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Saturday, August 13, 2011

F. Campora, pittore genovese

SE Francefco Campora non fu uno de'primi Pittori, che in quefto fecolo fiano fioriti; almeno fu tale, che noi dobbiamo rammemorarlo con lode; percioc^ che, non folo nel fuo dipingere forpafsò la mediocrita , ma di più andò vicino all' ottimo: e raggiunto l'avrebbe , fe incontrato avelie forte migliore .

Egli nacque in Ruiolo, luogo della Polcevera. Suo Padre Lazzaro vivea colà con qualche agio per la rendita

d'alcuni

d' alcuni fondi, che vi poffedeva; e però non avendo bifogno di penfare per lo foftentamento di fua famiglia , tutto era Affato in penfare alla buona educazione del figliuolo, ■

che faceva arduamente inftruire nella pietà, e nelle uma- Di ne lettere; né lafciava intanto d' oifervare gli andamenti di Francisco lui. E ben s'avvisò, che quefti inclinava ad effer Pittore; AWOKA* mentre il vedeva fpeflò trattenerli in manipolare colori, di cui pofcia tingevane or le pareti, or le porte di caia. Laonde il prudente Genitore deliberò di fecondarlo . Condottolo dunque a Genova, l'appoggiò alla difciplina del Pittore Palmieri, fotto cui (lette Francefco alcuni anni, e vi prefe pratica nel difegno, e nel colorito per si fatto modo, che già dipingeva con qualche aggiuftatezza. Giunto però a maggior difcernimento; e conofcendo quanto al primo Maeftro l'offe fuperiore Domenico Parodi, Pittore di quell' eccellenza , che addietro narrammo; a queft' altro pafsò , frequentandone la fcuola con tanto ftudio, e fervore, che in breve fi vide tutto cambiato; e fpecialmente ben imbevuto della retta maniera di difegnare.

Quindi efeguì alcuni lavori, che gli produffero qualche iìima . Tal fu un a frefco, che egli conduffe nella pr'incipal parete del luogo della ricreazione deTP. Filippini incapo alla ftrada Balbi; ove figurò San Filippo davanti alla Vergine: ed un altro a frefco efpreffivo della Pace, dipinto nella volta d' una flanza dentro il palazzo del fu Sig. Pietro Maria Giultiniano.

Ma perché quefto Pittore non era per anche ben contento di ciò, che faceva, pafsò a Napoli; e quivi fi die di nuovo a fervorofomente ftudiare nella fcuola del Soli» mena; fotto del quale affai profittò nel ben colorire . E buon per lui, che già fapeva il difegno: altrimenti poco in ciò avrebbe potuto imparare da un tale Maeftro. Or in_. quefta occafione fi formò il Campora una maniera, che molto accoltavafi al viftofo colorito del Soli mena. Pofcia a Genova fece ritorno; e qui molti lavori compofe, fpecialmente per le Riviere.

Pafsò dopo alcuni anni nuovamente a Napoli; e vi fi occupò lavorando fotto la direzione del prelato Maeftro. Quefti guardò Tempre il Campora con occhio parziale; rnafflmamente, perchè il vedeva copiare con tanta accuratezza . ciò , che gli proponeva . Onde alcune copie commifegli,

Di che efeguite danno indizio di aver a durare più a lungo Francesco ctegU fteflì originali del Solimena, avvezzo in ultimo a dipingere con foverchia forza di tinte; e perciò i quadri da lui fatti nell' età avanzata facilmente perifcono.

Partì da Napoli il noftro Artefice, e pafsò a Roma, ove qualche tempo fi trattenne con notabil vantaggio de' fuoi ftudj . In quella città ebbe occafione di dipingere una tavola per la Ghiefa del Noviziato de' PP. delle Scuole Pie, detta di San Lorenzo in Pifcibus, nella qual tavola efprefle S. Giufeppe Calafanzio rapito in eftati nel celebrare la Metta. Ma ella poco piacque: onde dopo alcuni anni fu tolta via dall' Altare, fu cui era locata; ed in fua vece ve ne fu foftituita un' altra di gran lunga inferiore . La tavola del noflxo Pittore fu locata nella fagreftìa; ove è facile vederla, e fcorgere, che ella non è tanto fpregevole, come fu allor giudicata.

Allorchè il Campora da Roma giunfe in Genova; la prima cofa, che qui formaflè, fu il quadro di Grifto , che dà a S. Pietro le Chiavi della Celefte Podeftà: quadro fituato fopra un degli Altari della Chiefa Parrocchiale-» di Santa Maria delle Grazie: ed è buono affai . Ebbe pofcia l'incarico di formare un gran quadro, che tuttora fuffifle nell' Oratorio di S. Giovanni Battifta in Seftri di ponente; e v' efpreffe Io sbarco in Genova delle Sacre Ceneri del Santo Precurfore. Quefto quadro è compofto di moltiflìme figure . V ha il Doge col Senato: il Vefcovo col Clero: e numerofo popolo accorfo a veder quella folenne funzione. In alto v' ha una Gloria d' Angioli d' ottima grazia . In_. fine quefto quadro è cofa eccellente: e del Pittore maggior fu la fatica, che la mercede.

