fiori nel quarto fecolo ftefiò della noli ra Chiefa , che
compofc un divinilfimo Trattato dell’anima t in confutando quell’
enormilfimo errore di Faufto , Ve f covo di Rems nella Francia, che
tenea quella falfiffima opinione >xhe nelle creature non vi fia niente
d’ in- corporeo; ma Solamente in Dio . Que- llo Trattato fu
dedicato. a Sidonio Apollinare, amiciflimo di Mamerto; .ed egli è
molto elegantemente, e con foni- 59 fommo
giudicio , e finimmo • ingegno dirtelo , in cui trattanfi le
queftioni metafifi che con ogni chiarezza , e fa- cilità poflibile
in prova dell’immorta- lità dell’ anima in modo che non vi è fiato
chi migliore, di lui ciò abbia comprovato . Fondando egli con ro«
bufiifiitne ragioni, che l’anima operi tutta intera ne’ Tuoi movimenti:
che non fi mova nè verfo l’alto, .-nè ver- fo il baffo , o altrove
; eh* ella non fia nè lunga» nè, larga, nè più alta r eh’ ella non
abbia parti interne , nè efierne ; e eh* ella penfi , ella fenta,
ella immagini , e penetri tutta in tutte le fofianze : eh* ella fia
tutta intendimento , tutta fentimento , tut- ta immaginazione ,
tutta di. qualità» e non altrimenti di quantità; e final- mente ,
che fia immagine di Dio » e confeguentemente incorporea , e im-
mortale. Et quia imago Dei efi , non e fi corpus . E che però cerchi
Tempre Dio , e defideri conofcerlo , non con al- tra immagine di
Divinità, chedelia /ua 6o propria ; e che fola mente
il corpo fi tnifuri per lo fuo di (tendi mento in lunghezza»
larghezza, e profondità , e con altri fomiglianti principi , de*
quali fe la maggior parte fi veggono nelle Meditazioni , e negli altri
libri di Renato » dir fi potrebbe , o che Renato gli abbia stolti
da Mamerto , ò ch’egli abbia avuto un ingegno geo» metrico » giudo
» e uguale a quello di Mamerto . Da tutto ciò adunque fi vede » che
quelli principi di Rena» to fiano gl’ ideili d* un Tanto Padre ,
che fu Mamerto » gran Filofofo , e gr.and* Oratore , il quale fu
giudicato uno de’migliori, e favillimi Padri del- la Chiefa: che
meritò la dima d’ ef- fere tenuto dotto , quanto Girolamo; dedruttore
degli errori , quanto Lat- tanzio ; provatore della verità » quan-
to Agodino; e che fia levato in alto t quanto Uario ; che abbia ancora
fa- vellato , come Grifodomo ; riprefo , come Bafilio ; confortato»
come Gre- gorio/ e che fia dato fertile » come Òro-
« Digitized by Google $t Orofio;
robufto, come Ruffino; nar- ratore, come Eufebio; dettatore, co* me
Eucherio ; declamatore , come Paolino ; e foavitfimo , come Ambro-
gio . Quella adunque nuova Filofofia , o rinnovellata per dir
meglio Filofofia di Renato, è fiata feguitata, e dife- fa dalle
migliori Uniycrfità, e proviti- eie dell'Europa, ed infegnata
pubbli- camente nelle cattedre più rinomate del Mondo ; e i cattolici
fieffi ne fo- no difenfori , non che gli autori , e fer- rar]
ancora , così attefiando il dottif- fimo Sorel ne’ Tuoi libri della
Scienza universale . La dottrina di Momìt Defi cartes oggigiorno è
feguitata in molte , Accademie , e conferenze . V* ha de* Prof e
(fori di Filofofia , che /* infegnano. Molti fe ri appagano piu , che del
- la Filofofia antica . La quale vien con- fermata con pubbliche
(lampe da mol- ti Religiofi , che n’han divifato tanti e tanti
libri che nulla più, approvati da’ loro Superiori , e
fpeciali/fimamen- te Digitized by Google
te ne fono Seguaci nelle cofe più prin- cipali i dottiifimi Padri
Merfenni , e Detei , e Niceron Minimi . IIP. Mai- gnani, e il P.
Barde : T incomparabi- le P. Nicolle , e il P. Malebranche , che
nel fuo libro de inquirenda Verità - te vi pofe tutti i principi , e
tutti le parti della fua Filofofia Opera , che fi potrebbe
appellare ' 1’ ultimo sforzo dell’ ingegno umano ; ed altri Padri
dell* Oratorio di Parigi , i quali furo- no ancora amiciffimi di Renato,
e fo- pra ognaltro affezionati (fimo , e mol- to famigliare di lui
, e della fua JFilo- _ rf * fofa feguace, A ntonio Arnaldo uno de»
maggiori Teologi della Sorbona , e che M per la fublimità del fuo
ingegno , ed eccellenza della fua dottrina , fi può - £ /giustamente
chiamare l’Aquila degl* ingegni, lo Splendore dell’età noftra, e il
più gagliardo foftenitore della fe- ‘uWw^r^de Contro il Calvinifmo ; il
quale col __ . , , ~fuo libro della perpetuità della fede, in
~ * cui con robufte ragioni , e con eloquen- za veramente
Grifciana ha fondata 1* eli* J
Digltized by Google e fi (lenza reale di Cri (lo nella
fantini** ma Eucaristia , e poi con altri volu- mi , autorizzando
colle fentenze de* fanti Padri e Greci, e Latini di feco- lo in
fecolo, e della Chiefa Orientale ancora , che fervirono di ri fpofta al
li- bro di Monsù Claudio , Minirtro di Charenton , approvati da
tutti gli Ar- ci vefcovi , Vefcovi * e Curati della Francia > e
da altri Teologi , e Dotto- ri della Sorbona ; ha dato tal confu-
sone a'Calvinirti , colla lezione di quel* lo , che molti d’elfi
illuminati , fi fo- no uniti alla nortra Chiefa , come il Vefcovo
della Roccella , uno degli ap- provatoti fuddetti l’attefta: e per
tan- ti altri libri , che quali ogn’ anno di fua vita ha dato alle
(lampe , fe ne va carco di gloria , e d* anni con quella folitudine
, propria d* un let- terato in Olanda , dove gran tem- po menò la
fua vita ugualmente Renato , con rifiuto magnanimo delle cofe del
Mondo . Parimen- te furono di Renato amorevoli il Car-
I «4 , Cardinal de Bagne , e il Cardinal
di Ecrè, e il Cardinal Berul , e il Car- dinal Barberino* quando ei
fu Lega» to alla Francia * il quale tanto fu a- mantiflìmo delle
cofe dell’anima > che non per altro . pare * eh* egli avelie
trasportato dall’ idioma Greco al no* Uro Italiano la vita di Marco
Aure* lio Antonino Imperadore , eh* ei def* crifle di fe fteflb a
fa fteffo * fé non per dedicarlo all’ anima fua , come Specchio
veramente, e dottrina , quel libro* delle cofe morali * che ponde-
rar fi debbono dall* uomo ; perciocché tutte le cofe di quaggiù, anche in
ai- tiamo grado confiderate * fvampano in nulla . Fu protetta » e
difefa anco* ra quefta Filofofia da tutti i Principi* e potentati ftelfi
d* Europa } e partico- larmente dal Re di Francia* che grati- ficò
di due penfioni Renato* e dalla Re- gina di Svezia * in cafa di cui egli
mo- ri * ed ella in grembo della Chiefa ; coftà venuta , e fatta
cattolica per o- pera fola d’un folo Renato * com’ el- la
65 la fteffa afferma in fua lettera , che fi
legge nella vira del medefimo; l’auto- re della quale narra ancora , che
la iua maniera di parlare della Religio- ne fece convertire alla
noftra. Chiefa il Marefciallo di Torrena , un Ateo , e due
Proiettanti; e dalla Principcfla Ehfabetta r fu nomato il refugio
de’ cattolici di Olanda , ed al medefimo furono celebrati i
funerali con aflìften- za di molti Prelati, e delì’Ambafcia. tore
di Francia -, e d* altri perfonaggi illuftri t ed Ecclefiattici , e fu
compian- to con funeftiffime Orazioni, e lugu- bri apparati dalle
migliori Accademie, a cui ugualmente furono rizzati più e. pitafj e
maufolei, ed impreffe medaglie in memoria della fua pietà , e dottrina
. - Ed ancorché i Padri Gefuiti , i quali poffono dar norma, ed
efemplo per la loro dottrina , e - fantità di coftumi , abbiano,
particolare infti- tuto , e regola di feguitare affolu- tamente .la
. Filofofia d’ Ariftotele ; il che vien riferito ancora da uno
E fcrit- 66 fcrittore , così dicendo : Apud
Jefuitas ie gibus fauci curii e fi , neminem in Pbilo - fopbia
prater Ariftotehm [equi , qua caufja e(ì, cur rnjtltt Ortbodoxi non
alia de c auffa Pbilofopbiam rimentur , quam qmd abfque ea non
poffe cum Jefuitis rette difputari ; nulladimeno vedefi , che molti
d’ elfi di celebre .fama , e d’ una vita efemplare , non fedamente
la FUofofia.Ariftotelica hanno trala. fciata, ma quella novella forma
difi- lofofare hanno abbracciata , come fo- no il P. Fabbri , • il
P. Cafati , ' il P. Grimaldi, il P Lana, il P. Pardies » e il P.
Bartoli . La qual cofa li olTer- va per lo modo di filofofare ,
fpiegan- do gli effetti della natura per mezzo delle particelle,
eh’ eglino -han tenu- to ne’ loro libri già pubblicati alle (lam-
pe , le quali non altrimenti permettonli fe non coll’ approvazioni
d’altri Padri, , a ciò deflinati dal medefitno lor P. Generale, o
Provinciale . Il P. Char- let , ugualmente Gefuita , che fu affi-
ttente Francefe del P. Generale della Com- Digltized by
i 6 > Compagnia, e milfionario nell’Attjefi*
ca, non fu egli amico , protettoref^é direttore di Renato? 1} rJ*>j
Giacomo* Dinet ^Provinciale nella Francia,:^* conf flore di
Lodovico XIII. e di Lo-: dovico XI V. non fu affezionato di Re--
nato raedefimo ? Ilr:P.:Braudin firnil-j mente Gefuita, benché una volta,
gli? avelie contraddetto » e riprovate lo, Meditazioni , non fu
egli medefimo £> che ravvedutoli, fi riconciliò con Re» nato
IfelTo per mezzo del medefimo P.; Dinet ? Il P. Atanafio Kircher
preoc-' cupato una volta dall’odio contro Re-» nato, non procacciò
poi la fua amici» zia, e corrifpondenza èri! P. Miland ugualmente
Gefuita, non fu feguace della Filofofia. di Renato, riducendo; in
compendio le di lui Meditazioni , ed in metodo Scolallico per infegnarle
a’ fuoi difcepoli ? Anzi quello medefimo Padre prima di partire per
1* America, volle oflequiofamente , e con particó* lar fentimento
dar. 1* ultimo addio: a Renato fuo amiciflìmc , quali che in
£ 2 tal 68 ' tal dipartenza non fendile altro
cor- doglio, che di lafciar Renato , non già i Tuoi compagni , i
parenti , e la patria fteffa. Il P. Stefano' Noe! non fu egli
parziali (fimo di Renato, e fat- to Rettore del Collegio di Chiaramon-'
te a Parigi , non dedicò i due fuoi li- bri di Filìca a Renato ,
conformandoli co’ fentimenti del medefimo ? Pren- dendo ancor egli
la difefa contro Paf- cale per l’opinione toccante il Vacuo.
IlP.Vatier, parimente Gefuita , non fu egli fettario di Renato , ed
appro- vante delle maniere di fpiegare il fa- crofanto mifterio
della Santilfima Eu- cariftia, fecondo i fuoi principi, e ra-
gioni? Il P.Grandamy gli fu finalmen- te amiciflirao i II P. Francò , il
P# Fournier furono tanto amici di lui , che gli dedicarono i loro
libri-. Il P. Fonfeca, benché Portoghefe , e il P. Ciermans
Fiamingo , ma ugualmente Gefuiti, fecero un elogio alla Metafi-
lica del medefimo . In fomma tutti i ' Padri-Gefuiti de’ Collegi della
Fran- i eia Digltized by Google 69
eia furonoapprovatori , e fettatori della filofòfia di Renato, co’
quali egli ebbe una continua corrifpondenza , e vicen- devoi
commercio di lettere ; e della Tua vita ne' due libri ultimamente
pubbli- cati. Ed ancorché pochi anni fono ilP. Rapini , Umilmente
Gefuita fi fia al- quanto allontanato da’fentimenti di Re- nato ,
dicendo egli molte cofe contra lui, ie quali quanto fian meritevoli di
rifpo- ila lo dican gli altri , noi comportando la prefente
Scrittura ; nulladimeno il xnedefimoP Rapini, parlando egli pri- 3
fiieramente del Cavalier Digby,eflerfi egli tròppo attratto nel fuo
Trattato dell* immortalità dell'anima , così di .Renato favella :
Le Meditazioni Meta « .fifiche del Defcartes hanno avuto della re.
f> ut azione j perch'egli s'interna più che al - .trinci midollo di
quefte materie. Soggiun- gendo a quefte parole l’autor della vita
di Renato . Senza eccettuarne t Gefuiti Suarez , e Fonfeca , de* quali
prima egli aveva parlato, e che p affano per i migliori, e più
profondi Met affici delle Scuole . • E 3 Ag-
Aggiungendoli ancora , che-veden* do le Univerlìtà Protettami di
Bafilea e d* Olanda effer pur troppo pregi udi- ziale la Filofofia
di Renato al Calvi* nifmo, Il concitarono tanto contro Re* .
nato , che non contenti di fori vere con- tro la fua dottrinargli
ordirono anco- ra contro la per fona molte calunnie, in modo che
GisbertoVoezio Miniftro d* Utrecht , per avergli oppofto con malignità
il Ir r» V
► * { t >
t ì | * *
t .ì r • — 74 tìamo le vivande
fenza penfarci , dice il dottiffimo Boezio , noi refpiriamo
dormendo fenza ciò considerare, e tan- to meno faper fi, pofTono 1* altre
cofe naturali , e celefti . Jacent ( ne laSciò fcritto Cicerone )
ita omnia crajjts oc» calta , & circumfufa tenebris , ut nul-
la acies bumani ingenti tanta fit , qua penetrare . in coelum , &
terram intrare pofjit i Corpora noftra non novimus , qui fit fitus
partium , quam vim unaquaque pars , babeat ignoramus . L’Angelo del-
le Scuole manifestandone la ragione nella fua Somma, così favella :
Quia ratio bumana in rebus bumani s ejl multum ■ defciens , cujus
fignum ejl , quia Pbilo/o- pbi de rebus bumanis naturali invejìi-
gatione perfcrutantes in multis errave • runt , & / ibi ipftt
contraria \fenferunt .. Il che Similmente avea detto Crifo. Homo ;
Hi ipji , qui ad omnem pom- pam de Pbilofopbia gloriantur, multos ,
& plurimos de eifdem cauffts fcribentes libros , non modo fimpliciter
difcepta- rmt t fed ttiam ftbi contraria pleraque ' di »
X 1S dixerunt . Quindi Sant’ Agoflino
fteflb, delle cole Metafifiche ragionando, con* figliò : Noli
qu^rere quid fit Veritas % fiatim entra fé' oppone nt calìgine! imagi
• num corporalium , & " nubila ■ pban t af- ta at a ,
& pertutbabunt ferenitatem t qua primo iftu diluxit tìbi , ut
dìce- rem Veritas . • Non perchè quella non vi lìa ; ma perchè di
quella capaci non fu- mo , dille il medelimo ! Cicerone . Ve- ri
effe al'tquìd non negamut , pertipi pof- fe negamus : E altrove : Non
enim fu- mar ii , quibus nihil verum effe videtur ; fed qui omnibus
veris fai fa quidam a- djunSla effe dicamus tanta fimilitudi - ne y
ut nulla inftt certa judicandi , & difcernendi nota . £ quella è la
cagio- ne , per ria- quale tanto fi lamentava A gofiinò medelimo
dell* ignoranza u- •mana. QUomodo hoc fcio, quando quid fit tempus
nefcioì-An forte ne feto que- madmodum- die am quod fcio ? Hei mi-
bi , qui nefcio faltem '-quod nefeiam ! Come Plinio parimente compaifionan*
do tutto l’uomo , ftimollo in ciò piò mi*
L 9 f »
' 1 $ i an incredibili celeritate
vol- vatur : quanta fit terra crajjitudo , aut qtitbus fundamentis
librata > & ( ufpen - fit . £' volere ciò difputare, e con-
ghietturare Lattanzio il medefimo di- ce , non e (Ter altro , che
difeorrere , e giudicare di cofe fatte in remotifiime parti non mai
da noi vedute , o fapu- te . Quindi il medefimo Lattanzio- , così
ragionando , il fuo difcorfo con- chiude : Si nobis in ea re
feientiam vendicemus , qua non potejl feirì , non- ne infanire
videamur , qui id affirmare audeamus , *» quo revinci po/Jimus ?
Quanto, magis , qui natura Ha , qua jet* ri ab bomine non poQunt , /city
/>«- , furìofi , dementefque funt ju di- cati di ? £ A rnobio
così ; X?*»*/ incerta r fuf- penfa ; magìfque omnia verifimilia ,
quam vera , Minuzio Felice dille , Indi il Poeta .j
In- 8 $ Incerta bac ft tu poflules '
Battone certa facere nihilo plus ■ 1 agas > Quam ft
des operata , ut cum ra- • tione infantai . £d in
confermamento di ciò , fs noi riguardar vogliamo a quel, che n’han
giudicato i medelimi , e i primi fetta- tori delle Filofofie, ritroveremo
, eh’ eglino fteffi han detto > aver fondato il filofofare fu i
principi dell’ ignoran- za medefima, comen’avvifà Arnobio fteflo .
