ca capitanata da Marsilio Ficino si adoperava a ripristinare la dialettica di Platone in filosofia. Ma questa pacifica conversione non produsse il suo effetto, finché la critica a colpi di verga, e la fisica con badiali fatti e scoperte non la cacciò dalle scut4e. Che se Aristotele non avviliva la dialettica del suo maestro confinandola nei probabili sol- tanto e nei verisimili, onde surrogare la sua logica nel posto di quella, i sunnominati filosofi restauratori tro- vavano il processo mentale della induzione compreso nella stessa dialettica platonica, e non avrebbero gri- dato al mondo ch'essi rifacevano la filosofia, come Bacone disse, ab imis fundamentis. Boezio però quan- tunque del suo Aristotele ammiratore , affinchè la defi^ Dizione della dialettica platonica rimanesse al suo posto e nei suo valore, accortosi della superfluità della divi- sione aristotelica, dopo fattane la storia, ritorna alla . divisione più semplice, cioè a quella anteriore al Licèo. Rurstés ejusdem Logico altera divisto est, per quam cb- ducitur tota diUgens ratio disserendi in duas partes, unam inveniendi , et alteram jddigàndi ; td autem videtur efftam ipsa Logicoe definiti^ mostrare; nam quia Logica^ ratio disserendi est^ non potest ab inventione esse separ rata. * Operatasi la restaurazione della metafisica dai Vico, presso i nostri contemppranei, la dialettica riprese il suo significato platonico, e dentro ài recessi della filo- sofia deir Hegel tanto si allargò, che quasi la rappresentò * In Topie. Cicer GoinmeDt. L. I, p. 760. Digitized by VjOOQIC . r' -n 68 IL fiOEZIO. tutta intera. Imperocché non poteva essere che tutta logica operazione quella che l'Hegel si assunse, di identificare il processo embriogenico della natura con quello deir intelletto, e di rimpiattarsi nel non ente, per dare al difuori Io stupendo spettacolo del movimento dallo involto allo svolto e al divenuto, e quindi allo scomparire di questo e al ricomparire dello stesso germe che torna a ripetere le stesse fasi genetiche fino al- l'Eterno, nel quale s' immerge per rientrare nella mente del filosofo. 11 quale se non istà sempre colla mano al manubrio della macchina per mantenerle lo stesso moto girevole delle creazioni e distruzioni, tutto tornerebbe nella muta quiete del caos. Il filosofo prima dell' Hegel avvicinava, interpretava, dimostrava per leggi, accet- tando il fatto d'una Causa prima creatrice dell'universo, e delle stesse umane muta quiete del caos. Il filosofo prima dell' Hegel avvicinava, interpretava, dimostrava per leggi, accet- tando il fatto d'una Causa prima creatrice dell'universo, e delle stesse umane intelligenze. L' Hegel ha detto in- vece a se stesso e a tutte le menti umane: la Causa prima son'ìo; e il mio pensiero è di ogni cosa il creatore, come svolgendosi e divenendo lo è di sé stesso. Così ri- pensatosi bene bene, e convintosi del /b tu/to io^ e per . insegnare ad altri come si ottenga tale convincimento, ossia per mostrarsi filosofo inventore di tanta filosofia, gli fu mestieri piotare sì sodo nella dialettica, che que- sta ogni cosa identificasse; non essendovi contrario in natura e nel pensiero, che possa sfuggire alla sua dia- lettica identificatrice. A tale estremo erroneo, e immen- samente pernicioso alla morale, alla religione e alla ci- viltà, esagerato ed abusato anche di più dai suoi imitatori, commentatori e seguaci, è giunta ai nostri tempi la dialettica allemanna. Non tutto ciò che si può annettere si può egualmente conciliare e identificare; come il co^ir- ciliato non si dee confondere coli' annesso né coli' identico. Ciascuno di questi momenti dialettici ha il suo carattere e i suoi confini particolari, al di là dei quali non può y Google CAPITOLO QUARTO. 