G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Attori A T T O R I Lucio SILLA, dittatore .......... TENORE GIUNIA, figlia di Cajo Mario, e promessa sposa di .......... SOPRANO CECILIO, senatore proscritto .......... SOPRANO Lucio CINNA, patrizio romano amico di Cecilio, e nemico occulto di Lucio Silla .......... SOPRANO CELIA, sorella di Lucio Silla .......... SOPRANO AUFIDIO, tribuno amico di Lucio Silla .......... TENORE Guardie. Senatori, Nobili, Soldati, Popolo, Donzelle. La scena è in Roma nel palazzo di L. Silla, e ne' luoghi contigui al medesimo. www.librettidopera.it 3 / 52 Altezze reali Lucio Silla Altezze reali Non ommetteremmo la possibile diligenza per sperare, che il presente spettacolo rimeritar possa il generoso gradimento delle aa. vv. rr. Degnatevi perciò di riguardarlo con quella benignità, di cui ne abbiamo tante prove, ed animati da tal lusinga con profondissimo ossequio ci protestiamo di aa. vv. rr. divotiss. obbligatiss. servitori Gli associati nel Regioducal teatro. 4 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Argomento Argomento Son note nell'istoria le inimicizie di Lucio Silla, e di Mario. È palese altresì il modo con cui il primo trionfò del suo emulo. Non può a Silla negarsi il vanto di gran guerriero felice in tutte le sue marziali intraprese. Ma co' la crudeltà, coll'avarizia, co' la volubilità, e co' le dissolutezze adombrò la gloria del proprio valore. I molti suoi amori lo caratterizzarono per uomo celebre nella galanteria, quanto glorioso nell'armi, e questa inclinazione, come ci assicura Plutarco, gli fu compagna fino nell'età sua più avanzata. Lucio Cinna, da esso innalzato a sommi onori co' la promessa di secondarlo, e d'assisterlo, celò poi contro di lui sotto le sembianze dell'amicizia un odio il più implacabile. Aufidio tribuno, menzognero adulatore, fu quello, che precipitar facea Silla negl'eccessi i più vergognosi. Fra l'incostanza, l'avarizia, e la crudeltà, che lo dominavano, era soggetto talora a quei rimorsi, che non si allontanano da un core, in cui per anche non si sono affatto estinti i lumi della ragione, e gl'impulsi della virtù. Odioso a tutta Roma lo resero le stragi, l'usurpatasi dittatura, la proscrizione, e la morte di tanti cittadini, ma degna fu d'ogni encomio la volontaria sua abdicazione, per cui cedette le insegne di dittatore, richiamando in Roma tutti i proscritti, e anteponendo all'impero, e alle grandezze la tranquillità d'una oscura vita privata. Dall'istoria non meno rilevasi, che la famiglia dei Cecili fu sempre affezionatissima al partito di Caio Mario. (Plutarco in Syll.) Da tali istorici fondamenti è tratta l'azione di questo dramma, la quale è per verità fra le più grandi, come ha sensatamente osservato il sempre celeste, e inimitabile sig. abate Pietro Metastasio, che co' la sua rara affabilità s'è degnato d'onorare il presente drammatico componimento d'una pienissima approvazione. Allorché questa proviene dalla meditazion profonda, e dalla lunga, e gloriosa esperienza dell'unico maestro dell'arte, esser deve ad un giovane autore il maggior d'ogni elogio. www.librettidopera.it 5 / 52 Atto primo Lucio Silla A T T O P R I M O [Ouverture] Molto allegro (re maggiore) / Andante (la maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe, timpani. Scena prima Solitario recinto sparso di molti alberi con rovine d'edifizi diroccati. Riva del Tebro. In distanza veduta del monte Quirinale con piccolo tempio in cima. Cecilio, indi Cinna. Recitativo CECILIO Ah ciel, l'amico Cinna qui attendo invan. L'impazienza mia cresce nel suo ritardo. Oh come mai è penoso ogn'istante al core uman se pende fra la speme, e il timor! I dubbi miei... ma non m'inganno. Ei vien. Lode agli dèi. CINNA Cecilio, oh con qual gioia pur ti riveggio! Ah lascia, che un pegno io t'offra or che son lieto appieno, d'amistate, e d'affetto in questo seno. CECILIO Quanto la tua venuta accelerò coi voti l'inquieta alma mia. Quai non produsse la tua tardanza in lei smanie, e spaventi, e quali immagini funeste s'affollano al pensier. L'alma agitata s'affanna, si confonde... CINNA Il mio ritardo altro motivo asconde. Tutto da me saprai. CECILIO Deh non t'offenda l'impazienza mia... Giunia, la cara, la fida sposa è sempre tutt'amor, tutta fé? Que' dolci affetti, ch'un tempo mi giurò, rammenta adesso? È 'l suo tenero core anche l'istesso? CINNA Ella estinto ti piange... 6 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto primo CECILIO Ah come?... Ah dimmi! Dimmi: e chi tal menzogna osò d'immaginar? CINNA L'arte di Silla per trionfar del di lei fido amore. CECILIO A consolar si voli il suo dolore. (in atto di partire) CINNA Deh, t'arresta. E non sai, che 'l tuo ritorno è così gran delitto, che guida a morte un cittadin proscritto? CECILIO Per serbarmi una vita, ch'odio senza di lei, dunque lasciar potrei la sposa in preda a un ingiusto, a un crudel? CINNA M'ascolta. E dove, di riveder tu speri la tua Giunia fedel? nel proprio tetto Silla la trasse... CECILIO E Cinna ozioso spettator soffrì?... CINNA Che mai solo tentar potea? Pur troppo è vano il contrastar con chi ha la forza in mano. CECILIO Dunque, nemici dèi di riveder la sposa più sperar non poss'io? CINNA M'odi. Non lungi da questa ignota parte il tacito recinto ergesi al ciel, che nelle mute soglie de' trapassati eroi le tombe accoglie. CECILIO Che far degg'io? CINNA Passarvi per quel sentiero ascoso, che fra l'ampie rovine a lui ne guida. CECILIO E colà che sperar? CINNA Sai che confina col palazzo di Silla. In lui sovente da' fidi suoi seguita fra 'l dì Giunia vi scende. Ivi sovente alla mest'urna accanto del genitor, la suol bagnar di pianto. Continua nella pagina seguente. www.librettidopera.it 7 / 52 Atto primo Lucio Silla CINNA Sorprenderla potrai. Potrai nel seno farle destar la speme, che già s'estinse, e consolarvi insieme. CECILIO Oh me beato! CINNA Altrove co' molti amici in tua difesa uniti frattanto io veglierò. Gli dèi oggi render sapran dopo una lunga vil servitù penosa la libertà a Roma, a te la sposa. [N. 1 Aria] Allegro (si bemolle maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. CINNA Vieni ov'amor t'invita vieni, che già mi sento del tuo vicin contento gli alti presagi in sen. Non è sempre il mar cruccioso, non è sempre il ciel turbato, ride alfin, lieto e placato fra la calma, ed il seren. (parte) Scena seconda Cecilio solo. Recitativo accompagnato Andante (sol maggiore) / Allegro / Andantino / Allegro / Adagio Archi. CECILIO Dunque sperar poss'io di pascer gli occhi miei nel dolce idolo mio? Già mi figuro la sua sorpresa, il suo piacer. Già sento suonarmi intorno i nomi di mio sposo, mia vita. Il cor nel seno col palpitar mi parla de' teneri trasporti, e mi predice... Oh ciel sol fra me stesso qui di gioia deliro, e non m'affretto la sposa ad abbracciar? Ah forse adesso sul morir mio delusa priva d'ogni speranza, e di consiglio lagrime di dolor versa dal ciglio! 