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Tuesday, June 5, 2012

Aria di "Rinaldo" (tenore) nel "Rinaldo ed Armida" di Rossini (Napoli, 1817 -- ruolo creato da Andrea Nazzari)

Speranza

RINALDO ED ARMIDA: dramma per musica.

Libretto di Giovanni Federico Schmidt

Musicato da Gioachino Rossini.

Prima esecuzione: 11 novembre 1817, Napoli.

G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817

P E R S O N A G G I

GOFFREDO, TENORE.

RINALDO, crociato, TENORE ----- Andrea Nazzari

IDRAOTE .......... BASSO
ARMIDA .......... SOPRANO
GERNANDO .......... TENORE
EUSTAZIO .......... TENORE
UBALDO .......... TENORE
CARLO .......... TENORE
ASTAROTTE .......... BASSO
Cori e comparse: Paladini, Guerrieri, Soldati franchi, Damasceni seguaci d'Armida, Demoni, Larve.

Avvertimento all'esecuzione del 1836, Milano

"Nel riprodurre quest'opera che il celebre maestro scrisse pe 'l regio teatro S. Carlo di Napoli nel 1817, volle l'appalto che fosse riprodotta nella sua originalità, comunque vi abbiano alcuni pezzi sentiti in altre opere. Ciò volle che fosse fatto perché difficile l'innestarvi de' pezzi, che, se non vincessero, uguagliassero almeno le bellezze dell'originale, e perché il genio di Rossini vuol essere in ogni maniera rispettato.

G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817

A T T O   P R I M O
Scena prima
Campo di battaglia.
In distanza la città di Gerusalemme. Le trombe annunziano la presenza del supremo duce, ed i Franchi, uscendo dalle loro rispettive tende, si schierano, facendogli i militari onori. Comparisce Goffredo dalla sua tenda, accompagnato da un numero di Paladini primari.

