l cri- stiano; quoniam in eis pura et aperta ad Deum oratio funditur. Ancor più infelice è il Mirandol nella sua terza citazione del Glareano, cioè dell'Editore delle opere di Boezio in Basilea nel 4570. Questi nella prefazione anzi- ché porre innanzi alcun dubbio sulla cristianiltà di Boe- zio, si maraviglia piuttosto che cristiano come egli èra, e posto in mezzo a tante sventure , non si confortasse co' suoi versi nella rassegnazione e ne' patimenti, invo- cando quelli del Salvatore. Sostiene dunque che il libro. De consolatione, essendo più filosofico che cristiano, e ' Àng. Maj, Classic. Auctor. e Valle. Ck>d. edit. T. Ili, Romae Tip. Val. 1843, p. 315. > Boethii de Consol. L. III. Met. IX. Digitized by VjOOQIC CAPITOLO QUINTO. 77 di stile diverso dalie altre due note opere di Boezio: De duaJbus in Christo mturiSy e T altra: De Trinitate, nelle quali v' b lo stile medesimo di tutti gli altri suoi scritti, non debba attribuirsi a Boezio: e questo dub- bio esterna arditamente, come Giorgio Valla e il Man- cinelli avevano a' suoi tempi, cioè nella seconda metà del secolo XVI, messa fuori l'opinione, che i libri Ret- torici di Cicerone ad Herennium fossero opera di uh altro dotto e non di Marco Tullio ; sebbene questa ardi- tezza non fruttasse a que' due letterati che il pubblico disprezzo : Omnes id lucrati, ut apud eruditiores vel stupidi vel pertinaces dici mereantur. * Il Mirando! avrebbe dunque qui stranamente cre- duto che il dubitare dì Galerano, che il libro De Con- solat ionè appartenga a Boezio , sia lo stesso che dubitare che Boezio fosse cristiano ! Veniamo ad Ugone Grozio ed ai suoi Prolegomeni alla Storia de' Goti, cui si at- tiene il Mifandol. Grozio fa innanzi le molte lodi di Teo- dorico e massimamente della sua tolleranza verso i cristiani, ed appoggiato ad Ennodio ricorda i favori fatti ai vescovi ed alla Chiesa di Roma; ma della morte da quel re data à Simmaco e Boezio, dice: non excuso; illud tamen video aetum ibi non de religione ^ quae Eoe- thio satìs Platonica fuit, sed de Imperli statu. * Il Mi- 1 Ego igi(ur si ingenue fatear id quodres ett etsi ieio quam ma* gnammki moveam hac opinione invidiamt et plus quam Camarinam^ dicendum tamen est quod animo seitet meo ; mihi quidem magis Phi- losophic^m opus videtur quam Christianum , nee tamen indignum quod a Christiano homine legatur, sed indignum ut ab eo scriptum credatur, qui ipsi Christo j dato in sacro Baptismate nomine /ipsum anteseriptis professus. (A. M. G. Boethii pbilos. el Tbeolog. Princi- pis Opera omnia. Basileae 1570.Henrlci Loriti Glareani Praefatio. a 3.) Ed è il Gbreaao slesso che qui iniltola Boezio, Teologorum Princeps ! ' Rag. Grotii Proleg. Histor. Golhor. etc. Amstelodam, apud Elzevir. p. 31 hi 8. 7- Digitized by VjOOQIC 1S IL feOEZiO. randol ha sentito un po'd' odore di pagainesinio in quella satis Platonica. Ma in tutta la storia della Cristianitàl e della Chiesa noi troviamo a ciascun secolo, presse moltissimi scrittori oristiani apparire la religione, quando satU Platonica, quando satis Aristotelica ^ e quando an- che nimium philosophita: e non pertanto la Chiesa, se non sola allorché i loro filosoferai contrariavano il do- gma, ha lasciato di ritenerli come propri Agli. Ugone Gro^ìo in cotesto passo non ha nemmen pensato a con- trastare la cristianità di Boezio; dove anzi volendo scu-- sare Teodorica, ma scemargli V atrocità di quella con- danna ^ accusa Boezio non di pa^no, ma di cos^piratore, e questa dice la causa della sua morte. Ultima fra le autorità cui è ricorso il Mirandol è quella del Brukero nella Storia crìtica della fitosofìa, della qual' Opera