Ipft denique principe t & feti a- rum patres , nonne ipfa e a , qua
dicunt , fuit eredita fufpicionibus dicunt* Zeno- ne, e tutti gli
Stoici negarono 1’ opi- nazioni ftefle .• Opinar i entra , te feire
, quod nefeias , non ejl fapientis , fed te- mer a rii potius , ac
fluiti . Socrate , Quod neque feiri quicquam poteft, nec opinati
oportet . Adunque Tota Pbilo- fophia fublata efl , difle Lattanzio.
Ariftotele fteffo ne’ libri della Metafi- sica così ; De bis- enìm
omnibus non mo- ** ’ Fi do \ 84 do
invenire veritatem difficile ejl , verune ncque bene ratione dubitare
facile ejl . Gli Accademici contro a’ Filici, Nul- la m effe
fcientiam , ed ogni cola proba- bile . Democrito , che la verità
delle fcienze ftia nell’- abiflò nafcolta . Arce- fila ( narra
Epifanio ) nomato il mae- ftro dell’ignoranza da Lattanzio ftef- fo
, niente doverli affermare di certo , negando all’ uomo la fcienza ,
riponen- dola lolo in Dio , e Dio ftelfo Non nifi ignorando fcire
pojftmus Là onde Cice- rone così tutto il fuo detto fiabililce :
Arcefilas ftbì otnne certamen inftituit , non pertinacia , aut fludìo
vincendi , ut mihì quidem videtur , fed earum tettine ohfcuritate ,
qtu ad confejjionem ignora- tionif adduxerant Socra tem , & velutì
a- mantes Socratem, Democrìtum , Anaxa- goram , Empedoclem , orane
s pane vele- rei ; qui nìbil cognofci , nihil per dpi , ni- hil
fciri pofje dixerunt : angttjlos fenfus , imbecillos animoiy brevia
curricula vita t & y ut Democritus , in profundo verita- tem
effe demerfam; opinicnibus , & injìi - tu- S
J Digitized by Google 8 5 tutìs ornata
teneri : . nìhil ■ ventati reità* qui : deinceps omnia tenebri! circttmf
ti- fa effe dixerunt . £ della varietà di tan- te opinioni , dell*
incertezza delle fa- enze y e della moltitudine di tanti Fi- losofi
giudiciofiffi ma pirico così ne ragiona : Ita etiam in' hunc mundum
, velati in quamdamma - i gnam domum , accefjìt multitudo Pbi -
lofophorum t ad quarendam veritatem , quam qui acceperit e fi veriftmile
e am non credere , quod reEìe conjecerit . li quidem certe non
dicit ejse \aliquid , quod judicetur verità! , propterea quod 4 in
eorum ,r qua funt natura , nìhil pef- ftt comprebendi . Il che vien
confermato ancora da Galeno, così dicendo: Scien- tiam neque apud
Pbilofophoi , prafertim dum rerum naturam perfcrutantur , in-
ventai . Ammonio tanto fettario d’ A- riftotele fteffo n’allega la
ragione: Quia diverfitate opinionum, diverfo modo rei ef- fe verni
velf alfa! : quoniam autem opinio- ne ihominum varine funt ,& incerta
, ideo fcientiat quoque e] se variai , & incerta!, ac F l
prò - 86 proinde nuìlam effe rerum eertam f, eie
». tiam , & veritatem. Avendo ciafcuno il fuo fenfo , e la fua
fantafia a parte, perchè , come fi dice , quanti uomini, tanti
pareri: m Mille homìnum fpecies , & rerum
difcolor ufus . Per la qual cofa è egli moltd virifimi- le,
che ognuno dipenda dalle fue fan- tafìe, ed opinioni , Cum fit ftngulis
o- pinio affluxus diffe Empirico fletto; di qui viene , che
Eraclito nominava O- pìnìonem facrum morbum . Quella è quella ,
dalla quale fìam tocchi , e non dalle co fe medefìme, la quale di.
- pende dalle prevenzioni , ed anticipa- zioni della mente , Sua
cuique cum (tt animi cogitatio , colorque prior . Come ancora per
la flima fuperiore al meri- to , eh’ ognuno fa di fe flefTo *
cagio- natagli dall’ amor proprio, eh’ è il più cieco, ed il più
violento d’ognalero,, a niuno ceder volendo : Pbilautia enim ejl
omnium amorum violentiffìmus , cete- .. * ToJ- i
Digitized by Google *7 rofque fuperat ; vien
fempremai a darli cieco , ed imperfetto il giudicio . A - mor ,
ftcut odium , ventati! judicium nefcit , ditte Bernardo il Santo. E
1* uomo non ha altro di proprio, che il mentire, e *1 peccare .
Nemo enìmba v het de fuo y nifi mendacium , & pecca - tum . Per
la qual cola , torno a dire con Lattanzio fteffo: dov’eglièla Fi-
lofofia? O coll'autore de’ cinque Dia- loghi , della Filofofia fletta
parlando : Non e fi enìm de terminisi fed de tota profefftone
coment io . Cioè, che non vi fia affatto certa , e determinata
Filo- fotta, anche Propter natuv alerti borni - num ad
difjentiendum facilitatem . Re- nato medefimo per primo principio
nelle fue Meditazioni non pone egli 1’ averli Tempre a dubitare nelle
co- fe filofofiche? In modo eh’ e’ con mo* deftiflima protefiazione
la Tua Filo- fotta dirtele , confettando egli . dì fe fletto nella
IV. Meditazione così . Cum enìm jam feiam naturam me am effe vai -
di tnfirmam , & limitatam . Ed etten* F 4 do-
88 dogli (lato una volta afpra, ed acerba- mente jfcritto contro
da un Padre Ge- fuita , di cui virtuofameate non volle palefare il
nome alle (lampe , fé ne la- mentò benignamente in una lettera ,
che fcriffe al P. Dinet Tuo amico , ri- chiedendogli , ch’ei tro valle il
modo, acciò gli fi notificaflero gli errori , per emendargli , così
dicendo-; Nibil enim inibì cptatius efl , cjuam vel opinionum
mearum certitudinem experiri , fi forte a magni! viris ex aminata nulla
ex parte falfa rsperiantur , vel faltem errorum admoneri , ut ìpfos
emendem . Come di (e (teffo Agoftioo il Santo : Si ahquid vel
incautius , vel tndoSìius a me pofitum , ab aliis merito reprebenderetur
, necm't- randum e fi , nec dolendum ; fed pottus ì- gnofcendum ,
atque gratulandum , non quia errai um eft ; fed quia improbatum. E
pure quello Padre non aveva lette, nè vedute l’opere di Renato ; così
egli fcrivendo nella medefi ma lettera: Etfi enim mibi valde
indignum videretur , hominem Rtligìofum , cum quo nulla
n *9 mibt unquam inìmìcitia , nee quidem notitia
intercejjerat , tam . publice t tam aperte , tam infolenter de me ma
• le dixìfje , nibilque aìiud balere excu « f atlanti , . quota
quod diceret , fe Dif* fertationem meam de Metbodo non le*
gip-- \ • £ tutto quello perchè ben Sapeva non eflervi
certo filtema di Filofofia, che l’uomo Scuramente Seguitar do* vede
; elfendo ella in tante fette di- vifa j che Varrone fin da* Suoi
tem- pi ducento ottantotto ne conta , e Temiftio trecento: onde
Sant’Ambro- gio gridò: lnter bas diffenfiones , qu& veri potejl
effe affina t io ? £ Lattanzio ugualmente così : In qua ponimus ve*
ritatem ? In omnibus certe non potejl Or che direbbero Ambrogio, e
Lat- tanzio Hello fe foffero a* tempi no- ftri , ; vedendoli in
maggior numero Sopraggiunte , ecrelciute ? E quella fra Religiofi
(ledi , dalla Chiefa non con- traddetta , quella io dico sì fiera , e
da non mai rappattumarli , e quietarli tra Tom-
9 . „ . . Tommifti» e Scotifti , Nominali , Re- alifti,
ed altri, e tutti Ariftotelici , a fembianza degli Arabi , de* Greci ,
e Latini , i quali eran difcordi in fegui- re , ed interpetrare 1’
opinioni del me> delimo Arinotele, come rapporta Pi- to della
Mirandola . Per la qual .cola Teodoreto fin da* Tuoi tempi fciamò :
In litibus omne fiuditim , ornai s nibiì denique de quo univerfi
una men- te , ac voce confentiant . £ San Bafilio di quei , che
furon tenuti i primi Savj della Grecia, dice non efiervi nè an- che
una fola ragione ferma, e collan- te . Nee fola quidem ratio , apud Gr
ita ut eos refel- lere nibil fit negotii , cum illi propria
dogmatibus evertendo fujficiant. E Teo- > doreto (ledo in quella
maniera favel» la : Et Ht fiorici, & Pbilofopbi , & Po~ età
tum de anima , tum de corpore , tum de bominis genitura , & confiit
ut io- ne inter fe litem exercent , dum olii qttidem bac » alti
vero illa pr a ferunt , alti rurfus & bis & - illis contrariam
o- pinionem adducunt , neque enim verità- tìs dicentes fiudio ,
& defiderio teneban- tur ; fed inani gloriola » & ambitioni
fervientes, ex quo fané faBum efi, ut in errores multo: inciderint . Per
la qual cofa in quella maniera n’avvisò Minu- zzo Felice : Itaque
indignandum omni- bus y indolofcendumque efi , audere quof- dam
certum aliquid de fumma rerum , ac majeftate decernere » de qua ab
o- mnibus faculis feftarum plurimarum uf- que adbuc ipfa
Pbilofopbia deliberat * Ed i t Ed allora
» che le Filofofie de’Greci in* cominciarono a comparire al cielo
Ro- mano, i Romani ftelfi non s’appiglia* rono a veruna d’cfle,
foggi ungendo Ci- cerone , perchè non eran sì balli gl’ in- gegni
Romani , che avelfero a foggia* cere alle altrui difcipline ; perocché
Ro- ma t che aveva trionfato nell* armi , non comportava farli
fervile alle lette* re : anzi i Romani ftelfi non fi manife*
fìarono giammai fettatori d* alcuna Fi- losofia, ed i Nobili li
guardavano, co* me da una pelle , di non efl'er tenuti tali ;
perchè certi , che avevano prò* felfato la fetta Stoica , come Bruto
, e Caffio ; Aruleno , e Sorano ; Sene* ca, e Trafea , ed altri
erano tutti mal capitati , come macchinatori di congiu- re > quantunque
Seneca flelTo avelie altrimente prote flato in una delle fue .Epi
Itole , dicendo : Non me cu'tquam mancipavi , nttllius nomen fero ,
multum magnorum ingenio virorum tribuo , ali - quid et fi meo
vindico . Onde lubito che alcuno attendeva alla Filofofia, ca-
, 93 deva nell* ifteflo fofpetto , come di (Te
Tacito di Agricola fuo focero . E a 'tem- pi notòri dal Re di
Francia con un fuo arrefio delli d’Ottobre 1668. fu proibito a
tutti i fuoi fudditi di chia- marli l’un l’ altro fettario > e
fpecial* mente Gianfenitòa. I fanti Padri me- defimi avvertirono
non dover elfere fettario 1 * uomo , e fra gli altri Cle- mente 1’
Aleffandrino > così dicendo : Praterea non particularìs fefia efi
eli- genda , [ed quidquìd omnes reile dixe - runt Stoici ,
Platonici , Epicurei > Ariflo- telici . Hoc totum [eie Slum dico
Pbilofo- pbiam. E Sant’Agoftino nel libro deh le Confezioni, diffe,
Non iftam , a ut illam feti am , [ed ipfam , quacumque ef- jet ,
fapientiam diligebam > q vare barn , & ampie Sì ebar , Quindi San
Tommalo ne’ fuoi Opufcoli infegnò con Agotòino medefimo , Non effe
adfentiendum alieni Pbilofopbo in fcbola Cbriftiana , [ed ex
omnibus decerpendum^quodreiìe dixerint. E fra moderni filofofanti Pietro
Petito afferma nelle Differtazioni , che fece in-
Digitized by Google f »♦ incorno
alla Filofofia ftelfa di Cartellò , doverli notare d’arroganza colui,
che* preflumcr voglia d’ alfentire più ad u- na fetta, che ad
un’altra , la ragione egli rendendo : Ne uni precipue inba- rentes
, in alias fotte me Hot e s , iniqui, & contumeliofi viderentur . Ed
ancora quell’ altra» perchè non puote perfo- na veruna, benché a
tutt’ uomo vi s* applicale , apparare , e farli capace di tutte;
conciolfiecofachè non potreb- be darne retto giudicio , lodando più
una , che un’ altra Filofofia . Omnium ( die’ egli ) fetta rum fieri
perfette pe- ritum , humanum piane captum exce- dit . E a fen lenza
d’ Euripide .* Unus non omnia vìdet . E Galeno così : Dif- ficile
effe , ut qui homo fit , non in multis peccet , quadam videlìcet
peni- tus ignorando , quadam vero male in- dicando , & quadam
tandem negligen- tius fcriptis tradendo . E quando vo- glia alcuno
vantarli di fapere , appet- to di quel , che non fa , egli è nul-
la , dille Temiltio . Ea , qua novimuty por- I
i Digitized by Google 9 $ por t
ione minima contìnentur , fi .colla* ta, & comparata bis fuerint ,
qua igne* ramus. E Paganino Gaudenzio Teolo- go , e Protonotario A
poftolico nel Li- bro degli errori delle Sette , parlando egli
delle Scuole di Zenone) di Plato- ne , di Democrito , e d’ Arinotele
, così n* avvisò : Illusi quoque colligendum, in iis , in quibus
nobis Cbnfiianis diffi- derà licet > non effe exploratam verità
* tem. Magna nobis fas e fi uti liberiate extra illa , qua arcem Re
ligio ni s non refpidunt , ut defendamus , quod nobis probabilius
videretur. , Ora egli è vero , com’ è verini- mo, che quei
medefimi tanto fegua- ci d’ Arinotele fono gli autori , oppu- re
gli approvatoti neflì dell* opinione probabile nelle cofe Morali ,
ammet- tendola per lo parere di due , ed an- che alle volte d’un
folo Teologo, dot- to , e dabbene ; perchè nella Èilofofia non
ammettono ugualmente la proba- bilità per tanti, e tanti gravifiimi au-
- tori, e Teologi , e fanti Padri medeli- mi.
9 t mi , dove ancora vi è la libertà di file* fofare ,
fecondo Ariftotele fteffo ? Per- chè concedere la probabilità nelle
co- fe Morali, e poi nelle Fifiche negarla? Perchè amettere la
probabilità in quel- le co fe, che riguardano i precetti del
Decalogo, e di Cri Ilo, e poi contrad- dirla nelle Filofofie , così
incerte , e dubbiofe? Perchè approvar , per co- sì dire, la libertà
di teologare, e poi oppugnare la libertà nel filofofare ? In-
trodurre il probabile nelle cofe fpiri- tuali, l’improbabile nelle
feienze uma- ne : magnifiche opinioni nel mefiiere dell’ anima,
Gretti cancelli nell* ope- razioni dell’intelletto, argomenti nel-
la Morale, freno agl’ingegni : fetenza nelle confcienze, confidenza nelle
fet- enze : ed in un motto , Accademici nella ^Teologia, Dogmatici
nelle Filo- fofie : Filofofi nella Teologia , e nella Filosofia
Teologi? Di qui neceffariamente nefegueper forza de’ loro
argomenti medefimi , o che neghino affatto la probabilità nel-
le 97 ' le co fé Morali , o feguitandola , la
con- fe(fino .lunga certamente s’ in- gannerebbe , perocché
eflendo.fi dopo tante fette fcòvérro, -nuove' delle, nuo- vi
pianeti , ed altri fenomeni,: e tane* altre cofe, e quali :un nuovo Mondo
* par eh’ egli era d’uopo di nuova Filo- fofia per inveli igarle ,
non badando 1* antiche, per le quali torno 3 dire con Seneca dedo ,
Multum adhuc re fìat 0- - pe- / Digltized
by Google IOf perii, multumque refìabit ; nec ulti
noi to pofl mille facula pracludetur oc c a fio aliquid adbuc
adjiciendi . E altrove c Veniet tempus i quo po/leri nojìri tam a+
perta noi nefcìffe mirentur . Plotino predo Teodoreto così : Multa ,
qua nobis 'ohm latebant , ipfa die i invenie tJ Ed il
Poeta: • v . * • Multa dies 9 tabilii
avi f 4 k • • t * Rettulit in melius • 4 *
# « * • 0 t • • » • * ' ,» * » t E noi fopravanzando in
due mila anni d’ efperienza , fiam piuttofto fuperio- ri . . Indi
Cicerone tteflò fin da* Tuoi tempi vantava d* efferfi la fua
etàl.u- gualmente fatta fuperiore nell’ arti, e nelle» feienze ,
perchè più finamente refe migliori , e perfette , come ugual- mente
de’fuoi tempi affermò Tacito .• Nec omnia apud priores meliora ,
fed nojira quoque atas multa laudit > . & art tu m imìtanda
pofleris . £ che i Mo- derni abbiano trapaflato , e fopraftat- to
gli Antichi > egli è chiaro per tanti G 3 fpe-
variufque lai or ma- I 102 . fperimenti ,
e. nuovi inftrumenti per elfi fatti nelle celebri Accademie di
Firenze, della Fraocia , della Germa- nia, dell’Inghilterra , di Lipfia ,
ed al- trove ; come ancora per molti libri ciò fi comprova ,• e
particolarmente per quelli delPerhault nel paragone tragli Antichi,
e i Moderni; e del.P. Rapi- ni nella comparazione de’ medefimi %
, * * i « V * * ' * . | * * dottilfimi in vero , ed eloquenti
Ili mi fcrittori . Quelle fono le parole del me* defimo P’
Malebranche : Si quis Ari- jìoteiem , & Platonem taf allibite s fui
([e crederet , tum ih folis dumtaxat intei « ligendis merito •
forte incumberet , [ed quii id credat , cui faltem mens jana fuerit
? quin ratio noe monet ìpfos no- vi s Pbilofopbis inferiore s effe ,
quippe bis mille annorum , quo tempori s fpatio silos Pbilofophos
fuperamus , experien- ti a nos efficere debuit pe/tticres . E più
nobilmente da Renato {ledo in quella maniera : Non eft quod anti-
quis multum. tribuamus propter antiqui- tatem , (ed nos ■ potius jis
antìquiores .... di- Digitized by Google 10
$ dìcendi ; jam en'rn fenior e fi mundus t quatti tutte »
major emque babemus rerum experientiam . Il che fu detto fi foll-
mente prima dal P. Antonio Pofle- vini dottillimo , ed eruditismo
Ge« fuita - \Quamobrem fi diutius vtxijjet Anftotekt , vel fi jam
revwifceret pofl tot fxcttla » quibtts ali £ res innumera t ac
propemodum alter orbis emerfit , mul- ta effet correSìurus , quia
contraria not experimur . Ed anche fulle feene dal latiniStno
Comico . • r- I Res y tetas , ufus » aliqtiid
adpor- ' ; tet novi y Aliquid admoneat , ut qu quos
varia de parte Ventai éff anditi- non cernant , propte>ea quod
uni fefe Arinoteli non dediderunt fnodo y fed adeo devoverunt , ut fi fue
- rit opus , prò dogmatibus ejus tuendit in fierrum , fiammamque
ruaUt;' in cu - jus Pbilofopbia fi quafdam opinione s pra- va!
conce perù ut $ ut iffum , fi furgeret e a defiomacbaturum putem &c.