CORO DI PALADINI Lieto, ridente ~ oltre l'usato in oriente ~ si mostra il dì. Forse la gloria, ~ di pace allato, la tua vittoria ~ previen così. GOFFREDO Ah! No: sia questo ~ di tregua il giorno: dover funesto ~ si compirà. Arditi, all'ire, ~ farem ritorno: per or l'ardire ~ ceda a pietà. CORO DI PALADINI Arditi, all'ire ~ farem ritorno: per or l'ardire ~ ceda a pietà. Recitativo GOFFREDO Sì, guerrieri, fian sacre all'estinto Dudon le nostre cure, funebre pompa all'onorata salma oggi la tomba dia. Laudi, sospiri e tributo di pianto abbia l'eroe, che sul finir di vita il sentier di virtude agli altri addita. Scena seconda Eustazio, e i precedenti. [N. 2 Coro di paladini] EUSTAZIO Germano, a te richiede donna real, piangente, or di venirti al piede aita ad implorar. www.librettidopera.it 5 / 37 Atto primo Armida GOFFREDO Venga. Maggior conforto che in sollevare un core assorto ~ nel dolore, alma non può trovar. (Eustazio parte) CORO Suol di virtude in porto l'esempio tuo, signore, ogni anima guidar. Scena terza Preceduta e seguita da Guerrieri, fra' quali Eustazio, comparisce Armida sopra un cocchio, accompagnata da Idraote sotto spoglie di privato, e da seguito di Damasceni e Donzelle. CORO GENERALE Quell'astro mattutino, forier dei rai del giorno, di tanta luce adorno non si mostrò finor. Del volto peregrino l'angelica possanza ogni splendore avanza, offusca ogni splendor. (Armida scende, e guidata da Eustazio, si presenta a Goffredo) Recitativo ARMIDA Signor, tanto il tuo nome ovunque suona, che fino a' tuoi nemici avvien che desti in petto sensi di maraviglia e di rispetto. Del trono di Damasco in me l'erede la cui sventura eccede ogni più ria sventura) io ti presento. Il barbaro Idraote, di sangue a me congiunto, il serto avito non sol pensa involarmi, che insidia i giorni miei. Se magnanimo sei, che tal ti credo, quanto sei valoroso, da te sperar mi giova il mio riposo. GOFFREDO Principessa gentil, che far poss'io? Parla. 6 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto primo ARMIDA La tua pietade io reclamo. Fra tanti, che qui ti fan corona, eccelsi eroi, la desolata Armida dieci eletti campioni a te richiede. Questi a ripormi in sede bastanti son. Fedele il popol mio attende solo chi l'inciti all'armi; e se avvien ch'io mi mostri di Damasco con tai prodi alle mura, duce, la mia fortuna è appien sicura. (aspettando con finta umiltà la risposta di Goffredo) IDRAOTE (Che dirà?) EUSTAZIO (Quella voce, i mesti accenti penetran l'alma mia.) GOFFREDO (dopo aver pensato) Reina, senti. In servigio del cielo, sangue e sudor da noi si spande. Rieda in libertà Sionne, su quel monte di nostra fede ondeggi il venerato segno, e poi si pensi al tuo perduto regno. (Armida mostra di piangere, Idraote freme, Eustazio ed un numero di paladini danno segno di rammarico) [N. 3 Quartetto] ARMIDA Sventurata! Or che mi resta se pietà non trovo in te? Della morte, più funesta è la vita omai per me. GOFFREDO Calma il duolo; per te spenta la speranza ancor non è. La promessa mia rammenta: prendi in pegno la mia fé. IDRAOTE (Non tradirmi amica speme; non stancarti, o mio furor.) EUSTAZIO E CORO (Non ha core chi non geme al suo pianto, al suo dolor.) ARMIDA (Per me ognun sospira e geme preda omai d'un folle amor.) (a Idraote) Vieni. EUSTAZIO Dove? ARMIDA Ove mi guida il rigor d'avversa stella. www.librettidopera.it 7 / 37 Atto primo Armida EUSTAZIO (ad Armida) Ferma... IDRAOTE Ahi misera donzella! EUSTAZIO Deh! German, pietà d'Armida. CORO (a Goffredo) Deh! Pietà di lei, signor. Insieme GOFFREDO (Or che farò? Ceder dovrò? M'assisti, o ciel.) ARMIDA Speme non ho, regger non so... Fato crudel! Insieme EUSTAZIO E IDRAOTE (Chi può soffrir il suo martir, alma non ha.) CORO Veder languir in fra' sospir real beltà... EUSTAZIO, IDRAOTE E CORO (Oh crudeltà!) GOFFREDO (M'assisti, o ciel.) ARMIDA Fato crudel! CORO Signor, pietà. EUSTAZIO German, se togli al campo breve drappel di noi, non fia che rechi inciampo de' Franchi al trionfar. All'oppugnante mura restino i duci eroi; guerrier noi di ventura, possiam per lei pugnar. IDRAOTE Pietà, dover c'invita gli oppressi a sollevar. CORO Gloria il sentier ci addita che noi dobbiam calcar. GOFFREDO (dopo breve pausa) Cedo al comun desio: fian paghi i voti suoi. ARMIDA E sarà ver? ARMIDA, EUSTAZIO E IDRAOTE (Cor mio, alfin potrai sperar.) 