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Monday, August 15, 2011

As from Libro Quarto onwards

DALL'ANNO 1528 AI NOSTRI GIORNI.


I.

Dal XV al XVI secolo.

Nella storia di Genova, come in quella di tutta Europa, grandiosi avvenimenti segnano, con una demarcazione sensibile, il passaggio dal secolo XV al XVI; una demarcazione che chiude il medio evo ed inaugura l' evo moderno.

Il commercio, fattore massimo di civiltà e ricchezza di tutti i popoli, si svolse finora, quasi esclusivamente, nel Levante, monopolio delle repubbliche marittime italiane; ma caduta Costantinopoli nelle mani dei Turchi, quelle repubbliche si videro chiusa la via delle grandi colonie, dei traffici potenti, con rilevante danno proprio e degli altri popoli europei. Ma ad un Genovese era serbata la gloria di aprire, se non alla patria sola, all'Europa tutta una nuova via commerciale più vasta, più florida, più ricca della perduta.

Cristoforo Colombo , cui Genova ebbe 1' onore di dare i natali, vagheggiando la scoperta di una nuova

via per andare alle Indie Orientali, buscando el levante pel ponente, nel 1492 s'incontrava in terre ignote che costituivano un Nuovo Mondo, nel quale subito si riversò tutta l'onda europea smaniosa d'oro e di conquista.

Le condizioni politiche tristissime in cui versava Genova in quei giorni, sono sufficienti a giustificare l'inerzia della repubblica dinnanzi al disegno del suo immortale concittadino; il quale, d' altra parte, forse appunto pensando che non avrebbe potuto eseguirlo, neppure glielo offerse, mentre per contro parrebbe che non pochi privati genovesi fossero interessati nella spedizione delle tre caravelle partite da Palos il 3 Agosto del 1492.

Comunque sia, la scoperta dell'America produsse una tale rivoluzione nel commercio internazionale che Genova ne risentì gravemente, nella finanza e nella vita civile. Chiuso il commercio del Mar Nero, dove possedeva le più fiorenti colonie, privata di Pera e delle isole dell' Arcipelago greco, la nostra repubblica si può dire ch'ebbe tronca la sua esistenza; chè limitata al suo territorio di terraferma e alla padronanza della sempre ribelle Corsica, era ben poca cosa di fronte al regno delle Due Sicilie, ai ducati di Savoia, di Milano e Toscana, più vasti di territorio e più naturalmente floridi.

Se la repubblica di Genova non fu soppressa, come la repubblica di Firenze, più che a virtù propria, lo deve alle cupidigie di Francia e Spagna, le quali non potendola avere entrambe come provincia soggetta, se ne contesero il predominio per quasi tre secoli, torturandola, lacerandola in mille guise. Quindi da questo istante non assisteremo più a imprese gloriose e produttive, ma ci parrà d' assistere invece, tranne brevi periodi, ai sussulti d'un corpo agonizzante.

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