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Thursday, May 30, 2024

GRICE E VALLETTA

  LETTERA   '   DEL SIGNOR   GIUSEPPE VALLETTA   NAPOLETANO.    I   !    Digitized by Google     r   l    I    I    >     r    * V { ♦    r      #    #»    *   « .   * %        \        _-!    Digitìzed by Google      lettera   DEL SIGNOR   GIUSEPPE VALLETTA   napoletano   fn difetta della moderna Filofòfia , e  de' coltivatori di eflà ,   INDIRIZZATA ALLA SANTITÀ’   DI CLEMENTE XL   Aggiuntavi in fine un'ojf umazioni fopra '  la medefima .     IN ROVERETO   Nella Stamperia di Pierantonio Berno Libr.  MDCCXXXII.    Digitized by Google    è       /' •   c   %    -s    «    K.     /      i.    i    i.     »      4     * * \  V « **      ;.      :   p *    f » *   4 *    - \ *  K      r.    ; *♦ #      7            •» T-*   *.♦ . V ■•»     r • *   f ' *' * * #«»   * *4 4M • . » «t> ^     *«•     #       I    I    Digitized by Google    : -, 'ALL’ XLWSTRISS. SIC. AB. ’f   FRANCESCO PARTINI   • • * è   ;DE N AJOF,   • f + • -   Nobile Provinciale del Tirolo, ec.ec, ,     l    ♦ «   » »# » , » • * * » ,   » * • » •   Olto tempo è, Jlluflriffmo  Signor Abate , che  per darvi qualche piccio-  lo contraffegno della divo -  Zioa mia verfo di voi , io vado tra me  ftejjo meditando , qual co/ a , non del tut-  to di] pregevole , e di . voi indegna , do -  vejft offerirvi . Ed ora ufcendo da’ miei   * 5 tor-      / '    « ' *- .4 . *    * ' p t * •#    /« •. è . * »    . • * •* . •    * . - j» %    ■ T“ » 'f '' i*' *'* * -ì r .!   *orri&; la prima volta una dotta * ed  erudita Opera del Sig. Giufeppe Val*  tetra , la quale manofcritta lungamen-  te era andata per le mani de* virtuofi;  quefta appunto ho . difegnato d' indiriz-  zare a voi , sì 5 per darvi un picciolo  faggio del de fiderio ardentìjfimo > eh' io  bo d' incontrare con e fio voi ferviti , sì  ancora per fare un pubblico attediato  al mondo della /lima grande , ch'io con-  fervo della voftra ragguardevole Perfo-  ra . E nel vero fé , com * a tutt' altri  è in ufo di fare , io voleffi raccoglier  qui le glorie de * trapaffati , teffendo un  lunoo catalogo di tanti e tanti glorio fi  Antenati della vofira nobile Famiglia ,  i quali e nell' armi , e nelle . lettere rif-  plendendo , non meno il vofiro Ceppo ,  che tutta cotejìa Patria ili ufi r areno ;  certo de non ■; uno > ma ben mille moti-  osi io avrei per indurmi a ciò fare .   . Concioffiachè allora egli . mi fi farebbe  . tofto innanzi la fingolar perizia nell' ar-  mi di PIETRO , illu (Ire, e .antico ger-  irne della vofira onorati fiima Prof apia ,   * il    Digitized by Google    il quale da Galeazzo Vìfconte Duca di  Milano meritò d* ejsere fatto Condot tiere  delle fue. armi > Mi . fi prefent crebbe  fitto gli occhi il valore di quell* altro  PIET RO d' età ma ? non di merito  inferiore , a cui i eccellenza nel mefiier  te ftmil mente della guerra , acqutfiò l*  uffizio d) Capitano dell*. Imperador Maj •  fimifiano J. i , e di ALESSANDRO  altresì , che in qualità pur di Capita •  no fi morì in Ungheria . Ma molti ,  e molti ì anche fiudiof amente, trapalan-  do y come potrebbe . poi .fuggirmi dalla  vijìa la , decantata dottrina . , fingolar-  mente nell* arte Medica > e la probità 9  e integrità de' cofiumi di FRANCES-  CO P ART INI , il quale in quel feli-  ce fecola del cinquecento cotanto s* avan-  zò > e ft difiinfe , che meritò le lodi , e  gli applaufi d'uno de' maggiori letterati  di quell'età , che fu Andrea Mattioli > (i)   • e d'ef-  (i) Nell* Epiftola dedicatoria de 1 Di/cor fi /opra  Diofcoride al Principe Ferdinando d* A u Aria . Ve-  nezia 1668. E negli fte/fi Difcorfi /opra il libro 4-  di Diofcoride capitolo 80.    e d' e ([ere fatto Prot omedico dì due Ce-  fali , cioè Ferdinando I . , e - Maffimilia-  no li.'? Cèrto che i pregi di co fiat , i  quali di molto accrebbero lo fplendore del-  la vofira Stirpe -, io non potrei per mo-  do alcuno non Jommamente celebrare :  e tanto meno que' di MELCHIORE  fuo figlio i il quale dalla matura pru-  denza pur di Maffimiliano li. Impera -  dorè » di cui era ' Configliero , > fu' (celta  a far efeguire ^Imperiai comandamento  di por giù /’ armi , fattola'- judditì  del Finale in Italia '.(*) Ma io non ne  verrei sì toflo a' capo , : quando 'a’ me-  riti degli Avi'-vojìrì i.'com' -bó det-  to piuttofiò chea voi mede fimo va-  le jft riguardare . " I pregj degli ante-  nati' apportano più (limolo >3 -che lode  a' ■ (uccefiori \ , ed è molto ' mifer, abile  la condizione di colui -, ' il quale noti  po((a in altro . mod o diftinguerft , che  col! aprire i (epolcri de’ fuoi maggio-  ri » .    \ • r t    • r i n* •* a    (2) Mambrino Rofeo Storie del Mondo libro II.  a io4«    ri , e temendo nn lungo panegirico del-  le loro gloriofe azioni , far fi corona  al capo di meriti non fuoi . ■ Per la  qual cofa , ponendo da /’ • un de' lati  quelle lodi , le quali non fono sì pro-  prie dì voi , che comuni non fieno an-  cora a tutta la Famìglia , ed alle fole  voftre t in cui gli altri non v* hanno  parte alcuna rifiringendomi ; dico >  che quello , che principalmente rn ha  invogliato a procacciarmi luogo nel no-  vero de' vofìri fervidori t e che non  pojfo fe non grandemente ammirare ,  fi è quella incredibile gentilezza , ■ e  foavità di coftumi.y e di maniere ,  per mezzo della quale ben fate chia-  ramente apparire da qual . forgente  traete t origine , e i natali . h  non fo per cagion di quefla con qual  fronte poffano riguardare in voi cer-  te anime t le quali non riflettendo >  che • /’ e (fere nate nobili è fiato un  accidente , cui altro loro non appor-  ta , che impegno di ben imitare gli   antecejfori ; di tanta rufiicìtà , e   fai -    ... V3&7'   falvatkhe^za ripiene comparirono  folamente nell * afpre , ed altiere   fembr ano .avere ripofia la loro gloria .  Poi fiete certamente di un amaro rim-  provero a tutti cofioro % e C umanità  vofìra , quando attentamente vi riguar-  da Q ero , non potrebbe che riufcir loro di  jomma vergogna , e confo fione . Ma fic-  come y nè alterigia , o di / prezzo altrùi  la nobiltà della Famìglia , per chiara ,  eh' ella fi fa , è fiata giammai baftan-  te ad infpirarvi , . Così nè al fafio y o al-  la. libertà le •comodità » e gli agj > che  dalla fortuna avete : nè .alla vanaglo-  ria * o alla prefunzione le nobili quali-  tà. dell’ animo voflro , hanno giammai  potuto aprirvi la firada , Tanti rari  pregi- finalmente , tutti infieme uniti ,  non fono -fiati valevoli a feemar punto  di quella vofira naturale affabilità , e  dolcezza di tratto , la quale quanto in  altri è più rara > altrettanto in voi ab-  bondantemente appari fee t e campeggia .  Qttefta vi eccita la maraviglia di tut-  ti coloro , che di voi hanno alcuna co.   no-    • >. .   / *   't    d -    * *• 'V.    •4     ami. * - '      Digitized by Google    difienpì guefia concilia ì* amore ,  e ^uCfi^nera^iòni de- vojìri Concito adì*   . niy^ 0?quefia finalmente induce , an-  zi con una dolce violenta quaft rapi*  ffce , e sforzai cìafcbeduno a farvi un  volontario tributo de* fuoi affetti , e  del fuo cuore . Ma che dirò di quel -  i* bontà j ingoiare , con cui prendete  a protteggere qualche perfona ingiù •  fiamente oppreffa , e oltraggiata > fa-  cendo vedere , non altrimenti effervi  fenfibili- i torti > che fi fanno alla  ragione , e alla gtufiìzia , che fe a  voi me de fimo f off ero fatti ? Voi con  quel rincrefcimento fiete folito fentìre  i colpi t che la fortuna vibra con -  tra /’ onefie infelici perfine > col qua-  le gli fentirefie , fi contra voi me-  ' de (imo foffero fcagltati ; e con queir  occhio riguardate gl * infortuni » e mi-  ferie altrui , con cui riguarderefie quel-  le de* vojìri più cari congiunti . Di  qui è y che e col configlio , e con  /’ opera non mai vi mofìrate fianco  di fivvenire > e beneficare coloro >   i qua-    Digitized by Google    * quali per la loro innocenza fi ren-  dono meritevoli della vofira protezio-  ne ; ; ed avendo avvertito , che il ve-  ro carattere degli animi nobili , an-  zi quello , che piu .all' Al tifiimo ld-  dio viene ad accodarci , è * il f al-  levamento delle per fine \o dalla ma-  lignità degli uomini, >o dall' .avver-  ata della fortuna inìquamente fir ac-'  date ; voi perciò, avete creduto im -  prefa degna di voi lo fendere a que- >  fie benignamente il braccio , acciò la  Patria vofira potefse andare altiera ;  e dar fi vanto -, d'. avere >■ d mercè di  voi maifempre aperto un a filo all '  innocenza , re .fempremai pronta una  fpada cantra la malvagità , e la co*  lunnia . Con tal- mezzo voi rifiorate -  i danni , che la me de [una '.per /’ im.  matura morte dì MELCHIOR PAR-  TINI vofiro . degnifsìmo , Fratello ha  que fi* anni addietro, fifferti # e quello ~  fplendore le ritornate ,%che allora per  efser ella refiata priva -d'-uno de'-fuoi ■  più cofpicui , e qualificati Cittadini ,  ave-    aveva pèrduto l ; A che fero molto t  molto contriluifcono ancora gli altri  due vofìri meritevoli (fimi Fratelli , di -  co GIOVA M BA TJS T A 'PA RTI-  NI > Abate della Reai Badìa di  San Pietro di Loreto nell ’ Abruz-  zo , e il Padre CARLO PAR-    TINI , Definitor Perpetuo Carmelita-  no t la prudenza , e pietà di cui  è così nota , e pale/e in quefìa Cit-  tà. .y che. inut il cofa farebbe il farne  per me qui parole . Ma troppo chiaro  io m’aveggio d* avere già foverchiamen-  te la modejìia vofira offefa , non ri-  flettendo f che una delle maggiori lo-  di > che vi fi debbono , è appunto il  franco rifiuto , anzi difpregio , che  voi fate delle medefime , Solo mi re-  fia adunque di fupplicare il generofo  animo voflro a ricevere in buon grado  ia piccolezza del dono , che umilmen-  te vi offro , non alla qualità di ejfo ,  ma al de fiderio dei donatore riguardan-  do \ e pregandovi in fine a non difdir-  mi la fofpirata grazia d’effere anch' io   al-    A      >**    » * *    allogato tra i voflri   ~ fso v •          y    i , , , •    Di V.S   ♦ . /     f .    *   * i    l    Rovereto 17. Ottobre 1732;    V    *'> 1 ^ «a ^   V . o V ^      / «' • 1 . . .   . t i »    ‘ t    •• « •    V «    • 1 J    VmìUfs. Devotìfs. ObbUgatìfs. Servo   Pierantonio Berno.    lo    Digitized by Google    LO STAMPATORE   A CHI LEGGE.   * - , • .   N ON poco tempo e (Tendo , che va  per le mani degli ftudiofi una Lee*  tera manoferitta del Signor Giu »  feppe Valletta Letterato Napoletano in di-  fefa della Filofofia moderna , e d’ alquan-  ti Tuoi concittadini profeflori della medefi»  ma , .fino dal 1700. dirtela : ed avendo rav.  v ifato , com’ ella è molto avidamente ricer.  cata , e letta dagl’intendenti ; ho (limato  di far colà grata al pubblico , ed alle per*  Ione letterate , dandola fuori per mezzo  delle (lampe, sì per renderla più comune,  e sì ancora per levare la briga a chi deli*  dera averla, di farla tralcrivere.* (concia co*,  là parendomi , che un così utile lavoro ve*  nirte tuttavia contaminato, e guado dalla  trafeuraggine, e fonnolenza de’copifti. Io a»  vrei per verità molto caro avuto di abbatter*  mi (e non all’ Originai medelimo dell’ Auto-  re , almeno a qualche copia elàtta , e fedele;  il che per diligenza ufata non m* è venuta  pienamente fatto di conlèguire. Spero però,'  che mercè 1’ afliftenza da perlbne delle buo-  ne lettere amanti predatami > le quali lì fono    validamente adoperate in correggerla , rive-  dendo poco men che tutti i palli nel proprio  fonte, e togliendovi que* moiri , e quali in-  finiti errori incorfivi nelle copie ; il cottele  Lettore non avrà molto che deliberare . V*  ho in fine aggiunta un’Offervazione fopra la  medefi ma, affai tortele mente dal Sig. Gir ola-  7 ino Tartarotti Róveretano comunicatami , la  quale fono più che certo , o Lettore , che  non t’ increfcerà d’aver Ietta. Vivi felice , e  - favorirci col tuo aggradimento la buona incli-  nazione,- ch’io ho d* adoperarmi a tuo van-  taggio . La fegùente notizia , polla per più  contezza dell* Autore dell’Opera , è tratta dal  Leffico degli Eruditi del Sig. Burcardo Men.  thenio . • ’ '• '■ » •   Giufeppt Valletta Giureconfulto Italiano , na.  Io in Napoli a* 6 . d' Ottobre V anno 1 666. fece  la pratica nella fua Patria , e ranno una copio,  ftffimd libreria , injìeme con un gabinetto prezio fo  di monete antiche , in frizioni ecì Corrifponde .  va co ’ più infigni Letterati d’ Europa . Traduf-  fe alcuni libri dall ’ Inglefe in Italiano . Scriffe  un libro della necejjìtà della [olita pratica in ma-  teria di religione , come pure un ’ opera toccante  V impresone di monete move . Morì a' $. di  Marzo Vanno 17.14. ' •    BEA.    Digltized by Google    I    v   s    *    2 .    BE AT 1S S IMO   «   P A D R E.    f * » **•    ♦ » « 4    %# * • * t •    • • f f • f   l,i * • »    ; r     r* « *   I.    ’ s.    »4 I     Ntichìflìmo coftumefu  Beatissimo Pad re ,o  dir il vogliamo naturai  genio, ovvero inclina-  zione, o qual egli fi .fia avvenimento  degli uomini, i quali a’pofteri hanno  avuto in penfiero di lafciar qualche me-  moria per mezzo delle lettere, di muo-   A * verfi    Digltized by Google     %   verfi a tal opra da picciola e lieve oc-  cafione , ed. alle voi ce incominciare da  balle , e aHai deboli fondamenta , ed  indi poi pian piano p a dare più olcre fin-  ché al defiato fine fi aggiunga ; e quali  Tempre digiuni , e non mai fazj di di-  vorare fulle carte il tempo , e l’ore.  Quindi è , che veggiamo , che una fa-  - tica, la quale fui principio fu ftimara  opra di pochi fogli , tratto tratto li  avanzi » e fi accresca in tanta gran-  dezza , e mole , che a gran pena fe  ftelfa comprenda . Lo ftelfo eflere av-  ' venuto a me io già divido; ma non fo  com’egli avvenuto fia . Perocché aven-  do già per foddisfare al gènio de* Depu-  tati » incominciato a fcrivere una lette-  ra indirizzata alla Santità' Vostr a  intorno al procedimento del Santo Uf-  fìzio nella noftra città di Napoli ; cer-  to è, che io non ebbi altra intenzione^  che di raccorre breve e femplicemente  le ragioni) ch’ella ne tiene. ..Indi po>i  crefcendo da giorno in giorno , o ciò  folfe per l’ampiezza della materia > o   per    r    Digitized by Google    pér la moltitudine delle ragioni , e va»  rietà degli argumenti, e delle autorità  che fi recavano in prova; s’ è tant’ol- .  tre la fcrittura avanzata. , eh* è -per  comporre un volume intero .. Così io  mentre penfava di avere già compita  tutta la fatica , volli ancora inveftiga-  r e la cagione , el’ origine de* movimen-  ti > e tumulti della noftra città, acca»   * »   duti per tal procedimento nel tribunale  del Santo Uffizio ; quand’ecco che io  conobbi-, Ae vidi chiaramente, che la  cagione-di tai tumulti altro non fia fra-  ta c che una tal gelofia, per così dire,  di Scuole coll* occafione d' una . cer*  ta Filofpfia , nomata- comunemente  Moderna , avvegnaché dia fia anct»  chiffima , e profetata dagli uomini mi-  gliori, e più fa vj della noli r a città. £  perchè la cofa o non è pur ben intefa ,  ovvero fe intefa , per ambizione, por  aftio, o per altra cofa , è contrafiata a  campo aperto , fono forzato , come av«  vifai nella fuddetta altra fcrittura > con  quell* altra lettera , indirizzata pari-   A 2 racn-    f    i    Digitized by Google    mente alla Santità* Vostra , dimoi  Ararne apertiflinumente la verità. ( per  ordine ancora datomi da’ medefimi De-  putati ) acciocché niente li taccia per  quello , che convenevolmente appar-  tiene alla difefa così della vita » come  della fama de’ noftri cittadini ; e difen-  dere un lungo ragionamento > per far  palefe una volta > e più chiara teliimo-  nianzaal mondo dell* empietà della Fi-  iofolia Ariftotelica * « dell* innocenza  di quell* altra che chiaman Moderna;  al di cui manifeflamento ben poteano  dare opera gli altri , e non ftarfene sì  lentamente a ripofo in una caufa pub-  blica, e di tanta, importanza ,• perla  quale ne lìamo malignamente tacciati ,  echi per Eretico» e chi per Ateo» fe-  condo il livore» e l’ignoranza di quelli  banditori del Periparo; mentre vene  fono pur molti intendentilììmi di que-  lla novella Filofofta , che meglio di me»  e più profondamente l’appararono» il  che loro eforco a fare ugualmente , per  non cadere almeno nel bialìmo» che Ci-    .cerone diede a coloro , che appretto di  fefolirengon na 'corti i tefori delle let-  tere!,, fenza farne partecipi gli altri ;  così dicendo nell’orazione a favore di  Archia . Pudeat , ft qui ita fe litteris  abdiderunt , ut nibil po fjìnt ex bis , ne -  que ad communem adferre fruSìum ,  ncque in : adfpeSìum , lucemque proferì  re . Ma non con animo , che pubbli-  candoli quella fcrittura » vi lìa taluno,  che fcrivcndo full’ifteffa materia , del-  le medelìme co fe li avvagha , facen-  done un’ altro edificio , in cui non vi  ila di nuovo che una deferente figu-  ra, e dimenfione. . .   Laonde tralafciando la parte difpu-  tabile, dalla quale fempremai la veri-  tà fugge , e ne va lontana , opponen-  doli ragioni a ragioni , . argomenti ad  argomenri , e fpette volte iofifmi co*  fofifini pugnando » con aliai delibera-  to conliglio ho, fcelta la-parte idonea,  in qua ponete, argumenta licei , non  argument ari . , La quale ettendo màe-  fira della vita , e de’ tempi , e de’co-   A 3 ftu-    «   « _ _   fiumi allo ferì vere di Cicerone fteflò j   potrà affai bene acconciamente com-  parire più fchietta, e più finceramen-  te difenderli avanti la Santità* Vo-  stra la caufa oneftilfima, e il diritto  di quella Filofofia iniquilfimamente  oltraggiata dalla turba de’ Peripateti-  ci . Così furon degni di grandiffima lo-  da tanti fcrittori , e Greci , e Latini ;  i- quali all* i fioria fi appigliarono , po-  nendo perpetuo filenzio alle difpute ,  tormento degl* ingegni delle Scuole li-  cenziofiflime delle feienze : così anco-  ra fu degnilfimamente commendato an-  che dagli eretici fiefii il dottilfimoCar-  dinal Baronio , il quale dovendo fcri-  vere delle colè appartenenti alla noftra  Chiefa cattolica » lafciando a’ chioftri  le controverfie , e le quefiioni , elefie  con affai maturo , e più fano avvedi-  mento la parte ifiorica > per trarne le  confeguenze- più vere , e reali . Plus  enim Annate s Baranti > quam Contro -  verfue Bellàrmini bar etici s necuerunt .  • .£ qui io avrei già finito , nè bifb.   gne-    ; . 7  gnerebbe più dilungarmi : ma perchè   1* origine di tutto ciò è. d’ uopo che Ha  palefe , prima di paflare più oltre , e  affine , ,-cbe niente fi taccia per quello,  che appartiene alla difeia , così della  vita , come della fama de’noftri citta-  dini; egli è neceflario far noto ancora  alla Santità' Vostra, che 1 * origine  di quelli nuovi rigori dell' Inquifizio-  ne ella è data , che vedendoli pur trop-  po fuora de’chioftri dilattate le lette-,  re, e propagata nella noQra patria la  Filofofia , la quale o fia. propria fata-  lità / portando fempremai feco defla  difagj , e fyenture , come dice Boe-  zio , Atque boe ipfo affine s fuiffe vtde-  mur maleficio , quod tua imbuti dìfcU  pìtnis o Pbìlofopbia :o-fia per propria-  gelosìa delle fcuole degli altri Filofo-,  fanti ; perchè Nibil volunt inter borni'  nes credi jmlius , quam quod ipfi te w,  nent / ha cagionato a’ medefimi fai  movimenti,. che fi fon lafciati a dire,  .che quella fpffe di pregiudizio aliano*  Ara fede , perchè da’ principi d’ A-ri-,   A4. fio- .    /•»    »   Itotele lontana fia, come per la tanta  autorità data ad Arinotele , diede mo*  tivo a taluno di dire fcherzando: Se»*  %a Ariftotele noi mancavamo di molti  articoli dì fede : come fe quelli fof-  fero (tati cavati dalla dottrina d' Ari-  notele , e non dalla facra Scrittura ,  e da altro ; che tanto dir non fi po-  trebbe di S. Paolo , quanto alcuni han  detto d’ un autore gentile , quando,  come fcrifle un altro autore , e con  fenno : Sanila fanliorum non babet  _ bete Pbilofopbia .   Ma prima di venire allo fcioglinaen-  to di quelle vaniflìme oppofizioni , egli  è di bifogno ricordare alla Santità*  Vostra , quanto fia (tata commenda,  ta la Filofofia non meno da' Gentili,  che da* fanti Padri medefimi . Ecco  quel > che se diffe Tullio . Pbilofopbia  am vita parentem , & hoc parricidio fe  ( quifquam ) inquinare audet y & tam  impie ingratus effe , ut e am accufct ,  quam vereri de ber et etiamfi minus per -  cipere potuijfet ? S. Giuftino così : Pbi-   lo m    I    ! 9   lofopbìa efl revfrà maximum lonutn t  & poffeffio i & apud Deum verter abili fi  qua" ducit ad eum > &■ fi flit fola > &  fanti i , beatique Htì, qui mentem et do-  nane. E più oltre: Nemo fine Pbilofo-  pbia reti am rationem intelligit ; quare  omnes homines pbilofopbari % & barre  pracipuam fanti ione m ducere (de. San  Clemente 1* Aleflandrino n* avvifa lo  fteflò, e Sant* Agortino parimente co-  sì : Qui Pbilofopbiam fugiendam putat %  nibil ■ vult aliud , quarti noi non amara  fapientiam . E 1’ A portolo quando dif»  fe , Videte ne quii vos decipìat per Pbi-  lofopbiam t egli intefe di quella Filofo-  fia , la quale con folli argomenti da  Sofirti > e fecondo lemalfime del mon-  do 6 produce ; il che chiarirtimo fi feor-  ge dalle parole che feguono , a ut ina •  nem fallati am % fecundum traditionem  bomìnum , fecundum dementa mundi .  11 che vien dichiarato da Sant’Agoftk  no medefimo, detto luogo fpiegando:  Et quia ipfum nomen Pbiiofopbia ft con-  fiderete rem magnam , totoque animo   ap-    Digitized by Google    *°   appetendam ffgnifieat ( fiquìdem Pbiìoì  fophia e fi amof yfiudìumque f apienti* ), .  cautifftme Apcfialus h ne ab amore fapie a*,  ti* deterrere videretur , fubjeeit fecun -  d*m dementa bujus mundi .   . Egli è dunque affai ben chiaro, che  nè Satv Paolo , nè Sant* Agoftino , o  niun altro fanto Padre , Greco, o La-  tino , abbia giammai pretefo , che quel»  la apparare non fi doveffe ; anzi che  leggiamo tutto il contrario , come s’è  detto. Al che aggiugner u può - l’av-  vertimento di S. Clemente l’ Aleffan-  drino fopral lodato; Pbilofopbiam ante  Domini adventùm , Crucis ad jufiitiam  fui (fé neeeffariami nunc autem ad pei  caltum t & pietatem utilem effe (*j La   m* * » i j C|tt3e l •   ». ■ •   » » ...   " « » « ... ’ *   (*) Quello non fi vuol in terpefrar In modo, che  S* Clemente Aimafle , che I Greci fi giufti6catfe-  ro per mezzo della Filofofia .» Egli credeva , che  la Filofofia remotamente gli difndnetfe alla cogni-  zione di Crifio , dando lor notizia del vero Dio,  c fomminiftrando loro i mezzi per isfuggire gli er-  rori . Per altro fenza la Divina grazia , la fede,  la carità &c. non credette, che uom fi giuftificaf-  • fe. Vedi Naral Alefiàndro Dijfert. Vllh in Hijior . ,  E cc kf. f*c. IL    Digltlzed by Google    qual co fa ugualmente avverti il Cardi*  nal Palla vicino : La Fibfofia nelle dot-  trine Teologiche è utile come i foldati  frante ri negli eferciti; cioè in maniera  che fervano > ma non comandino . Im-  perocché a tutti fi permette la liber-  tà di fìlofofare. Bona mene ( dice Se-  neca ) omnibat patet , omnes admittit ,  omnes ad hoc fumus nobile r , nec rejicit  quemquam Pbilofopbia , nec digit > omni-  bus lue et . Tanto maggiormente che  la natuta invidiofà per così dire a li-  vellare i fuoi Segreti avarifiimaraen-  te permette , che ora una cola , ora  un* altra fi fveli , come s’ è finora  fperimentato per tante ofiervazioni  fatte e che fi fanno in molte cele-  bri Accademie dell* Europa , (copren-  doli fempremai novelli arcani » non  che nuove, e plausibili opinioni nel-  le Filosofie . Jn Pbilofopbia ( lafciò  fcritto Seneca fcefio ) re maxima , &  involai iffima , cum etìam multum atìum  fuerit , omnis tamen atas , quod agat ,  inveniet . Quindi Atenagora , che det-  tò    k*   tè un’ Apologia . a prò de’Criftiani agl*  Imperatori Antonino , e Commodo  ambeduo filofofi , dille : Nulìum in  Pbilofopbia rcdundat Crimea .. £ più  oltre così : Profeto autem bac crimine  vacat . Tutto ciò però intender fi dee  per la cognizione di quelle cole > che  dipendono da caufe naturali, non al*  tri menti foprannaturali. Il che fu con-  fiderà to dal medefimo Seneca , ancorch*  ei fofle gentile . Perfeveras ire ad bo~  nam mentem , quam fiultum ejì opta -  re, cum pojfis a te impetrare. Non fune  ad Ccelum eleva» da marnisi &c. £ pri-  ma di lui avvisò Simplicio , Eos folum  de cauffis naturalihus pbilofopbari fiata «  ifie: nequaquam autem de Ut ^ qua fa «  fra naturam exifiebant .  r : Ora fia lecito d* efaminare più efpref-  famente, fela Filofofia, che chiama»  Moderna fia d* alcun pregiudicio alla  noftra fede cattolica .   . Primieramente è neceflario, ch'io  rinnovi alla mente della Santità* Vo-  stra quei tempi più frefchi , in cui   sì    Digitized by Google    sì felicemente apparò le feienze tut-  te , e con ciò : io rinnovèlli , e rallegri  infìeme . 1* idee della prima fua età ;  perchè non v'è co fa (come ditte il  Cardinal Bentivoglio ) che maggior-  mente I’ animo ricrei , che la memo-  ria degli anni fcolarefchi , perchè ciò  egli non è altro , che un tornare a vi-  vere quella vita innocente , e piò  lieta dell’ uomo. Si ricorderà dunque  Vostra Santità» , che malamente  quefta Filofofìa fia nomata moder-  na , perocch* ella è più antica , anzi  la primiera d’ Bardefane, ed altri  difenfori della Religione, furono tutti  Platonici • Ed a chi non è palefe l’A-  leffandrina fcuola in Oriente , ripiena  di tanti fanti Padri, e tutti Platonici?  Origene, Clemente, Cirillo, Eraclio,  Dionifio , Atanafio , ed altri , io modo  che Aleflandria , non meno per lofplen»  dorè della difciplina Ecclefiaftica , che  della domina, fu dimata un’altra Ro- i  ma, e la feconda fedia Patriarcale do»  po quella di S. Pietro . Sant’Agoftino  nel libro delle Confefttoni di fe fteffo , e \  d* altri rettifica eflere flati Platonici ,   quan-    /    Digltized by Google    quando e’ narra la vilìta , che fece a Si m>  pliciano > maeftro dì Sant’ Ambrogio,  raccontandogli i libri eh' egli aveva  letto de’ Platonici , da' Vittorino Ora-  tore Romano tradotti in Latino , che  morì poco dopo d’elferfi fatto Criftia-  no . Sopra la qual cofa fè palefe anco-  ra il piacere, che ricevette Simplicia-  no in fentire , che non era caduto nel-  la lezione d'altri libri di Filofofia , pie-  ni di menzogne, e d* inganni; ma lo-  lamente in quei de' Platonici , che in*  fegnavàno la conofcenza di 'Dìo, e del  Verbo Divino , le di cui parole fono  qu ette: Gratulatiti eft ntìbi , quod non  in aliorum Pbilofopborum f cripta incidi f-  fem , piena faltaciarum , & deceptionum ,  fecundum dementa bujus mundi : in illh  autem omnibus in ftn aari Deum ' % & ejus  Verbum . Indi Agostino ileflo poi gli 1  chiamò i Filofofi di Dìo amatori ; ed  Eufebio nel libro XI. della Demolirà-  zione Evangelica , narra , commendan-  do tanto le contemplazioui di Plato-  ne, averle tratte da’facri libri degli E-'   B x brei ,    IO   *, *   brei, cioè dell’Ente primiero ndelPI-  dee , deli*, immortalità dell’ Anima ,  della produzione dell’ Univerfo ,;del  bruciamento del Mondo , del R i forgi -  mento de’ morti , della Terra cele (le*  e del Giudicio'. ultimo : il cbe vieti ri-  portato ancora da Teofilo Galeo in di-  fefa della Filofofia Platonica; ed Eu-  febio. (lefib la difugualianza tra la Fi-  lofofia Platonica ,.e T Ariftotelica in  quella maniera divisò : Mofes , Hebra't-  que Pro.pheta beate Divendi finem tn P r  ih mòdo • che fecondo  la jua dottrina il Mondo * non è già - una  monarchia , ma poliarchia y o piuttòflo  anarchia p. ciò che -San 'Gregorio Na%i.  anzeno ha' affai ben ■ condannato . *   II, Platone chiama 'Dio nofìro fovra -  no Padre:' Arinotele non conofce ver fin  Dio' per padre . 1 * «4 u«>v > -.-v. ->   III. Platone nel primo- libro della fua   Repubblica affìcura , - che Dio fia > una  fo fianca (empiici fftma : • Arinotele ah duo-  decimo della fua 'Me taf (tea , lo pone  nelC ordine degli animali > e dell' effe n^e  compone. B 3 IV-    il   . ; IV. Platone nel [e fio della fua Re-  pubblica , che Dio fta nofro fommo be-  ne : Arinotele al duodecimo, della fua  Metafiftca , che' Dio fta un bene , che  conviene folamente al primo Cielo > del  quale egli è Motore. > ,   . V. Platone nel quinto della ' fua Repub-  blica y che Dìo fta la fovraha Sapienza: .  Arinotele y che. fta un' intelligenza , che  conofcendo le cofe un he rf ali » non, f appi a  le. particolari . • •**..«   VI. Platone nel Timeo y che Dio fta   onnipotente,: Ari fot eie nell Opere fue ,  che, non abbia ' altra potenza. > che di  far muovere il Cielo. , .   VII. Platone nel.Filebo , , nel Soffia*  e nel Parmenide % thè . Dio abbia crea-  to le foftanze incorporee: Ari fatele che    tati .   ? X; Piatone , che il Mondo offendo' un  corpo , abbia . una potenza finita: Ari-,  (tot eie , che il Cielo , e il Mondo abbia-  no una potenza infinita dì muover fi .   XI. Platone y che il Cielo , e il Mon-  do^ come corporei ftano corruttìbili • A*  tintotele incorruttibili « -   = XII. Platone , che- Dìo [taf opra ogn\  e fiere , J opra ogni foftaitzai Arifioteic-y.  cbe’fìa falò foftanza .    ^ X /. . Platone che hi fogna pregare   D.io .a fiacche ci ' faccia buoni.: Anfiote -  le , , che Dio. -non .poffa- fentire, le no fi re  preghiere , non conofcendo le cofe parti»  eoi ari .   XXllvPlaton* i/ebe p uomo di buo-  na vita. i:. fta gradevole' a Dio: Art fia-  te le , che non .io gradifc4-\ t % 'non cono»  fcendolò\ «'■Vi ( , .. . . ^ viv   ■.XXIII, Platone , che dopo morte , 7*   ani-      «*    *5   anime de * malfattori fatto gafligate : ' A-  ri flot eie-, ube /’ anime e fendo corrotte  Col corpo i non -patif canti- più altro . f  ■ XX^fV.- Piatone y^ thè, i' morti rifer-  gerantio' 1 Arijìotele , che dalla privanti*  otte all'abito non vi fia "rif òr pimento .   XXK Piatone , che V anirne derub-  ili faratino collocate in luogo y dove fa-  ranno molto' felici i' Arinotele non cono-  fce alcun- luogo di quefia fori a . • '■   ' Quindi il Sidonio-difle, Explicatut  Plato, ìmpiicat ut Ari fot elei, 'e il Pei  trarca del difcorfo dell* ignoranza di  fe ftefloy e d’altri, attéfta , che Pia*  toner» Divinum, Ari fot e lem Damo» iuta  Grati nuncupabant ; e però nel Trioni»  fo della Fama, così di lui. degnamene    te canto:    A •    \ \    • t I n it    . V'olfimi dà man manca , e vidi  . Plato, .......   Cfo n quella fcbiera andò più prefr  , . fo al fegno, . s  «* 4 / ?«*/ aggiunge , a chi dal cielo  ...... ^ dat o • .. '*■ ...   E fi-    Digltized by Google    *, £ finalmente tutti concordano, che  la Filofofia di Platone fia fiata la più  favorevole > ed acconcia , e quella d*  «Ariftotele la più contraria , e pregiu-  diciale alla dottrina della nofira Chie-  fa cattolica, E Sant* Agoftino attefla.  Platonica f amili* Pbilofopbos facillìme  omnium , paucifque mutatiti r fieri poffe  Cbrifiianos , Anzi un Autore, che fé*   ce una Diftertazione del modo di ftu-   « \ 1   diare la Teologia , impreca coll’altre  di Ugone Grozio De Jìudiis inflit uendis ,  vituperando aifatto la Filofofia Ari»  fio te lica , e ragionando egli degli anti-  chi Filofofi Crifiiani , così dice \ \Qm  quis effet Arifiot elicti s , eo minus • Còri-  flianum fuiffe E, de’ Padri foggiunge :  Olir» multi viri pii , (S doElì % Origene: t  Clemens Alexandrinut , Jufiinus , Augu -  jlinu ! , & alit y ex Plafoni s fcbola ad £c-  clefiam Cbriftianamtranfierunt : f ed nul-  li y aut certe pattei ex fcbola Ariftotelis ,  qui metaphyftcis ejus fpeculationibtn , &  arguti is inferii erant . E il medefimo  Autore dice f che Pietro £amo era  -fi d’opi*    Digitized by Google    d’ opinione , che fi dovefle bandire da T  tutte le Scuole , ed Accademie la Me-t  tafifica d’ Ariftoteleu Petrus Ramasi   I   ( fono parole dello fleflò Autore ) stiri  do fi us , & perfpicacis in Philofopbia ju-  dici't ( luet Ariftotelici contra fentiant )  Tbeologiam illam , quam ? Arinotele s in  Metapbyjica docet » impietatem omnium  impie tatum maxime execrabìlem , & de->  tefiabilem effe confirmat , adeoque ex A-  cadem'ùs exterminanàam , ut a multi s fa-  flit atum efi . Avendo egli ancora propo-  fto> fecondò l'ufo dell’ Uni ver (Ita di Pa*  rigi , primach’ ei fofle creato Maeftro ,  e primachè caduto fofle nell’erefla, pub*  bliche Conclufioni,per le quali foftenne,  Qutecumque ab Ari jlot eie dì fi a funt^falfa 4  & commentiti a effer , e perciò ifuoi fcrit-  ti in Francia in grandiflimo pregio fono  tenuti . £ di Guftavolte di Svezia rap*  porta il medeflmo Autore > che Omnes  Metapbyficas a regno fuo expulit t & exfu-  Idrejuffit . Come primamente Antonino  Caracalla, conofcendo ancor egli quefra  verità , vietò affatto l’ Accademie de’   ‘ Pe-    /    Peripatetici , 'facendo bruciare ancora  tutti i Iibrrd’ Arinotele . E Pietro Poi-  ret nel libro de Deo , le diede più. che  bando dalle fcuole con quella ’ defini-  zione: Pbilofopbia e fi contemplatiti , vel  cotnpages nugarum Scbolafìicarum ) Ari -  fiotelicarutii t vel fimiVtum , ad oblivi] ce n-  dum Dettm , mentemque tumidi s tenebri! t  & inquieta - pet ulani ta implendam ; In  modo che da’ mèdefimi Eretici fi con-  feda edere la Filosofia Ariftotelica dan-  nofilfima al Criftianefitrio.    ■: £ chi potrà giammai dubitare , che  la Fftofofia Ariftotelica- fia Hata l’uni-  ca e fola cagione, anzi l’origine ftefta  di tutte 1* creile, eflendo ciò mani fe-  llo per l’autorità di tutti gl’lftorici,  e di tutti i fanti Padri , ' che in quei  tempi fiorirono, i quali erano preden-  ti alle difpute , e ne’ Concili ftefti per  confutarle ? Aezio Vefcovo d* Antio-  chia ne’ primi tempi appunto della no-  ftra Chiefa , non fu egli Eretico, e  poi foprannomato Ateo: Astìus Atbe-  usì non peraltro, fe non perchè trop-     *9   po addetto alle Categorie d* Arinote-  le egli era , come nota Svida; ed Epi-  fanio , e Gregorio Nifi'eno lo ftefio afr  fermano.. De Chrijìo magis Academico t  quant Eccleftaftico more f ape differebat .  E fattoli pertai fofifmi Eretico , e poi  Ateo, coro’ è detto,; fu. privato della  Chiefa, e la fua fetta, ,ch’è la ftefla,  che l’Eunomiana , detta da Eunomio  fuo, difcepolo , e compagno nell’erefia;  fu fino alla morte perieguitata dagl*  Imperadori Onorio „ è Arcadio ; e Te-  miftio Ariftotelico , come nota Svida  ftefio , chefcriffe fopra il trattato del-  la Fifica ». dell*. Animai» e d’altri libri  d’ Arinotele , fu Eretico, come Gio-  vanni Filopono. ; N ice foro così d’eflb  loro dicendo : Johannes ifte Philopone -  us Alexandrìnus , . ita ut diximus T rithei-  tarum i hdereticorum pr afe Bus fuit , prò-  inde atque olim Tbemiftius Pbilofopbut  jub .Valènte Agnoetarum feft & , qua conventi» lucis ad Be-  Hai? £ S. Gregorio Nazianzeno ugual-  mente ne fa molta doglianza, dicendo :  In Ecclefiam irrepftffe captiones fopbiflicas ,  ac pravum art if cium Arinotele# artìs ,  & bujus generis alia , veìut ALgyptiacas  quafdam piagar . E altrove così . Abjice  Ariflotelis minutiloquium , Jagacitatem ,  & art ifi cium: abjice mortale s illos fuper  Anima fermones,& human a illa dogmata.  Ed in altro luogo deteftando in tutto e  per tutto Ariftotele il chiama Struggit »•  re della provi de n^a Divina . Ireneo in  in quefto modo ne parla: Minutiloquium,  & fubtilitatem circa quajìiones , cum ftt  Ariflotelicum , fidei inferre conantur :  Lattanzio così ; Arijlotelem de Deo    ìpfum fecum dtfftdere , & repugnantia di-  cere t & Jentire immo Deum nec colu-  ti, % nec curavit « San Girolamo ad Eu-  ftochio feri vendo : Attende & tu fa -  tuorum fapientum princeps Ariftoteles .  In altro luogo . Omnium b*reticorum do-  ppiata fedem fthi & requiem inter Art -  fiotelif , 0 Cbryfippi [pineta reponunt ,  & Ut fub diem cunfia concludam fer mo-  ne , de illis fontibus univerfa dogmata ar -  gumentationum fuarum rivulis . trabunt .  E femprcmai.con aperto vocabolo Gi-  rolamo fteflb verfutiet chiama gli ar-  gomenti di lui. Origene ne* libri ch’ha  fatto contro Celfo , grida in più luo-  ghi contro d’ A ri Itotele come nocivo  al Criftianefimo > e la maggior parte  degli altri fanti Padri fono del mede-  limo fentimento, come Sàn Giuftino  nel Dialogo per la verità della religio-  ne Criftiana- con Trifone Giudeo : S.  Clemente PAleflandrino nelfuo avver-  timento , . che fa a’ Gentili ; Eufebio in  più luoghi delle fue Opere: Sant’Ata-  nalio contra Macedonia no : San Gre-    Digitized by Google    gorio Ni fieno eontra Cunomio : San  Gregorio Nazianzeno più voice nelle  fue Orazioni ; Sant* Epifanio ne* libri  contro l’ercfie : Sant’Ambrogio di nuo-  vo ne* libri degli Uffizi : S Gio. Grifo-  ftomo fall* Epistola a* Romani ; e fo-  pra tutto, quel» che ne feri fie Tertul»  liano in più d’un luogo nel libro delle  Prefcrìzioni , e dichiarando egli quel di  San Paolo , Ne quii tot decipiat per  Pbilofopbiam , intende egli quella d’A«  riftorele vana , e fallace per fentenza  di tutti. Quindi Cirillo l’ A leflandrU  no gridava.* Heeretici- nìbil aìiud , quarti  Arifiotelem ruSlant . E Sant’ Ambrogio  con ugual fentimento, e colle lagrime  agli occhi dicea , Reliquerunt Apofiolunt »  fequuntur Arifiotelem . E fra Moderni  Melchior Cano così ; Habent Arifiote-  lem prò Cbrtfto , Averroem prò Retro ,  & Alexandrum prò Paulo . E tant' ab  tri, i quali l'hanno riprovato, e con*  futato , foto per timore, che non s’irn-  primefle al Criftiano un carattere deb  fa fua dialettica » per efler tutta con»   *• C tra-    traria alla femplicità della fede > la qua»  le altro non richiede , che una umile  fommiffione» e totale credenza, fenza  veruno ragionamento , e difcorfo uma-  no . E finalmente lafciar non fi dee  ciò , che ne fcrifle S. Vincenzo Ferre--  rio » che fremeva contro un tanto abu-  fo nelle Scuole . Quel Predicatore io  dico tanto zelante , che introduce la  vigilanza dell’ Inquifizione .per man-  tenere la purità della fede, non appel-  la egli queft-a dottrina d’ Arinotele, e  quella d‘ Averroe fuo feguace, Pbia  ìas ir  che nell’ anno MCCIV. fotto Filip-  po ;1* Augufto , per pubblico confi-  gli©,' come dannevoli alla noftra fe-  de i libri della Metafilica , che al-  lora folamente veduti s’erano, e tut-  ti gli altri ancorché, non veduti , e  foflcro per ^comparire , fu ordinato >  che fi ì mandafiero alle fiamme . Ec-  co le : parole . , dell’ Iflorico riporta-  .te dal medefimo Padre Petavio >  in diebus .uillis .legebantur, Parifiis. li-  belli quidam ab Arinotele > ut dice ?   » C i ban-    Digltized by Google    *    bamur, compo fiti t luì aocebdnt Meta -  pbyftcatn ,  éf 4 Graco in Latinum  translati; qui quoniam non folum pre-  dilla bareft fententiis (ubtitibus occafto *  **0» prabebant , ò»/»o 6 * 4/»/ sondane  investii pr abere poter ant , jufi funt 0-  mnes comburi t & fub paena excommuni-  eationis cautum eft in eodem Concilio ,  ne quìi de cetero eoi fcribere , legere  fra fumerete vel quocumque modo b abe-  re. Esfei anni dopo che fu condanna-  ta ia Metafilica dei medeiimo , il Car-  dinal di S. Stefano mandato in Fran-  cia da Innocenzio III. in qualità di Le-  gato , proibì a* Profeffori dell* Oniver-  fità di Parigi d’ infegnare più la Fifica  del medefimo Arifrotele , il che fu con-  fermato poi per una Bolla di Gregorio  IX. come ancor prima per lo Concilio  •Tu rose fe fotto Aleflandro IIL fu pa-  rimente vietato leggerli più la Fifica  a’Religiofi ; quindi dall* Università del-  la Facultà Teologica di Parigi , c da  Francefco primo fu fcabilito > Che s*   r    Digitized    37   infognale la f 'anta Scrittura , i fanti  Canoni > i fanti Padri , la Teologia an-  tica con tutta la purità e femplicità  pofjtbile , e che fe ne sbandi (fero tutte le  vane fattigliele , come riferifce coll*  autorità di molti , M. Baillet . Alma*  rico ( narra il medefimo Ifrorico , ri*  portato dal P. Petavio (tetto ) non fu  egli eretico , come feguace de* princi*  pj d* Arifrotele? Simone de Turne ce*  iebre Profettòre di Teologia della me-  defima Univerfità di Parigi, e David  Dedinant, poco tempo dopo , non fu-  rono acculati per eretici , come trop-  po attaccati, a* fentimcnti d* Arinote-  le ? Gli Abailardi t i Lombardi , i Poi-  * tierfi, i Porretatii» come Iettatori del  medefimo , non furon eglino eretici ?  Quefte fono le parole del prologo del  libro contro le fentenze de* medefimi  condannate « Quii quii hoc legerit , non  dubitabit quatuor labyrintbos Francia ,  id efl Abaelardum , & Lombardata , Pe-  trum PìEìavìnum , & Cilbertum Porre*  tanum uno fpiritu Arijìotelico affiatos ,   C j dum    3 * .   dum ineffabtìia Trmitatis , & Incarna-   tionìs fcholaflica levitate t raffi arcnt ,  multai barefet olim vomuiffe , & adbuc  errore s pullulare. I Luteri, i Calvini ,  iMelantoni , i Buceri, i Zuinglj , e '  gli altri loro feguaci , ancorché apparen-  temente fi dimoftraflfero nemici. d’Ari-  ftotele, gettarono, e coltivarono i loro  velenofi Temi , non con altri ^principi fe  non 'con quelli d’Ariftotele ftefio . I  Pomponazj , i Porzj , ed altri traligna-  rono da’ veri fentimenti deirimmorta-  lità dell’anima, non con altro errore ,  fe non con quello d* Ariftotele medefi-  mo . I Serveti , i Socini , i Poftelli ,  non con altra direzione che di lui ftefio  divulgarono que’ loro pefiimi ritrovati ;  e fceleratifiìme innovazioni alla noftra  Religione . 11 Macchiavellifmo, ch’è  lo ftefio che l’Ateifmo Exiit ( dice il  Campanella , col fentimento ancora di  Melchior Cano , dottifiimo Spagnuolo,  ed uno de’ più facondi Scola dici del Tuo  tempo, ed il maggior ornamento della  famiglia Domenicana , degnifiimo Vef-   , co-    Digltized by Google    J9   covo nell* Ifole Canariè, e fu eziandio  uno de'Padri , che intervennero ahCon-  cilio di Trento) exiìt t torno a dire,, ex    Pcripateticifmo - Il quale aggiunge anco-  ra : Ex Arinotele nata funt in Italia pe*  fiifera illa dogmata de mori alitate animi ,  & divina circa res bumanat improvi dea-  tia. £ Seneca ancorché Stoico , perchè  la Filofofia Stoica alla Criftiana li ag-  guaglia,' come dice Girolamo il Santo  nelle Aie Epiftole » non fu valevole ar  cancellare dal cuore di Nerone Aio di-    fcepolo que* peftilènriflìmi. fentimenti,  che imprefli. gli *avea. Alèflandro d\E-  gea Aio primiero maeftra f efilofófo Pe-  ripatetico. Come Peripatetico fu ancor  ' Sergio , il maeftrcnperfidilfimodi Mau-  mety il che* vien -riferitò da Pico della  Mirandola ; avendo ancoi egli ( Arido*  tele io dico) d’ una maniera- infegnato la  fua Fitofofìa ad Alèflandro , e d’ um al-  tra in Atene, quafi che varia , ediver-  fà la.lnat ural Filofofìa infegnar fi dovef»  fe ad un Principe ciré al popolo ; del che  molto-de me. querelò «Alèflandro • cor»    4 ® . . „   Arinotele fteflb , il quale fu atnbiziofó   nel dominio delle lettere , come fa  di più mondi . £ il Carpentario , an-  corché eretico, nel principio del libro   della fua JFilofofìa libera , non dice li-   • \   bera mente così tjQuis enim ita ferver fi  genti e fi , qui mecum nitro non fatea*  tur., Pbilofophorum Principi ( d* Arino-  tele ei parla )) ut bomini multa falja »  & erronea ; : ut etbnico, & pagano mul*  ta impia , & profana ; ut primo in*  fìauratori multa . manca , & $mperfe *  fi a excictife». £ il Padre Petavio ftef-  fo , torno a dire , il genio veramente  della Teologia * e delle feienze , il qua-  le degnamente appellare fi dee il fior  degl’ ingegni , e ’1 primiero letterato  tra i Padri Gefui ti , allegando l’auto*  rità. d’Anaftafio Sinai ra, non dice egli  così ?, Anaftaftus Sinaita . in eo libro quem  Via: Ducem nominavif, tefiit e fi , ha*  reticos omnet , qui vel contra Incarna*  tionit dogma nefarium movere belìum ,  ex ilio Ari fìat elico fonte fuxiffe . Indi  egli è , che 1\ Autore fiefib della Filo-    Digitized by Google    4 * .   fofia volgare re fatata ; così contro i  fetrarj del medefimo grida : Et adbuà  Arifiotelem leghi s t interpretamini , de-  fenditi ! , & exornatis.   Quindi egli è , che da’fan ti filmi Pa-  dri medefnni , e da molti favillimi , e  dotti (fimi Autori è (lato ancora nota-  to di gravifiimi errori . S Giuftino fcrif-  fe tutto un Trattato contro i dogmi a  e le fentcnze d* Arifiotele , nel princi-  pio del quale così ragiona : It nibil dà  rebus , quas definiendas ftbi commenta -  tionibus fui f ftatuit . San Cirillo nel li-  bro contro a Giuliano fra i Filofofi »  eh’ hanno errato , principalmente ri-  pone Arinotele . E' perciò molto deri-  fo da Bafilio , e particolarmente per  quello , eh’ egliafierì intorno alla Ma-  teria prima , e che la materia abbia  una limpatia naturale d* unirli i e per-  fezionarti colla forma - Eufebio nel li-  ti ro della Preparazione dell’ Evangelio*  e in quello contro i Filofofi detefia non  (blamente la vita» i cofiumi, la Filo-  fofia morale > e naturale ; ma la fua   Me-      4 **   Metafifica, come una pelle delle Re-  pubbliche. Lattanzio Firmiano il dan-  na come Sofilla ., ed a fe fteflo contra-  rio . Ambrolio ugualmente come va-  rio, e incollante.- Come menzognero,  efavolofoil riprendono Ago (lino, Teo- ,  doreto, S. Bernardo, e il .Beato Sera-  fino da Fermo . San Tommafo allegane  do Agoftino medefimo coll’autorità del  Gcllio, prova, che fia un impoflore >  come rapporta il Campanella.. Scoio,  e Francefco Mairone , come un igno-  rante affatto della Metafifica, e che le  cofe tra effo loro repugnanti a-yefle ap-  provato . Gio. Pico della 'Mirandola ,  e Francefco Patrizio il riprendono nel-  la Geografia , e nell’ Agronomia, nel-  le Meteore , nejl’jftorie degl’ animali;  e eh* egli abbia ! malamente creduto ,  che la terra fia più elevata verfo il  Settentrione, che altrove.