8 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto primo Insieme ARMIDA Per me propizio il fato rallenta il suo rigore. Ah, sì, questo mio core comincia a respirar. TUTTI GLI ALTRI (fuorché Goffredo) Per te propizio il fato rallenta il suo rigore. Armida il tuo bel core cominci a respirar. GOFFREDO (Un moto inusitato, un gelido timore, presagio di dolore, mi sento in sen destar.) Recitativo GOFFREDO Cedei, guerrieri è ver; però vogl'io che dalla vostra schiera si elegga un successor del duce spento. Ei scelga a suo talento fra voi dieci campioni. Il chiesto dono sappia ciascun che si concede a lei da' vostri sì, non da' consigli miei. (Goffredo parte con séguito di guerrieri, e le schiere si ritirano. Frattanto un numero di paladini va con Eustazio in disparte, e parlano alquanto fra loro) Scena quarta Eustazio, Armida, Idraote, Paladini, Gernando. EUSTAZIO Opportuna è la scelta: successor di Dudon Rinaldo sia. GERNANDO (Rinaldo!... Il vero ascolto?... Oh rabbia!) ARMIDA (Oh nome, caro nome e fatal!) IDRAOTE (sottovoce ad Armida) Questi è l'oggetto in cui, prima d'ogni altro, oggi vorrei, per antico desio, sbramar lo sdegno. ARMIDA (Questi è l'idol mio.) EUSTAZIO Real donzella, il campo a te per or serva d'asilo. Accinto ad obbedirti fia ciascuno. ARMIDA (Ho vinto.) www.librettidopera.it 9 / 37 Atto primo Armida (accompagnata da Eustazio, Armida entra in una delle principali tende con Idraote e col séguito dei damasceni) EUSTAZIO Compagni, al suono di festose grida, si proclami Rinaldo. Scena quinta Gernando solo. GERNANDO Oh sorte infida! Come! A Dudon costui succede? Il grado, che vanto a me recar potea, fia suo?... Ti scuoti alfin Gernando; un italo garzon soffrir potrai che tanto a te sovrasti?... Ah! Non sia mai. [N. 4 Aria] GERNANDO Non soffrirò l'offesa, per questa spada il giuro: alma di gloria accesa l'ire frenar non sa. E questi son gli allori dovuti a' miei sudori? Ahi quale, avverso il fato, cruda mercé mi dà! VOCI (in distanza) Viva Rinaldo!... GERNANDO Oh affanno! Decisa è la mia sorte. Insieme VOCI (in distanza) L'eroe ch'egual non ha! GERNANDO Oh duol ch'egual non ha! GERNANDO Fiero destin tiranno! ALTRE VOCI (in distanza) Viva Rinaldo, il forte, splendor di nostra età. 10 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto primo GERNANDO Ah! Tutti v'unite miei sdegni in quest'alma, che, priva di speme, la calma ~ perde'. Miei sdegni, venite: vi bramo con me. (parte) Scena sesta Idraote, e Armida. Recitativo IDRAOTE Sorte ci arride. Ove celata stassi la fida schiera, i passi a diriger t'affretta. Dell'Asia la vendetta, a che non posso compiere appien! ARMIDA Fra lacci, dieci non sol, ma cento fia che portino il pié. Nutre ciascuno, di Goffredo a dispetto, nell'anelante petto di seguirmi il desir. IDRAOTE Ma di Rinaldo... ARMIDA Ah! IDRAOTE Sospiri! Perché? ARMIDA Facil ti credi quell'anima domar? IDRAOTE La miglior preda fia che manchi a Idraote? ARMIDA Eccolo... (Oh come mi balza il cor!) Deh vanne... (Ove son io!) Spera... chi sa?... IDRAOTE Figlia diletta, addio. (parte dal campo) www.librettidopera.it 11 / 37 Atto primo Armida Scena settima Rinaldo, e Armida. RINALDO Principessa, sei tu! Nel rivederti qual gioia provo... e qual affanno insieme! I tuoi disastri intesi, e il cor ne geme. Ah! perché mai non cadde Sionne ancor! Forse al rapito soglio d'appianarti la strada saria l'onor concesso a questa spada. Ma sdegnosa mi guardi, e non rispondi? ARMIDA Nello stato in cui sono, opre, non vani detti, a me fan d'uopo. Oh quanto è mai diverso dal tuo questo mio cor! Barbari noi chiama la vostra Europa; ma barbaro non è colui che vita può dare a un infelice, e non l'aita? RINALDO Senti: l'altrui favore dice mi vuol di prode schiera... Vedi, colpa non ho se fra seguaci tuoi... ARMIDA Taci... non proseguir; schernirmi vuoi? RINALDO Io schernirti? T'inganni dal dì che ti mirai, rispetto e...(Quasi amor dicea.) serbai. (Ah purtroppo l'adoro!) ARMIDA Va', spietato! RINALDO Di che m'accusi? ARMIDA Fingi non comprender miei detti? O ti scordasti quando in ermo sentiero smarrito cavaliero, e in qual momento?... RINALDO Tutto, non dubitar, tutto rammento. Tua magica possanza sottrasse i giorni miei de' nemici al furor. Grata quest'alma costante la memoria ognor ne serberà. 12 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto primo ARMIDA Ma in cupo oblio riponesti però l'affetto mio. Sì, d'Armida l'affetto, che la sua debolezza ti fe' palese; E qual mai frutto ottenni? Un marcato disprezzo, un crudele abbandon!... RINALDO Cessa, deh! Cessa di trafiggermi, Armida. Se da te volsi il piè, bellica tromba al campo m'invitò, bellico ardore, desio di gloria. ARMIDA E me qui trasse amore. [N. 5 Duetto] RINALDO Amor... (Possente nome! Come risuoni, oh come su quel soave labbro nel mio dolente cor!) ARMIDA Sì, amor... se un'alma fiera ti diè natura in sorte, recami pur la morte, e in me fia spento amor. RINALDO Armida... (Oh ciel!) ARMIDA Che vuoi? RINALDO Chiede il destin... ARMIDA Che mai? RINALDO Ch'io fugga i tuoi bei rai: dover me 'l comandò. ARMIDA Fuggirmi!... Eppur gli eroi sovente amor piagò. Insieme RINALDO (Vacilla a quegli accenti, manca la mia costanza misero! Più speranza di libertà non ho.) ARMIDA (Vacilla a questi accenti, manca la sua costanza la dolce mia speranza perduta ancor non ho.) RINALDO Ah? Non poss'io resistere... sì, t'amerò costante.