8 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto primo [N. 2 Aria] Allegro aperto (fa maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni. CECILIO Il tenero momento premio di tanto amore già mi dipinge il core fra i dolci suoi pensier. E qual sarà il contento, ch'al fianco suo m'aspetta, se tanto ora m'alletta l'idea del mio piacer? Scena terza Appartamenti destinati a Giunia, con statue delle più celebri donne romane. Silla, Celia, Aufidio, e Guardie. Recitativo SILLA A te dell'amor mio, del mio riposo Celia, lascio il pensier. Rendi più saggia l'ostinata di Mario altera figlia. E a non sprezzarmi alfin tu la consiglia. CELIA German sai, che finora tutto feci per te. Vuò lusingarmi di vederla cangiar. AUFIDIO Quella superba co' le preghiere, e coi consigli invano sia che si tenti. Un dittator sprezzato, che da Roma, e dal mondo inter s'ammira, s'altro non vale, usi la forza, e l'ira. SILLA E la forza userò. La mia clemenza non mi fruttò che sprezzi, e ingiuriose repulse d'una femmina ingrata. In questo giorno mi segua all'ara, e paghi renda gli affetti miei. O 'l nuovo sol non sorgerà per lei. CELIA Ah Silla, ah mio germano per tua cagione io tremo, se trasportar ti lasci a questo estremo. Pur troppo, ah sì pur troppo la violenza è spesso madre fatal d'ogni più nero eccesso. www.librettidopera.it 9 / 52 Atto primo Lucio Silla SILLA Da tentar che mi resta, se ostinata colei mi fugge, e sprezza? CELIA Adoprar tu sol devi arte, e dolcezza. S'è ver, che sul tuo core vantai finor qualche possanza, ah lascia, che da Giunia me n' corra. Ella fra poco da te verrà. L'ascolta forse sia che una volta cangi pensier. SILLA Di mia clemenza ancora prova farò. Giunia s'attenda, e seco, parli lo sposo in me. Ma non s'abusi dell'amor mio, di mia bontade, e tremi, se Silla alfine inesorabil reso favellerà da dittatore offeso. CELIA German di me ti fida. Oggi più saggia Giunia sarà. Finora una segreta speme forse il cor le nutrì. Se cadde estinto lo sposo suo, più non le resta omai amorosa lusinga. I preghi tuoi cauto rinnova. Un amator vicino se d'un lontan trionfa, il trionfare d'un amator, che già di vita è privo, è più agevole impresa a quel, ch'è vivo. [N. 3 Aria] Grazioso (do maggiore) / Allegretto / Grazioso Archi. CELIA Se lusinghiera speme pascer non sa gli amanti anche fra i più costanti languisce fedeltà. Quel cor sì fido e tenero, ah sì quel core istesso così ostinato adesso quel cor si piegherà. (parte) 10 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto primo Scena quarta Silla, Aufidio, e Guardie. Recitativo AUFIDIO Signor, duolmi vederti ai rifiuti, agl'insulti esposto ancor. Alle preghiere umili s'abbassi un cor plebeo. Ma Silla, il fiero terror dell'Asia, il vincitor di Ponto l'arbitro del senato, e che si vide un Mitridate al suo gran piè sommesso, s'avvilirà d'una donzella appresso? SILLA Non avvilisce amore un magnanimo core, o se 'l fa vile, infra gli eroi, che le provincie estreme han debellate, e scosse, un sol non vi saria, che vil non fosse. In questo giorno, amico, sarà Giunia mia sposa. AUFIDIO Ella sen viene. Mira in quel volto espresso un ostinato amore, un odio interno, un disperato duolo. SILLA Ascoltarla vogl'io. Lasciami solo. (Aufidio parte) Scena quinta Silla, Giunia, e Guardie. SILLA Sempre dovrò vederti lagrimosa e dolente? Il tuo bel ciglio una sol volta almeno non fia che si rivolga a me sereno? Cielo! tu non rispondi? Sospiri? ti confondi? ah sì, mi svela perché così penosa t'agiti, impallidisci, e scansi ad arte d'incontrar gli occhi tuoi negli occhi miei. GIUNIA Empio, perché sol l'odio mio tu sei. SILLA Ah no, creder non posso, che a danno mio s'asconda sì fiera crudeltà nel tuo bel core. Hanno i limiti suoi l'odio, e l'amore. www.librettidopera.it 11 / 52 Atto primo Lucio Silla GIUNIA Il mio non già. Quant'amerò lo sposo, tanto Silla odierò. Se fra gli estinti l'odio giunge, e l'amor, dentro quest'alma che ad onta tua non cangerà giammai, egli il mio amor, tu l'odio mio sarai. SILLA Ma dimmi: in che t'offesi per odiarmi così? che non fec'io, Giunia, per te? La morte il genitor t'invola, ed io ti porgo nelle mie mura istesse un generoso asilo. Ogni dovere dell'ospitalità qui teco adempio, e pur segui ad odiarmi, e Silla è un empio? GIUNIA Stender dunque dovrei le braccia amanti a un nemico del padre? E ti scordasti quanto contro di lui barbaro oprasti? In doloroso esiglio fra i cittadin più degni languisce, e more alfin lo sposo mio, e chi n'è la cagione amar degg'io? Per tua pena maggior, di novo il giuro, amo Cecilio ancor. Rispetto in lui benché morto, la scelta del genitor. Se l'inuman destino dal fianco mio lo tolse per secondare il tuo perverso amore ah sì, viverà sempre in questo core. SILLA Amalo pur superba, e in me detesta un nemico tiranno. Or senti. In faccia di tanti insulti io voglio tempo lasciarti al pentimento. O scorda un forsennato orgoglio, un inutile affetto, un odio insano, o a seguir ti prepara nell'Erebo fumante, e tenebroso l'ombra del genitor, e dello sposo. GIUNIA Coll'aspetto di morte del gran Mario una figlia presumi d'avvilir? Non avria luogo nell'alma tua la speme ché oltraggia l'amor mio se provassi, inumano, di che capace è un vero cor romano. 12 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto primo SILLA Meglio al tuo rischio, o Giunia, pensa, e risolvi. Ancora un resto di pietade sol perché t'amo ascolto. Ah sì meglio risolvi... GIUNIA Ho già risolto. Del genitore estinto ognora io voglio rispettare il comando; sempre Silla aborrire, sempre adorar lo sposo, e poi morire. [N. 4 Aria] Andante ma adagio (mi bemolle maggiore) / Allegro / Adagio / Allegro Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. GIUNIA Dalla sponda tenebrosa vieni o padre, o sposo amato d'una figlia, e d'una sposa a raccor l'estremo fiato. Ah tu di sdegno, o barbaro smani fra te, deliri, ma non è questa, o perfido la pena tua maggior. Io sarò paga allora di non averti accanto, tu resterai frattanto coi tuoi rimorsi al cor. (parte) Scena sesta Silla, e Guardie. Recitativo SILLA E tollerare io posso sì temerari oltraggi? A tante offese non si scuote quest'alma? E che la rese insensata a tal segno? Un dittatore così s'insulta, e sprezza da folle donna audace?... E pure, oh mio rossor! e pur mi piace! www.librettidopera.it 13 / 52 Atto primo Lucio Silla Recitativo accompagnato Allegretto (do maggiore) / Allegro assai Archi. SILLA Mi piace? E il cor di Silla della sua debolezza non arrossisce ancora? Taccia l'affetto, e la superba mora. Chi non mi cura amante disdegnoso mi tema. A suo talento crudel mi chiami. Aborra la mia destra, il mio cor, gli affetti miei, a divenir tiranno in questo dì comincerò da lei. [N. 5 Aria] Allegro (re maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe, timpani. SILLA Il desìo di vendetta, e di morte sì m'infiamma, e sì m'agita il petto, che in quest'alma ogni debole affetto disprezzato si cangia in furor. Forse nel punto estremo della fatal partita mi chiederai la vita, ma sarà il pianto inutile, inutile il dolor. Andante (fa maggiore / la minore) Archi, 2 oboe. Scena settima Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli eroi di Roma. Cecilio solo. Recitativo accompagnato Andante (la minore) / Allegro assai / Andante / Presto / Adagio Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe. CECILIO Morte, morte fatal della tua mano ecco le prove in queste gelide tombe. Eroi, duci, regnanti che devastar la terra, angusto marmo or qui ricopre, e serra. Già in cento bocche, e cento dei lor fatti echeggiò stupito il mondo. E or qui gl'avvolge un muto orror profondo. Continua nella pagina seguente. 