69 consistere De il retto né il vero. Che se V Hegel mede- simo nella Filoso^ della storia dice che la filosofia accetta i fotti storici quali si produssero nel corso dei secoli; strana cosa apparisce che questa filosofia, che identifica lo spirito poli' universo e con Dio, quanto alla storia dei fatti umani si senta forzata a non potervi filo- sofare, che a condizione di accettarli quali sono; onde r applicazione ad essi del pensiero e della ragione filo- sofica non sai:à mai identificazione, ma pura annessione. Ed ecco che il superbo pensiero che si collocò ardita- mente al di sopra dell^ ente supremo e di tutte le umane intelligenze, persuaso di far tutto in sé e da sé, dimanda poi il. permesso alla Storia di recarsi con una ragione semplicemente ermeneutica nell' immenso teatro dei fatti umani. CAPITOLO QUINTO. Del preteso paganesimo di Boezio e delle sue opere teologiche, e del libro De Consolatiotie, Più volte nel corso della nostra storia abbiamo do- vuto fermarci; non senza profonda amarezza, a consi- derare i sofismi, le invidióse dubbiezze, e le ingiustizie colle quali una cotale società moderna di Critici, alla quale non si può negare dottrina vastissima, va conti- nuamente rosicchiando e travolgendo le più venerate tradizioni, le opere de' classici i più insigpi, i d( le memorie dèlia nostra latina letteratura. 0> abbastanza aperti i fini di cotesta scuola: que sostituire la loro letteratura alla nostra : lettei appena cominciava a vagire, quando la nostr Digitized by VjOOQlC 70 IL BOEZIO. della forma cristiana, faceva ris^gere la civiltà y e i-^*- stituiva al medio evo gran parte dell* antica sapiènza. E V altro fine è quello di accrescere la mostruosa falange dei precursori della loro Riforma. Quindi )* abbassamento di tutta la cattolica sapienza, quindi lo «pigolare nelle opere, e se ciò non vale, nelle vite deMorò autori., qual- che detto 0 fatto che possa trasformare il cristiano in pagano, il cattolico in incredulo. Ecco donde derivò l' odierna prova di due o tre critici germanici di trasfor- mare Boezio, cui non si poteva negare il merito di aver fondata la Filospfia del medio evo, né come laico e del jsesto secolo era compreso nello scherno di che essi rau- miliano il sacerdozio, da quel cristiano fervoroso che . da tutti è stato decantato, dajla Chièsa, dai dotti e dal popolo, per il corso di oltre a mille anni , di trasformarlo, dissi, in un pagano! Né sembri ad alcuno ozioso trattenimento , nella' storia della Medicina, questo del preteso paganesimo di Boezio. Quando noi passammo dalla medicina pagana alla cristiana, passàggio che incontr'ammo in Alessan- dria , e a capo del quale, nel nostro capitolo §ulla Medi- cina de' Padri della Chiesa avanti gli Arabi, ponemmo Clemente Alessandrino, dimostrammo come la Igiene ne venisse, sostanzialmente modificata, ed altre non lievi modificazioni ne subisse la stessa pratica d^a scienza; e come nei cultori di essa il nuovo sentimento di carità cristiana ) sì verso i fratelli che nella società, si presen- tasse cdD un carattere nuovo, tutto distinto dal pagane- simo. Il qual carattere divenne poi informatore in parte della medicina bizantina, e intieramente poi comprese quello della scuola di Salerno. La igiene di questa e degli statuti monastici ed equestri, e quella dei comuni nei secoli XIII e XIV procedette con gli stessi principi : la filosofia di Galeno, che nella scuola bizantina appena y Google CAPITOLO QUINTO. M apparve, prese carattere cristiano dal medico Costantino nella scuola di Salerno; ma sì lievemente che non s' in- sinuò nella scienza: e le teorie ne furono si languide, vaghe ed incerte, che io potei affermare che la medicina bizantina e la salernitana mancarono