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Tuesday, May 28, 2024

GRICE E ZAMBONI: LA RAGIONE CONVERSAZIONE E IL LIZIO -- LA DIALETTICA -- LUIGI SPERANZA, PEL GRUPPO DI GIOCO DI H. P. GRICE -- THE SWIMMING-POOL LIBRARY, VILLA SPERANZA

 

Grice e Zamboni – filosofia italiana – la ragione conversazionale e IL LIZIO -- Luigi Speranza (Cento). Filosofo italiano. “Famous for his dialettica e cosmologia and implicature!” – Grice.  Figlio di Matteo Zamboni, un  pittore originario di Cremona, di cui si conservano affreschi negl’oratori delle chiese della Pietà e di San Rocco. “Unlike his father” (Grice), Z. prende la strada degli studi filosofici. Studia a Ferrara sotto PENDASIO (si veda). Insegna a Ferrara. Tenne rapporti con la corte estense. Di fronte al duca d'Este recita il suo poemetto, “Le pompe funebri” – “which the duke didn’t like” (Grice) -- e quando si trova a essere oggetto di non chiarite gelosie e maldicenze da parte dei suoi colleghi a Ferrara, scrive al duca per richiedere un suo intervento. Non risulta il duca risolve i conflitti denunciati da Z., che, perciò, decide di trasferirsi altrove. Chiamato a Padova per insegnare in sostituzione di Zabarella – “whose surname also started with a Z” – Grice. Z. inizia il suo corso leggendo la prolusione Exordium habitum Patavii. Contro il tentativo di fondare a Padova uno studio rivale dell'università, Z. si espressa con l’oratione contro i gesuiti a favore di Padova, tenuta di fronte alla signoria di Venezia, nella quale sostenne che Padova, per insegnare, non ha bisogno dell'aiuto dei giesuiti e paventa i rischi di dividere gli studenti in fazioni come i guelfi e gibellini. L'autorizzazione all'apertura dello studio non a rilasciata e i gesuiti sono espulsi dalla repubblica veneziana a causa dell'interdetto scagliato da Paolo V, cui segue la cosiddetta guerra dell'interdetto. Ha una famosa controversia con RAGUSEO R sul numero essatto dei quattro elementi, ma anche sul valore della storia delle interpretazioni della filosofia del liceo, e su questioni didattiche in torno dei pupili con calligrafia bella. Sostenitore dell’esistenza della sua anima – “ma mortale” -- legata indissolubilmente a suo corpo, e sospettato d’eresia e e denunciato all'inquisizione. Con l'amico GALILEI (si veda), Z., ad opera di Belloni, condivideno accuse diverse, una denuncia al tribunale dell'inquisizione che non ha conseguenza. GALILEI e accusato di praticare l'astrologia giudiziaria e Z. di sostenere (i) che la sua anima e mortale e (ii) che Aristotele separa la filosofia del papato. Z. affronta altri due processi dai quali usce indenne grazie alla protezione della repubblica di San Marco. Molte fonti riportano che muore durante l'epidemia di peste che colpe l'Italia. Risulta che muore, invece, a causa di catarro accompagnato da febbre. Secondo alcuni, GALILEI si ispira a Z. nella scelta di un “Simplicio” come rappresentante dell'avversario liceale dell’elio-centrismo. Z. pubblica pochi saggi della sua dottrina, mentre sono a noi giunte numerose trascrizioni delle sue lezioni che prefere tenere solo oralmente. Le trascrizioni delle lezioni tenute a Padova presentano gravi problemi interpretativi che hanno impedito alla storiografia di poter avanzare una sintesi sicura di sua filosofia. Unica eccezione a questa difficoltà interpretativa sono le Lecturae exordium. Nella prima parte della lezione, si rammarica che il continuo rinascere della natura, come la successione delle quattro stagioni, dalle sue forme ormai trascorse, non susciti la meraviglia dell'uomo e lo sgomento per il continuo morire del mondo. Il mondo non è mai. Il mondo nasce e muore continuamente. La lezione si conclude con l’affermazione del dovere dell’uomo di conoscere se stesso. L’uomo, filosofa Z., si scopre in mezzo alle tribolazioni dell’incostanza. Ebbene, la conoscenza di sé è, per Z., l’unico strumento capace di dare a Z. serenità. La strada per conoscere se stessi e raggiungere la serenità è data dalla filosofia su cui si basa la morale e la scienza. L'uomo – “o al meno, io” -- ha un intelletto onnipotente che dalla conoscenza di se stesso e della natura giunge a congiungersi con la beatitudine del divino. Secondo una diffusa narrazione Z. e uno di quei filosofi del LIZIO che non solo rifiutano pervicacemente la scoperta eliocentrica di GALILEI in nome della filosofia del Liceo ma si rifiutano, invitati da Galilei di osservare direttamente nel telescopio l'esistenza delle montagne della luna, delle fasi di Venere, dei satelliti di Giove. Questo avvenimento, tramandato come simbolo della miopia di coloro che si ritengono custodi del vero sapere, è ritenuto falso. Nella lettera Galilei racconta a Keplero il comportamento dei filosofi di Padova ma non fa nomi. Che dire dei più celebri filosofi di Padova, i quali, colmi dell’ostinazione dell’aspide, nonostante più di mille volte io offro loro la mia disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale? Questo genere di uomini ritiene infatti che la filosofia naturale e un libro come l’ENEIDE e che le verità e da ricercare non nel mondo o nella natura, bensì, per usare le loro parole, nel confronto dei testi. Ad un esame superficiale una lettera a Galilei, Gualdo conferma che tra coloro che rifiutarono l'osservazione con il telescopio vi e anche Z.. Abbiamo qui Morosini, il quale non può patire che Z. mentre V.S. è stata qui, non procura né voluto vedere queste sue osservationi, avendole io detto ch’ella se gli e offerta di andare sino alla sua propria casa per fargliele vedere; onde le pare che ha torto contrariarle senza averne fatto qualche ESPERIENZA. Nella successiva lettera di GUALDO a Galilei si riferisce di un colloquio con Z. che al rimprovero di essersi rifiutato dell'ESPERIENZA col telescopio risponde che lo fa perché, non volendo approvare cose di che io non ho cognizione alcuna né l’ho vedute. Questo è quello, dico, ch’ha dispiacciuto a GALILEI ch’ella non ha voluto vederle. Rispose: Credo che altri che lui non l’ha veduto. E poi quel MIRARE PER QUEGL’OCCHIALI M’IMBALORDISCON LA TESTA. Basta, non ne voglio sapere altro. Z. afferma in questo testo che gli causa DISAGIO mirare nel telescopio e che dunque non si rifiuta di guardare ma non accetta di vedere cioè di accogliere l'interpretazione di GALILEI di quella OSSERVAZIONE. Più in generale, Forlivesi sostiene che la posizione di Z. e sempre coerente nel ritenere che l'interpretazione dei dati osservativi non puo andare disgiunta dall'esistenza di una dottrina filosofico-naturale complessiva. Forlivesi rileva altresì che lo stesso Galilei, a volte, propone un’ipotesi circa la natura del cielo non meno problematica di quelle proposte dal Lizio. D'altra parte, come conferma Bellone il cannocchiale e uno strumento di fattura artigianale. Non c’e una teoria dell'ottica - si deve attendere Newton e la immagine e alquanto deformata. Saggi: “Le pompe funebri; ovvero, Aminta e Clori” Ferrara; Lecturae exordium habitum Patavii, Ferrara, Mammarelli; Explanatio proœmii librorum LIZIO de physico auditu cum introductione ad naturalem philosophiam, continente tractatum de pædia, descriptionemque universæ naturalis philosophiæ quibus adjuncta est præfatio in libros De physico auditu, Padova, Novellum; Oratio habita Ferrariae ad Clementem VIII pro S. Q. Centensi, Ferrariae; Disputatio de formis IV corporum simplicium quæ vocantur elementa, Venezia, Oratio habita in creatione serenissimi venetiarum principis DONATI, Venezia, Disputatio de cœlo -- de natura cœli, de motu cœli, de motoribus cœli abstractis; Adjecta est Apologia dictorum del LIZIO, de via lactea, et de facie in orbe lunæ, Venezia, Balionum, Oratione al serenissimo principe BEMPO nella sua essaltatione al principato; Apologia dictorum LIZIO de V cœli substantia adversus Xenarcum, Venezia, Meiettum; Il nascimento di Venezia, Venezia; Oratione al serenissimo principe Priuli nella sua essaltatione al principato; Il ritorno di Damone, Venezia, Oratione in nome di Padova, Chiorindo, Venezia; Apologia dictorum LIZIO de calido innato adversus Galenum, Venezia, Deuchiniana; Apologia