di quattro o sei non piccoli volumi, secondo le edizioni, egli non cita né tomo, né capitolo, né pagina, temendo che al lettore venisse* voglia di riscontrare. Imperocché il Brukero dice precisamente il contrario di ciò che vorrebl)e il Mirandol. Nella mia edizione di Lipsia 4743, Tomo III si parla distesamente di Boezio a p. 5i4, e a p, 566. Ner primo luogo dopo avere esaltata la dot- trina del senatore romano e i suoi studj filosofumi fatti in Atene, é il platonismo de' suoi carmi sparsi nel libro De Consolatione, onde non sia confuso con altri filosofi dello stesso nome, dice; ab aliis Btiethiis suo looojam adductis facile hunc distinguiti et aetas, et Consulàtus dignitas^ et Cristianae religionis professio. Nel secondo luògo sostiene, che la sua fama crebbe in autorità presso gli ecclesiastici, anche dair essere Tiota la di lui amicizia cori S. Benedetto; tradizione che il Brukero non affatto rifiuta, e pone Boezio s\ nel capitolo de' filosofi dell'an* tica cristianità , come alla testa di essi lo ripone nel ca- pitolo che segue, dei filosofi cristiani deir Occidente. Que* Digitized by VjOOQIC CAPITOLO QUINTO. 79 sto dunque è il giudizio d'una Storia critica, che se il signor Mirandol lo avesse bene riscontrato nel testo , non r avrebbe citato in appoggio del preteso paganesimo di Boezio; pretensione che non si è affacciata che nella odierna felice età della Critica storica. £ sebbene non paia, però si vede che grande differenza vi deve essere tra tutte due le Critiche, se l' una V ha detto cristiano, e l'altra lo dice oggi- pagano. E la differenza è questa, che a' tempi del Brukero la Storia Critica pensava col proprio e col pensiero altrui , per dire di Boezio ciò che doveva; e la Critica storica, pensa solamente entro a sé per dime oggi non altro,, che ciò. che vuole* Il quale si^ stema è proprio del Bomanzo jstortco, e non della vera storia. Per il mio assunto io credo, che dopo avere dibio^ strata la falsità di queste prime citazioni del Mirandol, potrei chiudere il suo libro, e più non curare quanto egli sia per dire nella sua Introduzione del suo immagi^ nato Boezio ppigano. Ma non sarà inutile continuarne r esame onde la gioventù vegga con quali e quanti am^ iBinicolt si studia oggi cotesta scuola di stremare, dove può, la nostra antica grandezza latina, e la nostra lette-* ratura laicale e sacra del medio evo. Ogni nazione ha diritto, e sta beae<, d'inalzarsi con aspirazioni e con opere ad accrescere le proprie glorie. Ma nessuna na- zione ha diritto di farlo a scapito delle glorie altrui. Ci lascino stare dunque le nostre quah furono, e quali sono i Germani della critica storica, e noi ammireremo la loro dottrina e-1'acume del loro ingegno; ma quando s'attentano, oltre al mondo indo-germanico, nel quale gli concediamo pure di fabbricare quanto e come desi- derano, a volerne anche costruire un altro romano-ger- manico, e per acconciare al loro gusto la nostra classica antichità, venirci a mozzare colla critica Tito Livio, a Digitized by VjOOQIC 80 IL BOEZIO. mutilarci Cicerone « Tacito, a convertirci in pagani e in forieri del Protestantismo i più dotti, i più venerati, e i più famosi scrittori dèlie prime età cristiane, avremo allora ragione di chiamare la loro scuola non critica, ixta devastatrice della vqra storia: nel posto della quale da qui a qualche secolo, a lasciarla fare, non troverebbero i posteri che zibaldoni di novellieri, contrafatti docu- menti, metafisiche arditezze, ballate di rapsodi di bardi e di menestrelli, di miti, simboli e geroglifici*, il più de- plorabile smarrimento insomma della vera storia del pensiero