di filosofia. Scei^ dendo intanto da Salerno .alla scuola di Taddeo neU' uni* verità di Bologna nel secofo XIII, la medieina si pre- senta con una filosofia, che ha la sua composisibne e il suo deciso carattere. Ma qual è questo trattore? è il pagano? è T arabo? no: è il crist^no. Ora dunque io doveva ricercare donde le fosse venuto. La filosofia de' Padri non mi bastava, perchè dopo la scuola di Sa* lernadove la medicina fu un mista di monastico e di laicale; la scienza nelle susseguenti università si spo- gliò del sajo de' monaci, e vestì sembianze affatto lai- cali. Era pertanto a vedersi se nessun laico avessela composta , sì che comprendesse non solo la parte spe« culativa, ma V altra che più bisognava alla scienza, cioè la unevole alla fisica e alla matematica. Cercandola al contrarÌQ in S. Tommaso, in Alberto Magno, e nella serie insomma di que' studiosi di filosofìa che si trovano risalendo la storia dal XIII al sesto e al quinto secolo, io non avrei trovato che una filosofia clericale, oppure la averroistica anteriore a S- Tommaso. Ma la filosofia di Taddeo non è né tomistica né araba: essa invece come a suo luogo vedremo, è laicale ed è cris^tiana. Ri- monta adunque di necessità a queHa di Boezio, la quale poi riconobbero come autorevolissitnane cristiana que' sa- cerdoti che filosoforono da Alenino in giù Sina all' Aqui- nate; imperocché non vi è filosofo nel quale non s'in- contrino Boeziane sentenze. Doveva adunque h storia nostra, il meglio che per noi si poteva, far conoscere la dottrina filosofica di Boezio, prima come quella del sommo laico del secolo XV e YI, éppoi come filosofia Digitized by VjOOQIC 7ft IL BOEZIO., cristiana. La medicina da Salerno scendendo nelle uni- versità latine aveva seco cotesti due caratteri. Taddeo vi aggiunse a Bologna nel secolo XIII una filosofia , la quale derivò anch'essa da quella di Boezio, ed oltre al mostrare frequenti analogie colla ecclettica di Galeno, ritiene come nuovo ed essenziale il carattere di filoso- fia cristiana, che Boezio sì altamente venerato e sempre rammentato da Taddeo, avevale in modo palesìssimo e incontrastabile compartito. Ora dunque se air odierna scuola critica germanica riuscisse di ghermire cotesto carattere storico, e confonderla tra le pagane, spac- ciando Boezio, donde derivò la sua origine, per un pa- gano; il primo periodo storico nel quale la nuova filo- sofia latina si unì alla scienza della salate, sarebbe affetto perduto; e le differenze tra la filosofia delle scuole di Parigi, di Montpellieri, di Padova e di Bologna sareb- bero irreperibili. Imperocché la scolastica latina si pre- sentò con indole diversa in tutte cotesto scuole; la quale indole non pochi né lievi cangiamenti interpose nel ca- rattere della scienza; mentre la scolastica seguita da Taddeo in Bologna e propagatasi ne' suoi discepoli si ravvicinò alla romana, ossia alla cattolica; quella di Montpellieri e di Padova Tuna dopo l'altra si arabizza- rono, quella di Parigi s'avvinghiò a' nominalisti. Nella storia delle scienze se per capriccio o per errore si rompa dalla critica un solo anello della loro concatenazione, r edifizio storico perde la sua squadra, la sua armonìa, la sua unità nella quale sta la scienza; e ogni fatto si slega dalle sue attinenze, e così slegato è una protesta contro la scienza e contro ogni storia di essa. 0 bisogna adunque cancellare tutte quelle numero- sissime testimonianze storiche , che dimostrano ne' filosofi cristiani del medio evo la influenza della filosofia di Boe- zio ; oppure concedere che la odierna pretesa di alcuni y Google CAPITOLO QUINTO. 