dictorum LIZIO de origine et principatu membrorum adversus Galenum, Venezia, Piutum; Expositio in digressionem Averrhois de semine contra Galenum pro LIZIO; Tractatus de sensibus externis, de sensibus internis et de facultate appetitive, Venezia, DIALETTICA Venezia, Le nubi, Venezia, Biblioteca Marciana; Z. Testamento. Fonte: G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana. Favaro, Lo Studio di Padova; Preti, Ragusa, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Z. in occasione del trasferimento di Galilei da Padova a Firenze si rammaricava scrivendo. O quanto harrebbe fatto bene anco GALILEI, non entrare in queste girandole, e non lasciar la libertà patavine. Portale Galilei. Forlivesi, Z. Il contributo italiano alla storia del pensiero – Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Per esempio, Pinotti, autore dell'introduzione al “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Milano. Z. Lecturae exordium; Forlivesi, Il contributo italiano alla storia del pensiero, filosofia; Enciclopedia Italiana Treccani, Galilei, Epistola ad Keplerum, Padova, Le opere, A. FAVARO, lettera, GUALDO, Lettera a GALILEI, Padova,, in Galilei, Opere; Gualdo, lettera a Galilei, Padova; in Galilei, Le opere; Forlivesi. Galilei, Opere, ediz. naz.; Tassoni, Lettere, Puliatti, Bari; Imperiale, Musaeum historicum et physicum, Venezia; Arisi, Cremona literata, Parma-Cremona; Naudaeana et Patiniana, Amstelodami; Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, Venezia; Borsetti, Historia alini Ferrariae gymnasii, Ferrara, Guarino, Ad Ferrariensis gymnasii historiam supplementum et animadversiones, Bologna; Borsetti, Adversus supplementum et animadversiones, Venezia; Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, Padova; Erri, Dell'origine di Cento, Bologna, Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Venezia);  Fiorentino, Pomponazzi, Firenze, Favaro, Lo Studio di Padova, Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti; Berti, Di Z. e della sua controversia con l'Inquisizione di Padova e di Roma, Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze morali, storiche e filologiche; Mabilleau, Étude historique sur la philosophie de la renaissance en Italie: Z., Paris; Favaro, Galilei e lo studio di Padova, Firenze; ad Indicem; Favaro, in Archivio Veneto, rec. di Mabilleau); Sighinolfi, Il posseso di Cento e della pieve e la legazione di Z. a Clemente VIII in Ferrara, Atti e memorie della Regia Deputazione di storia patria per le province di Romagna; Atti della nazione germanica artista nello Studio di Padova; Favaro, Venezia; ad Indicem; Atti della nazione germanica dei legisti nello Studio di Padova, cur. Brugi, Venezia; Charbonnel, La pensée italienne et le courant libertin, Paris; Spampanato, Documenti intorno a negozi e processi dell'Inquisizione, in Giornale critico della filosofia italiana; Spini, Ricerca dei libertini, Roma; Firpo, Filosofia  e contro-riforma, Torino; Savio, Il nunzio a Venezia dopo l'Interdetto, in Archivio Veneto; SAITTA, Il pensiero italiano, Firenze; Torre, Un processo: l'inquisizione contro Z., Verità e libertà, Congresso della Società filosofica italiana, Palermo; Rotondò, Documenti per la storia dell'Indice dei libri prohibiti; Garin, Storia della filosofia italiana, Torino; Pupi, Una riflessione a proposito delle critiche di Galilei al LIZIO, in Nel centenario della nascita di Galilei, Milano; Acta nationis Germanicae artistarum a cura di L. Rossetti, Padova; ad Indicem; Schiavone, ENCICLOPEDIA FILOSOFICA, Firenze; Torre, Studi su Z., Padova; Favaro, Galilei a Padova (Padova); Franceschini, Nuovi documenti relativi ai docenti dello Studio di Ferrara, Ferrara; ad Indicem; Puliatti, Tassoni, Firenze, ad Indicem; Rossetti, Manoscritti di Z., Cambridge, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova; Schmitt, Z., un aristotelico al tempo di Galilei, Venezia; Corazzol, Portenari maestro di grammatica a Feltre ed una lettera di Z., in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, Torre, Logica