VITA
DI GIO. BATTISTA RESOAGGI
Pittore .
FU Gio. Battifta Refoaggi il miglior Difcepolo del-famolo Merano; dal cjuale ereditò la leggiadria dello ftile, e 1' eleganza del colorire; nel che al pari del Maeftro fi legnalò: come lo dimo(lrano le lue Opere, che febben poche, rifpetto a quelle di molti altri alligni Artefici fuoi Compatrioti: pur elle baftano per dichiararlo valente Pittore. Non è la copia, ma la bontà de' parti ingegnofì, che fa ragione al merito de' loro Autori.
L'anno 1662. fu quel della nafeita del Refoaggi. Egli, dappoichè giunfe all' ufo dell' intendimento , non conobbe altra facoltà , che la Pittura . A quefta fola rivolto, a quella tutto dedicoin . Il fuo Genitore, per fecondargli il bel genio , lo confegnò al prefeto Merano. Sotto la coftui disciplina ftudiò il fanciullo coftantemente, palandovi parecchi anni con raro profitto. Lafciò poi la fcuola, allorchè il Maeftro dovè trasferirli a Parma, colà con premurofe inftanze chiamato da quel Sovrano. Del Merano era qui rimalia imperfetta una tavola, entrovi alcuni Santi Francefcani, che aveafi a locare in quefta Chiefa di Santa Maria della Pace. Il Refoaggi, tuttochè giovanetto, felicemente la compiè. Fu la tavola approvata, e lodata: indi cipofta , ove fi vede anche al prefente: ed è quella, che contiene i Santi Pafquale, Diego, Gio. da Capuìrano, ed altri.
Ebbe
•• Ebbe egli intanto occafione di centrar fervitù col Duca di Turfi Gio. Andrea Doria, pel quale lavorò alcuni quadri con tanto gradimento di quel Signore; che, dovendo =======
paflàre a Napoli, feco il conduffe . Ciò fu per lo Refoaggi Di do. una congiuntura molto propizia; perocché appoggiato a si ^T^J,A falda protezione non folo ebbe comodo di apprendere mag- S0ACCI* giori cofe, oflèrvando, e imitando i più bei dipinti di quella città , e fpecialmente le Opere del Giordano; ma fu anche dal fuo Mecenate prefentato al Duca di Medina Geli, allora Viceré , che il prefe a ben volere, e varie commiFfioni gii diede, nelle quali egregiamente portoffi.
Dopo ott' anni di fuo foggiorno in Napoli preflo del Doria, ritornò con lo (leflò Signore a Genova. Qui ebbe tofto da occuparfi in pitture si per cafe private, che per Oratorj, e Chiefe. Per 1' Oratorio di San Martino in San Pier d' Arena fece un gran quadro, in cui figurò quel Santo dormiente, e Crifto in alto fra Cori d' Angioli in àttd di moftrar loro la parte della clamide, che il Santo avea data in limofina al poverello. Pittura allufiva a quelle parole , che detto Santo udt in fogno dal medefimo Crifto t Martinus- adhuc Catechumenus bac me vefle contexit.
Per la Chiefa di S. Francefco d' Albaro dipinfe un quadro , cntrovi S. Anna: e per la Parrocchiale di Nervi ne dipinfe un altro rapprefentativo della Vergine, a' cui piedi fta genufleflò S. Gaetano. In Sant' Agnefa dipinfe la volta della cappella della Madonna; ed ivi egli 1' efpreffe coronata Reina del Cielo dalle tre Divine Perfone. Quattro fatti della di lei vita pur rapprefentò ad olio nella (lefla cappella ; e quelli fono, che la moftrano, quando fi dedicò ancor bambina al Tempio: quando fu annunziata dall' Angiolo: quando vi (itò la Cognata Elifabetta: e quando nel Prefepio adorò il fuo Divin Pargoletto. Nella (lefla Chiefa v' è altresi una tavola fopra un Altare dimoftrativa della Sacra Famiglia. Sarebbe ottima quefta tavola, fe non fofte (lata dipoi feonciata, e corotta, per certa feiocca giunta fattavi d' alcuni Santi, che non folo non hanno fra loro alcuna convenienza di tempo; ma di più d' un pennello tanto infelice; che anche nel colorito difeordano dalla maniera
^ 2 dell'Autoie
dell' Autore primiero . Ond' ella fembra un abito di velluto con gallone di romagnuolo.
, Anche del dipingere fui frefco affai bene intendevafi
Di do. il Refoaggi. Di ciò fanno fede le pitture della Nunziata Battista da lui fatte fui frontifpizio del1' arco , che introduce al PreffesoAGci. biterio della Chiefa Parrocchiale di Santa Maria delle Grazie: e quelle, che lavorò nella Chiefa di S. Ambrogio nel luogo di Voltri fopra 1' Altare del Rofario; per le quali riportò diftintiffime lodi. Altri lavori fui frefco di coihii non abbiamo . .
Egli poi nodriva un genio particolare per dipingere_, cofe burlefché, e fatti di buffoni, e di bindoli. Alcuni di quefti fuoi quadri fi tengono in gran conto da chi li poffiede . Si veggono in effi efpreffioni affai naturali, e graziole; oltre a' tocchi di pennello maeftrevoli, e franchi.
Non ebbe il Reloaggi occafioni d'Opere vafte: ma penfo , che nemmen fi curaffè d' averne; ftanteché egli avea moglie, e non figli; onde in si poca famiglia contentiamo era di qualunque mediocre guadagno: tanto più, che egli vivea, come fi fuol dire, alla filofofica, lènza cerimonie, e fenza ambizione . Era uomo di buon cuore; e per gli Amici avrebbe fofFerto di lafciarfi fpogliare di tutto il fuo. Avea un difcorfo amen.ffimo, e pieno di be' concetti, e di fali; e molpa grazia gli accrefceva 1' udirglieli pronunziare nel più ferrato noftro idioma: cofa, che gli era aflai familiare, per cffèr egli nativo del quartiere di Portoria; dove quali fempre abitò.
Mori quefto Pittore circa il 1732., effendo in etàdifettant' anni, fenza averci lafciati Difcepoli. Forfe gli parve grave l'occuparli in infegnamenti con dubbiofà riufcita. La fua perizia fu grande, ma a pochi nota. Più celebre fifarebbe renduto, e più avrebbe acquiftato; fe non avefle pofpofto qualunque guadagno alla fua libertà.
Saturday, August 13, 2011
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