ARMIDA Oh inaspettato ~ giubilo! Oh fortunato ~ istante! Insieme RINALDO Cara, per te quest'anima prova soavi palpiti, ch'esprimere non so. ARMIDA Caro, per te quest'anima prova soavi palpiti, ch'esprimere non so. (partono) Scena ottava Gernando, alcuni Paladini. Recitativo GERNANDO (accennando Rinaldo che va con Armida) Ecco il guerriero, il duce, il primier degli eroi, quel Rinaldo a ragion scelto da voi. Oh quanti, oh quanti allori mieter per lui dovrete! L'invincibil suo brando di gloria al tempio già sospeso io miro. Eccovi di sue gesta un chiaro segno: vincitor di donzelle, eroe ben degno! CORO Non proseguir; rispetta; signor, la sua virtù. GERNANDO Virtù! S'inganna chi trovarla in lui spera. Virtù in Rinaldo! Scena nona Rinaldo, e i precedenti. RINALDO (mentre traversa il campo) (Il nome mio!) 14 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto primo GERNANDO Costui di che mai può vantarsi? Osa forse agguagliarsi a chi si pregia d'ampio dominio e popoli soggetti? Oh! L'eroe si rispetti, ch'altro non ha che sterile retaggio d'avi e scettri remoti. Bella, grande è la scelta che in lui faceste; ei meritava il dono d'esservi duce, inver; lieto ne sono. RINALDO (Indegno!) GERNANDO E l'accettò? Folle! Ah, tant'osa signor d'indegno stato, signor, che nella serva Italia è nato! RINALDO (Io fremo.) GERNANDO E non pensaste che l'ombra di Dudone, mentre in questo superbo i lumi gira, freme lassù nel ciel di nobil ira? CORO Prode è Rinaldo. GERNANDO Stolta temerità, furore, non già valor guerriero in lui chi mai non vede? (avanzandosi) Ah menzognero! [N. 6 Finale primo] RINALDO Se pari agli accenti hai l'anima audace, t'accingi mendace, quel brando a impugnar. (snuda la spada) GERNANDO Ch'io tema il tuo sdegno? Indegno ~ t'inganni. Son pronti a' tuoi danni la destra e l'acciar. (fa lo stesso) Scena decima Paladini e Guerrieri d'ogni rango. Armida. I precedenti. CORO Fermate... RINALDO Sgombrate... www.librettidopera.it 15 / 37 Atto primo Armida ARMIDA (Rinaldo in periglio!...) ARMIDA E CORO Ah! Prodi, cessate... GERNANDO E RINALDO Non odo consiglio. Invan l'ira mia si tenta frenar. (i due paladini si azzuffano; Rinaldo incalza Gernando dietro alle tende) Scena undicesima I precedenti, fuorché Gernando. RINALDO (di dentro) Muori... CORO Oh colpo! (tutti verso la parte dove sono andati i due combattenti) ARMIDA (andando incontro a Rinaldo) Che facesti? RINALDO Quell'indegno è già punito: (retrocedendo) di Rinaldo fu schernito, vendicato fu l'onor. CORO Oh sventura! Crudo scempio! Qual esempio ~ di terror! ARMIDA Che terribile momento! Ah! M'opprime il mio dolor! CORO Sappia il duce il caso orrendo. (partono tutti, fuorché Rinaldo e Armida) Scena dodicesima Armida, e Rinaldo. ARMIDA Ah! Paventa... RINALDO Qui l'attendo. ARMIDA Va', t'ascondi al suo rigor deh! Se cara a te son io, non espor sì bella vita. RINALDO Se non cedo al tuo desio, il dover a ciò m'invita. ARMIDA Come, oh dio, mi trema il cor! RINALDO Idol mio, serena il cor! 16 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto primo Scena tredicesima Paladini amici di Gernando, Paladini amici di Rinaldo circondando Goffredo, Guerrieri, Damasceni, Donzelle, e i precedenti. CORO Iº Vieni, o duce, punisci l'errore. ARMIDA (a Rinaldo) Ah, mio ben... GOFFREDO Giusto ciel, che ascoltai. CORO IIº Di Rinaldo fu leso l'onore. Insieme CORO Iº Furibondo ei l'acciaro impugnò. CORO IIº Provocato ei l'acciaro impugnò. GOFFREDO Dove mai quest'iniquo s'aggira? RINALDO Tal non sono. Rinaldo rimira. GOFFREDO Empio! Trema. RINALDO Delitti non ho. ARMIDA (Non tradirmi speranza fallace.) CORO GENERALE La discordia coll'orrida face vasto incendio nel campo arrecò. GOFFREDO Porgi a' lacci, ad esempio dei rei, quella destra furente ed infida. RINALDO Questa mano alle palme, a' trofei, non a' lacci finor s'avvezzò. ARMIDA (sottovoce a Rinaldo) Vanne: i passi precedi d'Armida; a momenti seguirti saprò. TUTTI (fuorché Armida e Rinaldo) Un astro di sangue dall'etra s'affaccia: ogni alma già langue l'agghiaccia ~ il dolor. Caligin d'intorno intorbida il giorno, e al campo minaccia affanni, terror. LE DONNE E affanni minaccia spavento e terror. www.librettidopera.it 17 / 37 Atto primo Armida RINALDO (M'invita la sorte, s'afferri il suo crine. Possenti, divine ritorte ~ d'amor, in voi solo affida la speme il mio cor.) (parte) ARMIDA (Amica la sorte mi porge il suo