-E vicn confermato ancora dal medesimo So- rel , così dicendo .*
Noi ci' prete jìia- mo di voler men male ad Arinote- le , che agli
'Arifiot elici . ; JZjfi fono guelfi , che ofiinatamente #* oppongono
a cofe > ch’egli , fe vive (fé riceverebbe con piacere , per
far profitto de' nuovi lumi , che ai .Mondo comparir vedreb- be. Lamentandoli
ancora il medefimo P. Malebranche , che li ut piar imam, qui
adverfus quafdam Pbilofopbia veri - ’tates : ree e ns ‘ compertas
pertinacia s ob- firepunt , quibufdam innovatìonibus in Tbeologia
detefiandis, pertinacia! a db at- tere 1 & indulgere videntur-.
Quando i fe- Digltized by Google iò
5 i feguaci fteflì d” Ariftotel® , Ammo- nio dico» e
Simplicio» : antichilfimi au- tori, avvertirono non dover effere
gl» Interpetri ^cogì attaccati a’fentimenti delmedefimò» cornei ex
tripode pro- nunziati, e tanto meno , come fetta- rj fcguirgti .
Ammonio così: Horum . vero explanatcr debet ; neque per bene -
volentiam afiruere conari ea , qua per - per am funt ditta , ac velati a
tripode ea recipere t fed fuum ìpftus adferre dicium . Simplicio in
quell’ altra ma- niera : Dignum autem Ariftotelicorum fcriptorum
expofetorem oportet , non ef- fe vacuum undequaque magnitudine il-
lius mentis . Oportet quoque judicium babere fwcerum^ jut neque ea , que
re- tte ditta funt , malo more fufcipiendo , invalida ofiendat ,
neque ft quid ani- madverftone indigeat , omni contentane
inculpabilia moneret , velati in Pbilofo- pbi fettam fe fe infcripfe/tt
• Anzi infra i Giureconfulti ancora , i quali a guifa di
Filofofanti fi divife- ro ugualmente in fette , chiamandole
Tul- v ioS Tullio Famtlias
diffentìentet ; legge fi, ch’eglino non erano cosi pertinaci in
feguire le loro fette , che liberamen- te non dicefiero i loro proprj
lenti- menti , ed alle volte a quei della con- traria fcuola non
aderifiero , come fi vede praticato tra Capitone , e La- beone >
i quali furono i primi fetta- tori affatto contrari fotto Auguflo
,* e fotto Vefpafiano , ancorché vi folle quella de' Proculejani ,
e Pegafiani , e l’altra de’Sabiniani, e Caffiani, af- fai più
contrarie fra efiò loro , perchè quei 1’ Aritmetica proporzione, e
quc- fti la Geometrica feguitavano, gli uni Stoici , e gli altri
Accademici elfendo; nulladimeno fu riguardevole la loro modeflia in
non aderire tanto fervil- jnente alle loro famiglie , che volle la
loro modejflia avellerò apportato freno alla libertà delle loro
opinioni. Matiifejia futi , & confpicua vtterum
Jurifconfultorum mode fi a y quod non ita nec certa alicujus feSìa
opinionibus, nec futi quoque peculiaribus fententiis inh il
quale ragionando di Cello; contrario alla fetta di Jabo* leno ,
fotto Adriano > e Antonino Pio f così loggiunge : Et fané videtur
bh Celfus non adeo partium fiudiis addiSlut fuiffe ; • quintino
Uberrima voluntate in utraque verfatut barefi , & qua ( ibi ad
palatum fuere , nullo babito feSìa fua refpetlu [elegiffe . E in
ritornando al medefimo Arinotele , leggeli nell’ O- pere di effo
lui, ch’egli non prelume- va tanto di fe , che altri onninamen-
tefeguitar lo doveffe. Nec alìud ( dif- fe un autore ) noi docet
Arìftoteles * quam quod etiam docuerat Plato : ni» mirum fe ipfum
refutare. Dicendo dife quello medelimo autore. Omne equidem genus
Pbilofopbia peragravi , nulli acqui e f- co, & quamvis ex pr : mis
fludkrum rudimen- ti! , Peripatetici , Stoici , aut Ac aderitici
audivimus, pofiremotamen fapientijjimum quem-
IO? f uemque Scepticam faSlum , tanquam ffanum aliquem in
fetenti* campii in - gredientem video . E chi fece la nota al libro
del fuddetto autore, foggiun- fe : Plato docuit Veritatem omnibus
re* bus effe anteponendam . Male ergo fibi confulunt , qui veterum
, a ut Arijlote - ìis placitis ita ob finate inbarent , ut tnalint
cum illis . Uro Lionardo da Capua ne’ Tuoi Pare * '■ r», e nelle
Mofetc , e di Francesco Re- di . Il nobilissimo ritrovamento dell*
argento vivo ne* cannelli per la prova del vuoto del Torricelli ,
efaminata alla lunga dal P. Bartoli Gefuita : de* Vortici del gran
Renato ; e di tanti , e tant* altri ritrovati del Verulamio , del
Sorelli , del Keplero , del Gil- berto, dello Steiliola, del
Campanel- la , del Digby , del GaSTendi , del Boy- le , ed’ altri.
Neil’ Algebra il Cardi- nal Slulio , che non ha rinvenuto col fuo
libro Mefolabium , e il Cardinal Ricci in quello De maximis , &
mini- mii ? Nell’ Agronomia che non hanno fcoverto i moderni ?
dimostrando i Cieli edere fluidi, e non più orbi So- lidi, come
vollero gli antichi : i pia- neti Stimati prima fare i loro giri
in- ili >» torno alla terra , muoverli
intorno al Sole; Venere mutar le lue fall , o figure a gutfa di
Luna : Mercurio , e Marte ancora far lo' Hello : Giove • « t
edere circondato da quattro delle , chiamate Medicee, e Saturno da
cin- que altre , come ditte il Cattini .* ef- fer la Lunà un corpo
di fùperficie di- fuguale , e montuofa : ritrovarli nel-- la faccia
del Sole molte macchie di' difuguale grandezza , e di varia dura*
zione, agli antichi affatto ignote; eia qualità, e difpolizione delle
Comete» e d’altri corpi celelti non intefe da A- riftotele , ed ;
inveftigàte da Ticone ; e dal" Galilei : la Zòna torrida ere-
duta inabitabile, etter abitabile, Antì- pode! , qui imaginarìì dicelantur
, nunc rt- vera effe t & alia f excent a , ditte il noftro Luca
Tozzi nella fua Lezione: e final- mente l’agghiacciamento de* liquori
non etter condenfazione.ma rarefazione con- tra Ariftotele:ne’gravi
cadenti accelerar- fi il moto fecondo i numeri fpari , ed ef- fer
il tempo radice quadrata dello fpazio de- Digitized by
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avverandófi quello, che dagli antichi (ledi fu pre- detto , e fi
confeda da Cicerone anc'o^ ra : O pintori um commenta delet dies 't
natura judicia confrmat . E però egli è vero , che quella Filofofia d’
Ari- notele dagli Àriftotelici (ledi non è altrimenti commendata ,
così dicendo 1 il ; medefimo P. • Podevini i' Deiride monjìrandum (
id quod etiam tritura ejì apud omnet Ariflotelicos ) nidiata- e!}e
in Arifìotelis libris fcientificam de- fnonftrationem qua ' perfedìiffma
fit y & omnibus numeris abfoluta' it agite nàti effe ipfius
doSlrinam inconcuffam . La quale ha avuto- tanta varietà , ed
incodanza di fortuna , óra 5 abbrac- ciandofi , ora rifiutandoli > che
nul- la più , dome fi può- leggere Irt quel libro di Giovanni
Launoi ^ quin- di in fimil calo ebbe a dire un au- tore Francefe :
In effetto fi vede 1 '; che la fortuna ugualmente efercita il
fuo capricciofo impero . fopra 1‘ opinio- ni , che jopr a /’ altre coje
umane ; . H ma ma. non già fopra ìe mentì purìffime
, e tétte de’ Tanti Padri, da* quali lem* pre è (lata bìafi mata,
come nociva al* la noftra religione , e proibita da’ Sommi Pontefici
, e da* Concili ltefli, com* è detto, e da quello Lateran eTe nella
Seflìone ottava affatto vietato da infegnarfi piu nelle Scuole, come
rap- porta il Campanella , e Giovambati- ila Neri nel libro, detto
Setta Pbilo - fopbica , dicendo quefti ; Pracepit Con- ciliarti
Scbolajiìcìs in Pbilojopbia drijlo- telila non immorari , quoniam babet
ra- dica infetta!. ' J ' ' * ■ * i ■ ■ . , Ma Te,
come poco dianzi io dilli , fra tanti Filofofì , i prìncipi di
Rena* to fono piìi conformi alla nollra reli- gione, chi non dirà,
che colf ui, più che Ariftoteie .feguìr li debba ? Perocché
chiunque hlofofar voleffe fra noi Cri- lliani co* medelimi principi di
Renato, li uniformerebbe Co’ fentimenti d’A- goftino il. Santo , da
cui o avvertito Renato , o Renato col proprio fpirito Criftiano, e
filofofico meditandogli , Digltized US
gli ha pubblicati , e dirteli. Parole del Santo , nella Città di
Dio , fecondo i documenti -del quale compofe il fuo Cftema Renato :
Quìcumque igitur Pbi- lofophi de -Dea fummo > & vero ifìa
jen- jerunt y quod & rerum creatarum fit ejfefior y & lumen
cognofcendarum , & borni m agendarum » quod ab ilio nobis ftt
& princtpium'- natura meritar doZìrin# * & felicita s vitee
, five Pla- tonici accomoda tius numupentur ? fi ve quodlibet aliud
fu a feti a. nomea impo * nani ; five itant ammodo J onici
generiti- qui in eit precipui -fuerunt , ifìa jenfe - rinty ficut
idem Plato , & qui eum be- ne intellexerunt : five etiam Italici
prò- pter Pytbagoram , &• Pytbagoreos , & fi qui -forte
alii: ejufdem Pententi# in ìd idem fuerunt : -.five -. aliar um quoque
gen- tium , qui f apiente t y vel Pbilojopbi ba li , Hi f pani. ,
alìique reperiuntur , qui boQ viderint. , ac docuerint ; eos amnes.
ceterii' anteponimi •;» eofque nobis . prò -tV* H 2 fin - x
1 6 pìnquiores fatemsir . Chi filofofa f vo- lt fle
co’principj diRenatofi unifor- merebbe con S. Gregorio Nifleno, di-
cendo egli nella narrazione della vira di Moisè : Si immortalerà effe
animarti Pbilofopbus perbibet tic, & Deum effe non negat , -
creatoremque omnium , d quo curiti a depende nt , & vere adfeve
- rat , ac rationibus quantum fieri potè fi , demonftrat ;
propìtius nobis Dei angelus fiet. Quella adunque è la Filofofia ve-
ramente Criftiana , e non altrimente Pagana , come quella d’
.Arinotele Quella è la '. Filofofia veramente cat- ' tolica ,
fecondo gli avvertimenti de’ fanti Padri-.»..... . Quella è
quella Filofofia di Rena- to, il quale fdegnando di vedere piò-
involte , e deturpate le fcuole Criftia- ne nelle Filofofiede’ gentili,
meditò, e diltefe una Filofofia affatto lontana dal Paganefimo ,
conformandola, alla, noffra fanta religione, alla quale pa- reagli
, che folo mancafle ,* per laper • egli molto bene , che Definitisi! erat
- - i Pia - » r «7
Plato J & Arinotele } , po/l mortem Cbri - ■ fii , & eo rum
I afte atta in Ecclefta pro> nibilo' babetur , come il dottiflìmo
Re- my l’Arcirefcovo di Lione , re l’ avea infegnato colla fentenza
fuddetta; de- liri dimando le Filosofie d’ ambedue il piiflimo.
Prudenzio , in quella ma-: niera dicendo . ,t ■ ■ ■ Confale
barbati delir amenta Pia - >tonis .« Confale » & birce
fot Cynicos > quos • fomniat , Ó* quos ■ Texit Arijloteles
torta vertigine , -nv- nervotv • Quella .è quella Filofofìa
di Re- nato il quale confederando , che tutta la Filofofìa
Agoflino il Santo diftinfe in due foli principi , che fo- no
1* immortalità dell’anima , accioc- ché noi ftelfi riconofciamo ; e 1’
efi- lienza diDio» acciocché riconofciamo la noftra origine .
Pbilojopbi# duplex guaflio e fi , una de Anima > altera de
Deo . Prima ejficit y ut'nofmet ipfot nove rimas : altera originerà
noflram ; H 3 fon- ri8 fondò i principi
dei fuo fi'lofo/are fu quefte eterne,. ed infallibili verità., v ;
.Quella è; quella Filofofia di Rena*, to, la quale non folo , come
didi, fu > lodata da tanti e tanti Relig'tofi , ed uomini di
fantiffima vira,. -ma fpecial- mente dal P. Merfcnni ,
intendentifli- xno delle Matematiche, e 'Teologiche fcienze , così
dicendo in un' Epiflola : Son refiato forprefo , che .un -uomo , il
quale non ha fluitato in Teologia , ab - ha rifpofio sì fondatamente /
opra punti import antijfimi della noftra religione . lo l'ho
trovato così uniforme- collo, fpirito , e dottrina dì Sant' Ago fino.,
che. offerì vo quaft le cofe.. medeftme negli .ferii ti dell'uno ,
e dell altro . E più oltre così : Lo . fpirito di Monsu Defcartes
infptra Soavemente l' amor di Dio , di modo che non pojfo perfuadermi ,
che la Filofofia di lui non fta , per Aornare in bene , e in
ornamento dell a.. ver a re - ligione . Ed in un’ altra Lettera. ,
che fi legge registrata nel primo Tomo della Geometria . del
medefimo P. Mer- Merferini, cosi feri ve à Retiatd
fteffiò:' Quibus omnibus , cum a udì am Pbyfii cam illam 'ab
eruditi: viri: adeo exo- ptatam , prope dieta edìturum , qud longe
perfeSfius cum dofir# fdei myftfr riis conveniat > omnium
catbolicoriim nomine iibì maxima: ,qua: poffum , gratids b’abtó
> qui non folum Pbilofp- pbicis » fed' edam Tbeologicìf verltatV
bus tam feliciter patrocinarli V ’ ' , . Quella è quella Fflofófia
di Ruba- to , alla quale diedeiJtìtolo Moiìsù Parlier Antiqua'
fide:, Tbeologia no? va perchè Vincenzo Lirinefe dicea, Ecclefiam
non dovere nova , fed nove \ Sòltenendó egli , che i principi di
Re- nato fono più acconci > ed oppdrtuni di quelli , onde fi
fervono' volgarmén- te gli altri , in ifpiegando ì mifteij della
nolfra religióne - , ‘ e :che non "vi fia cofa nella fua
Filófofià > che non s’accord» co* principi della hofira Chie- fa
cattolica , così il detto Parlier at- teftando ; Ma egli ba fatto altresì
ve- dere t non avervi altra Filo fifa ,~che d H 4 me-
1 t V ! , .1 b*
‘H*’ •h »• .t no
meglio della fu a j* accordi co’.prinìcpj della fede della Cbiefa .