ed ESPERIENZA nel De Paedia di Z. in Aristotelismo veneto e scienza moderna, Olivieri, Padova; A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in «Atti del regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti, Forlivesi, Z., Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Treccani, Carlini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Schmitt, Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Grice: “There’s something primitive about the way Italians speak. We would never call Austin the Lancastrian, as the Greeks called Aristotle the Stagirite, or the Italians call Zamboni ‘Cremonini’ just because he had a connection with Cremona. As Wellington said when he was referred to as an Irishman: ‘being born in a stable does make you not a horse’!” Grice: “Cremonini is of course underrated in Italy because Galilei is OVER-rated. But Galilei was HARDLY a philosopher – what’s philosophical about sticking your eyes on a muddy micro or macroscope? Instead, Zamboni could lecture on Aristotle to no end!” He was a lizio! Voniam autem omnia oportet de nomine, & verbo dicere, vt fuit propofitum, nomen autem, & verbum funt voces fignificatiue, & propter hoc diftinguuntur à quibusliber vocibus fignificatione carenti-bus, ideo oportet declarare modum omnis fignificationis, vt habea-mus quenam proximè ab ipfis vocibus, que funt nomen, & verbum fi-gnificentur, d preterea, vt habeamus quot modis ipla, que a vocibus fignihcantur, le habeant, inde enim habebimus originem enunciatiug orationis; quatuor igitur in ordine ad fignificationem fe habeät: Vnum fignificatur & lunt ipfe res, aliud tigniticat, & funt que (cribuntur, ideft litters ipfei duo alia fignificant,& fignificantur conceptus fignificant ip las res, & fignitcantur per voces, & per litteras ; limiliter voces ligna-hcant conceptus, & mediantibus conceptibus iplas res, lignificantur aut per litteras, unde voces immediate fignificant conceptus, quocirca qua-lis erit conditio conceptuum, ralis etiam erit conditio vocum, & ita paret, quod primò res elt, vt homo, deinde guid aliquis intelligit ho. minem , formatur conceptus euldem hommis; tercio ilte conceptus (homo) exprimitur, quarto litteris defignatur: aduertendum autem etts quod inter licteras, & voces noo eft neceffarius ordo, potell refcribi id, quod non eft voce perlatum, & fic etiam littere poflunt immediatè con-ceptum explicare, verumtamen ordo naturalis eft, vt conceptus per vo cem explicetur, iita vero quatuor ita te habent, vi duo ex illis tint ea-dem apud omnes, duo vero ad placitumlint; cadem apud omnes funt prima duo, conceptus icilicet, o res, homo enim vorque idem elt, & 11 militer conceptus, qui tt de homine: Dicetis, ti conceptus funt idem apud omnes, quomodo vnus haber diueríam opinionem ab alio? veluti de Deo vari) varia opinantur; Refpondetur, quod conceptus dupliciter poteft confiderari, vel limpliciter vt elt paffio ipfius animi, & fic idem elt apud omnes, vel vi elt paffio talis in ordine ad objectum, de quo fic conceptus, & hic poteft elle varictas apud varios; alia verò duo, voces Icilicer & littere funt ad beneplacitum, & apud varios variè le habent, apud Grecos enim alia voce homo fignificatur rideft, antropos e & alia feribitur, & fignificacur apud Latinos ; Dicetis etiam foni brutorum, funt voces, tamen non funt ad placitum illorum, fed eodem modo voi que fe habent; Relpondetur, quod voces funt duplices, alig que fignifi-cant afectus, alie que fignificant conceptus, fi loquamur de vocibus, que fignificant conceptus , tales autem funt voces, que lequuntur intel-lectum, dideo voces articulate proprie lunt ipiorum hominum, cum itaque dictum fit voces imediaté fignificare conceptus, veluti fe habe--- Cesare Zamboni di Cremona (Cremonini). Zamboni. Keywords: i galileiani, la dialettica di Zamboni, de interpretatione, nomen, significatio, ad placitum. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Cremonini," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Zamboni.

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