crine. Possenti, divine ritorte ~ d'amor, Armida ~ vi affida la speme del cor.) 18 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto secondo A T T O S E C O N D O Scena prima Orrida selva. Frammezzo ad alcune piante vedesi il mare. Astarotte e Coro di Demoni, sorgendo di sotto terra. [N. 7 Coro di furie] CORO Alla voce d'Armida possente Acheronte varcammo e Cocito. Questo muto ed inospite lito per nostr'opra animar si dovrà. ASTAROTTE E CORO Iº Su, consorti, qui fermisi il piede, qui spegnete ~ le orribili tede: deponete ~ il vipereo flagello; tanto impone chi legge ne dà. CORO Al prodigio ~ d'Armida novello tutto ligio ~ l'inferno sarà. CORO Iº D'Idraote ~ la regia nipote suol dell'ombre frenare il muggito. CORO IIº Han possanza sue magiche note d'addoppiar l'ululato, il ruggito, dove meta il dolore non ha. CORO Questo muto ed inospite lito per nostr'opra animar si dovrà. Recitativo ASTAROTTE Sovrumano potere, numi del tetro abisso, or qui ci chiama. D'ogn'intorno la fama il nome spande di Rinaldo, il primo fra temuti campioni di colui che sugli astri, per nostra pena eterna, il tutto a suo piacer move e governa. Pur d'amoroso laccio il guerrier forte preda rimase; Armida osò rapirgli senno, onor, libertà, per far che manchi degli aborriti Franchi il maggior brando al capitan supremo, e per toglier Sionne al fato estremo. Continua nella pagina seguente. www.librettidopera.it 19 / 37 Atto secondo Armida ASTAROTTE Il secondarla, o numi, non fia lieve per noi? Nell'opre nostre il re dell'ombre affida; per noi tremi Goffredo, esulti Armida. [N. 8 Coro] CORO Di ferro e fiamme cinti, contra il celeste impero, là nel superno tetto sai che pugnammo un dì. È ver, cademmo vinti, ma del valor primiero non anco a noi nel petto il germe inaridì. (comparisce dall'alto una nube) Recitativo ASTAROTTE Ebben, l'istante è giunto da por in opra e possa e ardir. Mirate, s'appressa Armida. Ascoso, di sua magica verga ognun di voi al sibilo sia presto; del nostro maggior nume il cenno è questo. (spariscono) Scena seconda Giunta a terra, la nube si dilegua, e presenta un carro tirato da due draghi, su cui Rinaldo e Armida, la quale converte il carro in un seggio di fiori. I draghi spariscono. Rinaldo è quasi fuori di sé dalla sorpresa. [N. 9 Duetto] RINALDO Dove son io? ARMIDA Al fianco mio. RINALDO Oh me beato! ARMIDA Mio bel tesor! RINALDO Se tuo mi chiami... ARMIDA Caro se m'ami... ARMIDA E RINALDO Sfido del fato tutto il rigor. 20 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto secondo Recitativo ARMIDA Mio ben, questa che premi della fortuna è l'isola nomata, sol nota a me. Qui si deponga omai ogni nostro rancore, e qui tutto respiri e pace e amore. Brama di rivederti, speme di possederti, all'altrui voglie ceder mi fe', non già crudel desio. Finsi col franco duce mio malgrado, e il tuo brando le catene troncando a' miei seguaci amanti, d'Idraote e di me punì la trama. RINALDO Vedi il mio cor se t'ama: tutto vada in oblio; solo Idraote io colpevol estimo. Or non si pensi che al nostro mutuo amor... Ma prigioniero perché guidarmi in orrida foresta? [N. 10 Finale secondo] ARMIDA No, d'amor la reggia è questa, ecco il centro del piacer. Al cenno d'Armida la scena si cangia nell'interno d'un magnifico palazzo. Larve in sembianze di Geni, di Ninfe, d'Amorini e di Piaceri formano vari gruppi. CORO Sì, d'amor la reggia è questa, questo è il centro del piacer. Insieme ARMIDA (A quell'alma tal portento sembra un sogno lusinghier. A sì strano e lieto evento si confonde il suo pensier.) RINALDO (A quest'alma tal portento sembra un sogno lusinghier. A sì strano e lieto evento si confonde il mio pensier.) ARMIDA, RINALDO E CORO Sì, d'amor la reggia è questa, questo è il centro del piacer. www.librettidopera.it 21 / 37 Atto secondo Armida ALCUNE NINFE Canzoni amorose, carole festose, seguàci d'amor. TUTTE LE NINFE Canzoni amorose, carole festose cantiamo, formiamo, seguàci d'amor. (Armida, onde estinguere nel cuor di Rinaldo ogni avanzo d'ardore di gloria, per vieppiù destarvi quello dell'amore, fa comparire una larva sotto le sembianze di giovine guerriero, circondato da più leggiadre ninfe, le quali a gara si accingono a sedurlo. Egli vuole schermirsi da' loro vezzi; ma la voluttà, impossessandosi a grado a grado di lui, fa che finalmente si lasci togliere le sue guerriere insegne, sostituendo ad esse il serto e le ghirlande di