* che’l Da-  nubio prenda l’origine da’ Pirenei . Pie-  tro Gaflcndp lo biafima nell’errore in-  torno alla Galaflìa , all’ origine' delle  Vene, c jje* nervi del cuore t c in mol-  . . •> te    s   V   N    Digltized by Google    te altre fimili cofe . Telefio, Duran-  do , Baccone , Baffone ,. l’ Harveo >•  Cherneo , Galilei , Maurneo , e Pie-  tro Alliacenfe , e Niccola di Cufa Car-,  dinali , ed ultimamente il P. Valeria-  no Magno , piiffimo , e dottiamo au-  tore Cappuccino , che fu Miffionario  al Nord, il confutano» l’ acculano, e  lo tacciano di molte altre limili fcioc-  chezze . La fomma , e la foffanza fia,  dice il medefimo Gaffendo ,che non  v’è per fona, che fenza roffore diffen-  der lo poffa , nè fenza tema , e nota ef-  preffa d’infamia, e di vituperio , che  l'eguire lo voglia nell’ impoffibilità del-  la creazione per lo ftabilimento del fuo  principio , che noii fi faccia niente dal  niente: che il Mondo fia eterno» e l’a-  nima mortale : che la previdenza di  Dio fia talmente limitata nelle cofe ce-  letti , che non fi eftenda più di queir  lo, ch’è fopra la Luna , negando an-  corai’ idee, e confeguentemente il Ver-  bo di Dio , non che Dio fteffo auto-  re di tutte le cofe : l’efiftenza degli  . An-    ^ ^ ' -   Angeli, de* Diavoli! , l’Inferno , eia  gloria beata,, e con ciò le pene adat-  tivi, e i premj a ’ buoni . Inferni , &  Supere s , effe fabulas Legislatori! e' dif-  fe nel libro II. e XII. della fua Meta-  filica. £ tutto ciò o fia propria difav-  vedutezza , o fi a perchè fi ano fiate  trafilate , e guade le fue opere , co-  llie vogliono alcuni , perocché egli fa  uno de’ maggiori Filofofi della Grecia»  di cui molto n* hanno celebrata la fa-  ma , e la dottrina, come dice Macro-  bio : Nibil tantus vir ignorare potuit *  Certo egli è nondimeno , che leggia-  mo predo Diogene Laerzio , antichif-  fimo autore , che Cleante Stoico fin  da’fuoi tempi dir folea , Peripateticit  idem uccidere , quod litteris , qua cum  bene fonent , fé ipfas tamen non nudi*-  unt * £ che il medefimo Arifiotele fof.  fe fiato chiamato in giudicio a pena  capitale dagli Ateniefi, per non poter  (offrire anche nella loro politica , e  falfa religione quei bugiardi , e corrot-  ti principi d’ Arifiotele, diruttori per   così    Digitized by Google    così dire dell* uomo , e di Dio freffo }  la qual pena egli fchifò colla fuga .  Per la qual cofa in quella maniera fcla-  mò il Campanella di fdpra lodato; Et  nos Cbrtfiiarìt retinebimus tanquam ma -  gijlrum , ne àum tontra Patres > & Con-  cilia / aera jubentia , quod jubebant A *>  tbenienfes ; & quod jus : naturar damnat  in illis, fciolonm au£lori%abit in nobisì  Abfit Cosi il fuo difeorfo conchiu*  dendo. O Ecelefia prudente r paftores ,  & o prudente s priucipes , vefirum eft  banc domenicani perni eiem agnofeert »  & prodigate . : i .   £ quel , che maggiormente reca  maraviglia egli è , che quei medefimi,  che 1* hanno comentato , difendono  Platone , dove Aratotele lo danna , e  quei > che 1* hanno feguifato in molte  cofe , non folamente 1* hanno contrad*  detto y ma 1* hanno quali infamato .  Alberto Magno l’arguifce , Quod ani-  mai Coeli mot or e m facit . San Tomma*  fo lo beffa , Quod bine Mundi eterni-  tatem adferuit > illine animarum immor •    4 « . .   t alitatevi fili contradixerit . Scoto il fot-   tiliffimo Io. fchernifce , Quod tam in -  conflanter de anima fenferit . E quel ,  che fommamente notar fi dee egli è ,  che il mentovato Alberto Magno, tan-  to feguace d’ A ri (lo te le, per lo dubbio,  ch’egli aveva» fe bene, o male avef-  fe ragionato , in quello modo prote-  •ftandofi ne’ Tuoi comentarj , conchiu-  fe : In bis nibil.dixi fecundum opimo-  nem me am propriam ; fed juxta pofitio -  nes Peripateticorum ; & ideo illos l.au-  det , vel reprebendat , non me .   Quindi S. Tommafo fteflò, difcepo-  lo d’Alberto Magno, fi avvalfe nella  fua Teologia di quella Filofofìa , e di  .quella morale d’ Ariftotele , che più.  purgatamente fu difcefa in compendio !  da S- Gio. Damafceno , avendo da ef-   • & * % « , v - ^ * W   fo prefo un modo, più particolare, e  (incero ; e il Campanella afferma , che  S. Tommafo . Nullo palio putandum  efl Ariftotelizaffe ; fed tantum Arifìote-  lem expofuiffe , ut occurreret malis per I  Arifìotelem illatis. E S. Tommafo me-    Digltized by Google    47   defìmé^iì lamentò molto con altri Fi-    lofofi più giudiciofi del fuo tempo ,  che gli Arabi, e i Mori colà nell' Àfri-  ca avevan contaminata laFilofofia, e  T Opere tutte d’ Ariftotele , per non  faper eglino molto bene di Greco; per  la quai cofa Giovanni Lomejero nel  fuo libro della Biblioteca n* avvisò ;  Qtiod fi Graca exemplaria corrupta fue -  runt , quid de bis putandum e fi , qua  in Lattnum.converfa funt ? Sed melius  cum eo a Slum efi, qtsam cum aliis , . quo*  rum opera funditus perierunt , & ipfe  c auffa cxtitit cur multa per irent , qui  aliar um gloriam adfetraxit .. Indi  Monfignor Ciampoli chiamolla Filo-  fofia Morefca t Monfignor Minturno  Barbarica , e tutti Pagana-. E ben-  ché in «tempo poi dello /cadimento  dell* Imperio , e dell; Imperatore Pa-  leologo > venuti alla noftra Italia i  Greci filosofanti , e, fcienziati, forte ri-  fiorita; la nobiltà dell’ idioma Greco 9  delle filofofie , e delhaltrd Scienze, ap-  prettano! già eStinte* e tamraerfc coll*    ♦*   innondatone de* Barberi ; eglino parò  fi manifeftarono gagliardi difenfori del*  la Filosofia Platonica » e particolar.  mente il Cardinal BeiTarione Arcivef*  covo di Nicea , e il più dotto tra elfi  fai merito di cui tolfe il Papato laru*  fiicità dell* Arcivefcovo Perotti Tuo fa*  migliare » e concia viftaj dicendo in pri*  mo luogo contro i Peripatetici , eh* e*  glino .malamente . Conantur Ariftote •  lem ex gentili) & infitteli Apoflolum f&  sere . Quoniamfides nojlr * Religionis cum  Feripatcticorum dottrina no» convenite  Ne formò molte E pi (loie ; il quale  fu poi feguitato da' maggiori ingegni  Italiani» cioè da Marfilio Ficino , Gio.  Pico della Mirandola , e da altri cat-  tolici , e particolarmente da Niccola  di Cufa , e da Pietro Bembo ambe*  due Cardinali ; il quale contro d* Ari*  itatele così fclamò: Fovemus ferpentem  inter vifeera noftra . Di maniera che  vedeli per lo più Tempre ofiervata là  Platonica t la Democritica , e 1' Epi-  curea Filofofia « e (fendo che fono tut-  to    \    Digitlzed by Google    z. . 49   te uniformi in concedendo , che gli Ato-  mi foflero i primi principi di tutte le  co fé corporee , e che il fovrano bene  del piacere non confìtta ne’ diletti in-  degni , e brutali ; ma (blamente nell»  animo , e nella vitaonetta, e tranquil-  la della virtù : non come altrimenti  voleva Arittotele , conti* è detto . .Fu  notato bensì Epicuro per così dire pla-  giario > avendo pubblicati per fuoi i li-  bri degli Atomi di Democrito, «dan-  nata in lui l' opinione della mortalità  dell’anima . Gii altri fuoi fentimenti,  per la fua moderazione, e moralità ,  fembrarono così giutti , e ragionevoli  a Girolamo il Santo , che propofe a*  Crittiani di fuo tempo la lezione de*  fuoi libri ; e da molti fanti Padri eì fu  commendato . E San Gregorio Naziao-  zeno, così ne ragiona: jQuis crederete  Mode rat us , & cafìus dum vixit fuìt fi-  le , dogma moribui probans. E Sant’Am-.  brogio ancorché più fevero d'ognaltro  fanto Padre, e nelle Filofofie più ri-  gido» pur egli ftimò effere più cpmpa*   * . D ti*    59   tìbili gli orti d’ Epicuro , che d’ Ari-  notele i portici , come affatto danne-  voli non che pericolofì ; perocché ne*  libri degli uffizj al Cri diano apparte-  nenti » così n’ avvisò ; Epicuri Hortot  tolcrabiliorcs effe Lyceo Arinoteli; . Il  che rien confettato ancora da Lattan-  zio » e da Origene contra Cello . Ari*  Jlotelem effe deteriorerà Epicurei / . Que-  lla Filofofia adunque d’ Epicuro , o fe  altrimenti chiamar fi voglia Democri.  tica » vien molto largamente di vi fata,  e comprovata dall* incomparabile Pier  Gattendi > Canonico , e poi Propoflo  nella Chiefa di Digne fua patria , Teo-  logo , e profeffore delle Matematiche  feienze in Parigi» il quale fu di pura*  e cadiflìma vita , e uno de* più illuftri  ornamenti della Francia» o quali l’ora-  colo detto delle lettere del fecol no-  Uro» di cui giudamente dir li potreb-  be , eh* egli intorno alle cofe filofofi-  che » e feienze Matematiche ne diede  il giudicio cóme Pittagora , e fpiegol-  le come Platone . Indi il volere qui ri-  pe.    5 1   petere , anche in menoma parte quel*   10 , eh* egli medefimo n’ ha fcritto ,  farebbe un ridire miferamente ciò » eh’  egli felicemente ne diffe ; e tanto mag-  giormente , quantochè noi richiede la  prefente fcrittura, per edere il tutto  notiflìmo alla Santità' Vostra. An-  zi in qualunque altra occalione che  fofle , farebbe un cimentar la propria  ftima , ed acquetarli certamente la  rota di temerario , e d’arrogante. Ma  da lecito farne qualche parola , e dir  folo > che il Galìendi avendo apprefo  nelle, fcuole la Filofofia d’ Ariftotcle,  e da eflo poi tutti i varj fiftemi degli  antichi Filofofanti , per quanto gli fu  permeilo dalla condizione umana » e  dal fuo proprio intendimento » e abi-  lità ; volle dopo feguitare , e perfe-  zionare quella d’ Epicuro , come piti  acconcia , e proporzionata Filofofia  d’ ognaltra , ammettendo gli Atomi  principi di tutte le cole corporee ;  come fende di fe Giacomo) Colonna   11 Vefcovo al Petrarca:   Da    Se    5 *   Se le parti del corpo mio diflrutte ,  E ritornate in atomi > e faville .   Softenendo però , che Dio gli abbia  creati , e che Dio averte lor dato il  movimento) e il dirtendimeato , e la  figura.   E che il corpo umano, fia di minu-  ti ffime particelle coni porto, leggefine*  libri del diritto Civile, e propriamen-  te nel Titolo de judiciis , nella Lege  ' Proponebatur , così dicendo A 1 fono Var-  rò, gran Filofofo, e gran Giurcconful-  to, e Confole di Roma, Quod fi quis  pittar et , partibut commutati s , aliam rem  feri: f ore, ut ex ejus ratione nos ipfi non  idem eflemus , qui abbine anno fuiffemur,  fropterea quod , ut pbilofopbi dicerent , ex  quibus particul'ti mìnimts confliteremus ,  bue quoti die ex noflro corpore dee e dere nt,  aliaque extrinfecus in earum locum acce*  derent. Ouapropter, cujus rei Jpecies e a-  dem confifieret , rem quoque eandem ef-  fe exifìimari &c.   Quelta Filofofia è (lata feguitata  / v in     Digitized by Google    51   io molte i e quali innumerabili carte-  dre dell’ Europa, e ballerebbe fol di-  re, eh* ella non è altrimenti proibita  da verun Pontefice voftro predeceflb- ;  re; anziché quali in tutti i luoghi cat-  tolici pubblicamente s* infegna , ù. ap-  para , e li profèta . Sia ancor lecito  aggiungere a tante dottrine che li ad-  ducono dal mede fimo G a flcndi , e da  altri, per corroboramento di tal Filo-:  fofia, un’ altra autorità di S. Grego.:  rio Vefcovo di Nilfa, la primiera «fé-:  dia della Cappadocia, il quale viveva  nel quarto fecolo, fecondiamo di tan-  ti e tanti fanti Padri , e Dottori della  noftra Chiefa , fratello di S. Balilio il  grande , e di S» Pietro Vefcovo di Se perocché egli diffe:  Fuit fuhita , urgebat , nova rei fui fa -  bat aures . £ finalmente foggiunfe ,  Che Veritas placet , & vincit . Carte -  fius bene intelleflut, nibsl cont'met ma-  li . Onde ravvedutili gli altri , fi di-  chiararono ugualmente Cartefiani .  ^Soggiungendo ancora altriTeologi , che  fentimenti di Renato intorno all’efi»  ftenza di Dio fi conformavano con quei  medefimi di Sant* Agostino , diftefi  nel librò X. della Trinità > e -propria-   merv    5 *   mente nel capitolo X. Ed un dotti f-  fiimo Padre , di cui ne lafcia il no-  me lo fcrittore della vita di Rena-  to , vi aggiunfe molte altre limili dot-  trine > eh’ egli aveva ritrovato in pro-  va delle opinioni di Renato ; in mo-  do che ciò fu di gran gioja.a Rena-  to fteflò, in fentire, che i fuoi penile-  ri erano uniformi con quei di Sant’A-  goftino , e di Sant'Anfelmo nel libro,  detto Profologio , e d’altri fanti Padri.  E per li fentimenti dell' anima io vi  aggiungo Glaudiano Mamerto , uno  de’ più celebri fonti Padri, . che fiori  nel quarto fecolo ftefiò della noli ra  Chiefa , che compofc un divinilfimo  Trattato dell’anima t in confutando  quell’ enormilfimo errore di Faufto ,  Ve f covo di Rems nella Francia, che  tenea quella falfiffima opinione >xhe  nelle creature non vi fia niente d’ in-  corporeo; ma Solamente in Dio . Que-  llo Trattato fu dedicato. a Sidonio  Apollinare, amiciflimo di Mamerto;  .ed egli è molto elegantemente, e con   foni-    59   fommo giudicio , e finimmo • ingegno  dirtelo , in cui trattanfi le queftioni  metafifi che con ogni chiarezza , e fa-  cilità poflibile in prova dell’immorta-  lità dell’ anima in modo che non vi  è fiato chi migliore, di lui ciò abbia  comprovato . Fondando egli con ro«  bufiifiitne ragioni, che l’anima operi  tutta intera ne’ Tuoi movimenti: che  non fi mova nè verfo l’alto, .-nè ver-  fo il baffo , o altrove ; eh* ella non  fia nè lunga» nè, larga, nè più alta r  eh’ ella non abbia parti interne , nè  efierne ; e eh* ella penfi , ella fenta,  ella immagini , e penetri tutta in  tutte le fofianze : eh* ella fia tutta  intendimento , tutta fentimento , tut-  ta immaginazione , tutta di. qualità»  e non altrimenti di quantità; e final-  mente , che fia immagine di Dio »  e confeguentemente incorporea , e im-  mortale. Et quia imago Dei efi , non  e fi corpus . E che però cerchi Tempre  Dio , e defideri conofcerlo , non con al-  tra immagine di Divinità, chedelia /ua    6o   propria ; e che fola mente il corpo fi  tnifuri per lo fuo di (tendi mento in  lunghezza» larghezza, e profondità ,  e con altri fomiglianti principi , de*  quali fe la maggior parte fi veggono  nelle Meditazioni , e negli altri libri  di Renato » dir fi potrebbe , o che  Renato gli abbia stolti da Mamerto ,  ò ch’egli abbia avuto un ingegno geo»  metrico » giudo » e uguale a quello  di Mamerto . Da tutto ciò adunque  fi vede » che quelli principi di Rena»  to fiano gl’ ideili d* un Tanto Padre ,  che fu Mamerto » gran Filofofo , e  gr.and* Oratore , il quale fu giudicato  uno de’migliori, e favillimi Padri del-  la Chiefa: che meritò la dima d’ ef-  fere tenuto dotto , quanto Girolamo;  dedruttore degli errori , quanto Lat-  tanzio ; provatore della verità » quan-  to Agodino; e che fia levato in alto t  quanto Uario ; che abbia ancora fa-  vellato , come Grifodomo ; riprefo ,  come Bafilio ; confortato» come Gre-  gorio/ e che fia dato fertile » come   Òro-    «    Digitized by Google    $t   Orofio; robufto, come Ruffino; nar-  ratore, come Eufebio; dettatore, co*  me Eucherio ; declamatore , come  Paolino ; e foavitfimo , come Ambro-  gio .   Quella adunque nuova Filofofia , o  rinnovellata per dir meglio Filofofia  di Renato, è fiata feguitata, e dife-  fa dalle migliori Uniycrfità, e proviti-  eie dell'Europa, ed infegnata pubbli-  camente nelle cattedre più rinomate  del Mondo ; e i cattolici fieffi ne fo-  no difenfori , non che gli autori , e fer-  rar] ancora , così attefiando il dottif-  fimo Sorel ne’ Tuoi libri della Scienza  universale . La dottrina di Momìt Defi  cartes oggigiorno è feguitata in molte  , Accademie , e conferenze . V* ha de*  Prof e (fori di Filofofia , che /* infegnano.  Molti fe ri appagano piu , che del -  la Filofofia antica . La quale vien con-  fermata con pubbliche (lampe da mol-  ti Religiofi , che n’han divifato tanti  e tanti libri che nulla più, approvati  da’ loro Superiori , e fpeciali/fimamen-   te    Digitized by Google    te ne fono Seguaci nelle cofe più prin-  cipali i dottiifimi Padri Merfenni , e  Detei , e Niceron Minimi . IIP. Mai-  gnani, e il P. Barde : T incomparabi-  le P. Nicolle , e il P. Malebranche ,  che nel fuo libro de inquirenda Verità -  te vi pofe tutti i principi , e tutti le  parti della fua Filofofia Opera , che fi  potrebbe appellare ' 1’ ultimo sforzo  dell’ ingegno umano ; ed altri Padri  dell* Oratorio di Parigi , i quali furo-  no ancora amiciffimi di Renato, e fo-  pra ognaltro affezionati (fimo , e mol-  to famigliare di lui , e della fua JFilo-  _ rf * fofa feguace, A ntonio Arnaldo uno de»   maggiori Teologi della Sorbona , e che  M per la fublimità del fuo ingegno , ed  eccellenza della fua dottrina , fi può  - £ /giustamente chiamare l’Aquila degl*  ingegni, lo Splendore dell’età noftra,  e il più gagliardo foftenitore della fe-  ‘uWw^r^de Contro il Calvinifmo ; il quale col  __ . , , ~fuo libro della perpetuità della fede, in   ~ * cui con robufte ragioni , e con eloquen-   za veramente Grifciana ha fondata 1*   eli*     J    Digltized by Google    e fi (lenza reale di Cri (lo nella fantini**  ma Eucaristia , e poi con altri volu-  mi , autorizzando colle fentenze de*  fanti Padri e Greci, e Latini di feco-  lo in fecolo, e della Chiefa Orientale  ancora , che fervirono di ri fpofta al li-  bro di Monsù Claudio , Minirtro di  Charenton , approvati da tutti gli Ar-  ci vefcovi , Vefcovi * e Curati della  Francia > e da altri Teologi , e Dotto-  ri della Sorbona ; ha dato tal confu-  sone a'Calvinirti , colla lezione di quel*  lo , che molti d’elfi illuminati , fi fo-  no uniti alla nortra Chiefa , come il  Vefcovo della Roccella , uno degli ap-  provatoti fuddetti l’attefta: e per tan-  ti altri libri , che quali ogn’ anno di  fua vita ha dato alle (lampe , fe ne  va carco di gloria , e d* anni con  quella folitudine , propria d* un let-  terato in Olanda , dove gran tem-  po menò la fua vita ugualmente  Renato , con rifiuto magnanimo  delle cofe del Mondo . Parimen-  te furono di Renato amorevoli il   Car-    I    «4 ,   Cardinal de Bagne , e il Cardinal di  Ecrè, e il Cardinal Berul , e il Car-  dinal Barberino* quando ei fu Lega»  to alla Francia * il quale tanto fu a-  mantiflìmo delle cofe dell’anima > che  non per altro . pare * eh* egli avelie  trasportato dall’ idioma Greco al no*  Uro Italiano la vita di Marco Aure*  lio Antonino Imperadore , eh* ei def*  crifle di fe fteflb a fa fteffo * fé non  per dedicarlo all’ anima fua , come  Specchio veramente, e dottrina , quel  libro* delle cofe morali * che ponde-  rar fi debbono dall* uomo ; perciocché  tutte le cofe di quaggiù, anche in ai-  tiamo grado confiderate * fvampano  in nulla . Fu protetta » e difefa anco*  ra quefta Filofofia da tutti i Principi*  e potentati ftelfi d* Europa } e partico-  larmente dal Re di Francia* che grati-  ficò di due penfioni Renato* e dalla Re-  gina di Svezia * in cafa di cui egli mo-  ri * ed ella in grembo della Chiefa ;  coftà venuta , e fatta cattolica per o-  pera fola d’un folo Renato * com’ el-  la      65   la fteffa afferma in fua lettera , che fi  legge nella vira del medefimo; l’auto-  re della quale narra ancora , che la  iua maniera di parlare della Religio-  ne fece convertire alla noftra. Chiefa  il Marefciallo di Torrena , un Ateo ,  e due Proiettanti; e dalla Principcfla  Ehfabetta r fu nomato il refugio de’  cattolici di Olanda , ed al medefimo  furono celebrati i funerali con aflìften-  za di molti Prelati, e delì’Ambafcia.  tore di Francia -, e d* altri perfonaggi  illuftri t ed Ecclefiattici , e fu compian-  to con funeftiffime Orazioni, e lugu-  bri apparati dalle migliori Accademie,  a cui ugualmente furono rizzati più e.  pitafj e maufolei, ed impreffe medaglie  in memoria della fua pietà , e dottrina .  - Ed ancorché i Padri Gefuiti , i  quali poffono dar norma, ed efemplo  per la loro dottrina , e - fantità di  coftumi , abbiano, particolare infti-  tuto , e regola di feguitare affolu-  tamente .la . Filofofia d’ Ariftotele ;  il che vien riferito ancora da uno   E fcrit-    66   fcrittore , così dicendo : Apud Jefuitas  ie gibus fauci curii e fi , neminem in Pbilo -  fopbia prater Ariftotehm [equi , qua  caufja e(ì, cur rnjtltt Ortbodoxi non alia  de c auffa Pbilofopbiam rimentur , quam  qmd abfque ea non poffe cum Jefuitis  rette difputari ; nulladimeno vedefi ,  che molti d’ elfi di celebre .fama , e  d’ una vita efemplare , non fedamente  la FUofofia.Ariftotelica hanno trala.  fciata, ma quella novella forma difi-  lofofare hanno abbracciata , come fo-  no il P. Fabbri , • il P. Cafati , ' il P.  Grimaldi, il P Lana, il P. Pardies »  e il P. Bartoli . La qual cofa li olTer-  va per lo modo di filofofare , fpiegan-  do gli effetti della natura per mezzo  delle particelle, eh’ eglino -han tenu-  to ne’ loro libri già pubblicati alle (lam-  pe , le quali non altrimenti permettonli  fe non coll’ approvazioni d’altri Padri, ,  a ciò deflinati dal medefitno lor P.  Generale, o Provinciale . Il P. Char-  let , ugualmente Gefuita , che fu affi-  ttente Francefe del P. Generale della   Com-    Digltized by i    6 >   Compagnia, e milfionario nell’Attjefi*  ca, non fu egli amico , protettoref^é  direttore di Renato? 1} rJ*>j Giacomo*  Dinet ^Provinciale nella Francia,:^*  conf flore di Lodovico XIII. e di Lo-:  dovico XI V. non fu affezionato di Re--  nato raedefimo ? Ilr:P.:Braudin firnil-j  mente Gefuita, benché una volta, gli?  avelie contraddetto » e riprovate lo,  Meditazioni , non fu egli medefimo £>  che ravvedutoli, fi riconciliò con Re»  nato IfelTo per mezzo del medefimo P.;  Dinet ? Il P. Atanafio Kircher preoc-'  cupato una volta dall’odio contro Re-»  nato, non procacciò poi la fua amici»  zia, e corrifpondenza èri! P. Miland  ugualmente Gefuita, non fu feguace  della Filofofia. di Renato, riducendo;  in compendio le di lui Meditazioni , ed  in metodo Scolallico per infegnarle a’  fuoi difcepoli ? Anzi quello medefimo  Padre prima di partire per 1* America,  volle oflequiofamente , e con particó*  lar fentimento dar. 1* ultimo addio: a  Renato fuo amiciflìmc , quali che in   £ 2 tal    68 '   tal dipartenza non fendile altro cor-  doglio, che di lafciar Renato , non  già i Tuoi compagni , i parenti , e la  patria fteffa. Il P. Stefano' Noe! non  fu egli parziali (fimo di Renato, e fat-  to Rettore del Collegio di Chiaramon-'  te a Parigi , non dedicò i due fuoi li-  bri di Filìca a Renato , conformandoli  co’ fentimenti del medefimo ? Pren-  dendo ancor egli la difefa contro Paf-  cale per l’opinione toccante il Vacuo.  IlP.Vatier, parimente Gefuita , non  fu egli fettario di Renato , ed appro-  vante delle maniere di fpiegare il fa-  crofanto mifterio della Santilfima Eu-  cariftia, fecondo i fuoi principi, e ra-  gioni? Il P.Grandamy gli fu finalmen-  te amiciflirao i II P. Francò , il P#  Fournier furono tanto amici di lui ,  che gli dedicarono i loro libri-. Il P.  Fonfeca, benché Portoghefe , e il P.  Ciermans Fiamingo , ma ugualmente  Gefuiti, fecero un elogio alla Metafi-  lica del medefimo . In fomma tutti i '  Padri-Gefuiti de’ Collegi della Fran-  i eia    Digltized by Google    69   eia furonoapprovatori , e fettatori della  filofòfia di Renato, co’ quali egli ebbe  una continua corrifpondenza , e vicen-  devoi commercio di lettere ; e della Tua  vita ne' due libri ultimamente pubbli-  cati. Ed ancorché pochi anni fono ilP.  