: .. ... Quella è quella Filofofia di Rena* to , della quale
il profondo , ed acu- tilfimo ingegno 4* Monfignor Caramu* .cle ne
diede il giudizio . , e prefagio infieme , dicendo., che 1' opinioni
di Renato faranno un giorno comuni . ed univerfalmente ricevuta ,
toltene però alcune pochiflìme cofe, copie ri* ferifle llaut I pj;e
G della vita del medefi- mo . • Monfignor \ Caramuele ba predetto ,
che l opinioni del • DejcarW,. diverrei * ** » « Li V. • • » »* A'i
. * * botto un.', giorno affatto comuni t e fareb» fono
univer/aìmente ricevute . , rr»r alcune poche . E con ciò
verifican- doli 1* altro prefagio d’Alefiandro Taf- fone, intorno
ad Arinotele Iteflò , di- cendo cosi; i L‘ opinioni d* ziri fot ile ,
le quali innanzi (e vittorie di Siila non erano introdotte , nè
conofciute in Italia , potrebbe venir tempo , che non oftante /’ ofiin
anione degl ’ idolatri di quel Filofofo , fi vedranno f cartate , *
. / r Quella è quella Filofofia di Renatola * V '
Cattolica religioni* profefftone perfeverans y me prafente , &
exbortante , mortem cum vita commu- tanti , Cbrifti Salvator»
redemtionem petit ur us . In ipforum fidem coram Dee tejìimonium
perbibens , prafentem Aflum fubftgnavi in Conventu SanEìi Augufli -
ni de Urbe r Rom* t die nona Ma ìì 1667. Que-
Digitized by Google o pur per geiofia di gloria» da cui
vien tócca, e facilmente turbata la Repubblica de’ Letterati . E fe
in alcune cofc la Tan- ta .Sede-ha voluto , che refii donec
cpYrigatur , potrebbe alla fine la San- tità' Vostra purgandola , fedare
tan- te liti, e difpute , ancorché il contra-, rio malamente
pretenda, e con danna- bile temerità la famiglia d’ alcuni Re.
ligiofi , Solo per mantenere odi nata- mente le loro opinioni nelle loro
Filo- fofie , come vien riferito dal P. Gre- gorio di Valenza , dal
Vefcovo Fra Melchior Cano , e da altri . . Ma refiino pur
nelle , fcuole que- lli , e sì fatti argomenti , e ragioni intorno
alla varietà delle Filofofie, e Vostra Santità* a cui s’appartie-
ne di fiabilirne la verità./ perocché non **$
non ceffan mai tali contefe ; concor. dandoci piuttofto , come
Seneca ditte» la divertirà degli orologi ne’ momenti» che
de’filofofànti le fcuole,e partico- larmente tanto più fiere ,
quantochè fono d’ ingegno ; ond’ ebbe a dire uni certo autore:
Citiut in gratiam , pojt mutuai cladei ingerita redeunt 'regei- »'
quam partium fìudio infiammati pkilo- fopbi . Vnaqueque enim feda (
Lat-' tanzio ditte-) omnei aitai- evertit , ut fe j fitaque
confrmet , nec ulti - alteri fapere conce dit , ne fe dèfipere fatea
- tur . Ita ut ( foggiunfe Eufebio non lingua , & calamo foltim
, verum etiam manibui pralium -geratur . E sì fiottili ? e facili
in rifutando beifando 1* una 1’ altra , com’; egli’ è più agevole
il riprendere , .che 1* insegnare ■; il convincere la bugia , che
ritrovare la verità E. in ve-- ro che ha che fare la Filofofia u—
mana colla - ' celefte , eh’ è • la reli- gione , così appellandola
Crifnftomo in più luoghi ? Religio Cbrijìiana ve-
Digitized by Google I.i6 9 0 • vera »
& caelejlìs Pbilofopbia eft . Che hi che fare la Filofofia umana >
o fia l’an- tica , o fia la moderna colla fede , quan- do non v,’è
altra Filofofia più vera, che la dottrina della Chiefa ?• Hanc
ipfam folata comperi efse ver am , atque utilem Pbilofopbiam .»
di/Te Giudino . C fe al- cuna cofa di vero avellerò detto i Fi-
Iqfofi , come ingiudi pofleflòri di quel- la-rgli riprende Agodino . Si
qua Pbi- lofopbi vera dix/rqnt , ab eis effe tan- quam injufiis
poffefforibus vindicanda . E però 1* Apodolo delle genti , fopra ognaltra
cofa efprelfamente comandò: Captare intelleRum in obfequium jidei
noe debere qua rat ione demon - firari nequeunt . Conciolfiecofachè
la nodra fede derivi da principi altiflìmi, e fopraqnaturali . Che
ha che fare la ragione umana colla Teologia ftelfa ? Qjtemadmodum
enim ( dice il Ver u la- mio ) Tbeologiam in Pbilofopbia qua* rere
per inde e fi , ac fi viver quarat inter mortuos , ita contra
Pbilofopbiam in Tbeologia quarert aliud non e fi V quarti mortuos
quarere inter v'tvos . Ol- treché la Filofofia egli è ancella , e
ferva della Teologia medefìma la quale , come regina , delle fcienze
, tragge dietro di fe incatenate tutte 1* altre facoltà > e
difcipline umane ; la. qual cofa in piìi luoghi vien detta da S.
Gio Grifo domo. Ex Pbilofopbia res divinar intelligere velie , e fi
candent. ferrant i , non forcipe yf ed digito contee Slare . Lo
fteffo in quelF altro modo .* Nibil commune babet bumana ratio
collata in divinis ; ideoque * blafpbemia I \
1 ' 4 *# . | f ■'
condan- nata per comune parere de’ mede li mi Arillotelici , • a
tellimonianza del, !*. PolTevini di fopra lodato ; ardirono di dire
quella eflere la vera -, quella elTere la più certa, quando mon
effer- vi niente di vero , e di certo nelle Fi* lofofie , Porfirio
dilTe : Nulium effe in Pbilofopbia locum non dubitabìlem . Lo Hello
altrove : De rebus Pbilofopbia multa diSla effe a Gradi , veruni ex
conjeSìura . Quindi è, che.Adexerci- t attorie m ingenti Pbilofopbias
> effe inven- tar ,-Seneca manifellò . £d altrove co- sì :
Pbilofopbias ft elegantias , & argu- tias dixero , reSìe cenfeam
appella fj e . Anzi dalle ciance , e favole de’ Poeti } efler
quelle originate arrelìa PlutarcOi Omnes videlicet P biìofopborum feSlas
ab fìomero originerà fumfiffe . lpfeque Art - fioteles fatetur
Pbilefopbos natura Pbi - lotnytbos , hoc efi fabularum fludtojos
■ ' '/• .--J Digltized by Google
li* effe. De’ quali per li loro fogni , e fe- gni dati
alle delle , diffe Manilio Fit totum fabula Coslum — • '• .
Vuole però Macrobio-» che Nec omni- bus f abititi Pb lo jopbia
repugnai , nec o- mnibus acquìi'fcit . E San r ’ Epifanio
fpezialmenre chiamò' la Filofofia d’A- ri Itocele quoddam fabulamentum .
Leg- gendoli preìfo Varrone' ancora : Porre- mo nemo agrotus
quidquam (orrtniat tam ìnfandum , quod non alìquis dìcat Pbi -
Jofopbus . E predo Cicerone lo (ledo: Nefcto quomedo nibil tam abfurdi
dici potelì , quod non dicatur ab aliquo Pbi - lofopbo . E parlando
della barbarica Filofofìa Clemente 1’ Aledandrino cosi ne lafciò
fcrirto: Quod hi novi Pbilo • fopbi apud Gr fecondo il Paflavanti ,
diconfot- tigliezze , e noviradi , e varie Filofo- fie con parole
miftiche , e figurate , che nulla conchiudono , come di Por. firio
l’Ariftotelico , tanto nemico de* Crittiani , e della Criftiana
dottrina cantò il Petrarca: Pot firio y .cbe d'acuti,
fillogifmi Empiè la dialettica faretra , Fa-
Digitized by Google Facendo contea s / vero arme i fo- fifmi
. Dicendo fimilmente il Petito , eh’ e- glino (ledi non
intendono quello, che dicono, e tantomeno gli uditori. Non
ìntellìgunt neque , qua loquuntur , ne- que de quibus affirmant . Il ,he
fece dire al Verularmo : Habet hoc ìnge - nìum bumanum , ut
cum ad folida non fuffeccrìt , in futihbus atteratur . Po- co o
nulla badando, quando fentono altrimeore parlare nella Teologia
dell' Evangelio , de’ Padri , de’ Concilj Aedi, come n’avvifa il P.
Malebran- che . Nejcio tamen qua mentis per- turbatione nonnulli
eferantur , fi ali- ter quam Arijìoteles , pbilofopbari a si- de as
, dum parum curant , an in re- bus T beolcgicis ab Evangelio Patribus
t & Concilìis non difeedas . Il che fu detto primamente da
Monlignor Ciam- poli , chiamandogli in primo luogo ambizioni di
parere più Peripateti- ci , che Cattolici , poi fclamò; Che
perversione di gìudicio è quefia , volere f
...Il f f ! i
fk • « ,j t| Sì
* Ir 134 introdurre una religione più
fedele ad Arijlotele , che a Dio ? E quel eh’ è di maraviglia,
proccurano coltoro ('dice l’autore de’ cinque Dialoghi ) Di jof-
fogare tutte l' altre fette nella maniera dagli Ottomani ujata , i quali
non la- j ciano vivere alcuno de’ fuoi fratelli , per ijlabilire sì
magi fralmente i loro do- gmi in tutte le fctiole Crìfiane . Come
riferifee d’ Arinotele fteflo il Verula- mio. Arifìoteles more
Otbomanorum re- gnare jebaud tutopoffe putaret , nifi fra - tres
fuos omnes trucidaret . Credendo ancora di ritrovar in quello loro
mae* Aro la falute , e di Ilare con elfo lui sì llrettamente
attaccati , come ad un fallo, ad uno fccglio , qualìchè foffe- ro
buttati da una tempella per fuggi, re il naufragio . E così appiccati ,
ed ubbidienti , dice un altro autore alla Filofofia del medefimo ,
che fembra lor commettere un delitto di fellonia il partirli un
menomo punto da lui , in modo che non dicefi Peripatetico chiunque
in tutto non s’ abbandona a’ fen. Digitized by
Google H5 feriti menti del medefimo. Eaàem men-
te ( dice il medefimo P. Malebranche in un altro luogo ) Pbilofopbia ifta
di- scenda eji , qua leguntur bì fiori* ; fi enìm eo licentia
deveniat ut ratióne & mente tua Utaris > ..nonefi quoà fpe-
res te evafurum effe in magnum Philo- fopbum : oportet enim difcipulum ere.
dere > £ il giudiciofiflìmo Sorel di fo- pra lodato , in quell’ altra
maniera .* Jntantb quefii ciechi volontari ar di) co- no di
pubblicare , che non bi fogna Sof- frire alcuna innovazione nè'
riformazione nelle .fetenze ; benché quefio fi a il. filo piezzo
per. renderle perfette . • Ma. a chi creder affi; piuttofio , a degli f
chiavi , e mercenari* che non. fanno jemplicemente, che.
difiribuire per gli feriti i t e per le loro lezioni la dottrina ,
ch'eglino hanno tro- fvata negli ,.fcr itti degli altri} E pi fi
oltre il medefimo Sorel così : Ci fino delle perfine così f empiici , che
credono, che non fi debba ; rivocar pili in dubbio quello , eh' è
in Arjfiotele , che quello » eh' è nell' Evangelio . , ■ . ..
I 4 ' Non ■ i ¥ ' »
I l‘ " .vjfl
: l*V « / !>
4 1 Digitized by Google .
Non mancandovi ancora degli altri, ì quali per difendere cotefta
lor Filo-, fofia fi danno alle maldicenze , ed alle fatire , poco
avvertendo non ef- fervi fatira maggiore > che quella della
ragione llefla , la quale rende bugiardo , ed ignorante colui , che
vien convinto da fbrtifiimi argomenti , facendo ingiuria ancora a tanti
uomi- ni dabbene , e a tanti Religiofi, co- me fono i Padri de’
Minimi , e i Padri dell’ Oratorio , ed i migliori Gefuiti , eh* han
feguitato la Filo- fofia moderna , e foraftieri , e Ita- liani , e
in Bologna particolarmente , dov* è Campata la Filofofia moder- na
, fotto nome Burgundi a , infegna- ta pubblicamente a tempo , che
Vostra Santità’ era ivi Legaro . E perciò coftui in quella maniera
vien riprefo da Sant* Agoftino : Illius [cri- pta fumma funt ,
& au fioritale dignif- ftma , qui nuìlum verbum , quod revo-
care deber et omifit . Hoc quifquis non efi adjequutus fecundas babeat
partes *37 modeftU , quia primas non potuti ba-
lere Capti nti & catbedrar primas ambiente s ; in quello modo con
in- crepazione favella : A deo nimirum altercando • non modo
verità f arnitti- tur , jed caritas exjìinguitur , & dif-
pntandi modum majorum exemplo tan- tum agreffos , nulla modeftia
repagu- la cohibent ; ; Onde Luca Holftenio eruditilfimo
Bibliotecario , -dolendoli della difunione della Chiefa Orien- tale
, ed Occidentale ebbe a- di- re : LuEluofum fcbtfma Orienti! ,
& Occidenti s Ecclefias divìdens induxit dijput aridi
pruritus , omnia in quafito- nem , & controverfiam > • poftb
abita cantate , adducens ; nulla venta » ' tis cura , fed uno
vincendi ftudio ; .e a confuet udine , vel opinione aliis
legern fr^jcribens » & quod • mife- ra ,
Digitized by Google * 3 $ ra j ó* afflìtta fortuna
duri (firn atto ha- hjet , é? iniquijfmum efi, qttod ir, fugati- ti
um ludibriis impune pateat -, Dicendo un altro autore : Jd nec Pbìkfophum
, multo minus Cbrijlianum decuiffe videtur. Nè qui termina la loro
baldanza, ar- rogandoli , ]a medelìma poteftà della SENTITA'-
Vostra in condannare quel- lo., che non mai ha condannato nè Vostra
Santità’ , nè altro Pontefi- ce , dico, 1’, opinare nelle Filofofie,
for- zando gl’ ingegni umani a feguir folo ifentimenti d’un
gentile. Peripatetico, e con noyp giogo privarli di quella li-
bertà, ch’.abbiamo per diritto di na- tura , e per legge d’ Iddio , che
ci ha Jafciato il liberamente penfarc e medi- tare :> il che è
quali l’ unica, e fola ra. gione , colla quale provali , che l’uo-
mo lia ragionevole, e l’anima immor- tale . Quindi è , che prefe giufta
oc- cafione Tommafo Moro ( alle di cui lodi ogni penna è ..vile per
elTer egli chiari (fimo non meno nelle lettere , che nella pietà
Criftiana, per la quale *39 facrifìcò fa vita , c i
beni , e la fami- glia della ) di formare appodatamen- te una
DilTertazione intorno a que* Teologi di fuo tempo » dandole que-
llo titolo : Differtatio Epiftolica de a- lìquot fui tempori s
Tbeologaftrorum ine • pt'jis ; non per altro , fe non perchè quedi
co* principi d’ Aridotele difen- dere voleano , o piuttodo offen-
dere la Teologia , • in quella ma- niera fgridandogli : Quamobrem
piane non video qu qui in fuo fterquilinio fuperbit > ac.
extra illa fepta fi panilo producatur longius » illico ignota rerum
omnium facies , tene- bras > ac vertiginem offundit . E più ol-
tre il fuo dilcorfo feguendo : Et mi- rum in modum verfa rerum vice
contin- gity ut qui prius omnes fapie ntia numeros in argumentoja
loquacitate pofuerat > jam I 140 fenex
infantijfimus omnibus rifui foret ~ nifi fluititi^ fu* fuperciliofum
fuentium t fapientia loco pratexeret ; imo potute hoc ipfo
ridìculus , quod qui fuerat Stentore 'damo fior , taciturnior pj[ce
reddatur , & inter loquentes fedeat , v" * ' %
Per fon* muta > truncoque ftmìlli- tnus Herma.
• . * ' E Umilmente Gio. Gerfone il gran Cancelliere
della Chiefa , e dell’U* niverfità di Parigi , non potè atte- nerli
di non- querelarli ancor egli de* Teologi di fuo tempo , in que-
lla maniera dicendo : Cur appellati- tur Tbeologi nofìri tempori s
fopbifl* , ut verbofi , imo & pbantafiici , nifi quia r elidi
is utilibus , intelligibilibus prò auditorum qualìtate >
transferunt fe ad nudam Logicam , vel Metaphy • ficam , etz/nw
Mathematica™ > ubi t & , quando non oportet , i». ten
fionc formarum , nunc de div'tfione continui , nunc detegendo fopbifmata
The- ologicis termini s adumbrata , pri- ori-
Digltized oritates quafdam.in Divini! , menfuraf % '
durationes , injìantias » ftgna natura , éf ftmilia in medium adducentes
, vera r & foli da effent , ficut non funt , ad
fubverfiotiem tamen magie . audientium • , vel irriftonem , quam re
Sì am fidei adipe ationem proficiunt . •• Come eziandio de’
filofofanti diiuO tempo il giudiciofiflimo Niccola Le- oni co ,
{limato il più dotto delia fua età , nel Dialogo , a cui diede il
titolo di Peripatetico , così lafciò fcritto : An non ego decem integro
s annos , borum auditori a , ne die am ìufira , ad fidu a
contrivi opera ? om - nefque illorum ineptiat , . & futile s
co- ptionum tricas , ficcis , ut ajunt , an* ribus ebibi ? anxie
femper quteritans fi quid inde excerpere poffem , ne va- cui s ,
quod dicunt , manibus & ofei- tans domum rtdirem . Verum , Dii
immortale s , quam rerum inanità - tem ■ apud silos , quantam
? ■ u ? r I
y i r4.it: mìb't magis fapere
vifus fum , f »» quod cum Ulti de fi pere aliquando de (li- ti ;
» così egli' ragiona ? Quofdàm pbilofopbantium avibus fimiles
vide ri, qui levitate quadam , & ambi- tione ingenti e lati , alta
petunt , & Phiftca fcrutantur tantum : aliot cani- bit t , qui
laniare , & vellicare avidi * foli Logica adbarefcunt ut pelli ,
& in ea rixantur , & mentem ad ulteriora non mittunt
. Indi leggiamo predo La* erzio , che da Euclide fofle fiata no-
mata la Logica Rabiem difputandi : e leggiamo ancora che Arifione
antichif- firno Filofofò quelli tali Cum iis compa - rabat ,
quicancros comedunt . Nam prò- pter exiguum alimentum circa crujìas
, & teftat diu occupantur . Quindi Mario Nizolio, che
fece un Trattato de' veri principi , e del vero modo di filofofare,
fi lamentò non po- co di Leonico parimente , e di Pico ,
com* I Digitized by Google I
if I \ *
t i i» ì*
4 r 1
I com’ eglino s’aveflero folamente rifen- tiro
degl’ Intepetri e non d' Arino- tele , origine, e caufadi tutti. i mali*
così dicendo: Hac quoque Jo Pieus Mi- randola co» tra barbato*
Ariflotelis Inter- prete* conqueritur , & vere Me quidem t Jed
quemadmodum Leonicus , non cami- no jujìe , quia pratermittit eum , qui
tan- forum illis errorym. c auffa fuerat , boa eji Arijìo telem .