14 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto primo CECILIO Oh dèi!... chi mai s'appressa? Giunia... la cara sposa?... Ah non è sola; m'asconderò, ma dove? Oh stelle! in petto qual palpito!... qual gioia!... e che far deggio? Restar?... partire?... oh ciel! Dietro a quest'urna a respirar mi celo. (parte) Scena ottava S'avanza Giunia col séguito di Donzelle, e di Nobili al lugubre canto del seguente: [N. 6 Coro e arioso] Andante mosso (mi bemolle maggiore) Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe. CORO Fuor di queste urne dolenti deh n'uscite alme onorate, e sdegnose vendicate la romana libertà. Molto Adagio (do minore) Archi, 2 oboe, 2 fagotti. GIUNIA O del padre ombra diletta se d'intorno a me t'aggiri, i miei pianti, i miei sospiri deh ti movano a pietà. Allegro (mi bemolle maggiore) Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe. CORO Il superbo, che di Roma stringe i lacci in Campidoglio, rovesciato oggi dal soglio sia d'esempio ad ogni età. www.librettidopera.it 15 / 52 Atto primo Lucio Silla Recitativo accompagnato ... (mi bemolle maggiore) Archi. GIUNIA Se l'empio Silla, o padre fu sempre l'odio tuo finché vivesti, perché Giunia è tua figlia, perché il sangue romano ha nelle vene supplice innanzi all'urna tua sen viene. Tu pure ombra adorata del mio perduto ben vola, e soccorri la tua sposa fedel. Da te lontana di questa vita amara odia l'aura funesta... (esce il séguito) Scena nona Cecilio, e detta. Recitativo CECILIO Eccomi, o cara. GIUNIA Stelle!... io tremo!... che veggio? Tu sei?... forse vaneggio? Forse una larva, o pur tu stesso? Oh numi! M'ingannate, o miei lumi?... Ah non so ancor se a questa illusion soave io m'abbandono!... Dunque... tu sei... CECILIO Il tuo fedele io sono. [N. 7 Duetto] Andante (la maggiore) / Molto allegro Archi, 2 oboe, 2 corni. GIUNIA D'Eliso in sen m'attendi ombra dell'idol mio, ch'a te ben presto, oh dio fia, che m'unisca il ciel. CECILIO Sposa adorata, e fida sol nel tuo caro viso ritrova il dolce Eliso quest'anima fedel. GIUNIA Sposo... oh dèi! tu ancor respiri? CECILIO Tutto fede, e tutto amor. GIUNIA E CECILIO Fortunati i miei sospiri, fortunato il mio dolor. GIUNIA Cara speme! 16 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto primo CECILIO Amato bene. (si prendon per mano) Insieme GIUNIA Or ch'al mio seno caro tu sei m'insegna il pianto degl'occhi miei ch'ha le sue lagrime anche il piacer. CECILIO Or ch'al mio seno cara tu sei m'insegna il pianto degl'occhi miei ch'ha le sue lagrime anche il piacer. www.librettidopera.it 17 / 52 Atto secondo Lucio Silla A T T O S E C O N D O Scena prima Portico fregiato di militari trofei. Silla, Aufidio, e Guardie. Recitativo AUFIDIO Te l' predissi, o signor, che la superba più ostinata saria quanto più mostri di clemenza, e d'amor? SILLA Poco le resta da insultarmi così. Risolvi omai. Morir dovrà. L'ho tollerata assai. AUFIDIO L'amico tuo fedele può libero parlar? SILLA Parla. AUFIDIO Tu sai, ch'eroe non avvi al mondo senza gli emuli suoi. Gli Emili, e i Scipi n'ebbero anch'essi, e di sue gesta ad onta il glorioso Silla assai ne conta. SILLA Pur troppo io so. AUFIDIO Tu porgi nella morte di Giunia a rei nemici l'armi contro di te. D'un Mario è figlia, e questo Mario ancor ne' propri amici vive a tuo danno. SILLA E che far deggio? AUFIDIO In faccia al popolo, e al senato sia l'altera tua sposa. Un finto zelo di sopir gli odi antichi la violenza asconda. Al tuo volere chi s'opporrà? Di numerose schiere folto stuolo ti cinga. Ognun paventa in te l'eroe, ch'ogni civil discordia ha soggiogata, e doma e a un sguardo tuo trema il senato, e Roma. Continua nella pagina seguente. 18 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo AUFIDIO Signor del comun voto t'accerta il tuo voler. La ragion sempre segue il più forte, e chi fra mille squadre a supplicar si piega? Vuole, e comanda allorché parla, e prega. SILLA E se l'ingrata ancora mi sprezza, e mi discaccia al popolo, al senato, a Roma in faccia? Che far dovrò? AUFIDIO L'altera non s'opporrà. Quell'ostinato core ceder vedrai nel pubblico consenso del popolo roman. SILLA Seguasi, amico il tuo consiglio. Oh ciel!... sappi... io ti scopro la debolezza mia. Quando le stragi, le violenze ad eseguir m'affretto è il cor di Silla in petto da più atroci rimorsi lacerato, ed oppresso. In quei momenti fieri contrasti io provo. Inorridisco, voglio, tremo, amo, ed ardisco. AUFIDIO Quest'incostanza tua, lascia, che 'l dica, i tuoi gran merti oscura. Ogni rimorso della viltade è figlio. Ardito, e lieto il mio consiglio abbraccia, e suo malgrado la femmina fastosa costretta venga a divenir tua sposa. [N. 8 Aria] Allegro (do maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. AUFIDIO Guerrier, che d'un acciaro impallidisce al lampo, a dar non vada in campo prove di sua viltà. Se or cede a un vil timore, se or cede alla speranza, e qual sarà incostanza se questa non sarà? (parte) www.librettidopera.it 19 / 52 Atto secondo Lucio Silla Scena seconda Silla, indi Celia, e Guardie. SILLA Ah non mai non credea, ch'all'uom tra 'l fasto, e le grandezze immerso tanto costasse il divenir perverso. CELIA Tutto tentai finor. Preghi, promesse, e minacce, e spaventi al cor di Giunia, sono inutili assalti. Ah mio germano immaginar non puoi come per te... SILLA So quel, che dir mi vuoi. Silla non è men grato a chi per lui anche inutil s'adopra. In man del caso se pende ogni successo, il proprio merto, all'opere non scema contrario evento. In questo dì mia sposa Giunia sarà. CELIA Giunia tua sposa? SILLA Il come non ricercar. Ti basti, che pago io sia. CELIA Perché l'arcan mi celi, e perché non rischiari un favellar sì oscuro? SILLA (Perché in donna un arcano è mal sicuro.) Il mio silenzio or non ti spiaccia, e m'odi. Te pur sposa di Cinna in questo giorno io bramo. CELIA (Oh me felice!) Lascia, ah lascia, ch' a Cinna, il tuo fido amico io rechi così lieta novella. Il labbro mio gli sveli alfin, ch'ei solo è il mio tesoro, e che ognor l'adorai come l'adoro. (parte) SILLA Ad affrettar si vada in Campidoglio la meditata impresa, e la più ascosa arte s'adopri, onde la mia nemica al talamo mi segua. Ah sì conosco, ch'ad ogni prezzo io deggio il possesso acquistar della sua mano. Rimorsi miei vi ridestate invano. (parte con le guardie) 20 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo Scena terza Cecilio senz'elmo, senza mento, e con spada nuda, che vuole inseguir Silla, e Cinna, che lo trattiene. CINNA Qual furor ti trasporta? CECILIO Il braccio mio non ritener. Su' passi del tiranno si voli. Il nudo acciaro gli squarci il sen... (in atto di partire) CINNA T'arresta. Ma donde nasce questa improvvisa ira tua? CECILIO Saper ti basti, che prolungar non deggio un sol momento il colpo... CINNA E il tuo periglio? CECILIO Non lo temo, e disprezzo ogni consiglio. CINNA Ah per pietà m'ascolta... svelami... dimmi... oh ciel! Que' tronchi accenti... que' furiosi sguardi... le disperate smanie tue... gli sforzi d'involarti da me... l'esporti ardito a un cimento fatal... Mille sospetti mi fan nascere in sen. Parla. Rispondi... CECILIO Tutto saprai... CINNA No, non sarà giammai, ch' io ti lasci partir. CECILIO Perché ritardi la vendetta comun? CINNA Sol perché bramo che dubbiosa non sia. CECILIO Dubbiosa non sarà. CINNA Dunque tu vuoi per un ardire intempestivo, e vano troncare il fil di tutti i meditati disegni miei? Giunia rivedi, e quando amar per lei di più devi la vita incauto