fiori) ARMIDA D'amore al dolce impero natura ognor soggiace. Dov'è quell'alma audace che non apprezzi amor? Chi misero non sente la fiamma sua possente, di smalto ha il core in petto, o mai non ebbe cor. CORO Dov'è quell'alma audace che non apprezzi amor? ARMIDA Gli augei tra fronde e fronde spiegan amor col canto; aman perfin dell'onde i muti abitator. Aman le crude belve là tra le ircane selve, son per amor feconde le stesse piante ancor. CORO Dov'è quell'alma audace che non apprezzi amor? 22 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto secondo ARMIDA La fresca età se n' fugge, è la beltade un lampo, ché l'una e l'altra strugge il tempo vorator. Dunque godete, amanti, de' vostri lieti istanti, or che vi ride in volto di giovinezza il fior. CORO Ah! Sì godete, amanti, de' vostri lieti istanti, or che vi ride in volto di giovinezza il fior. Tutto spira d'Armida all'aspetto pace, amore, diletto ~ amistà. Tutto al regno d'Armida è soggetto, tutto cede ove impera beltà. [Ballo] www.librettidopera.it 23 / 37 Atto terzo Armida A T T O T E R Z O Scena prima Giardino incantato, in cui mostrasi in tutto il suo aspetto la semplice natura. Piante abbondanti di frutta, siepi e cespugli pieni di ogni sorta di fiori, acque correnti, altre stagnanti sulle quali veggonsi in moto diversi augelli; altri augelli di vivaci colori svolazzano d'albero in albero; da un lato alcune spelonche coperte di muschio, il prospetto è limitato da amene colline e valli ombrose adiacenti. Ubaldo, e Carlo. [N. 11 Duetto] UBALDO Come l'aurette placide spiran tra l'erbe e i fiori! CARLO Par che d'amor favellino lieti gli augei canori a noi d'intorno. UBALDO E l'eco che risponde... CARLO E il mormorio dell'onda... UBALDO E CARLO Tutto a noi par che dica: sacro a natura amica ecco il soggiorno. UBALDO E CARLO Ma no: d'orribil arte questi gl'inganni sono; dell'empio Averno è dono ciò che natura appar. Qui l'atro crine anguigero scuoton le fiere eumenidi, che di velen mortifero van l'aure ad infettar. Recitativo UBALDO Oh quanto, amico, d'Ascalona al saggio tenuti siam! Lungo tragitto parve a noi breve cammino. Fu soccorso divino quest'aurea verga e questo scritto. 24 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto terzo CARLO In fuga il serpente custode ed ogni fera, che ci contese il passo, volger vedemmo. A compier ora ci resta il desiato fin di nostra impresa. UBALDO Qui (lo scritto il palesa) vedrem Rinaldo a un folle amore in preda. CARLO Ah! Voglia il ciel ch'ei ceda agl'inviti d'onor. UBALDO Solingo è il loco. CARLO T'inganni. A noi se n' viene stuol di ninfe leggiadre. Odi concento... (lenta armonia, che a grado a grado s'avvicina e rinforza) UBALDO Di fermezza e d'ardir quest'è il momento. Scena seconda Larve in sembianza di Ninfe, cantando e danzando. I precedenti. [N. 12 Coro di ninfe] CORO Qui tutto è calma, delizia, amor: qui trova un'alma scampo al dolor. CORO Iº Qui l'atre sfere non han potere, l'avverso fato non ha vigor. CORO IIº Questo è il beato d'amor soggiorno: l'età dell'oro qui fe' ritorno: oh fortunato chi vanta un cor! CORO Qui tutto è calma, delizia, amor: qui trova un'alma scampo al dolor. Recitativo UBALDO Fuggite infernei mostri; ite onde usciste. (scuotendo la verga d'oro, le larve spariscono) www.librettidopera.it 25 / 37 Atto terzo Armida Scena terza Carlo, e Ubaldo. CARLO Nuovo portento! UBALDO Ah! Possa sgombrar così dal core del misero Rinaldo un folle amore. CARLO Lo spero. Il ciel compirà l'opra. UBALDO Oh quanto fia caro a guelfo del nipote amato il ritorno bramato! CARLO Al campo tutto, allo stesso Goffredo, che punirlo volea, ch'or gli perdona, fia gioia il riveder cotanto eroe... UBALDO Taci... Se non m'inganno, da quel sentiero lento calpestio parmi sentir. CARLO Sì... UBALDO Oh sorte! Vedilo. CARLO È desso... Oh noi felici! UBALDO E seco vien colei che lo asconde prigioniero avvilito in queste sponde. CARLO S'incontri... UBALDO No. Per or meco ti cela colà fra quelle piante. CARLO Ma di mostrarti a lui... UBALDO Non è l'istante. (si nascondono in una boscaglia) 26 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto terzo Scena quarta Armida, e Rinaldo, tenendosi per mano. [N.13 Duetto] ARMIDA E RINALDO Soavi catene, se amore v'ordì, per sempre al mio bene mi unite così. Recitativo ARMIDA O mio Rinaldo, ammira quest'ameno soggiorno. Or, Benché ardente Sirio si mostri in ciel, per opra