Sed o Bice non re Sì e faci* , cum de foli s Ini erpretibus Arifto-
teli $ quereris , ipfum autem Ariflotelem , qui omnium malorum cauffq ,
& origo f it- iti. » omittis ; dìcen* te perdidiffe meliores
anno* , tantafque vigilia* apud Interpre- te* Arinoteli * , & nollens
illud dicere quod erat verius , eadem ■ illa omnia te multo ante
perdidiffe apud Ariftot.elem ; Per la qual cofa pareagli , che
miglio- re d’ ognaltro avefle fatto il Valla , che lafciando gl’ Interpetri
fi prele la briga in dar la colpa ad Ariftotele, co- me vero
autore, e primo fonte di tan- ti errori , e fallita , riprendendolo
a- pertilfimamente dov* egli andò errato. Ma- « «
• ♦ . j. Digilized by Google 145
Maravigliandoli grandemente il mede- fimo Nizolio ancora
della barbarie del , . lor favellare , Qui 5 e fi enim
in fcbolit ijiorum pbilofopbaflrorum tam parum ver* fatti s , qui
non centies audierit , potentia - Ut atei, quidditates . entitates ,
ecceitates , univerfalitates , formalitates , materiali - tates ,
& alia Jexcenta hujufmodi verbo - rum monfira , qua qui pattilo
frequentiut ufurpant , ufquc adeo l^duntur , & per • vert untar
, ut neceffe ftt eos , non folum valde falli, & errare in
pbilojophando , fed etiam in loquendo , & fcrìbendo ve -
hementer fadari , & confpurcari . Co- me ugualmente molto fé ne
querelò Apulejo per alcune novità di parole a fuo tempo introdotte
, le quali difle egli non fervire che all’ofcurità delle cole.
Datar venia novitati ve ri or um , rerum obfcuritatibus fervientibm . E
fi- nalmente cosi il medefimo Nizolio tutto il fuo difcorfo
conchiufe: Qui- bus ita monftratìs , ut tandem aliquan- do &
Caput hoc pofìremum , & totum bttnc Librum abfolvamus , ita
concludi - K mus , X4$ tnuf , ut
reììnquamus duo memoria man» danda , & adfidtte diligenter
cogitanda omnibus , r^iìte pbilofopbari cupiunt , quorum unum e fi
, Ubicumque, & quot» Cumque Dialettici, Metaphyfìcique funt ,
ibidem , & totidem effe capitales . veri i latti bofìes : alterum
vero » Quandiu in fcboiii pbilofopborum regnabit, Ari fio - rrtex
7/te Dialetticus , Ó* Metapbyftcus, fonditi in eis & falfitatem &
barbari - fi» „ fi non lingua & orit , at perocché
la Digitized by Google «47 la
Pitagorica > nomavafi Italiana } ila Platonica per efler egualmente
Pitta* gorica non potea (limarli , anzi piut- tolto dottrina , e
Capienza > tche •Filo* fofia, come dipendente da quella de* gli
Ebrei. La Stoica poi , Epicurea , o (ìa Democritica riguarda più la
Mo* tale , e il regolamento de’coltumi .che altro. E quella d*
Arinotele io 'fon per dire edere la medeiima con quella d* A ree
fila, (limata la più enorme ; per- chè quelli malamente (i ferviva della
Platonica , infegnatagli da Crantore Platonico t imbrattandola co*
(odimi di Diodorot (ottilifiuno dialettico , e col mutabile» e
fuggitivo di Pirrone* acutiflìmo fillogilta. Indi egli è » che
dicealì di lui » come narra Plato > 'ex pojìerioribus Pyrrbo * ex
mediti Diodo • rui ; E (eguitando Eufebio (ledo » cosi parla di lui
: H/c autem fubtìlìtch tibus-. Diodori , qui actttui dìalefttcus
erat , . & Pirrbonis ratiocinationibus Pia* tonte am eloquentiam
feedavit ■ , & modo K a toc y /
I I > «I *
qua ! pria ! aflruxerat , confutare . Erat igitur Hydra capita fap
proprio enfe amputanti nec aliquìd habem utile » , nifi quod libenter
> & audiretur , & videretur . E dell’ of- curità , e
ftrepiro di parole , di cui fon pieni i libri d’ Arinotele con ter-
mini vaghi , e generali , in modo che appena rinvenire fi poflan due ,
an- corché fuoi feguaci , e Tettar j , che convenir fappiano in un
medefimo fen- Digltized by Google
fentimento ; ecco il P. Malebranche come ne fa chiari/lima
testimonianza: Quamvii cairn Pbilofopbiipftus do Sì ria am fc
docere adfeverent & autument , vìx tamen duo reperientur , qui circa
ejat fententiam inter fe conjentiant ; quanti, am revera
/iriflotelis libri adeo objcurl funt , totque fcatent termini t vagit
& generalibui , ut eorum opinione s , qunC ipft maxime
adverfantut non fine verift- milìtudine pojfìnt ipft trtbuì . In
non- nulla illìus operibus quidlibet ipft adfcri- bere lìcet , quia
in ijs ntbil pene dicìt t quamvts multa magno (Irepitu deblate- ret
: quemadmodum pueri campwnas fo- ndu fuo quidlibet dicere fingunt ,
quia campana ingentem edunt fonum , nec quicquam dicunt . ' \
Quindi non fenza roSTóre de’ me- desimi Ariftotelici Gio. Sculero
nell* Orazione per cosi dire inaugurale , eh’ ei fece intorno al
riftauramer- to della Filofofia con quel princi-’ pio-: .
‘ i diffe : Quid magli noxiura Cbrijlìanre }uventuti
Cógitarì fot e fi , a tenerti audire ? Quid periculoftus
quarti tene* riniti eofum animiti > qui ad majo » ra defìinantut
, & qu bui > juo tempo • re > fine ReìpubVtca » fitte Eoclefue
ad L tninìfiratio committenda , talia , in fi ahi» lire , aperte
Tbeologis Cbriftian qui ex prafcripto propri t inftitu- tì \ five ex
adfeSlu erga praceptores. certi! opinionibui adharent , omnia fe-
cundum illos dtjudicanl , quacumque auEìor ìtale y & demonflratione
po fi b abi- ta , ad eafdem trahentes quidqutd au- diunt i qmdquid
ìegunt . Il che fo al- mamente difpiacque ancora a Rodol- fo
Agricola , uno de’ primi - letterati del fecolo pattato, (*) che di tanti
FU lofofi 'dell’ antica età era folamente - • * ■ * ■ * * 4
ri- • * • » • m 1 , -»«. % • * • * »• » •>
* , (*} Cioè del fecolo fedicefimo, mentre il Signor Valletta
{ criflfe la fua Lettera nel 1700. in pun- tò : ma veramente Rodolfo
Agricola non toccò plinto il decin*ofefto fecolo , pbiché nacque
Tan- no *44 x.e mori l’anno 1485, come notò il Trite- mio • *
v Ci u *
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'I Jil f :n ;
-ib, pra coftui muore T ultimo Audio de*, vecchi . ... Ecco le Aie
parole ? Quid de Ari ftotele die am ? hic gnìm prope* modum [ohi
omnium prife a alati! Pbi- ìojopborum permanfit in manibui : hunc
[ohm , -, qui \ Pbilojopbite , defìinantur , attìngunt : hunc .primum
pueri difeunt buie ultimum jenum jl uditi m immori - tur : hunc
artet omnei , omnia fiu* diorum genera terunt , trahunt,, dif*
cerptmt . Ma non già dopo che il Cartello aprì, il vero fentiero al mi-
gliore , e più certo modo di filofo* fare;, che ad un Criftiano
convenga*. Come ugualmente tutto ciò fu con» fiderato dal
dottilfimo Vanhelmon- zio , dicendo ; Jndignor & merito » quod
ScboU •• Pbilofopbia ethnica ado » lefcentet male ìmbuant .
Lamentan- doli egli fra 1* altre cofe , non ben Digltized by
Google / convenire la definizione pi che Ari*
Itotele diede all* uomo chiamando- lo Animai ' Rat tonale ; , ■ • non
avendo egli conofciuto la Tua creazione > nè T effetto d’ ella ;
e perciò 1 , dice il fud« detto autore malamente fervirfène
le * • fcuole Criftiane Vituperai am ìtaqttc
definitìonem exìfiimo t qua homo Ani * mal rat tonale , vel e a
effenti ee defcrì- ptione depìngitur . Siquidem ex ulti • mato fine
dejìinationum . proprietatibus in creando - dejiniendut erat , fi
.finii fit cauffarum prima ex Arinotele . Qua- propter nec hominii
de fini fio e fonte Pagani f mi mendicanda erat ì qui ere* ationem
, ejufque fines piane ignora* vit , Così egli defìniendolo ; Homo
ergo eft creatura vivent in corpore • per. a rum am immortalem oh honorem
Dei * fecundum lumen » &: ad tmaginem Ver- bi . Quando
Arinotele -diede una definizione all* uomo che nulla va-» le » -
non 'Vedendoli in quella nè crea* tura di Dio , nè immortalità
dell* anima , da ‘ effo lui affatto negata * Digitized by
Google *54 come Cerna verun dubbio l’ affettano
Ciucino nella Parerteli , Teodoreto nel Libro della natura dell* uomo
, Gregorio Nifleno nel Libro dell* Ani- ma Origene in più luoghi
delle Tue Opere, Gregorio Nazianzeno nella dif- puta contro Eunomio
, il Cardinal Gaetano nel Trattato deli’ Anima , Plutarco y Galeno
, ed infiniti altri fcrittori profani . Per lo che non fen* za
ragione chia mai Io Tertu]]iano«?//é- to f dicendo nel Libro delle
Ptefcrizio- ni Miferum Arijlotelem ; foggiung; ndo, J Qui illis
Diale Che am inHituit , artifi - eem (Intendi , & defiruendi
verfipellem t in fententiìs co a Cium , in conjeCìurit nec t
allietate Panos - , oec ar* tibusGracos, nec denique hoc ipfo bu -
jus' sentii , & terra domenica > . nativo • que - fenftt Jtalos
iffoi > & Latìnot $ fed pktate , ac religione , atque
naiionel ’• que [uperavìmus . •• ’• • :i E finalmente
eonofeendofi ancora dagli Ebrei , la Filofofia d’ Arinotele
ef- li •* * è 1 >
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Google t5* eflere in pregiu diciò della religione
, fa. pubblicato decreto nel Sinedrio de- gli Afrnonei ( come fi
legge nell* irto- ria de’ loro tempi ) così dicendo .• Ma- le diti
us qui docet filium fuum Pbtlofo- pbiam G rac am . : Il che vien
riferito ancora da Arrigo Enefiio nel fuo Li- bro Vir fapiens .
Quindi, non fia ma- raviglia , quando leggiamo preffoCle- mente 1’
Aleflandrino , Grata itaque • Pbilofopbia , ut alti volunt , a
Diabo- lo mota e fi i Anzi i Giudei dopo la venuta del noftro Salvatore,
ancorché * empj , pur dannarono la Filofofìa d’A- riftotele ;
perocché avendo pubblicato il Re Moisè un Libro» a cui diede il
titolo 1 Mereh Nevekim , fu acculato, dagli altri Dottori d’aver corrotta
la loro religione » per aver in effo pur troppo mefcolata la Metafilica
d’ Ari- flotele , come narra il P. Si mone nel fupplemcnto al Libro
delle cerimonie/ e de’coftumi de’ Giudei di Leone Mo- dena .. Ed io
in finendo dirò di lui con il gran Pico della Mirandola ;
*57 Mali prtnctpiì finis masut . Da turco ciò , che fi
è fin qui rap* portato , potrà la Santità 1 V ostra pienamente
avvifare quànto fian da ri- prenderti co fi oro , ì quali ardi (cono
di biafimare quefta Filofofia , che mala- mente chiaman moderna , e
nuova , e dannarla come fcandalofa , e mala - r quando finora nè la
Santità’ Vostra* nè gli altri fantiflìmi Pontefici antecefi» fori *
hannola giammai penfiata con- dannare . Anzi il contrario leggiamo
riabilito dalla Santità d’Innocenzio XI» in una Bolla ; ciò egli è * .
che niuna. cola tra filofofanti , ed altri , che fico- lafiicamente
fi contende, giammai fi' danni o in difiputando* o fcrivendo , o in
pubblicando , che pria dalla Santa Romana Chiefia condannata non fia
; Ma quando anche ciò non fofie , qual furore , o fpinto dii zelo
ijpinge tant* oltre, cofioro ad incagionar coma- rea * e mala una
Filofofia * che ha per au- tori uomini cattolici , • dabbene , e di
integrifiìma vita ; avendo per lo con* x$8 trario la
lor Filofofia per autori fio. mini gentili , e tra gentili i più
per- vertì, e federati ? Qual ila (iato già il lor Padre Arinotele,
e di che coftumi l’iftorie de* Greci, e de’. Latini ne fan piena ,
ed affai- ampia tedimonianza ; Quai fentimenti , e quanto
perniziofi sì alle Repubbliche , sì alla j religione, che a* Tuoi
tempi lì tenea tra Greci , egli lanciato abbia a’ poderi la San-
tità' Vostra, rivolgendo l’occhio a quello , che per 1* autorità d’
infiniti fanti Padri , e di molti altri autori pro- fani fi è
riportato, porrà benignamen- te giudicarlo., Non evvi Tanto Padre,
che per otto e più - fecoli riprefo - , e biafimato non l’abbia , nè mai
leggia- mo , che alcuno l’abbia feguito, o fia dato così dettamente
legato alla di lui dottrina , come tuttavia fon codo- ro. Dottrina
veramente tre volte per- niziofiflìma , madre, e fonte di tante e
tante erefie + che per tanto tempo didurbarono. ed affliflero la Chiefa
, e di Crido la vede lacerarono . E fe .. : rifor-
159 riforgefle il gran Bafilio, quanti equa-' li de’ noftri
tempi riprenderebbe più fortemente, che non fece ad Eunomio^ ed
agli Eunomiani- de* Tuoi tempi j t - quali giuravano Tulle parole d*
Arino- tele, come full* Evangelo > e pofero in ifcompigtio la
Chiefa d’ Oriente? Che diremo degli Atanasj, e degli A leffa n* dri
Vefcovi d\ Aleffandria ? . Quanti Crilìiani taccierebbono d’
Arianifmo, yeggendogli così attaccati ad Arinotele, onde Tempio
Ario prefe Tarmi , e le faettc contro del Verbo ? Non farei per mai
finirla , fe voleffi addurre par* titamente tutte Terefie , • che
da’fegua* ci d’ Arinotele fono fiate indotte nell» Romana Chiefa
per tanti fecoli , e di giorno. in giorno van riforgendo. Baffi fol
dire , che da fei , o più. fecoli tut- ti gli errori fian venuti da
oriondi per così dire , e figliuoli del grande Aride* tele ... i '
« • Ma fliafì pur colla fua pace Arido* tele , con quella
pace , che nel più cu- po dell’ Inferno, ov’egli fea.giace, dar
> fi può i6o fi può- Siali ' flato Arinotele non
tan- to federato ; anzi dirò più , fiati (tato uomo dabbene, avvegnaché
gentile ei lì (offe . Sianli Santi tutti gli Arifto- telici, i
quali hanno avuto , ed hanno il nome di Criltiano . Siali la lor
dot- trina ottima-, e di niun pregiudicio j non però avrà che far
nulla colla no- Itra l’anta' religione nè di buono , nè di malo .
Siali io dico , e ridico la lor dottrina profittevole in ifpiegare gli
ar- cani della natura , la natura delle pian- te » degli animali ,
e che lo io ; non dovran perciò biafimare tutte 1’ altre Filofofie
, eh’ eglino non profèlTano , quando quelle niuna cola infegnano ,
che contraria lia a’ buoni collumi , al- le leggi naturali, ed alle leggi
di Cri- Ho , e della Chiefa . Coloro, che rin- novate l’hanno tutti
fon già morti cat- tolici , ed in feno della Chiefa , lenza veruno
fofpetto , quantunque minimo d’ erefia . E* conceduto , che in
qual- che Libro d’ alcun Filofofo Criltiano vi folle qualche
opinione » chiaramente con- rii 'contraria
alla verità della religione , fenza dubbio 'veruno toccherebbe alla
Chiefa di condannarla . Potrebbe!! pe- rò ( parlo pieno di rifpetto, e di
zelo, con quella riverenza ed ubbidienza , che lì dee alla Santità*
Vostra , ed alla Santa Chiefa ) dìdimamente con- dannare quella
opinione eretica , ovve- ro fcandalofa > come fece per molte
dichiarazioni AlelTandro VII. ed altri Pontefici ; e non ributtarli tutto
il cor- po d’un libro , il quale lì compone d* infinite, e varie
opinioni , delle quali la maggior parte niuno attaccamento ha ,
ovvero dipendenza colla verità del- la fede. Così leggiamo Origene ,
e Tertulliano lìcuramente , avvegnaché ambedue in molte co fe lian
traviati , come poco ollervanti della nollra reli. gione . Così
leggiamo ancora ' San Ci-' priano Martire , quantunque folle fia-
to d'opinione , che i battezzati dagli eretici lì doveflero ribattezzare
; laqua- le poi fu dannata dalla Santa Chiefa' per mezzo d’ un
Concilio > come an« L co. 3 \
* 6 » cora tanti altri errori di Lattanzio >d*
Arnobio» e d’altri. Or fe ciò fia lecir- to nelle cofe di tanta
importanza » cioè nella Teologia , potrà ancora efler-Te- / cito
nelle Filosofie , le quali van de- correndo femplicemente degli
arcani della natura . Il filosofare , Beatissimo Padre
, fu Tempre mai , conforme s* è dimo- ftrato , libero , e permefiò
a chi che fia , purché contrario egli non fia alla religione >
alle leggi umane > ed a’ buo- ni coftumi. Non han cofa gli
uomini» che fia più lontana > e men foggetta al- le poteftà
terrene, che il loro Spirito. Nè v’ è cofa più intollerabile , cl}e
quando fi veggono rapire la libertà de* loro penfieri ; perocché tanto è
toglie- re la libertà del filosofare ,■ quanto è togliere la
libertà dell’ opinare ftefTo, non effendo altro le Filofofie che opi-
nazioni * Quindi è, che coloro, i qua- li per dura legge delle genti fono
fchia- vi delle altrui volontà > pur fi riman- gono liberi nelle
loro opinioni , ed i lor pa- e Digitized
by Google padroni > i quali han poteftà della lor vita,
non poflòno difporre de’ loro li* beri fentimenti . Solamente lo
fpirita dell’ uomo a Dio è tenuto renderli av- vinto , elfendo egli
folo la prima veri- tà per elfenza , la quale non può giam- mai nè
ingannarli , nè ingannare ; ed iòdi poi ancora la fua Chiefa > la
qua- le ci favella da fua parte , toccando a lei d’interpetrare gli
oracoli , ed arca- ni di Dio . Indi quella ubbidienza del- la
nollra ragione libera all* autorità Divina fu fempre giudicata da tutti
la prima , e più grata vittima , che noi dobbiamo offerire a Dio. Il
facrifizio certamente non è egli fanguinofo , è ben però il più
pregiato , e caro ; pe- rocché conduce gli fpiriti nollri , na-
turalmente di ripofo impazienti a sì felice fervi tù , principio » e
mezzo d* ogni nollro bene, e falute • Perchè li dee in ciò ufare
grandilfima diligenza, nè legare sì llrettamente quello nollro
libero arbitrio in cofe , le quali poco , o nulla montano ; perocché
potreb- Lz beli befi temere di qualche rivolgimento
, o per così dire temerità dal vederli sì ftretto , e incatenato .