Rapini , Umilmente Gefuita fi fia al-  quanto allontanato da’fentimenti di Re-  nato , dicendo egli molte cofe contra lui,  ie quali quanto fian meritevoli di rifpo-  ila lo dican gli altri , noi comportando  la prefente Scrittura ; nulladimeno il  xnedefimoP Rapini, parlando egli pri-  3 fiieramente del Cavalier Digby,eflerfi  egli tròppo attratto nel fuo Trattato  dell* immortalità dell'anima , così di  .Renato favella : Le Meditazioni Meta «  .fifiche del Defcartes hanno avuto della re.  f> ut azione j perch'egli s'interna più che al -  .trinci midollo di quefte materie. Soggiun-  gendo a quefte parole l’autor della vita  di Renato . Senza eccettuarne t Gefuiti  Suarez , e Fonfeca , de* quali prima egli  aveva parlato, e che p affano per i migliori,  e più profondi Met affici delle Scuole . •   E 3 Ag-    Aggiungendoli ancora , che-veden*  do le Univerlìtà Protettami di Bafilea  e d* Olanda effer pur troppo pregi udi-  ziale la Filofofia di Renato al Calvi*  nifmo, Il concitarono tanto contro Re*   . nato , che non contenti di fori vere con-  tro la fua dottrinargli ordirono anco-  ra contro la per fona molte calunnie,  in modo che GisbertoVoezio Miniftro  d* Utrecht , per avergli oppofto con  malignità il     Ir   r»       V    ►    *   {   t    >    t   ì   |   *   *    t   .ì   r • —    74   tìamo le vivande fenza penfarci , dice  il dottiffimo Boezio , noi refpiriamo  dormendo fenza ciò considerare, e tan-  to meno faper fi, pofTono 1* altre cofe  naturali , e celefti . Jacent ( ne laSciò  fcritto Cicerone ) ita omnia crajjts oc»  calta , & circumfufa tenebris , ut nul-  la acies bumani ingenti tanta fit , qua  penetrare . in coelum , & terram intrare  pofjit i Corpora noftra non novimus , qui  fit fitus partium , quam vim unaquaque  pars , babeat ignoramus . L’Angelo del-  le Scuole manifestandone la ragione  nella fua Somma, così favella : Quia  ratio bumana in rebus bumani s ejl multum  ■ defciens , cujus fignum ejl , quia Pbilo/o-  pbi de rebus bumanis naturali invejìi-  gatione perfcrutantes in multis errave •  runt , & / ibi ipftt contraria \fenferunt ..  Il che Similmente avea detto Crifo.  Homo ; Hi ipji , qui ad omnem pom-  pam de Pbilofopbia gloriantur, multos ,  & plurimos de eifdem cauffts fcribentes  libros , non modo fimpliciter difcepta-  rmt t fed ttiam ftbi contraria pleraque  ' di »    X    1S   dixerunt . Quindi Sant’ Agoflino fteflb,  delle cole Metafifiche ragionando, con*  figliò : Noli qu^rere quid fit Veritas %  fiatim entra fé' oppone nt calìgine! imagi •  num corporalium , & " nubila ■ pban t af-  ta at a , & pertutbabunt ferenitatem t  qua primo iftu diluxit tìbi , ut dìce-  rem Veritas . • Non perchè quella non vi  lìa ; ma perchè di quella capaci non fu-  mo , dille il medelimo ! Cicerone . Ve-  ri effe al'tquìd non negamut , pertipi pof-  fe negamus : E altrove : Non enim fu-  mar ii , quibus nihil verum effe videtur ;  fed qui omnibus veris fai fa quidam a-  djunSla effe dicamus tanta fimilitudi -  ne y ut nulla inftt certa judicandi , &  difcernendi nota . £ quella è la cagio-  ne , per ria- quale tanto fi lamentava  A gofiinò medelimo dell* ignoranza u-  •mana. QUomodo hoc fcio, quando quid  fit tempus nefcioì-An forte ne feto que-  madmodum- die am quod fcio ? Hei mi-  bi , qui nefcio faltem '-quod nefeiam !  Come Plinio parimente compaifionan*  do tutto l’uomo , ftimollo in ciò piò   mi*      L          9     f    »   ' 1   $   i    an incredibili celeritate vol-  vatur : quanta fit terra crajjitudo , aut  qtitbus fundamentis librata > & ( ufpen -  fit . £' volere ciò difputare, e con-  ghietturare Lattanzio il medefimo di-  ce , non e (Ter altro , che difeorrere , e  giudicare di cofe fatte in remotifiime  parti non mai da noi vedute , o fapu-  te . Quindi il medefimo Lattanzio- ,  così ragionando , il fuo difcorfo con-  chiude : Si nobis in ea re feientiam  vendicemus , qua non potejl feirì , non-  ne infanire videamur , qui id affirmare  audeamus , *» quo revinci po/Jimus ?  Quanto, magis , qui natura Ha , qua jet*  ri ab bomine non poQunt , /city />«-  , furìofi , dementefque funt ju di-  cati di ? £ A rnobio così ; X?*»*/  incerta r fuf-  penfa ; magìfque omnia verifimilia , quam  vera , Minuzio Felice dille , Indi il  Poeta .j   In-    8 $   Incerta bac ft tu poflules '   Battone certa facere nihilo plus  ■ 1 agas >   Quam ft des operata , ut cum ra-  • tione infantai .   £d in confermamento di ciò , fs noi  riguardar vogliamo a quel, che n’han  giudicato i medelimi , e i primi fetta-  tori delle Filofofie, ritroveremo , eh’  eglino fteffi han detto > aver fondato  il filofofare fu i principi dell’ ignoran-  za medefima, comen’avvifà Arnobio  fteflo . Ipft denique principe t & feti a-  rum patres , nonne ipfa e a , qua dicunt ,  fuit eredita fufpicionibus dicunt* Zeno-  ne, e tutti gli Stoici negarono 1’ opi-  nazioni ftefle .• Opinar i entra , te feire ,  quod nefeias , non ejl fapientis , fed te-  mer a rii potius , ac fluiti . Socrate ,  Quod neque feiri quicquam poteft, nec  opinati oportet . Adunque Tota Pbilo-  fophia fublata efl , difle Lattanzio.  Ariftotele fteffo ne’ libri della Metafi-  sica così ; De bis- enìm omnibus non mo-  ** ’ Fi do    \    84   do invenire veritatem difficile ejl , verune  ncque bene ratione dubitare facile ejl .  Gli Accademici contro a’ Filici, Nul-  la m effe fcientiam , ed ogni cola proba-  bile . Democrito , che la verità delle  fcienze ftia nell’- abiflò nafcolta . Arce-  fila ( narra Epifanio ) nomato il mae-  ftro dell’ignoranza da Lattanzio ftef-  fo , niente doverli affermare di certo ,  negando all’ uomo la fcienza , riponen-  dola lolo in Dio , e Dio ftelfo Non nifi  ignorando fcire pojftmus Là onde Cice-  rone così tutto il fuo detto fiabililce :  Arcefilas ftbì otnne certamen inftituit ,  non pertinacia , aut fludìo vincendi , ut  mihì quidem videtur , fed earum tettine  ohfcuritate , qtu ad confejjionem ignora-  tionif adduxerant Socra tem , & velutì a-  mantes Socratem, Democrìtum , Anaxa-  goram , Empedoclem , orane s pane vele-  rei ; qui nìbil cognofci , nihil per dpi , ni-  hil fciri pofje dixerunt : angttjlos fenfus ,  imbecillos animoiy brevia curricula vita t  & y ut Democritus , in profundo verita-  tem effe demerfam; opinicnibus , & injìi -   tu-    S J    Digitized by Google    8 5   tutìs ornata teneri : . nìhil ■ ventati reità*  qui : deinceps omnia tenebri! circttmf ti-  fa effe dixerunt . £ della varietà di tan-  te opinioni , dell* incertezza delle fa-  enze y e della moltitudine di tanti Fi-  losofi giudiciofiffi ma  pirico così ne ragiona : Ita etiam in'  hunc mundum , velati in quamdamma -  i gnam domum , accefjìt multitudo Pbi -  lofophorum t ad quarendam veritatem ,  quam qui acceperit e fi veriftmile e am  non credere , quod reEìe conjecerit . li  quidem certe non dicit ejse \aliquid ,  quod judicetur verità! , propterea quod 4  in eorum ,r qua funt natura , nìhil pef-  ftt comprebendi . Il che vien confermato  ancora da Galeno, così dicendo: Scien-  tiam neque apud Pbilofophoi , prafertim  dum rerum naturam perfcrutantur , in-  ventai . Ammonio tanto fettario d’ A-  riftotele fteffo n’allega la ragione: Quia  diverfitate opinionum, diverfo modo rei ef-  fe verni velf alfa! : quoniam autem opinio-  ne ihominum varine funt ,& incerta , ideo  fcientiat quoque e] se variai , & incerta!, ac   F l prò -    86   proinde nuìlam effe rerum eertam f, eie ».  tiam , & veritatem. Avendo ciafcuno  il fuo fenfo , e la fua fantafia a parte,  perchè , come fi dice , quanti uomini,  tanti pareri:   m   Mille homìnum fpecies , & rerum  difcolor ufus .   Per la qual cofa è egli moltd virifimi-  le, che ognuno dipenda dalle fue fan-  tafìe, ed opinioni , Cum fit ftngulis o-  pinio affluxus diffe Empirico fletto; di  qui viene , che Eraclito nominava O-  pìnìonem facrum morbum . Quella è  quella , dalla quale fìam tocchi , e  non dalle co fe medefìme, la quale di. -  pende dalle prevenzioni , ed anticipa-  zioni della mente , Sua cuique cum (tt  animi cogitatio , colorque prior . Come  ancora per la flima fuperiore al meri-  to , eh’ ognuno fa di fe flefTo * cagio-  natagli dall’ amor proprio, eh’ è il più  cieco, ed il più violento d’ognalero,,  a niuno ceder volendo : Pbilautia enim  ejl omnium amorum violentiffìmus , cete-   .. * ToJ-    i    Digitized by Google    *7   rofque fuperat ; vien fempremai a darli  cieco , ed imperfetto il giudicio . A -  mor , ftcut odium , ventati! judicium  nefcit , ditte Bernardo il Santo. E 1*  uomo non ha altro di proprio, che il  mentire, e *1 peccare . Nemo enìmba v  het de fuo y nifi mendacium , & pecca -  tum . Per la qual cola , torno a dire  con Lattanzio fteffo: dov’eglièla Fi-  lofofia? O coll'autore de’ cinque Dia-  loghi , della Filofofia fletta parlando :  Non e fi enìm de terminisi fed de tota  profefftone coment io . Cioè, che non vi  fia affatto certa , e determinata Filo-  fotta, anche Propter natuv alerti borni -  num ad difjentiendum facilitatem . Re-  nato medefimo per primo principio  nelle fue Meditazioni non pone egli  1’ averli Tempre a dubitare nelle co-  fe filofofiche? In modo eh’ e’ con mo*  deftiflima protefiazione la Tua Filo-  fotta dirtele , confettando egli . dì fe  fletto nella IV. Meditazione così . Cum  enìm jam feiam naturam me am effe vai -  di tnfirmam , & limitatam . Ed etten*   F 4 do-    88   dogli (lato una volta afpra, ed acerba-  mente jfcritto contro da un Padre Ge-  fuita , di cui virtuofameate non volle  palefare il nome alle (lampe , fé ne la-  mentò benignamente in una lettera ,  che fcriffe al P. Dinet Tuo amico , ri-  chiedendogli , ch’ei tro valle il modo,  acciò gli fi notificaflero gli errori , per  emendargli , così dicendo-; Nibil enim  inibì cptatius efl , cjuam vel opinionum  mearum certitudinem experiri , fi forte  a magni! viris ex aminata nulla ex parte  falfa rsperiantur , vel faltem errorum  admoneri , ut ìpfos emendem . Come di  (e (teffo Agoftioo il Santo : Si ahquid  vel incautius , vel tndoSìius a me pofitum ,  ab aliis merito reprebenderetur , necm't-  randum e fi , nec dolendum ; fed pottus ì-  gnofcendum , atque gratulandum , non  quia errai um eft ; fed quia improbatum.  E pure quello Padre non aveva lette,  nè vedute l’opere di Renato ; così egli  fcrivendo nella medefi ma lettera: Etfi  enim mibi valde indignum videretur ,  hominem Rtligìofum , cum quo nulla    n    *9   mibt unquam inìmìcitia , nee quidem  notitia intercejjerat , tam . publice t  tam aperte , tam infolenter de me ma •  le dixìfje , nibilque aìiud balere excu «  f atlanti , . quota quod diceret , fe Dif*  fertationem meam de Metbodo non le*   gip-- \ •   £ tutto quello perchè ben Sapeva  non eflervi certo filtema di Filofofia,  che l’uomo Scuramente Seguitar do*  vede ; elfendo ella in tante fette di-  vifa j che Varrone fin da* Suoi tem-  pi ducento ottantotto ne conta , e  Temiftio trecento: onde Sant’Ambro-  gio gridò: lnter bas diffenfiones , qu&  veri potejl effe affina t io ? £ Lattanzio  ugualmente così : In qua ponimus ve*  ritatem ? In omnibus certe non potejl  Or che direbbero Ambrogio, e Lat-  tanzio Hello fe foffero a* tempi no-  ftri , ; vedendoli in maggior numero  Sopraggiunte , ecrelciute ? E quella fra  Religiofi (ledi , dalla Chiefa non con-  traddetta , quella io dico sì fiera , e da  non mai rappattumarli , e quietarli tra   Tom-    9  . „ . .   Tommifti» e Scotifti , Nominali , Re-  alifti, ed altri, e tutti Ariftotelici , a  fembianza degli Arabi , de* Greci , e  Latini , i quali eran difcordi in fegui-  re , ed interpetrare 1’ opinioni del me>  delimo Arinotele, come rapporta Pi-  to della Mirandola . Per la qual .cola  Teodoreto fin da* Tuoi tempi fciamò :  In litibus omne fiuditim , ornai s   nibiì denique de quo univerfi una men-  te , ac voce confentiant . £ San Bafilio  di quei , che furon tenuti i primi Savj  della Grecia, dice non efiervi nè an-  che una fola ragione ferma, e collan-  te . Nee fola quidem ratio , apud Gr ita ut eos refel-  lere nibil fit negotii , cum illi propria  dogmatibus evertendo fujficiant. E Teo-  > doreto (ledo in quella maniera favel»  la : Et Ht fiorici, & Pbilofopbi , & Po~  età tum de anima , tum de corpore ,  tum de bominis genitura , & confiit ut io-  ne inter fe litem exercent , dum olii  qttidem bac » alti vero illa pr a ferunt ,  alti rurfus & bis & - illis contrariam o-  pinionem adducunt , neque enim verità-  tìs dicentes fiudio , & defiderio teneban-  tur ; fed inani gloriola » & ambitioni  fervientes, ex quo fané faBum efi, ut  in errores multo: inciderint . Per la qual  cofa in quella maniera n’avvisò Minu-  zzo Felice : Itaque indignandum omni-  bus y indolofcendumque efi , audere quof-  dam certum aliquid de fumma rerum ,  ac majeftate decernere » de qua ab o-  mnibus faculis feftarum plurimarum uf-  que adbuc ipfa Pbilofopbia deliberat *   Ed    i t    Ed allora » che le Filofofie de’Greci in*  cominciarono a comparire al cielo Ro-  mano, i Romani ftelfi non s’appiglia*  rono a veruna d’cfle, foggi ungendo Ci-  cerone , perchè non eran sì balli gl’ in-  gegni Romani , che avelfero a foggia*  cere alle altrui difcipline ; perocché Ro-  ma t che aveva trionfato nell* armi ,  non comportava farli fervile alle lette*  re : anzi i Romani ftelfi non fi manife*  fìarono giammai fettatori d* alcuna Fi-  losofia, ed i Nobili li guardavano, co*  me da una pelle , di non efl'er tenuti  tali ; perchè certi , che avevano prò*  felfato la fetta Stoica , come Bruto ,  e Caffio ; Aruleno , e Sorano ; Sene*  ca, e Trafea , ed altri erano tutti mal  capitati , come macchinatori di congiu-  re > quantunque Seneca flelTo avelie  altrimente prote flato in una delle fue  .Epi Itole , dicendo : Non me cu'tquam  mancipavi , nttllius nomen fero , multum  magnorum ingenio virorum tribuo , ali -  quid et fi meo vindico . Onde lubito che  alcuno attendeva alla Filofofia, ca-    , 93   deva nell* ifteflo fofpetto , come di (Te   Tacito di Agricola fuo focero . E a 'tem-  pi notòri dal Re di Francia con un fuo  arrefio delli d’Ottobre 1668. fu  proibito a tutti i fuoi fudditi di chia-  marli l’un l’ altro fettario > e fpecial*  mente Gianfenitòa. I fanti Padri me-  defimi avvertirono non dover elfere  fettario 1 * uomo , e fra gli altri Cle-  mente 1’ Aleffandrino > così dicendo :  Praterea non particularìs fefia efi eli-  genda , [ed quidquìd omnes reile dixe -  runt Stoici , Platonici , Epicurei > Ariflo-  telici . Hoc totum [eie Slum dico Pbilofo-  pbiam. E Sant’Agoftino nel libro deh  le Confezioni, diffe, Non iftam , a ut  illam feti am , [ed ipfam , quacumque ef-  jet , fapientiam diligebam > q vare barn ,  & ampie Sì ebar , Quindi San Tommalo  ne’ fuoi Opufcoli infegnò con Agotòino  medefimo , Non effe adfentiendum alieni  Pbilofopbo in fcbola Cbriftiana , [ed ex  omnibus decerpendum^quodreiìe dixerint.  E fra moderni filofofanti Pietro Petito  afferma nelle Differtazioni , che fece   in-    Digitized by Google    f    »♦   incorno alla Filofofia ftelfa di Cartellò ,  doverli notare d’arroganza colui, che*  preflumcr voglia d’ alfentire più ad u-  na fetta, che ad un’altra , la ragione  egli rendendo : Ne uni precipue inba-  rentes , in alias fotte me Hot e s , iniqui,  & contumeliofi viderentur . Ed ancora  quell’ altra» perchè non puote perfo-  na veruna, benché a tutt’ uomo vi s*  applicale , apparare , e farli capace  di tutte; conciolfiecofachè non potreb-  be darne retto giudicio , lodando più  una , che un’ altra Filofofia . Omnium  ( die’ egli ) fetta rum fieri perfette pe-  ritum , humanum piane captum exce-  dit . E a fen lenza d’ Euripide .* Unus  non omnia vìdet . E Galeno così : Dif-  ficile effe , ut qui homo fit , non in  multis peccet , quadam videlìcet peni-  tus ignorando , quadam vero male in-  dicando , & quadam tandem negligen-  tius fcriptis tradendo . E quando vo-  glia alcuno vantarli di fapere , appet-  to di quel , che non fa , egli è nul-  la , dille Temiltio . Ea , qua novimuty   por-    I    i    Digitized by Google    9 $   por t ione minima contìnentur , fi .colla*  ta, & comparata bis fuerint , qua igne*  ramus. E Paganino Gaudenzio Teolo-  go , e Protonotario A poftolico nel Li-  bro degli errori delle Sette , parlando  egli delle Scuole di Zenone) di Plato-  ne , di Democrito , e d’ Arinotele ,  così n* avvisò : Illusi quoque colligendum,  in iis , in quibus nobis Cbnfiianis diffi-  derà licet > non effe exploratam verità *  tem. Magna nobis fas e fi uti liberiate  extra illa , qua arcem Re ligio ni s non  refpidunt , ut defendamus , quod nobis  probabilius videretur.   , Ora egli è vero , com’ è verini-  mo, che quei medefimi tanto fegua-  ci d’ Arinotele fono gli autori , oppu-  re gli approvatoti neflì dell* opinione  probabile nelle cofe Morali , ammet-  tendola per lo parere di due , ed an-  che alle volte d’un folo Teologo, dot-  to , e dabbene ; perchè nella Èilofofia  non ammettono ugualmente la proba-  bilità per tanti, e tanti gravifiimi au- -  tori, e Teologi , e fanti Padri medeli-   mi.      9 t   mi , dove ancora vi è la libertà di file*  fofare , fecondo Ariftotele fteffo ? Per-  chè concedere la probabilità nelle co-  fe Morali, e poi nelle Fifiche negarla?  Perchè amettere la probabilità in quel-  le co fe, che riguardano i precetti del  Decalogo, e di Cri Ilo, e poi contrad-  dirla nelle Filofofie , così incerte , e  dubbiofe? Perchè approvar , per co-  sì dire, la libertà di teologare, e poi  oppugnare la libertà nel filofofare ? In-  trodurre il probabile nelle cofe fpiri-  tuali, l’improbabile nelle feienze uma-  ne : magnifiche opinioni nel mefiiere  dell’ anima, Gretti cancelli nell* ope-  razioni dell’intelletto, argomenti nel-  la Morale, freno agl’ingegni : fetenza  nelle confcienze, confidenza nelle fet-  enze : ed in un motto , Accademici  nella ^Teologia, Dogmatici nelle Filo-  fofie : Filofofi nella Teologia , e nella  Filosofia Teologi?   Di qui neceffariamente nefegueper  forza de’ loro argomenti medefimi , o  che neghino affatto la probabilità nel-  le    97 '   le co fé Morali , o feguitandola , la con-  fe(fino .lunga certamente s’ in-  gannerebbe , perocché eflendo.fi dopo  tante fette fcòvérro, -nuove' delle, nuo-  vi pianeti , ed altri fenomeni,: e tane*  altre cofe, e quali :un nuovo Mondo *  par eh’ egli era d’uopo di nuova Filo-  fofia per inveli igarle , non badando 1*  antiche, per le quali torno 3 dire con  Seneca dedo , Multum adhuc re fìat 0-   - pe-    /    Digltized by Google    IOf   perii, multumque refìabit ; nec ulti noi  to pofl mille facula pracludetur oc c a fio  aliquid adbuc adjiciendi . E altrove c  Veniet tempus i quo po/leri nojìri tam a+  perta noi nefcìffe mirentur . Plotino  predo Teodoreto così : Multa , qua  nobis 'ohm latebant , ipfa die i invenie tJ   Ed il Poeta:   • v . * •   Multa dies 9   tabilii avi   f 4 k • • t *   Rettulit in melius   • 4 * # « * • 0 t • •   » • * ' ,» * » t   E noi fopravanzando in due mila anni  d’ efperienza , fiam piuttofto fuperio-  ri . . Indi Cicerone tteflò fin da* Tuoi  tempi vantava d* efferfi la fua etàl.u-  gualmente fatta fuperiore nell’ arti, e  nelle» feienze , perchè più finamente  refe migliori , e perfette , come ugual-  mente de’fuoi tempi affermò Tacito .•  Nec omnia apud priores meliora , fed  nojira quoque atas multa laudit > . &  art tu m imìtanda pofleris . £ che i Mo-  derni abbiano trapaflato , e fopraftat-  to gli Antichi > egli è chiaro per tanti   G 3 fpe-    variufque lai or ma-    I    102 .   fperimenti , e. nuovi inftrumenti per  elfi fatti nelle celebri Accademie di  Firenze, della Fraocia , della Germa-  nia, dell’Inghilterra , di Lipfia , ed al-  trove ; come ancora per molti libri  ciò fi comprova ,• e particolarmente per  quelli delPerhault nel paragone tragli  Antichi, e i Moderni; e del.P. Rapi-  ni nella comparazione de’ medefimi %   , * * i « V * * ' * . | * *   dottilfimi in vero , ed eloquenti Ili mi  fcrittori . Quelle fono le parole del me*  defimo P’ Malebranche : Si quis Ari-  jìoteiem , & Platonem taf allibite s fui ([e  crederet , tum ih folis dumtaxat intei «  ligendis merito • forte incumberet , [ed  quii id credat , cui faltem mens jana  fuerit ? quin ratio noe monet ìpfos no-  vi s Pbilofopbis inferiore s effe , quippe  bis mille annorum , quo tempori s fpatio  silos Pbilofophos fuperamus , experien-  ti a nos efficere debuit pe/tticres . E  più nobilmente da Renato {ledo in  quella maniera : Non eft quod anti-  quis multum. tribuamus propter antiqui-  tatem , (ed nos ■ potius jis antìquiores  .... di-    Digitized by Google    10 $    dìcendi ; jam en'rn fenior e fi mundus t  quatti tutte » major emque babemus rerum  experientiam . Il che fu detto fi foll-  mente prima dal P. Antonio Pofle-  vini dottillimo , ed eruditismo Ge«  fuita - \Quamobrem fi diutius vtxijjet  Anftotekt , vel fi jam revwifceret pofl  tot fxcttla » quibtts ali £ res innumera t  ac propemodum alter orbis emerfit , mul-  ta effet correSìurus , quia contraria not  experimur . Ed anche fulle feene dal  latiniStno Comico . • r-   I   Res y tetas , ufus » aliqtiid adpor-    ' ; tet novi y   Aliquid admoneat , ut qu quos varia de parte  Ventai éff anditi- non cernant , propte>ea  quod uni fefe Arinoteli non dediderunt  fnodo y fed adeo devoverunt , ut fi fue -  rit opus , prò dogmatibus ejus tuendit  in fierrum , fiammamque ruaUt;' in cu -  jus Pbilofopbia fi quafdam opinione s pra-  va! conce perù ut $ ut iffum , fi furgeret  e a defiomacbaturum putem &c. -E vicn  confermato ancora dal medesimo So-  rel , così dicendo .* Noi ci' prete jìia-  mo di voler men male ad Arinote-  le , che agli 'Arifiot elici . ; JZjfi fono  guelfi , che ofiinatamente #* oppongono a  cofe > ch’egli , fe vive (fé riceverebbe   con piacere , per far profitto de' nuovi  lumi , che ai .Mondo comparir vedreb-  be. Lamentandoli ancora il medefimo  P. Malebranche , che li ut piar imam,  qui adverfus quafdam Pbilofopbia veri -  ’tates : ree e ns ‘ compertas pertinacia s ob-  firepunt , quibufdam innovatìonibus in  Tbeologia detefiandis, pertinacia! a db at-  tere 1 & indulgere videntur-. Quando   i fe-    Digltized by Google    iò 5   i feguaci fteflì d” Ariftotel® , Ammo-  nio dico» e Simplicio» : antichilfimi au-  tori, avvertirono non dover effere gl»  Interpetri ^cogì attaccati a’fentimenti  delmedefimò» cornei ex tripode pro-  nunziati, e tanto meno , come fetta-  rj fcguirgti . Ammonio così: Horum  . vero explanatcr debet ; neque per bene -  volentiam afiruere conari ea , qua per -  per am funt ditta , ac velati a tripode  ea recipere t fed fuum ìpftus adferre  dicium . Simplicio in quell’ altra ma-  niera : Dignum autem Ariftotelicorum  fcriptorum expofetorem oportet , non ef-  fe vacuum undequaque magnitudine il-  lius mentis . Oportet quoque judicium  babere fwcerum^ jut neque ea , que re-  tte ditta funt , malo more fufcipiendo ,  invalida ofiendat , neque ft quid ani-  madverftone indigeat , omni contentane  inculpabilia moneret , velati in Pbilofo-  pbi fettam fe fe infcripfe/tt •   Anzi infra i Giureconfulti ancora ,  i quali a guifa di Filofofanti fi divife-  ro ugualmente in fette , chiamandole   Tul-    v    ioS   Tullio Famtlias diffentìentet ; legge fi,  ch’eglino non erano cosi pertinaci in  feguire le loro fette , che liberamen-  te non dicefiero i loro proprj lenti-  menti , ed alle volte a quei della con-  traria fcuola non aderifiero , come fi  vede praticato tra Capitone , e La-  beone > i quali furono i primi fetta-  tori affatto contrari fotto Auguflo ,*  e fotto Vefpafiano , ancorché vi folle  quella de' Proculejani , e Pegafiani ,  e l’altra de’Sabiniani, e Caffiani, af-  fai più contrarie fra efiò loro , perchè  quei 1’ Aritmetica proporzione, e quc-  fti la Geometrica feguitavano, gli uni  Stoici , e gli altri Accademici elfendo;  nulladimeno fu riguardevole la loro  modeflia in non aderire tanto fervil-  jnente alle loro famiglie , che volle  la loro modejflia avellerò apportato  freno alla libertà delle loro opinioni.  