corri ad un'impresa ardita? Più non tacer. Mi svela chi furioso a segno tal ti rende? www.librettidopera.it 21 / 52 Atto secondo Lucio Silla CECILIO L'orrida rimembranza in cor m'accende novi stimoli all'ira. Odi, e stupisci. Poiché quest'alma oppressa della mia sposa al fianco trovò dolce conforto alla sua pena, dal luogo tenebroso allontanati appena aveva Giunia i suoi passi, un legger sonno m'avvolse i lumi. Oh cielo! D'orrore ancor ne gelo! Ecco mi sembra spalancata mirar la fredda tomba, in cui l'estinte membra giaccion di Mario. In me le cavernose luci raccoglie, e 'l teschio per tre volte crollando disdegnoso, e feroce sento, che sì mi grida in fioca voce: «Cecilio a che t'arresti presso la tomba mia? Vanne, ed affretta della comun vendetta il bramato momento. Ozioso al fianco più l'acciar non ti penda. Ah se ritardi l'opra a compir, che l'ombra invendicata di Mario oggi t'impone, e ti consiglia, tu perderai la sposa, ed io la figlia.» Recitativo accompagnato Allegro assai (re minore) / Presto Archi. CECILIO Al fiero suon de' minacciosi accenti l'alma si scosse. Il sonno da sbigottiti lumi s'allontanò. M'accese improvviso furor. Strinsi l'acciaro, né il rimorso piede io più ritenni, ma 'l reo tiranno a trucidar qua venni. Ah più non m'arrestar... CINNA Ferma. Per poco dell'ira tua raffrena i feroci trasporti. Ah sei perduto, se in te Silla s'avvien... 22 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo CECILIO Paventar deggio d'un tiranno gli sguardi? Un'altra mano trucidarlo dovrà? Non mai. Mi veggio intorno ognor la bieca ombra di Mario a ricercar vendetta; e degl'accenti suoi ad ogn'istante or ch'al tuo fianco io sono mi rimbomba all'orecchie il fiero suono. Lasciami... CINNA Ah se disprezzi tanto i perigli tuoi, deh pensa almeno, che dalla vita tua pende la vita d'una sposa fedele. Oh stelle! E come per così cari giorni... CECILIO Oh Giunia!... oh nome!... Il sol pensiero, amico che perderla potrei, del mio furore ogn'impeto disarma. Ah corri, vola per me svena il tiranno... Oh numi, e intanto al mio nemico accanto resta la sposa?... ahimè!... chi la difende... ma s'ei qui giunge?... Oh dio! Qual fier contrasto, qual pena, eterni dèi! Timore, affanno, ira, speme, e furor sento in seno, né so di lor chi vincerà! che penso? E non risolvo ancora? Giunia si salvi, o al fianco suo si mora. [N. 9 Aria] Allegro assai (re maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe, timpani. CECILIO Quest'improvviso tremito che in sen di più s'avanza, non so se sia speranza, non so se sia furor. Ma fra suoi moti interni fra le mie smanie estreme, o sia furore, o speme, paventi il traditor. (parte) www.librettidopera.it 23 / 52 Atto secondo Lucio Silla Scena quarta Cinna, indi Celia. Recitativo CINNA Ah sì, s'affretti il colpo. Il ciel d'un empio se il castigo prolunga, attenderassi, che de' tarquini in lui gli scellerati eccessi sian rinnovati a nostri tempi istessi? CELIA Qual ti siede sul ciglio cura affannosa? CINNA Altrove Celia, passar degg'io. Non m'arrestare... CELIA E ognor mi fuggi? CINNA Addio. CELIA Per un istante solo m'ascolta, e partirai. CINNA Che brami? CELIA (Oh dèi! Parlar non posso, e favellar vorrei.) Sappi, che il mio german... CINNA Parla. CELIA Desìa... (Ah mi confondo, e temo, che non mi ami il crudel.) Sì, sappi... (Oh stelle! In faccia a lui che adoro perché mi perdo? Oggi sarà mio sposo, e svelargli non oso?...) CINNA Io non intendo i tronchi accenti tuoi. CELIA (Finge l'ingrato!) Or che dubbiosa io taccio non ti favella in seno il cor per me? Che dir poss'io? Pur troppo ne' languidi miei rai questo silenzio mio ti parla assai. 24 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo [N. 10 Aria] Tempo grazioso (sol maggiore) Archi, 2 flauti. CELIA Se il labbro timido scoprir non osa la fiamma ascosa per lui ti parlino queste pupille per lui ti svelino tutto il mio cor. (parte) Scena quinta Cinna, indi Giunia. Recitativo CINNA Di piegarsi capace a un'amorosa debolezza l'alma non fu di Cinna ancor. Ma se da folle s'avvilisse così, no, non avria la germana d'un empio usurpatore il tributo primier di questo core. Giunia s'appressa. Ah ch'ella può soltanto la grand'opra compir, che volgo in mente. Agitata, e dolente immersa sembra fra torbidi pensier. GIUNIA Silla m'impone che al popolo, e al senato io mi presenti; l'empio che può voler? Sai ciò, che tenti? CINNA Forse più, che non credi è la morte di Silla oggi vicina per vendicar la libertà latina. GIUNIA Tutto dal ciel pietoso dunque speriam. Ma intanto alla tua cura io lascio l'amato sposo mio. Deh se ti deggio il piacer di mirarlo, poiché lo piansi estinto, ah sì per lui veglia, t'adopra, e resti al tiranno nascoso. www.librettidopera.it 25 / 52 Atto secondo Lucio Silla CINNA A me t'affida, non paventar su' giorni suoi. M'ascolta, ai padri in faccia e al popolo romano Silla sai ciò, che vuol? Vuol la tua mano. Con il consenso lor la violenza giustificar pretende. Il suo disegno tutto, o Giunia, io prevedo. GIUNIA Io son la sola arbitra di me stessa. A un vil timore ceda il senato pur, non questo core. CINNA Da te, se vuoi, dipende Giunia un gran colpo. GIUNIA E che far posso? CINNA Al letto segui l'empio tiranno ove t'invita, ma in quello per tua man lasci la vita. GIUNIA Stelle! che dici mai? Giunia potria con tradimento vil?... CINNA Folle timore. Deh sovvienti, che ognora fu l'eccidio de' rei un spettacolo grato a' sommi dèi. GIUNIA S'è d'un plebeo pur sacra fra noi la vita, e come vuoi, che in sen non mi scenda un freddo orrore nel trafiggere io stessa un dittatore? Benché tiranno, e ingiusto, sempre al senato, e a Roma Silla presiede, e di sua morte invano farmi rea tu presumi. Vittima ei sia, ma della man dei numi. CINNA Se d'offender gli dèi avesse un dì temuto la libertà non dovria Roma a Bruto. GIUNIA Ma Bruto in campo armato, non con una viltade della latina libertade infranse la catena servil. No, non fia mai ch'a' dì futuri passi il nome mio macchiato d'un tradimento vil. Serbami, amico, serbami il caro ben. Deh sol tu pensa alla salvezza sua. Della vendetta al ciel lascia il pensier. 26 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo Recitativo accompagnato Allegro (si bemolle maggiore) / Andante Archi. GIUNIA Vanne. T'affretta. Forse lungi da te potria lo sposo per un soverchio ardir... l'impetuosa alma sua ben conosci. Ah, per pietade, fa', che rimanga ad ogni sguardo ascoso. Digli, che se m'adora; digli che se m'è fido serbi i miei ne' suoi giorni. A te l'affido. [N. 11 Aria] Allegro (si bemolle maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. GIUNIA Ah se il crudel periglio del caro ben rammento tutto mi fa spavento tutto gelar mi fa. Se per sì cara vita non veglia l'amistà da chi sperare aita da chi sperar pietà? (parte) Scena sesta Cinna solo. Recitativo accompagnato Vivace (re maggiore) Archi. CINNA Ah sì, scuotasi omai l'indegno giogo. Assai si morse il fren di servitù tiranna. Se di svenar ricusa Giunia quell'empio, un braccio non mancherà, che timoroso meno il ferro micidial l'immerga in seno. www.librettidopera.it 27 / 52 Atto secondo Lucio Silla [N. 12 Aria] Molto allegro (fa maggiore) Archi. CINNA Nel fortunato istante, ch'ei già co' voti affretta per la comun vendetta vuò, che mi spiri al piè. Già va una destra altera del colpo suo felice e questa destra ultrice lungi da lui non