Oltreché po- trebbeli da ciò dar luogo di penfar malamente , che la
noftra fede dipcn- deffe da’ principi delle Filofofie, e che la
noftra religione » ed Arinotele fot fero sì Erettamente uniti , e me (cola-
ti , che 1' una fenza l’altro non polla da noi crederli. Sarebbe ben tre
volte incollante la noftra fede , fe ftabilita folle fopra così
balle , e poco (labili fondamenta , ed andalfe dietro a’fogni, ed
alle frafche de’ Filofofanti . La ve- rità vien ricercata si dalla Filofofia
,• ed è Hata ricercata già per migliaia d* anni ; ma non giammai
però è Hata ella ritrovata ; perocché Iddio ha vo- luto lafciare il
Mondo all’efercizio in- nocente delle Filofolie , ed all’incerto
inveftigamento delle cole naturali , e però alle difpute . Mundum
tradidit difputation'tbus eorum. Conforme anco- ra va dimoftrando
San Gregorio Na- zianzeno in un difeorfo, ch’egli detta
delle / . *65 delle dìfpute. La
Teologia fola ha ri- trovata la verità, perch’ella fola s’ ag- gira
intorno alla vera luce , e prima 1 ferità , eh’ è Iddio , principio
d’ ogni j noftro fapere; onde gloriavafi 1* Apo- flolo di non
fapere altra cofe, cheCri- tto crocifitto. Quefla verità ritrovata
nella Teologia altri non poffede , che 1 la noftra fanta religione
, la quale quan- tunque contrattata , ed afflitta da tan- ti e
tanti tiranni , pur fempre mai • vìttoriofa per tanti » e tanti
fecoli ha trionferò , e trionferà per fempre più gloriofa .
Veritatem ( ditte un autore ) Pbilofopbia quper ciò fare ha
volu- to fervirfi ; perocché verfando quefte intorno ad una caufa ,
la quale al prefente fi può dir prelfochè comune, di comune , ed
univerlal difefa ancora elleno pedono molto acconcia- mente fervire
. . . Recando adunque le molte parole fue m una , quella
nella foftanza fembra edere fia- ta T idea di lui . Egli ha come in due
parti divifa tutta la Lettera , in una delle quali s* è ingegnato
di biafimare, e deprimere il pia che ha potuto Ariftotile; e nell’altra
lodare, e portare alle ftelle Renato Defeartes. Egli ha depredo
Ariftotile , comparandolo prima- mente con Platone , e inoltrando , che
il principato tra i filolòfi è di quello fecondo; L 4
chc *6$ che da tutti i fanti Padri molto è
flato cele* brato: che la fua filofofìa è la più favorevo- le, ed
acconcia alla Chiefà cattolica ; e che quella d’ Ariftotile è la più
contraria, e pre- giudiziale . S’ e poi ingegnato di inoltrare ,
che Ariftotile è flato 1* origine di tutte l’ere- fie.* eh’ è flato biafimato
da tutti i fanti Pa- dri , e finalmente tutto quello ha raccolto ,
che può fèrvire di biafimo , e di vitupero di quello filolofo • Di qui è
pallato a glorifica- re il Defcartes . Ha mcftrato da quanti e
quali uomini e fiata la lita filofofìa appro- vata , e ricevuta : com’
ella s’ uniforma a’fen- timenti de’ fanti Padri : come ferve molto
per difi reggere l’erefie , e così fatte altre cofe af- fai. Onde
porta l’incertezza di tutte le filo- fofie per cagione del corto
intendimento u* mano , e porta Umilmente la libertà di giu- dicare
, eh’ hanno gl’ intelletti nelle materie fìlofcfiche y ha concitilo,
ellère molto da ri- provare Tattaccarfi fidamente ad Ariftotile . C
jntra il quale molte colè di nuovo adducen* do, e moltiflime altresì a
favore di Renato, della filofofìa di cui teffe un lungo panegiri-
co ; finalmente conclude , effere forte da ri- prendere coloro , che
ardifeono biafimare la filofofìa moderna , la quale non fido al
paro coll’ Ariftotelica può andare; ma in oltre ad erta dee ellère
antiporta , come quella , che dalla Platonica fi deriva , e per più altre
lo* 4 i6$ di, ch’egli affai minutamente, e
a lungo ya numerando. Ora volendo (opra cosi fatta argomentazio-
ne col medefimo fine dell* autor fuo , cioè a prò della moderna filofòfia
, alcuna colà of* fervare; dico in prima, non effere molto da
commendare Io ftabilire la difefa di effe mo- derna filofòfia fopra la
depreffione d’Arifto- tile, e fopra la deificazione, per dir così,
di Renato delle Carte . Quantunque volte un eccellente fcrittore ha
occupato un poftocon- fiderabile nella repubblica delle lettere,
non manca mai la fazione di quelli, che Pefàlta- no , e di coloro ,
che lo deprimono fuori del dovere . Vero è , che ci fono ancora
difcreti eftimatori delle cole, i quali il buono dal reo feparando
, quel prudente mezzo eleggono nel dar giudicio , che fecondo dirittura
di ra* gione fi vuol tenere. Molti efèmpj io potrei addurre per confermazione
di ciò: ma perchè fopra Ariflotile procede ilnoftro ragionamen- to
, volentieri io non mi partirò da eflo. Per efempio adunque de’
glorificatori affettati di quello filofofo fia Averroe , il quale in
que- llo modo lafciò fcritto di lui : j4riflotelir do * Urina efl
Stimma Veritas, quoniam ejus intei* lelhts fuit finis bumani intclleftus
; quare bene dicitur de ilio , quod ipfe fnit creatus , & da*
tus nobis Divina providentia , ut non ignori mus Doffibilia feiri .
E nella Prefazione alla ..Fi- / I
170 Fifica; Complevii ( Ix>gicam , Ethicam -, óc
Metaphyficam ) quia nullus eorum , qui fecu * ti funt eum ufque ad hoc
tcmpus , quod efl mille & . quingentorum annorum , quidquam ad*
didit , nec invenies in ejus verbi s errorem ali* cujus quantitatis , #
ta/ew £// per quan- to egli raedefimo ne dice , venti anni interi
fpefi avendo iti Squadernare i libri d* Ariflo- tile , anzi oracolo , che
giudicio è da repu- tarli . Così adunque egli fcrive nel Prolago al
libro JY. del fuo Examen vanitati* dottrir Tue gentium : Multa apud
Ariflotelem erudì . f > tio , multa eleganti a fcribendi ,
inulta etiam , fcrtajfe verità* : fed certe non parva vanita*
* - JLo fcrutinio fin qui da noi fatto di varj , c oppofti
giudicj intorno al medefimo fog- getto formati, può fervir di regola nel
giudi- 1 care di. tutti gli eccellenti fcrittori. Noq bifir
gna nè alla bellezza della virtù, nè alia brut- tezza de’vizj lafciarfi
cosi rollo ingannare , nè ' 2 1 -
Digitized by Google I 7 i * ■ . . fafcinare in modo la
vi (la , che fi travegga e fi finarrilca quel fenderò dì mezzo, per
cui Tempre colla (corta della ragione dobbiamo proccurare d*
incamminarci . Ma egli fi ritro- vano uomini d’ immaginazione tanto
gagliar- da e forte , che poiché hanno fidato la men- te nella
qualità d’ un oggetto , non (anno tanto o quanto fidarla per dominarne le
al- tre - Conoro confederano ' le colè (blamente per quel verfo, a
cui dal moto de* (oro fpi- riti fono portati , e di qui è, che o il
bene folo , o il male precifamente contemplano » Quello predominio
dell’ immaginazione in nelfun’ altra opera per mio avvilo meglio fi
fcorge , quanto in quella de veris principiis , & vera ratione
pbilofopbaudi di Mario Nizo- iio. Quello fcrietore avendo al principio
con- ceputo della (lima verfo Cicerone, e vdeldifi credito per •
Ari dotile ,‘a poco a poco s* è lafeiato condurre a tale , che nuli*-
altro che il lodevole in quello , e in quello nuli* altro che il
biafimevole egli vedeva . Gli è fi- nalmente» paruto , eh’ ogni cofa , anche
1’ imperfezioni del primo roderò divinità , e le cole anche buone
del fecondo fodero vizj , e magagne . Di qui è , che negli accennati
li- bri , egli conculca ogni opinione, e lèntenzia d’ Arillotile, e
glorifica ogni detto di Cice- rone ; per qualunque definizione anche
de- bole , e imperfetta del quale, egli s’ ingegna di
* di ritrovare principi , da cui fi deduce com* ella
è giuftiflima , e vera. Quella lòrta di li- bri può efler utile per
quelli , che all* oppo- fla parte fono dalla palfione portati /
perchè fcorgendo nella lettura di elfi il rovescio, co- me fi dice
, della medaglia , può avvenire , che s* inducano a dubitare di quello,
che fi- no allora aveano tenuto per fermo . Per al- tro e T uno e
1* altro di quelli eflremi me- rita grandilfimo biafimo , nè v’ ha colà
,che più i retti giudici impedifca quanto quello fv la- mento della
ragione, a cui la fantafia ha tolto la briglia di mano,. Intanto la
vanità, e lafu- perbia dell’ uomo fi palce molto di così fat- to cibo
, perchè o colla deificazione, o colla deprelfione altrui o coll’uno e
l’altro inlìeme, fi fpera di potere llabilire la propria fama «
Egli avviene nonpertanto , che la colà il più delle volte va tutt* all’
oppollo . Nulla è che minor imprelfione faccia nelle menti de- gli
uomini, e che più agevolmente dimenti- chino , quanto quelli sforzi
violenti : degl’ intelletti da troppo gagliarda immaginazione
trafportati : non altrimenti appunto , che 1* azioni llravaganti , e
inufitate de’ pazzi , ap- pena s’oflèrvano . E chi è egli , che
fìlolò- fando fi Ila giammai attenuto a’ principj di- Mario
Nizolio? lo non ritrovo appena regi- flrato il filo nome tra i nemici
d’Àrillotile . . Ma ritornando in via, dico, che l’autore
di Digitized by Google ! di quella
Lettera fembra effere (lato alquan* to tocco dal prurito y di cui abbiamo
fin qui favellato , mentre con tutto lo sforzo dello fpirito s y è
ingegnato di raccogliere il polfibL. le con tra Ariftotile, e dall* altro
canto por- tare fino alle ftelle il Delcartes ; ogni prova facendo
> e nulla intentato lalciando per ap- pannare, e far violenza agl*
intelletti de’luoi leggitori . Per contraflegno della fila palilo*
ne , anche dentro a* cancelli di puro racco* glitore degli altrui
giudicj, offervifi il modo , eh* egli tiene alla pagina 34. in iftorcere
vio- lentemente contra Ariftotile alcune parole del P. Petavio,
dette ad altro intendimento, anzi in propofito tutto conti ario. Quello
Pa- dre nel capitolo III. numero V. dei Prolago alla fua Opera de*
Dogmi Teologici , dopo avere addotto un lungo palio di S. Bafiiio ,
nel quale lèmbra , eh* e* rigetti in tutto la filolòfia Ariftotelica ,
foggiunge al fine cobi: Ceterum iifdem in verbi * videtur Bafìlius
in totum abdicale , ac rejecijje ab fidei , Theo* hgiécque
conjortio univerfam Ariflotelis philofo* phiam tanquam Cbriflo irrvifam ,
& inimicami atque ab bofle illius Diabolo proferì am . Quam
uonmllorum opinionem refellit Clemens Ale*an- drinus in primo Stromateon >
ut alibi memini - mus . Sed ab bujufmodi Jufpicione Bafilium paullo
pofl purgabimus . Ora il nollro autore prende da quello palio quelle lòie
parole ; Ari m Digitlzed by Google Ari
flotti is j>hilofophiam tanquam Chriflo invi, fam , & inimicam i
atque ab hofle illitis Dia. bolo profeti am ; e le porta come un detto
del P. Petavio contra la fìlolòfia d’ Ariftotile. E chi non vede
però che il prurito di conculcare quello filofofo ha fuggerito all’autore
della let- tera una sì aperta , e abominevole ftorpiatura? E
pure y fe per 1* altro verfo vogliamo ri- guardare e Arillotile , e il
Delcartes , non ci mancherà motivo , nè fcrittori , i quali ci a-
prirànno la ftrada a deificare il primo , ed a deprimere , e conculcare
ancora il fecondo , lènza nè pure aver bifogno di ricorrere a tali
artificj . Ogni volta che uno fcrittore s’ha a. cquiftato un gran nome
nella repubblica del- le lettere , e mafTìme per lungo tratto di
tem- po , ’è pazzia l’immaginarli , che tutte le co- fe lue pollano
eflère tee . Il buono làrà mi- fto col men buono , come di tutte l’
umane cofe , che perfette giammai non li videro j fiiole avvenire ;
e però quelli , eh’ amano dì cogliere negli eftremi , troveranno in amen.
- due le parti da làttollarli . Il punto Uà , che non lì lufinghino
d’innalzare una fabbrica , che non polla eflère da alcun altro colle
ilei* fe forze diftrutta , per non ritrovarli contra la loro
efpettazione ingannati. Un altro, che riguardi lo fteflò oggetto dal lato
oppofto a quello , che 1’ hanno riguardato efli , ritro- verà tolto
gli liromenti da dilhuggere in quel* !
I 176 quella fletta fucina dov’eglinò gli
avevano ri. trovati per fabbricare - Di quella difputa d’ Ugone da
Siena, al tempo del Concilio , che fi cominciò in Ferrara , riferita
dall* autor della Letteta, come cola inftituitaperefalta- re
Platone, e deprimere Ariftotile, così nel., la fua Cronaca lafciò fcritto
Filippo da Ber- gamo : Cumque Nicolaus Marchio , & multi in
Synodo congregati pbilofophi excellentes ad - venijfent , cuniios in
medium philofophia jocos adduxit ( Ugo ) de quibus inter fe Plato ±
Arifloteles fuis in Operibus contendere , ac magnopere dijfentire
videntur , cdocens eamfe partem defenfurum y quamGraci oppugnandam
ducer ent , five Platone m y fi ve alium je fequen - dum arbitrarentur .
Lo fletto atteftano Enea Silvio nel capitolo LI I. della Dedizione
delF Europa , e Andrea. Tiraquello nel capìtolo XXXI. del libro de
Nobilitate . Ecco pertan- to , che il fine d’ Ugone non fu V
efaltazion di Platone , e Pabbaflàmento d* Ariftotile , come vien
fuppofta : ma fi profefsò di voler difputare problematicamente , che vai
a dire, difendere la parte impugnata , e per confe- guenza
difendere o l’uno, o l’altro di quelli due fUofofì . Cosi il Concilio
Lateranefe V. a torto vien portato alla facciuola 114. come
difàpprovatore , e condannatore della filofo- fia Peripatetica nella
Scffione Vili. Bafta fo- to leggere P accennato luogo per chiarirli
, che f \ Digitized by
Google *77 che quello Concilio non condannò nè
Anda- tile, nè Platone, nè alcun altro filofofo in particolare : ma
generalmente della filofòfia ragionando , proibì primamente I* abufo
a que’ tempi introdotto di difendere nelle pub- bliche Tefi, che
circa lo dello punto, quel- lo era da dire fecondo la filofofia , e
quefto fecondo la verità : ovvero tal colà fecondo la filosofia e r
a vera, che fecondo la fede erafal- fa . In fecondo luogo ordinò a tutti
i Lettori pubblici delle Univerfità , chefpiegando i fìlofòfi,
avvertilfero la gioventù degli errori loro , alla fede noftra contrari ,
-confutando* gli, e riprovandogli . E finalmente (labili , che
niunCherico doveffe dopo io ftudio della Grammatica appigliarli a
quelloodeilaPoefia, o della Filolòfia, lènza ftudiareinfieme Teolo-
gia , e Canoni, acciocché, foggiugne, In bis Janlìif , & utilibus
profijfionibus Sacerdotes Domini inveniant , unde infili a s Pbilofopbia
, & Poe fi s r adice s purgare, & fanare valeant. E tanto è
lontano , che i Padri di quefto Concilio abbiano avuto in animo
d’oltraggia- re Ariftotile, eh’ anzi lette le poco fa accen- nate
cofe , e ricercato , fe alcuno avelTè pun- to che dire in contrario, fi
levò fufo Niccolò Lippomano Vefcovo di Bergamo, e sì difle^ Quod
non pìacebat fìbi , quod Tbeoìogi impo - nerent Pbilofopbis difputantibus
de veritate in - ielle fi us tanquam de materia po/ita de mente
M - Ari» Digitized by Google 178 ...