mia la fiorita stagione e il pomifero autunno si porgono le destre in questo fortunato asil campestre. RINALDO Tutto mi fa beato, ma più di tutto Armida, purch'io viva sicuro di sua costanza... ARMIDA E che dubiteresti... RINALDO Così rara beltà, che far potria un monarca felice... real donzella... lungi, per mia cagion, dal regno suo natio... ARMIDA Sul tuo cor non ho regno, e tu sul mio? E ciò non basta? Amor me vinse. RINALDO E seco Armida, gareggiasti quando co' vaghi rai m'imprigionasti. ARMIDA Resta, mio ben. Degg'io per poch'istanti lungi da te... RINALDO Come!... ARMIDA Non lieve cura mi chiama altrove. Addio. In breve al fianco tuo mi rivedrai. (parte) www.librettidopera.it 27 / 37 Atto terzo Armida Scena quinta Rinaldo. RINALDO Lo splendor di quei rai se un sol istante io perdo, parmi perder la pace... Ma qual altro splendor m'abbaglia il ciglio!... Armi son quelle... ed armi franche!... A stento a' propri sguardi io credo... Scena sesta Ubaldo, Carlo, Rinaldo. UBALDO (a Carlo) Amico, inoltra il piè. RINALDO Cielo! Chi vedo! UBALDO Avvilito guerrier, schiavo d'amore, Ubaldo e Carlo in noi rimira. Osserva qual ci veste le membra onorevole incarco. E mentre il ferro noi cinge, e mentre il brando ci pende al fianco, adorno veder dobbiam di rose, e in bianchi lini il più forte tra i Franchi e tra i Latini? RINALDO (Oh rimprovero amaro!) CARLO Il campo tutto impaziente aspira a innalzar di Sion sull'alte mura l'augusto suo vessillo. Desta di tromba squillo ogni soldato, anche il men forte; e solo Rinaldo, il pro' Rinaldo, l'indomito guerriero, sconosciuto se n' vive e prigioniero? RINALDO Deh! Amici... è ver, son io... sono infelice ma voi come qui tratti, se questo ermo sentier... UBALDO Virtù celeste, non arte stigia, a noi servì di guida. CARLO Ceda l'iniqua Armida al poter di quel dio che al tutto impera. 28 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto terzo RINALDO Armida!... Ella è il mio ben... CARLO Sogni? UBALDO Deliri? In questo scudo espresso mira di tua viltà tutto l'eccesso. (scopre lo scudo adamantino) [N. 14 Terzetto] RINALDO In quale aspetto imbelle io mi ravviso, oh stelle!... Qual di viltade oggetto!... Oh immenso mio rossor! (quasi fuori di sé) CARLO (Langue.) UBALDO (Sospira.) CARLO (Geme.) UBALDO E CARLO (Sente d'onor già i moti. Oh nume! I nostri voti secondi il tuo favor.) UBALDO (a Rinaldo) Vedi qual reo governo di te fa un empio affetto. CARLO S'hai cor bastante in petto resisti a tant'orror. RINALDO (seguitando a guardarsi nello scudo) Qual di viltade oggetto!... Oh immenso mio rossor! CARLO Il tuo dover ti chiama. UBALDO Gloria a pugnar t'invita. UBALDO E CARLO La tromba della fama ridesti il tuo valor. RINALDO Cessate... ohimè! Cessate... che barbaro tormento! Io vile?... No: rammento che son Rinaldo ancor. (si squarcia, e getta ogni fregio di mollezza) UBALDO E CARLO Or sì che in te ritrovo l'eroe qual fosti ognor. RINALDO (Ah! Qual contrasto io provo di duol, di gloria e amor!) UBALDO E CARLO Vieni. RINALDO Vi seguo... (Oh dio! Lasciarla mai poss'io!) www.librettidopera.it 29 / 37 Atto terzo Armida CARLO A che t'arresti? RINALDO Armida! Per te mi manca il cor... UBALDO E CARLO Severa omai ti sgrida la voce dell'onor. (breve pausa) RINALDO Unitevi a gara virtude, valore, per vincere amore che affanno mi dà. (alza gli occhi al cielo in atto d'implorarlo) Ma un raggio improvviso quest'alma rischiara... Ah! Sì, ti ravviso, celeste bontà. UBALDO E CARLO Splendor degli eroi, t'invola con noi; del ciel si dichiara per te la pietà. (partono) Scena settima Armida frettolosa e sbigottita. Recitativo ARMIDA Dov'è?... Dove si cela?... Eppur poc'anzi qui lo lasciai... son fuor di me! Se n' giace là sulla soglia il fier custode estinto... Oh stelle! Il mio poter fia dunque vinto? Vadasi... Ma che vedo!... Due guerrier di Goffredo!... Ohimè! Rinaldo segue i lor passi... Férmati... L'affanno mi tronca i detti... Senti... perfido! Non m'ascolta... Ebben d'Averno la possanza s'invochi. Furie, udite: (scuote la verga magica) per la tremenda Dite, a me si guidi quel traditor. (pausa) Ma voce non risponde dalle infernali sponde. Ohimè!... Fatal momento! Che fo?... Seguiam l'infido... oh fier tormento! (parte) 30 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto terzo Scena ottava Esterno del palazzo d'Armida. Ubaldo, Carlo, Rinaldo. UBALDO Sia lode al ciel! Da quelle inique