Matiifejia futi , & confpicua vtterum  Jurifconfultorum mode fi a y quod non  ita nec certa alicujus feSìa opinionibus,  nec futi quoque peculiaribus fententiis   inh il quale ragionando  di Cello; contrario alla fetta di Jabo*  leno , fotto Adriano > e Antonino Pio f  così loggiunge : Et fané videtur bh  Celfus non adeo partium fiudiis addiSlut  fuiffe ; • quintino Uberrima voluntate in  utraque verfatut barefi , & qua ( ibi ad  palatum fuere , nullo babito feSìa fua  refpetlu [elegiffe . E in ritornando al  medefimo Arinotele , leggeli nell’ O-  pere di effo lui, ch’egli non prelume-  va tanto di fe , che altri onninamen-  tefeguitar lo doveffe. Nec alìud ( dif-  fe un autore ) noi docet Arìftoteles *  quam quod etiam docuerat Plato : ni»  mirum fe ipfum refutare. Dicendo dife  quello medelimo autore. Omne equidem  genus Pbilofopbia peragravi , nulli acqui e f-  co, & quamvis ex pr : mis fludkrum rudimen-  ti! , Peripatetici , Stoici , aut Ac aderitici  audivimus, pofiremotamen fapientijjimum   quem-    IO?   f uemque Scepticam faSlum , tanquam  ffanum aliquem in fetenti* campii in -  gredientem video . E chi fece la nota  al libro del fuddetto autore, foggiun-  fe : Plato docuit Veritatem omnibus re*  bus effe anteponendam . Male ergo fibi  confulunt , qui veterum , a ut Arijlote -  ìis placitis ita ob finate inbarent , ut  tnalint cum illis .  Uro Lionardo da Capua ne’ Tuoi Pare * '■  r», e nelle Mofetc , e di Francesco Re-  di . Il nobilissimo ritrovamento dell*  argento vivo ne* cannelli per la prova  del vuoto del Torricelli , efaminata  alla lunga dal P. Bartoli Gefuita : de*  Vortici del gran Renato ; e di tanti ,  e tant* altri ritrovati del Verulamio ,  del Sorelli , del Keplero , del Gil-  berto, dello Steiliola, del Campanel-  la , del Digby , del GaSTendi , del Boy-  le , ed’ altri. Neil’ Algebra il Cardi-  nal Slulio , che non ha rinvenuto col  fuo libro Mefolabium , e il Cardinal  Ricci in quello De maximis , & mini-  mii ? Nell’ Agronomia che non hanno  fcoverto i moderni ? dimostrando i  Cieli edere fluidi, e non più orbi So-  lidi, come vollero gli antichi : i pia-  neti Stimati prima fare i loro giri in-    ili   >»   torno alla terra , muoverli intorno al  Sole; Venere mutar le lue fall , o  figure a gutfa di Luna : Mercurio ,  e Marte ancora far lo' Hello : Giove   • « t   edere circondato da quattro delle ,  chiamate Medicee, e Saturno da cin-  que altre , come ditte il Cattini .* ef-  fer la Lunà un corpo di fùperficie di-  fuguale , e montuofa : ritrovarli nel--  la faccia del Sole molte macchie di'  difuguale grandezza , e di varia dura*  zione, agli antichi affatto ignote; eia  qualità, e difpolizione delle Comete»  e d’altri corpi celelti non intefe da A-  riftotele , ed ; inveftigàte da Ticone ;  e dal" Galilei : la Zòna torrida ere-  duta inabitabile, etter abitabile, Antì-  pode! , qui imaginarìì dicelantur , nunc rt-  vera effe t & alia f excent a , ditte il noftro  Luca Tozzi nella fua Lezione: e final-  mente l’agghiacciamento de* liquori non  etter condenfazione.ma rarefazione con-  tra Ariftotele:ne’gravi cadenti accelerar-  fi il moto fecondo i numeri fpari , ed ef-  fer il tempo radice quadrata dello fpazio   de-    Digitized by Google    r    I    «   ì *   Jt   # Ir     I     t    IM '  '#1    « J    ij    V   I   1:i   r    11.    ' avverandófi  quello, che dagli antichi (ledi fu pre-  detto , e fi confeda da Cicerone anc'o^  ra : O pintori um commenta delet dies 't  natura judicia confrmat . E però egli  è vero , che quella Filofofia d’ Ari-  notele dagli Àriftotelici (ledi non è  altrimenti commendata , così dicendo 1  il ; medefimo P. • Podevini i' Deiride  monjìrandum ( id quod etiam tritura  ejì apud omnet Ariflotelicos ) nidiata-  e!}e in Arifìotelis libris fcientificam de-  fnonftrationem qua ' perfedìiffma fit y &  omnibus numeris abfoluta' it agite nàti  effe ipfius doSlrinam inconcuffam . La  quale ha avuto- tanta varietà , ed  incodanza di fortuna , óra 5 abbrac-  ciandofi , ora rifiutandoli > che nul-  la più , dome fi può- leggere Irt  quel libro di Giovanni Launoi ^ quin-  di in fimil calo ebbe a dire un au-  tore Francefe : In effetto fi vede 1 ';   che la fortuna ugualmente efercita il  fuo capricciofo impero . fopra 1‘ opinio-  ni , che jopr a /’ altre coje umane ;   . H ma    ma. non già fopra ìe mentì purìffime ,  e tétte de’ Tanti Padri, da* quali lem*  pre è (lata bìafi mata, come nociva al*  la noftra religione , e proibita da’  Sommi Pontefici , e da* Concili ltefli,  com* è detto, e da quello Lateran eTe  nella Seflìone ottava affatto vietato da  infegnarfi piu nelle Scuole, come rap-  porta il Campanella , e Giovambati-  ila Neri nel libro, detto Setta Pbilo -  fopbica , dicendo quefti ; Pracepit Con-  ciliarti Scbolajiìcìs in Pbilojopbia drijlo-  telila non immorari , quoniam babet ra-  dica infetta!.   ' J ' ' * ■ * i ■ ■ . ,   Ma Te, come poco dianzi io dilli ,  fra tanti Filofofì , i prìncipi di Rena*  to fono piìi conformi alla nollra reli-  gione, chi non dirà, che colf ui, più che  Ariftoteie .feguìr li debba ? Perocché  chiunque hlofofar voleffe fra noi Cri-  lliani co* medelimi principi di Renato,  li uniformerebbe Co’ fentimenti d’A-  goftino il. Santo , da cui o avvertito  Renato , o Renato col proprio fpirito  Criftiano, e filofofico meditandogli ,    Digltized    US   gli ha pubblicati , e dirteli. Parole del  Santo , nella Città di Dio , fecondo i  documenti -del quale compofe il fuo  Cftema Renato : Quìcumque igitur Pbi-  lofophi de -Dea fummo > & vero ifìa jen-  jerunt y quod & rerum creatarum fit  ejfefior y & lumen cognofcendarum , &  borni m agendarum » quod ab ilio nobis  ftt & princtpium'- natura meritar   doZìrin# * & felicita s vitee , five Pla-  tonici accomoda tius numupentur ? fi ve  quodlibet aliud fu a feti a. nomea impo *  nani ; five itant ammodo J onici generiti-  qui in eit precipui -fuerunt , ifìa jenfe -  rinty ficut idem Plato , & qui eum be-  ne intellexerunt : five etiam Italici prò-  pter Pytbagoram , &• Pytbagoreos , & fi  qui -forte alii: ejufdem Pententi# in ìd  idem fuerunt : -.five -. aliar um quoque gen-  tium , qui f apiente t y vel Pbilojopbi ba  li , Hi f pani. , alìique reperiuntur , qui  boQ viderint. , ac docuerint ; eos amnes.  ceterii' anteponimi •;» eofque nobis . prò  -tV* H 2 fin -    x 1 6   pìnquiores fatemsir . Chi filofofa f vo-  lt fle co’principj diRenatofi unifor-  merebbe con S. Gregorio Nifleno, di-  cendo egli nella narrazione della vira  di Moisè : Si immortalerà effe animarti  Pbilofopbus perbibet tic, & Deum effe  non negat , - creatoremque omnium , d  quo curiti a depende nt , & vere adfeve -  rat , ac rationibus quantum fieri potè fi ,  demonftrat ; propìtius nobis Dei angelus  fiet. Quella adunque è la Filofofia ve-  ramente Criftiana , e non altrimente  Pagana , come quella d’ .Arinotele  Quella è la '. Filofofia veramente cat-  ' tolica , fecondo gli avvertimenti de’  fanti Padri-.»..... .   Quella è quella Filofofia di Rena-  to, il quale fdegnando di vedere piò-  involte , e deturpate le fcuole Criftia-  ne nelle Filofofiede’ gentili, meditò,  e diltefe una Filofofia affatto lontana  dal Paganefimo , conformandola, alla,  noffra fanta religione, alla quale pa-  reagli , che folo mancafle ,* per laper •  egli molto bene , che Definitisi! erat -   - i Pia -   »    r    «7   Plato J & Arinotele } , po/l mortem Cbri - ■  fii , & eo rum I afte atta in Ecclefta pro>  nibilo' babetur , come il dottiflìmo Re-  my l’Arcirefcovo di Lione , re l’ avea  infegnato colla fentenza fuddetta; de-  liri dimando le Filosofie d’ ambedue  il piiflimo. Prudenzio , in quella ma-:  niera dicendo . ,t   ■ ■ ■ Confale barbati delir amenta Pia -  >tonis .«   Confale » & birce fot Cynicos > quos  • fomniat , Ó* quos   ■ Texit Arijloteles torta vertigine  , -nv- nervotv   • Quella .è quella Filofofìa di Re-  nato il quale confederando , che   tutta la Filofofìa Agoflino il Santo   diftinfe in due foli principi , che fo-  no 1* immortalità dell’anima , accioc-  ché noi ftelfi riconofciamo ; e 1’ efi-  lienza diDio» acciocché riconofciamo  la noftra origine . Pbilojopbi# duplex   guaflio e fi , una de Anima > altera de  Deo . Prima ejficit y ut'nofmet ipfot  nove rimas : altera originerà noflram ;   H 3 fon-    ri8   fondò i principi dei fuo fi'lofo/are fu  quefte eterne,. ed infallibili verità., v ;   .Quella è; quella Filofofia di Rena*,  to, la quale non folo , come didi, fu  > lodata da tanti e tanti Relig'tofi , ed  uomini di fantiffima vira,. -ma fpecial-  mente dal P. Merfcnni , intendentifli-  xno delle Matematiche, e 'Teologiche  fcienze , così dicendo in un' Epiflola :  Son refiato forprefo , che .un -uomo , il  quale non ha fluitato in Teologia , ab -  ha rifpofio sì fondatamente / opra punti  import antijfimi della noftra religione . lo  l'ho trovato così uniforme- collo, fpirito ,  e dottrina dì Sant' Ago fino., che. offerì  vo quaft le cofe.. medeftme negli .ferii ti  dell'uno , e dell altro . E più oltre  così : Lo . fpirito di Monsu Defcartes  infptra Soavemente l' amor di Dio , di  modo che non pojfo perfuadermi , che  la Filofofia di lui non fta , per Aornare  in bene , e in ornamento dell a.. ver a re -  ligione . Ed in un’ altra Lettera. , che  fi legge registrata nel primo Tomo  della Geometria . del medefimo P.   Mer-    Merferini, cosi feri ve à Retiatd fteffiò:'  Quibus omnibus , cum a udì am Pbyfii  cam illam 'ab eruditi: viri: adeo exo-  ptatam , prope dieta edìturum , qud  longe perfeSfius cum dofir# fdei myftfr  riis conveniat > omnium catbolicoriim  nomine iibì maxima: ,qua: poffum ,  gratids b’abtó > qui non folum Pbilofp-  pbicis » fed' edam Tbeologicìf verltatV  bus tam feliciter patrocinarli V ’ ' , .   Quella è quella Fflofófia di Ruba-  to , alla quale diedeiJtìtolo Moiìsù  Parlier Antiqua' fide:, Tbeologia no?  va perchè Vincenzo Lirinefe dicea,  Ecclefiam non dovere nova , fed nove \  Sòltenendó egli , che i principi di Re-  nato fono più acconci > ed oppdrtuni  di quelli , onde fi fervono' volgarmén-  te gli altri , in ifpiegando ì mifteij  della nolfra religióne - , ‘ e :che non "vi   fia cofa nella fua Filófofià > che non  s’accord» co* principi della hofira Chie-  fa cattolica , così il detto Parlier at-  teftando ; Ma egli ba fatto altresì ve-  dere t non avervi altra Filo fifa ,~che  d H 4 me-    1    t V !    , .1   b*      ‘H*’    •h    »•   .t    no   meglio della fu a j* accordi co’.prinìcpj  della fede della Cbiefa . : .. ...   Quella è quella Filofofia di Rena*  to , della quale il profondo , ed acu-  tilfimo ingegno 4* Monfignor Caramu*  .cle ne diede il giudizio . , e prefagio  infieme , dicendo., che 1' opinioni di  Renato faranno un giorno comuni .  ed univerfalmente ricevuta , toltene  però alcune pochiflìme cofe, copie ri*  ferifle llaut I pj;e G della vita del medefi-  mo . • Monfignor \ Caramuele ba predetto ,  che l opinioni del • DejcarW,. diverrei   * ** » « Li V. • • » »* A'i . * *   botto un.', giorno affatto comuni t e fareb»  fono univer/aìmente ricevute . ,  rr»r alcune poche . E con ciò verifican-  doli 1* altro prefagio d’Alefiandro Taf-  fone, intorno ad Arinotele Iteflò , di-  cendo cosi; i L‘ opinioni d* ziri fot ile , le  quali innanzi (e vittorie di Siila non erano  introdotte , nè conofciute in Italia , potrebbe  venir tempo , che non oftante /’ ofiin anione  degl ’ idolatri di quel Filofofo , fi vedranno  f cartate , * . / r   Quella è quella Filofofia di Renatola   * V '  Cattolica religioni*  profefftone perfeverans y me prafente , &  exbortante , mortem cum vita commu-  tanti , Cbrifti Salvator» redemtionem  petit ur us . In ipforum fidem coram Dee  tejìimonium perbibens , prafentem Aflum  fubftgnavi in Conventu SanEìi Augufli -  ni de Urbe r Rom* t die nona Ma ìì 1667.   Que-    Digitized by Google     o pur per  geiofia di gloria» da cui vien tócca, e  facilmente turbata la Repubblica de’  Letterati . E fe in alcune cofc la Tan-  ta .Sede-ha voluto , che refii donec  cpYrigatur , potrebbe alla fine la San-  tità' Vostra purgandola , fedare tan-  te liti, e difpute , ancorché il contra-,  rio malamente pretenda, e con danna-  bile temerità la famiglia d’ alcuni Re.  ligiofi , Solo per mantenere odi nata-  mente le loro opinioni nelle loro Filo-  fofie , come vien riferito dal P. Gre-  gorio di Valenza , dal Vefcovo Fra  Melchior Cano , e da altri . .   Ma refiino pur nelle , fcuole que-  lli , e sì fatti argomenti , e ragioni  intorno alla varietà delle Filofofie,  e Vostra Santità* a cui s’appartie-  ne di fiabilirne la verità./ perocché   non    **$   non ceffan mai tali contefe ; concor.  dandoci piuttofto , come Seneca ditte»  la divertirà degli orologi ne’ momenti»  che de’filofofànti le fcuole,e partico-  larmente tanto più fiere , quantochè  fono d’ ingegno ; ond’ ebbe a dire uni  certo autore: Citiut in gratiam , pojt  mutuai cladei ingerita redeunt 'regei- »'  quam partium fìudio infiammati pkilo-  fopbi . Vnaqueque enim feda ( Lat-'  tanzio ditte-) omnei aitai- evertit , ut  fe j fitaque confrmet , nec ulti - alteri  fapere conce dit , ne fe dèfipere fatea -  tur . Ita ut ( foggiunfe Eufebio  non lingua , & calamo foltim , verum  etiam manibui pralium -geratur . E  sì fiottili ? e facili in rifutando  beifando 1* una 1’ altra , com’; egli’  è più agevole il riprendere , .che 1*  insegnare ■; il convincere la bugia ,  che ritrovare la verità E. in ve--  ro che ha che fare la Filofofia u—  mana colla - ' celefte , eh’ è • la reli-  gione , così appellandola Crifnftomo  in più luoghi ? Religio Cbrijìiana  ve-    Digitized by Google    I.i6   9 0 •   vera » & caelejlìs Pbilofopbia eft . Che hi  che fare la Filofofia umana > o fia l’an-  tica , o fia la moderna colla fede , quan-  do non v,’è altra Filofofia più vera, che  la dottrina della Chiefa ?• Hanc ipfam  folata comperi efse ver am , atque utilem  Pbilofopbiam .» di/Te Giudino . C fe al-  cuna cofa di vero avellerò detto i Fi-  Iqfofi , come ingiudi pofleflòri di quel-  la-rgli riprende Agodino . Si qua Pbi-  lofopbi vera dix/rqnt , ab eis effe tan-  quam injufiis poffefforibus vindicanda .  E però 1* Apodolo delle genti , fopra  ognaltra cofa efprelfamente comandò:  Captare intelleRum in obfequium jidei  noe debere  qua rat ione demon -  firari nequeunt . Conciolfiecofachè la  nodra fede derivi da principi altiflìmi,  e fopraqnaturali . Che ha che fare la  ragione umana colla Teologia ftelfa ?  Qjtemadmodum enim ( dice il Ver u la-  mio ) Tbeologiam in Pbilofopbia qua*  rere per inde e fi , ac fi viver quarat  inter mortuos , ita contra Pbilofopbiam  in Tbeologia quarert aliud non e fi V  quarti mortuos quarere inter v'tvos . Ol-  treché la Filofofia egli è ancella , e  ferva della Teologia medefìma la  quale , come regina , delle fcienze ,  tragge dietro di fe incatenate tutte 1*  altre facoltà > e difcipline umane ; la.  qual cofa in piìi luoghi vien detta da  S. Gio Grifo domo. Ex Pbilofopbia res  divinar intelligere velie , e fi candent.  ferrant i , non forcipe yf ed digito contee  Slare . Lo fteffo in quelF altro modo .*  Nibil commune babet bumana ratio  collata in divinis ; ideoque * blafpbemia    I    \    1 '     4   *#   . |   f ■' condan-  nata per comune parere de’ mede li mi  Arillotelici , • a tellimonianza del, !*.  PolTevini di fopra lodato ; ardirono  di dire quella eflere la vera -, quella  elTere la più certa, quando mon effer-  vi niente di vero , e di certo nelle Fi*  lofofie , Porfirio dilTe : Nulium effe in  Pbilofopbia locum non dubitabìlem . Lo  Hello altrove : De rebus Pbilofopbia  multa diSla effe a Gradi , veruni ex  conjeSìura . Quindi è, che.Adexerci-  t attorie m ingenti Pbilofopbias > effe inven-  tar ,-Seneca manifellò . £d altrove co-  sì : Pbilofopbias ft elegantias , & argu-  tias dixero , reSìe cenfeam appella fj e .  Anzi dalle ciance , e favole de’ Poeti }  efler quelle originate arrelìa PlutarcOi  Omnes videlicet P biìofopborum feSlas ab  fìomero originerà fumfiffe . lpfeque Art -  fioteles fatetur Pbilefopbos natura Pbi -  lotnytbos , hoc efi fabularum fludtojos   ■ ' '/•      .--J    Digltized by Google    li*   effe. De’ quali per li loro fogni , e fe-  gni dati alle delle , diffe Manilio   Fit totum fabula Coslum — • '• .   Vuole però Macrobio-» che Nec omni-  bus f abititi Pb lo jopbia repugnai , nec o-  mnibus acquìi'fcit . E San r ’ Epifanio  fpezialmenre chiamò' la Filofofia d’A-  ri Itocele quoddam fabulamentum . Leg-  gendoli preìfo Varrone' ancora : Porre-  mo nemo agrotus quidquam (orrtniat tam  ìnfandum , quod non alìquis dìcat Pbi -  Jofopbus . E predo Cicerone lo (ledo:  Nefcto quomedo nibil tam abfurdi dici  potelì , quod non dicatur ab aliquo Pbi -  lofopbo . E parlando della barbarica  Filofofìa Clemente 1’ Aledandrino cosi  ne lafciò fcrirto: Quod hi novi Pbilo •  fopbi apud Gr fecondo il Paflavanti , diconfot-  tigliezze , e noviradi , e varie Filofo-  fie con parole miftiche , e figurate ,  che nulla conchiudono , come di Por.  firio l’Ariftotelico , tanto nemico de*  Crittiani , e della Criftiana dottrina  cantò il Petrarca:   Pot firio y .cbe d'acuti, fillogifmi  Empiè la dialettica faretra ,    Fa-    Digitized by Google    Facendo contea s / vero arme i fo-  fifmi .   Dicendo fimilmente il Petito , eh’ e-  glino (ledi non intendono quello, che  dicono, e tantomeno gli uditori. Non  ìntellìgunt neque , qua loquuntur , ne-  que de quibus affirmant . Il ,he fece  dire al Verularmo : Habet hoc ìnge -   nìum bumanum , ut cum ad folida non  fuffeccrìt , in futihbus atteratur . Po-  co o nulla badando, quando fentono  altrimeore parlare nella Teologia dell'  Evangelio , de’ Padri , de’ Concilj  Aedi, come n’avvifa il P. Malebran-  che . Nejcio tamen qua mentis per-  turbatione nonnulli eferantur , fi ali-  ter quam Arijìoteles , pbilofopbari a si-  de as , dum parum curant , an in re-  bus T beolcgicis ab Evangelio Patribus t  & Concilìis non difeedas . Il che fu  detto primamente da Monlignor Ciam-  poli , chiamandogli in primo luogo  ambizioni di parere più Peripateti-  ci , che Cattolici , poi fclamò; Che  perversione di gìudicio è quefia , volere      f    ...Il      f    f    ! i     fk •     «    ,j t|    Sì    *    Ir    134   introdurre una religione più fedele ad  Arijlotele , che a Dio ? E quel eh’ è di  maraviglia, proccurano coltoro ('dice  l’autore de’ cinque Dialoghi ) Di jof-  fogare tutte l' altre fette nella maniera  dagli Ottomani ujata , i quali non la-  j ciano vivere alcuno de’ fuoi fratelli ,  per ijlabilire sì magi fralmente i loro do-  gmi in tutte le fctiole Crìfiane . Come  riferifee d’ Arinotele fteflo il Verula-  mio. Arifìoteles more Otbomanorum re-  gnare jebaud tutopoffe putaret , nifi fra -  tres fuos omnes trucidaret . Credendo  ancora di ritrovar in quello loro mae*  Aro la falute , e di Ilare con elfo lui  sì llrettamente attaccati , come ad un  fallo, ad uno fccglio , qualìchè foffe-  ro buttati da una tempella per fuggi,  re il naufragio . E così appiccati , ed  ubbidienti , dice un altro autore alla  Filofofia del medefimo , che fembra  lor commettere un delitto di fellonia  il partirli un menomo punto da lui ,  in modo che non dicefi Peripatetico  chiunque in tutto non s’ abbandona a’   fen.    Digitized by Google    H5   feriti menti del medefimo. Eaàem men-  te ( dice il medefimo P. Malebranche  in un altro luogo ) Pbilofopbia ifta di-  scenda eji , qua leguntur bì fiori* ; fi  enìm eo licentia deveniat ut ratióne &  mente tua Utaris > ..nonefi quoà fpe-  res te evafurum effe in magnum Philo-  fopbum : oportet enim difcipulum ere.  dere > £ il giudiciofiflìmo Sorel di fo-  pra lodato , in quell’ altra maniera .*  Jntantb quefii ciechi volontari ar di) co-  no di pubblicare , che non bi fogna Sof-  frire alcuna innovazione nè' riformazione  nelle .fetenze ; benché quefio fi a il. filo  piezzo per. renderle perfette . • Ma. a chi  creder affi; piuttofio , a degli f chiavi , e  mercenari* che non. fanno jemplicemente,  che. difiribuire per gli feriti i t e per le loro  lezioni la dottrina , ch'eglino hanno tro-  fvata negli ,.fcr itti degli altri} E pi fi  oltre il medefimo Sorel così : Ci fino  delle perfine così f empiici , che credono,  che non fi debba ; rivocar pili in dubbio  quello , eh' è in Arjfiotele , che quello »  eh' è nell' Evangelio . , ■ . ..   I 4 ' Non      ■ i   ¥ '   »       I   l‘ "   .vjfl     :   l*V  « /    !>       4    1    Digitized by Google    .   Non mancandovi ancora degli altri,  ì quali per difendere cotefta lor Filo-,  fofia fi danno alle maldicenze , ed  alle fatire , poco avvertendo non ef-  fervi fatira maggiore > che quella  della ragione llefla , la quale rende  bugiardo , ed ignorante colui , che  vien convinto da fbrtifiimi argomenti ,  facendo ingiuria ancora a tanti uomi-  ni dabbene , e a tanti Religiofi, co-  me fono i Padri de’ Minimi , e i  Padri dell’ Oratorio , ed i migliori  Gefuiti , eh* han feguitato la Filo-  fofia moderna , e foraftieri , e Ita-  liani , e in Bologna particolarmente ,  dov* è Campata la Filofofia moder-  na , fotto nome Burgundi a , infegna-  ta pubblicamente a tempo , che  Vostra Santità’ era ivi Legaro . E  perciò coftui in quella maniera vien  riprefo da Sant* Agoftino : Illius [cri-  pta fumma funt , & au fioritale dignif-  ftma , qui nuìlum verbum , quod revo-  care deber et omifit . Hoc quifquis non  efi adjequutus fecundas babeat partes    *37   modeftU , quia primas non potuti ba-  lere Capti nti & catbedrar primas  ambiente s ; in quello modo con in-  crepazione favella : A deo nimirum   altercando • non modo verità f arnitti-  tur , jed caritas exjìinguitur , & dif-  pntandi modum majorum exemplo tan-  tum agreffos , nulla modeftia repagu-  la cohibent ; ; Onde Luca Holftenio  eruditilfimo Bibliotecario , -dolendoli  della difunione della Chiefa Orien-  tale , ed Occidentale ebbe a- di-  re : LuEluofum fcbtfma Orienti! , &   Occidenti s Ecclefias divìdens induxit  dijput aridi pruritus , omnia in quafito-  nem , & controverfiam > • poftb abita  cantate , adducens ; nulla venta »   ' tis cura , fed uno vincendi ftudio ;  .e a confuet udine , vel opinione aliis   legern fr^jcribens » & quod • mife-   ra ,    Digitized by Google    * 3 $   ra j ó* afflìtta fortuna duri (firn atto ha-  hjet , é? iniquijfmum efi, qttod ir, fugati-  ti um ludibriis impune pateat -, Dicendo  un altro autore : Jd nec Pbìkfophum ,  multo minus Cbrijlianum decuiffe videtur.  