Al Signor Leopoldo Doria dipinfe la volta d' un falotto entro il di lui palazzo preflo alla Chiefa di S. Domenico; e vi figurò il sole; e negli angoli alcuni puttini condotti con fòmma grazia . Quel generofo Signore con la fua liberale rimunerazione diè a divedere quanto di queir Operi rimafo foftè contento. In

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In Voltri per la Chiefa de'Santi Niccolò, ed Erafmo lavorò la tavola da Altare, entravi i fuddetti Santi a'pie della Vergine . Ma in quefto, ficcome in parecchi altri fuoi lavori il noftro Artefice fu diigraziato. Pofta a luogo la ta- Di vola, a pochi piacque; ed egli a ftento potè ottenerne il Francisco pattuito prezzo, che finalmente fu tenuiflìmo . Adir vero, AKIOl-A'non v' ha in quefto quadro un' efattiflìma degradazione nelle dipintevi figure: del refto è formato con un ottimo impafto, e con maniera delicata, e guftofa.

Tutta a frefco dipinfe queft' Artefice la volta dell' Oratorio di San Martino in San Pier d' Arena; e vi fece anche ad olio il quadro all' Altare con quefto Santo , ed altri avanti la Madonna: ambo lavori degni di lode .

In quefta Chiefa di S. Agoftino vedefi del Campora fopra un Altare un ovato, entravi S. Sebaftiano: figura aflai bella , e ben difegnata . E nella fagrefììa della Chiefa di S. France(co d' Albaro v' ha di eflò Campora un quadro della Vergine ripofantefi dal viaggio d' Egitto; che credo effer quefto uno de' migliori, che il pennello del Campora abbia formato .

Per la Chiefa Parrocchiale di Ruiolo, ove egli era ftato battezzato, dipinfe le tavole de' Santi Crifpino , e Crifpiniano, e di S. Ifidoro Agricoltore; per quella di Gesù, e Maria, fuori della porta di S. Tommafo, colori l'altra tavola de' Santi Michele, e Francefco di Sales; e per 1' Oratorio di Santa Maria degli Angioli dipinfe il quadro dello Spofalizio di Maria Vergine con S. Giufeppe . Migliore però di quefto fu uno , che inviò a Sarzana , entravi S. Gio. Battifta: ed è colà locato ad un Altare del Duomo.

D'indicibil difgufto fu al noftro Campora il non vederi! convenevolmente rimunerato delle fue Opere; onde.» entrato era in fofpezione, che in poco pregio lì aveftero; e tanto di ciò contriftoflì, che la fua falute venne a patirne . Si aggiunfero a quefto alcuni difturbi domeftici, che concorfero ad affliggerlo; ficché, crefciutogli il male, trovoflì in breve ridotto a peflìmo ftato.. Concitatili i Medici, gli fu da quefti configliata la mutazione dell' aria. Egli andò nella valle di Polcevera; e fu ricevuto nel Monaftero de' fonaci Benedettini. Quivi, per non iftar oziofo, dipinfo

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Francesco Camfora • loro il quadro, che confervano in quella Chiefa, entrovi S. Sebaftiano; e V altro, che è fituato nella fagreftia , rappresentativo di S. Benedetto, e di altri Santi s"""

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Della fiacchezche moftrano quefte due Opere, non fe ne dee riprender l'Autore; mentre anzi_ragionevol cofa è, che fi commendi un uomo , il quale , effendo infermo, abbia faputo far tanto. Chi altri in tale ftato avrebbe fatto di più?

Dopo alcuni mefi ritornò a Genova il Campora con la falute fempre più declinante, e per tal modo, che di lì a poco 1' abbandonò in braccio alla morte . Ciò fu il giorno decimonono del dicembre dell'anno 1763.; ed in S. Siro ebbe onorevole fepoltura.

De' coftumi dei Campora io non poflb dir, fe non lodi. Eglino furon candidi, foavi, incorrotti. Vive tuttora chi, come io, lo ha conofciuto, e ne può fare teftimonianza-.. Conchiudo cmì con foggi ugnere, che quefto Pittore ha avuto il merito di eflere regiftrato, qual uomo infigne_>, nell' Abecedario dei Guarienti, febben con isbaglio; perocchè Campana, in vece di Campora lo cognomina. In fimili sbagli è fpeffo incorfò il Cochin: ma quefti fono i fuoi più leggieri.

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