e dei fatti delle passate età. Còme mai, cosi dotti come sono, non antivedono questi due giudizi che il mondo farà di loro. Primo, che questo venirci sempre in Italia ad esercitare la loro arte, e Tesserci sempre fra' piedi sì nel romano che nel medievale periodo^ mo- stra con troppa evidenza che a casa loro v' ha povertà assoluta d' uomini e di memorie ; altrimenti si raggire- rebbero volentieri attorno ai monumenti della loro pas- sata vita nazionale. Secondo , che potrebbero consumare nello scrivere tanto inchiostro quanto d'acqua trascina il Danubio, e mai non giungerebbero a cancellare né i fasti della vita consolare latina, né quelli della vita ec- clesiastica e del cristianesimo del medio evo. Per il sig. Mirandol nel quinto secolo, e in Bisan- zio dopo Costantino, e in Alessandria, pare non fosse possibile un filosofo cristiano. Che se Boezio fu il rap- presentante ultimo della filosofìa greoo-romana ossia pagana per questo solo che era filosofo era un pagano. Imperocché filosofo pagano di quei tempi voglia significare per lui il seguace della filosofia alessandrina, ohe senza battezzarsi nel cristianesimo, ammetteva l' unità di Dio, e riteneva il politeismo come una dottrina di simboK rappresentanti le forze fisiche della natura. Ecco il per^^ che si fidò nelle sopra menzionate citazioni ^ nelle quali Digitized by VjOOQIC CAPITOLO QUINTO. 81 per lui, r essere stato dichiarato Boezio tutto filosofo nella sua Consolatoria, equivaler doveva air esser stato dichiarato pagano. Ma due grandi difficoltà bisognava superasse lo scrittore francese. La prima di dimostrare che la filosofia professata da Boezio fosse quella de* Pla- tonici o Aristotelici alessandrini: e questo gli è stato impossibile; giacché tutte le note platoniche con che egli ha dichiarato alcune sentenze della Consolatoria, sono 0 del Fedone o del Timeo , o d' altri dialoghi del Platone ateniese, e non di quello guastato dai discepoli di Plotino in Alessandria. La seconda difficoltà e più grave della prima, era di dimostrare l'inconciliabilità del cristianesimo colla filosofia eleatica o platonica, dopo r esempio de' Santi Padri da Clemente Alessandrino fino a S. Agostino , che molti pHncipii conformi alle dottrine della cristianità confessava di avere trovato in Platone. E nemmeno questa difficoltà egli seppe o volle scio- gliere; giacché* certuni della scuola critica si sono fìtti in capo, che la filosofia nel medio evo fu sempre in lotta colla nuova religione, e questa con quella: sen- tenza affatto antistorica. La storia invece dimostra, che la filosofia ne' primi secoli della Chiesa tentò da ambe le parti di associarsi alle due religioni: alla pagana agonizzante, innestandovi alcune idee giudaiche ed an- che cristiane onde tenersi in vita e soperchiare se po- teva la nuova : alla cristiana onde trionfasse anche essa colla ragione delle opponentisi eresie. Sicché deesi ri- conoscere e tener conto, a voler rappresentare il medio evo nella sua storica verità, dei sapienti che vi appar- vero di queste due schiere di filosofi. Cioè di quella del crede ut intelligas, che fu la vittoriosa e la predo- minante fino alla luterana riforma; e dell'altra dell'in^ tellige ut libet, che raffazzonata alla peggio in Alessan- dria, passò quindi dai Nestoriani agli Arabi, e da questi Digitized by VjOOQIC 83 IL 90|:zio. trasferita io Occidente, «'intruse nella iscolaetioa crn atiana, sotto colore di nominaliamo, e confortata e so- gpiqta da società 9eGrete e da scuole e maestri avvol- pacchiati, si unificò si^teniaticamente in filosofìa della ragione. Ora questa filosofia , assuefatta a tenersi