Nè qui termina la loro baldanza, ar-  rogandoli , ]a medelìma poteftà della  SENTITA'- Vostra in condannare quel-  lo., che non mai ha condannato nè  Vostra Santità’ , nè altro Pontefi-  ce , dico, 1’, opinare nelle Filofofie, for-  zando gl’ ingegni umani a feguir folo  ifentimenti d’un gentile. Peripatetico,  e con noyp giogo privarli di quella li-  bertà, ch’.abbiamo per diritto di na-  tura , e per legge d’ Iddio , che ci ha  Jafciato il liberamente penfarc e medi-  tare :> il che è quali l’ unica, e fola ra.  gione , colla quale provali , che l’uo-  mo lia ragionevole, e l’anima immor-  tale . Quindi è , che prefe giufta oc-  cafione Tommafo Moro ( alle di cui  lodi ogni penna è ..vile per elTer egli  chiari (fimo non meno nelle lettere ,  che nella pietà Criftiana, per la quale    *39   facrifìcò fa vita , c i beni , e la fami-  glia della ) di formare appodatamen-  te una DilTertazione intorno a que*  Teologi di fuo tempo » dandole que-  llo titolo : Differtatio Epiftolica de a-  lìquot fui tempori s Tbeologaftrorum ine •  pt'jis ; non per altro , fe non perchè  quedi co* principi d’ Aridotele difen-  dere voleano , o piuttodo offen-  dere la Teologia , • in quella ma-  niera fgridandogli : Quamobrem piane  non video qu  qui in fuo fterquilinio fuperbit > ac. extra  illa fepta fi panilo producatur longius »  illico ignota rerum omnium facies , tene-  bras > ac vertiginem offundit . E più ol-  tre il fuo dilcorfo feguendo : Et mi-  rum in modum verfa rerum vice contin-  gity ut qui prius omnes fapie ntia numeros in  argumentoja loquacitate pofuerat > jam    I    140   fenex infantijfimus omnibus rifui foret ~  nifi fluititi^ fu* fuperciliofum fuentium t  fapientia loco pratexeret ; imo potute  hoc ipfo ridìculus , quod qui fuerat  Stentore 'damo fior , taciturnior pj[ce  reddatur , & inter loquentes fedeat ,   v" * ' %   Per fon* muta > truncoque ftmìlli-   tnus Herma.   • . * '   E Umilmente Gio. Gerfone il gran  Cancelliere della Chiefa , e dell’U*  niverfità di Parigi , non potè atte-  nerli di non- querelarli ancor egli  de* Teologi di fuo tempo , in que-  lla maniera dicendo : Cur appellati-  tur Tbeologi nofìri tempori s fopbifl* ,  ut verbofi , imo & pbantafiici , nifi  quia r elidi is utilibus , intelligibilibus  prò auditorum qualìtate > transferunt  fe ad nudam Logicam , vel Metaphy •  ficam , etz/nw Mathematica™ > ubi t  & , quando non oportet , i».   ten fionc formarum , nunc de div'tfione  continui , nunc detegendo fopbifmata The-  ologicis termini s adumbrata , pri-  ori-    Digltized    oritates quafdam.in Divini! , menfuraf % '  durationes , injìantias » ftgna natura ,  éf ftmilia in medium adducentes ,   vera r & foli da effent , ficut non  funt , ad fubverfiotiem tamen magie .  audientium • , vel irriftonem , quam  re Sì am fidei adipe ationem proficiunt .   •• Come eziandio de’ filofofanti diiuO  tempo il giudiciofiflimo Niccola Le-  oni co , {limato il più dotto delia  fua età , nel Dialogo , a cui diede  il titolo di Peripatetico , così lafciò  fcritto : An non ego decem integro s   annos , borum auditori a , ne die am  ìufira , ad fidu a contrivi opera ? om -  nefque illorum ineptiat , . & futile s co-  ptionum tricas , ficcis , ut ajunt , an*  ribus ebibi ? anxie femper quteritans  fi quid inde excerpere poffem , ne va-  cui s , quod dicunt , manibus & ofei-  tans domum rtdirem . Verum , Dii  immortale s , quam rerum inanità -  tem ■ apud silos , quantam      ?    ■ u   ? r      I    y   i     r4.it:   mìb't magis fapere vifus fum , f »»  quod cum Ulti de fi pere aliquando de (li-  ti ; »  così egli' ragiona ?  Quofdàm pbilofopbantium avibus fimiles  vide ri, qui levitate quadam , & ambi-  tione ingenti e lati , alta petunt , &  Phiftca fcrutantur tantum : aliot cani-  bit t , qui laniare , & vellicare avidi *  foli Logica adbarefcunt ut pelli , & in  ea rixantur , & mentem ad ulteriora   non mittunt . Indi leggiamo predo La*  erzio , che da Euclide fofle fiata no-  mata la Logica Rabiem difputandi : e  leggiamo ancora che Arifione antichif-  firno Filofofò quelli tali Cum iis compa -  rabat , quicancros comedunt . Nam prò-  pter exiguum alimentum circa crujìas ,  & teftat diu occupantur .   Quindi Mario Nizolio, che fece un  Trattato de' veri principi , e del vero  modo di filofofare, fi lamentò non po-  co di Leonico parimente , e di Pico ,   com*    I    Digitized by Google    I    if    I    \    *     t    i    i»    ì*           4      r       1      I    com’ eglino s’aveflero folamente rifen-  tiro degl’ Intepetri e non d' Arino-  tele , origine, e caufadi tutti. i mali*  così dicendo: Hac quoque Jo Pieus Mi-  randola co» tra barbato* Ariflotelis Inter-  prete* conqueritur , & vere Me quidem t  Jed quemadmodum Leonicus , non cami-  no jujìe , quia pratermittit eum , qui tan-  forum illis errorym. c auffa fuerat , boa  eji Arijìo telem . Sed o Bice non re Sì e  faci* , cum de foli s Ini erpretibus Arifto-  teli $ quereris , ipfum autem Ariflotelem ,  qui omnium malorum cauffq , & origo f it-  iti. » omittis ; dìcen* te perdidiffe meliores  anno* , tantafque vigilia* apud Interpre-  te* Arinoteli * , & nollens illud dicere  quod erat verius , eadem ■ illa omnia te  multo ante perdidiffe apud Ariftot.elem ;  Per la qual cofa pareagli , che miglio-  re d’ ognaltro avefle fatto il Valla ,  che lafciando gl’ Interpetri fi prele la  briga in dar la colpa ad Ariftotele, co-  me vero autore, e primo fonte di tan-  ti errori , e fallita , riprendendolo a-  pertilfimamente dov* egli andò errato.   Ma-   « « • ♦ .    j.    Digilized by Google    145   Maravigliandoli grandemente il mede-   fimo Nizolio ancora della barbarie del   , .   lor favellare , Qui 5 e fi enim in fcbolit  ijiorum pbilofopbaflrorum tam parum ver*  fatti s , qui non centies audierit , potentia -  Ut atei, quidditates . entitates , ecceitates ,  univerfalitates , formalitates , materiali -  tates , & alia Jexcenta hujufmodi verbo -  rum monfira , qua qui pattilo frequentiut  ufurpant , ufquc adeo l^duntur , & per •  vert untar , ut neceffe ftt eos , non folum  valde falli, & errare in pbilojophando ,  fed etiam in loquendo , & fcrìbendo ve -  hementer fadari , & confpurcari . Co-  me ugualmente molto fé ne querelò  Apulejo per alcune novità di parole a  fuo tempo introdotte , le quali difle  egli non fervire che all’ofcurità delle  cole. Datar venia novitati ve ri or um ,  rerum obfcuritatibus fervientibm . E fi-  nalmente cosi il medefimo Nizolio  tutto il fuo difcorfo conchiufe: Qui-  bus ita monftratìs , ut tandem aliquan-  do & Caput hoc pofìremum , & totum   bttnc Librum abfolvamus , ita concludi -   K mus ,    X4$   tnuf , ut reììnquamus duo memoria man»  danda , & adfidtte diligenter cogitanda  omnibus , r^iìte pbilofopbari cupiunt ,  quorum unum e fi , Ubicumque, & quot»  Cumque Dialettici, Metaphyfìcique funt ,  ibidem , & totidem effe capitales . veri i  latti bofìes : alterum vero » Quandiu  in fcboiii pbilofopborum regnabit, Ari fio -  rrtex 7/te Dialetticus , Ó* Metapbyftcus,  fonditi in eis & falfitatem & barbari -  fi» „ fi non lingua & orit , at perocché   la     Digitized by Google    «47   la Pitagorica > nomavafi Italiana } ila  Platonica per efler egualmente Pitta*  gorica non potea (limarli , anzi piut-  tolto dottrina , e Capienza > tche •Filo*  fofia, come dipendente da quella de*  gli Ebrei. La Stoica poi , Epicurea ,  o (ìa Democritica riguarda più la Mo*  tale , e il regolamento de’coltumi .che  altro. E quella d* Arinotele io 'fon per  dire edere la medeiima con quella d*  A ree fila, (limata la più enorme ; per-  chè quelli malamente (i ferviva della  Platonica , infegnatagli da Crantore  Platonico t imbrattandola co* (odimi  di Diodorot (ottilifiuno dialettico , e  col mutabile» e fuggitivo di Pirrone*  acutiflìmo fillogilta. Indi egli è » che  dicealì di lui » come narra Plato > 'ex  pojìerioribus Pyrrbo * ex mediti Diodo •  rui ; E (eguitando Eufebio (ledo »  cosi parla di lui : H/c autem fubtìlìtch  tibus-. Diodori , qui actttui dìalefttcus  erat , . & Pirrbonis ratiocinationibus Pia*  tonte am eloquentiam feedavit ■ , & modo   K a toc y     /     I     I   >    «I *    qua ! pria ! aflruxerat ,  confutare . Erat igitur Hydra capita  fap proprio enfe amputanti nec aliquìd  habem utile » , nifi quod libenter > &  audiretur , & videretur . E dell’ of-  curità , e ftrepiro di parole , di cui  fon pieni i libri d’ Arinotele con ter-  mini vaghi , e generali , in modo che  appena rinvenire fi poflan due , an-  corché fuoi feguaci , e Tettar j , che  convenir fappiano in un medefimo   fen-     Digltized by Google    fentimento ; ecco il P. Malebranche  come ne fa chiari/lima testimonianza:  Quamvii cairn Pbilofopbiipftus do Sì ria am  fc docere adfeverent & autument , vìx  tamen duo reperientur , qui circa ejat  fententiam inter fe conjentiant ; quanti,  am revera /iriflotelis libri adeo objcurl  funt , totque fcatent termini t vagit &  generalibui , ut eorum opinione s , qunC  ipft maxime adverfantut non fine verift-  milìtudine pojfìnt ipft trtbuì . In non-  nulla illìus operibus quidlibet ipft adfcri-  bere lìcet , quia in ijs ntbil pene dicìt t  quamvts multa magno (Irepitu deblate-  ret : quemadmodum pueri campwnas fo-  ndu fuo quidlibet dicere fingunt , quia  campana ingentem edunt fonum , nec  quicquam dicunt . ' \   Quindi non fenza roSTóre de’ me-  desimi Ariftotelici Gio. Sculero nell*  Orazione per cosi dire inaugurale ,  eh’ ei fece intorno al riftauramer-  to della Filofofia con quel princi-’  pio-: .   ‘ i    diffe : Quid magli noxiura Cbrijlìanre  }uventuti Cógitarì fot e fi ,  a  tenerti audire ? Quid periculoftus quarti  tene* riniti eofum animiti > qui ad majo »  ra defìinantut , & qu bui > juo tempo •  re > fine ReìpubVtca » fitte Eoclefue ad L  tninìfiratio committenda , talia , in fi ahi»  lire , aperte Tbeologis Cbriftian qui ex prafcripto propri t inftitu-  tì \ five ex adfeSlu erga praceptores.  certi! opinionibui adharent , omnia fe-  cundum illos dtjudicanl , quacumque  auEìor ìtale y & demonflratione po fi b abi-  ta , ad eafdem trahentes quidqutd au-  diunt i qmdquid ìegunt . Il che fo al-  mamente difpiacque ancora a Rodol-  fo Agricola , uno de’ primi - letterati  del fecolo pattato, (*) che di tanti FU  lofofi 'dell’ antica età era folamente   - • * ■ * ■ * * 4 ri-   • *   • » •  m 1 , -»«. % • * • * »• » •> *   , (*} Cioè del fecolo fedicefimo, mentre il Signor  Valletta { criflfe la fua Lettera nel 1700. in pun-  tò : ma veramente Rodolfo Agricola non toccò  plinto il decin*ofefto fecolo , pbiché nacque Tan-  no *44 x.e mori l’anno 1485, come notò il Trite-  mio • * v     Ci       u   *    ir    tì   ì  1 •     f    y       v»   A'   r   (■   ’i   I    Digitlzed by Google        \   t       I    'I    Jil   f    :n       ; -ib,  pra coftui muore T ultimo Audio de*,  vecchi . ... Ecco le Aie parole ? Quid  de Ari ftotele die am ? hic gnìm prope*  modum [ohi omnium prife a alati! Pbi-  ìojopborum permanfit in manibui : hunc  [ohm , -, qui \ Pbilojopbite , defìinantur ,  attìngunt : hunc .primum pueri difeunt  buie ultimum jenum jl uditi m immori -  tur : hunc artet omnei , omnia fiu*  diorum genera terunt , trahunt,, dif*  cerptmt . Ma non già dopo che il  Cartello aprì, il vero fentiero al mi-  gliore , e più certo modo di filofo*  fare;, che ad un Criftiano convenga*.  Come ugualmente tutto ciò fu con»  fiderato dal dottilfimo Vanhelmon-  zio , dicendo ; Jndignor & merito »  quod ScboU •• Pbilofopbia ethnica ado »  lefcentet male ìmbuant . Lamentan-  doli egli fra 1* altre cofe , non ben    Digltized by Google    /    convenire la definizione pi che Ari*  Itotele diede all* uomo chiamando-  lo Animai ' Rat tonale ; , ■ • non avendo  egli conofciuto la Tua creazione > nè  T effetto d’ ella ; e perciò 1 , dice il fud«   detto autore malamente fervirfène le   * •   fcuole Criftiane Vituperai am ìtaqttc   definitìonem exìfiimo t qua homo Ani *  mal rat tonale , vel e a effenti ee defcrì-  ptione depìngitur . Siquidem ex ulti •  mato fine dejìinationum . proprietatibus  in creando - dejiniendut erat , fi .finii  fit cauffarum prima ex Arinotele . Qua-  propter nec hominii de fini fio e fonte  Pagani f mi mendicanda erat ì qui ere*  ationem , ejufque fines piane ignora*  vit , Così egli defìniendolo ; Homo  ergo eft creatura vivent in corpore • per.  a rum am immortalem oh honorem Dei *  fecundum lumen » &: ad tmaginem Ver-  bi . Quando Arinotele -diede una  definizione all* uomo che nulla va-»  le » - non 'Vedendoli in quella nè crea*  tura di Dio , nè immortalità dell*  anima , da ‘ effo lui affatto negata *    Digitized by Google    *54   come Cerna verun dubbio l’ affettano  Ciucino nella Parerteli , Teodoreto  nel Libro della natura dell* uomo ,  Gregorio Nifleno nel Libro dell* Ani-  ma Origene in più luoghi delle Tue  Opere, Gregorio Nazianzeno nella dif-  puta contro Eunomio , il Cardinal  Gaetano nel Trattato deli’ Anima ,  Plutarco y Galeno , ed infiniti altri  fcrittori profani . Per lo che non fen*  za ragione chia mai Io Tertu]]iano«?//é-  to f dicendo nel Libro delle Ptefcrizio-  ni Miferum Arijlotelem ; foggiung; ndo,  J Qui illis Diale Che am inHituit , artifi -  eem (Intendi , & defiruendi verfipellem t  in fententiìs co a Cium , in conjeCìurit  nec t allietate Panos - , oec ar*  tibusGracos, nec denique hoc ipfo bu -  jus' sentii , & terra domenica > . nativo •  que - fenftt Jtalos iffoi > & Latìnot $  fed pktate , ac religione , atque  naiionel ’•   que [uperavìmus . •• ’• • :i   E finalmente eonofeendofi ancora   dagli Ebrei , la Filofofia d’ Arinotele   ef-      li   •* *   è 1  > :   »   f     r    f     Ì-1    h    È   i    l -     i   Ir    À ,   • I   f   ./■»    t    •1    a  # •   i    li      I    Digitlzed by Google    t5*   eflere in pregiu diciò della religione ,  fa. pubblicato decreto nel Sinedrio de-  gli Afrnonei ( come fi legge nell* irto-  ria de’ loro tempi ) così dicendo .• Ma-  le diti us qui docet filium fuum Pbtlofo-  pbiam G rac am . : Il che vien riferito  ancora da Arrigo Enefiio nel fuo Li-  bro Vir fapiens . Quindi, non fia ma-  raviglia , quando leggiamo preffoCle-  mente 1’ Aleflandrino , Grata itaque •  Pbilofopbia , ut alti volunt , a Diabo-  lo mota e fi i Anzi i Giudei dopo la  venuta del noftro Salvatore, ancorché  * empj , pur dannarono la Filofofìa d’A-  riftotele ; perocché avendo pubblicato  il Re Moisè un Libro» a cui diede il  titolo 1 Mereh Nevekim , fu acculato,  dagli altri Dottori d’aver corrotta la  loro religione » per aver in effo pur  troppo mefcolata la Metafilica d’ Ari-  flotele , come narra il P. Si mone nel  fupplemcnto al Libro delle cerimonie/  e de’coftumi de’ Giudei di Leone Mo-  dena .. Ed io in finendo dirò di lui  con il gran Pico della Mirandola ;    *57   Mali prtnctpiì finis masut .   Da turco ciò , che fi è fin qui rap*  portato , potrà la Santità 1 V ostra  pienamente avvifare quànto fian da ri-  prenderti co fi oro , ì quali ardi (cono di  biafimare quefta Filofofia , che mala-  mente chiaman moderna , e nuova , e  dannarla come fcandalofa , e mala - r  quando finora nè la Santità’ Vostra*  nè gli altri fantiflìmi Pontefici antecefi»  fori * hannola giammai penfiata con-  dannare . Anzi il contrario leggiamo  riabilito dalla Santità d’Innocenzio XI»  in una Bolla ; ciò egli è * . che niuna.  cola tra filofofanti , ed altri , che fico-  lafiicamente fi contende, giammai fi'  danni o in difiputando* o fcrivendo , o  in pubblicando , che pria dalla Santa  Romana Chiefia condannata non fia ;  Ma quando anche ciò non fofie , qual  furore , o fpinto dii zelo ijpinge tant*  oltre, cofioro ad incagionar coma- rea *  e mala una Filofofia * che ha per au-  tori uomini cattolici , • dabbene , e di  integrifiìma vita ; avendo per lo con*    x$8   trario la lor Filofofia per autori fio.  mini gentili , e tra gentili i più per-  vertì, e federati ? Qual ila (iato già il  lor Padre Arinotele, e di che coftumi  l’iftorie de* Greci, e de’. Latini ne fan  piena , ed affai- ampia tedimonianza ;  Quai fentimenti , e quanto perniziofi  sì alle Repubbliche , sì alla j religione,  che a* Tuoi tempi lì tenea tra Greci ,  egli lanciato abbia a’ poderi la San-  tità' Vostra, rivolgendo l’occhio a  quello , che per 1* autorità d’ infiniti  fanti Padri , e di molti altri autori pro-  fani fi è riportato, porrà benignamen-  te giudicarlo., Non evvi Tanto Padre,  che per otto e più - fecoli riprefo - , e  biafimato non l’abbia , nè mai leggia-  mo , che alcuno l’abbia feguito, o fia  dato così dettamente legato alla di  lui dottrina , come tuttavia fon codo-  ro. Dottrina veramente tre volte per-  niziofiflìma , madre, e fonte di tante  e tante erefie + che per tanto tempo  didurbarono. ed affliflero la Chiefa ,  e di Crido la vede lacerarono . E fe  .. : rifor-    159   riforgefle il gran Bafilio, quanti equa-'  li de’ noftri tempi riprenderebbe più  fortemente, che non fece ad Eunomio^  ed agli Eunomiani- de* Tuoi tempi j t -  quali giuravano Tulle parole d* Arino-  tele, come full* Evangelo > e pofero in  ifcompigtio la Chiefa d’ Oriente? Che  diremo degli Atanasj, e degli A leffa n*  dri Vefcovi d\ Aleffandria ? . Quanti  Crilìiani taccierebbono d’ Arianifmo,  yeggendogli così attaccati ad Arinotele,  onde Tempio Ario prefe Tarmi , e le  faettc contro del Verbo ? Non farei  per mai finirla , fe voleffi addurre par*  titamente tutte Terefie , • che da’fegua*  ci d’ Arinotele fono fiate indotte nell»  Romana Chiefa per tanti fecoli , e di  giorno. in giorno van riforgendo. Baffi  fol dire , che da fei , o più. fecoli tut-  ti gli errori fian venuti da oriondi per  così dire , e figliuoli del grande Aride*  tele ... i ' «   • Ma fliafì pur colla fua pace Arido*  tele , con quella pace , che nel più cu-  po dell’ Inferno, ov’egli fea.giace, dar  > fi può    i6o   fi può- Siali ' flato Arinotele non tan-  to federato ; anzi dirò più , fiati (tato  uomo dabbene, avvegnaché gentile ei  lì (offe . Sianli Santi tutti gli Arifto-  telici, i quali hanno avuto , ed hanno  il nome di Criltiano . Siali la lor dot-  trina ottima-, e di niun pregiudicio j  non però avrà che far nulla colla no-  Itra l’anta' religione nè di buono , nè  di malo . Siali io dico , e ridico la lor  dottrina profittevole in ifpiegare gli ar-  cani della natura , la natura delle pian-  te » degli animali , e che lo io ; non  dovran perciò biafimare tutte 1’ altre  Filofofie , eh’ eglino non profèlTano ,  quando quelle niuna cola infegnano ,  che contraria lia a’ buoni collumi , al-  le leggi naturali, ed alle leggi di Cri-  Ho , e della Chiefa . Coloro, che rin-  novate l’hanno tutti fon già morti cat-  tolici , ed in feno della Chiefa , lenza  veruno fofpetto , quantunque minimo  d’ erefia . E* conceduto , che in qual-  che Libro d’ alcun Filofofo Criltiano  vi folle qualche opinione » chiaramente   con-    rii   'contraria alla verità della religione ,  fenza dubbio 'veruno toccherebbe alla  Chiefa di condannarla . Potrebbe!! pe-  rò ( parlo pieno di rifpetto, e di zelo,  con quella riverenza ed ubbidienza ,  che lì dee alla Santità* Vostra , ed  alla Santa Chiefa ) dìdimamente con-  dannare quella opinione eretica , ovve-  ro fcandalofa > come fece per molte  dichiarazioni AlelTandro VII. ed altri  Pontefici ; e non ributtarli tutto il cor-  po d’un libro , il quale lì compone d*  infinite, e varie opinioni , delle quali  la maggior parte niuno attaccamento  ha , ovvero dipendenza colla verità del-  la fede. Così leggiamo Origene , e  Tertulliano lìcuramente , avvegnaché  ambedue in molte co fe lian traviati ,  come poco ollervanti della nollra reli.  gione . Così leggiamo ancora ' San Ci-'  priano Martire , quantunque folle fia-  to d'opinione , che i battezzati dagli  eretici lì doveflero ribattezzare ; laqua-  le poi fu dannata dalla Santa Chiefa'  per mezzo d’ un Concilio > come an«   L co.    3    \    * 6 »   cora tanti altri errori di Lattanzio >d*  Arnobio» e d’altri. Or fe ciò fia lecir-  to nelle cofe di tanta importanza » cioè  nella Teologia , potrà ancora efler-Te- /  cito nelle Filosofie , le quali van de-  correndo femplicemente degli arcani  della natura .   Il filosofare , Beatissimo Padre ,  fu Tempre mai , conforme s* è dimo-  ftrato , libero , e permefiò a chi che  fia , purché contrario egli non fia alla  religione > alle leggi umane > ed a’ buo-  ni coftumi. Non han cofa gli uomini»  che fia più lontana > e men foggetta al-  le poteftà terrene, che il loro Spirito.  Nè v’ è cofa più intollerabile , cl}e  quando fi veggono rapire la libertà de*  loro penfieri ; perocché tanto è toglie-  re la libertà del filosofare ,■ quanto è  togliere la libertà dell’ opinare ftefTo,  non effendo altro le Filofofie che opi-  nazioni * Quindi è, che coloro, i qua-  li per dura legge delle genti fono fchia-  vi delle altrui volontà > pur fi riman-  gono liberi nelle loro opinioni , ed i lor   pa-   e    Digitized by Google    padroni > i quali han poteftà della lor  vita, non poflòno difporre de’ loro li*  beri fentimenti . Solamente lo fpirita  dell’ uomo a Dio è tenuto renderli av-  vinto , elfendo egli folo la prima veri-  tà per elfenza , la quale non può giam-  mai nè ingannarli , nè ingannare ; ed  iòdi poi ancora la fua Chiefa > la qua-  le ci favella da fua parte , toccando a  lei d’interpetrare gli oracoli , ed arca-  ni di Dio . Indi quella ubbidienza del-  la nollra ragione libera all* autorità  Divina fu fempre giudicata da tutti la  prima , e più grata vittima , che noi  dobbiamo offerire a Dio. Il facrifizio  certamente non è egli fanguinofo , è  ben però il più pregiato , e caro ; pe-  rocché conduce gli fpiriti nollri , na-  turalmente di ripofo impazienti a sì  felice fervi tù , principio » e mezzo d*  ogni nollro bene, e falute • Perchè li  dee in ciò ufare grandilfima diligenza,  nè legare sì llrettamente quello nollro  libero arbitrio in cofe , le quali poco ,  o nulla montano ; perocché potreb-   Lz beli    befi temere di qualche rivolgimento ,  o per così dire temerità dal vederli  sì ftretto , e incatenato . Oltreché po-  trebbeli da ciò dar luogo di penfar  malamente , che la noftra fede dipcn-  deffe da’ principi delle Filofofie, e che  la noftra religione » ed Arinotele fot  fero sì Erettamente uniti , e me (cola-  ti , che 1' una fenza l’altro non polla  da noi crederli. Sarebbe ben tre volte  incollante la noftra fede , fe ftabilita  folle fopra così balle , e poco (labili  fondamenta , ed andalfe dietro a’fogni,  ed alle frafche de’ Filofofanti . La ve-  rità vien ricercata si dalla Filofofia ,•  ed è Hata ricercata già per migliaia d*  anni ; ma non giammai però è Hata  ella ritrovata ; perocché Iddio ha vo-  luto lafciare il Mondo all’efercizio in-  nocente delle Filofolie , ed all’incerto  inveftigamento delle cole naturali , e  però alle difpute . Mundum tradidit  difputation'tbus eorum. Conforme anco-  ra va dimoftrando San Gregorio Na-  zianzeno in un difeorfo, ch’egli detta   delle    /    . *65   delle dìfpute. La Teologia fola ha ri-  trovata la verità, perch’ella fola s’ ag-  gira intorno alla vera luce , e prima 1   ferità , eh’ è Iddio , principio d’ ogni j   noftro fapere; onde gloriavafi 1* Apo-  flolo di non fapere altra cofe, cheCri-  tto crocifitto. Quefla verità ritrovata  nella Teologia altri non poffede , che 1   la noftra fanta religione , la quale quan-  tunque contrattata , ed afflitta da tan-  ti e tanti tiranni , pur fempre mai •   vìttoriofa per tanti » e tanti fecoli ha  trionferò , e trionferà per fempre più  gloriofa . Veritatem ( ditte un autore )   Pbilofopbia quper ciò fare ha volu-  to fervirfi ; perocché verfando quefte intorno  ad una caufa , la quale al prefente fi può dir  prelfochè comune, di comune , ed univerlal  difefa ancora elleno pedono molto acconcia-  mente fervire . .   . Recando adunque le molte parole fue m  una , quella nella foftanza fembra edere fia-  ta T idea di lui . Egli ha come in due parti  divifa tutta la Lettera , in una delle quali s*  è ingegnato di biafimare, e deprimere il pia  che ha potuto Ariftotile; e nell’altra lodare,  e portare alle ftelle Renato Defeartes. Egli  ha depredo Ariftotile , comparandolo prima-  mente con Platone , e inoltrando , che il  principato tra i filolòfi è di quello fecondo;   L 4 chc      *6$   che da tutti i fanti Padri molto è flato cele*  brato: che la fua filofofìa è la più favorevo-  le, ed acconcia alla Chiefà cattolica ; e che  quella d’ Ariftotile è la più contraria, e pre-  giudiziale . S’ e poi ingegnato di inoltrare ,  che Ariftotile è flato 1* origine di tutte l’ere-  fie.* eh’ è flato biafimato da tutti i fanti Pa-  dri , e finalmente tutto quello ha raccolto ,  che può fèrvire di biafimo , e di vitupero di  quello filolofo • Di qui è pallato a glorifica-  re il Defcartes . Ha mcftrato da quanti e  quali uomini e fiata la lita filofofìa appro-  vata , e ricevuta : com’ ella s’ uniforma a’fen-  timenti de’ fanti Padri : come ferve molto per  difi reggere l’erefie , e così fatte altre cofe af-  fai. Onde porta l’incertezza di tutte le filo-  fofie per cagione del corto intendimento u*  mano , e porta Umilmente la libertà di giu-  dicare , eh’ hanno gl’ intelletti nelle materie  fìlofcfiche y ha concitilo, ellère molto da ri-  provare Tattaccarfi fidamente ad Ariftotile .  C jntra il quale molte colè di nuovo adducen*  do, e moltiflime altresì a favore di Renato,  della filofofìa di cui teffe un lungo panegiri-  co ; finalmente conclude , effere forte da ri-  prendere coloro , che ardifeono biafimare la  filofofìa moderna , la quale non fido al paro  coll’ Ariftotelica può andare; ma in oltre ad  erta dee ellère antiporta , come quella , che  dalla Platonica fi deriva , e per più altre lo*    4   i6$   di, ch’egli affai minutamente, e a lungo ya  numerando.   Ora volendo (opra cosi fatta argomentazio-  ne col medefimo fine dell* autor fuo , cioè a  prò della moderna filofòfia , alcuna colà of*  fervare; dico in prima, non effere molto da  commendare Io ftabilire la difefa di effe mo-  derna filofòfia fopra la depreffione d’Arifto-  tile, e fopra la deificazione, per dir così, di  Renato delle Carte . Quantunque volte un  eccellente fcrittore ha occupato un poftocon-  fiderabile nella repubblica delle lettere, non  manca mai la fazione di quelli, che Pefàlta-  no , e di coloro , che lo deprimono fuori del  dovere . Vero è , che ci fono ancora difcreti  eftimatori delle cole, i quali il buono dal reo  feparando , quel prudente mezzo eleggono  nel dar giudicio , che fecondo dirittura di ra*  gione fi vuol tenere. Molti efèmpj io potrei  addurre per confermazione di ciò: ma perchè  fopra Ariflotile procede ilnoftro ragionamen-  to , volentieri io non mi partirò da eflo. Per  efempio adunque de’ glorificatori affettati di  quello filofofo fia Averroe , il quale in que-  llo modo lafciò fcritto di lui : j4riflotelir do *  Urina efl Stimma Veritas, quoniam ejus intei*  lelhts fuit finis bumani intclleftus ; quare bene  dicitur de ilio , quod ipfe fnit creatus , & da*  tus nobis Divina providentia , ut non ignori   mus Doffibilia feiri . E nella Prefazione alla   ..Fi-    /    I    170   Fifica; Complevii ( Ix>gicam , Ethicam -, óc  Metaphyficam ) quia nullus eorum , qui fecu *  ti funt eum ufque ad hoc tcmpus , quod efl  mille & . quingentorum annorum , quidquam ad*  didit , nec invenies in ejus verbi s errorem ali*  cujus quantitatis , # ta/ew £// per quan-  to egli raedefimo ne dice , venti anni interi  fpefi avendo iti Squadernare i libri d* Ariflo-  tile , anzi oracolo , che giudicio è da repu-  tarli . Così adunque egli fcrive nel Prolago  al libro JY. del fuo Examen vanitati* dottrir  Tue gentium : Multa apud Ariflotelem erudì . f >   tio , multa eleganti a fcribendi , inulta etiam ,   fcrtajfe verità* : fed certe non parva vanita* *   - JLo fcrutinio fin qui da noi fatto di varj ,  c oppofti giudicj intorno al medefimo fog-  getto formati, può fervir di regola nel giudi- 1   care di. tutti gli eccellenti fcrittori. Noq bifir  gna nè alla bellezza della virtù, nè alia brut-  tezza de’vizj lafciarfi cosi rollo ingannare , nè '    2   1 -    Digitized by Google    I 7 i * ■ . .   fafcinare in modo la vi (la , che fi travegga  e fi finarrilca quel fenderò dì mezzo, per cui  Tempre colla (corta della ragione dobbiamo  proccurare d* incamminarci . Ma egli fi ritro-  vano uomini d’ immaginazione tanto gagliar-  da e forte , che poiché hanno fidato la men-  te nella qualità d’ un oggetto , non (anno  tanto o quanto fidarla per dominarne le al-  tre - Conoro confederano ' le colè (blamente  per quel verfo, a cui dal moto de* (oro fpi-  riti fono portati , e di qui è, che o il bene  folo , o il male precifamente contemplano »  Quello predominio dell’ immaginazione in  nelfun’ altra opera per mio avvilo meglio fi  fcorge , quanto in quella de veris principiis ,  & vera ratione pbilofopbaudi di Mario Nizo-  iio. Quello fcrietore avendo al principio con-  ceputo della (lima verfo Cicerone, e vdeldifi  credito per • Ari dotile ,‘a poco a poco  s* è lafeiato condurre a tale , che nuli*- altro  che il lodevole in quello , e in quello nuli*  altro che il biafimevole egli vedeva . Gli è fi-  nalmente» paruto , eh’ ogni cofa , anche 1’  imperfezioni del primo roderò divinità , e le  cole anche buone del fecondo fodero vizj , e  magagne . Di qui è , che negli accennati li-  bri , egli conculca ogni opinione, e lèntenzia  d’ Arillotile, e glorifica ogni detto di Cice-  rone ; per qualunque definizione anche de-  bole , e imperfetta del quale, egli s’ ingegna   di    *    di ritrovare principi , da cui fi deduce com*  ella è giuftiflima , e vera. Quella lòrta di li-  bri può efler utile per quelli , che all* oppo-  fla parte fono dalla palfione portati / perchè  fcorgendo nella lettura di elfi il rovescio, co-  me fi dice , della medaglia , può avvenire ,  che s* inducano a dubitare di quello, che fi-  no allora aveano tenuto per fermo . Per al-  tro e T uno e 1* altro di quelli eflremi me-  rita grandilfimo biafimo , nè v’ ha colà ,che  più i retti giudici impedifca quanto quello fv la-  mento della ragione, a cui la fantafia ha tolto  la briglia di mano,. Intanto la vanità, e lafu-  perbia dell’ uomo fi palce molto di così fat-  to cibo , perchè o colla deificazione, o colla  deprelfione altrui o coll’uno e l’altro inlìeme,  fi fpera di potere llabilire la propria fama «  Egli avviene nonpertanto , che la colà il più  delle volte va tutt* all’ oppollo . Nulla è  che minor imprelfione faccia nelle menti de-  gli uomini, e che più agevolmente dimenti-  chino , quanto quelli sforzi violenti : degl’  intelletti da troppo gagliarda immaginazione  trafportati : non altrimenti appunto , che 1*  azioni llravaganti , e inufitate de’ pazzi , ap-  pena s’oflèrvano . E chi è egli , che fìlolò-  fando fi Ila giammai attenuto a’ principj di-  Mario Nizolio? lo non ritrovo appena regi-  flrato il filo nome tra i nemici d’Àrillotile .   . Ma ritornando in via, dico, che l’autore   di    Digitized by Google    !    di quella Lettera fembra effere (lato alquan*  to tocco dal prurito y di cui abbiamo fin qui  favellato , mentre con tutto lo sforzo dello  fpirito s y è ingegnato di raccogliere il polfibL.  le con tra Ariftotile, e dall* altro canto por-  tare fino alle ftelle il Delcartes ; ogni prova  facendo > e nulla intentato lalciando per ap-  pannare, e far violenza agl* intelletti de’luoi  leggitori . Per contraflegno della fila palilo*  ne , anche dentro a* cancelli di puro racco*  glitore degli altrui giudicj, offervifi il modo ,  eh* egli tiene alla pagina 34. in iftorcere vio-  lentemente contra Ariftotile alcune parole  del P. Petavio, dette ad altro intendimento,  anzi in propofito tutto conti ario. Quello Pa-  dre nel capitolo III. numero V. dei Prolago  alla fua Opera de* Dogmi Teologici , dopo  avere addotto un lungo palio di S. Bafiiio ,  nel quale lèmbra , eh* e* rigetti in tutto la  filolòfia Ariftotelica , foggiunge al fine cobi:  Ceterum iifdem in verbi * videtur Bafìlius in  totum abdicale , ac rejecijje ab fidei , Theo*  hgiécque conjortio univerfam Ariflotelis philofo*  phiam tanquam Cbriflo irrvifam , & inimicami  atque ab bofle illius Diabolo proferì am . Quam  uonmllorum opinionem refellit Clemens Ale*an-  drinus in primo Stromateon > ut alibi memini -  mus . Sed ab bujufmodi Jufpicione Bafilium  paullo pofl purgabimus . Ora il nollro autore  prende da quello palio quelle lòie parole ;   Ari m    Digitlzed by Google    Ari flotti is j>hilofophiam tanquam Chriflo invi,  fam , & inimicam i atque ab hofle illitis Dia.  bolo profeti am ; e le porta come un detto del  P. Petavio contra la fìlolòfia d’ Ariftotile. E  chi non vede però che il prurito di conculcare  quello filofofo ha fuggerito all’autore della let-  tera una sì aperta , e abominevole ftorpiatura?   E pure y fe per 1* altro verfo vogliamo ri-  guardare e Arillotile , e il Delcartes , non ci  mancherà motivo , nè fcrittori , i quali ci a-  prirànno la ftrada a deificare il primo , ed a  deprimere , e conculcare ancora il fecondo ,  lènza nè pure aver bifogno di ricorrere a tali  artificj . Ogni volta che uno fcrittore s’ha a.  cquiftato un gran nome nella repubblica del-  le lettere , e mafTìme per lungo tratto di tem-  po , ’è pazzia l’immaginarli , che tutte le co-  fe lue pollano eflère tee . Il buono làrà mi-  fto col men buono , come di tutte l’ umane  cofe , che perfette giammai non li videro j  fiiole avvenire ; e però quelli , eh’ amano dì  cogliere negli eftremi , troveranno in amen. -  due le parti da làttollarli . Il punto Uà , che  non lì lufinghino d’innalzare una fabbrica ,  che non polla eflère da alcun altro colle ilei*  fe forze diftrutta , per non ritrovarli contra  la loro efpettazione ingannati. Un altro, che  riguardi lo fteflò oggetto dal lato oppofto a  quello , che 1’ hanno riguardato efli , ritro-  verà tolto gli liromenti da dilhuggere in   quel*    !   I    176   quella fletta fucina dov’eglinò gli avevano ri.  trovati per fabbricare - Di quella difputa d’  Ugone da Siena, al tempo del Concilio , che  fi cominciò in Ferrara , riferita dall* autor  della Letteta, come cola inftituitaperefalta-  re Platone, e deprimere Ariftotile, così nel.,  la fua Cronaca lafciò fcritto Filippo da Ber-  gamo : Cumque Nicolaus Marchio , & multi  in Synodo congregati pbilofophi excellentes ad -  venijfent , cuniios in medium philofophia jocos  adduxit ( Ugo ) de quibus inter fe Plato ±  Arifloteles fuis in Operibus contendere , ac  magnopere dijfentire videntur , cdocens eamfe  partem defenfurum y quamGraci oppugnandam  ducer ent , five Platone m y fi ve alium je fequen -  dum arbitrarentur . Lo fletto atteftano Enea  Silvio nel capitolo LI I. della Dedizione delF  Europa , e Andrea. Tiraquello nel capìtolo  XXXI. del libro de Nobilitate . Ecco pertan-  to , che il fine d’ Ugone non fu V efaltazion  di Platone , e Pabbaflàmento d* Ariftotile ,  come vien fuppofta : ma fi profefsò di voler  difputare problematicamente , che vai a dire,  difendere la parte impugnata , e per confe-  guenza difendere o l’uno, o l’altro di quelli  due fUofofì . Cosi il Concilio Lateranefe V.  a torto vien portato alla facciuola 114. come  difàpprovatore , e condannatore della filofo-  fia Peripatetica nella Scffione Vili. Bafta fo-  to leggere P accennato luogo per chiarirli ,   che    f    \    Digitized by Google    *77   che quello Concilio non condannò nè Anda-  tile, nè Platone, nè alcun altro filofofo in  particolare : ma generalmente della filofòfia  ragionando , proibì primamente I* abufo a  que’ tempi introdotto di difendere nelle pub-  bliche Tefi, che circa lo dello punto, quel-  lo era da dire fecondo la filofofia , e quefto  fecondo la verità : ovvero tal colà fecondo la  filosofia e r a vera, che fecondo la fede erafal-  fa . In fecondo luogo ordinò a tutti i Lettori  pubblici delle Univerfità , chefpiegando i  fìlofòfi, avvertilfero la gioventù degli errori  loro , alla fede noftra contrari , -confutando*  gli, e riprovandogli . E finalmente (labili ,  che niunCherico doveffe dopo io ftudio della  Grammatica appigliarli a quelloodeilaPoefia,  o della Filolòfia, lènza ftudiareinfieme Teolo-  gia , e Canoni, acciocché, foggiugne, In bis  Janlìif , & utilibus profijfionibus Sacerdotes  Domini inveniant , unde infili a s Pbilofopbia ,  & Poe fi s r adice s purgare, & fanare valeant.  E tanto è lontano , che i Padri di quefto  Concilio abbiano avuto in animo d’oltraggia-  re Ariftotile, eh’ anzi lette le poco fa accen-  nate cofe , e ricercato , fe alcuno avelTè pun-  to che dire in contrario, fi levò fufo Niccolò  Lippomano Vefcovo di Bergamo, e sì difle^  Quod non pìacebat fìbi , quod Tbeoìogi impo -  nerent Pbilofopbis difputantibus de veritate in -  ielle fi us tanquam de materia po/ita de mente   M - Ari»    Digitized by Google    178 ...   .Ariflotelis y quam [ibi imponti Averroes : lieti  fecundum verità rem tali* opimo e fi fai fa . Si-  milmente di queir Aezio Vefcovo * che dall*  autor deir Epiftola è rapportato come uno *  che per troppo ftarfi attaccato alle Categorie  cT Ariftotile , cadeffe in erefia * e diventaflTe  Ateifta , Socrate nel libro II. capitolo XXXV-  della Tua fteria Ecclefiafticacosl ragion a: Hoc  aiitem facit Cat egorii s Ariflotelis ( fic liber iU  le e fi ir.fcriptus ) fidem habens * ex quibus  difputando * ac fe ipfum fallendo y non int clie-  nti y ncque a feientibus didicìty quis fìt Ari fio -  telis feopus . Ille namque propter fopbifias phi*  lofoph'ue lum illudentes id genus exerctiii con -  fcripfit y & Di al etite en per fophifmata novis  fopbiflis dicavti. Itaque Academici * qui Pia-  toni* y ac Plotini fcripta e L 9 immaginazioni belle piut-  rollo ad udirli , che fiifliftenti e fode ,  le quali fono fparfe per tutto il corpo del-  la fua filolòfia y e che tinta di fanatifmo  T hanno fatta comparire . I Vortici , che  da fonti torbidi Italiani , come fono quel-  li di Giordano Bruno Nolano , ha prefi  il . Defcartes per far girare la fila tripli-  ce materia ; fono colori , che poffono fer-  vire a fare un ritratto di lui tutto diver.  fo da quello , che ha fatto V autor del-  la Lettera * Il Padre Malebranche mede,  fimo 5 uno de* più acerrimi difenfòri , e  approvatori della dottrina di Renato , co-  sì lafciò fcritto nel libro ili. patte L  capitolo» IV. della ricerca della Verità .  Mortsù Defcartes era anch'egli uomo y fog -  getto all 9 errore , e all 9 illufione , come gli  altri . Non v 9 ha alcuna delle fue Ope-  re y non eccettuando nè pure la fua Geome*  * tri a y in cui non fi a . qualche fegno della  debolezza dello fpirito umano . Non bifo-  gna adunque fi are alla fua parola ; ma  leggerlo cautamente , com 9 egli ftejfo ci av~  vertijfe . Non fono anche mancati uomi-  ni dotti , i quali hanno fatto vedere , che  Ja fua filofofia è di pregiudicio alla fede ,    i8i   cd è contrarla a molti dogmi cattolici - AI-  cuno ha pretefo , eh * ella rinnovi V ere-  fie di Pelagio , e di Neftorio : ed altri ,  eh* ella fia la firada allo Spinofifmo , e  all* Ateifmo * Io fò , eh 5 è flato rifpo-  fto a quefli tali , e che vi fi rifponde.  rà : ^ma quello appunto è quello , che il  di fopra da noi detto conferma , e che  moftra quanto agevol colà fia o, ecceder  nella lode , o ecceder nel biafimo , quan-  do non s 9 ami di fidar V occhio che o ne*  fòli vizj , o nelle fole virtù . Non fem-  bra adunque , com > ho detto , degno di  molta lode il difegno di ftabilire la difefa  della filofofia moderna fopra le lodi , el*  efaltazione di Renato Defcartes , e fopra  i biafimi , e depreflione d * Ariftotile , fic-  oome fopra un fondamento , che fi può di-  ftruggere con quella fteflà facilità , con  cui s è innalzato : e per mezzo del quale ,  fermo e inconcuflò renando , fi verrebbe a  flabilire quello , che V autor filo medesi-  mo in alcun luogo con molte parole s 9 e  ingegnato di diftruggere , cioè il farli fè-  guace indivifibile d* alcun filofbfo partico-  lare .   Ora diciamo alcuna cofa della principal ra-  gione, fopra cui Pautor della Lettera ha pian-  tato la difefa della filofofia modèrna ; la qua-  le fi è , che derivando ella dal fonte di Pia-  rvi 3 «o*    iS z   tone, fìlofcfo fupcrioread Ariftotile, appro-  vato dagli antichi Padri, e riconofciuto come  molto vicino a’dogmi cattolici; ella non vuol  eflere riprovata , maflimamente in confronto  dell* Ariftotelica, la quale, fecondo lui, è J }a*  fa V unica , e fola cagione , anzi l y orìgine JìcJfa  di tutte V erefie.   E quanto al primo , cioè quanto al prin-  cipato ,tra Platone, ed Ariftotile ; molto dif-  ficile, molto dibattuta, e da niiino per anche  decite quiftione ha prefo a diterminare il no-  Aro autore , augnandolo al primo • La dif-  ficoltà di tal decisione procede , che molti ef-  ffendo i pregj delfinio e dell* altro filofofo ,  amendue ancora hanno le loro imperfezioni.  Secondcchè pertanto fi vogliono riguardare sì  nell* uno, che nell* altro più quelli, che ques-  te, fi ha campo ancora di antiporre , o pote  porre V uno all* altro.   Ma per quello , che riguarda il fecondo y  cioè quanto al far ufo dell* uno, o delP altro  nella Teologia , e nelle cole della religione ,  non fono pure ben d* accordo tra loro gli uo-  mini dotti qual fia da preferirli . Se per Pla-  tone fta P ufo , che moftrano averne fatto i  primi Padri della Chiete: nè anche Ariftotile  va privo in tutto di fimi! pregio , mentre al  riferire d’Eufebio nel libro VII. cap. XXXIL  della Storia Ecclefiaftica , in Aleftàndria , an-  che al tempo , che i Dottori Apoftolici rif-   pJea«    plendevano , l’Ariflotelica (cuoia fioriva. Gle-  mente Aleffandrino lib.V. Stromatam, riferita,  che Ariltobolo con molti libri provò, la (liofoba  Peripatetica dalla legge di Mosè,e dagli altri  Profeti derivarli. E Gioleffo nel lib. I. contvaAp*  pìonem , infieme col mentovato Eufebio nel lib.  IX. cap. V. de preparatane Evangelica , recano  un luogo di Clearco,ditapoIod’ Annotile, da  cui fi fcorge, come quello filofofo, eliendo m A-  fia, tenne lunghi, e fciendfici ragionamenti  con un dotto , e favio Ebreo , da cui apparo mol.  te belle, ed eccellenti cofe ne’ Divini libri con*  tenute . Anzi fu opinione d’alcuni , che lo «el-  fo filofofo , avendo avuti per mezzo d Alelìan.  dro i libri di Salamone , molte cofe da quelli rac-  coglielTe,e trafportalfene’ fuoi .Ne mancarono  fra moderni ( lafciando per ora da parteltare i  libri de vietate Arijlotelis , de f alate Anflotchs ,  ed altri limili dati fuori ) chi comparazioni tra  la Scrittura facra , ed Ariftotile facendo , s in-  segnarono a tutta lor polla di moftrarc, eh e-   alino pattano d’accordo , come Giorgio Trape-  zonzio, Giovanni Zeifoldo , AgofiinoSteuco,  ed altri . Sopra così fatta lite pertanto a muno ,  s’ io non vado errato , difpiacerà il prudente   giudiciodi Melchior Cano, (limato meritamen-  te dall’autor del la Lettera il maggior ornamen-  to della famiglia Domenicana. Divo Augufli ,  wofdice quell’ autore nel lib. X- cap. V . de loets  Tbeologicis ) Pialo fummus efl : Divo Tbom   Enea Gazeo , di Teofìlo Patriarca d’ Antio-  chia, di Lattanzio Firmiano, d’ Eufebio Ce-  fàrienfe, d’ Epifanio, di Gregorio Nazianze-  [ no , di Girolamo , di Crifoftomo , e di Teodo-  reto, ne’quali, tutti concordemente biafima-  no , e {gridano Platone , e la fua fìlofòfia , co-  me quella, ch’era fiata l’origine , ed aveva  dato palcolo, e fomento ad infiniti errori , ed  erefie. Ecco adunque , che Ariflotile non è  fiata la fola pietra dello fcandalo : ecco eh* egli   non    i    Digitlzed by Google    f    188   non è l’unica cagione di tutte V erefie : ma  Platone fenz’alcun dubbio, in quella parte lo  fupera, ed è flato guardato di malocchio da*  Padri; e l’ accollarli , ch’egli fa in qualche  modo più a noi , è ridondato in nollro mag-  gior pregiudicio . Di qui fu però , che negìi  ultimi tempi , quando Giorgio Gemillo , il  Cardinal BelTarione , il Cardinal Gufano , e  Marlilio Ficino illullrarono , e fecero rifiori-  re la Platonica limola, quali tutti nonpertan-  to {limarono miglior avvifo, o almeno minor  pericolo, attenerli tuttavia ad Ariflotile. Sen.  tali lòpra ciò 1’ avvedutiflìmo Giovan Fran-  celco Pico Mirandolano , il quale nel libro 1 V.  capitolo IL del fuo Ex amen vanìtatis dotivi,  ttee gentium , in quello modo lafciò Icritto.  