è. (parte) Scena settima Orti pensili. Silla, Aufidio, e Guardie. Recitativo AUFIDIO Signor, ai cenni tuoi il senato fia pronto. Egli fra poco t'ascolterà. D'elette squadre intorno numerosa corona ad arte io disporrò. SILLA L'amico Cinna non ignori l'arcano. Il suo soccorso è necessario all'opra. Ah che me stesso più non ritrovo in me! Dov'io mi volga della crudel l'immagine gradita mi dipinge il pensier. Mi suona ognora il caro nome suo fra i labbri miei, e tutto parla a questo cor di lei. AUFIDIO Io già ti vedo al colmo di tua felicità. Della possanza usa, che 'l ciel ti diè. Roma, il senato, e ogn'anima orgogliosa or che lo puoi fa', che pieghin la fronte a' piedi tuoi. (parte) 28 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo SILLA Ah sì, di civil sangue inonderò le vie, se Roma altera alle brame di Silla, oggi s'oppone; ho nel braccio, ho nel cor la mia ragione. Giunia?... Qual vista! In sì bel volto io scuso la debolezza mia... ma tanti oltraggi? Ah che in vederla, oh dèi! il dittatore offeso io più non sono; de' suoi sprezzi mi scordo, e le perdono. Scena ottava Giunia, Silla, e Guardie. GIUNIA (Silla? L'odiato aspetto destami orror. Si fugga!) SILLA Arresta il passo. Sentimi per pietade. Il più infelice d'ogni mortal mi rendi, se nemica mi fuggi... GIUNIA E che pretendi? Scostati, traditor! (Tremo, m'affanno per l'idol mio!) SILLA Ah no, non son tiranno come tu credi. È l'anima di Silla capace di virtù. Quel tuo bel ciglio soffrir più non poss'io così severo... GIUNIA Tu di virtù capace? Ah, menzognero! (in atto di partire) SILLA Sentimi... GIUNIA Non t'ascolto. SILLA E vuoi... GIUNIA Sì voglio detestarti, e morir. SILLA Morir? GIUNIA La morte romano cor non teme. SILLA E puoi?... GIUNIA Sì posso pria d'amarti, morir. Vanne, t'invola... SILLA Superba, morirai, ma non già sola. www.librettidopera.it 29 / 52 Atto secondo Lucio Silla [N. 13 Aria] Allegro assai (do maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe, timpani. SILLA D'ogni pietà mi spoglio perfida donna audace; se di morir ti piace quell'ostinato orgoglio presto tremar vedrò. (Ma il cor mi palpita... perder chi adoro?... svenare barbaro, il mio tesoro?...) Che dissi? Ho l'anima vile a tal segno? Smanio di sdegno; morir tu brami, crudel mi chiami, tremane, o perfida, crudel sarò. (parte con le guardie) Scena nona Giunia, indi Cecilio. Recitativo GIUNIA Che intesi, eterni dèi? Qual mai funesto e spaventoso arcan ne' detti suoi? Sola non morirò? Che dir mi vuoi barbaro... ahimè! Che vedo?... lo sposo mio?... che fu?... che avvenne?... Ah dove sconsigliato t'inoltri? In queste mura sai, che non è sicura la tua vita, e non temi di respirar quest'aure comuni a' tuoi nemici? In quest'istante il tiranno partì. Tremo... deh, fuggi... Ah se dell'empio il ciglio... CECILIO Giunia, il tuo rischio è 'l mio maggior periglio. GIUNIA Deh per pietà, se mi ami, torna, mio bene, ah torna nel tenebroso asilo. Il rimirarti qual martirio è per me! CECILIO Non amareggi il tuo spavento, o cara, il mio dolce piacer. 30 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo GIUNIA Piacer funesto, se a un gelido spavento abbandona il mio cor. Se de' tuoi giorni decider può. T'ascondi. Ah da che vivo no, che angustia simile... CECILIO Sola vuoi, ch'io ti lasci in preda a un vile? So, ch' al senato in faccia il reo tiranno con violenza ingiusta al talamo vuol trarti, ed io, che t'amo restar potrò senza morir d'affanno lungi dal fianco tuo? Se invano un braccio, un acciaro si cerca per svenare un crudel, ch'odio, e detesto, quell'acciaro, quel braccio eccolo è questo. GIUNIA Ahimè! Che pensi? esporti?... Correr tu solo a un periglio estremo?... CECILIO Tu paventi di tutto, io nulla temo. Frena il timor, mia speme, e ti rammenta, ch'una soverchia tema in cor romano esser puote viltà. GIUNIA Ma il troppo ardire temerità s'appella. Ah sì ti cela, né accrescere, idol mio, nel tuo periglio nuove cagion di pianto a questo ciglio. CECILIO Eterni dèi! Lasciarti, fuggire, abbandonarti all'empie insidie, all'ira d'un traditor, ch'alle tue nozze aspira? GIUNIA E che puoi temer, se meco resta la mia costanza, e l'amor mio? Deh corri, corri donde fuggisti. Al suo dolore, a' suoi spaventi invola il cor di chi t'adora; se ciò non basta, io tel comando ancora. CECILIO E in questo giorno correndo se al tiranno io mi celo, chi veglia, o sposa, in tua difesa? GIUNIA Il cielo! CECILIO Ah che talvolta i numi... GIUNIA A che ti guida cieco furor? Ad onta de' miei timori ancor mi resti a lato? Partir non vuoi? Corro a morire, ingrato. www.librettidopera.it 31 / 52 Atto secondo Lucio Silla CECILIO Fermati... senti... Oh dèi! Così mi lasci, e brami?... GIUNIA I passi miei guardati di seguir. CECILIO Saprò morire, ma non lasciarti. GIUNIA (Oh stelle! Io lo perdo. Che fo?) CECILIO Cara, tu piangi? Ah che il tuo pianto... GIUNIA Ah sì per questo pianto per questi lumi miei di speme privi. Parti, parti da me, celati, vivi! CECILIO A che mi sforzi! GIUNIA Alfine lusingarmi poss'io di questo segno del tuo tenero affetto? Che rispondi, idol mio? CECILIO Sì tel prometto. GIUNIA Fuggi dunque, mio bene. Invan paventi, se di me temi. Ah pensa, pensa, che 'l ciel difende i giusti, e ch'io d'altri mai non sarò. Di mie promesse dell'amor mio costante ch'aborre a morte un traditore indegno, sposo, nella mia mano eccoti un pegno. Recitativo accompagnato Allegro (mi bemolle maggiore) Archi. CECILIO Chi sa, che non sia questa l'estrema volta, oh dio? ch'al sen ti stringo destra dell'idol mio, destra adorata, prova di fé sincera... GIUNIA No, non temere. Amami. Fuggi e spera. 32 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo [N. 14 Aria] Adagio (mi bemolle maggiore) / Andante (do minore) / Adagio (mi bemolle maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni. CECILIO Ah se a morir mi chiama il fato mio crudele seguace ombra fedele sempre sarò con te. Vorrei mostrar costanza cara, nel dirti addio ma nel lasciarti, oh dio! Sento tremarmi il piè. (parte) Scena decima Giunia, indi Celia. Recitativo GIUNIA Perché mi balzi in seno affannoso cor mio? Perché sul volto or che lo sposo io non mi vedo accanto, cade da' rai più copioso il pianto? CELIA Oh ciel! sì lagrimosa sì dolente io t'incontro? Al suo destino quell'anima ostinata alfin deh ceda e sposa al dittator Roma ti veda. GIUNIA T'accheta per pietà. CELIA Se in duro esiglio cade estinto Cecilio, a lui che giova un'inutil costanza? GIUNIA (A questo nome s'agghiaccia il cor.) CELIA Tu non mi guardi, e il labbro fra i singhiozzi, e i sospir pallido tace. Segui i consigli miei. GIUNIA Lasciami in pace. CELIA Bramo lieta vederti. Il mio germano oggi me pur felice render saprà. La mano mi promise di Cinna. Ah tu ben sai, ch'io l'adoro fedel. Più non rammento i miei sofferti affanni se sì cangiano alfin gli astri tiranni. www.librettidopera.it 33 / 52 Atto secondo Lucio Silla [N. 15 Aria] Allegro (la maggiore) Archi. CELIA Quando sugl'arsi campi scende la pioggia estiva, le foglie, i fior ravviva, e il bosco, il praticello tosto si fa più bello, ritorna a verdeggiar. Così quest'alma amante fra la sua dolce speme dopo le lunghe pene comincia a respirar. (parte) Scena undicesima Giunia sola. Recitativo accompagnato Andante (re minore) / Molto allegro Archi. GIUNIA In un istante oh come s'accrebbe il mio timor! Pur troppo è questo un presagio funesto delle sventure mie! L'incauto sposo più non è forse ascoso al reo tiranno. A morte ei già lo condannò. Fra i miei spaventi, nel mio dolore estremo che fo? Che penso mai? Misera io tremo. Ah no, più non si tardi. Il senato mi vegga. Al di lui piede grazia, e pietà s'implori per lo sposo fedel. S'ei me la nega si chieda al ciel. Se il ciel l'ultimo fine dell'adorato sposo oggi prescrisse, trafigga me chi l'idol mio trafisse. 