.Ariflotelis y quam [ibi imponti Averroes : lieti fecundum verità
rem tali* opimo e fi fai fa . Si- milmente di queir Aezio Vefcovo * che
dall* autor deir Epiftola è rapportato come uno * che per troppo
ftarfi attaccato alle Categorie cT Ariftotile , cadeffe in erefia * e
diventaflTe Ateifta , Socrate nel libro II. capitolo XXXV- della
Tua fteria Ecclefiafticacosl ragion a: Hoc aiitem facit Cat egorii s
Ariflotelis ( fic liber iU le e fi ir.fcriptus ) fidem habens * ex
quibus difputando * ac fe ipfum fallendo y non int clie- nti y
ncque a feientibus didicìty quis fìt Ari fio - telis feopus . Ille namque
propter fopbifias phi* lofoph'ue lum illudentes id genus exerctiii con
- fcripfit y & Di al etite en per fophifmata novis fopbiflis
dicavti. Itaque Academici * qui Pia- toni* y ac Plotini fcripta e L 9
immaginazioni belle piut- rollo ad udirli , che fiifliftenti e fode
, le quali fono fparfe per tutto il corpo del- la fua filolòfia y e
che tinta di fanatifmo T hanno fatta comparire . I Vortici , che da
fonti torbidi Italiani , come fono quel- li di Giordano Bruno Nolano , ha
prefi il . Defcartes per far girare la fila tripli- ce materia ;
fono colori , che poffono fer- vire a fare un ritratto di lui tutto
diver. fo da quello , che ha fatto V autor del- la Lettera * Il
Padre Malebranche mede, fimo 5 uno de* più acerrimi difenfòri , e
approvatori della dottrina di Renato , co- sì lafciò fcritto nel libro
ili. patte L capitolo» IV. della ricerca della Verità . Mortsù
Defcartes era anch'egli uomo y fog - getto all 9 errore , e all 9 illufione
, come gli altri . Non v 9 ha alcuna delle fue Ope- re y non
eccettuando nè pure la fua Geome* * tri a y in cui non fi a . qualche
fegno della debolezza dello fpirito umano . Non bifo- gna adunque
fi are alla fua parola ; ma leggerlo cautamente , com 9 egli ftejfo ci
av~ vertijfe . Non fono anche mancati uomi- ni dotti , i quali
hanno fatto vedere , che Ja fua filofofia è di pregiudicio alla fede
, i8i cd è contrarla a molti dogmi cattolici -
AI- cuno ha pretefo , eh * ella rinnovi V ere- fie di Pelagio , e
di Neftorio : ed altri , eh* ella fia la firada allo Spinofifmo , e
all* Ateifmo * Io fò , eh 5 è flato rifpo- fto a quefli tali , e che vi
fi rifponde. rà : ^ma quello appunto è quello , che il di fopra da
noi detto conferma , e che moftra quanto agevol colà fia o, ecceder
nella lode , o ecceder nel biafimo , quan- do non s 9 ami di fidar V
occhio che o ne* fòli vizj , o nelle fole virtù . Non fem- bra
adunque , com > ho detto , degno di molta lode il difegno di ftabilire
la difefa della filofofia moderna fopra le lodi , el* efaltazione
di Renato Defcartes , e fopra i biafimi , e depreflione d * Ariftotile ,
fic- oome fopra un fondamento , che fi può di- ftruggere con quella
fteflà facilità , con cui s è innalzato : e per mezzo del quale ,
fermo e inconcuflò renando , fi verrebbe a flabilire quello , che V autor
filo medesi- mo in alcun luogo con molte parole s 9 e ingegnato di
diftruggere , cioè il farli fè- guace indivifibile d* alcun filofbfo
partico- lare . Ora diciamo alcuna cofa della principal
ra- gione, fopra cui Pautor della Lettera ha pian- tato la difefa
della filofofia modèrna ; la qua- le fi è , che derivando ella dal fonte
di Pia- rvi 3 «o* iS z tone, fìlofcfo
fupcrioread Ariftotile, appro- vato dagli antichi Padri, e riconofciuto
come molto vicino a’dogmi cattolici; ella non vuol eflere riprovata
, maflimamente in confronto dell* Ariftotelica, la quale, fecondo lui, è
J }a* fa V unica , e fola cagione , anzi l y orìgine JìcJfa di tutte
V erefie. E quanto al primo , cioè quanto al prin- cipato
,tra Platone, ed Ariftotile ; molto dif- ficile, molto dibattuta, e da
niiino per anche decite quiftione ha prefo a diterminare il no- Aro
autore , augnandolo al primo • La dif- ficoltà di tal decisione procede ,
che molti ef- ffendo i pregj delfinio e dell* altro filofofo ,
amendue ancora hanno le loro imperfezioni. Secondcchè pertanto fi
vogliono riguardare sì nell* uno, che nell* altro più quelli, che
ques- te, fi ha campo ancora di antiporre , o pote porre V uno all*
altro. Ma per quello , che riguarda il fecondo y cioè quanto
al far ufo dell* uno, o delP altro nella Teologia , e nelle cole della
religione , non fono pure ben d* accordo tra loro gli uo- mini
dotti qual fia da preferirli . Se per Pla- tone fta P ufo , che moftrano
averne fatto i primi Padri della Chiete: nè anche Ariftotile va
privo in tutto di fimi! pregio , mentre al riferire d’Eufebio nel libro
VII. cap. XXXIL della Storia Ecclefiaftica , in Aleftàndria , an-
che al tempo , che i Dottori Apoftolici rif- pJea«
plendevano , l’Ariflotelica (cuoia fioriva. Gle- mente Aleffandrino
lib.V. Stromatam, riferita, che Ariltobolo con molti libri provò, la
(liofoba Peripatetica dalla legge di Mosè,e dagli altri Profeti
derivarli. E Gioleffo nel lib. I. contvaAp* pìonem , infieme col
mentovato Eufebio nel lib. IX. cap. V. de preparatane Evangelica ,
recano un luogo di Clearco,ditapoIod’ Annotile, da cui fi fcorge,
come quello filofofo, eliendo m A- fia, tenne lunghi, e fciendfici
ragionamenti con un dotto , e favio Ebreo , da cui apparo mol. te
belle, ed eccellenti cofe ne’ Divini libri con* tenute . Anzi fu opinione
d’alcuni , che lo «el- fo filofofo , avendo avuti per mezzo d
Alelìan. dro i libri di Salamone , molte cofe da quelli rac-
coglielTe,e trafportalfene’ fuoi .Ne mancarono fra moderni ( lafciando
per ora da parteltare i libri de vietate Arijlotelis , de f alate
Anflotchs , ed altri limili dati fuori ) chi comparazioni tra la
Scrittura facra , ed Ariftotile facendo , s in- segnarono a tutta lor
polla di moftrarc, eh e- alino pattano d’accordo , come Giorgio
Trape- zonzio, Giovanni Zeifoldo , AgofiinoSteuco, ed altri . Sopra
così fatta lite pertanto a muno , s’ io non vado errato , difpiacerà il
prudente giudiciodi Melchior Cano, (limato meritamen- te
dall’autor del la Lettera il maggior ornamen- to della famiglia
Domenicana. Divo Augufli , wofdice quell’ autore nel lib. X- cap. V . de
loets Tbeologicis ) Pialo fummus efl : Divo Tbom Enea Gazeo ,
di Teofìlo Patriarca d’ Antio- chia, di Lattanzio Firmiano, d’ Eufebio
Ce- fàrienfe, d’ Epifanio, di Gregorio Nazianze- [ no , di Girolamo
, di Crifoftomo , e di Teodo- reto, ne’quali, tutti concordemente
biafima- no , e {gridano Platone , e la fua fìlofòfia , co- me
quella, ch’era fiata l’origine , ed aveva dato palcolo, e fomento ad
infiniti errori , ed erefie. Ecco adunque , che Ariflotile non è
fiata la fola pietra dello fcandalo : ecco eh* egli non
i Digitlzed by Google f 188
non è l’unica cagione di tutte V erefie : ma Platone fenz’alcun
dubbio, in quella parte lo fupera, ed è flato guardato di malocchio
da* Padri; e l’ accollarli , ch’egli fa in qualche modo più a noi ,
è ridondato in nollro mag- gior pregiudicio . Di qui fu però , che
negìi ultimi tempi , quando Giorgio Gemillo , il Cardinal
BelTarione , il Cardinal Gufano , e Marlilio Ficino illullrarono , e
fecero rifiori- re la Platonica limola, quali tutti nonpertan- to
{limarono miglior avvifo, o almeno minor pericolo, attenerli tuttavia ad
Ariflotile. Sen. tali lòpra ciò 1’ avvedutiflìmo Giovan Fran- celco
Pico Mirandolano , il quale nel libro 1 V. capitolo IL del fuo Ex amen
vanìtatis dotivi, ttee gentium , in quello modo lafciò Icritto.
Alti nihilominus , Platone poflhabito , haferunt Arifloteli ,
exiflimantes illum noflr & exatìe, fed in comuni defumta ) prxbere
aditum faci - lius po/fit , quam Arifloteles , qui rationibus , non
fide , foleat plurìmum & fere femper inni - ti . Ma il talento di
avvallare Ariflotile , e cacciamelo del mondo , e della memoria de-
gli uomini; non ha lalciato Icorgere all’ au- tor della Lettera, non dico
le lodi fue ; ma nè Digltized by Google
nè pure i biafimi, «Squali i medefimi Padri ne’medefimi luoghi, in cui
nello ripigliano, » anche il fuo maedro fogliono non punto
di- verfamente trattare . Per cagion d y efempio nel capitolo XJ.
del Libro intitolato Regala Monacharum , a S. Girolamo già attribuito
, fi leggono quelle parole ; Attende , & tu fa- tuorum
fapientum princeps Arifloteles . Elleno però fono Hate tolto notate dal
nodro auto, re , e nella lettera aliai avidamente inferite : ma
queir altre: Verum non fine labore didicu ) fii tuam Japientiam fatuam
Plato y folamente due verfi lontane,* e quelle ancora aliai vicine;
Non banv fatuitatem doéìijjimam Athenis Plato didicit , non Arifloteles y
non Anaxagoras > non cete - rorum fiultorum mundi fapientum turba percepita
non fono Hate avvertite da lui , nè notate , non altrimenti, che feo non
iforitte, o rafe, e cancellate Hate li fodero. Ma che diremo, che
dopo quel detto da lui in difcredito d* A- f rillotilc recato ,
immediatamente al medefimo . filofofo quedo elogio è teduto, o leurato fi
mil- mente, non fo come, c tolto agli occhi del nollro autore? Et
fi fueris abfque dubitano, ne prfdigium , grandeque miraculum in tota
na+ tura y cui pene videtur infufum , quicquid naturai iter efl
capax humanum genus , 43c. Le quali parole anzi della foiocca
abbjezio- > ne , e viltà del Chiofatore Arabo, che del- la
gravità Geronimiana tenere mi fcmbra- no ►
Digltized by Google r 190 no (*)
Vero è però, che da tutti i Critici efl fendo coiai opera da quelle di
Girolamo fe pa- rata , e come lavoro di più baili tempi , non
fu* (*) Averroe nella Prefazione alla Fifica 4 parlan-
do d’ Afiftotile difTe : Talem ejfe virtutem in indi- viduo uno
tniraculofum & extra neum exifiit . A che pa- re , che corrifpondano
qtìeft e parole : Si fuerir ab - fque dubitation e prodigi um 3 grand
eque mìraculurn in tota natura . Averroe ancora fopra il libro JL
della generazione degli animali , così lafciò fcrirto : Lau* demur
Deum , qui feparavit lune virum ab a li ir in perfezione 5 appropriavitque
ei vltimam dignità tem bumanam ò quam non omnis homo pottft in quacum
- que £tote attingere . Alle quali parole s } accofta- no ùmilmente
quell* altre : Cui pene videtur infu - fum , quicquid naturaliter efl
capax bumanutn gsnut . Di qui fi può formar conghiettura , che cotal
Li- bro non fia flato feri ero prima del 1150 , in cui fio- rì
Averroe . Oltre a moire voci de 9 tempi baffi , e parecchj veftigj di
fcolaftico , e Parigino idioma , che vi s* incontrano y e che pofTono
fervire per confermazione di quello 3 maggiormente ancora tutto ciò
fi ftabilifce dalle parole , che fi leggo* Do nel capitolo X. Ut quafi
quorundam pbilofo - pborum videretur in eis verificavi opinio , qui
unam ponunt in bominibur univerfir animar» folam . La qual è
opinione venuta fu ne* tempi baffi ,dai rappor- tato Averroe mefTa fuori
e difefa , impugni 3 da S. Tommafo,e finalmente condannata nel V.
Con- cilio Lateranefe alla Seffione Vili. Ma perchè per . altra
parte nel capitolo XXXIV. , e XXXViU’ dell* accennata opera fi fa
menzione del pranfodo- po nona ne’ dì di digiuno ; il qua! ufo s* è
nella Chiefa confervato fin verfo il fine del XIV. fecole 5 perciò
potrebbe argomentarli 3 che il Libro non fof- f
Digitized by Google . *9i fna giudicata * (**) non era
da farfi arma fuor di ragione contra lo Stajprita del nome d’un
tanto Padre . Ben piu vantag- giofo e per V autore della Lettera , e per
la verità flato farebbe , eh’ egli nelle vere ope- re i veri
'(entimemi di sì gran Santo intorno a ciò rintracciato , e quafi
fpigolato avefle , mentre in quella guifa il perfeguitato Arifto-
tile dal glorificato Platone non mai guari lon- tano ritrovato avrebbe -
Come (opra il capi- tolo X. v. XV. deir Ecclefiade . Lege Plato- ne
m : Arifloìdis revolve verfutias y & proba - bis verum effe quod
dicitar : labor flaltoram affliget eos . Sopra il Salmo CXL v. Vi.
al- tresì. Nane ipji hareticì licet per Arìftotelern y &
Platonem videantar fimplicitatern Ecdefi e fin dove fi debba
fèguitargli • Poflòno è vero accodarli f chi piu , e chi meno a* dogmi
della noftra re- ligione , fecondo i fonti da* quali attinie* ro le
loro cognizioni ; ' ma non è però giammai da fperare , che ferifcano il
fe. gno , perchè le tenebre , nelle quali vi- veano , loro non
permettevano d y arrivare tant* alto . Altro dunque non fi può in
/quella parte , che com piagnere la mifèria, e infelicità loro : per
altro il biafimo , e la lode non ha propriamente luogo fòpra elfi
,?fe non quando fi confiderano • da fe, come puri filofòfi , e
fèparatamente da* do- gmi de* Criftiani. T Ora palliamo a
dilcorrere brevemente dell* idea generale , che P amore della
prefènte Lettera ha avuto ; il quale ha divifato > che la difefà di
Renato Defcar- tes fia la difefa della filofofia moderna , e la
condannagione d* Ariftotiie fia la con. dannagione cella volgare.
Incorno a ciò è da avvertire , che la mo- derna filcfòfia non è in
modoconftituita dal- la filofofia del Defcartes, che Cartellano, e N
Mo' Digìtized by Google 194 Moderno fìa
la medefitrià cofa. E 1 ben vero, che non fi può eflère Cartellano lènza
eflère ancora Moderno; ma non è vero, che non fi pofla eflère
Moderno fenza eflère Cartefia- no , Per la qual cofa la filolòfia
Cartefiana fi ha alla Moderna , come la fpezie al gene- re. Ancora
è da notare, che avvegnacchè la volgare fiJtfofia abbia voluto unicamente
ac. taccarfi ad Ariftotile , tuttavia eflèndofi ella lèrvira per
intenderlo dell* ioterpetrazioni de- gli Arabi , i quali per l’ignoranza
delle lirt^ gue, e per mancanza d’erudizione, peflima- mente 1’
hanno iotefo: nè lette avendo gli Scolaflici quefte interpetrazioni
nell’idioma , .in cui da’ loro autori erano fiate fcritte ; ma
dall’Arabico trafportate in Latino , o come alcun dice , in Ebreo dall’
Arabico , e po. fcia dall’Ebreo in Latino trafvafate ; può et fere
per ciò aflai facilmente avvenuto , che la mente d’ AriflotiJe per lo
diritto intendi- mento prefo , fia del. tutto oppofta a quella
degli Scolaflici, e cosi la mente degli Scola. Ilici a quella
d’Ariflotele. Ora di qui ne fé- gue, che come vituperandoli, e
condannan- doli i modei ni , per avventura nè fi vitupe- rerebbe ,
.nè fi condannerebbe il Defcartes ; ' così per l’oppoflo lodandoli, e
difendendoli il Defcartes, può eflère , che nè fi lodino , nè fi
difendano i moderni . Similmente fi c- come vituperandoli , e
condannandoli gli Sco- la- Digitized by Google
lattici, è facil cotti, che nè fi vituperi, nè fi condanni Arittotile •
cosi potrebbe dare il calo, che vituperandoli, e condannandoli
Ariftotele , nè fi vituperaflèro , nè li con- dannaflèro gli Scolatici ,
eh’ è quanto dire la filolòfia volgare. E* ben vero però, che
quell’ ultima . eiTendo colà dilEcilittima , e preffochè imponibile ;
perchè non è da cre- dere, eh’ elfi Scolatoci perverlàmente inten-
dendo Arittotile 1’ abbiano migliorato : ma piuttotto piggiorato affai ;
cosi il vituperare, e il condannare Arittotile pare , che provi
molto quanto al vituperare , e condannare la filolòfia volgare . Ma per
1’ oppofta {ra- gione il lodare, e il difendere Renato Dett cartes
non pare, che provi tanto per quello^ che fpetta al lodare , e difendere
la filcfofia moderna;.. . Perbene adunque, e acconcia diente
difen- dere, e lodare quella filofofia, {ómbra di me* ftieri
cercare il fuo verocottitutivo, dalla bon- tà ^.o difetto del quale, la
lode , e il bia* fimo ad eflà Umilmente fe ne derivi. Ora quello ,
che fembra la filofofìa moderna conttituire , e alla volgare degli
Scolali ici immediatamente oppofta; renderla , fi è lo lcotimento
del giogo Peripatetico , e di qualunque altro particolar filolòfo ; e
la pura ricerca della verità. dove , e in qua- lunque luogo ella fi
fia . La ichiavitù nel. N * la 196 . . la
quale, feguendo gli Arabi, gente d f ani* ino baffo , e fervile , avevano
pollo il loro intelletto gli Scolaftici , per ellere dapper- tutto
fparfi , e difufi, s’era ancora dapper^ tutto difufa , e inoltrata , ed
avevano cbbli* gato tutto il mondo a non filofofare con al- tra
mente , che con quella ' d* Ariflotile • Avvegnaché fopra infinite
quiflioni di filo- lofi a 7 col là pere* la mente di quello filofo-
fo, non fi fappia per anche nulla y tuttavia eglino s* erano immaginati
di làper tutto ♦ Nequc erìnn- Philofophum ; ( cóme dice Gio- va n
Francefco Pico ) fed Pbìlofopbi* legem pkrique omnès arbitrobantur .