73 dotti di convertire Boezio da filosofo cristiano in un pa- gano è un capriccio e un errore. La storia quindi tro- vandosi condotta su questo dilemma, non può restare indifferente agli artifizj che la critica moderna ha ado- perato per fare accettare il suo nuovo concetto: e noi dobbiamo sobbarcarci al disgustoso esame^ il quale principalmente si aggirerà, sdir opera del Louis Judicis de Mirandola * venuta in luce in Parigi nel 4861- Impe- rocché in questa Opera, asserisce T illustre autore che si riuniscono gli argomenti di tutti quei campioni della critica slorica alemanna, i quali si provarono a radiare dal catalogo degli antichi <;ristiani il nome di Boezio. Furano questij-secondo il Mirando!, l'Heyne, l'Hand, l>Ob- barius: ma quello che egli segue, imita aticapia più vo- lentieri è FOhbarius, uno degli ultimi commentatori del poecnetto De Consplatione di Boezio, <i Cesi ce sa* D vant éerivain que nous avons consulte avec le plus » de fruit..... Ce que notretrayailpeut contenir de nou- » veau ^st dono moins à nous qu'à Phabile professeur 9 dléna. •' Fatta questa dichiarazione d'onore alia scuola criticaci' autore, è giusto, che qualche merito voglia anche per sé: e. non lascia d'avvertire che i primi due Alemanni trasformarono Boezio da ^cristiano in pa- gano « quelquefois avec pas^^ion ; » e TObbarius « il ré- » futa un peu sommairement peut-étre quelques erreurs 9 trop facilement aocueillies par les biographes. » * Ciò posto, si vede che noi ci siamo avvisati assai, bene di prendere ad esame il libro del Mirandol, come quello in che si trova quanto è stato detto, e quapto.potea dirsi in favore del preteso paganesimo di Boezio. Ci duole ^ Louis Jadicis de MìrahdoL La consolation philosophique de Gfoèce, Traduct. nouvelle eie. Paris 1861. • Op. cit. p. IV e V. iDtroductioo. • Ibid. PUCCIKOTTI. 7 Digitized by VjOOQIC 74 IL BOEZIO. soltanto di non potere avere sott^ occhio un lodato lavoro sullo stesso tema, letto non ha guari air Accademia di Parigi dair illustre Carlo Jourdàin col titolo: De Cvrtgine des traditions èur le christianisme de Bo&óe, e non ancora venuto In luce per gli atti dell' Accademia stessa. Ne previene frattanto il Miraodol, che le conclusioni della memoria del J^urdain sdno conformi alle sue. A noi pare però assai difficile che quel cristiano scrittore che ci ha dato il s. Tommaso d'Aquino, dove i sentimenti di fede e lealtà religiosa gareggiano con una sobria e vera e dottissima critica, «la sceso anch' egli a menar buono alla critica tedesca e al signor Mirandol, il paga-^ nesimo di Boezio. * Tuttavia è indispensabile vederne la stampa prim* di giudicarne. " Comincia il signor Mirandol dall' asserire nella sua introduzione, essere stata creduta pagana la filosofia di Boezio, anche dagli antichi sdrittoH. E qui v' è subito confusione e artifizio; essendo cosa molto differente in que' secoli la religione e la filosofia professata ; che se chi, non esclusi i santi Padri, si mostrò in filosofia Pla- tonico 0 Aristotelico doveva aversi per fin pagano, per- chè |)aganà d'origine era la filosofia, andrebbe all'aria tutta la cristianità delle scuole del medio evo , e forse anche quella di gran parte delle nostre. Là mente di Boezio lavorava in quei tempi a innestare alle tradizioni è ai dogmi della nuova religione quanti filosofemi greci erano a questa comportabili : che se non fu sempre fé* lice neir innestare, e considerata come filosofia cristiana la sua, mostra qua e là qualche tralcio di isolato Plato- nismo, <3he la Chiesa in tempi più maturi pose da parte, siccome dovette fare per Tertulliano, per Origene, per Sinesio , e tanti altri antichi; non pertanto la Chiesa stessa * Mirandol. op. cit, Introduction. p. LXVIIL Digitized by VjOOQIC CAPITOLO QUINTO. 75
Tuesday, August 6, 2024
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