34 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo [N. 16 Aria] Allegro assai (do maggiore) Archi. GIUNIA Parto, m'affretto, ma nel partire il cor si spezza. Mi manca l'anima, morir mi sento né so morire. E smanio, e gelo, e piango, e peno. Ah se potessi, potessi almeno fra tanti spasimi, morir così. Ma per maggior mio duolo verso un'amante oppressa divien la morte istessa pietosa in questo dì. (parte) Scena dodicesima Campidoglio. S'avanza Silla, ed Aufidio seguìto dai Senatori e dalle Squadre. [N. 17 Coro] Allegro (fa maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni. CORO Se gloria il crin ti cinse di mille squadre a fronte or la temuta fronte qui ti coroni Amor. Stringa quel braccio invitto lei, che da te s'adora. Se con i mirti ancora cresce il guerriero allor. www.librettidopera.it 35 / 52 Atto secondo Lucio Silla (compar Giunia fra i senatori) Recitativo SILLA Padri coscritti, io che pugnai per Roma, io, che vinsi per lei, io che la face della civil discordia col mio valore estinsi. Io che la pace per opra mia regnar sul Tebro or vedo d'ogni trionfo mio premio vi chiedo. GIUNIA (Soccorso, eterni dèi!) SILLA Non ignorate l'antico odio funesto e di Mario e di Silla. Il giorno è questo in cui tutto mi scordo. Alla sua figlia sacro laccio m'unisca, e il dolce nodo plachi l'ombra del padre. Un dittatore, un cittadin fra i gloriosi allori altro premio non cerca a' suoi sudori. GIUNIA (Tace il senato, e col silenzio approva d'un insano il voler?) SILLA Padri già miro ne' volti vostri espresso il consenso comun. Quei, che s'udiro festosi gridi risuonar d'intorno son del pubblico voto un certo segno. Seguimi all'ara omai... GIUNIA Scostati indegno! A tal viltà discende Roma, e 'l senato? Un ingiurioso, un folle timor l'astringe a secondar d'un empio le violenze infami? Ah che fra voi no, che non v'è chi in petto racchiuda un cor romano... SILLA Taci, e più saggia a me porgi la mano. AUFIDIO Così per bocca mia tutto il popol t'impon. SILLA Dunque mi segui... GIUNIA Non appressarti, o in seno questo ferro m'immergo. (in atto di ferirsi) SILLA Alla superba l'acciar si tolga, e segua il voler mio. 36 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo Scena tredicesima Cecilio, con spada nuda, e detti. CECILIO Sposa, ah no, non temer. SILLA (Chi vedo?) GIUNIA (Oh dio!) AUFIDIO (Cecilio?) SILLA In questa guisa son tradito da voi? Del mio divieto e delle leggi ad onta tornò Cecilio, e seco Giunia unita di toglier osa al dittator la vita? Quell'audace s'arresti! GIUNIA Incauto sposo! Signor... SILLA Taci, indegna, ch'omai solo ascolto il furore. (a Cecilio) Al novo sole per mia vendetta, o traditor, morrai. Scena quattordicesima Cinna, con spada nuda, e detti. SILLA Come? D'un ferro armato, confuso, irresoluto Cinna tu pur?... CINNA (Oh ciel, tutto è perduto; qualche scampo ah si cerchi nel cimento fatal!) Con mio stupore col nudo acciaro io vidi Cecilio infra le schiere aprirsi un varco. La sua rabbia, i fieri minacciosi occhi suoi d'un tradimento mi fecero temer. Onde salvarti da quella destra al parricidio intesa corsi, e 'l brando impugnai per tua difesa. SILLA Ah vanne, amico, e scopri se altri perfidi mai... www.librettidopera.it 37 / 52 Atto secondo Lucio Silla CINNA Sulla mia fede signor riposa, e paventar non déi. (Quasi nel fiero incontro io mi perdei!) (parte) SILLA Olà quel traditore, Aufidio si disarmi. GIUNIA Oh dio! Fermate! CECILIO Finché l'acciar mi resta saprò farlo tremar. SILLA E giunge a tanto la tua baldanza? GIUNIA (Oh dèi!) SILLA Cedi l'acciaro, o ch'io... CECILIO Lo speri invan. GIUNIA Cecilio, o caro. CECILIO Ad esser vil m'insegna la sposa mia? GIUNIA Deh, non opporti! CECILIO E vuoi?... GIUNIA Della tua tenerezza una prova vogl'io. CECILIO Dovrò? GIUNIA Dovrai nella mia fede, e nel favor del cielo affidarti, e sperar. Se ancor mio bene dubbioso ti mostri, i giusti numi, e la tua sposa offendi. CECILIO (Fremo.) T'appagherò. Barbaro, prendi! (getta la spada) SILLA Nella prigion più nera traggasi il reo. Per poco quest'aure a te vietate respirar ti vedrò. Fra le ritorte del tradimento audace tu pur ti pentirai, donna mendace. 38 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto secondo [N. 18 Terzetto] Allegro (si bemolle maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. SILLA Quell'orgoglioso sdegno oggi umiliar saprò. CECILIO Non lo sperare, indegno, l'istesso ognor sarò. GIUNIA Eccoti, o sposo, un pegno, ch'al fianco tuo morrò. SILLA Empi la vostra mano merita sol catene. Insieme GIUNIA Se mi ama il caro bene lieta a morir me n' vo. CECILIO Se mi ama il caro bene lieto a morir me n' vo. Insieme SILLA Questa costanza intrepida questo sì fido amore tutto mi strazia il core tutto avvampar mi fa. GIUNIA E CECILIO La mia costanza intrepida il mio fedele amore dolce consola il core né paventar mi fa. www.librettidopera.it 39 / 52 Atto terzo Lucio Silla A T T O T E R Z O Scena prima Atrio, che introduce alle carceri. Cecilio incatenato, Cinna, Guardie a vista, indi Celia. Recitativo CINNA Ah sì tu solo, amico ritenesti il gran colpo. Eran non lungi al Campidoglio ascosi gli amici tuoi, gli amici miei. Seguito volea da questi infra le schiere aprirmi sanguinoso sentier. Ma la prudenza il furor moderò. Di tanti a fronte che far potea cinto da pochi? Il cielo novo ardir m'ispirò. Gli amici io lascio, tacito il ferro io stringo, e in Campidoglio m'avanzo. Allorché voglio vibrare il colpo, in te m'affiso. Il ferro nella man mi tremò. Nel tuo periglio gelossi il cor. M'arresto, mi confondo non so che dir. Quasi il segreto arcano, il tiranno svelò. Ma il suo comando, che di partir m'impose, la confusione e il mio dolore ascose. CECILIO Giacché morir degg'io morasi alfin. Sol mi spaventa, oh dèi! la sposa mia... CINNA Non paventar di lei. Entrambi io salverò. CELIA D'ascoltar Giunia men sdegnoso, e men fiero mi promise il german. CECILIO Giunia al suo piede? E perché mai? CELIA Desìa di placarne lo sdegno. CECILIO Invan lo brama. CINNA Odimi, Celia. È questo forse il momento, ond'illustrar tu puoi con opra sublime i giorni tuoi. CELIA Che far degg'io? 40 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto terzo CINNA M'è noto a prova già tutto il poter, che vanti sul cor di Silla. A lui t'affretta, e digli che aborrito dal cielo, in odio a Roma, se in sé stesso non torna, e se non scorda un cieco amore insano l'eccidio suo fatal non è lontano. CELIA Dunque il german... CINNA Incontrerà la morte se non s'arrende a un tal consiglio. CECILIO Ah tutto, tutto inutil sarà. CELIA Tentare io voglio la difficile impresa, e se aver ponno le mie preghiere il lor bramato effetto? CINNA La destra in guiderdone io ti prometto. CELIA Un così dolce premio più animosa mi fa. Me fortunata, se fra un orror sì periglioso, e tristo salvo il germano, e 'l caro amante acquisto. [N. 19 Aria] Allegro (si bemolle maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. CELIA