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Saturday, August 13, 2011

Marchelli, pittore genovese

NOI avremmo avuto di Rolando Marchelli moltiffime tavole degne di sì egregio Pittore; fé egli continuatamente all' intraprefa Profeffione avefti-» accudito . Ma la mercatura troppo il diftraflè. Quindi poche Opere di fùo ci lafciò.

Da Girolamo Marchelli nacque in Genova Rolando l'anno 166/\.; e ficcome infin da fanciullo moftrò Tempre gran defiderio di divenire Pittore: così, quand' ebbe apparato

rato ciò, che a' civili fanciulli convieni!, fu dal Padre confegnato alla direzione di Domenico Piola; attinchè lo ammaeftraffe nel difegnare. Quefto Pittore ben volentieri ac- ,—,

cettollo; e, fcortane la bell' indole, riguardavalo con affet- £>, to non inferiore a quello, con cui riguardava i proprj fi- Kolanoo gliuoli. L'anno 1684. kco il condurle per l'Italia; nel ma»"»"« qual tempo acquiftò Rolando molte cognizioni: e allora fu, che, vedute alcune Opere del Marattì, s'invogliò di portarfì a Roma a ftudiare fotto la difciplina d'un sì valente Soggetto: come in breve efegui.

Ebbe colà introduzione al Marchefe Niccolò Pallavicini; che , udito il genio di Rolando, al Maratti lo prefentò. Trattollo il Maratti con parzialità, pari a quella del Piola; affiftendogli di continuo, ed anche ritoccando talvolta col pennello ciò, che quegli faceva. Grazie, che al prefente-» affai di rado da' Maeflri a' lor Difcepoli li difpenfano.

Il noftro Rolando dopo efferfi con fuo molto profitto per cinque anni trattenuto in Roma, ritornò a Genova; e qui lavorò alcuni quadri di buon gufto . Rammenteronne pel primo, come il più degno di rimembranza, uno, ch ei dipinfe per un falotto del palazzo de' Signori Ferrari, limato nel vico detto del Gelfomino . Tal quadro rapprefenta, fe ben mi ricordo , Rachele, e Giacobbe: e fo, che in vederlo , tutta la Marattefca maniera vi fcórfi.

Un altro bel quadro , entrovi la Dicollazione di S. Gio. Battifta , dipinfe il Marchelli per una Chiefa di quefta città: ma ficcome poco piacque a coloro, che meno intendono [ e quefti fono i più ]: cosi fu tolto via per collocarvéne un altro di gran lunga inferiore, e di diverfo argomento . Il quadro però del noflro Pittore, meglio da alcuni conòfeiuto, ebbe buon efito; perciocchè fu comperato, ed efpofto nella Chiefa di S. Gio. Battifta in Seftri di ponente^; ove tuttavia fi conferva, e fi tiene in gran conto.

Per quefta Chiefa di Santa Maria del Rifugio lavorò la tavola del principale Altare, entrovi S. Francefco ftimatizzato; e fopra la porta di tal Chiefa conduffe fui frefeo una Noftra Donna, che fotto il fuo Manto accoglie alcune , zitelle, figurate per quelle, che abitano nel Conferva torio anneflb alla medefima Chiefa. Entro

Entro la Chiefa della Maddalena dipinfe pure fui frefco

le volte di due cappelle. Neil' una di eflè avvi Santa

-——---— Paola davanti alla Vergine: nell' altra S. Michele, che_.

Di abbatte i demonj. Quefte Opere non fono rare: ma però

죣££t fono ftimabili.

Alcune tavole fece il Marchelli per Signori di queflacittà: ed alcune altre per la cafa di villa de' PP. Gefuiti in Seftri di ponente; fra le quali affai bella è una, efprimente la Sacra Famiglia.

Se quefto Artefice, come accennai, avefle fempre attefo alla Pittura, farebbe certamente, in ordine ad efla, arrivato ad un alto grado di perfezione. Ma egli per cagion della dianzi riferita fua applicazione alla mercatura, trafcurò il dipingere; talchè pattava gì' interi anni fenza toccare pen, nello. Tuttavia difegnava talora con la matita, o pur con la penna; e ciò con molta grazia, e leggiadria d'invenzione: onde ben s' arguifce qual ingegno, e deftrezza egli avea^.. per la noftra Profeflìone.

Del refto , io , che V ho conofciuto , poflb con tutta verità affermare, eflere ftato il Marchelli zelantiflìmo della Pittura: attefochè fempre cercò d'infinuarne V amore, e la {lima negli altrui cuori. Saggio in oltre fu nel parlare, gioviale , e cortefe nel tratto: fìcchè traeva a fe V attetto di chiunque lo praticava: e febben già s' avvicinante alla decrepità: pur nondimeno per le fue ottime qualità fenfibiliflìma ce ne fu la perdita, allorchè il vedemmo mancare: ciò, che fegui il dì 19. di dicembre dell' anno 1751., correndo dal nafcer fuo 1' ottantafettefimo .

Fu il di lui cadavere da Genova, dove abitava, portato alla Chiefa di S. Martino fopra il Bifagno; e colà feppellito nella tomba della famiglia Marchelli.

Lalòiò dopo di fe tre figliuoli, Girolamo, Carlo , e Filippo . Iprimi due attendono alla mercatura; il terzo è Sacerdote fecolare. Niuno di loro fa profeflìon di Pittura: ma nel refto fon vive immagini delle paterne virtù . Abbiano pur tutti e tre vira profpera, e lunga, ficcome loro defidero; onde con aumento di merito profeguifcano ad eflerci, quali ci fono, veri efemplari di gentilezza, e di probità.

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