uoioa e sola rappresentante di qualsiasi culto, non si sa più spartire né adattare quando occorre ai passati tempi storici: ed è questa che con una falsa ermeneutica pre- tende oggi di rifarci il medio evo, a suo modo, e se- condo la sua moderna intelligenza. Né saprei vedere come accettandolo quale veramente fu, ne venga alcua danno al trionfo da essi sperato nel presente e neir av- venire della parte loro. Ma somiglianti a coloro che su- bitamente divenuti ricchi cercano nobiltà , e dopo que- sta non hanno pace se da venale archivista non comprano un albero genealogico che li faccia discendere dai Gon- zaga 0 dai Viscontiv essi si gettano sitibondi sul medio evo, e foss'anco la feccia di quei tempi, la carezzano, la rivestono, la stropicciano tanto, che nella babilonia che si sono edificata, faccia la figura degli illustri bisnonni della nuova razza europea, E tanto afiaonarsi per un vecchiume di mondo che, a dir loro, cammina sui trampoh? Egli fu come fu, e non vi è modo di cambiarlo. Erano due pensieri che si imbattevano V uno in faccia T altro. L'uno illuminato dalla luce deir Eterno, redentore della umanità , s' assise sul trono de' Cesari e trionfò: T altro afiBdato alla sola ragione si rabberciò co' lembi di culti invecchiati e diversi tanto per non estinguersi, e visse in questo stato; finché non trovò popoli, che uscenti allora dalla barbarie, dal bagliore della cattolica civiltà aduggiati piuttosto che riscossi, come più conforme alla loro immatura educazione ci- vile, la riformata religione abbracciarono, avvisandosi di soperchiar V altra, col preconizzarla il culto del li- y Google CAPIfÓLO OUtNTO. 83 beró esame. Che se essi vedessero quanto ancora lor manca di sostanziale e di ornativo prima di ragginn^ gere la verità é la magnificenza della nostra; anziché sciupar tempo a pescarne i bisarcavoli nella antichità, travestendo i cristiani primi iìi pagani filosofi, volge* rebbero tutta la loro cura al presente e all' avvenire; e ttìuno si turberebbe de* loro apostolati quando questi non indietreggiassero a capovolgere la nostra storia, a sfrondarci 1 nostri allori, a trasformare i nostri sapienti. Il signor Mirandol dice che la Chiesa cristiana è sì abbondante dì eroi, che il levargliene unOj quale sa- rebbe Boezio, non le dovrebbe importar nulla;* Mala cristianità non vede solamente il martire nel suo Boe- zio; vede di piii il Saggio filosofo, che senza essere sacerdote, seppe trasfondere le sue dottrine su tutte le prime melati, che Dio avea destinate a ricostruire col nuovo culto la latina civiltà. Che se II Mirando! quantunque francese, ossia della stessa razza, dello stesso culto di Boezio , ha dovuto aspettare gli avvisi della Critica storica alemanna , per accorgersi che Boe- zio, allMnfuori del suo martirio, era un personaggio storico importantissimo: la cristianità invece, e l'Italia l'hanno tenuto in tutti i secoli per tale, e non pud par- tire con itìdiflerenza, che oggi cotesta Critica glielo tra- sformi in un pagano. Imperocché sia fuori d* ogni con- troversia, che qualunque storico che prende a risucitare glorie dimenticate d*uomo grande, se non le accresce, non le debba almeno scemare. Ora credono forse e gli Alemanni ed il Mirandol con loro , che accettando di prendere Boezio grande come glielo ha dato in mano la storia, di accrescerne la grandezza col trasformarlo in ^ L'Eglise chrétieoDe est assez rìche en héros pour n*avoir à s*inqaiéter de la révision de soii glorieux mariyrologe. Intro- Digitized by VjOOQIC pas duci., p. IV. 84 IL BOEZIO.
Tuesday, August 6, 2024
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