Strider sento la procella né risplende amica stella pure avvolta in tanto orrore la speranza coll'amore mi sta sempre in mezzo al cor. (parte) Scena seconda Cecilio, e Cinna. Recitativo CECILIO Forse tu credi, amico che Celia giunga a raddolcir un core uso alle stragi, e che talor di sdegno ingiustamente furibondo, ed ebro fe' rosseggiar di civil sangue il Tebro? www.librettidopera.it 41 / 52 Atto terzo Lucio Silla CINNA So quanto Celia puote su quell'alma incostante, e Giunia ancora forse placar potria co' le lagrime sue... CECILIO La sposa mia a qualche insulto amaro invan s'espone. Un empio, un inumano non si cangia sì presto. Onde abbandoni il sentier del delitto ch'ei suol calcar per lungo suo costume, ci volle ognor tutto il poter d'un nume. Ah no più non mi resta né speme, né pietà. L'afflitta sposa ti raccomando, amico. In pro di lei vegli la tua amistà. Del mio nemico vittima, ah no, non sia. Nel di lui sangue vendica la mia morte, e 'l mio spirito sdegnoso nel regno degl'estinti avrà riposo. CINNA Ogni pensier di morte si allontani da te. Se il cor di Silla contro al dovere, e alla ragion s'ostina, sulla propria rovina, ne' suoi perigli estremi quell'empio solo impallidisca, e tremi. [N. 20 Aria] Allegro (re maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. CINNA De' più superbi il core se Giove irato fulmina, freddo spavento ingombra, ma d'un alloro all'ombra non palpita il pastor. Paventino i tiranni le stragi, e le ritorte, sol rida in faccia a morte chi ha senza colpe il cor. (parte) 42 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto terzo Scena terza Cecilio, indi Giunia. Recitativo CECILIO Ah no, che il fato estremo terror per me non ha. Sol piango, e gemo fra l'ingiuste catene non per la morte mia, per il mio bene. GIUNIA Ah dolce sposo... CECILIO Oh stelle! Come tu qui? GIUNIA M'aperse la via fra quest'orrore la mia fede, il mio pianto, il nostro amore. CECILIO Ma Silla... Ah parla. E Silla. GIUNIA L'empio mi lascia... Oh dio! Mi lascia, ch'io ti dia... l'ultimo addio. CECILIO Dunque non v'è per noi né pietà, né speranza? GIUNIA Al fianco tuo sol di morir m'avanza. Che non tentai finor? Querele, e pianti, sospiri, affanni, e prieghi sono inutili omai per quel core inumano che chiede o la tua morte, o la mia mano. CECILIO Della mia vita il prezzo esser può la tua man? Giunia frattanto che mai risolverà? GIUNIA Morirti accanto. CECILIO E tu per me vorrai troncar di sì be' giorni... GIUNIA E deggio, e voglio teco morir. A questo passo, o caro, m'obbliga, mi consiglia l'amor di sposa, ed il dover di figlia. www.librettidopera.it 43 / 52 Atto terzo Lucio Silla Scena quarta Aufidio con Guardie, e detti. AUFIDIO Tosto seguir tu déi Cecilio i passi miei. CECILIO Forse alla morte... parla... dimmi... AUFIDIO Non so. CECILIO Prendi, mia speme, prendi l'estremo abbraccio... GIUNIA (ad Aufidio) Rispondi... oh ciel! AUFIDIO Sempre obbedisco, e taccio. CECILIO Ah non perdiam, mia vita, un passeggero istante, che ne porge il destin. Parto, ti lascio, e in sì tenero amplesso ricevi, anima mia, tutto me stesso. GIUNIA Ah caro sposo... oh dèi! Se uccider può il martoro, perché vicina a te, perché non moro? CECILIO Quel pianto, oh dio! Ah sì quel pianto non sai come nel seno... Ahimè! ti basti, o cara sì ti basti il saper, che in questo istante più d'un morir tiranno quelle lagrime tue mi son d'affanno. [N. 21 Aria] Tempo di minuetto (la maggiore) Archi. CECILIO Pupille amate non lagrimate morir mi fate pria di morir. Quest'alma fida a voi d'intorno farà ritorno sciolta in sospir. (parte con Aufidio, e guardie) 44 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto terzo Scena quinta Giunia sola. Recitativo accompagnato Allegro (do maggiore) / Andante / Allegro / Adagio / Presto Archi, 2 flauti, 2 trombe. GIUNIA Sposo... mia vita... Ah dove, dove vai? Non ti seguo? E chi ritiene i passi miei? Chi mi sa dir?... ma intorno altro, ahi lassa non vedo che silenzio, ed orror! L'istesso cielo più non m'ascolta, e m'abbandona. Ah forse, forse l'amato bene già dalle rotte vene versa l'anima, e 'l sangue... Ah pria ch'ei mora su quella spoglia esangue spirar vogl'io... che tardo? Disperata a che resto? Odo, o mi sembra udir di fioca voce languido suon, ch' a sé mi chiama? Ah sposo se i tronchi sensi estremi de' labbri tuoi son questi corro, volo a cader dove cadesti. [N. 22 Aria] Andante (do minore) / Allegro Archi, 2 flauti, 2 oboe, 2 fagotti. GIUNIA Fra i pensier più funesti di morte veder parmi l'esangue consorte che con gelida mano m'addita la fumante sanguigna ferita e mi dice: che tardi a morir? Già vacillo, già manco, già moro e l'estinto mio sposo, ch'adoro ombra fida m'affretto a seguir. (parte) www.librettidopera.it 45 / 52 Atto terzo Lucio Silla Scena sesta Salone. Silla, Cinna, Celia e Senatori. Recitativo SILLA Celia, Cinna, non più. Roma, e 'l senato di mia giustizia, e del delitto altrui il giudice sarà. CINNA Più che non credi di Cecilio la vita necessaria esser puote. CELIA I giorni tuoi... la disperata Giunia... il suo consorte creduto estinto, e alle sue braccia or reso. SILLA So ch'ognor più l'odio comun m'han reso. Ma un dittator tradito vuol vendetta, e l'avrà. Stanco son io di temer sempre, e palpitar. La vita agitata, ed incerta fra un barbaro spavento è un viver per morire ogni momento. CELIA Ah speri invan, se speri fra un eccidio funesto, e sanguinoso trovar la sicurezza, ed il riposo. CINNA La furiosa Giunia correre tu vedrai ad assodar le vie di querele, e di lai. Destare in petto può de' nemici tuoi quel lagrimoso ciglio... SILLA Vedo più che non pensi il mio periglio. Amor, gloria, vendetta, sdegno, timore, io sento affollarmisi al cor. Ognun pretende d'acquistare l'impero. Amor lusinga. Mi rampogna la gloria. Ira m'accende. Freddo timor m'agghiaccia. M'anima la vendetta, e mi minaccia. De' fieri assalti in preda, alla difesa accinto, di Silla il cor fia vincitore, o vinto? Continua nella pagina seguente. 46 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto terzo SILLA Ma l'atto illustre alfine decider dée, s'io merto quel glorioso alloro, che mi adombra la chioma, e giudice ne voglio il mondo, e Roma. Scena settima Giunia con Guardie, e detti. GIUNIA Anima vil, da Giunia che pretendi? Che vuoi? Roma, e 'l senato nel tollerare un traditore ingegno è stupido, e insensato a questo segno? Padri coscritti innanzi a voi qui chiedo e vendetta, e pietà. Pietade implora una sposa infelice, e vuol vendetta d'un cittadino, e d'un consorte esangue l'ombra, che nuota ancora in mezzo al sangue. SILLA Calma gli sdegni tuoi, tergi il bel ciglio. Inutile è quel pianto. È vano il tuo furor. De' miei delitti della mia crudeltade a Roma in faccia spettatrice ti voglio, e in questo loco di Silla il cor conoscerai fra poco. Scena ottava Cecilio, Aufidio, Guardie, e detti. GIUNIA (Lo sposo mio?) CINNA (Che miro?) CELIA (E quale arcan?) CECILIO (Che fia?) SILLA Roma, il senato e 'l popolo m'ascolti. A voi presento un cittadin proscritto, che di sprezzar le leggi osò furtivo. Ei, che d'un ferro armato in Campidoglio alle mie squadre appresso tentò svenare il dittatore istesso. Continua nella pagina seguente. www.librettidopera.it 47 / 52 Atto terzo Lucio Silla SILLA Grazia ei non cerca. Anzi di me non teme e m'oltraggia, e detesta. Ecco il momento che decide di