Alti nihilominus , Platone poflhabito , haferunt  Arifloteli , exiflimantes illum noflr & exatìe,  fed in comuni defumta ) prxbere aditum faci -  lius po/fit , quam Arifloteles , qui rationibus ,  non fide , foleat plurìmum & fere femper inni -  ti . Ma il talento di avvallare Ariflotile , e  cacciamelo del mondo , e della memoria de-  gli uomini; non ha lalciato Icorgere all’ au-  tor della Lettera, non dico le lodi fue ; ma   nè    Digltized by Google    nè pure i biafimi, «Squali i medefimi Padri  ne’medefimi luoghi, in cui nello ripigliano,   » anche il fuo maedro fogliono non punto di-  verfamente trattare . Per cagion d y efempio  nel capitolo XJ. del Libro intitolato Regala  Monacharum , a S. Girolamo già attribuito ,  fi leggono quelle parole ; Attende , & tu fa-  tuorum fapientum princeps Arifloteles . Elleno  però fono Hate tolto notate dal nodro auto,  re , e nella lettera aliai avidamente inferite :  ma queir altre: Verum non fine labore didicu  ) fii tuam Japientiam fatuam Plato y folamente  due verfi lontane,* e quelle ancora aliai vicine;  Non banv fatuitatem doéìijjimam Athenis Plato  didicit , non Arifloteles y non Anaxagoras > non cete -  rorum fiultorum mundi fapientum turba percepita  non fono Hate avvertite da lui , nè notate ,  non altrimenti, che feo non iforitte, o rafe,  e cancellate Hate li fodero. Ma che diremo,  che dopo quel detto da lui in difcredito d* A-  f rillotilc recato , immediatamente al medefimo  . filofofo quedo elogio è teduto, o leurato fi mil-  mente, non fo come, c tolto agli occhi del  nollro autore? Et fi fueris abfque dubitano,  ne prfdigium , grandeque miraculum in tota na+  tura y cui pene videtur infufum , quicquid  naturai iter efl capax humanum genus , 43c.  Le quali parole anzi della foiocca abbjezio-  > ne , e viltà del Chiofatore Arabo, che del-  la gravità Geronimiana tenere mi fcmbra-   no    ►    Digltized by Google    r    190   no (*) Vero è però, che da tutti i Critici efl  fendo coiai opera da quelle di Girolamo fe pa-  rata , e come lavoro di più baili tempi , non   fu*   (*) Averroe nella Prefazione alla Fifica 4 parlan-  do d’ Afiftotile difTe : Talem ejfe virtutem in indi-  viduo uno tniraculofum & extra neum exifiit . A che pa-  re , che corrifpondano qtìeft e parole : Si fuerir ab -  fque dubitation e prodigi um 3 grand eque mìraculurn in  tota natura . Averroe ancora fopra il libro JL della  generazione degli animali , così lafciò fcrirto : Lau*  demur Deum , qui feparavit lune virum ab a li ir in  perfezione 5 appropriavitque ei vltimam dignità tem  bumanam ò quam non omnis homo pottft in quacum -  que £tote attingere . Alle quali parole s } accofta-  no ùmilmente quell* altre : Cui pene videtur infu -  fum , quicquid naturaliter efl capax bumanutn gsnut .  Di qui fi può formar conghiettura , che cotal Li-  bro non fia flato feri ero prima del 1150 , in cui fio-  rì Averroe . Oltre a moire voci de 9 tempi baffi , e  parecchj veftigj di fcolaftico , e Parigino idioma ,  che vi s* incontrano y e che pofTono fervire per  confermazione di quello 3 maggiormente ancora  tutto ciò fi ftabilifce dalle parole , che fi leggo*  Do nel capitolo X. Ut quafi quorundam pbilofo -  pborum videretur in eis verificavi opinio , qui unam  ponunt in bominibur univerfir animar» folam . La qual  è opinione venuta fu ne* tempi baffi ,dai rappor-  tato Averroe mefTa fuori e difefa , impugni 3 da  S. Tommafo,e finalmente condannata nel V. Con-  cilio Lateranefe alla Seffione Vili. Ma perchè per  . altra parte nel capitolo XXXIV. , e XXXViU’  dell* accennata opera fi fa menzione del pranfodo-  po nona ne’ dì di digiuno ; il qua! ufo s* è nella  Chiefa confervato fin verfo il fine del XIV. fecole 5  perciò potrebbe argomentarli 3 che il Libro non fof-    f    Digitized by Google    . *9i   fna giudicata * (**) non era da farfi arma  fuor di ragione contra lo Stajprita del  nome d’un tanto Padre . Ben piu vantag-  giofo e per V autore della Lettera , e per la  verità flato farebbe , eh’ egli nelle vere ope-  re i veri '(entimemi di sì gran Santo intorno  a ciò rintracciato , e quafi fpigolato avefle ,  mentre in quella guifa il perfeguitato Arifto-  tile dal glorificato Platone non mai guari lon-  tano ritrovato avrebbe - Come (opra il capi-  tolo X. v. XV. deir Ecclefiade . Lege Plato-  ne m : Arifloìdis revolve verfutias y & proba -  bis verum effe quod dicitar : labor flaltoram  affliget eos . Sopra il Salmo CXL v. Vi. al-  tresì. Nane ipji hareticì licet per Arìftotelern y  & Platonem videantar fimplicitatern Ecdefi  e fin dove fi debba  fèguitargli • Poflòno è vero accodarli f chi  piu , e chi meno a* dogmi della noftra re-  ligione , fecondo i fonti da* quali attinie*  ro le loro cognizioni ; ' ma non è però  giammai da fperare , che ferifcano il fe.  gno , perchè le tenebre , nelle quali vi-  veano , loro non permettevano d y arrivare  tant* alto . Altro dunque non fi può in  /quella parte , che com piagnere la mifèria,  e infelicità loro : per altro il biafimo , e  la lode non ha propriamente luogo fòpra  elfi ,?fe non quando fi confiderano • da fe,  come puri filofòfi , e fèparatamente da* do-  gmi de* Criftiani. T   Ora palliamo a dilcorrere brevemente  dell* idea generale , che P amore della  prefènte Lettera ha avuto ; il quale ha  divifato > che la difefà di Renato Defcar-  tes fia la difefa della filofofia moderna , e  la condannagione d* Ariftotiie fia la con.  dannagione cella volgare.   Incorno a ciò è da avvertire , che la mo-  derna filcfòfia non è in modoconftituita dal-  la filofofia del Defcartes, che Cartellano, e   N Mo'    Digìtized by Google    194   Moderno fìa la medefitrià cofa. E 1 ben vero,  che non fi può eflère Cartellano lènza eflère  ancora Moderno; ma non è vero, che non  fi pofla eflère Moderno fenza eflère Cartefia-  no , Per la qual cofa la filolòfia Cartefiana  fi ha alla Moderna , come la fpezie al gene-  re. Ancora è da notare, che avvegnacchè la  volgare fiJtfofia abbia voluto unicamente ac.  taccarfi ad Ariftotile , tuttavia eflèndofi ella  lèrvira per intenderlo dell* ioterpetrazioni de-  gli Arabi , i quali per l’ignoranza delle lirt^  gue, e per mancanza d’erudizione, peflima-  mente 1’ hanno iotefo: nè lette avendo gli  Scolaflici quefte interpetrazioni nell’idioma ,  .in cui da’ loro autori erano fiate fcritte ; ma  dall’Arabico trafportate in Latino , o come  alcun dice , in Ebreo dall’ Arabico , e po.  fcia dall’Ebreo in Latino trafvafate ; può et  fere per ciò aflai facilmente avvenuto , che  la mente d’ AriflotiJe per lo diritto intendi-  mento prefo , fia del. tutto oppofta a quella  degli Scolaflici, e cosi la mente degli Scola.  Ilici a quella d’Ariflotele. Ora di qui ne fé-  gue, che come vituperandoli, e condannan-  doli i modei ni , per avventura nè fi vitupe-  rerebbe , .nè fi condannerebbe il Defcartes ; '  così per l’oppoflo lodandoli, e difendendoli  il Defcartes, può eflère , che nè fi lodino ,  nè fi difendano i moderni . Similmente fi c-   come vituperandoli , e condannandoli gli Sco-  la-    Digitized by Google    lattici, è facil cotti, che nè fi vituperi, nè  fi condanni Arittotile • cosi potrebbe dare  il calo, che vituperandoli, e condannandoli  Ariftotele , nè fi vituperaflèro , nè li con-  dannaflèro gli Scolatici , eh’ è quanto dire  la filolòfia volgare. E* ben vero però, che  quell’ ultima . eiTendo colà dilEcilittima , e  preffochè imponibile ; perchè non è da cre-  dere, eh’ elfi Scolatoci perverlàmente inten-  dendo Arittotile 1’ abbiano migliorato : ma  piuttotto piggiorato affai ; cosi il vituperare,  e il condannare Arittotile pare , che provi  molto quanto al vituperare , e condannare  la filolòfia volgare . Ma per 1’ oppofta {ra-  gione il lodare, e il difendere Renato Dett  cartes non pare, che provi tanto per quello^  che fpetta al lodare , e difendere la filcfofia  moderna;.. .   Perbene adunque, e acconcia diente difen-  dere, e lodare quella filofofia, {ómbra di me*  ftieri cercare il fuo verocottitutivo, dalla bon-  tà ^.o difetto del quale, la lode , e il bia*  fimo ad eflà Umilmente fe ne derivi. Ora  quello , che fembra la filofofìa moderna  conttituire , e alla volgare degli Scolali ici  immediatamente oppofta; renderla , fi è lo  lcotimento del giogo Peripatetico , e di  qualunque altro particolar filolòfo ; e la  pura ricerca della verità. dove , e in qua-  lunque luogo ella fi fia . La ichiavitù nel.   N * la    196 . .   la quale, feguendo gli Arabi, gente d f ani*  ino baffo , e fervile , avevano pollo il loro  intelletto gli Scolaftici , per ellere dapper-  tutto fparfi , e difufi, s’era ancora dapper^  tutto difufa , e inoltrata , ed avevano cbbli*  gato tutto il mondo a non filofofare con al-  tra mente , che con quella ' d* Ariflotile •  Avvegnaché fopra infinite quiflioni di filo-  lofi a 7 col là pere* la mente di quello filofo-  fo, non fi fappia per anche nulla y tuttavia  eglino s* erano immaginati di làper tutto ♦  Nequc erìnn- Philofophum ; ( cóme dice Gio-  va n Francefco Pico ) fed Pbìlofopbi* legem  pkrique omnès arbitrobantur . Quella però è  la cagione, che fi fono veduti fopra tal qui.  ftionepiù libri, deflinati ad eliminar la men-  te d’ Ariflotile,' che a ricercare la lidia veri,  tà della colà . Molti hanno incominciato a  riflettere , che quello era un travaglio molto  penofò , e che il frutto non -iftance era aliai  tenue. Hanno offervato, che per quella via,  al più non fi’ poteva venire in cognizione che  di quanto fapeva Ariflotile , che vuol dire  di pochiflìme cofe , rifpetto a quelle, che s*  avrebbono potute fcoprire . Dove 1* altre ar-  ti al tempo de* primi ritrovatori • fono Tem-  pre comparlè rozze ,     19 7   tempi d’ A ri Rotile >' di Piatone , di Demo-  erito, e d’ Ippocrate , molto fi làpeva per  squelPctà, allo ’ncontrocol tratto del tempo  era venuto anzi perdendo che no, e le fet-  enze s* erano piuttolìo abballate , e o Taira te,  ^he illuflrate, e innalzateli , com’era di ra-  gione - Conchifero adunque , che quello mo-  ■do di filofofare degli Scolatici èra irragione-  vole , e barbaro , e non tendeva ad altro , che  a coprire tutto il mondo d’ una miferabile i-  gnoranza, mentre , come avvertì anche Sene»  .Qui aitimi fequtiur tiibil inventi , imo ne*  que quarti.. Lorenzo Valla Romano fu il pri-  , che a’ adpprò a trarre la filofofia del mi.  fero fervaggio , in cui li giaceva , inoltrando  èllere lecito fentire diverfo da Ariftotile co*  duci tre Libri Diale Elie arum difputatwmm , che  fcriflfe a ^quello fine . Anche .Giovati Francei-  co Pico Mirandolano ne’ tre .ultimi Libri del  fuo E* amen vanitati s dottrina gentium , molte  colè difputò contra lo lìdio filofofo ; e mol-  te altresì ; Lodovico iVives ne* fuoi Libri de  cauffts corrupanrm artium , per non dir nulla  delTelefio, del Patrizio i e d’altri fomiglian.  ti ,ii quali pure tennero la ll'eflà via . Die*  tro le velìigie di coltoro Galileo Galilei in  Italia, e Prancefeo Barcone, in Inghilter-  ra inftituirono Un modo di frlólòfare libero,  e del tutto oppolto, all’ antico. Scola Iti co, e  gittarono le prime fondamenta di quella ft-   r«o n ? • ■ io.    t98   lotcfia che fi chiama Moderna/ non perchè  fidamente ora Ì fuoi principi fieno /tari po.  Iti in ufo; che Tempre, e in tutti i fiecoli gli  uomini ragionevoli altra via non hanno mai  tenuto ne! tilofcfare; ma perché dopo ? in.  fezione orribile , e univerfale degii Scolaftick  iqtiali amava n meglio di fcioccheggiare coti  Ariftotile, che con altri tàggiameme'iditcop*  rere , come alcun diffe j q netti ottimi pria,  eipj fono fiati felicemente richiamati , e pa.  fti in ufo da moderni . Aperta cosi Ja fi rada  da queftì due nobili, e valorófi ingegni . «  primo de* quali fu il primo ancora , che chia.  mo in ajuto della filofofia le Matematiche,  e che con profpero avvenimento Je v’ intro-  dufie; comparvero ben tofloCartefio, e Gali   , do ?r, r £ na . altri ec.   celienti filofofì, i quali t a n te ^ e sì diverte   ecfe e in cielo *, e in terra difcóprirono , e  cosi fatto utile recarono a tutte I» altre arti ,  e fpecialmente alla Medicina , che ben fece,  ro conofcere cogli effetti, quanto infelice, e  miterevole fia la condizione di qpefti aridi ,   f d, g' 1 ™ d* Ariftotifc ; e quanta fia   la necetfita di battere altra via per ben fìioi   babugemus in Italia Galil quotiefeumque ipfi permittitur libere quo*  cumque vagari. Verumenimvcro nec argumen -  ta in oppofitum defunty pracipue quantum ad  pbilofopbiam . ^Ecce quanam plus minufve . /.  Ouod nonHdeo rerum fcìentia aequiritur y fla-  tim ac auttpfis innotefeit opimo 5 quacumque  aliter fentiendi , aut fcribendi pr aclu fa facuh  tate . Ih Qupd fape fapius temporis multum  fruflra tranfigitur , germanum vefligando prò*  prii auttoris fenfum > fpeciatim in aliquibus con-  troverfiis y quas ipfe fubobfcure refolvit : III  Hinc ea penitus non declinari y qua timentur  abfitrda , hoc efl circa opinandi libcrtatem ;  Magifler enim nonnibil acutuSy auttorem quem-  piam ad proprhtm fenfum jugiter potè fi expo -   . i ntn -    Digltized by Google    tot   tendo trabere , ita ut in eunlfis fihi patroci.  nari videatur. IV. Quod in pbilcfapbicis libe .  rum unieuique effe debeat fuopte nutu de re.  .rum natura fentire , & quod fcrutanda veri,  tati plurimum obefl ita jur are in verba dolio,  rum, ut borum auHoritatì , baudquaquam li.  eeat refragari.V-, Quod iflopotifftmum loco  Divi Atfguftinì norma m fequi cportet , adferen.  tis , quantavis auiloritate , ac fanlìitate fulge.  fit aliquis aulior, ipfi tamen indubitatum , fir.  tnumque affenfum co folum effe prabendum ,   ? to rationes ejus illum a nobis extorqent . VI.   andem Deum onice. effe , cujus auHoritati ,  nipote maino infallibili , fit tace fidendum.      «   I 3    4 t 1 » i    INE.     0 •* •           )    Digitized by Google    :t \    2O3    INDICE    ; u    • * * • M    s i    Delle cofe notabili , contenute nella  preferite Lettera , . e -nell’; ; ;  Offer vazione .■    M *    * •     » si    pone in Dio. 84. gran fbfifta. 147. 148  AriflptplicìJ Vedi Perl pitici . Tjf J   AriflotUe rfòvetchia autorità dataglida alcuni 8  . * 1 ?4- condanna Platone, e n*è riprefo. 1 j.fiioi  * : ièguaeV eretici . 30Ì 38. 15 9. pròBaMJifti . 95  venerato còme idolo. 30. i59.bia/tmatoda >  fanti Padri .. 32; 35^4. 35. 154. 158. 191  da altri . 40. 41. 45. fuoi libri condannati .  35. 36. notato di gravi errori da’ Padri , ed  r , altri. 41. 4Z. 43.,'fu uno de 9 maggiori filo-  . lòfi delia Grècia 44. fu chiamato in giu-  *5 ^icio . 44. fuoi principi bugiardi . 44.; infa-  mato da 1 fuoi feguaci lteffi ., 45-46. fe ve-  nifle ora al mondo fi difdirebbe. 103. 104  c noniftimò di dover eflère norma univerfà-  le . 107. e 1 origine di tutti gli errori de  interpetri. i^.fwacrfcurità. 148. 149. è  li ìóJò tra tanti filofofi,(:he fia ftudiatq, fxid ila  V n izio ne deIL*iTOii\c> biajtj ma|? - 1*   - immortaJi^delranima.24. 153. fua Logica  T fofìftica . 154. lodato affettatamente .169  flrabocchevolmente biafimato> 170.. 172  giudici retti fopra il medefimo . 171. non  •%• •   C Ano ( Melchior ) ; Tuo elogio •: 38. giu-  ì dicio del medefimo intorno a Piatone ,  . ; e jAnilotile. ; !.. 183   Capitone : fct raggiante i, ; ■ ... ; 106   Caramuele ( Gio. ) : ilio prelag io intorno al-  , la filofofìa Cartefiana. . {, 120   Cartefto ( Renato ): lii che fondamenti pian-  « tane il fuo fiftema - 53.. fiioi principi giu*  ili y e buoni. 55* 114. fuoi fèguaci. 56. 57  «‘ fo*! 64 . 66. 67. 68. 70. fuoi protettori 64   ; 67. .converte la Regina di Svezia . 64. e   . altri . 65. lupi fentimenti fi conformano  v «> n que , de y Padri. 57, 58. 60. 1 14. 1 15  ; 116. n8. chiamato il refu gio de J cartoli-  . • 65* onori fattigli. 65. calunniato dalle   univerfità Protettami . 70. fuoi nemici -  70. 71. 88. fiioi difenlòri . 71. 72. pone  per primo principio il dubitare . 87-fua prote-  it azione , $7. a ma d’effère corretto. 88. per-  chè fine meditate una nuova, fflofofìa. 116  lodato dal P. .Merlènni . 118.119. s’uniforma  fo’ftntimenti di Platone. 121. fuoi coltami.   : Ì21. iiz. 123. giudicio fòpra il medefi.   ino del Malebranche . 180. fua filofofia  -difefa dalle migliori univerfità d’Europa.   61. ù    Digltized by Google    »Ojr   61. fi dee antiporte a quella d* Ariftolile.  114. è veramente Criltiana . 116. lodata.  11 9. prefagio del Caramuele intorno al*  la medefima- 120. è tratta dalla Genefi •  121. perchè contraddetta da alcuni. 124  ha dato motivo a molti di dar in pazzie .  ed empietà. 179. fuoi difetti , 'i8o. 181. U  ha alla Moderna come la fpecie al genere.  194 Cartellano , e Moderno non è lo   fteflq. 19+   P. C a fati: abbraccia la fìlolòfia Moderna. 66  Caffi ni: fila oflervazione . ili   Celfo: contrario a J a bolero. 107   CeJ alpini ( Andrea ) .* fua. (coperta. 109  P. Charlet : amico del Cartello.. • . 66   Cbiefa: fua dottrina è la vera fìlolòfia . 126  è interpetre degli arcani Divini . 163. Ve-  di Teologia .   P. Cbirchero ( Atanafio ): proccura 1’ amici-  zia del Cartello . , ■ 67   Clemente ( AlefTandrino ): non iftimò, che i  Greci fi giuftificafièro per mezzo della fìlo-  lòfia. ■ .10   Cicerone ( M. Tullio ) .* divinizzato dal Nizo-  Ito. 172   Cielo : (ita grandezza , materia , e moti igno-   ti. • . . .• '• '>'••• ' 81   S. Cipriano ( Martire ): fao errore . 16 1   P.Ciermans : loda il Cartello. ■ - 68   Concilio Latermefe V. : filo luogo alla Seflìo-   ne    Digltlzed by Google         to8   Tie 8. fplegato .    D ■Daniel ( Niccola ) : impugna il Carte-    bracciata . 48. fua opinione intorno alla   i . . •   P- Detei: Cartellano . 62   Defcartes . Vedi Carte fio.   Digiuno ■: fin quanto abbia durato nella Chie-  *'• là il pranlò dopo Nona. 190   p. Di net ( Giacomo )ì amico del Cartello .   • 67. 88. >   Dio: è la prima verità. . 163   Difpute : la verità fogge da eflè . 5. fono un   tormento degl’ingegni . 6 . hanno diftrut.   * to la filolofìa . 87. 89. 90. altro lor pelfi-  -■ mo effètto. 137. Vedi Filofofi i Perìpate.    E Berardo ( Gio. ) difende il Cartello. 71  Epicuro : plagiario. 49- commendato da’  Padri . 49. 50. 53. fua filofofìa abbracciata.  48. 51. 53. anche da’ Padri . 54. 55. meri.  •• tò della medesima . 49. 53. illultrata dal     tiri) Sette.    E    Gal'    . ; 209   v ; G^irenaiv T " - ; ' 5 °   Erbe : non fi fa la loro virtù •' 80   Ereboore : ( Adriano ) : Cartellano. ■ . 7 O  Euclide: fuo detto ’ ; \ r \ * : f ’ 14 >   Eunomiam: giurano 4 filile parole d’Ariftotile.   - ^ 59 . ,   Etintìniicr: compagno d’ Aezio nell’erefia . 29   ‘ ^ fi vanta di conofcer Dio r . 7 6 : è riprefo da   ’ Bafilio. ' ’ " : i ! ' , 7* 77 .178   Eurìpo : fuoi vortici non fi fa donde derivi-   ■ ' • 81    no*. « , .   • .op * u:- t \ r r *jLvì r   r f r   *• » /i # ' »IA «4 • al * ,1 *l*v* • 1 I • #   5 " Fabbri i abbraccia la fìlofofia Moderna.   p. Farvagtie : difertfore del Cartefio. • 5^  Fede : 'richiede fommiffiorie. 34. Vedi Chic.   • *'/», ‘ : v>- ! v .   Ecmrib( S. Vincenzo ) : introduttore dell In.   '• cfuifizione. * * .. . .. . 34   Fìlopono X Giovanni ) .* eretico . ^ ' ■ 2.9   Filo fof are : è permeilo à tutti . -ir. liberta di  •' éffo . l 72. 97- 99: 1?8. die fine deb-   : bà avere.' • ^ ^ — ^*54   Filofofi'r contrari a fe medefimi .' 74. ton-  ’ dano i principi del fi lofofare foli’ igno.   •' ... .-L 'i. a_ . 1 14 fri-    • I • « »    » « t  “ « •.    ?» tii.t 22.'fonó amanti delle favole .  • i-! o *J°»    1    Digltized by Google    ZIO   330. dicono le maggiori pazzie. *3 1. fé. ne  - può trar bene, e male per la religione , 19^  non poflòno eflère biafimati di queftó *191.   • non bilbgna fperare , che parlino da Cri-   tìiani. 193. biasimo 1 e lode quando abbia,  luogo lopra euì. ' 19 )   Filofopa: commendata’ da’ Gentili ) $ da^Pa-  dii. 8. 9. io. 11. ip. non è fapienza..rV7^  : non è altro che opi nazione. 80. 162- non  . ve n'ha al mondo. . 8 3. 87. divife in mille  fette . 89. 90. 129. fua incertezza . 00. 91  130. non abborrifce Je novità * 98. fogget-  ta a nuove (coperte. 100. 101. ancella del.   . la Teologia. 127. 129. è (tata ritrovata per  efercitazion dell’ ingegno . 130. Jia avuto  t. origine dajle fàvole de’ Poeti . 130. . non è  . contraria a tutte le. favole. 131.nan.haan.   cor trovato la verità. .,-y '^64   Filofofia Antica : fua / debolezza . j Hj-è up   • giuoco fanciulldco . 199. Vedi Àrtjlotùc ~ y  . 'Peripatetici t Scelffiiai •  Fihfofià, ' Moderna : malamente n; ’4 • v - . 198     ‘ " j; - :l ;;;;i 51   Gtfitttr:' hanno partkolar irtftituto di feguita*  c re Ariftotile. 65. molti hanno abbracciato  la fìlofofìa Moderna*. 66. 69   Gianfenifla : titolo proibito in Francia. 93  G indie io : norma .da tenerli nel. dar gfridició.  .cr 171. noti bifògna dar negli cftremi. ■ 175  Giureconsulti : non fono così pertinaci , come  v : i iPcripa tctìdl*;! f: >\ fi j . vui !;; .1,06.107  Giuflino ( Martire ) : convertito per mezzo  -ideila fìlofofìa Platonica i \ :U iV *7  f. Grandamy : amico del Cartello . 68   O 2 Gran*    i    212 .    Grandini: non fi fa cóme s’ingenerino. 8r  S, 'Gregorio ( Nifleno ) fuo elogio. 53. Epi-   _ laureo. . .. 53- 54   P. Grimaldi : abbraccia la filofofia Moderna.   • L ^ •   ^ ' t   \ * ; , M • - » . • ■ \ •   «•..*# t 4 ( / 1 »» M « ^ 1 f » V •      * ' i »»•'   #..*•> « y i »    ♦ • f . r    I * *    % 4   \ * •    I Gnoranz* ì & uo panegirico. 1 -- : % V« % ’  Incendy: ne* monti , non fi fa come fi  i-ì facciano. . • *:,. ' \    r . . » .   ^ . »... » ir f-.' % » “ 1 .   «ili i • » r - •    r ■ ■» M ' • « 1 » t : ♦: io5   i Lampi : non n fa come s’ ingenerino.   .    ci. ;   P. Lupi : fi fa Cartellano. 56. perchè. 57   ,   ? . S . •   Stoici : negano 1 * opinarionì . 83. lofpetti ap-  po i Romani. -    * '    T Affitti - f Alefiàndro ^ : fuO prefagio in-  torno ad Ariftotilc verificato a 120    ■Temiflio: eretico. ’ *9   Teologi: loro> difetti- • • 1 ^ 9 - * 4 °   Teologia : le novità in eflà fimo pericolofe . 98  ammeflè dagli Scolali ici. 164.133. è regina  delle fcienze. 127. non ha che fare colla fi-  , lofofia.127. 128. ha ritrovato la verità. 165  Icolallica non fi dee riprovareperchè fa ufo  . • d* Arittotile." . » 7 ?   Terremoti : non fi là come fi facciano . 81   Terra : ignoto fu qual baie fi libri , e quanto  Ila grande. "8*   Tejt pubbliche : loro abufo al tempo del V.   Concilio Lateranelè . *77   Ticcùne: file {coperte: • ” ^   S. Tommafo ( d’ Aquino ) : come , e a che   fine iludiafle Ariftotile . 46. fuo lamento .   * . * » • • , ,   47 - ' • - _    Digltized by Google    iZlO   Tmricdli : .dio ritrovamento . . ' jio   De Turne ( Simon ) : perchè acculato d* ere-  fia. , ... 22    f   • f    V   ' “ f*** j    »' i • ■* ^   * • • ♦ I    V ' Alla ( Lorenzo .) r Tuo penfiero appro-  vato dalNizolio. 144. Fu il primo a li.  re: nega Topinazioni. 83. fua fetta  fofpetta appo i Romani. a 9 *    i • |   ' 12 FINE.   Mi 2 cZ£/o2o     «    Digltlzed by Google    1    \    /       t ' ’ \ !   « • k » / »    - . *f      .. t „ • »,   > « 4 ) * • ' • ' *• -Vr c. ..      «- 'r*. *"•   > *. • i i'* t •*...    . *"ì   r •   ♦M' .      • t •-    W .  ^     » •  4 »      r V * • • .   I • « i • }    «vi   », 9    \ ■' Wl {   i   *■ vii' ^    m «'.'i i • # . •% r • . • *   f vi • a.« 4 4 « • w • ' ^ ►    • * • - {•• * i»# » » *   i «# i» • j,    1    . ì    9 ' r   4 »    #    fi    . r • i , . « ff » »   * l «. « fc li . A,' i    A.    ■T '   ?    r    :t    t   • % « « / ► . •    r /*• # • (/ r*  i t » Il    / -5    : ^    1 /     «    V     I    .r^A:    V,      w   (    ' -    t   »   c |    <* .    4    «    \    Digitized by Google 

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