mura uscimmo alfin. CARLO Breve cammin ci resta; vadasi al palischermo. RINALDO Amici, ah voi, per pietà rinfrancate questo debole cor. Solo non basta me stesso a superar. CARLO Veloce al lido, vieni, volgasi il piè. ARMIDA (da lontano) T'arresta, infido! RINALDO È dessa...oh dio!... L'udiste? CARLO Di coraggio, amico, armar ti déi. RINALDO Ohimè! UBALDO Ti giovi l'ascoltar costei: se resisti a' suoi vezzi, alle lagrime sue, il più grande a ragion sei degli eroi. Scena nona Armida frettolosa, i precedenti. ARMIDA Ed è pur vero?... E abbandonar mi vuoi? Crudel! RINALDO Vuole il destino ch'io da te volga il piè... Gloria m'invita al campo dell'onore... ARMIDA E gloria fia tradir l'amor, la fé? RINALDO Dolce memoria per me sempre sarai... Rimanti in pace... (Ah mi si spezza il core.) (partendo) ARMIDA (trattenendolo) Pace! E pace trovar può il mio dolore? www.librettidopera.it 31 / 37 Atto terzo Armida UBALDO (sotto voce a Rinaldo) Resisti. CARLO A lei nascondi l'affanno, il duol. ARMIDA Parti, se vuoi; sol chiedo i tuoi passi seguir... (Rinaldo la respinge, voltando il viso per celarle il suo turbamento) ARMIDA (seguitandolo) Qual più ti piace di me dispor potrai; se pur ti è grato, ancella umil raccorcerò la chioma, or che a te fatta è vile. In aspetto servile te seguirò dove l'ardor guerriero fia che più ferva. Sento per condurti i destrieri e portar l'armi in me vigor bastante; mi avrai fedel seguace e non amante. RINALDO (sottovoce ai due compagni) Ohimè! Quai detti! UBALDO (sottovoce a Rinaldo) Inganni. CARLO (sottovoce a Rinaldo) Insidie. ARMIDA E taci?... Sì, qual più vuoi, sarò scudiero o scudo. Forse guerrier sì crudo non vi sarà che, per ferirti, voglia passarmi il sen... Ma parla. RINALDO Armida. È tempo che pongansi in oblio i miei, gli errori tuoi. Resta... (partendo) ARMIDA Deh! Ferma... e non gemi? RINALDO (Che pena!) ARMIDA E asciutto il ciglio serbi ancor, spietato? Ed hai cor di lasciarmi in questo stato? 32 / 37 www.librettidopera.it G. F. Schmidt / G. Rossini, 1817 Atto terzo [N. 15 Finale terzo] ARMIDA Se al mio crudel tormento segno di duol non dai, tu non avesti mai scintilla di pietà. Barbara tigre ircana a te donò la vita, e l'alma tua nutrita fu ognor di crudeltà. RINALDO (sospirando e partendo) Cangiar non puoi tua sorte: non la poss'io cangiar. ARMIDA (trattenendolo) Ah: dammi almen la morte: dà fine al mio penar. UBALDO E CARLO (a Rinaldo) Resisti omai da forte. UBALDO Vieni. CARLO Risolvi. UBALDO E CARLO Al mar. RINALDO Addio... ARMIDA Senti, idol mio!... Un sol istante io chieggo... UBALDO Non più. CARLO Partir conviene. (trascinando Rinaldo) ARMIDA Vacilla... il piè... non reggo... mi sento oh dio! ...mancar... (cade priva di sensi. Rinaldo, che si sarà allontanato, retrocede in fretta) RINALDO Armida!... Amato bene!... Deh! Si soccorra... UBALDO E CARLO (lo conducono a forza) Al mar. www.librettidopera.it 33 / 37 Atto terzo Armida Scena decima Armida, allontanato Rinaldo, insensibilmente rinviene; quindi si alza e guarda intorno. ARMIDA Dove son io?... Fuggì lasciarmi, ohimè! Così poté l'ingrato? E vivo ancora?... E palpiti mio desolato core?... (si aggira incerta) Che fo?... Vendetta... Amore... di voi chi udir dovrò? Del mio trovar si può più atroce stato! (rimane concentrata ne' suoi pensieri. Frattanto sorge una larva in sembianza della vendetta) ARMIDA (scuotendosi) Vendetta... Ah sì, ti miro: te sola invoco: vieni... (s'avvicina alla larva sotto le forme d'Amore piangente) Amor!... con quel sospiro perché il mio sdegno affreni!?... Forse spietato sei, sebben tu piangi, Amor. (verso la Vendetta) Forse pietade è in lei, cinta benché d'orror. (pensa alquanto poi corre alla prima larva) È ver... gode quest'anima in te, fatal Vendetta. Da me repente involati perfido Amor, t'affretta. (sparisce la larva dell'Amore) ARMIDA Se al mio poter, voi furie, sorde non siete ancor, ad inseguir traetemi un empio, un traditor.

Atto terzo Scena ultima Coro di Demoni, recando il carro d'Armida tirato da' draghi. CORO Paga sarai. ARMIDA Distrutto tutto qui resti, tutto. I Demoni, armati di faci, eseguiscono, e la scena ritorna nel primo orrore. Insieme ARMIDA S'altro non può l'Averno m'inspiri il suo furore. CORO S'altro non può l'Averno t'inspiri il suo furore. Armida ascende il carro, e s'innalza a volo tra i globi di fiamme e di fumo

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