lui. Silla qui adopri l'autorità, che Roma al suo braccio affidò. Giunia mi senta e m'insulti, se può. Quell'empio Silla quel superbo tiranno a tutti odioso vuol che viva Cecilio, e sia tuo sposo. GIUNIA E sarà ver?... Mia vita... CECILIO Fida sposa, qual gioia... qual cangiamento è questo? AUFIDIO (Che fu?) CELIA (Lodi agli dèi.) CINNA (Stupito io resto.) SILLA Padri coscritti, or da voi cerco, e voglio quanto vergò la mano in questo foglio. De' cittadin proscritti ei tutti i nomi accoglie; ciascun ritorni alle paterne soglie. CECILIO Oh, come degno or sei del supremo splendor fra cui tu siedi! GIUNIA Costretta ad ammirarti alfin mi vedi. AUFIDIO (Ah che la mia rovina certa prevedo!) SILLA In mezzo al pubblico piacer, fra tante lodi, ch'ogni labbro sincer prodiga a Silla, e perché Cinna è il solo, che infra occulti pensier confuso giace, e diviso da me sospira, e tace? Fedele amico... (vuol abbracciarlo) CINNA Ah lascia di chiamarmi così. Per opra mia tornò Cecilio a Roma. In Campidoglio per trucidarti io corsi, e armai non lungi di cento anime audaci e la mano, e l'ardir. Io sol le faci a danni tuoi della discordia accesi... SILLA Tu abbastanza dicesti, io tutto intesi. CELIA (Dolci speranze addio!...) 48 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Atto terzo SILLA La pena or senti d'ogni trama ascosa. Celia germana mia sarà tua sposa. GIUNIA (Bella virtù!) CECILIO (Che generoso core!) CINNA E quale, oh giusto cielo, mi s'accende sul volto vergognoso rossor? Come poss'io... SILLA Quel rimorso mi basta, e tutto oblio. CELIA (Me lieta!) (a Cinna) Ah premia alfine il mio costante amor. Della clemenza mostrati degno, e di quel core umano la virtù, la pietade... CINNA Ecco la mano. SILLA Qual de' trionfi miei eguagliar potrà questo, eterni dèi? AUFIDIO Lascia, ch'a piedi tuoi grazia implori da te. De' miei consigli, delle mie lodi adulatrici or sono pentito... SILLA Aufidio, sorgi. Io ti perdono. Così lodevol opra coronisi da me. Romani, dal capo mio si tolga il rispettato alloro, e trionfale; più dittator non son, son vostro uguale. (depone l'alloro) Ecco alla patria resa la libertade. Ecco asciugato alfine il civil pianto. Ah no, che 'l maggior bene la grandezza non è. Madre soltanto è di timor, di affanni, di frodi, e tradimenti. Anzi per lei cieco mortal dalla calcata via di giustizia, e pietà spesso travìa. Ah sì conosco a prova che assai più grata all'alma d'un menzogner splendore è l'innocenza, e la virtù del core. www.librettidopera.it 49 / 52 Atto terzo Lucio Silla [N. 23 Finale] Allegro (re maggiore) Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. CORO Il gran Silla a Roma in seno che per lui respira, e gode d'ogni gloria, e d'ogni lode vincitore oggi si fa. GIUNIA E CECILIO Sol per lui l'acerba sorte è per me felicità! CINNA E SILLA E calpesta le ritorte la latina libertà. TUTTI Trionfò d'un basso amore la virtude, e la pietà. SILLA Il trofeo sul proprio core qual trionfo uguaglierà? CORO Se per Silla in Campidoglio lieta Roma esulta, gode d'ogni gloria, e d'ogni lode vincitore oggi si fa. 50 / 52 www.librettidopera.it G. De Gamerra / W. A. Mozart, 1772 Indice I N D I C E Attori.......................................................3 Altezze reali............................................4 Argomento..............................................5 Atto primo...............................................6 [Ouverture].........................................6 Scena prima........................................6 [N. 1 Aria]........................................8 Scena seconda....................................8 [N. 2 Aria]........................................9 Scena terza.........................................9 [N. 3 Aria]......................................10 Scena quarta.....................................11 Scena quinta.....................................11 [N. 4 Aria]......................................13 Scena sesta.......................................13 [N. 5 Aria]......................................14 Scena settima....................................14 Scena ottava.....................................15 [N. 6 Coro e arioso].......................15 Scena nona.......................................16 [N. 7 Duetto]..................................16 Atto secondo.........................................18 Scena prima......................................18 [N. 8 Aria]......................................19 Scena seconda..................................20 Scena terza.......................................21 [N. 9 Aria]......................................23 Scena quarta.....................................24 [N. 10 Aria]....................................25 Scena quinta.....................................25 [N. 11 Aria]....................................27 Scena sesta.......................................27 [N. 12 Aria]....................................28 Scena settima....................................28 Scena ottava.....................................29 [N. 13 Aria]....................................30 Scena nona.......................................30 [N. 14 Aria]....................................33 Scena decima....................................33 [N. 15 Aria]....................................34 Scena undicesima.............................34 [N. 16 Aria]....................................35 Scena dodicesima.............................35 [N. 17 Coro]...................................35 Scena tredicesima.............................37 Scena quattordicesima......................37 [N. 18 Terzetto].............................39 Atto terzo..............................................40 Scena prima......................................40 [N. 19 Aria]....................................41 Scena seconda..................................41 [N. 20 Aria]....................................42 Scena terza.......................................43 Scena quarta.....................................44 [N. 21 Aria]....................................44 Scena quinta.....................................45 [N. 22 Aria]....................................45 Scena sesta.......................................46 Scena settima....................................47 Scena ottava.....................................47 [N. 23 Finale].................................50 www.librettidopera.it 51 / 52 Brani significativi Lucio Silla B R A N I S I G N I F I C A T I V I D'Eliso in sen m'attendi (Giunia e Cecilio) ................................................................ 16 Dalla sponda tenebrosa (Giunia) ................................................................................ 13 Fra i pensier più funesti di morte (Giunia) ................................................................. 45 Fuor di queste urne dolenti (Coro e Giunia) ............................................................... 15 Parto, m'affretto (Giunia) ........................................................................................... 35 Pupille amate (Cecilio) ............................................................................................... 44 Se lusinghiera speme (Celia) ...................................................................................... 10 52 / 52 www.librettidopera
Friday, May 31, 2024
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