Quella però è la cagione, che fi fono veduti fopra tal qui.
ftionepiù libri, deflinati ad eliminar la men- te d’ Ariflotile,' che a
ricercare la lidia veri, tà della colà . Molti hanno incominciato a
riflettere , che quello era un travaglio molto penofò , e che il frutto
non -iftance era aliai tenue. Hanno offervato, che per quella via,
al più non fi’ poteva venire in cognizione che di quanto fapeva Ariflotile
, che vuol dire di pochiflìme cofe , rifpetto a quelle, che s*
avrebbono potute fcoprire . Dove 1* altre ar- ti al tempo de* primi
ritrovatori • fono Tem- pre comparlè rozze , 19
7 tempi d’ A ri Rotile >' di Piatone , di Demo- erito, e
d’ Ippocrate , molto fi làpeva per squelPctà, allo ’ncontrocol tratto del
tempo era venuto anzi perdendo che no, e le fet- enze s* erano
piuttolìo abballate , e o Taira te, ^he illuflrate, e innalzateli ,
com’era di ra- gione - Conchifero adunque , che quello mo- ■do di
filofofare degli Scolatici èra irragione- vole , e barbaro , e non
tendeva ad altro , che a coprire tutto il mondo d’ una miferabile
i- gnoranza, mentre , come avvertì anche Sene» .Qui aitimi fequtiur
tiibil inventi , imo ne* que quarti.. Lorenzo Valla Romano fu il
pri- , che a’ adpprò a trarre la filofofia del mi. fero fervaggio ,
in cui li giaceva , inoltrando èllere lecito fentire diverfo da
Ariftotile co* duci tre Libri Diale Elie arum difputatwmm , che
fcriflfe a ^quello fine . Anche .Giovati Francei- co Pico Mirandolano ne’
tre .ultimi Libri del fuo E* amen vanitati s dottrina gentium ,
molte colè difputò contra lo lìdio filofofo ; e mol- te altresì ;
Lodovico iVives ne* fuoi Libri de cauffts corrupanrm artium , per non dir
nulla delTelefio, del Patrizio i e d’altri fomiglian. ti ,ii quali
pure tennero la ll'eflà via . Die* tro le velìigie di coltoro Galileo
Galilei in Italia, e Prancefeo Barcone, in Inghilter- ra
inftituirono Un modo di frlólòfare libero, e del tutto oppolto, all’
antico. Scola Iti co, e gittarono le prime fondamenta di quella ft-
r«o n ? • ■ io. t98 lotcfia che fi chiama
Moderna/ non perchè fidamente ora Ì fuoi principi fieno /tari po. Iti
in ufo; che Tempre, e in tutti i fiecoli gli uomini ragionevoli altra via
non hanno mai tenuto ne! tilofcfare; ma perché dopo ? in. fezione
orribile , e univerfale degii Scolaftick iqtiali amava n meglio di
fcioccheggiare coti Ariftotile, che con altri tàggiameme'iditcop*
rere , come alcun diffe j q netti ottimi pria, eipj fono fiati
felicemente richiamati , e pa. fti in ufo da moderni . Aperta cosi Ja fi
rada da queftì due nobili, e valorófi ingegni . « primo de* quali
fu il primo ancora , che chia. mo in ajuto della filofofia le
Matematiche, e che con profpero avvenimento Je v’ intro- dufie;
comparvero ben tofloCartefio, e Gali , do ?r, r £ na . altri
ec. celienti filofofì, i quali t a n te ^ e sì diverte
ecfe e in cielo *, e in terra difcóprirono , e cosi fatto utile
recarono a tutte I» altre arti , e fpecialmente alla Medicina , che ben
fece, ro conofcere cogli effetti, quanto infelice, e miterevole fia
la condizione di qpefti aridi , f d, g' 1 ™ d* Ariftotifc ; e
quanta fia la necetfita di battere altra via per ben fìioi
babugemus in Italia Galil quotiefeumque ipfi permittitur libere
quo* cumque vagari. Verumenimvcro nec argumen - ta in oppofitum
defunty pracipue quantum ad pbilofopbiam . ^Ecce quanam plus minufve .
/. Ouod nonHdeo rerum fcìentia aequiritur y fla- tim ac auttpfis
innotefeit opimo 5 quacumque aliter fentiendi , aut fcribendi pr aclu fa
facuh tate . Ih Qupd fape fapius temporis multum fruflra
tranfigitur , germanum vefligando prò* prii auttoris fenfum >
fpeciatim in aliquibus con- troverfiis y quas ipfe fubobfcure refolvit :
III Hinc ea penitus non declinari y qua timentur abfitrda , hoc efl
circa opinandi libcrtatem ; Magifler enim nonnibil acutuSy auttorem
quem- piam ad proprhtm fenfum jugiter potè fi expo - . i ntn
- Digltized by Google tot tendo trabere ,
ita ut in eunlfis fihi patroci. nari videatur. IV. Quod in pbilcfapbicis
libe . rum unieuique effe debeat fuopte nutu de re. .rum natura
fentire , & quod fcrutanda veri, tati plurimum obefl ita jur are in
verba dolio, rum, ut borum auHoritatì , baudquaquam li. eeat
refragari.V-, Quod iflopotifftmum loco Divi Atfguftinì norma m fequi
cportet , adferen. tis , quantavis auiloritate , ac fanlìitate fulge.
fit aliquis aulior, ipfi tamen indubitatum , fir. tnumque affenfum co
folum effe prabendum , ? to rationes ejus illum a nobis extorqent .
VI. andem Deum onice. effe , cujus auHoritati , nipote maino
infallibili , fit tace fidendum. « I 3
4 t 1 » i INE. 0 •* •
) Digitized by Google :t
\ 2O3 INDICE ; u • * * •
M s i Delle cofe notabili , contenute nella
preferite Lettera , . e -nell’; ; ; Offer vazione .■ M
* * • » si pone in Dio. 84. gran
fbfifta. 147. 148 AriflptplicìJ Vedi Perl pitici . Tjf J
AriflotUe rfòvetchia autorità dataglida alcuni 8 . * 1 ?4- condanna
Platone, e n*è riprefo. 1 j.fiioi * : ièguaeV eretici . 30Ì 38. 15 9.
pròBaMJifti . 95 venerato còme idolo. 30. i59.bia/tmatoda >
fanti Padri .. 32; 35^4. 35. 154. 158. 191 da altri . 40. 41. 45. fuoi
libri condannati . 35. 36. notato di gravi errori da’ Padri , ed r
, altri. 41. 4Z. 43.,'fu uno de 9 maggiori filo- . lòfi delia Grècia 44.
fu chiamato in giu- *5 ^icio . 44. fuoi principi bugiardi . 44.;
infa- mato da 1 fuoi feguaci lteffi ., 45-46. fe ve- nifle ora al
mondo fi difdirebbe. 103. 104 c noniftimò di dover eflère norma
univerfà- le . 107. e 1 origine di tutti gli errori de interpetri.
i^.fwacrfcurità. 148. 149. è li ìóJò tra tanti filofofi,(:he fia
ftudiatq, fxid ila V n izio ne deIL*iTOii\c> biajtj ma|? - 1*
- immortaJi^delranima.24. 153. fua Logica T fofìftica . 154. lodato
affettatamente .169 flrabocchevolmente biafimato> 170.. 172
giudici retti fopra il medefimo . 171. non •%• • C Ano (
Melchior ) ; Tuo elogio •: 38. giu- ì dicio del medefimo intorno a
Piatone , . ; e jAnilotile. ; !.. 183 Capitone : fct
raggiante i, ; ■ ... ; 106 Caramuele ( Gio. ) : ilio prelag io
intorno al- , la filofofìa Cartefiana. . {, 120 Cartefto (
Renato ): lii che fondamenti pian- « tane il fuo fiftema - 53.. fiioi
principi giu* ili y e buoni. 55* 114. fuoi fèguaci. 56. 57 «‘ fo*!
64 . 66. 67. 68. 70. fuoi protettori 64 ; 67. .converte la Regina
di Svezia . 64. e . altri . 65. lupi fentimenti fi conformano
v «> n que , de y Padri. 57, 58. 60. 1 14. 1 15 ; 116. n8. chiamato il
refu gio de J cartoli- . • 65* onori fattigli. 65. calunniato dalle
univerfità Protettami . 70. fuoi nemici - 70. 71. 88. fiioi
difenlòri . 71. 72. pone per primo principio il dubitare . 87-fua
prote- it azione , $7. a ma d’effère corretto. 88. per- chè fine
meditate una nuova, fflofofìa. 116 lodato dal P. .Merlènni . 118.119.
s’uniforma fo’ftntimenti di Platone. 121. fuoi coltami. :
Ì21. iiz. 123. giudicio fòpra il medefi. ino del Malebranche . 180.
fua filofofia -difefa dalle migliori univerfità d’Europa. 61.
ù Digltized by Google »Ojr 61. fi dee
antiporte a quella d* Ariftolile. 114. è veramente Criltiana . 116.
lodata. 11 9. prefagio del Caramuele intorno al* la medefima- 120.
è tratta dalla Genefi • 121. perchè contraddetta da alcuni. 124 ha
dato motivo a molti di dar in pazzie . ed empietà. 179. fuoi difetti ,
'i8o. 181. U ha alla Moderna come la fpecie al genere. 194
Cartellano , e Moderno non è lo fteflq. 19+ P. C a
fati: abbraccia la fìlolòfia Moderna. 66 Caffi ni: fila oflervazione .
ili Celfo: contrario a J a bolero. 107 CeJ alpini (
Andrea ) .* fua. (coperta. 109 P. Charlet : amico del Cartello.. • .
66 Cbiefa: fua dottrina è la vera fìlolòfia . 126 è
interpetre degli arcani Divini . 163. Ve- di Teologia . P.
Cbirchero ( Atanafio ): proccura 1’ amici- zia del Cartello . , ■
67 Clemente ( AlefTandrino ): non iftimò, che i Greci fi
giuftificafièro per mezzo della fìlo- lòfia. ■ .10 Cicerone (
M. Tullio ) .* divinizzato dal Nizo- Ito. 172 Cielo : (ita
grandezza , materia , e moti igno- ti. • . . .• '• '>'••• '
81 S. Cipriano ( Martire ): fao errore . 16 1
P.Ciermans : loda il Cartello. ■ - 68 Concilio Latermefe V. :
filo luogo alla Seflìo- ne Digltlzed by Google
to8 Tie 8. fplegato . D
■Daniel ( Niccola ) : impugna il Carte- bracciata . 48. fua
opinione intorno alla i . . • P- Detei: Cartellano .
62 Defcartes . Vedi Carte fio. Digiuno ■: fin quanto
abbia durato nella Chie- *'• là il pranlò dopo Nona. 190 p.
Di net ( Giacomo )ì amico del Cartello . • 67. 88. >
Dio: è la prima verità. . 163 Difpute : la verità fogge da
eflè . 5. fono un tormento degl’ingegni . 6 . hanno diftrut.
* to la filolofìa . 87. 89. 90. altro lor pelfi- -■ mo effètto.
137. Vedi Filofofi i Perìpate. E Berardo ( Gio. ) difende il
Cartello. 71 Epicuro : plagiario. 49- commendato da’ Padri . 49.
50. 53. fua filofofìa abbracciata. 48. 51. 53. anche da’ Padri . 54. 55. meri.
•• tò della medesima . 49. 53. illultrata dal tiri)
Sette. E Gal' . ; 209 v ;
G^irenaiv T " - ; ' 5 ° Erbe : non fi fa la loro virtù •'
80 Ereboore : ( Adriano ) : Cartellano. ■ . 7 O Euclide: fuo
detto ’ ; \ r \ * : f ’ 14 > Eunomiam: giurano 4 filile parole
d’Ariftotile. - ^ 59 . , Etintìniicr: compagno d’ Aezio
nell’erefia . 29 ‘ ^ fi vanta di conofcer Dio r . 7 6 : è riprefo
da ’ Bafilio. ' ’ " : i ! ' , 7* 77 .178 Eurìpo :
fuoi vortici non fi fa donde derivi- ■ ' • 81 no*. « ,
. • .op * u:- t \ r r *jLvì r r f r *• » /i
# ' »IA «4 • al * ,1 *l*v* • 1 I • # 5 " Fabbri i abbraccia la
fìlofofia Moderna. p. Farvagtie : difertfore del Cartefio. •
5^ Fede : 'richiede fommiffiorie. 34. Vedi Chic. • *'/», ‘ :
v>- ! v . Ecmrib( S. Vincenzo ) : introduttore dell In.
'• cfuifizione. * * .. . .. . 34 Fìlopono X Giovanni ) .*
eretico . ^ ' ■ 2.9 Filo fof are : è permeilo à tutti . -ir.
liberta di •' éffo . l 72. 97- 99: 1?8. die fine deb- : bà
avere.' • ^ ^ — ^*54 Filofofi'r contrari a fe medefimi .' 74.
ton- ’ dano i principi del fi lofofare foli’ igno. •' ... .-L
'i. a_ . 1 14 fri- • I • « » » « t “ « •.
?» tii.t 22.'fonó amanti delle favole . • i-! o *J°»
1 Digltized by Google ZIO 330. dicono le
maggiori pazzie. *3 1. fé. ne - può trar bene, e male per la religione ,
19^ non poflòno eflère biafimati di queftó *191. • non
bilbgna fperare , che parlino da Cri- tìiani. 193. biasimo 1 e lode
quando abbia, luogo lopra euì. ' 19 ) Filofopa: commendata’
da’ Gentili ) $ da^Pa- dii. 8. 9. io. 11. ip. non è fapienza..rV7^
: non è altro che opi nazione. 80. 162- non . ve n'ha al mondo. . 8 3.
87. divife in mille fette . 89. 90. 129. fua incertezza . 00. 91
130. non abborrifce Je novità * 98. fogget- ta a nuove (coperte. 100.
101. ancella del. . la Teologia. 127. 129. è (tata ritrovata
per efercitazion dell’ ingegno . 130. Jia avuto t. origine dajle
fàvole de’ Poeti . 130. . non è . contraria a tutte le. favole. 131.nan.haan.
cor trovato la verità. .,-y '^64 Filofofia Antica : fua /
debolezza . j Hj-è up • giuoco fanciulldco . 199. Vedi Àrtjlotùc ~
y . 'Peripatetici t Scelffiiai • Fihfofià, ' Moderna : malamente n;
’4 • v - . 198 ‘ " j; - :l ;;;;i 51
Gtfitttr:' hanno partkolar irtftituto di feguita* c re Ariftotile.
65. molti hanno abbracciato la fìlofofìa Moderna*. 66. 69
Gianfenifla : titolo proibito in Francia. 93 G indie io : norma .da
tenerli nel. dar gfridició. .cr 171. noti bifògna dar negli cftremi. ■
175 Giureconsulti : non fono così pertinaci , come v : i iPcripa
tctìdl*;! f: >\ fi j . vui !;; .1,06.107 Giuflino ( Martire ) :
convertito per mezzo -ideila fìlofofìa Platonica i \ :U iV *7 f.
Grandamy : amico del Cartello . 68 O 2 Gran* i
212 . Grandini: non fi fa cóme s’ingenerino. 8r S,
'Gregorio ( Nifleno ) fuo elogio. 53. Epi- _ laureo. . .. 53-
54 P. Grimaldi : abbraccia la filofofia Moderna. • L ^
• ^ ' t \ * ; , M • - » . • ■ \ • «•..*# t
4 ( / 1 »» M « ^ 1 f » V • * ' i »»•' #..*•>
« y i » ♦ • f . r I * * % 4
\ * • I Gnoranz* ì & uo panegirico. 1 -- : % V« %
’ Incendy: ne* monti , non fi fa come fi i-ì facciano. . • *:,. '
\ r . . » . ^ . »... » ir f-.' % » “ 1 .
«ili i • » r - • r ■ ■» M ' • « 1 » t : ♦: io5 i
Lampi : non n fa come s’ ingenerino. . ci. ;
P. Lupi : fi fa Cartellano. 56. perchè. 57 , ? .
S . • Stoici : negano 1 * opinarionì . 83. lofpetti ap- po i
Romani. - * ' T Affitti - f Alefiàndro ^ : fuO
prefagio in- torno ad Ariftotilc verificato a 120 ■Temiflio:
eretico. ’ *9 Teologi: loro> difetti- • • 1 ^ 9 - * 4 °
Teologia : le novità in eflà fimo pericolofe . 98 ammeflè dagli
Scolali ici. 164.133. è regina delle fcienze. 127. non ha che fare colla
fi- , lofofia.127. 128. ha ritrovato la verità. 165 Icolallica non
fi dee riprovareperchè fa ufo . • d* Arittotile." . » 7 ?
Terremoti : non fi là come fi facciano . 81 Terra : ignoto fu
qual baie fi libri , e quanto Ila grande. "8* Tejt
pubbliche : loro abufo al tempo del V. Concilio Lateranelè .
*77 Ticcùne: file {coperte: • ” ^ S. Tommafo ( d’
Aquino ) : come , e a che fine iludiafle Ariftotile . 46. fuo
lamento . * . * » • • , , 47 - ' • - _
Digltized by Google iZlO Tmricdli : .dio ritrovamento
. . ' jio De Turne ( Simon ) : perchè acculato d* ere- fia. ,
... 22 f • f V ' “ f***
j »' i • ■* ^ * • • ♦ I V ' Alla (
Lorenzo .) r Tuo penfiero appro- vato dalNizolio. 144. Fu il primo a
li. re: nega Topinazioni. 83. fua fetta fofpetta appo i Romani. a 9
* i • | ' 12 FINE. Mi 2 cZ£/o2o
« Digltlzed by Google 1
\ / t ' ’ \ ! « • k » /
» - . *f .. t „ • », > « 4 ) *
• ' • ' *• -Vr c. .. «- 'r*. *"• > *. •
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« V I .r^A:
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Speranza, “Grice e Valletta” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza.
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